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Mussolini,
il dittatore
Mussolini nasce a Predappio nel
1883. Costretto ad emigrare in
Svizzera entra in contatto con il
movimento socialista svizzero,
nel quale si fa notare subito
come giornalista. Rientrato in
Italia, a seguito di un'amnistia
(era infatti renitente alla leva),
Mussolini diviene rapidamente
uno dei migliori agitatori politici
socialisti ed in seguito assume
ruoli via via più significativi
all'interno del partito.
Allo scoppio della Prima guerra mondiale Mussolini,
interpretando     con    forza    la     linea  non    interventista
dell'Internazionale socialista, è convinto che la guerra vada
contro gli interessi dei proletari italiani e a favore di quelli dei
capitalisti.
Nei primi mesi del conflitto,
l'ambiguità sostanziale del
partito socialista, tra una
posizione antibellicista e
l'idea che la guerra possa
rappresentare il solo mezzo
per rinnovare la lotta politica
e sconvolgere gli equilibri
consolidati nel Paese sino a
favorire una decisa rottura
rivoluzionaria,         convince
progressivamente Mussolini
ad assumere posizioni
sempre       più      favorevoli
all'ingresso     dell'Italia nel
conflitto mondiale.
Le nuove posizioni portano
all'allontanamento dall'Avanti
e all'espulsione di Mussolini
dal partito socialista.
Mussolini dalle colonne del Popolo
d'Italia, giornale che fonda in questa
fase di rottura con il partito socialista,
assume una posizione decisamente
interventista       attaccando    quanti
vogliono tenere l'Italia fuori dal
conflitto. Arruolato, viene ferito nel
corso di un'esercitazione, per cui,
congedato, riprende la direzione del
suo giornale. La disfatta di Caporetto
suggerisce a Mussolini di tenere un
profilo basso per evitare, in caso di
sconfitta      italina,    di   bruciarsi
politicamente.
Il 23 Marzo 1919 in Piazza San Sepolcro a Milano, Mussolini fonda i
Fasci italiani di combattimento, il primo nucleo del futuro Partito
Nazionale Fascista. Tra i primi aderenti Marinetti e i futuristi che
diventano       la componente principale del Fascio milanese.
Dall'esperienza dei Corpi franchi tedeschi, Mussolini prende lo spunto
per creare squadre di uomini armati nella convinzione che fossero
indispensabili per intimidire le opposizione.
Il 15 aprile 1919 fascisti attaccano la sede dell'Avanti devastandola.
Mussolini si tiene prudentemente in disparte, ma difende il fatto
compiuto. Procede quindi ad organizzare un vero e proprio esercito di
squadre paramilitari.
A partire da questo momento si assiste ad un'escalation di violenze
ed alla crescita smisurata degli aderenti al movimento fascista, cui
fa da contraltare da un lato la sempre più evidente crisi dello stato
liberale e dall'altro l'incapacità della sinistra di costituire
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L'uscita dal partito socialista della frazione comunista nel 1921
aggrava ulteriormente la situazione di divisione fra le forze politiche
italiane a tutto vantaggio del fascismo, che proprio nel '21 si
costituisce in partito.
Con la marcia su Roma, opera di gruppi di camicie nere provenienti da
diverse zone d'Italia e guidate dai "quadrumviri" (Italo Balbo, Michele
Bianchi, Cesare Maria De Vecchi ed Emilio De Bono), si conclude la
cosiddetta “rivoluzione fascista” ed il movimento mussoliniano prende il
potere. Mussolini viene incaricato di formare il nuovo governo ed
assume il potere.
Il 16 Novembre 1922 Mussolini si presenta alla Camera, dove ottiene la
fiducia e tiene il suo primo discorso come presidente del consiglio (il
famoso "discorso del bivacco"), nel quale dichiara:
« Signori!  Quello  che  io  compio  oggi,  in  quest'aula,  è  un  atto  di  formale  deferenza 
verso di voi e per il quale non vi chiedo nessun attestato di speciale riconoscenza. Da 
molti anni, anzi, da troppi anni, le crisi di governo erano poste e risolte dalla camera 
attraverso  più  o  meno  tortuose  manovre  ed  agguati,  tanto  che  una  crisi  veniva 
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diligenza  postale.  Ora  è  accaduto  per  la  seconda  volta  nel  breve  volgere  di  un 
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si è dato un governo al di fuori, al di sopra e contro ogni designazione del parlamento. 
