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Andrea Baucon
Metodi ed Applicazioni in Paleoecologia
Licenza Creative Commons
Lezione 7
PIANE DI MAREA
Kenneth Gass con Climactichnites
Noviaster, Cabeço da Ladeira Giurassico
capitolo I
Variazioni del Tempo di
emersione
SOMMARIO
1. Le maree come processo
2. Organismi marini e terrestri sulle piane di
marea
3. Adattamenti biologici alla disidratazione
1. Le maree come processo
Lo schema di Boyd (classificazione degli ambienti marini poco profondi) mostra che le
piane di marea si formano sia in ambienti trasgressivi che regressivi. Il requisito
necessario è una sufficiente escursione di marea.
1. Le maree come processo
Lo schema di Boyd (classificazione degli ambienti marini poco profondi) mostra che le
piane di marea si formano sia in ambienti trasgressivi che regressivi. Il requisito
necessario è una sufficiente escursione di marea.
1. Le maree come processo
Inoltre, si evince come le piane di marea possono essere associate anche ad altri ambienti
deposizionali (ad esempio, gli estuari).
1. Le maree come processo
L’attrazione gravitazionale della Luna provoca un rigonfiamento degli oceani sulla faccia
della Terra più vicina alla Luna…
1. Le maree come processo
L’attrazione gravitazionale della Luna provoca un rigonfiamento degli oceani sulla faccia
della Terra più vicina alla Luna…
1. Le maree come processo
…ma c’è un rigonfiamento anche sulla faccia più lontana dalla Luna!
Métivier et al. (2008)
Esistono anche delle maree solide che possono scatenare terremoti!
Non solo maree liquide…
Due rigonfiamenti
La forza gravitazionale provoca due rigonfiamenti negli oceani: uno è legato all’attrazione
della Luna, l’altro alla forza centrifuga
2. Organismi marini e terrestri sulle piane di marea
Foto di Michael Marten
Le piane di marea sono emerse e sommerse almeno una volta al giorno. Questa variazione
nelle condizioni di esposizione è uno dei fattori più importanti nella (paleo)ecologia delle
piane di marea.
3) Lavini di Marco (Giurassico, Italia)
4) Creyssac (Cretaceo, Francia)
1) Blackberry Hill (Cambriano, USA)
2) Cabeço da Ledeira (Giurassico, Portogallo)
Giro del mondo in quattro paleo-piane di marea:
3) Lavini di Marco (Giurassico, Italia)
4) Creyssac (Cretaceo, Francia)
3
2
1
4
1) Blackberry Hill (Cambriano, USA)
2) Cabeço da Ledeira (Giurassico, Portogallo)
Giro del mondo in quattro paleo-piane di marea:
Foto di Michael Marten
Foto di Michael Marten
Le piane di marea sono frequentate sia da organismi marini che terrestri in quanto
periodicamente emersa e sommersa
2. Organismi marini e terrestri sulle piane di marea
Gli organismi marini e terrestri hanno degli adattamenti fisiologici ed etologici per
colonizzare questo ambiente.
2. Organismi marini e terrestri sulle piane di marea
Ad esempio, gli anellidi mantengono le condizioni di idratazione riparandosi all’interno di
tane; i bivalvi fanno lo stesso chiudendo le valve.
2. Organismi marini e terrestri sulle piane di marea
Ad esempio, gli anellidi mantengono le condizioni di idratazione riparandosi all’interno di
tane; i bivalvi fanno lo stesso chiudendo le valve.
2. Organismi marini e terrestri sulle piane di marea
Gli organismi terrestri hanno sviluppato degli adattamenti per sfruttare le risorse trofiche
offerte dall’ambiente intertidale
2. Organismi marini e terrestri sulle piane di marea
Dinosauri sulle piane di marea: i megatracksites intertidali
La variazione delle condizioni di emersione permette agli organismi terrestri di
frequentare le piane di marea. Questo fenomeno è testimoniato, ad esempio, dai
megatracksites intertidali del Giurassico.
Diedrich (2011)
Diedrich (2011)
Diedrich (2011)
Ancora dinosauri…?
La Posa (Tremp; Cretaceo, Spagna); Martinell et al.
Le piane di marea sono frequentate
dagli organismi terrestri quando
queste sono emerse. Quando sono
sommerse, diventano invece il
dominio degli organismi marini.
Tracce di razza
Martinell et al. (2001)
La Posa (Tremp; Cretaceo, Spagna); Martinell et al.
Giurassico
Cabeço da Ladeira, Portogallo
Paleoecologia di una piana
tidale fossile: studio della
‘Praia Jurassica’
Neto de Carvalho et al. (2016)
Neto de Carvalho et al. (2016)
01 Dividere la
superficie in 2975
quadrati
02
Registrare resti
e tracce fossili
in ogni
quadrato
03
Eseguire dei
calchi degli
esemplari
migliori
Studiare la
paleoecologia di una
piana tidale fossile
I crinoidi sono stati indicati
come organismi sessili, ma…
…sulla ‘Praia Jurassica’ c’è una
traccia di locomozione prodotta da un crinoide!
Neto de Carvalho et al. (2016)
Foto da drone Mappa di elevazione
digitale
Slope map Modello 3D
ombreggiato
Neto de Carvalho et al. (2016)
Vale de Meios (Portogallo), Giurassico; Razzolini et al. (2016)
Poco distante, c’è un sito
giurassico che testimonia
bene la presenza di
organismi terrestri sulle
piane di marea…
Vale de Meios (Portogallo), Giurassico; Razzolini et al. (2016)
…ma non sempre ci sono stati
organismi terrestri sulle piane di
marea!
Le piane di marea
dei Lavini di Marco
Giuseppe Leonardi rileva
le impronte dei Lavini di
Marco
Marco Avanzini e Giuseppe Leonardi rilevano la
più grande impronta di teropode dei Lavini di
Marco
https://www.researchgate.net/publication/309812948_Le_piste_di_dinosauri_dei_Lavini_di_Marco_Rovereto_TN_Italia_e_alcune_questioni_generali_sull%27icnologia_
dei_tetrapodi/figures
Mángano e Buatois (2015)
Colonizzazione delle piane di marea nel tempo
La coesistenza di specie marine e terrestri sulle piane di marea vale dal tardo Paleozoico.
Mángano e Buatois (2015)
Colonizzazione delle piane di marea nel tempo
Climactichnites, Cambriano; Mosinee, USA
Cambriano; Getty e Hagadorn (2009)
Singin’ in the rain nel Cambriano
3. Adattamenti biologici alla
disidratazione
La disponibilità di acqua, determinata
dall’ampiezza delle maree, è uno dei
principali fattori limitanti sulle piane di
marea.
