LA COMUNICAZIONE PEDAGOGICA è l’incontro e la sintesi di diverse teorie e pratiche della Psicologia Umanistica: Biosistemica, Psicoteatro, Metodo Gordon, Training non violento, Psicodramma di Moreno, Terapia Rogersiana, Counselling, Tecniche di animazione e di dinamiche di gruppo, comunicazione ecologica di Jerome Liss
formazione Didattica per competenze
incontro "quadro normativo europeo ed italiano sulla didattica per competenze"
ambito "Sicilia 15" - sede de corso IC Venetico (Me)
Formati per crescere - Percorso formativo sulle metodologie didattiche, valutazione e didattica delle competenze
Lezione 1
as 2013-14 IC di Mistretta (Me)
formazione Didattica per competenze
incontro "quadro normativo europeo ed italiano sulla didattica per competenze"
ambito "Sicilia 15" - sede de corso IC Venetico (Me)
Formati per crescere - Percorso formativo sulle metodologie didattiche, valutazione e didattica delle competenze
Lezione 1
as 2013-14 IC di Mistretta (Me)
Bisogni Educativi Speciali - I presupposti teorici e la normativa di riferime...Franco Castronovo
Le slides utilizzate da Franco Castronovo nel corso dell'incontro "I presupposti teorici e la normativa di riferimento per l'inclusione", primo appuntamento provinciale del ciclo di incontri promosso dall'USR-L sul tema dell'inclusione e dei BES, tenutosi a Como presso l'ISIS Da Vinci-Ripamonti il 20 febbraio 2014.
L’Apprendimento Cooperativo (=AC) è un metodo di insegnamento/apprendimento che nasce dalle teorizzazioni sull’interdipendenza sociale e si propone, principalmente, di migliorare l’apprendimento sfruttando tutte le risorse presenti nella classe.
La competenza è l' insieme, riconosciuto e provato,delle rappresentazioni, conoscenze, capacità e comportamenti mobilizzati e combinati in maniera pertinente in un contesto dato.
Decreto Legislativo 66/2017 e collaborazione interistituzionaleLuca Salvini - MI
Incontro sullo stato di attuazione del DLgs 13/04/2017, n. 66. Pontassieve, 25 giugno 2019, sala consiliare. Enti locali e Istituti scolastici dell'ambito 5 della provincia di Firenze. Dirigente tecnico Luca Salvini.
Orientarsi tra le modifiche del DLgs 66/2017. Dirigente Scolastico Monica Cicalini e Iasmina Santini. Conferenza regionale sull'inclusione. Firenze, auditorium Rogers di Scandicci, 4/11/2019
Bisogni Educativi Speciali - I presupposti teorici e la normativa di riferime...Franco Castronovo
Le slides utilizzate da Franco Castronovo nel corso dell'incontro "I presupposti teorici e la normativa di riferimento per l'inclusione", primo appuntamento provinciale del ciclo di incontri promosso dall'USR-L sul tema dell'inclusione e dei BES, tenutosi a Como presso l'ISIS Da Vinci-Ripamonti il 20 febbraio 2014.
L’Apprendimento Cooperativo (=AC) è un metodo di insegnamento/apprendimento che nasce dalle teorizzazioni sull’interdipendenza sociale e si propone, principalmente, di migliorare l’apprendimento sfruttando tutte le risorse presenti nella classe.
La competenza è l' insieme, riconosciuto e provato,delle rappresentazioni, conoscenze, capacità e comportamenti mobilizzati e combinati in maniera pertinente in un contesto dato.
Decreto Legislativo 66/2017 e collaborazione interistituzionaleLuca Salvini - MI
Incontro sullo stato di attuazione del DLgs 13/04/2017, n. 66. Pontassieve, 25 giugno 2019, sala consiliare. Enti locali e Istituti scolastici dell'ambito 5 della provincia di Firenze. Dirigente tecnico Luca Salvini.