Il  decennio  di  cui  vi  parlo  sta  fra  il  maggio  del  1915  e  l'ottobre  del  1922.  Lascio  ai 
melanconici  zelatori  del  supercostituzionalismo  il  compito  di  dissertare  più  o  meno 
lamentosamente su ciò. Io affermo che la rivoluzione ha i suoi diritti. Aggiungo, perchè 
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potevo stravincere. Mi sono imposto dei limiti. Mi sono detto che la migliore saggezza 
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tutti  coloro  che  hanno  diffamato  e  tentato  di  infangare  il  Fascismo.  Potevo  fare  di 
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posizione, per questo, oltre ad
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violenza, tesa a garantire il successo fascista, Mussolini punta a
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I fascisti vincono nettamente le elezioni, ma l'intervento di
Matteotti alla Camera che ne chiede l'annullamento per le
violenze e i brogli provoca il rapimento e l'uccisione dell'esponente
socialista. Questo avvenimento rappresenta per Mussolini il
massimo momento di crisi nella prima fase del suo personale
potere, non tanto per le opposizioni politiche, letteralmente
suicidatesi con la scelta aventiniana, quanto per l'atteggiamento
ribellista di molti esponenti dello squadrismo della prima ora.
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cosa questa che determina
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liberale mantenuta nella prima
fase.
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In questa nuova fase, Mussolini mira al consolidamento del suo
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corporazioni e dando vita a tutto un insieme di organismi che
dovrebbero garantirgli il consenso popolare.
In politica estera mantiene rapporti positivi con le principali
potenze europee e con la firma dei Patti Lateranensi ottiene un
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Con l'aggressione all'Etiopia, Mussolini inizia quel processo di
avvicinamento alla Germania che lo porta in rotta di collisione con
Francia e Gran Bretagna che pure, soprattutto quest'ultima, non
avevano sino ad allora espresso atteggiamenti decisamente ostili nei
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deciso sostegno militare che i due stati accordano al franchismo nel
corso della guerra civile spagnola.
Con la Conferenza di Monaco del
1938, Mussolini ottiene il suo
ultimo successo politico,
riuscendo ad evitare lo scoppio di
un conflitto tra Germania, Francia
e GranBretagna. A partire da
questo momento, tuttavia,
Mussolini inizia la sua parabola
discendente trasformandosi in un
vero e proprio satellite politico di
Adolf Hitler e del nazismo
tedesco.
Oltre alla sciagurata decisione
di accorrere in soccorso del 
vincitore quando sembra che
le armate naziste, dopo i primi
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mondiale, siano in grado di
concludere vittoriose il
conflitto, è possibile citare altri
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sudditanza mussoliniana ad
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dubbio tra i più gravi, è la
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alla Germania nella
persecuzione agli ebrei.
Il fallimento dell'opzione militare,
nonché l'invasione della penisola,
porta nel 1943 alla deposizione ed
all'arresto di Mussolini, che,
liberato dai paracadutisti tedeschi,
viene messo a capo di uno stato
fantoccio della Germania: la
Repubblica di Salò.
Il periodo che va dal 1943 al 1945
vede Mussolini sempre più isolato
e sempre più ostaggio di Hitler.
Catturato da una formazione
partigiana, mentre tenta di riparare
in Svizzera a guerra pressoché
conclusa, Mussolini viene
giustiziato e il suo corpo, con una
scelta discutibile e macabra, viene
esposto e lasciato in balia della
folla a Milano in Piazzale Loreto.
film di riferimento:
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La narrazione del film parte alcuni giorni prima della morte di Benito Mussolini, avvenuta il 28
aprile del 1945. In una Repubblica di Salò ormai in disfacimento, vengono rappresentati i
pensieri, gli stati d'animo del duce in viaggio verso la morte: numerosi i flashback, in cui il
dittatore italiano ricorda la sua gloria passata e il popolo osannante.
