sintesi movimento sofistico, contesto storico, democrazia, posizione di Gorgia e Protagora, la retorica, la persuasione, le principali problematiche. Presentazione per studenti di terza liceo
sintesi movimento sofistico, contesto storico, democrazia, posizione di Gorgia e Protagora, la retorica, la persuasione, le principali problematiche. Presentazione per studenti di terza liceo
1) El documento describe la mitología griega relacionada con Zeus/Júpiter, el rey de los dioses, incluyendo su nacimiento, sus luchas para alcanzar el poder sobre los Titanes y Gigantes, su iconografía y sus numerosos amores con mortales.
2) Zeus tuvo muchos hijos semi-divinos producto de sus relaciones con mujeres mortales como Alcmena, Antíope, Calisto, Dánae, Europa, Leda, Ío y Sémele.
3) El documento proporciona detalles sobre
Liceo scientifico “G. Vailati”
A.S. 2010 – 2011
Classe III A
Lavoro realizzato da S. Borelli, G. Laglia, S.
Tuzzi, nell’ambito di un’attività di
webquest coordinata dal Prof. P.
Volpones
A.S. 2010 - 2011
Liceo Scientifico “ Giovanni Vailati”
Lavoro realizzato da : Maria Grazia Raiola, Giulia Veltro, Veronica Giovannangeli nell’ambito di attività di gruppo della III A coordinate dal Prof. Pietro Volpones
Tratto dal Libro: R. Villano “La cruna dell’ago: meridiani farmaceutici tra etica laica e morale cattolica”; vincitore LXV edizione Premio nazionale Stramezzi dell’A.S.A.S.-Mi.B.A.C., conferito in quanto contributo per assunzione di “consapevolezza di elevata cultura di vita per portare avanti con coraggio una professione tesa ai più alti valori umani e cristiani” (Roma 2007); patrocinato da: Accademia Storia Arte Sanitaria e Chiron Foundation. Dalla presentazione: “L’opera viene a riempire un vuoto nella trattazione italiana in un campo sempre più seguito e, senza dubbio, di grandi prospettive. L’Autore, già foriero di contributi originali, fornisce ora in questo suo volume agli studiosi di scienze farmaceutiche e farmacologia una serie di preziose informazioni e riflessioni. È, perciò, altamente meritoria quest’opera di sviscerare per un folto stuolo di lettori e studiosi della materia i diversi problemi del farmaco e, nello stesso tempo, evidenziare le difficoltà della promozione scientifica per un pubblico già maturo e temprato dalla situazione particolarmente grave, specie per quanto riguarda gli aspetti terapeutici. Questo tema è inquadrato nella giusta fisionomia ed è pieno di prospettive. I capitoli del libro sono pieni di filosofia e la notevole cultura ed umanità dell’Autore emergono qua e là con citazioni classiche mentre la Sua profonda conoscenza dell’argomento gli permette di passare con la stessa proprietà di linguaggio dalla etiopatogenesi alla sociologia. L’auspicio dello Scienziato Tarro è che quest’ottimo libro non solo rechi ausilio all’analisi ed allo studio della farmacogenesi ma favorisca anche la sensibilizzazione dell’opinione pubblica, troppo spesso ignara e indifesa di fronte ai problemi della salute. Il Presidente dei Farmacisti italiani Leopardi, dal canto suo, attraversando metaforicamente l’opera, vi trova riflessioni, considerazioni e materiali che illuminano di senso e prospettive altre e alte la professione farmaceutica. Che, una volta di più, è riconoscente all’Autore per il Suo sforzo continuo e concreto finalizzato ad accrescerne contenuti e profondità, in una visione che - correttamente - si preoccupa di andare ben oltre quegli aspetti commerciali purtroppo più immediatamente e banalmente percepibili”. Secondo S.E.R. Card. Cardinale Fiorenzo ANGELINI, Presidente Emerito della Pontificia Pastorale degli Operatori Sanitari della Santa Sede “(…) nell’opera l’autore dà prova di voler portare avanti con coraggio l’azione cristiana o di sostanziale apostolato laico. Si apprezza nel libro una visione della humanitas che, mentre è sensibile alle istanze di una società in continua e vorticosa trasformazione, sa fare nel contempo tesoro del patrimonio ereditato dal passato. (…)”. Ed. Effegibi, pag. 365, lug 2007; 2^ ediz. Chiron ISBN 978-88-904235-09, LCC BJ 1725, CDD 177 VIL cru 2008, pp. 393, set2008; 3^ ediz. con presentazione del MD, PhD Giulio Tarro (Chiron, Ed. MBE, ISBN, pp. 398, giu 2009
AMBIENTARE I MITI
Luoghi di questo e dell’altro mondo.
I miti greci sono ambientati in un mondo non dissimile dal nostro, ma le storie narrate a volte
si svolgono in luoghi strani e veramente magici
La comunicazione e i suoi supporti: dalla pietra alla carta. Realizzazione degli alunni della classe IA del liceo scientifico di Broni, a.s. 2007/2008.
