2. Mussolini nasce a Predappio nel
1883. Costretto ad emigrare in
Svizzera entra in contatto con il
movimento socialista svizzero,
nel quale si fa notare subito
come giornalista. Rientrato in
Italia, a seguito di un'amnistia
(era infatti renitente alla leva),
Mussolini diviene rapidamente
uno dei migliori agitatori politici
socialisti ed in seguito assume
ruoli via via più significativi
all'interno del partito.
3. Allo scoppio della Prima guerra mondiale Mussolini,
interpretando con forza la linea non interventista
dell'Internazionale socialista, è convinto che la guerra vada
contro gli interessi dei proletari italiani e a favore di quelli dei
capitalisti.
4. Nei primi mesi del conflitto,
l'ambiguità sostanziale del
partito socialista, tra una
posizione antibellicista e
l'idea che la guerra possa
rappresentare il solo mezzo
per rinnovare la lotta politica
e sconvolgere gli equilibri
consolidati nel Paese sino a
favorire una decisa rottura
rivoluzionaria, convince
progressivamente Mussolini
ad assumere posizioni
sempre più favorevoli
all'ingresso dell'Italia nel
conflitto mondiale.
Le nuove posizioni portano
all'allontanamento dall'Avanti
e all'espulsione di Mussolini
dal partito socialista.
5. Mussolini dalle colonne del Popolo
d'Italia, giornale che fonda in questa
fase di rottura con il partito socialista,
assume una posizione decisamente
interventista attaccando quanti
vogliono tenere l'Italia fuori dal
conflitto. Arruolato, viene ferito nel
corso di un'esercitazione, per cui,
congedato, riprende la direzione del
suo giornale. La disfatta di Caporetto
suggerisce a Mussolini di tenere un
profilo basso per evitare, in caso di
sconfitta italina, di bruciarsi
politicamente.
6. Il 23 Marzo 1919 in Piazza San Sepolcro a Milano, Mussolini fonda i
Fasci italiani di combattimento, il primo nucleo del futuro Partito
Nazionale Fascista. Tra i primi aderenti Marinetti e i futuristi che
diventano la componente principale del Fascio milanese.
Dall'esperienza dei Corpi franchi tedeschi, Mussolini prende lo spunto
per creare squadre di uomini armati nella convinzione che fossero
indispensabili per intimidire le opposizione.
Il 15 aprile 1919 fascisti attaccano la sede dell'Avanti devastandola.
Mussolini si tiene prudentemente in disparte, ma difende il fatto
compiuto. Procede quindi ad organizzare un vero e proprio esercito di
squadre paramilitari.
7.
8. A partire da questo momento si assiste ad un'escalation di violenze
ed alla crescita smisurata degli aderenti al movimento fascista, cui
fa da contraltare da un lato la sempre più evidente crisi dello stato
liberale e dall'altro l'incapacità della sinistra di costituire
un'alternativa credibile, tanto che si assiste alla conclusione del
biennio rosso in termini di puro e semplice accordo salariale: una
vittoria nell'immediato, una sconfitta politica nel medio periodo.
L'uscita dal partito socialista della frazione comunista nel 1921
aggrava ulteriormente la situazione di divisione fra le forze politiche
italiane a tutto vantaggio del fascismo, che proprio nel '21 si
costituisce in partito.
9.
10. Con la marcia su Roma, opera di gruppi di camicie nere provenienti da
diverse zone d'Italia e guidate dai "quadrumviri" (Italo Balbo, Michele
Bianchi, Cesare Maria De Vecchi ed Emilio De Bono), si conclude la
cosiddetta “rivoluzione fascista” ed il movimento mussoliniano prende il
potere. Mussolini viene incaricato di formare il nuovo governo ed
assume il potere.
11. Il 16 Novembre 1922 Mussolini si presenta alla Camera, dove ottiene la
fiducia e tiene il suo primo discorso come presidente del consiglio (il
famoso "discorso del bivacco"), nel quale dichiara:
« Signori! Quello che io compio oggi, in quest'aula, è un atto di formale deferenza
verso di voi e per il quale non vi chiedo nessun attestato di speciale riconoscenza. Da
molti anni, anzi, da troppi anni, le crisi di governo erano poste e risolte dalla camera
attraverso più o meno tortuose manovre ed agguati, tanto che una crisi veniva
regolarmente qualificata un assalto ed il ministero rappresentato da una traballante
diligenza postale. Ora è accaduto per la seconda volta nel breve volgere di un
decennio che il popolo italiano - nella sua parte migliore- ha scavalcato un ministero e
si è dato un governo al di fuori, al di sopra e contro ogni designazione del parlamento.
Il decennio di cui vi parlo sta fra il maggio del 1915 e l'ottobre del 1922. Lascio ai
melanconici zelatori del supercostituzionalismo il compito di dissertare più o meno
lamentosamente su ciò. Io affermo che la rivoluzione ha i suoi diritti. Aggiungo, perchè
ognuno lo sappia, che io sono qui per difendere e potenziare al massimo grado la
rivoluzione delle "camicie nere", inserendola intimamente come forza di sviluppo, di
progresso e di equilibrio nella storia della nazione. Mi sono rifiutato di stravincere e
potevo stravincere. Mi sono imposto dei limiti. Mi sono detto che la migliore saggezza
è quella che non ti abbandona dopo la vittoria. Con trecentomila giovani armati di tutto
punto, decisi a tutto e quasi misticamente pronti ad un mio ordine, io potevo castigare
tutti coloro che hanno diffamato e tentato di infangare il Fascismo. Potevo fare di
quest'aula sorda e grigia un bivacco di manipoli: potevo sprangare il Parlamento e
costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo
primo tempo, voluto. »
12. La presa del potere impone a
Mussolini di consolidare la sua
posizione, per questo, oltre ad
assumere atteggiamenti
intransigenti in politica estera
nei confronti di Grecia e
Jugoslavia, inizia un lento
processo di normalizzazione
delle formazioni paramilitari,
che gli hanno consentito di
andare al governo e, più in
generale, dell'ala
maggiormente movimentista del
fascismo.
13. Con le elezioni del 1924, svoltesi in un clima di sostanziale
violenza, tesa a garantire il successo fascista, Mussolini punta a
legittimare sul piano istituzionale la sua salita al potere.
I fascisti vincono nettamente le elezioni, ma l'intervento di
Matteotti alla Camera che ne chiede l'annullamento per le
violenze e i brogli provoca il rapimento e l'uccisione dell'esponente
socialista. Questo avvenimento rappresenta per Mussolini il
massimo momento di crisi nella prima fase del suo personale
potere, non tanto per le opposizioni politiche, letteralmente
suicidatesi con la scelta aventiniana, quanto per l'atteggiamento
ribellista di molti esponenti dello squadrismo della prima ora.
14. Mussolini riesce a superare
questa crisi, avviandosi
all'assunzione dei pieni poteri,
cosa questa che determina
l'abbandono della forma-stato
liberale mantenuta nella prima
fase.
A partire da questo momento, il
fascismo si avvia ad assumere il
suo volto totalitario, secondo
alcuni, semplicemente autoritario
secondo altri, realizzando una
serie di interventi normativi che
culminano con le cosiddette leggi
fascistissime e determinano quel
processo che è stato definito
fascistizzazione dello stato
15. In questa nuova fase, Mussolini mira al consolidamento del suo
potere, trasformando progressivamente la politica economica da
liberista a protezionista e centralista, creando il sistema delle
corporazioni e dando vita a tutto un insieme di organismi che
dovrebbero garantirgli il consenso popolare.
In politica estera mantiene rapporti positivi con le principali
potenze europee e con la firma dei Patti Lateranensi ottiene un
indubbio e prestigioso risultato, incassando il sostanziale assenso
della Chiesa.
16.
17. Con l'aggressione all'Etiopia, Mussolini inizia quel processo di
avvicinamento alla Germania che lo porta in rotta di collisione con
Francia e Gran Bretagna che pure, soprattutto quest'ultima, non
avevano sino ad allora espresso atteggiamenti decisamente ostili nei
confronti dell'Italia.
L'avvicinamento tra Italia e Germania si trasforma rapidamente in
alleanza e in una sempre più stretta collaborazione, culminata nel
deciso sostegno militare che i due stati accordano al franchismo nel
corso della guerra civile spagnola.
18.
19. Con la Conferenza di Monaco del
1938, Mussolini ottiene il suo
ultimo successo politico,
riuscendo ad evitare lo scoppio di
un conflitto tra Germania, Francia
e GranBretagna. A partire da
questo momento, tuttavia,
Mussolini inizia la sua parabola
discendente trasformandosi in un
vero e proprio satellite politico di
Adolf Hitler e del nazismo
tedesco.
20. Oltre alla sciagurata decisione
di accorrere in soccorso del
vincitore quando sembra che
le armate naziste, dopo i primi
mesi della seconda guerra
mondiale, siano in grado di
concludere vittoriose il
conflitto, è possibile citare altri
esempi della sostanziale
sudditanza mussoliniana ad
Hitler: il più noto, e senza
dubbio tra i più gravi, è la
promulgazione di leggi razziali
con le quali l'Italia si allinea
alla Germania nella
persecuzione agli ebrei.
21. Il fallimento dell'opzione militare,
nonché l'invasione della penisola,
porta nel 1943 alla deposizione ed
all'arresto di Mussolini, che,
liberato dai paracadutisti tedeschi,
viene messo a capo di uno stato
fantoccio della Germania: la
Repubblica di Salò.
Il periodo che va dal 1943 al 1945
vede Mussolini sempre più isolato
e sempre più ostaggio di Hitler.
Catturato da una formazione
partigiana, mentre tenta di riparare
in Svizzera a guerra pressoché
conclusa, Mussolini viene
giustiziato e il suo corpo, con una
scelta discutibile e macabra, viene
esposto e lasciato in balia della
folla a Milano in Piazzale Loreto.
22. film di riferimento:
Mussolini ultimo atto di C. Lizzani 1974
La narrazione del film parte alcuni giorni prima della morte di Benito Mussolini, avvenuta il 28
aprile del 1945. In una Repubblica di Salò ormai in disfacimento, vengono rappresentati i
pensieri, gli stati d'animo del duce in viaggio verso la morte: numerosi i flashback, in cui il
dittatore italiano ricorda la sua gloria passata e il popolo osannante.
Mussolini, che si trova a Milano sotto la protezione dei tedeschi, rifiuta la resa con i partigiani
del CLN Alta Italia che gli viene offerta dal cardinale Schuster e decide di fuggire verso la
Svizzera perché gli anglo-americani sono già penetrati nel Nord Italia. Decide di seguirlo
l'amante Claretta Petacci e i gerarchi che vogliono salvarsi la pelle. Durante il tragitto, però,
incontreranno dei partigiani che lasceranno fuggire la colonna tedesca che scorta Mussolini
solo se consegneranno i gerarchi fascisti, cosa che viene fatta.
Il duce si travestirà da soldato e si mescolerà ai tedeschi ma verrà riconosciuto in un altro
blocco partigiano nel paesino di Dongo sul lago di Como. Arrestato, verrà trasportato in varie
ed improvvisate prigioni tra cui un casolare contadino. Alla fine verrà portato a Giulino di
Mezzegra e lì fucilato; insieme lui verrà pure giustiziata Claretta Petacci.
tratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Mussolini_ultimo_atto
23. realizzato nell'ambito del progetto
Cinema e Storia
Il secolo breve italiano
a cura del Prof. Pietro Volpones
2009
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