Ci sarebbero solo maree semidiurne se la
terra fosse occupata solamente da acqua e
se ruotasse sul piano equatoriale. I
continenti e l’inclinazione dell’asse
terrestre influiscono sull’ampiezza della
marea. Ci sono domini microtidali (<1 m di
tidal range), mesotidali (1-3.5 m) e
macrotidali (>3.5 m).
3. Adattamenti biologici alla disidratazione
Gli organismi che abitano sulle piane di marea presentano adattamenti fisiologici e
comportamentali contro la disidratazione:
1) Guscio mineralizzato dentro il quale serrarsi durante la bassa marea;
2) Migrazioni verticali secondo ritmi tidali;
3) Migrazioni orizzontali secondo ritmi tidali
Il granchio Sesarma si nasconde nelle proprie tane durante la bassa marea, ed è attivo
durante l’alta marea
Gli organismi che abitano sulle piane di marea presentano adattamenti fisiologici e
comportamentali contro la disidratazione:
1) Guscio mineralizzato dentro il quale serrarsi durante la bassa marea;
2) Migrazioni verticali secondo ritmi tidali;
3) Migrazioni orizzontali secondo ritmi tidali
3. Adattamenti biologici alla disidratazione
L’anfipode Eurydice pulchra si infossa durante l’emersione, e poi si fa trasportare dalle
correnti tidali durante l’alta marea
Gli organismi che abitano sulle piane di marea presentano adattamenti fisiologici e
comportamentali contro la disidratazione:
1) Guscio mineralizzato dentro il quale serrarsi durante la bassa marea;
2) Migrazioni verticali secondo ritmi tidali;
3) Migrazioni orizzontali secondo ritmi tidali
Migrazioni tidali di isopodi giurassici?
Crayssac (Giurassico), Francia; Gaillard et al. (2005)
A Crayssac ci sono resti e tracce fossili di
isopodi
Migrazioni tidali di isopodi giurassici?
Crayssac (Giurassico), Francia; Gaillard et al. (2005)
Migrazioni tidali di isopodi giurassici?
Crayssac (Giurassico), Francia; Gaillard et al. (2005)
Migrazioni tidali di isopodi giurassici?
Crayssac (Giurassico), Francia; Gaillard et al. (2005)
Crayssac (Giurassico), Francia; Gaillard et al. (2005)
Il grado di disseccamento del substrato può essere indicato dal livello di dettaglio osservato
nelle piste
Crayssac (Giurassico), Francia; Gaillard et al. (2005)
Il grado di disseccamento del substrato può essere indicato dal livello di dettaglio osservato
nelle piste
Crayssac (Giurassico), Francia; Gaillard et al. (2005)
Il grado di disseccamento del substrato può essere indicato dal livello di dettaglio osservato
nelle piste
Crayssac (Giurassico), Francia; Gaillard et al. (2005)
Il grado di disseccamento del substrato può essere indicato dal livello di dettaglio osservato
nelle piste
Cambriano; Getty e Hagadorn (2009)
Relazione tra substrato e qualità degli icnofossili
Cambriano; Getty e Hagadorn (2009)
Mudcracks
I mud cracks sono
spesso associati alle
piane di marea
proprio a causa della
periodica emersione
(e sommersione) di
questi ambienti
Mudcracks
Mudcracks
Crayssac (Francia, Giurassico; Gaillard et al., 2005)
Crayssac (Francia, Giurassico; Gaillard et al., 2005)
Gaillard et al. (2005)
Le piste di pterosauro delle paleo-piane tidali di Crayssac
Crayssac (Giurassico); Mazin et al. (2009)
Mazin et al. (2009)
Le piste di pterosauro delle paleo-piane tidali di Crayssac
Crayssac (Giurassico); Mazin et al. (2009)
Crayssac (Giurassico); Mazin et al. (2009)
Traccia di atterraggio di pterosauro (con mudcracks)
Mazin et al. (2009)
Traccia di atterraggio di pterosauro
Mazin et al. (2009)
Traccia di atterraggio di pterosauro
Tracce di poposauroidi giganti
Triassico (Bernburg, Germania); Diedrich (2008)
Probabilmente, i rauisuchi frequentavano le piane
tidali di Bernburg per cibarsi di limuli.
Triassico; Diedrich (2015)
Triassico; Diedrich (2015)
Notosauri… dentro impronte di vertebrati terrestri
capitolo II
Fluttuazioni
idrodinamiche
SOMMARIO
1. Flussi orizzontali di acqua: le correnti di marea
2. Corrente di flusso e di riflusso
3. Fluttuazioni periodiche nell’idrodinamismo
4. Ciclicità giornaliera e mensile delle maree
1. Flussi orizzontali di acqua: le correnti di marea
Le variazioni ‘verticali’ del livello dell’acqua inducono flussi orizzontali di acqua:
le correnti di marea
Correnti di marea
I maelström sono dei gorghi provocati
dalle correnti di maree. Solitamente si
sviluppano negli stretti
Il gorgo di Naruto
I maelström sono generati dalle
correnti di marea anche se
generalmente non si osservano
sulle piane di marea, ma negli
stretti
Non solo Naruto…
Direzione dei foreset
Direzione dei foreset
2. Corrente di flusso e di riflusso
Le correnti di marea, anche con l’alternarsi di flusso (flood) e riflusso (ebb),
controllano in maniera significativa le caratteristiche biologiche e sedimentarie
degli ambienti tidali. Questi sono frequentemente caratterizzati da:
1) strategie da sospensivori/filtratori (nelle aree a maggiore idrodinamismo);
2) Tane ad U
3) Strutture sedimentarie trattive e di decantazione
Mángano e Buatois (2015)
Nelle zone a maggiore idrodinamismo i nutrienti sono mantenuti in sospensione
dalle correnti tidali e dalle onde, favorendo strategie trofiche da sospensivori. I
corrispondenti icnogeneri sono Ophiomorpha, Arenicolites e Skolithos.
Nella parte più riparata delle piane tidali ci sono però spesso depositivori!
Strategie trofiche sulla piana di marea
Laguna di Grado, Attuale
Attuale
Tana ad U
prodotta da Corophium
Baucon e Felletti (2013)
Molti animali sfruttano le correnti tidali facendo circolare l'acqua passivamente
all’interno della loro tane.
Sfruttare le correnti tidali: le tane ad U
Gli organismi inducono una corrente all'interno dei tunnel
attraverso il restringimento di una delle aperture della
tana: basta che ci sia una debolissima corrente tidale
(parallela al fondale) e questa entrerà nel tunnel a causa
della differenza di pressione tra le aperture.
In poche parole, è lo stesso motivo per cui le porte
sbattono lasciando le finestre aperte!
Sfruttare le correnti tidali: le tane ad U
Restringere i tunnel non è l'unica maniera per
sfruttare l'effetto Bernoulli/Venturi: un altro
metodo è costruire un'apertura rialzata.
