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Master in “ORGANIZZAZIONE E GESTIONE DELLE ISTITUZIONI
SCOLASTICHE IN CONTESTI MULTICULTURALI”.
LABORATORIO
PEDAGOGIA INTERCULTURALE 2
La Competenza Interculturale
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti- Pedagogista-
a.a. 2016-2017
Università di Foggia – Dipartimento Studi Umanistici
UN NUOVO PARADIGMA PER LA
PEDAGOGIA INTERCULTURALE
CAMBIARE LA NOSTRA
FORMA-MENTIS
INTERCULTURA
Nuovo approccio a sé, al mondo e
all’altro
Co-costruzione di nuovi significati
In questa direzione
Centrale è il
DECENTRAMENTO (di sé)
Come via
alla molteplicità di visioni
Prospettive nuove generate dal
confronto tra fonti del sapere
diversa,
Messa in relazione di storie , lingue,
esperienze, scoperte
La formazione dei
professionisti
dell’educazione dovrebbe
avere su questo fronte un
ruolo più incisivo per lo
smantellamento della
rappresentazione di questo
mondo
(come mondo) diviso,
Un ruolo di conciliazione,
una dilatazione del Noi
Perregaux, 2010:172
FINALITA' DEL PARADIGMA INTERCULTURALE
1. Allargamento conoscenze umanistiche per comprendere
meglio i fenomeni dell’identità, dell’appartenenza,
dell’alterità, dei rapporti di potere nei legami
insegnante/allievi, insegnante/genitori
2. Strumenti teorici e didattici per praticare un approccio
interculturale all’insegnamento-apprendimento
3. Sviluppo di competenze personali e interpersonali
basato sul lavoro sui propri atteggiamenti e
rappresentazioni x generare cambiamento di sé (cfr.
Deardorff internal & esternal outcomes)
FORMAZIONE di SE’
In questa ridefinizione sociale ed educativa, le
poste in gioco sono alte. (...)
La formazione degli insegnanti
ha un ruolo di primo piano se è vero che (…)
l’incontro e l’esperienza dell’altro non sono
né semplici né spontanei,
ma esigono
un lavoro su di sé,
sull’identità,
sulle relazioni con l’altro e con l’ambiente.
(Abdallah- Pretceille, Porcher, 1998; Perregaux, 2010: 178)
Formazione insegnanti
3 dimensioni fondamentali
PROSPETTIVA INTERCULTURALE
• Acquisizione di conoscenze/contenuti: tematiche umane
antropologiche – sociologiche – identitarie con particolare
attenzione alla dimensione linguistica e comunicativa;
• Sviluppo di abilità professionali: analisi e ricerca in, interpretazione
dei significati connessi e veicolati da una cultura (quindi da una
lingua); didattica interculturale; la riflessività;
• Maturazione di atteggiamenti personali: acquisizione di un habitus
interculturale dalla capacità di decentramento alla riduzione di
stereotipi e pregiudizi; l’autoriflessività (su di sé e sulla propria
esperienza)
SVILUPPO PERSONALE
“Chi insegna (…) è obbligato a far fronte ‘agli enigmi posti a volte dall’alterità’,
decentrandosi rispetto al proprio
ego, etno e socio-centrismo.
A monte del curricolo, si pone dunque
l’atteggiamento personale dell’insegnante.
A partire da questi concetti, la formazione degli insegnanti deve essere ripensata su 3 assi:
• ampliamento delle conoscenze nelle scienze umane
• Costruzione di strumenti metodologico-didattici per insegnare le discipline in prospettiva
interculturale
• Lo sviluppo personale, per modificare il quale l’insegnante lavora sui propri stereotipi e pregiudizi”
(Santerini, 2004: 274)
per
“acquisire una sensibilità ai fattori culturali che possono riguardare la comunicazione e sviluppare le
capacità di interazione
in situazione di mescolanza sociale, culturale e linguistica”
(Allemann-Ghionda, 1999: 19)
L’interculturale:
un nuovo concetto
• Implica 3 PROSPETTIVE in rapporto al termine CULTURA:
1. SOGGETTIVISTICA. Pone in luce la relazione tra due individui, ciascuno
riconosciuto nella sua unicità (sesso, età, appartenenze, storia personale, ecc.) e
nel suo modo di interpretare/costruire la cultura di origine (cultura soggettiva).
2. INTERAZIONISTA. Si pone in evidenza la dimensione dell’interazione, del
rapporto che si instaura tra i soggetti coinvolti (individuale o collettivo) invece che
sull’altro.
3. SITUAZIONALE. Pone in luce il contesto storico, economico e politico in cui
avviene l’interazione (gerarchia di culture; forze economiche; rappresentazioni
dell’altro; attualità; mass media, ecc.) che influiscono/condizionano il rapporto.
(Cohen Emerique, 2010)
CULTURA
• La cultura era considerata (ed è tuttora considerata da molti) il
modo di vivere di alcuni gruppi di persone in un determinato
ambiente; persone che, a causa della propria cultura, si
considerano membri dello stesso gruppo e che, sempre a causa
della propria cultura, differiscono dai gruppi presenti in altre
località.
• Numerosi esponenti di spicco della teoria sociale e ricerche
culturali degli anni ’90 hanno via via abbandonato il punto di vista
per il quale la cultura può essere intesa come un’entità chiusa e
statica, simile ad un’isola.
• il concetto si è evoluto in “cultura come continuo mutamento” e
dell’idea che le culture sono “entità” aperte, dinamiche e
costantemente cangianti.
ATTENZIONE !!
… L’intercultura non riguarda solo “gli stranieri ”“gli
immigrati”, “gli altri” !!! …
L’intercultura riguarda “noi stessi”, il modo in cui viviamo e
guardiamo il mondo.
… Per questo la competenza interculturale parte dalla
scoperta della nostra identità culturale, del nostro modo di
interagire nel mondo.
LE QUATTRO PRINCIPALI ESPRESSIONI
CULTURALI
1. SIMBOLI: parole, gesti, immagini o oggetti che hanno un
significato comprensibile solo ai membri della cultura, come
la lingua, il modo di vestirsi, bandiere , simboli di status.
2. EROI : Persone, defunte/vive, vere o fittizie, che portano in
sé delle caratteristiche che vengono stimate nella cultura in
questione e che perciò funzionano da modello di
comportamento per la società
3. RITI : il modo di salutarsi ,mostrare rispetto , oppure le
cerimonie sociali e religiose
4. VALORI:influenzano come pensiamo, i principi che guidano
le nostre scelte, le nostre priorità.Ci forniscono una mappa
rispetto a come interpretare cosa accade attorno a noi,
come poter risolvere problemi.
IL MODELLO A CIPOLLA
PER UN DOCENTE
AUTOCONSAPEVOLEZZA CIRCA:
I. LA PROPRIA CULTURA -CULTURAL FRAMES
II. IL SISTEMA DI PENSIERO/DECENTRAMENTO
III. LE PROPRIE EMOZIONI E PREGIUDIZI
IV.RAPPORTO ESISTENTE TRA LINGUAGGIO E
SIGNIFICATO nel CONTESTO SOCIALE
V.PROPRIO STILE COMUNICATIVO
La competenza è la
"Capacità complessa ...
che ... (è) strettamente correlato
alla performance
nelle situazioni della vita reale "(Hartig, Klieme & Leutner, 2008, p. v)
Costrutto di competenza
La competenza complessità del costrutto (
Pellerey, 2004; Castoldi, 2009)
Dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
Progettare per Competenza
2016/2017
IL CONCETTO DI COMPETENZA
L’abilità di attivare e usare
valori, attitudini, abilità,
conoscenze e comprensioni
significative
al fine di rispondere
in modo appropriato ed efficace
alle richieste, ai cambiamenti e alle opportunità
presenti in
un contesto dato
(Barrett et al. 2013)
COMPETENZA
Non ci sono le
competenze in sé, ci
sono soltanto le
«persone competenti»
(OCDE, Qualifications et compétences professionnelles dans l’enseignement technique et la formation professionnnelle. Évaluation et certification, Paris, OCDE, 1966).
CONOSCENZE
Risultato dell’assimilazione di informazioni
attraverso l’apprendimento. Le conoscenze
sono un insieme di fatti, principi , teorie e
pratiche relative a un settore di lavoro o di
studio. Le conoscenze sono descritte come
teoriche e/o pratiche.
ABILITA’
Indicano le capacità di applicare
conoscenze e di usare know-how per
portare a termine compiti e risolvere
problemi. Le abilità sono descritte come
cognitive (comprendenti l’uso del pensiero
logico, intuitivo e creativo) o pratiche
(comprendenti l’abilità manuale e l’uso di
metodi, materiali, strumenti).
COMPETENZE
Comprovata capacità di usare conoscenze,
abilità e capacità personali, sociali e/o
metodologiche, in situazioni di lavoro o di
studio e nello sviluppo professionale e
personale. Le competenze sono descritte
in termini di responsabilità e autonomia.
ATTEGGIAMENTI
• Atteggiamenti/disposizioni della mente
• Capacità di attivarsi a seconda di ciò che la situazione
richiede: – Curiosità – Persistenza –Controllo
dell’impulsività – accuratezza – … La ricerca cognitivista
le ha anche chiamate disposizioni della mente
LA COMPETENZA
“La competenza non è uno stato o una conoscenza
posseduta.
Non è riducibile a un sapere, né a ciò che si è acquisito con
la formazione. (…)
La competenza non risiede nelle risorse (conoscenze,
capacità, …) da mobilizzare, ma nella mobilizzazione
stessa di queste risorse. (…)
Qualunque competenza è finalizzata (o funzionale) e
contestualizzata: essa non può dunque essere separata
dalle proprie condizioni di “messa in opera”. (….)
La competenza è un saper agire (o reagire) riconosciuto.
(Le Boterf, De la Competénce, Paris, Les éditions d’Organisation, 1994). (Italia Forma, 2004).
LA COMPETENZA E’UN PROCESSO DINAMICO
Esso implica la
Selezione,
Attivazione,
Organizzazione
E coordinazione di
Risorse psicologiche rilevanti
Queste risorse si traducono nella capacità di assumere
comportamenti efficaci ed adeguati per una data situazione
(cf. Candelier et al., 2012 ; Jonnaert et al., 2006; Rychen & Salganik, 2003).
COMPETENZE
lL termine ‘competenze’
(al plurale)
si riferisce alle risorse specifiche
di un individuo
(per es., specifici valori, attitudini, abilità, conoscenze e
comprensioni)
Messe in gioco e usate
per assumere
un comportamento competente.
COMPETENZA
INTERCULTURALE
Competenza interculturale
• Capacità di aumentare
progressivamente la possibilità di
comprendere la realtà e l’esperienza
della differenza in maniera sempre più
complessa
Molti pensano che per avere
competenze interculturali occorra
sapere tutto su quanti più gruppi
etnici possibili nel mondo,
padroneggiare molte lingue, avere
chiari riferimenti valoriali legati a
usanze e comportamenti
Può essere utile ma
non produce
necessariamente
persone
culturalmente
sensibili e quindi
competenti nella
realtà in cui viviamo
Competenza interculturale
• Processo dinamico di crescita personale che
include tutti e tre i livelli fondamentali
dell’apprendimento : cognitivo, affettivo e
comportamentale.
oggettivi soggettivo
Quando l’attenzione si sposta sul soggetto che
apprende anziché sull’oggetto da apprendere,
significa che siamo più interessati al modo con cui
le persone costruiscono i significati e i costrutti
con i quali interpretano la realtà
LA COMPETENZA INTERCULTURALE
La competenza interculturale
non si presenta come una tra le possibili aggettivazioni di
un costrutto oggi tanto diffuso quanto controverso, ma si
delinea con una propria specificità e assume le
connotazioni di una
SENSIBILITA’ PERSONALE DEL PROFESSIONISTA
ad agire i saperi posseduti
In SITUAZIONI AD
ELEVATA DIFFERENZIAZIONE CULTURALE”
(M. Santerini, Introduzione. Competenze interculturali: ricerca e formazione, in Santerini, Reggio, 2014:11-12).
AREE FONDAMENTALI
Affettiva: MOTIVAZIONE – SENSIBILITA’
Cognitiva: CONOSCENZE
Behavioral-actional: ABILITA’
Context: SITUAZIONE, CULTURA, CONTESTO
RAPPORTI FUNZIONI,
Outcomes: ADEGUATEZZA ED EFFICACIA PERCEPITE,
COMPRENSIONE, SODDISFAZIONE, RISULTATI RAGGIUNTI
(Lustig & Koesster, 2006)
4 AREE
VALORI
CONOSCENZE
ATTITUDINI SKILLS
VALORI
VALORI
Sono
• Convinzioni/credo generali
• Attraverso I quali l’individuo valuta
quali siano le cose importanti nella
vita.
• sono principi guida attraverso I
quali noi prendiamo decisioni
riguardanti l’agire
• Hanno una qualità prescrittiva
nell’indicare cosa si dovrebbe fare o
pensare in molte situazioni
differenti.
Valori offrono criteri per:
*Valutare azioni, le proprie e
quelle altrui.
*G i u s t i f i c a r e o p i n i o n i ,
attitudini e comportamenti.
*Decidere tra più opzioni e
alternative.
*Decidere e pianificare I
propri comportamenti.
*Per tentare di influire sugli
altri.
(Schwartz, 1992, 2006).
ABILITA’ (skills)
• L’abilità può essere definita come la capacità
di eseguire
complessi
e ben organizzati
schemi
sia di pensiero sia di azione
in forma adattiva
al fine di raggiungere
un preciso risultato o scopo.(Reber, 1985).
CONOSCENZE(Knowledge)
La conoscenza può essere definita
come
L’insieme di informazioni che una
persona possiede e
La capacità di comprendere i
significati
che tali informazioni implicano e di
usarle in modo appropriato.
Centrale in questa area di
competenze
È il pensiero critico
(critical understanding)
ovvero
la Valutazione
e la Riflessione sulle
conoscenze oggetto di
apprendimento
Esito interno
Riflessione
interculturale
Spostare e relativizzare
la struttura di
riferimento
Esito esterno
Interazione costruttiva
Evitare di violare le norme
culturali
Raggiungere obiettivi importanti
Attitudini
Valorizzare la diversità
culturale
Tollerare l'ambiguità
Conoscenze e abilità interculturali
Conoscenza e comprensione culturale
Capacità comunicative
Abilità di gestione dei conflitti
Capacità di creare sinergie
Dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
Pedagogista
Spirale del
processo di
apprendimento
della
competenza
interculturale
La spirale dell’apprendimento
dimostra che l’acquisizione della
competenza interculturale
richiede un apprendimento
perenne e che è parte del
continuo sviluppo personale.
LA COMPETENZA INTERCULTURALE
La competenza interculturale è la capacità
d’interagire efficacemente ed in maniera
appropriata in situazioni di carattere
interculturale; è sostenuta da specifiche
attitudini e peculiarità affettive, nonché da
conoscenze, abilità e riflessioni
(inter)culturali.
Modello dinamico di sensibilità
interculturale
negazione difesa
Minimi-
nizzazion
e
adattament
o
accetta
-zione
Integra-
zione
Fasi
etnocentriche
Fasi etnorelative
Assunto di fondo: più l’esperienza della differenza culturale è sofisticata, più
la competenza nelle relazioni interculturali cresce potenzialmente
Lo sviluppo di competenze interculturali può
essere riassunto in un modello di > o < sensibilità
interculturale corrispondente a sei fasi:
Negazione/Rifiuto
Difesa
Minimizzazione
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Adattamento
Integrazione
• Le persone non fanno più risalire le differenze ad un piano
comune, di tipo trascendente o universalistico, cioè nel
momento in cui non si sentono più obbligate a cercare nell’altro
la similarità con i proprio modi di pensare, di sentire e di
comportarsi.
• Cambiamento fondamentale al significato che attribuiamo alla
differenza
differenza
Preservare
categorie
Nuove
categorie
Accettazione : rispetto per le differenze in
merito ai comportamenti. Acquisizione della
consapevolezza dei propri riferimenti valoriali e della
costruzione culturale di questi valori. Percezione dei
valori stessi come processi e strumenti per
organizzare il mondo
Adattamento : sviluppo di atteggiamenti di
adattamento e abilità di comunicazione interculturale.
La conoscenza delle altre culture è abbinata a
un’intenzionalità nell’assumere la prospettiva
dell’altro. Ciò è reso possibile dalla flessibilità che si
acquisisce nella costruzione di categorie di
osservazione e di classificazione
Sfide cognitive:
Sviluppo delle identità culturale
Acquisizione di consapevolezza dei modelli etnici di identità
Integrazione : progressiva interiorizzazione
delle cornici di senso per integrarle nella
consapevolezza che il proprio sé è un processo
dinamico e la propria identità può essere definita
come “marginale”
Processo in continuo divenire. Le persone nello
stadio dell’integrazione sono già biculturali o
multiculturali, ma attraverso un’azione riflessiva
danno senso e coerenza all’esperienza di un sé
allargato
Sfide cognitive:
Acquisizione di modelli di mediazione culturale,
comprensione delle modalità multiculturali
COMPETENZE INTERCULTURALI PER
DOCENTI
- INTERPRETARE LE CULTURE
- RIDURRE E GESTIRE I PREGIUDIZI
- TROVARE ORIZZONTI CONDIVISI
INTERPRETARE LE CULTURE
Elementi chiave
GENERA NARRAZIONI
• Fa emergere il p.d.v. dell’altro ma non in forma
oppositiva ad altri pdv
• Promuove il racconto di sé, la narrazione di
esperienze
• Monitora l’evolversi di narrazioni e di relazioni
nel tempo
• Fa emergere e aiuta a riconoscere le diverse
istanze e credenze tra gli interlocutori
• Reperisce e fornisce informazioni adeguate su
credenze e tradizioni popolari altrui
• Si sofferma anche su aspetti percepiti come
superficiali o inutili
• Tollera lo sconcerto, il rifiuto, il fastidio, il non
capire
• Regge l’incertezza e dà tempo alle persone e
alle narrazioni
DIVERGE X CONVERGERE
• Non banalizza le posizioni percepite come divergenti o
differenti e le assume come significative
• Assume la significativà delle posizioni percepite come
differenti
• Riporta l’usanza a pratiche similari nostrane x analogia
CONTESTUALIZZA
• Sposta la riflessione sui soggetti (il bambino
Giorgio) nei loro contesti di vita e non sul loro
essere rappresentanti di tipologie di gruppi + ampi
• Situa le storie e le persone nei loro contesti
specifici riconoscendone i significati culturali e
sociali (famiglia, soggetti a supporto della famiglia,
quartiere, comunità territoriale, scuola, gruppo
docenti, gruppi sociali)
• Contestualizza gesti, azioni, espressioni in
relazione alla storia e alle esperienze vissute
• Sceglie come intervenire in base al tempo che ha
a disposizione e ai ruoli in gioco
RIDURRE E GESTIRE I PREGIUDIZI
Elementi chiave
RICONOSCE IL PREGIUDIZIO
• Riconosce le forme di pregiudizio esplicite e latenti
• De-etnicizza sguardi e letture andando di là da simboli
CULTURALI/RELIGIOSI più evidenti
• Permette che il pregiudizio dell’altro emerga
• Accoglie il preg come pensiero dell’altro
• Sospende il proprio giudizio
• Tollera lo sconcerto, il rifiuto, il fastidio, il non capire
SI DECENTRA
• Si mette nei panni dell’altro,
• Accompagna altri a ‘mettersi nei panni di’
• Assume altri punti di vista x comprendere quanto sta
accadendo: ‘e se fosse…’
• Riconosce le contraddizioni presenti nel proprio
sistema di riferimento
SOGGETTIVIZZAZIONE
• Accompagna e conduce l’interlocutore
dal generale (il pregiudizio) alla sua
storia e al suo sistema di relazioni (xchè
quel pregiudizio è significativo per te?)
• Sposta l’attenzione dal contenuto
specifico del pregiudizio
(il pregiudizio come attacco ai miei valori,
alle mie credenze, alla mia storia..)
alla dimensione relazionale o progettuale
(che cosa significa quel pregiudizio nella
nostra relazione e per proseguire…)
UTILIZZARE CODICI COMUNICATIVI INTERCULTURALI
questa competenza permette di
• Riconoscere codici comunicativi altrui e adattare i propri
• Ricercare codici nuovi per entrambi
• Stabilire condizioni comunicativi efficaci dal pdv
interculturale, basate su decentramento, riconoscimento
reciproco ed empatia
• Integrare forme comunicative diverse, valorizzando
l’azione comune, l’espressione di emozioni e sentimenti,
oltre che di pensieri e convinzioni,
TROVARE ORIZZONTI CONDIVISI
Competenza: Elementi chiave
Cosa significa? Riconoscere il carattere dinamico e soggettivo delle culture,
ridurre i pregiudizi ma anche e soprattutto, cercare un nuovo modo per
comprendere e agire nella situazione conflittuale o potenzialmente tale.
Quali competenze specifiche emergono?
1. Il professionista percepisce e riconosce il conflitto più o meno latente e le
difficoltà emotive e relazionali che ne conseguono
2. Riconosce il rischio di ‘spostare il problema’, poiché riportando il conflitto o il
problema su dimensioni formali o normative (voto, sgridata, ecc.) rischia di
eludere il nodo critico, il significato di quanto sta accadendo per i soggetti
coinvolti, è importante accogliere e interpretare i significati personali, culturali
dei comportamenti e delle parole di chi si ha di fronte
3. Riflette: ricerca e richiama alla memoria episodi passati proprie e delle
persone che ha di fronte per aiutare sé e gli altri ad entrare in una dinamica
interculturale, contestualizzare gesti azioni espressioni, ricompresi in
relazione a storie ed esperienze vissute dalle persone.
TROVARE ORIZZONTI CONDIVISI
SPECIFICHE DELLA COMPETENZA
FA EMERGERE PREGIUDIZI
• Riconosce forme esplicite e latenti
• Permette l’emersione del pregiudizio dell’altro
• Accoglie il pregiudizio come pensiero
dell’interlocutore che richiama altri pensieri, ipotesi,
valori, emozioni
CONTESTUALIZZA I CONFLITTI
• Percepisce i conflitti
• Sta nella situazione
• Prende tempo per comprendere
• Ricorda episodi precedenti
• Genera ricordi e rielaborazioni di esperienze
precedenti
• Riconosce significati culturali e personali di
posizioni e comportamenti percepiti come differenti
RICERCA CONVERGENZE
• Regge l’incertezza
dell’incomprensione/comprensione
• Assume le posizioni percepite come differenti
senza rinunciare a proporre posizioni differenti o
divergenti
• Riconsoce le differenze, ma ricerca gli elementi di
somiglianza
• Ricerca riferimenti analoghi (il velo per le suore)
• Riporta usanze o abitudini differenti a pratiche più
proprie: per analogia il non familiare a situazioni
note
• Fa emergere, rende visibili ed esercita, in
situazioni, valori e riferimenti etici comuni
• Ricerca possibili convergenze
• Monitora l’evolversi delle storie e delle relazioni
nel tempo
TROVARE ORIZZONTI CONDIVISI
questa competenza permette di
• Ascoltare persone e gruppi
• Far emergere pregiudizi
• Contestualizzare i conflitti
• Ricercare convergenze tra i soggetti
coinvolti nelle situazioni concrete
Chi agisce le competenze interculturali
SA ASCOLTARE
• Ascolta attivamente. Mentre ascolta, si pone domande su quanto sta
accadendo, si chiede come interagire in situazione, cosa rilanciare, cosa
specificare, ecc.
• Non si accontenta della prima intuizione o comprensione
• Attiva e supporta la comunicazione e l’interazione comunicativa per
ottenere informazioni dirette dai soggetti interessati e/o da altri fonti
attendibili per comprendere più a fondo
• Crea un clima emotivo favorevole curando la postura, l’abbigliamento, gli
sguardi, ecc.
• Gestisce il conflitto interno
• Riconosce e controlla le proprie reazioni emotive e viscerali (delusione,
rabbia, frustrazione, disagio..)
• Osserva e comprende la situazione cercando di cogliere e accogliere i
tanti e diversi elementi presenti nel contesto
• Verifica il proprio pensiero e le proprie parole in base ai feedback
dell’interlocutore
Bibliografia
• Milton J.Bennett ,Principi di comunicazione interculturali,Paradigmi e pratiche,
Franco Angeli, 2015.
• P. Reggio, M. Santerini ,Le competenze interculturali nel lavoro
educativo,Carocci,2014.
• Mariangela Giusti,Pedagogia interculturale. Teorie, metodologia,
laboratori,Laterza ,2005.
• E. Nigris ,Pedagogia e didattica interculturale,culture, contesti, linguaggi,
Pearson, 2015.
• M. Giovanna Onorati,Furio Bednarz,Giorgio Comi,Il professionista interculturale.
Nuove competenze nella società del cambiamento,Carocci ,2011.
• Anna Granata,Pedagogia delle diversità. Come sopravvivere un anno in una
classe interculturale,Caocci,2016.
• Bruno Ciancio, Sviluppare la competenza interculturale. Il valore della diversità
nell'Italia multietnica. Un modello operativo,Franco Angeli,2014.
• Agostino P.e P. Dusi, Neoliberalismo,educazione e competenze interculturali,
Franco Angeli,2016.

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  • 1. Master in “ORGANIZZAZIONE E GESTIONE DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE IN CONTESTI MULTICULTURALI”. LABORATORIO PEDAGOGIA INTERCULTURALE 2 La Competenza Interculturale dr.ssa Antonetta Cimmarrusti- Pedagogista- a.a. 2016-2017 Università di Foggia – Dipartimento Studi Umanistici
  • 4. INTERCULTURA Nuovo approccio a sé, al mondo e all’altro Co-costruzione di nuovi significati In questa direzione Centrale è il DECENTRAMENTO (di sé) Come via alla molteplicità di visioni Prospettive nuove generate dal confronto tra fonti del sapere diversa, Messa in relazione di storie , lingue, esperienze, scoperte La formazione dei professionisti dell’educazione dovrebbe avere su questo fronte un ruolo più incisivo per lo smantellamento della rappresentazione di questo mondo (come mondo) diviso, Un ruolo di conciliazione, una dilatazione del Noi Perregaux, 2010:172
  • 5. FINALITA' DEL PARADIGMA INTERCULTURALE 1. Allargamento conoscenze umanistiche per comprendere meglio i fenomeni dell’identità, dell’appartenenza, dell’alterità, dei rapporti di potere nei legami insegnante/allievi, insegnante/genitori 2. Strumenti teorici e didattici per praticare un approccio interculturale all’insegnamento-apprendimento 3. Sviluppo di competenze personali e interpersonali basato sul lavoro sui propri atteggiamenti e rappresentazioni x generare cambiamento di sé (cfr. Deardorff internal & esternal outcomes)
  • 6. FORMAZIONE di SE’ In questa ridefinizione sociale ed educativa, le poste in gioco sono alte. (...) La formazione degli insegnanti ha un ruolo di primo piano se è vero che (…) l’incontro e l’esperienza dell’altro non sono né semplici né spontanei, ma esigono un lavoro su di sé, sull’identità, sulle relazioni con l’altro e con l’ambiente. (Abdallah- Pretceille, Porcher, 1998; Perregaux, 2010: 178)
  • 7. Formazione insegnanti 3 dimensioni fondamentali PROSPETTIVA INTERCULTURALE • Acquisizione di conoscenze/contenuti: tematiche umane antropologiche – sociologiche – identitarie con particolare attenzione alla dimensione linguistica e comunicativa; • Sviluppo di abilità professionali: analisi e ricerca in, interpretazione dei significati connessi e veicolati da una cultura (quindi da una lingua); didattica interculturale; la riflessività; • Maturazione di atteggiamenti personali: acquisizione di un habitus interculturale dalla capacità di decentramento alla riduzione di stereotipi e pregiudizi; l’autoriflessività (su di sé e sulla propria esperienza)
  • 8. SVILUPPO PERSONALE “Chi insegna (…) è obbligato a far fronte ‘agli enigmi posti a volte dall’alterità’, decentrandosi rispetto al proprio ego, etno e socio-centrismo. A monte del curricolo, si pone dunque l’atteggiamento personale dell’insegnante. A partire da questi concetti, la formazione degli insegnanti deve essere ripensata su 3 assi: • ampliamento delle conoscenze nelle scienze umane • Costruzione di strumenti metodologico-didattici per insegnare le discipline in prospettiva interculturale • Lo sviluppo personale, per modificare il quale l’insegnante lavora sui propri stereotipi e pregiudizi” (Santerini, 2004: 274) per “acquisire una sensibilità ai fattori culturali che possono riguardare la comunicazione e sviluppare le capacità di interazione in situazione di mescolanza sociale, culturale e linguistica” (Allemann-Ghionda, 1999: 19)
  • 9. L’interculturale: un nuovo concetto • Implica 3 PROSPETTIVE in rapporto al termine CULTURA: 1. SOGGETTIVISTICA. Pone in luce la relazione tra due individui, ciascuno riconosciuto nella sua unicità (sesso, età, appartenenze, storia personale, ecc.) e nel suo modo di interpretare/costruire la cultura di origine (cultura soggettiva). 2. INTERAZIONISTA. Si pone in evidenza la dimensione dell’interazione, del rapporto che si instaura tra i soggetti coinvolti (individuale o collettivo) invece che sull’altro. 3. SITUAZIONALE. Pone in luce il contesto storico, economico e politico in cui avviene l’interazione (gerarchia di culture; forze economiche; rappresentazioni dell’altro; attualità; mass media, ecc.) che influiscono/condizionano il rapporto. (Cohen Emerique, 2010)
  • 10. CULTURA • La cultura era considerata (ed è tuttora considerata da molti) il modo di vivere di alcuni gruppi di persone in un determinato ambiente; persone che, a causa della propria cultura, si considerano membri dello stesso gruppo e che, sempre a causa della propria cultura, differiscono dai gruppi presenti in altre località. • Numerosi esponenti di spicco della teoria sociale e ricerche culturali degli anni ’90 hanno via via abbandonato il punto di vista per il quale la cultura può essere intesa come un’entità chiusa e statica, simile ad un’isola. • il concetto si è evoluto in “cultura come continuo mutamento” e dell’idea che le culture sono “entità” aperte, dinamiche e costantemente cangianti.
  • 11. ATTENZIONE !! … L’intercultura non riguarda solo “gli stranieri ”“gli immigrati”, “gli altri” !!! … L’intercultura riguarda “noi stessi”, il modo in cui viviamo e guardiamo il mondo. … Per questo la competenza interculturale parte dalla scoperta della nostra identità culturale, del nostro modo di interagire nel mondo.
  • 12. LE QUATTRO PRINCIPALI ESPRESSIONI CULTURALI 1. SIMBOLI: parole, gesti, immagini o oggetti che hanno un significato comprensibile solo ai membri della cultura, come la lingua, il modo di vestirsi, bandiere , simboli di status. 2. EROI : Persone, defunte/vive, vere o fittizie, che portano in sé delle caratteristiche che vengono stimate nella cultura in questione e che perciò funzionano da modello di comportamento per la società 3. RITI : il modo di salutarsi ,mostrare rispetto , oppure le cerimonie sociali e religiose 4. VALORI:influenzano come pensiamo, i principi che guidano le nostre scelte, le nostre priorità.Ci forniscono una mappa rispetto a come interpretare cosa accade attorno a noi, come poter risolvere problemi.
  • 13. IL MODELLO A CIPOLLA
  • 14. PER UN DOCENTE AUTOCONSAPEVOLEZZA CIRCA: I. LA PROPRIA CULTURA -CULTURAL FRAMES II. IL SISTEMA DI PENSIERO/DECENTRAMENTO III. LE PROPRIE EMOZIONI E PREGIUDIZI IV.RAPPORTO ESISTENTE TRA LINGUAGGIO E SIGNIFICATO nel CONTESTO SOCIALE V.PROPRIO STILE COMUNICATIVO
  • 15. La competenza è la "Capacità complessa ... che ... (è) strettamente correlato alla performance nelle situazioni della vita reale "(Hartig, Klieme & Leutner, 2008, p. v) Costrutto di competenza
  • 16. La competenza complessità del costrutto ( Pellerey, 2004; Castoldi, 2009) Dr.ssa Antonetta Cimmarrusti Progettare per Competenza 2016/2017
  • 17. IL CONCETTO DI COMPETENZA L’abilità di attivare e usare valori, attitudini, abilità, conoscenze e comprensioni significative al fine di rispondere in modo appropriato ed efficace alle richieste, ai cambiamenti e alle opportunità presenti in un contesto dato (Barrett et al. 2013)
  • 18. COMPETENZA Non ci sono le competenze in sé, ci sono soltanto le «persone competenti» (OCDE, Qualifications et compétences professionnelles dans l’enseignement technique et la formation professionnnelle. Évaluation et certification, Paris, OCDE, 1966).
  • 19. CONOSCENZE Risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento. Le conoscenze sono un insieme di fatti, principi , teorie e pratiche relative a un settore di lavoro o di studio. Le conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche.
  • 20. ABILITA’ Indicano le capacità di applicare conoscenze e di usare know-how per portare a termine compiti e risolvere problemi. Le abilità sono descritte come cognitive (comprendenti l’uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) o pratiche (comprendenti l’abilità manuale e l’uso di metodi, materiali, strumenti).
  • 21. COMPETENZE Comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e personale. Le competenze sono descritte in termini di responsabilità e autonomia.
  • 22. ATTEGGIAMENTI • Atteggiamenti/disposizioni della mente • Capacità di attivarsi a seconda di ciò che la situazione richiede: – Curiosità – Persistenza –Controllo dell’impulsività – accuratezza – … La ricerca cognitivista le ha anche chiamate disposizioni della mente
  • 23. LA COMPETENZA “La competenza non è uno stato o una conoscenza posseduta. Non è riducibile a un sapere, né a ciò che si è acquisito con la formazione. (…) La competenza non risiede nelle risorse (conoscenze, capacità, …) da mobilizzare, ma nella mobilizzazione stessa di queste risorse. (…) Qualunque competenza è finalizzata (o funzionale) e contestualizzata: essa non può dunque essere separata dalle proprie condizioni di “messa in opera”. (….) La competenza è un saper agire (o reagire) riconosciuto. (Le Boterf, De la Competénce, Paris, Les éditions d’Organisation, 1994). (Italia Forma, 2004).
  • 24. LA COMPETENZA E’UN PROCESSO DINAMICO Esso implica la Selezione, Attivazione, Organizzazione E coordinazione di Risorse psicologiche rilevanti Queste risorse si traducono nella capacità di assumere comportamenti efficaci ed adeguati per una data situazione (cf. Candelier et al., 2012 ; Jonnaert et al., 2006; Rychen & Salganik, 2003).
  • 25. COMPETENZE lL termine ‘competenze’ (al plurale) si riferisce alle risorse specifiche di un individuo (per es., specifici valori, attitudini, abilità, conoscenze e comprensioni) Messe in gioco e usate per assumere un comportamento competente.
  • 27. Competenza interculturale • Capacità di aumentare progressivamente la possibilità di comprendere la realtà e l’esperienza della differenza in maniera sempre più complessa Molti pensano che per avere competenze interculturali occorra sapere tutto su quanti più gruppi etnici possibili nel mondo, padroneggiare molte lingue, avere chiari riferimenti valoriali legati a usanze e comportamenti Può essere utile ma non produce necessariamente persone culturalmente sensibili e quindi competenti nella realtà in cui viviamo
  • 28. Competenza interculturale • Processo dinamico di crescita personale che include tutti e tre i livelli fondamentali dell’apprendimento : cognitivo, affettivo e comportamentale. oggettivi soggettivo Quando l’attenzione si sposta sul soggetto che apprende anziché sull’oggetto da apprendere, significa che siamo più interessati al modo con cui le persone costruiscono i significati e i costrutti con i quali interpretano la realtà
  • 29. LA COMPETENZA INTERCULTURALE La competenza interculturale non si presenta come una tra le possibili aggettivazioni di un costrutto oggi tanto diffuso quanto controverso, ma si delinea con una propria specificità e assume le connotazioni di una SENSIBILITA’ PERSONALE DEL PROFESSIONISTA ad agire i saperi posseduti In SITUAZIONI AD ELEVATA DIFFERENZIAZIONE CULTURALE” (M. Santerini, Introduzione. Competenze interculturali: ricerca e formazione, in Santerini, Reggio, 2014:11-12).
  • 30. AREE FONDAMENTALI Affettiva: MOTIVAZIONE – SENSIBILITA’ Cognitiva: CONOSCENZE Behavioral-actional: ABILITA’ Context: SITUAZIONE, CULTURA, CONTESTO RAPPORTI FUNZIONI, Outcomes: ADEGUATEZZA ED EFFICACIA PERCEPITE, COMPRENSIONE, SODDISFAZIONE, RISULTATI RAGGIUNTI (Lustig & Koesster, 2006)
  • 32. VALORI VALORI Sono • Convinzioni/credo generali • Attraverso I quali l’individuo valuta quali siano le cose importanti nella vita. • sono principi guida attraverso I quali noi prendiamo decisioni riguardanti l’agire • Hanno una qualità prescrittiva nell’indicare cosa si dovrebbe fare o pensare in molte situazioni differenti. Valori offrono criteri per: *Valutare azioni, le proprie e quelle altrui. *G i u s t i f i c a r e o p i n i o n i , attitudini e comportamenti. *Decidere tra più opzioni e alternative. *Decidere e pianificare I propri comportamenti. *Per tentare di influire sugli altri. (Schwartz, 1992, 2006).
  • 33. ABILITA’ (skills) • L’abilità può essere definita come la capacità di eseguire complessi e ben organizzati schemi sia di pensiero sia di azione in forma adattiva al fine di raggiungere un preciso risultato o scopo.(Reber, 1985).
  • 34. CONOSCENZE(Knowledge) La conoscenza può essere definita come L’insieme di informazioni che una persona possiede e La capacità di comprendere i significati che tali informazioni implicano e di usarle in modo appropriato. Centrale in questa area di competenze È il pensiero critico (critical understanding) ovvero la Valutazione e la Riflessione sulle conoscenze oggetto di apprendimento
  • 35. Esito interno Riflessione interculturale Spostare e relativizzare la struttura di riferimento Esito esterno Interazione costruttiva Evitare di violare le norme culturali Raggiungere obiettivi importanti Attitudini Valorizzare la diversità culturale Tollerare l'ambiguità Conoscenze e abilità interculturali Conoscenza e comprensione culturale Capacità comunicative Abilità di gestione dei conflitti Capacità di creare sinergie Dr.ssa Antonetta Cimmarrusti Pedagogista Spirale del processo di apprendimento della competenza interculturale
  • 36. La spirale dell’apprendimento dimostra che l’acquisizione della competenza interculturale richiede un apprendimento perenne e che è parte del continuo sviluppo personale.
  • 37. LA COMPETENZA INTERCULTURALE La competenza interculturale è la capacità d’interagire efficacemente ed in maniera appropriata in situazioni di carattere interculturale; è sostenuta da specifiche attitudini e peculiarità affettive, nonché da conoscenze, abilità e riflessioni (inter)culturali.
  • 38. Modello dinamico di sensibilità interculturale negazione difesa Minimi- nizzazion e adattament o accetta -zione Integra- zione Fasi etnocentriche Fasi etnorelative Assunto di fondo: più l’esperienza della differenza culturale è sofisticata, più la competenza nelle relazioni interculturali cresce potenzialmente
  • 39. Lo sviluppo di competenze interculturali può essere riassunto in un modello di > o < sensibilità interculturale corrispondente a sei fasi: Negazione/Rifiuto Difesa Minimizzazione Accettazione Adattamento Integrazione
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  • 43. • Le persone non fanno più risalire le differenze ad un piano comune, di tipo trascendente o universalistico, cioè nel momento in cui non si sentono più obbligate a cercare nell’altro la similarità con i proprio modi di pensare, di sentire e di comportarsi. • Cambiamento fondamentale al significato che attribuiamo alla differenza differenza Preservare categorie Nuove categorie
  • 44. Accettazione : rispetto per le differenze in merito ai comportamenti. Acquisizione della consapevolezza dei propri riferimenti valoriali e della costruzione culturale di questi valori. Percezione dei valori stessi come processi e strumenti per organizzare il mondo
  • 45. Adattamento : sviluppo di atteggiamenti di adattamento e abilità di comunicazione interculturale. La conoscenza delle altre culture è abbinata a un’intenzionalità nell’assumere la prospettiva dell’altro. Ciò è reso possibile dalla flessibilità che si acquisisce nella costruzione di categorie di osservazione e di classificazione Sfide cognitive: Sviluppo delle identità culturale Acquisizione di consapevolezza dei modelli etnici di identità
  • 46. Integrazione : progressiva interiorizzazione delle cornici di senso per integrarle nella consapevolezza che il proprio sé è un processo dinamico e la propria identità può essere definita come “marginale” Processo in continuo divenire. Le persone nello stadio dell’integrazione sono già biculturali o multiculturali, ma attraverso un’azione riflessiva danno senso e coerenza all’esperienza di un sé allargato Sfide cognitive: Acquisizione di modelli di mediazione culturale, comprensione delle modalità multiculturali
  • 47. COMPETENZE INTERCULTURALI PER DOCENTI - INTERPRETARE LE CULTURE - RIDURRE E GESTIRE I PREGIUDIZI - TROVARE ORIZZONTI CONDIVISI
  • 48. INTERPRETARE LE CULTURE Elementi chiave GENERA NARRAZIONI • Fa emergere il p.d.v. dell’altro ma non in forma oppositiva ad altri pdv • Promuove il racconto di sé, la narrazione di esperienze • Monitora l’evolversi di narrazioni e di relazioni nel tempo • Fa emergere e aiuta a riconoscere le diverse istanze e credenze tra gli interlocutori • Reperisce e fornisce informazioni adeguate su credenze e tradizioni popolari altrui • Si sofferma anche su aspetti percepiti come superficiali o inutili • Tollera lo sconcerto, il rifiuto, il fastidio, il non capire • Regge l’incertezza e dà tempo alle persone e alle narrazioni DIVERGE X CONVERGERE • Non banalizza le posizioni percepite come divergenti o differenti e le assume come significative • Assume la significativà delle posizioni percepite come differenti • Riporta l’usanza a pratiche similari nostrane x analogia CONTESTUALIZZA • Sposta la riflessione sui soggetti (il bambino Giorgio) nei loro contesti di vita e non sul loro essere rappresentanti di tipologie di gruppi + ampi • Situa le storie e le persone nei loro contesti specifici riconoscendone i significati culturali e sociali (famiglia, soggetti a supporto della famiglia, quartiere, comunità territoriale, scuola, gruppo docenti, gruppi sociali) • Contestualizza gesti, azioni, espressioni in relazione alla storia e alle esperienze vissute • Sceglie come intervenire in base al tempo che ha a disposizione e ai ruoli in gioco
  • 49. RIDURRE E GESTIRE I PREGIUDIZI Elementi chiave RICONOSCE IL PREGIUDIZIO • Riconosce le forme di pregiudizio esplicite e latenti • De-etnicizza sguardi e letture andando di là da simboli CULTURALI/RELIGIOSI più evidenti • Permette che il pregiudizio dell’altro emerga • Accoglie il preg come pensiero dell’altro • Sospende il proprio giudizio • Tollera lo sconcerto, il rifiuto, il fastidio, il non capire SI DECENTRA • Si mette nei panni dell’altro, • Accompagna altri a ‘mettersi nei panni di’ • Assume altri punti di vista x comprendere quanto sta accadendo: ‘e se fosse…’ • Riconosce le contraddizioni presenti nel proprio sistema di riferimento SOGGETTIVIZZAZIONE • Accompagna e conduce l’interlocutore dal generale (il pregiudizio) alla sua storia e al suo sistema di relazioni (xchè quel pregiudizio è significativo per te?) • Sposta l’attenzione dal contenuto specifico del pregiudizio (il pregiudizio come attacco ai miei valori, alle mie credenze, alla mia storia..) alla dimensione relazionale o progettuale (che cosa significa quel pregiudizio nella nostra relazione e per proseguire…)
  • 50. UTILIZZARE CODICI COMUNICATIVI INTERCULTURALI questa competenza permette di • Riconoscere codici comunicativi altrui e adattare i propri • Ricercare codici nuovi per entrambi • Stabilire condizioni comunicativi efficaci dal pdv interculturale, basate su decentramento, riconoscimento reciproco ed empatia • Integrare forme comunicative diverse, valorizzando l’azione comune, l’espressione di emozioni e sentimenti, oltre che di pensieri e convinzioni,
  • 51. TROVARE ORIZZONTI CONDIVISI Competenza: Elementi chiave Cosa significa? Riconoscere il carattere dinamico e soggettivo delle culture, ridurre i pregiudizi ma anche e soprattutto, cercare un nuovo modo per comprendere e agire nella situazione conflittuale o potenzialmente tale. Quali competenze specifiche emergono? 1. Il professionista percepisce e riconosce il conflitto più o meno latente e le difficoltà emotive e relazionali che ne conseguono 2. Riconosce il rischio di ‘spostare il problema’, poiché riportando il conflitto o il problema su dimensioni formali o normative (voto, sgridata, ecc.) rischia di eludere il nodo critico, il significato di quanto sta accadendo per i soggetti coinvolti, è importante accogliere e interpretare i significati personali, culturali dei comportamenti e delle parole di chi si ha di fronte 3. Riflette: ricerca e richiama alla memoria episodi passati proprie e delle persone che ha di fronte per aiutare sé e gli altri ad entrare in una dinamica interculturale, contestualizzare gesti azioni espressioni, ricompresi in relazione a storie ed esperienze vissute dalle persone.
  • 52. TROVARE ORIZZONTI CONDIVISI SPECIFICHE DELLA COMPETENZA FA EMERGERE PREGIUDIZI • Riconosce forme esplicite e latenti • Permette l’emersione del pregiudizio dell’altro • Accoglie il pregiudizio come pensiero dell’interlocutore che richiama altri pensieri, ipotesi, valori, emozioni CONTESTUALIZZA I CONFLITTI • Percepisce i conflitti • Sta nella situazione • Prende tempo per comprendere • Ricorda episodi precedenti • Genera ricordi e rielaborazioni di esperienze precedenti • Riconosce significati culturali e personali di posizioni e comportamenti percepiti come differenti RICERCA CONVERGENZE • Regge l’incertezza dell’incomprensione/comprensione • Assume le posizioni percepite come differenti senza rinunciare a proporre posizioni differenti o divergenti • Riconsoce le differenze, ma ricerca gli elementi di somiglianza • Ricerca riferimenti analoghi (il velo per le suore) • Riporta usanze o abitudini differenti a pratiche più proprie: per analogia il non familiare a situazioni note • Fa emergere, rende visibili ed esercita, in situazioni, valori e riferimenti etici comuni • Ricerca possibili convergenze • Monitora l’evolversi delle storie e delle relazioni nel tempo
  • 53. TROVARE ORIZZONTI CONDIVISI questa competenza permette di • Ascoltare persone e gruppi • Far emergere pregiudizi • Contestualizzare i conflitti • Ricercare convergenze tra i soggetti coinvolti nelle situazioni concrete
  • 54. Chi agisce le competenze interculturali SA ASCOLTARE • Ascolta attivamente. Mentre ascolta, si pone domande su quanto sta accadendo, si chiede come interagire in situazione, cosa rilanciare, cosa specificare, ecc. • