Scienza e movimento n° 19
ANNO EDIZIONE: 2019
GENERE: Rivista
CATEGORIE: Rivista Scienza e Movimento
PAGINE: 56
Luglio/Settembre 2019
Le patologie croniche e il movimento: l'esercizio fisico come prevenzione e cura
di Antonio Pavone
Analisi sulla pianificazione dell'allenamento: l'importanza del recupero attivo nel calciatore
di Sabino Di Muro ed Emanuele Vassalli
Prevenzione per le donne sportive
di Aurelio Trofè
Il segreto per l'ipertrofia… È la forza!
di Davide Serpe
Dal web. Le attività motorie adattate per le popolazioni speciali
di Pierluigi De Pascalis
pagine da manuale tecnico del pilates terza edizione.pdf
Pagine da Scienza e Movimento 19
1. attività
preventiva
5Scienza e Movimento - N.19 Luglio-Settembre 2019
Si è soliti associare le patologie croniche alla
sfera dell’anzianità e considerarle molto lontane
dal mondo giovane-adulto, ma la realtà è ben
diversa. Siamo circondati da pazienti o poten-
ziali pazienti affetti da queste patologie, è utile
quindi fare chiarezza. Cosa sono le patologie
croniche?
Le patologie croniche sono la principale causa di
morte in tutti i continenti: si tratta di un ampio
gruppo di malattie caratterizzate da un lungo
decorso e che pertanto richiedono un’assisten-
za a lungo termine; in questo gruppo di malattie
rientrano cardiopatie, ictus, cancro, diabete e af-
fezioni respiratorie croniche.
Il monitoraggio delle patologie croniche, a li-
vello globale, è gestito direttamente dall’OMS
(Organizzazione Mondiale della Sanità) e in
una delle ultime statistiche si afferma che siano
causa di morte per quaranta milioni di persone
ogni anno (circa il 70% di tutti i decessi a livello
globale): nello specifico, il numero maggiore di
decessi è dovuto alle malattie cardiovascolari
(17,7 milioni di persone), seguite dai tumori (8,8
milioni di persone), dalle malattie respiratorie
(3,9 milioni) e dal diabete (1,6 milioni).
Tra i fattori di rischio (FR) delle patologie croni-
che è possibile considerare ai fini classificativi
il parametro della modificabilità. Infatti, i FR si
classificano in modificabili e immodificabili. Nel
primo gruppo è possibile inserire tutti gli stili di
vita poco sani: alimentazione scorretta, fumo di
sigaretta, abuso di alcol e mancanza di attività
fisica; nel secondo gruppo è possibile menzio-
nare età e predisposizione genetica.
di Antonio Pavone
Lepatologiecronicheeilmovimento:
l’eserciziofisicocomeprevenzioneecura
>>
NOTE SULL’AUTORE
Dott. Antonio Pavone
Laureato magistrale
in Scienze e tecniche
dello sport, laureato
in Infermieristica.
Docente NonSoloFitness,
pavoantonio@libero.it
2. Metodologia
dell’allenamento
13Scienza e Movimento - N.19 Luglio-Settembre 2019
Dalla scuola allo stadio, dall’ufficio alla metro,
passando per il bar dove, tra un caffè e l’altro,
ci si ferma a leggere le ultime notizie sul giorna-
le, fino alle infallibili notifiche live direttamente
sullo smartphone, il calcio è senza dubbio uno
degli argomenti con maggiore impatto sociale
ed economico sulla nostra popolazione; basti
pensare ai numeri che circolano in Italia, dove
tra agonismo e non agonismo si contano circa
cinque milioni di persone che praticano per pro-
fessione o per semplice passione questo emo-
zionante sport.
Tali cifre, che coinvolgono in maniera simile la
popolazione mondiale, hanno fatto sì che la
ricerca scientifica finalizzata all’ottimizzazione
della pratica calcistica sia diventata sempre più
importante.
Grazie agli studi, infatti, la performance fisica dei
calciatori si è notevolmente evoluta nel corso
degli anni: basti pensare come la distanza totale
percorsa da un giocatore durante una partita è
aumentata da 7000-8000 m negli anni Settan-
ta agli attuali 10.000-11.000 m (+40%) (Bradley
et al., 2014). Questo è stato possibile attraver-
so un’analisi dettagliata di quelle che sono le
componenti di questo gioco e uno studio che
nel tempo ha permesso il miglioramento delle
stesse.
di Sabino Di Muro ed Emanuele Vassalli
ANALISISULLAPIANIFICAZIONEDELL’ALLENAMENTO:
L’IMPORTANZADELRECUPEROATTIVONELCALCIATORE
>>
NOTE SULL’AUTORE
Dott. Sabino Di Muro
Laurea in Scienze delle
attività motorie e sportive,
Università degli studi di
Foggia; laurea magistrale
in Scienze dello sport
110/110 L, Università
degli studi di Urbino “Carlo
Bo”.
NOTE SULL’AUTORE
Dott. Emanuele Vassalli
Laurea in Scienze delle
attività motorie e sportive,
Università degli studi del
Molise; laurea magistrale
in Scienze dello sport,
Università degli studi di
Urbino “Carlo Bo”.
3. allenamento
alfemminile
21Scienza e Movimento - N.19 Luglio-Settembre 2019
Nella prima parte di quest’articolo, verranno
illustrate le differenze di genere per quel che
concerne la specifica anatomia e fisiologia
articolare delle ossa pelviche e degli arti in-
feriori: dopo un primo accenno alla differente
conformazione anatomica del bacino, si ana-
lizzeranno gli effetti esercitati dalla peculiare
forma pelvica sul femore e sul ginocchio, at-
traverso la valutazione dell’ampiezza dell’an-
golo femoro-tibiale (o angolo Q) e degli effetti
determinati a livello della cartilagine e dei le-
gamenti del ginocchio.