2. PROMETEO
• Prometeo trasse in inganno il dio
Zeus; portò agli Dei un bue di
notevole mole che divise in modo
disuguale: diede agli uomini la parte
migliore e a Zeus la parte formata da
ossa bianche ricoperte di grasso.
• Dopo che Zeus tolse il fuoco agli
uomini, Prometeo riuscì a rubarlo e a
portarlo al popolo.
3. Il nome Prometeo deriva dal greco
antico, Promethéus, “colui che
riflette prima “; egli è una figura
della mitologia greca, figlio di
Giapeto e di Climene.
A questo eroe amico del genere
umano sono legati alcuni
antichissimi miti che ebbero fortuna
e diffusione in Grecia. Egli è anche
cugino di Zeus, essendo anche
quest’ultimo figlio di un titano, Crono.
4. Prometeo nel tempo
Nel corso del tempo la figura di
Prometeo è cambiata, la figura
iniziale di un dio sapiente è
mutata in quella di un eroe
ribelle, simbolo della scienza e
del progresso.
Nel Medioevo venne interpretato come un
eroe negativo e nell’età moderna paragonato a
Lucifero che si ribella all’autorità divina.
Ricordiamo che Prometeo nell’antichità fu
molto venerato, a lui vennero dedicate feste
pubbliche, durante le quali venivano accese
delle fiaccole per celebrare il più grande dono
che Prometeo aveva fatto all’umanità: IL
FUOCO.
5. • Zeus, pur essendo un uomo saggio,
cadde nel tranello di Prometeo, ed
essendo molto vendicativo, riservò a
lui una punizione esemplare: lo
incatenò ad una roccia sulle montagne
del Caucaso, e dispose che ogni giorno
l’Aquila divorasse il fegato di
Prometeo. In quanto Titano,
Prometeo era immortale: non poteva
morire. Ogni notte il suo fegato
ricresceva, così che l’Aquila potesse
tornare a divorarlo il giorno appresso.
6. Zeus, che i romani identificarono con il loro Giove, grazie alla
madre Rhea, scampò al padre Cronos che aveva deciso di
inghiottire tutti i suoi figli per paura che uno di questi lo
potesse detronizzare. Quando la madre si accorse di essere
di nuovo incinta, discese dal Cielo e si nascose in una
caverna, Ida, nell'isola di Creta. Qui diede alla luce Zeus, che
affidò alle cure delle ninfe.
Zeus era il più eccelso dio, il re del Cielo e signore del
Mondo;
tuttavia aveva la supremazia assoluta su tutte le altre
divinità, che infatti lo veneravano e temevano e, quando
voleva, poteva interferire sui domini che aveva dato ai
suoi due fratelli.
Dimorando sulla vetta dell'Olimpo, al di sopra delle nubi,
il cielo era la sua vera sede.
Gli attributi di Zeus erano l'aquila, lo scettro e la folgore.
Veniva raffigurato assiso sul un trono, col viso maestoso e
sereno, con una chioma folta e riccia come la criniera di un
leone, il viso era coperto da una barba piena; alta e spaziosa
la fronte, labbra sottili, occhi infossati, grandi, espressivi e
buoni
In onore di Zeus si celebravano i Giochi Olimpici,
nella città di Olimpia, che ricorrevano ogni quattro
anni.
7. • All’origine del mito c’è
probabilmente un antichissimo dio
del fuoco.
Ad Atene esisteva un altare dove
bruciava un fuoco sacro a Prometeo.
• Ogni popolo antico aveva il suo dio
del fuoco, simbolo di prosperità e di
vita.
• Per questo motivo si cercava di
custodirlo il più a lungo possibile
come facevano le sacerdotesse
Vestali a Roma, che conservavano il
fuoco perenne.
8. GIAPETO
• Giapeto è uno dei Titani della
mitologia greca, figlio, come tutti i
titani, di Urano e Gea, essi
tentarono di conquistare l’Olimpo
ma furono sconfitti da Zeus.
• Giapeto appartiene, con la moglie
Climene alla prima generazione
degli dei ed è uno dei fratelli
maggiori di Crono.
• Anche Giapeto, come tutti i titani,
fu fatto precipitare nel Tartaro da
Zeus.
9. CLIMENE
• Climene è una delle cinquanta
Oceanine, figlia di Oceano e di Teti,
dal matrimonio con Giapeto generò
quattro figli: Prometeo, Epimeteo,
Atlante e Menezio.
• Secondo altri autori la moglie di
Giapeto e la madre dei quattro titani
non fu Climene ma un’altra Oceanina,
Asia.
• E in un’altra versione Climene non era
la madre di Prometo, bensì suo
moglie.
10. I FRATELLI DI PROMETEO
• Atlante e Menezio si unirono a Crono
e ad altri titano per combattere gli
dei, poi però Zeus uccise Menezio
con un fulmine e condannò Atlante a
portare il Cielo sulle spalle per
sempre.
• Prometeo si schierò dalla parte di
Zeus e come premio aveva ricevuto di
poter accedere liberamente
all’Olimpo.
• Zeus gli diede l’incarico di creare
l’uomo che modellò dal fango e che
animò con il fuoco divino.