La stessa tecnica è da marmotte e cani della
prateria marmotte per ventilare le loro tane
sfruttando le brezze montane.
Sfruttare le correnti tidali: le tane ad U
Prodotti sedimentari delle correnti tidali
Ci sono tre principali indicatori sedimentari di
processi tidali:
1) herringbone cross-stratification (stratificazione
a lisca di pesce);
2) Mud drapes (drappi di fango);
3) Reactivation surfaces (superfici di riattivazione).
Flusso e riflusso di uguale intensità:
herringbone cross-stratification
La stratificazione a lisca di pesce è il risultato delle correnti di marea.
Flusso e riflusso di uguale intensità:
herringbone cross-stratification
Un singolo esempio di herringbone cross-stratification non necessariamente rappresenta
un singolo ciclo tidale, ma l’inversione della direzione di flusso. Questo permette, ad
esempio, di escludere ambienti prettamente fluviali (i fiumi non scorrono in salita!).
La herringbone cross-stratification viene prodotta da correnti di flusso e riflusso (flood ed
ebb) di uguale intensità.
I ‘picchi’ di marea sono chiamati alta e bassa marea (high tide, low tide).
Le fasi in cui la marea sale e scende sono chiamati flood tide ed ebb tide (‘flusso’ e
‘riflusso’ di marea).
Flusso e riflusso di uguale intensità:
herringbone cross-stratification
Flusso e riflusso di intensità diversa
Le correnti di flusso e riflusso (flood, ebb) possono avere intensità uguali o diverse.
Flusso e riflusso di intensità diversa:
superfici di riattivazione
Le correnti tidali simmetriche producono la stratificazione a lisca di pesce.
Quando le correnti di flusso e riflusso (flood, ebb) hanno intensità diverse, si formano
delle superfici erosive (reactivation surfaces) tra pacchetti di foreset.
Flusso e riflusso di intensità diversa:
superfici di riattivazione
Le correnti tidali simmetriche producono la stratificazione a lisca di pesce.
Quando le correnti di flusso e riflusso (flood, ebb) hanno intensità diverse, si formano
delle superfici erosive (reactivation surfaces) tra pacchetti di foreset.
Correnti di marea nello stretto di Cook
La corrente di flusso (flood) e di riflusso (ebb) possono avere direzioni diverse. Questo
può produrre ripples da interferenza.
Flusso e riflusso con direzione diversa:
ripples da interferenza
Flusso e riflusso con direzione diversa:
ripples da interferenza
Tane ‘rinforzate’
A causa dei processi trattivi, nelle piane di marea i substrati sono ‘mobili’ (i
singoli grani si muovano uno rispetto all’altro). Per fronteggiare queste
condizioni, gli organismi costruiscono tane con rivestimenti rinforzati (ad es.
Ophiomorpha).
Anodonta (Sinanodonta) woodiana
Unionide Anodonta (Sinanodonta) woodiana
3. Fluttuazioni periodiche nell’idrodinamismo
Gli ambienti tidali sono caratterizzati da fluttuazioni periodiche di energia
idrodinamica.
Fluttuazioni periodiche di energia idrodinamica
Quando la direzione delle correnti tidali si inverte, non c’è flusso (slack water).
Fluttuazioni periodiche di energia idrodinamica: mud drapes
I mud drapes rappresentano le fasi di slack water nel ciclo tidale.
Fluttuazioni periodiche di energia idrodinamica:
flaser e lenticular bedding
Durante la fase di slack water c’è decantazione (e deposizione di sedimenti fini),
quando c’è corrente c’è trazione.
Fluttuazioni periodiche di energia idrodinamica:
flaser e lenticular bedding
Lenticular e flaser bedding
4. Ciclicità tidale mensile
I processi tidali presentano una ciclicità non
solo giornaliera, ma anche mensile.
La ciclicità mensile è dovuta al sommarsi degli
effetti tidali di Luna e Sole.
4. Ciclicità tidale mensile
I processi tidali presentano una ciclicità non
solo giornaliera, ma anche mensile.
Le maree sizigie (spring tides) sono più
ampie e si verificano quando Sole, Luna e
Terra sono allineate.
Durante le maree di quadratura (neap tide)
gli effetti gravitazionali di Sole e Luna si
annullano in parte.
Williams e Gostin (2019)
Livelli scuri: pelite;
Livelli chiari: siltite e arenaria
A
B
C
D
E
F
G
H
I
Williams e Gostin (2019)
Livelli scuri: pelite;
Livelli chiari: siltite e arenaria
Williams e Gostin (2019)
Ritmiti tidali
Eriksson e Simpson (2000)
Il mese archeano aveva 20
giorni…
Quanti giorni c’erano nell’Archeano?
capitolo III
Subambienti tidali
SOMMARIO
1. Zonazione delle piane di marea
2. Sopratidale
3. Intertidale
4. Subtidale
1. La zonazione tidale
Si distinguono tre zone:
1) sopratidale: zona normalmente emersa;
2) Intertidale: zona alternativamente emersa e sommersa;
3) Subtidale: sona sempre sommersa
2. Sopratidale
La zona sopratidale è sempre emersa. Per questo motivo, in ambienti aridi, viene evitata
da quegli organismi che resistono poco al disseccamento (ad es., policheti).
2. Sopratidale
I depositi sopratidali sono caratterizzati da:
1. Peliti
2. Rizoliti
3. Strutture prodotte da tappeti microbialitici (MISS, stromatoliti)
4. Riempimenti di canali di marea (con eventuali fossili)
Salt marsh
Le paludi salate (salt marshes) si sviluppano sia nel sopratidale (palude alta) che
nell’intertidale (palude bassa). Sono tipicamente fangose e coperte da vegetazione.
Soft, supratidal-flat mud showing a mud-cracked surface. Plants are red mangroves. Northern Caicos Islands.
Ambiente deposizionale carbonatico: https://www.beg.utexas.edu/lmod/_IOL-CM02/cm02-step02.htm
Mangrovie e fango (carbonatico) nel sopratidale di Caicos
Knaust
Vegetazione e rizoliti nel
sopratidale
Il sopratidale, se in ambiente umido,
è frequentemente caraterizzato da
rizoliti
Salt marsh
Le paludi salmastre sono spesso intersecate da canali tidali.
Canali tidali
Le paludi salmastre sono spesso intersecate da canali tidali.
Canali tidali
La palude salata di Tavira è solcata da
canali tidali.
Isola di Tavira, Portogallo; Baucon (2021)
L’Isola di Tavira è un sistema di isola-barriera con una laguna retrostante. Ha un’ampia
palude salata inter-sopratidale ed una vasta piana di marea.
La palude salata di Tavira è solcata da
canali tidali.
Isola di Tavira, Portogallo; Baucon (2021)
Isola di Tavira, Portogallo; Baucon (2021)
Isola di Tavira, Portogallo; Baucon (2021)
La palude salata è dominata da tane di granchio (Psilonichnus) e rizoliti.
Tidal channel cutting through supratidal-flat mud. The bottom of the channel is
floored by mollusk and algal grains and sometimes by rare corals in the more open-
marine sections of the channel. Plants are red mangroves. Northern Caicos Islands.
Ambiente deposizionale carbonatico: https://www.beg.utexas.edu/lmod/_IOL-CM02/cm02-step02.htm
Canale tidale in ambiente deposizionale carbonatico
Diedrich (2011)
Fossili nei depositi di canale
Diedrich (2011)
Fossili nei depositi di canale
Carbonifero (Brasile); Moutinho et al. (2016)
Fossili marini nel sopratidale
Fossili di organismi marini possono trovarsi in
depositi sopratidali a causa di fenomeni di
trasporto (maree eccezionali, tempeste, ecc.)
Carbonifero (Brasile); Moutinho et al. (2016)
Fossili marini nel sopratidale
Tappeti microbialitici nel sopratidale
Caicos; Curiale et al. (2008)
Tappeti microbialitici possono colonizzare vaste superfici dell’intertidale (fino ad arrivare al
subtidale)
Tappeti microbialitici nel sopratidale
Caicos; Curiale et al. (2008)
Puscular algal mat (cyanobacteria) forming on the supratidal flat. West Caicos Island.
Ambiente deposizionale carbonatico: https://www.beg.utexas.edu/lmod/_IOL-CM02/cm02-step02.htm
3. Intertidale
La zona intertidale è alternativamente emersa e sommersa. È caratterizzata da:
1. Fanghi nella regione superiore dell’intertidale, sabbia nella regione inferiore;
2. ‘Inversione’ delle icnofacies: icnofacies Cruziana verso riva, icnofacies Skolithos verso
mare
3. Impronte di vertebrati
4. Strutture prodotte da tappeti microbialitici (MISS, stromatoliti)
5. Strutture sedimentarie prodotte dal disseccamento e dalle correnti tidali
Baucon e Felletti (2013)
Variabilità biologica e fisico-chimica nella zona intertidale
Baucon e Felletti (2013)
Baucon e Felletti (2013)
Fosfati (PO4) e potenziale di ossidoriduzione
(RP) dell’acqua interstiziale
PO4 ~ 0.1 mg/l
PO4 ~0.01 mg/l PO4 ~0.01 mg/l
RP < 0 mV
RP > 0 mV RP < 0 mV
0
+ 500
- 500
0.1
0
Tappeti microbialitici
Sabbia a ripples
Icnofacies Skolithos
Fanghi
Icnofacies Cruziana
Grado, attuale; Baucon e Felletti (2013)
Variabilità biologica e fisico-chimica nella zona intertidale
L’intertidale superiore (verso riva) è emerso per più tempo dell’intertidale inferiore.
Conseguentemente, l’intertidale superiore è sottoposto a maggiore stress da disseccamento.
Inoltre, i sospensivori hanno meno tempo per nutrirsi rispetto all’intertidale inferiore.
Inversione di ichnofacies
La regione intertidale ha una notevole eterogeneità. Procedendo verso il mare, si assiste ad
un aumento di granulometria nella zona intertidale. Si distingue quindi:
1) Un mud flat fangoso;
2) Un mixed flat con sabbia e fango;
3) Un sand flat sabbioso
Desjardins et al. (2012)
Nelle coste dominate dalle onde, avviene esattamente il contrario: la granulometria
diminuisce verso il largo, riflettendo una progressiva diminuzione di energia verso il
largo.
Spiagge dominate da onda (NON da maree)
Nelle spiagge dominate da onda, andando da riva verso mare, si incontra prima
l’icnofacies Skolithos e poi l’icnofacies Cruziana. Avviene esattamente il contrario
nelle piane di marea!
Spiagge dominate da onda (NON da maree)
mare aperto
Spiaggia
dominata
da onda
Piana di
marea
Inversione di ichnofacies
Nelle piane di marea, la diminuzione di energia (e di granulometria) va da mare verso
terra. La zona più protetta è il mud flat, la zona più esposta è il sand flat.
Desjardins et al. (2012)
Desjardins et al. (2012)
Mudflat
Desjardins et al. (2012)
Mixed flat
Desjardins et al. (2012)
Sand flat
Mángano e Buatois (2015)
Sand flat
mainland
Ichnological
Map
Ambiente
50 m
Distribuzione
di
Arenicolites
Arenicolites /
Unità (0.25m2)
Tane
Isola-barriera
Piana di marea
fangosa
Piana di marea
sabbiosa
Backshore
Baucon e Felletti (2013)
MISS (microbially-induced sedimentary structures)
La zona intertidale è spesso stabilizzata da tappeti microbialitici che possono formare le
cosidette MISS (microbially-induced sedimentary structures)
Bose e Chafetz (2009)
Le MISS sono strutture sedimentarie prodotte
dall’interazione di microorganismi con il sedimento (e gli
agenti erosivi, deposizionali e di trasporto)
Bose e Chafetz (2009)
MISS: erosional pockets/ripple patches attuali
Mángano e Buatois (2015)
MISS: erosional pockets/ripple patches fossili
MISS: rolled-up fragments
Noffke et al. (2013)
Stromatolite heads with rippled sand between heads in the intertidal zone of Shark Bay, Western Australia.
Ambiente deposizionale carbonatico: https://www.beg.utexas.edu/lmod/_IOL-CM02/cm02-step02.htm
MISS e stromatoliti condividono il processo di origine (tappeti microbialitici).
Tuttavia, i MISS sono strutture ‘2D’, le stromatoliti sono strutture ‘3D’
4. Subtidale
Santos et al. (2015)
Fonti
Fonti
https://medium.com/arachnofiles/arachnews-february-10-2020-9072fb62e4b8
https://www.geological-digressions.com/
http://www.esru.strath.ac.uk/EandE/Web_sites/03-
04/marine/res_resourcebkd.htm
http://www.columbia.edu/dlc/cup/ricci/
https://www.beg.utexas.edu/lmod/_IOL-CM02/cm02-step02.htm
http://www.backtothepast.com.mx/ebonino/html/blackberry_hill2.html
https://patrickrgetty.com/trace-fossil-gallery/
https://wessexcoastgeology.soton.ac.uk/Lulworth-Purbeck-West.htm
Si ringraziano Heitor Francischini e Lorenzo Marchetti per le foto di
icnofaune di ambiente desertico
Fonti
Fonti
Andrea Baucon
https://www.researchgate.net/profile/Andrea_Baucon
http://www.linkedin.com/in/andrea-baucon-tracemaker/
https://www.instagram.com/tracemaker_loves_fossils/
https://www.youtube.com/user/terragaze
Contatti
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  • 1. Andrea Baucon Metodi ed Applicazioni in Paleoecologia Licenza Creative Commons Lezione 7 PIANE DI MAREA
  • 2.
  • 3.
  • 4. Kenneth Gass con Climactichnites
  • 5.
  • 6.
  • 7. Noviaster, Cabeço da Ladeira Giurassico
  • 8. capitolo I Variazioni del Tempo di emersione SOMMARIO 1. Le maree come processo 2. Organismi marini e terrestri sulle piane di marea 3. Adattamenti biologici alla disidratazione
  • 9. 1. Le maree come processo Lo schema di Boyd (classificazione degli ambienti marini poco profondi) mostra che le piane di marea si formano sia in ambienti trasgressivi che regressivi. Il requisito necessario è una sufficiente escursione di marea.
  • 10. 1. Le maree come processo Lo schema di Boyd (classificazione degli ambienti marini poco profondi) mostra che le piane di marea si formano sia in ambienti trasgressivi che regressivi. Il requisito necessario è una sufficiente escursione di marea.
  • 11. 1. Le maree come processo Inoltre, si evince come le piane di marea possono essere associate anche ad altri ambienti deposizionali (ad esempio, gli estuari).
  • 12. 1. Le maree come processo L’attrazione gravitazionale della Luna provoca un rigonfiamento degli oceani sulla faccia della Terra più vicina alla Luna…
  • 13. 1. Le maree come processo L’attrazione gravitazionale della Luna provoca un rigonfiamento degli oceani sulla faccia della Terra più vicina alla Luna…
  • 14. 1. Le maree come processo …ma c’è un rigonfiamento anche sulla faccia più lontana dalla Luna!
  • 15. Métivier et al. (2008) Esistono anche delle maree solide che possono scatenare terremoti! Non solo maree liquide…
  • 16. Due rigonfiamenti La forza gravitazionale provoca due rigonfiamenti negli oceani: uno è legato all’attrazione della Luna, l’altro alla forza centrifuga
  • 17. 2. Organismi marini e terrestri sulle piane di marea Foto di Michael Marten Le piane di marea sono emerse e sommerse almeno una volta al giorno. Questa variazione nelle condizioni di esposizione è uno dei fattori più importanti nella (paleo)ecologia delle piane di marea.
  • 18. 3) Lavini di Marco (Giurassico, Italia) 4) Creyssac (Cretaceo, Francia) 1) Blackberry Hill (Cambriano, USA) 2) Cabeço da Ledeira (Giurassico, Portogallo) Giro del mondo in quattro paleo-piane di marea:
  • 19. 3) Lavini di Marco (Giurassico, Italia) 4) Creyssac (Cretaceo, Francia) 3 2 1 4 1) Blackberry Hill (Cambriano, USA) 2) Cabeço da Ledeira (Giurassico, Portogallo) Giro del mondo in quattro paleo-piane di marea:
  • 20. Foto di Michael Marten
  • 21. Foto di Michael Marten
  • 22. Le piane di marea sono frequentate sia da organismi marini che terrestri in quanto periodicamente emersa e sommersa 2. Organismi marini e terrestri sulle piane di marea
  • 23. Gli organismi marini e terrestri hanno degli adattamenti fisiologici ed etologici per colonizzare questo ambiente. 2. Organismi marini e terrestri sulle piane di marea
  • 24. Ad esempio, gli anellidi mantengono le condizioni di idratazione riparandosi all’interno di tane; i bivalvi fanno lo stesso chiudendo le valve. 2. Organismi marini e terrestri sulle piane di marea
  • 25. Ad esempio, gli anellidi mantengono le condizioni di idratazione riparandosi all’interno di tane; i bivalvi fanno lo stesso chiudendo le valve. 2. Organismi marini e terrestri sulle piane di marea
  • 26. Gli organismi terrestri hanno sviluppato degli adattamenti per sfruttare le risorse trofiche offerte dall’ambiente intertidale 2. Organismi marini e terrestri sulle piane di marea
  • 27. Dinosauri sulle piane di marea: i megatracksites intertidali La variazione delle condizioni di emersione permette agli organismi terrestri di frequentare le piane di marea. Questo fenomeno è testimoniato, ad esempio, dai megatracksites intertidali del Giurassico.
  • 31. Ancora dinosauri…? La Posa (Tremp; Cretaceo, Spagna); Martinell et al. Le piane di marea sono frequentate dagli organismi terrestri quando queste sono emerse. Quando sono sommerse, diventano invece il dominio degli organismi marini.
  • 32. Tracce di razza Martinell et al. (2001)
  • 33. La Posa (Tremp; Cretaceo, Spagna); Martinell et al.
  • 34. Giurassico Cabeço da Ladeira, Portogallo Paleoecologia di una piana tidale fossile: studio della ‘Praia Jurassica’ Neto de Carvalho et al. (2016)
  • 35.
  • 36. Neto de Carvalho et al. (2016)
  • 37. 01 Dividere la superficie in 2975 quadrati 02 Registrare resti e tracce fossili in ogni quadrato 03 Eseguire dei calchi degli esemplari migliori Studiare la paleoecologia di una piana tidale fossile
  • 38. I crinoidi sono stati indicati come organismi sessili, ma…
  • 39. …sulla ‘Praia Jurassica’ c’è una traccia di locomozione prodotta da un crinoide! Neto de Carvalho et al. (2016)
  • 40.
  • 41. Foto da drone Mappa di elevazione digitale Slope map Modello 3D ombreggiato Neto de Carvalho et al. (2016)
  • 42. Vale de Meios (Portogallo), Giurassico; Razzolini et al. (2016) Poco distante, c’è un sito giurassico che testimonia bene la presenza di organismi terrestri sulle piane di marea…
  • 43. Vale de Meios (Portogallo), Giurassico; Razzolini et al. (2016) …ma non sempre ci sono stati organismi terrestri sulle piane di marea!
  • 44. Le piane di marea dei Lavini di Marco
  • 45.
  • 46. Giuseppe Leonardi rileva le impronte dei Lavini di Marco Marco Avanzini e Giuseppe Leonardi rilevano la più grande impronta di teropode dei Lavini di Marco https://www.researchgate.net/publication/309812948_Le_piste_di_dinosauri_dei_Lavini_di_Marco_Rovereto_TN_Italia_e_alcune_questioni_generali_sull%27icnologia_ dei_tetrapodi/figures
  • 47. Mángano e Buatois (2015) Colonizzazione delle piane di marea nel tempo La coesistenza di specie marine e terrestri sulle piane di marea vale dal tardo Paleozoico.
  • 48. Mángano e Buatois (2015) Colonizzazione delle piane di marea nel tempo
  • 50. Cambriano; Getty e Hagadorn (2009) Singin’ in the rain nel Cambriano
  • 51. 3. Adattamenti biologici alla disidratazione La disponibilità di acqua, determinata dall’ampiezza delle maree, è uno dei principali fattori limitanti sulle piane di marea. Ci sarebbero solo maree semidiurne se la terra fosse occupata solamente da acqua e se ruotasse sul piano equatoriale. I continenti e l’inclinazione dell’asse terrestre influiscono sull’ampiezza della marea. Ci sono domini microtidali (<1 m di tidal range), mesotidali (1-3.5 m) e macrotidali (>3.5 m).
  • 52. 3. Adattamenti biologici alla disidratazione Gli organismi che abitano sulle piane di marea presentano adattamenti fisiologici e comportamentali contro la disidratazione: 1) Guscio mineralizzato dentro il quale serrarsi durante la bassa marea; 2) Migrazioni verticali secondo ritmi tidali; 3) Migrazioni orizzontali secondo ritmi tidali
  • 53. Il granchio Sesarma si nasconde nelle proprie tane durante la bassa marea, ed è attivo durante l’alta marea Gli organismi che abitano sulle piane di marea presentano adattamenti fisiologici e comportamentali contro la disidratazione: 1) Guscio mineralizzato dentro il quale serrarsi durante la bassa marea; 2) Migrazioni verticali secondo ritmi tidali; 3) Migrazioni orizzontali secondo ritmi tidali 3. Adattamenti biologici alla disidratazione
  • 54. L’anfipode Eurydice pulchra si infossa durante l’emersione, e poi si fa trasportare dalle correnti tidali durante l’alta marea Gli organismi che abitano sulle piane di marea presentano adattamenti fisiologici e comportamentali contro la disidratazione: 1) Guscio mineralizzato dentro il quale serrarsi durante la bassa marea; 2) Migrazioni verticali secondo ritmi tidali; 3) Migrazioni orizzontali secondo ritmi tidali
  • 55. Migrazioni tidali di isopodi giurassici? Crayssac (Giurassico), Francia; Gaillard et al. (2005) A Crayssac ci sono resti e tracce fossili di isopodi
  • 56. Migrazioni tidali di isopodi giurassici? Crayssac (Giurassico), Francia; Gaillard et al. (2005)
  • 57. Migrazioni tidali di isopodi giurassici? Crayssac (Giurassico), Francia; Gaillard et al. (2005)
  • 58. Migrazioni tidali di isopodi giurassici? Crayssac (Giurassico), Francia; Gaillard et al. (2005)
  • 59. Crayssac (Giurassico), Francia; Gaillard et al. (2005) Il grado di disseccamento del substrato può essere indicato dal livello di dettaglio osservato nelle piste
  • 60. Crayssac (Giurassico), Francia; Gaillard et al. (2005) Il grado di disseccamento del substrato può essere indicato dal livello di dettaglio osservato nelle piste
  • 61. Crayssac (Giurassico), Francia; Gaillard et al. (2005) Il grado di disseccamento del substrato può essere indicato dal livello di dettaglio osservato nelle piste
  • 62. Crayssac (Giurassico), Francia; Gaillard et al. (2005) Il grado di disseccamento del substrato può essere indicato dal livello di dettaglio osservato nelle piste
  • 63. Cambriano; Getty e Hagadorn (2009) Relazione tra substrato e qualità degli icnofossili
  • 64. Cambriano; Getty e Hagadorn (2009) Mudcracks I mud cracks sono spesso associati alle piane di marea proprio a causa della periodica emersione (e sommersione) di questi ambienti
  • 66.
  • 68. Crayssac (Francia, Giurassico; Gaillard et al., 2005)
  • 69. Gaillard et al. (2005)
  • 70. Le piste di pterosauro delle paleo-piane tidali di Crayssac Crayssac (Giurassico); Mazin et al. (2009)
  • 71. Mazin et al. (2009) Le piste di pterosauro delle paleo-piane tidali di Crayssac Crayssac (Giurassico); Mazin et al. (2009)
  • 72. Crayssac (Giurassico); Mazin et al. (2009) Traccia di atterraggio di pterosauro (con mudcracks)
  • 73. Mazin et al. (2009) Traccia di atterraggio di pterosauro
  • 74. Mazin et al. (2009) Traccia di atterraggio di pterosauro
  • 75. Tracce di poposauroidi giganti Triassico (Bernburg, Germania); Diedrich (2008)
  • 76. Probabilmente, i rauisuchi frequentavano le piane tidali di Bernburg per cibarsi di limuli. Triassico; Diedrich (2015)
  • 77. Triassico; Diedrich (2015) Notosauri… dentro impronte di vertebrati terrestri
  • 78. capitolo II Fluttuazioni idrodinamiche SOMMARIO 1. Flussi orizzontali di acqua: le correnti di marea 2. Corrente di flusso e di riflusso 3. Fluttuazioni periodiche nell’idrodinamismo 4. Ciclicità giornaliera e mensile delle maree
  • 79. 1. Flussi orizzontali di acqua: le correnti di marea Le variazioni ‘verticali’ del livello dell’acqua inducono flussi orizzontali di acqua: le correnti di marea
  • 80. Correnti di marea I maelström sono dei gorghi provocati dalle correnti di maree. Solitamente si sviluppano negli stretti
  • 81. Il gorgo di Naruto
  • 82. I maelström sono generati dalle correnti di marea anche se generalmente non si osservano sulle piane di marea, ma negli stretti Non solo Naruto…
  • 85. 2. Corrente di flusso e di riflusso Le correnti di marea, anche con l’alternarsi di flusso (flood) e riflusso (ebb), controllano in maniera significativa le caratteristiche biologiche e sedimentarie degli ambienti tidali. Questi sono frequentemente caratterizzati da: 1) strategie da sospensivori/filtratori (nelle aree a maggiore idrodinamismo); 2) Tane ad U 3) Strutture sedimentarie trattive e di decantazione
  • 86. Mángano e Buatois (2015) Nelle zone a maggiore idrodinamismo i nutrienti sono mantenuti in sospensione dalle correnti tidali e dalle onde, favorendo strategie trofiche da sospensivori. I corrispondenti icnogeneri sono Ophiomorpha, Arenicolites e Skolithos. Nella parte più riparata delle piane tidali ci sono però spesso depositivori! Strategie trofiche sulla piana di marea
  • 87. Laguna di Grado, Attuale Attuale Tana ad U prodotta da Corophium Baucon e Felletti (2013)
  • 88. Molti animali sfruttano le correnti tidali facendo circolare l'acqua passivamente all’interno della loro tane. Sfruttare le correnti tidali: le tane ad U
  • 89. Gli organismi inducono una corrente all'interno dei tunnel attraverso il restringimento di una delle aperture della tana: basta che ci sia una debolissima corrente tidale (parallela al fondale) e questa entrerà nel tunnel a causa della differenza di pressione tra le aperture. In poche parole, è lo stesso motivo per cui le porte sbattono lasciando le finestre aperte! Sfruttare le correnti tidali: le tane ad U
  • 90. Restringere i tunnel non è l'unica maniera per sfruttare l'effetto Bernoulli/Venturi: un altro metodo è costruire un'apertura rialzata. La stessa tecnica è da marmotte e cani della prateria marmotte per ventilare le loro tane sfruttando le brezze montane. Sfruttare le correnti tidali: le tane ad U
  • 91. Prodotti sedimentari delle correnti tidali Ci sono tre principali indicatori sedimentari di processi tidali: 1) herringbone cross-stratification (stratificazione a lisca di pesce); 2) Mud drapes (drappi di fango); 3) Reactivation surfaces (superfici di riattivazione).
  • 92. Flusso e riflusso di uguale intensità: herringbone cross-stratification La stratificazione a lisca di pesce è il risultato delle correnti di marea.
  • 93. Flusso e riflusso di uguale intensità: herringbone cross-stratification Un singolo esempio di herringbone cross-stratification non necessariamente rappresenta un singolo ciclo tidale, ma l’inversione della direzione di flusso. Questo permette, ad esempio, di escludere ambienti prettamente fluviali (i fiumi non scorrono in salita!).
  • 94. La herringbone cross-stratification viene prodotta da correnti di flusso e riflusso (flood ed ebb) di uguale intensità. I ‘picchi’ di marea sono chiamati alta e bassa marea (high tide, low tide). Le fasi in cui la marea sale e scende sono chiamati flood tide ed ebb tide (‘flusso’ e ‘riflusso’ di marea). Flusso e riflusso di uguale intensità: herringbone cross-stratification
  • 95. Flusso e riflusso di intensità diversa Le correnti di flusso e riflusso (flood, ebb) possono avere intensità uguali o diverse.
  • 96. Flusso e riflusso di intensità diversa: superfici di riattivazione Le correnti tidali simmetriche producono la stratificazione a lisca di pesce. Quando le correnti di flusso e riflusso (flood, ebb) hanno intensità diverse, si formano delle superfici erosive (reactivation surfaces) tra pacchetti di foreset.
  • 97. Flusso e riflusso di intensità diversa: superfici di riattivazione Le correnti tidali simmetriche producono la stratificazione a lisca di pesce. Quando le correnti di flusso e riflusso (flood, ebb) hanno intensità diverse, si formano delle superfici erosive (reactivation surfaces) tra pacchetti di foreset.
  • 98. Correnti di marea nello stretto di Cook La corrente di flusso (flood) e di riflusso (ebb) possono avere direzioni diverse. Questo può produrre ripples da interferenza. Flusso e riflusso con direzione diversa: ripples da interferenza
  • 99. Flusso e riflusso con direzione diversa: ripples da interferenza
  • 100. Tane ‘rinforzate’ A causa dei processi trattivi, nelle piane di marea i substrati sono ‘mobili’ (i singoli grani si muovano uno rispetto all’altro). Per fronteggiare queste condizioni, gli organismi costruiscono tane con rivestimenti rinforzati (ad es. Ophiomorpha).
  • 103. 3. Fluttuazioni periodiche nell’idrodinamismo Gli ambienti tidali sono caratterizzati da fluttuazioni periodiche di energia idrodinamica.
  • 104. Fluttuazioni periodiche di energia idrodinamica Quando la direzione delle correnti tidali si inverte, non c’è flusso (slack water).
  • 105. Fluttuazioni periodiche di energia idrodinamica: mud drapes I mud drapes rappresentano le fasi di slack water nel ciclo tidale.
  • 106. Fluttuazioni periodiche di energia idrodinamica: flaser e lenticular bedding Durante la fase di slack water c’è decantazione (e deposizione di sedimenti fini), quando c’è corrente c’è trazione.
  • 107. Fluttuazioni periodiche di energia idrodinamica: flaser e lenticular bedding
  • 109. 4. Ciclicità tidale mensile I processi tidali presentano una ciclicità non solo giornaliera, ma anche mensile. La ciclicità mensile è dovuta al sommarsi degli effetti tidali di Luna e Sole.
  • 110. 4. Ciclicità tidale mensile I processi tidali presentano una ciclicità non solo giornaliera, ma anche mensile. Le maree sizigie (spring tides) sono più ampie e si verificano quando Sole, Luna e Terra sono allineate. Durante le maree di quadratura (neap tide) gli effetti gravitazionali di Sole e Luna si annullano in parte.
  • 111. Williams e Gostin (2019) Livelli scuri: pelite; Livelli chiari: siltite e arenaria A B C D E F G H I
  • 112. Williams e Gostin (2019) Livelli scuri: pelite; Livelli chiari: siltite e arenaria
  • 113. Williams e Gostin (2019) Ritmiti tidali
  • 114. Eriksson e Simpson (2000) Il mese archeano aveva 20 giorni… Quanti giorni c’erano nell’Archeano?
  • 115. capitolo III Subambienti tidali SOMMARIO 1. Zonazione delle piane di marea 2. Sopratidale 3. Intertidale 4. Subtidale
  • 116. 1. La zonazione tidale Si distinguono tre zone: 1) sopratidale: zona normalmente emersa; 2) Intertidale: zona alternativamente emersa e sommersa; 3) Subtidale: sona sempre sommersa
  • 117. 2. Sopratidale La zona sopratidale è sempre emersa. Per questo motivo, in ambienti aridi, viene evitata da quegli organismi che resistono poco al disseccamento (ad es., policheti).
  • 118. 2. Sopratidale I depositi sopratidali sono caratterizzati da: 1. Peliti 2. Rizoliti 3. Strutture prodotte da tappeti microbialitici (MISS, stromatoliti) 4. Riempimenti di canali di marea (con eventuali fossili)
  • 119. Salt marsh Le paludi salate (salt marshes) si sviluppano sia nel sopratidale (palude alta) che nell’intertidale (palude bassa). Sono tipicamente fangose e coperte da vegetazione.
  • 120. Soft, supratidal-flat mud showing a mud-cracked surface. Plants are red mangroves. Northern Caicos Islands. Ambiente deposizionale carbonatico: https://www.beg.utexas.edu/lmod/_IOL-CM02/cm02-step02.htm Mangrovie e fango (carbonatico) nel sopratidale di Caicos
  • 121. Knaust Vegetazione e rizoliti nel sopratidale Il sopratidale, se in ambiente umido, è frequentemente caraterizzato da rizoliti
  • 123. Le paludi salmastre sono spesso intersecate da canali tidali. Canali tidali
  • 124. Le paludi salmastre sono spesso intersecate da canali tidali.
  • 126. La palude salata di Tavira è solcata da canali tidali. Isola di Tavira, Portogallo; Baucon (2021) L’Isola di Tavira è un sistema di isola-barriera con una laguna retrostante. Ha un’ampia palude salata inter-sopratidale ed una vasta piana di marea.
  • 127. La palude salata di Tavira è solcata da canali tidali. Isola di Tavira, Portogallo; Baucon (2021)
  • 128. Isola di Tavira, Portogallo; Baucon (2021)
  • 129. Isola di Tavira, Portogallo; Baucon (2021) La palude salata è dominata da tane di granchio (Psilonichnus) e rizoliti.
  • 130. Tidal channel cutting through supratidal-flat mud. The bottom of the channel is floored by mollusk and algal grains and sometimes by rare corals in the more open- marine sections of the channel. Plants are red mangroves. Northern Caicos Islands. Ambiente deposizionale carbonatico: https://www.beg.utexas.edu/lmod/_IOL-CM02/cm02-step02.htm Canale tidale in ambiente deposizionale carbonatico
  • 131. Diedrich (2011) Fossili nei depositi di canale
  • 132. Diedrich (2011) Fossili nei depositi di canale
  • 133. Carbonifero (Brasile); Moutinho et al. (2016) Fossili marini nel sopratidale Fossili di organismi marini possono trovarsi in depositi sopratidali a causa di fenomeni di trasporto (maree eccezionali, tempeste, ecc.)
  • 134. Carbonifero (Brasile); Moutinho et al. (2016) Fossili marini nel sopratidale
  • 135. Tappeti microbialitici nel sopratidale Caicos; Curiale et al. (2008) Tappeti microbialitici possono colonizzare vaste superfici dell’intertidale (fino ad arrivare al subtidale)
  • 136. Tappeti microbialitici nel sopratidale Caicos; Curiale et al. (2008)
  • 137. Puscular algal mat (cyanobacteria) forming on the supratidal flat. West Caicos Island. Ambiente deposizionale carbonatico: https://www.beg.utexas.edu/lmod/_IOL-CM02/cm02-step02.htm
  • 138. 3. Intertidale La zona intertidale è alternativamente emersa e sommersa. È caratterizzata da: 1. Fanghi nella regione superiore dell’intertidale, sabbia nella regione inferiore; 2. ‘Inversione’ delle icnofacies: icnofacies Cruziana verso riva, icnofacies Skolithos verso mare 3. Impronte di vertebrati 4. Strutture prodotte da tappeti microbialitici (MISS, stromatoliti) 5. Strutture sedimentarie prodotte dal disseccamento e dalle correnti tidali
  • 139. Baucon e Felletti (2013) Variabilità biologica e fisico-chimica nella zona intertidale
  • 140. Baucon e Felletti (2013)
  • 141. Baucon e Felletti (2013)
  • 142. Fosfati (PO4) e potenziale di ossidoriduzione (RP) dell’acqua interstiziale PO4 ~ 0.1 mg/l PO4 ~0.01 mg/l PO4 ~0.01 mg/l RP < 0 mV RP > 0 mV RP < 0 mV 0 + 500 - 500 0.1 0
  • 143.
  • 144. Tappeti microbialitici Sabbia a ripples Icnofacies Skolithos Fanghi Icnofacies Cruziana
  • 145. Grado, attuale; Baucon e Felletti (2013) Variabilità biologica e fisico-chimica nella zona intertidale L’intertidale superiore (verso riva) è emerso per più tempo dell’intertidale inferiore. Conseguentemente, l’intertidale superiore è sottoposto a maggiore stress da disseccamento. Inoltre, i sospensivori hanno meno tempo per nutrirsi rispetto all’intertidale inferiore.
  • 146. Inversione di ichnofacies La regione intertidale ha una notevole eterogeneità. Procedendo verso il mare, si assiste ad un aumento di granulometria nella zona intertidale. Si distingue quindi: 1) Un mud flat fangoso; 2) Un mixed flat con sabbia e fango; 3) Un sand flat sabbioso Desjardins et al. (2012)
  • 147. Nelle coste dominate dalle onde, avviene esattamente il contrario: la granulometria diminuisce verso il largo, riflettendo una progressiva diminuzione di energia verso il largo. Spiagge dominate da onda (NON da maree)
  • 148. Nelle spiagge dominate da onda, andando da riva verso mare, si incontra prima l’icnofacies Skolithos e poi l’icnofacies Cruziana. Avviene esattamente il contrario nelle piane di marea! Spiagge dominate da onda (NON da maree) mare aperto Spiaggia dominata da onda Piana di marea
  • 149. Inversione di ichnofacies Nelle piane di marea, la diminuzione di energia (e di granulometria) va da mare verso terra. La zona più protetta è il mud flat, la zona più esposta è il sand flat. Desjardins et al. (2012)
  • 150. Desjardins et al. (2012) Mudflat
  • 151. Desjardins et al. (2012) Mixed flat
  • 152. Desjardins et al. (2012) Sand flat
  • 153. Mángano e Buatois (2015) Sand flat
  • 154. mainland Ichnological Map Ambiente 50 m Distribuzione di Arenicolites Arenicolites / Unità (0.25m2) Tane Isola-barriera Piana di marea fangosa Piana di marea sabbiosa Backshore Baucon e Felletti (2013)
  • 155. MISS (microbially-induced sedimentary structures) La zona intertidale è spesso stabilizzata da tappeti microbialitici che possono formare le cosidette MISS (microbially-induced sedimentary structures)
  • 156. Bose e Chafetz (2009) Le MISS sono strutture sedimentarie prodotte dall’interazione di microorganismi con il sedimento (e gli agenti erosivi, deposizionali e di trasporto)
  • 157. Bose e Chafetz (2009) MISS: erosional pockets/ripple patches attuali
  • 158. Mángano e Buatois (2015) MISS: erosional pockets/ripple patches fossili
  • 160. Stromatolite heads with rippled sand between heads in the intertidal zone of Shark Bay, Western Australia. Ambiente deposizionale carbonatico: https://www.beg.utexas.edu/lmod/_IOL-CM02/cm02-step02.htm MISS e stromatoliti condividono il processo di origine (tappeti microbialitici). Tuttavia, i MISS sono strutture ‘2D’, le stromatoliti sono strutture ‘3D’
  • 161. 4. Subtidale Santos et al. (2015)
  • 162. Fonti
  • 164. Fonti
  • 165. Fonti