Nella seconda parte del testo, verranno ana-
lizzati i principali muscoli della coscia mag-
giormente funzionali ad un lavoro preventivo
per le donne sportive: per ognuno di questi
muscoli, si discuterà l’azione preventiva eser-
citata e se ne valuterà il ruolo in relazione alla
specifica anatomia femminile. Nella terza par-
te infine, saranno individuati e descritti i prin-
cipali movimenti muscolari idonei per un’azio-
ne di rinforzo muscolare a fini preventivi, con
un accenno all’importanza della ginnastica
propiocettiva per la prevenzione degli infor-
di Aurelio Trofè
Prevenzione
perledonnesportive
>>
NOTE SULL’AUTORE
Aurelio Trofè
Dottorando di
ricerca presso
l’Università di Bologna.
Laurea magistrale in
Scienze e tecniche
dell’attività motoria
preventiva e adattata
110/110 Lode, Università
di Bologna. Laurea in
Scienze delle attività
motorie e sportive,
Università di Bologna.
Titolare di
www.sportscienzasalute.it
4. Metodologia
dell’allenamento
31Scienza e Movimento - N.19 Luglio-Settembre 2019
Il mondo del fitness è letteralmente bombar-
dato dalla pubblicità e dal marketing, allo stato
dell’arte pare che se non si assuma pre e post
workout integratori proteici o amminoacidici,
creatina, glutammina, arginina ecc (la lista sa-
rebbe troppo lunga), il tanto agognato fisico
muscoloso e definito non lo si potrà mai ottene-
re; e i social, in tal senso, hanno dal mio punto di
vista peggiorato e di molto la situazione.
Sarebbe opportuno fare un passo indietro e
parlare prima di metodologia di allenamento, e
solo dopo valutare se/cosa/quando/come assu-
mere quel determinato prodotto. Fintanto che
si crede a tutto, e in particolar modo al “grosso”
che dispensa in palestra consigli alimentari ne-
anche fosse un ricercatore al servizio dell’Istitu-
to Superiore di Sanità, non dovrebbe sorpren-
dere più di tanto se i risultati ottenuti non sono
in linea con quelli attesi (o forse sarebbe meglio
dire sognati).
Sì, vi vendono sogni e per di più senza solide re-
altà, giusto per capovolgere un famoso slogan
pubblicitario; forse sarebbe il caso di tornare a
di Davide Serpe
ILSEGRETOPERL’IPERTROFIA
…ÈLAFORZA!
>>
NOTE SULL’AUTORE
Dott. Davide Serpe
Laureato con lode in speciali-
stica di Scienze e tecniche delle
attività motorie preventive e
adattate nel 2009, e in Scienze
della nutrizione umana. Ha
completato nel 2011 il corso
CONI-FIGC e l’anno seguente
ha conseguito il patentino UEFA
B in ambito calcistico. Docente
NonSoloFitness dal maggio del
2012.
davide.serpe@nonsolofitness.it
5. DALWEB
39Scienza e Movimento - N.19 Luglio-Settembre 2019
NOTE SULL’AUTORE
Dott. Pierluigi De Pascalis
Laureato Magistrale in
Scienze Motorie, laureando
Magistrale in Scienze della
Nutrizione Umana, respon-
sabile della formazione e
divulgazione scientifica di
NonSoloFitness. Professore a
contratto presso l’Università
degli studi di Foggia.
(pierluigi@depascalis.net,
www.depascalis.net).
DAL WEBTRATTO DA WWW.NONSOLOFITNESS.IT
Leattivitàmotorie
adattateperlepopolazionispecialidi Pierluigi De Pascalis
Malati di cancro, anziani, donne in stato di gravidanza, obesi, ipertesi,
giovanissimi, una lunghissima lista di soggetti necessitano dell’accesso all’AFA:
un farmaco ad ampissimo spettro che paradossalmente
non può essere definito come tale.
Si parla in continuazione del ruolo benefico e pre-
ventivo dell’attività fisica in senso astratto e gene-
rale, con ricadute e ripercussioni grossolanamente
note anche ai non addetti ai lavori. Molto meno di
frequente ci si rapporta con l’attività fisica in ter-
mini di vero e proprio trattamento terapeutico o
come adiuvante di altre forme di terapia farmaco-
logica o in ogni caso di ordine medico.
Quando ci si confronta con situazioni particolari e
che esulano dalla norma (intesa come numero di
circostanze statisticamente più frequenti), l’attività
fisica necessita un adeguamento mirato ai soggetti
cui si rivolge.
Sivedràsuccessivamentecheinrealtàilconcettodi
normaedieventostatisticamentepiùfrequenteè
tecnicamente fallace e l’attività fisica correttamen-
te proposta (meglio dire prescritta) è pressoché in
ogni caso di tipo adattato.
Quest’ultimo termine introduce perfettamente
quelle che sono per definizione le attività fisiche
adattate (AFA), ossia dei protocolli specifici studia-
ti per quelle che sono definite popolazioni specia-
li. Classificare le “popolazioni speciali” oggigiorno
è complesso, o perlomeno molto più complesso
rispetto alla nascita dell’attività fisica adattata, da-
tabile nel 1800, per consentire lo svolgimento di
attività fisica ai soggetti non vedenti. In tale circo-
6. www.calzetti-mariucci.it
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