Orientarsi tra le modifiche del DLgs 66/2017. Dirigente Scolastico Monica Cicalini e Iasmina Santini. Conferenza regionale sull'inclusione. Firenze, auditorium Rogers di Scandicci, 4/11/2019
Chiari Lei_ Il concetto di servizio educativoCarlo Cremaschi
Comune di Firenze
Direzione Istruzione - Servizi all'infanzia
P.O. Coordinamento Pedagogico e Professionale
Formazione 2022
Metodi e strumenti per una comunicazione efficace in ambito educativo 0-6
Ruoli professionali: consapevolezza organizzativa e dimensione comunicativo relazionale
Il distacco tra società e scuola può essere colmato attraverso l'applicazione didattica del costruttivismo e l'apprendimento in ambiente tecnologico web 2.0
Un gruppo di clinici del Laboratorio di Gruppoanalisi propone una formazione per affrontare la cura dell'adolescente e migliorare gli strumenti di lavoro. La formazione mira a superare le specificità di competenze integrandole in un pensiero condiviso, tramite workshop esperienziali e spazi online per il lavoro di gruppo.
Si vuole costruire una rete che superi la distanza geografica e si avvalga di diverse discipline come pedagogia, sociologia e antropologia. L'obiettivo è comprendere l'esperienza dell'adolescente, immerso in relazioni complesse, attraverso la sperimentazione personale e la costruzione di narrazioni. Il Cantiere Adolescenze si impegna a fornire strumenti per comprendere e sostenere la mente in transizione dell'adolescente nei contesti clinici e sociali.
Educazione Futuro è un progetto di apprendimento
esperienziale per le comunità scolastiche in cui gli
studenti vengono sostenuti ed accompagnati nella
modalità di apprendere ad apprendere dall’esperienza
diretta, per utilizzare le conoscenze e le competenze
acquisite in modo dinamico e ricostruttivo dei quadri
interpretativi rispetto alla realtà
in movimento, alla ricerca di nuove sintesi (unità/
molteplicità, identità/diversità) ed all’eccesso di
informazioni.
L’educazione si configura come processo mai
concluso definitivamente. La persona, per divenire
se stessa, interiorizza la cultura, rielabora criticamente
l’esperienza, interagisce con l’ambiente. Il percorso
di auto-comprensione e l’acquisizione progressiva di
conoscenze, abilità, competenze, caratterizzano
il cammino dell’identità sociale del soggetto, che richiede
ascolto di sé e degli altri, orientamento verso ciò che è
bello, chiaro e reale.
In una società caratterizzata dal pluralismo, è necessario
promuovere identità aperte al confronto, al dialogo, alla
valorizzazione delle culture. L’apertura alla dimensione
planetaria non annulla l’identità, ma rende disponibili ad
accogliere quei valori universali che, anche nella diversità,
costituiscono il tessuto relazionale della comunità umana.
La Valutazione Pedagogica Formativa per educare, cioè far emergere quelle strategie più efficaci allo scopo di migliorare – singolarmente come individui o collegialmente come comunità professionali – la qualità dei servizi erogati dalle singole istituzioni scolastiche.
La valutazione pedagogica è formativa quando le «evidenze raccolte sono utilizzate per adattare l’insegnamento ai bisogni educativi degli alunni.
L’educazione è il primo fattore di trasformazione verso lo sviluppo sostenibile, poiché accresce le capacità delle persone di trasformare le loro visioni della società nella realtà.
L’educazione promuove i valori, i comportamenti e gli stili di vita richiesti per un futuro sostenibile. Parliamo quindi di Pedagogia Trasformativa che attraverso percorsi educativi formativi(UDA) aiuta le persone ad acquisire quegli strumenti (social Skills) che muovono le persone ad andare nella direzione che desiderano.
Il mondo dell’educazione e della formazione è chiamato a costruire strumenti di conoscenza critica, a sviluppare le capacità delle giovani generazioni ad essere cittadini responsabili, consapevoli e democratici anche nel e con il digitale, in pratica, a pensare a come educare ad una cittadinanza digitale, attiva, etica, democratica e solidale, così come anche declinato dall’Art. 5 della recente Legge 92/19 sull’Educazione civica nelle scuole di ogni ordine e grado,
A decorrere dal 1° settembre 200, nel primo e nel secondo ciclo di istruzione è istituito l'insegnamento trasversale dell'educazione civica. Analizzo i pilastri e le novità alla luce delle nuove linee guida
Le istituzioni scolastiche, singolarmente o tra loro associate, esercitano l'autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo tenendo conto delle esigenze del contesto culturale, sociale ed economico delle realtà locali e curando tra l'altro:... la documentazione educativa e la sua diffusione all'interno della scuola e gli scambi di informazioni, esperienze e materiali didattici" .Nell'ambito di questo contesto l'attività di documentare assume valore pedagogico.