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del CLN Alta Italia che gli viene offerta dal cardinale Schuster e decide di fuggire verso la
Svizzera perché gli anglo-americani sono già penetrati nel Nord Italia. Decide di seguirlo
l'amante Claretta Petacci e i gerarchi che vogliono salvarsi la pelle. Durante il tragitto, però,
incontreranno dei partigiani che lasceranno fuggire la colonna tedesca che scorta Mussolini
solo se consegneranno i gerarchi fascisti, cosa che viene fatta.
Il duce si travestirà da soldato e si mescolerà ai tedeschi ma verrà riconosciuto in un altro
blocco partigiano nel paesino di Dongo sul lago di Como. Arrestato, verrà trasportato in varie
ed improvvisate prigioni tra cui un casolare contadino. Alla fine verrà portato a Giulino di
Mezzegra e lì fucilato; insieme lui verrà pure giustiziata Claretta Petacci.

tratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Mussolini_ultimo_atto
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                                    a cura del Prof. Pietro Volpones
                                                  2009




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XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
 

Mussolini Il Dittatore

  • 2. Mussolini nasce a Predappio nel 1883. Costretto ad emigrare in Svizzera entra in contatto con il movimento socialista svizzero, nel quale si fa notare subito come giornalista. Rientrato in Italia, a seguito di un'amnistia (era infatti renitente alla leva), Mussolini diviene rapidamente uno dei migliori agitatori politici socialisti ed in seguito assume ruoli via via più significativi all'interno del partito.
  • 3. Allo scoppio della Prima guerra mondiale Mussolini, interpretando con forza la linea non interventista dell'Internazionale socialista, è convinto che la guerra vada contro gli interessi dei proletari italiani e a favore di quelli dei capitalisti.
  • 4. Nei primi mesi del conflitto, l'ambiguità sostanziale del partito socialista, tra una posizione antibellicista e l'idea che la guerra possa rappresentare il solo mezzo per rinnovare la lotta politica e sconvolgere gli equilibri consolidati nel Paese sino a favorire una decisa rottura rivoluzionaria, convince progressivamente Mussolini ad assumere posizioni sempre più favorevoli all'ingresso dell'Italia nel conflitto mondiale. Le nuove posizioni portano all'allontanamento dall'Avanti e all'espulsione di Mussolini dal partito socialista.
  • 5. Mussolini dalle colonne del Popolo d'Italia, giornale che fonda in questa fase di rottura con il partito socialista, assume una posizione decisamente interventista attaccando quanti vogliono tenere l'Italia fuori dal conflitto. Arruolato, viene ferito nel corso di un'esercitazione, per cui, congedato, riprende la direzione del suo giornale. La disfatta di Caporetto suggerisce a Mussolini di tenere un profilo basso per evitare, in caso di sconfitta italina, di bruciarsi politicamente.
  • 6. Il 23 Marzo 1919 in Piazza San Sepolcro a Milano, Mussolini fonda i Fasci italiani di combattimento, il primo nucleo del futuro Partito Nazionale Fascista. Tra i primi aderenti Marinetti e i futuristi che diventano la componente principale del Fascio milanese. Dall'esperienza dei Corpi franchi tedeschi, Mussolini prende lo spunto per creare squadre di uomini armati nella convinzione che fossero indispensabili per intimidire le opposizione. Il 15 aprile 1919 fascisti attaccano la sede dell'Avanti devastandola. Mussolini si tiene prudentemente in disparte, ma difende il fatto compiuto. Procede quindi ad organizzare un vero e proprio esercito di squadre paramilitari.
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  • 8. A partire da questo momento si assiste ad un'escalation di violenze ed alla crescita smisurata degli aderenti al movimento fascista, cui fa da contraltare da un lato la sempre più evidente crisi dello stato liberale e dall'altro l'incapacità della sinistra di costituire un'alternativa credibile, tanto che si assiste alla conclusione del biennio rosso in termini di puro e semplice accordo salariale: una vittoria nell'immediato, una sconfitta politica nel medio periodo. L'uscita dal partito socialista della frazione comunista nel 1921 aggrava ulteriormente la situazione di divisione fra le forze politiche italiane a tutto vantaggio del fascismo, che proprio nel '21 si costituisce in partito.
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  • 10. Con la marcia su Roma, opera di gruppi di camicie nere provenienti da diverse zone d'Italia e guidate dai "quadrumviri" (Italo Balbo, Michele Bianchi, Cesare Maria De Vecchi ed Emilio De Bono), si conclude la cosiddetta “rivoluzione fascista” ed il movimento mussoliniano prende il potere. Mussolini viene incaricato di formare il nuovo governo ed assume il potere.
  • 11. Il 16 Novembre 1922 Mussolini si presenta alla Camera, dove ottiene la fiducia e tiene il suo primo discorso come presidente del consiglio (il famoso "discorso del bivacco"), nel quale dichiara: « Signori!  Quello  che  io  compio  oggi,  in  quest'aula,  è  un  atto  di  formale  deferenza  verso di voi e per il quale non vi chiedo nessun attestato di speciale riconoscenza. Da  molti anni, anzi, da troppi anni, le crisi di governo erano poste e risolte dalla camera  attraverso  più  o  meno  tortuose  manovre  ed  agguati,  tanto  che  una  crisi  veniva  regolarmente  qualificata  un  assalto  ed  il  ministero  rappresentato  da  una  traballante  diligenza  postale.  Ora  è  accaduto  per  la  seconda  volta  nel  breve  volgere  di  un  decennio che il popolo italiano - nella sua parte migliore- ha scavalcato un ministero e  si è dato un governo al di fuori, al di sopra e contro ogni designazione del parlamento.  Il  decennio  di  cui  vi  parlo  sta  fra  il  maggio  del  1915  e  l'ottobre  del  1922.  Lascio  ai  melanconici  zelatori  del  supercostituzionalismo  il  compito  di  dissertare  più  o  meno  lamentosamente su ciò. Io affermo che la rivoluzione ha i suoi diritti. Aggiungo, perchè  ognuno  lo  sappia,  che  io  sono  qui  per  difendere  e  potenziare  al  massimo  grado  la  rivoluzione  delle  "camicie  nere",  inserendola  intimamente  come  forza  di  sviluppo,  di  progresso  e  di  equilibrio  nella  storia  della  nazione.  Mi  sono  rifiutato  di  stravincere  e  potevo stravincere. Mi sono imposto dei limiti. Mi sono detto che la migliore saggezza  è quella che non ti abbandona dopo la vittoria. Con trecentomila giovani armati di tutto  punto, decisi a tutto e quasi misticamente pronti ad un mio ordine, io potevo castigare  tutti  coloro  che  hanno  diffamato  e  tentato  di  infangare  il  Fascismo.  Potevo  fare  di  quest'aula  sorda  e  grigia  un  bivacco  di  manipoli:  potevo  sprangare  il  Parlamento  e  costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo  primo tempo, voluto. »
  • 12. La presa del potere impone a Mussolini di consolidare la sua posizione, per questo, oltre ad assumere atteggiamenti intransigenti in politica estera nei confronti di Grecia e Jugoslavia, inizia un lento processo di normalizzazione delle formazioni paramilitari, che gli hanno consentito di andare al governo e, più in generale, dell'ala maggiormente movimentista del fascismo.
  • 13. Con le elezioni del 1924, svoltesi in un clima di sostanziale violenza, tesa a garantire il successo fascista, Mussolini punta a legittimare sul piano istituzionale la sua salita al potere. I fascisti vincono nettamente le elezioni, ma l'intervento di Matteotti alla Camera che ne chiede l'annullamento per le violenze e i brogli provoca il rapimento e l'uccisione dell'esponente socialista. Questo avvenimento rappresenta per Mussolini il massimo momento di crisi nella prima fase del suo personale potere, non tanto per le opposizioni politiche, letteralmente suicidatesi con la scelta aventiniana, quanto per l'atteggiamento ribellista di molti esponenti dello squadrismo della prima ora.
  • 14. Mussolini riesce a superare questa crisi, avviandosi all'assunzione dei pieni poteri, cosa questa che determina l'abbandono della forma-stato liberale mantenuta nella prima fase. A partire da questo momento, il fascismo si avvia ad assumere il suo volto totalitario, secondo alcuni, semplicemente autoritario secondo altri, realizzando una serie di interventi normativi che culminano con le cosiddette leggi  fascistissime e determinano quel processo che è stato definito fascistizzazione dello stato
  • 15. In questa nuova fase, Mussolini mira al consolidamento del suo potere, trasformando progressivamente la politica economica da liberista a protezionista e centralista, creando il sistema delle corporazioni e dando vita a tutto un insieme di organismi che dovrebbero garantirgli il consenso popolare. In politica estera mantiene rapporti positivi con le principali potenze europee e con la firma dei Patti Lateranensi ottiene un indubbio e prestigioso risultato, incassando il sostanziale assenso della Chiesa.
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  • 17. Con l'aggressione all'Etiopia, Mussolini inizia quel processo di avvicinamento alla Germania che lo porta in rotta di collisione con Francia e Gran Bretagna che pure, soprattutto quest'ultima, non avevano sino ad allora espresso atteggiamenti decisamente ostili nei confronti dell'Italia. L'avvicinamento tra Italia e Germania si trasforma rapidamente in alleanza e in una sempre più stretta collaborazione, culminata nel deciso sostegno militare che i due stati accordano al franchismo nel corso della guerra civile spagnola.
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  • 19. Con la Conferenza di Monaco del 1938, Mussolini ottiene il suo ultimo successo politico, riuscendo ad evitare lo scoppio di un conflitto tra Germania, Francia e GranBretagna. A partire da questo momento, tuttavia, Mussolini inizia la sua parabola discendente trasformandosi in un vero e proprio satellite politico di Adolf Hitler e del nazismo tedesco.
  • 20. Oltre alla sciagurata decisione di accorrere in soccorso del  vincitore quando sembra che le armate naziste, dopo i primi mesi della seconda guerra mondiale, siano in grado di concludere vittoriose il conflitto, è possibile citare altri esempi della sostanziale sudditanza mussoliniana ad Hitler: il più noto, e senza dubbio tra i più gravi, è la promulgazione di leggi razziali con le quali l'Italia si allinea alla Germania nella persecuzione agli ebrei.
  • 21. Il fallimento dell'opzione militare, nonché l'invasione della penisola, porta nel 1943 alla deposizione ed all'arresto di Mussolini, che, liberato dai paracadutisti tedeschi, viene messo a capo di uno stato fantoccio della Germania: la Repubblica di Salò. Il periodo che va dal 1943 al 1945 vede Mussolini sempre più isolato e sempre più ostaggio di Hitler. Catturato da una formazione partigiana, mentre tenta di riparare in Svizzera a guerra pressoché conclusa, Mussolini viene giustiziato e il suo corpo, con una scelta discutibile e macabra, viene esposto e lasciato in balia della folla a Milano in Piazzale Loreto.
  • 22. film di riferimento: Mussolini ultimo atto di C. Lizzani 1974 La narrazione del film parte alcuni giorni prima della morte di Benito Mussolini, avvenuta il 28 aprile del 1945. In una Repubblica di Salò ormai in disfacimento, vengono rappresentati i pensieri, gli stati d'animo del duce in viaggio verso la morte: numerosi i flashback, in cui il dittatore italiano ricorda la sua gloria passata e il popolo osannante. Mussolini, che si trova a Milano sotto la protezione dei tedeschi, rifiuta la resa con i partigiani del CLN Alta Italia che gli viene offerta dal cardinale Schuster e decide di fuggire verso la Svizzera perché gli anglo-americani sono già penetrati nel Nord Italia. Decide di seguirlo l'amante Claretta Petacci e i gerarchi che vogliono salvarsi la pelle. Durante il tragitto, però, incontreranno dei partigiani che lasceranno fuggire la colonna tedesca che scorta Mussolini solo se consegneranno i gerarchi fascisti, cosa che viene fatta. Il duce si travestirà da soldato e si mescolerà ai tedeschi ma verrà riconosciuto in un altro blocco partigiano nel paesino di Dongo sul lago di Como. Arrestato, verrà trasportato in varie ed improvvisate prigioni tra cui un casolare contadino. Alla fine verrà portato a Giulino di Mezzegra e lì fucilato; insieme lui verrà pure giustiziata Claretta Petacci. tratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Mussolini_ultimo_atto
  • 23. realizzato nell'ambito del progetto Cinema e Storia Il secolo breve italiano a cura del Prof. Pietro Volpones 2009 Le slide e la conversione nel formato pdf sono state realizzate con OpenOffice 3.1