NELL'AMBITO DELLA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE UN LIVELLO IMPORTANTE è RAPPRESENTATO DALLA RELAZIONE CON I SINDACATI. In queste slide troverete una breve storia della libertà sindacale, le attuali organizzazioni sindacali, tipologie di contratti: CCNL, contratto aziendale, contratto individuale, come si stipula un contratto di lavoro: elementi pratici.
La riforma di cui al D. Lgs 61/2017 e il successivo decreto attuativo D. l. 92/2018 rinnovano, quindi, l’offerta dei percorsi dell’istruzione professionali rendendoli più stimolanti e con un assetto didattico rinnovato, orientati alla didattica per competenze con apprendimento organizzato per unità di apprendimento UdA.
La riforma degli Istituti Professionali, di cui al D .Lgs 61/2017 e del successivo decreto attuativo D.I. 92/2018, in cui si riconosce agli stessi il ruolo di “Scuole territoriali dell’innovazione,aperte e concepite come laboratori di ricerca, sperimentazione ed innovazione didattica”, e in cui si valorizza la dimensione pedagogica per progettare il PFI
INTRODUZIONEDELL'INSEGNAMENTO DELL'EDUCAZIONE CIVICA NELLA SCUOLAAntonetta Cimmarrusti
A decorrere dal 1° settembre del primo anno scolastico successivo all'entrata in vigore della presente legge, nel primo e nel secondo ciclo di istruzione e' istituito l'insegnamento trasversale dell'educazione civica.
L’ICF è una Classificazione che permette di descrivere le esperienze negative (disabilità) o positive (funzionamento), legate alla presenza di barriere o facilitatori, di una persona con una condizione di salute nel suo contesto di vita.
E' necessario apprendere le strategie per codificare e decodificare
E’ un documento del MIUR per il lancio di una strategia di innovazione della scuola italiana e per un nuovo posizionamento del suo sistema educativo nell’era digitale.
3. Il ruolo del trinomio educare, istruire, formare
L’educazione, l’istruzione e la formazione sono chiamate a
presidiare, tutelare e valorizzare un’idea alta di comunità e
di comunicazione, in una società che è sempre più
comunità di gruppi, di etnie, di nicchie. Soprattutto nei
contesti educativi è necessario assimilare condizioni ed
elaborare modelli, attivando una serie di piste
metodologiche (socializzazione, partecipazione,
scolarizzazione, etc.) affinché la condizione di
comunità/comunicazione possa essere attuata secondo i
principi di una “comunicazione PEDAGOGICA”.
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
4. La professionalita' comunicativa e....
Si tratta di quattro momenti decisivi/paradigmatici per
considerare l’altro nella relazione, soprattutto educativa.
Altro come specificità, come identità, come modalità per
radicarsi all’interno di una “condivisione”.
Ciò significa mettere in gioco i sentimenti, i legami,
l’impegno, i conflitti, etc., che possono diventare la “materia”
di una competenza professionale, relazionale e costruttiva,
volta ad affinare il processo comunicativo e allentare i pre-
giudizi di ogni soggetto che “abita” nella relazione educativa.
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
5. …incoraggiante
Nella relazione comunicativa ogni soggetto
raccoglie/restituisce i propri valori, il proprio
punto di vista, che non va assolutamente
irrigidito, ma che deve decentrarsi attraverso un
approccio incoraggiante, allo scopo di
accogliere le sinuosità, i blocchi, gli scarti e di
enfatizzare le convergenze, le consonanze, le
affinità.
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
6. Valorizzazione delle differenze
Tutto ciò significa valorizzare le differenze e creare
“ponti” tra le molteplici alterità. Ovvero, esplicitare e
negoziare (in particolare nei contesti educativi,
formativi, istruttivi, etc.) l’organizzazione della
comunicazione e della relazione interpersonale, in
un’ottica “PEDAGOGICA”, “complessa”, “olistica” e in
vista di una soluzione comune dei problemi e di una
gestione costruttiva dei conflitti.
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
7. Comunicazione
Deriva dal latino “communis”,
“communicare”cioè mettere in
comune tra 2 o più persone
esperienze, informazioni,
pensieri, emozioni.
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
8. La comunicazione
“il risultato di un complesso intreccio di
attività svolte da due o più soggetti che
i n t e r a g e n d o t r a s f e r i s c o n o
reciprocamente sentimenti, significati,
valori, visioni, comportamenti”
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
9. codifica
trasformazione delle
parole in significato
decodifica
processo trasformazione
delle idee per renderle
comprensibile
feedback
rumore
Gli elementi della comunicazione
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
12. Alcuni modelli teorici di comunicazione
• Tradizionale: la comunicazione viene spiegata secondo la
logica stimolo-risposta ed il ricevente è una macchina di
decodifica passivo e muto.
• Interattivo: viene previsto il “feedback” cioè la risposta del
ricevente che consente di capire all’emittente se il proprio
messaggio è stato ricevuto e di apportarvi, se necessario, delle
modifiche.
• Dialogico: gli interlocutori sono contemporaneamente
emittente e ricevente. Il contesto assume notevole importanza
in quanto è l’elemento che viene prodotto e costituito dagli
interlocutori stessi durante l’interazione (non risulta più solo
elemento di sfondo).
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
13. Perchè “comunicazione pedagogica”
• Il termine - comunicazione - indica quel processo inevitabile ("è impossibile non comunicare"
- 1° assioma della Pragmatica della Comunicazione - Watzlawick) che opera grandi effetti
sul processo formativo dell'uomo; la comunicazione pedagogica infatti non è mai neutra,
essa genera sempre conseguenze positive o negative.
• Il secondo termine pedagogia - si riferisce alla disciplina che "esamina l'atto educativo nella duplice accezione di
trasmissione e trasformazione culturale e la qualità delle relazioni interpersonali che le rende possibili"
(Bertolini); poiché non si limita a descrivere i processi educativi ma - con il fine di migliorarli - li prescrive, la
pedagogia può essere definita "scienza ed arte dell'educazione";
• Poiché educazione e comunicazione sono strettamente legate (e, teniamo presente, hanno in comune
caratteristiche di interattività ed irreversibilità), potremmo definire LA COMUNICAZIONE PEDAGOGICA come lo
studio sistematico dei processi comunicativi dal punto di vista educativo e diseducativo, ovvero come si utilizza la
comunicazione, come interviene nei contesti di relazione, quali limiti e quali sfide comporta.
• Con il termine «Comunicazione Pedagogica » viene indicata l'applicazione dei principi pedagogici alle relazioni
umane: coltivare le risorse di ogni persona, rispettare la diversità e, nello stesso tempo, mantenere una coesione
globale in modo che le persone possano agire insieme per un obiettivo comune.
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
14. Perchè “ pedagogica”
• Il termine “pedagogia” (pais+ago), in quanto l’azione pratica del condurre
il soggetto della formazione verso l’acquisizione progressiva di
conoscenze e di valori che influenzano le modificazioni del
comportamento nel tempo e nello spazio non definisce la complessità
delle problematiche dell’azione educativa e non chiarisce adeguatamente
il senso della pedagogia come sapere teorico-pratico
• Il fine euristico della pedagogia è l'Uomo che si relaziona con l'altro da sé
(educazione) e che si relaziona con se stesso (formazione).
• La pedagogia è una scienza che si occupa di sviluppare nel migliore dei
modi il potenziale umano, cognitivo e creativo del bambino e dell'adulto.
• La pedagogia è la disciplina umanistica che studia l'educazione e la
formazione dell'uomo nella sua interezza ovvero lo studio dell'uomo nel
suo intero ciclo di vita. dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
15. La comunicazione pedagogica
LA COMUNICAZIONE PEDAGOGICA è l’incontro e
la sintesi di diverse teorie e pratiche della Psicologia
Umanistica: Biosistemica, Psicoteatro, Metodo
Gordon, Training non violento, Psicodramma di
Moreno, Terapia Rogersiana, Counselling, Tecniche
d i a n i m a z i o n e e d i d i n a m i c h e d i g r u p p o ,
comunicazione ecologica di Jerome Liss
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
16. La comunicazione pedagogica
Essa permette di:
• decostruire stili comunicativi distruttivi
• passare da una comunicazione negativa ad una positiva
• saper esprimere correttamente una critica costruttiva
• saper condividere i propri vissuti
• valorizzare le risorse di ogni persona
• rispettare la diversità
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
17. I pilastri della comunicazione pedagogica
I pilastri nella Comunicazione pedagogica sono:
«Risorse»
«Crescita»
«Individualità»
«Totalità»
«Scissione tra individuo e gruppo»
Equilibrio tra individuo e gruppo: un dilemma che ha bisogno di una soluzione Ogni
gruppo richiede un equilibrio tra il soddisfacimento dei bisogni individuali e il
raggiungimento degli obiettivi generali.
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
18. I principi della comunicazione pedagogica
Il principio nella comunicazione pedagogica ci porta a
rispettare:
l'individuo----DIVERSITA'
il gruppo------CONTESTO
LA COMUNICAZIONE PEDAGOGICA FACILITATA
FAV O R I S C E L A R E C I P R O C A C R E S C I TA E D
EVOLUZIONE DELLA PERSONA E DEL SUO CONTESTO
ED EVITA CHE UNA PARTE SUBISCA DANNO A
VANTAGGIO DELL'ALTROdr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
19. Gli assiomi della comunicazione (Scuola di Palo Alto) Paul Watzslawick
1) Tutto è comunicazione, NON SI PUÒ NON
COMUNICARE:
Si comunica con
il comportamento,
l’attività o l’inattività,
le parole o i silenzi,
l’aspetto e la voce
…
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
20. 2) In ogni comunicazione esiste un livello di
CONTENUTO (il messaggio, la notizia,
l’informazione,…)
e uno di RELAZIONE (contesto che determina
l’interpretazione del messaggio)
È importante trovare un
equilibrio fra i due livelli !
Gli assiomi della comunicazione (Scuola di Palo Alto) Paul Watzslawick
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
21. 3) Ogni processo di comunicazione ha una sua
PUNTEGGIATURA:
ovvero la sequenza degli atti comunicativi ci
informano sulla relazione fra gli interlocutori e su chi
“governa” meglio la relazione
Gli assiomi della comunicazione (Scuola di Palo Alto) Paul Watzslawick
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
22. 4) La comunicazione può essere analogica (gesti,
immagini, tono, voce, espressione del volto) o numerica
(codice alfabetico o numerico).
I canali della comunicazione sono: VERBALE
(linguaggio), PARA VERBALE (voce), NON-VERBALE
(corpo)
Solitamente attraverso il canale verbale passano i messaggi di
contenuto, mentre attraverso il para verbale e non verbale vengono
veicolati i messaggi di relazione.
(Watzlawick, 1967)
Gli assiomi della comunicazione (Scuola di Palo Alto) Paul Watzslawick
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
23. CANALE VERBALE
CANALE NON VERBALE
La relazione fra gli interlocutori è definita anche dal
modo in cui viene formulato il contenuto e dal
contesto della comunicazione (relazione)
(Watzlawick, 1967)
Gli assiomi della comunicazione (Scuola di Palo Alto) Paul Watzslawick
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
24. 5) I processi di comunicazione possono essere
S I M M E T R I C I o C O M P L E M E N TA R I a s e c o n d a
dell’uguaglianza o differenza fra gli interlocutori, delle
loro posizioni all’interno dell’organizzazione
Le posizioni relative di ciascun interlocutore dipendono
dal contesto e dalla situazione
Gli assiomi della comunicazione (Scuola di Palo Alto) Paul Watzslawick
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
25. La comunicazione non verbale(analogica)
Tutto quel complesso di segnali, gesti, movimenti del corpo,
posture, espressioni del volto, direzione dello sguardo,
vicinanza e posizione spaziale, contatto corporeo,
orientazione, toni di voce ed altri aspetti non verbali del
discorso, abiti e ornamenti del corpo.
• INFORMATIVA: segnali con significato condiviso che provocano
interpretazioni simili in alcune tipologie di osservatori.
• COMUNICATIVA: segnali con i quali si intende trasmettere un preciso
segnale.
• INTERATTIVA: segnali volti a modificare e influenzare il comportamento
interattivo delle altre persone.
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
26. Funzioni della CNV
• Esprimere e comunicare il vissuto emotivo (espressione
del volto, postura, tono della voce,…).
• Trasmettere messaggi di relazione (espressione del
volto,… ).
• Regolare l'interazione (sguardo, gesti, movimenti,
pause,…).
• Sostenere o sostituire la comunicazione verbale
(espressione del volto, postura, gesti,…).
• ´Differenze culturali ´Differenze sessuali
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
27. Paralinguistica
Si definisce paralinguistica lo
studio dei tratti soprasegmentali( i
toni di voce).Ne fanno parte le
inflessioni,le pause, i silenzi,la
velocità dell'eloquio legati al
linguaggio.
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
28. Cinesica
La cinesica si riferisce a quella
attività espressiva non verbale il
cui principale significato risiede
proprio nella dinamica dei
movimenti svolti. Appartengono
• la gestualità( movimenti arti
superiori e delle mani)
• i cenni del
capo( annuire,negare,regolare
l'interazione)
• attività motoria corporea
(danza,mimo,)
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
29. Tipologie di gesti
• Gesti simbolici
• Gesti illustratori
• Gesti che esprimono stati
emotivi
• Gesti che regolano
l’interazione
• Gesti di adattamento
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
30. Prossemica
• Distanza intima (45 cm)
´ f a c i l i t à d i c o n t a t t o ,
percezione dell’odore,tono
basso della voce
• Distanza personale (45-120
cm) ´possibilità di contatto,
non si percepisce l’odore, tono
medio della voce
• Distanza sociale (2-3 m)
´assenza di contatto, tono
della voce sostenuto
• Distanza pubblica (>3.5 m)
´apparizioni in pubblico
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
31. L’efficacia della comunicazione pedagogica
Rispetto all’obiettivo atteso tutti i
s o g g e t t i c o i n v o l t i h a n n o u n a
c o r r e s p o n s a b i l i t à n e l p r o c e s s o
comunicativo (dal modello lineare a
quello circolare)
L’efficacia della comunicazione si
misura dal risultato: ciò che conta non
sono le intenzioni ma ciò che arriva,
ovvero la percezione altrui
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
32. Le finalità della comunicazione
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
33. Comunicazione pedagogica facilitata
• Il "gruppo classe" richiede docenti facilitatori che hanno una buona esperienza di
comunicazione e che sanno guidare senza schiacciare, stimolare senza agitare,
integrare senza spaccare, aiutare senza soffocare, rimanere pazienti quando ci
sono tempeste, intervenire con giudizio al momento giusto. A mano a mano che
il gruppo si sviluppa, chiunque puo' assumere il ruolo di facilitatore, che aiuta il
gruppo a muoversi nella giusta direzione cosi' come in biologia le molecole
dell'individuo sono aiutate a muoversi in modo corretto dagli enzimi, che
svolgono il ruolo di "catalizzatori" e di "facilitatori biologici". L'obiettivo dei
facilitatori e' quello di trarre il meglio dai membri del gruppo, e nello stesso
tempo aiutarli a interagire in armonia reciproca. Un gruppo senza facilitatori puo'
cadere nel caos.
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
34. Il docente facilitatore
Il facilitatore è una figura professionale capace di:
• incoraggiare e catalizzare la partecipazione
• regolare ed orientare pedagogicamente la comunicazione
in gruppo
• mediare tra le diversità
• motivare e sollecitare le qualità individuali e collettive
• sostenere l'individuo nella crescita
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
36. Gli stili comunicativi
PA S S I V O t e n d e n z a a d e v i t a r e l e
responsabilità e i conflitti.
AGGRESSIVO dominare e a svalutare gli altri.
ASSERTIVO capacità di: esprimere idee,
sentimenti e bisogni, affermare i idee,
affermare i propri diritti, considerando i diritti
altrui.
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
37. Stile passivo: caratteristiche
Espressioni tipicamente PASSIVE:-Posso avere la vostra attenzione?-
Posso farti una domanda?-Ti dispiace se…- Forse...- Non saprei-Mi
spiace, scusami…- Va bene, come vuoi - Hai ragione…- Come
facciamo?-Dai ragazzi comportatevi bene
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
Subisce gli altri;
Incapacità di esprimere le proprie opinioni o sentimenti;
Difficoltà nel prendere decisioni;
Sottomissione al volere dell'altro;
Atteggiamento di disconferma verso se stessi (si ritiene gli altri siano migliori);
Timore del giudizio altrui;
Incapacità di rifiutare le richieste;
Spesso emerge ansia quando si esprimono le proprie idee o opinioni;
Bassa autostima (nel lungo termine);
Bassa auto-efficacia (nel lungo termine);
Rabbia e frustrazione repressi con rischio di esplosioni di ira (nel lungo termine);
Tendenza all'isolamento (nel lungo termine)
38. Stile agressivo:caratteristiche
Espressioni tipicamente AGGRESSIVE: Non devi fare
questo...-Sei sempre il solito!-Non hai capito!-Stai zitto!-
Smettila!-Forza, sveglia, sbrigati!- Non farmi perdere tempo!-
Ma rifletti su quello che fai!dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
Tiene conto esclusivamente di se stesso e dei propri bisogni;
Ignora i diritti altrui;
Crede di avere sempre ragione;
Crede che dei suoi fallimenti siano responsabili gli altri;
Ha atteggiamenti provocatori e di svalutazione dell'altro;
Ha comportamenti ed atteggiamenti rigidi;
Ha idee inflessibili rispetto alle sue posizioni;
Deve sempre vincere;
Prova ansia se teme di non vincere o dimostrare la sua supremazia;
Ha un atteggiamento costantemente volto alla difesa e all’attacco con sporadici sensi di colpa per aver
surclassato l'altro (nel lungo termine);
Senso di spossatezza dovuto ad uno stato di continua lotta per prevaricare (nel lungo termine);
Progressivo isolamento sociale (nel lungo termine).
39. Stile assertivo: caratteristiche
Espressioni tipicamente ASSERTIVE:Ognuno può intervenire alzando la
mano- Questo compito è incompleto, ma sono convinta che tu possa fare
meglio- Proviamo a trovare la soluzione- La mia opinione è che…- Non
sono d accordo- Ho deciso di…dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
Non si pretende che gli altri modifichino le loro opinioni;
Non giudicante verso gli altri;
Non calpesta l'altro;
Prende decisioni per se stesso in autonomia;
Non si assume responsabilità che non gli competono;
Autostima verso sè e l'altro;
Riesce ad esprimere le proprie opinioni;
Riesce a comunicare le proprie emozioni con il linguaggio verbale e non-verbale;
Riesce a raggiungere i suoi obiettivi;
Ha le idee chiare su ciò che vuole e su ciò che non vuole;
E' sempre coerente con se stesso (nel lungo termine);
Aumenta il proprio senso di autoefficacia dopo aver raggiunto gli obiettivi desiderati (nel lungo termine);
Riesce ad avere una migliore qualità di rapporti sociali (nel lungo termine);
Riesce a stimolare l'assertività anche negli altri (nel lungo termine);
Riesce ad accettare la possibilità di non raggiungere un obiettivo prefissato.
44. Livelli di accettazione
I tre fattori che influenzano il livello di accettazione sono:
• Fattori interni alla persona: la personalità specifica, stato d’animo, condizioni di
salute, impegni di lavoro, ecc. Ci possono esserci variazioni ad esempio nel mio
stato d’animo, indipendenti dal comportamento dell’altro, che possono influire sulla
mia accettazione o non accettazione di tale comportamento.
Ad esempio, se vinco alla lotteria, ottengo una promozione o semplicemente passo
una splendida giornata, posso sentire di accettare quasi tutto quello che mio figlio fa o
dice.
• l'ambiente: il luogo in cui si svolge il comportamento può determinare i miei
sentimenti di accettazione o non accettazione. Per esempio, mentre mi va
benissimo che i bambini giochino a pallone in cortile, probabilmente non mi andrà
bene che lo facciano in salotto.
• l’altro: i miei sentimenti di accettazione variano ad esempio da un alunno all'altro, a
seconda dell'età, personalità, sesso, ecc. , di quest’ ultimo.
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
45. La comunicazione pedagogica:riconoscimenti
• CONFERMA (riconoscimento positivo) tu vali, sei OK
(riconoscimento positivo).
• RIFIUTO (riconoscimento negativo) tu non vali non sei
(riconoscimento negativo) OK.
• DISCONFERMA (nessun riconoscimento:tu non esisti).
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
46. La comunicazione pedagogica efficace
L a c o m u n i c a z i o n e p e d a g o g i c a h a
successo quando… …vi è concordanza
tra il messaggio verbale e il messaggio
n o n v e r b a l e , t r a q u e l l o c h e v i e n e
trasmesso da chi “emette” e quello che
viene sentito, provato nel profondo, da chi
“riceve”.
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
47. Strategie pedagogiche per imparare a comunicare
E' necessario chiedersi
questo comportamento chi
danneggia?
A chi impedisce di lavorare?
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
48. Strategie pedagogiche per imparare a comunicare
• L’ascolto attivo, ossia l’insegnante “riflette” il messaggio dell’alunno, recependolo
senza emettere messaggi suoi personali e dunque facendolo sentire accettato,
cosicché l’allievo potrà giungere da solo alla soluzione dei suoi problemi;
• il messaggio-Io, ossia la tecnica per cui l’insegnante mette a confronto i propri
sentimenti e bisogni con i comportamenti disturbanti del ragazzo in modo che
quest’ultimo si renda conto delle conseguenze del proprio agire e delle reazioni che
ciò determina negli altri. In altre parole, una comunicazione inefficace è data dal
messaggio-Tu che esprime un giudizio (“Tu sei disordinato”) e dunque provoca
ribellione ed atteggiamenti difensivi; una comunicazione efficace è data dal
messaggio-Io (“Io mi irrito quando…”), poiché non esprime alcuna valutazione su
colui che compie l’azione dunque è una modalità che apre al dialogo;
• 3. la risoluzione dei conflitti con il problem solving, ossia un metodo senza perdenti
che porti insegnanti e alunni a "vincere insieme", dunque a cercare una soluzione
soddisfacente per entrambe le parti.
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
50. Ascolto attivo
L’ascolto attivo, in quanto opposto all’ascolto
passivo (silenzio), comporta l’interazione con
l’utente, e fa anche in modo che l’utente abbia
delle prove (feedback) che l’operatore lo
capisca.
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
51. Ascolto attivo
Il rimando empatico è la forma di comunicazione che da:
• chiara percezione di essere stati capiti sia nei sentimenti che nelle idee;
• chiara percezione di essere stati accettati sia nei sentimenti che nelle
idee;
• chiara percezione di essere stati rispettati sia nei sentimenti che nelle
idee;
• aiuta ad approfondire la comunicazione;
• abbassa le tensioni emotive, il senso di minaccia e libera dall’ansia;
• aiuta ad accettare come naturali ed umani i propri sentimenti e ad
imparare che il sentimento è un amico;
• facilita l’insight (chiara percezione) del reale problema e di conseguenza
inizia la risoluzione dello stesso; tuttavia lascia alla persona la responsabilità
di trovare una soluzione.
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
52. Ascolto attivo
Sul piano relazionale:
• consolida il rapporto tra i membri nell’interazione,
incrementando il mutuo rispetto e la reciproca attenzione
all’altro;
• consolida l’alleanza terapeutica.
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
53. Ascolto attivo
L’ascolto attivo è un processo di comunicazione completo
che implica i seguenti momenti:
Osservare ed ascoltare con attenzione il messaggio verbale
dell’altro
Fare una ipotesi in merito al vissuto dell’altro
Comunicare la propria impressione (verbalmente e non
verbalmente) con empatia
L’altro conferma o corregge
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
54. Ascolto attivo
• L’ascolto attivo funziona perché aiuta chi ha il problema a scaricare le
emozioni intense (allagamento emozionale) e ad elaborare il suo
problema in vista di una soluzione.
• L’ascolto attivo è l’abilità che meglio riassume le tre caratteristiche della
relazione d’aiuto: empatia, accettazione, autenticità, per facilitare la
soluzione del problema da parte della persona.
• L'ascolto attivo è un modo particolare di rispecchiare ciò che l’altro ha
espresso per fargli capire che lo ascoltate e dargli modo di verificare se
e quanto avete compreso il suo messaggio
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
55. Ascolto attivo
• L'ascolto attivo è una riformulazione della comunicazione
globale dell’altro, nelle sue componenti verbali ed
emozionali.
• L'ascolto attivo richiede che vi mettiate nei panni dell’altro
cercando di cogliere i suoi pensieri e sentimenti, e che gli
esprimiate quanto avete compreso con calore e
accettazione.
• L'ascolto attivo permette a voi e all’altra persona di
comprendere l’esperienza che sta vivendo.
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
56. Messaggio IO
Un messaggio in prima persona
positivo contribuisce molto a rafforzare
il rapporto quando non ci sono problemi,
comunica sentimenti positivi e descrive
gli effetti concreti positivi che il
comportamento di un altra persona ha
su di voi.
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
57. Messaggio IO
Un messaggio in prima persona è uno strumento di
confronto più efficace in quanto:
descrive in modo non giudicante il comportamento non
accettabile (ciò che l’altro ha detto o fatto);
descrive i vostri sentimenti in merito al comportamento o ai
suoi effetti.
descrive gli effetti tangibili e concreti che quel
comportamento non accettabile ha su di voi.
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista
58. Grazie per l'attenzione
sito web:
https://antonettacimmarrustipedagogista.wordpress.com/
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
pedagogista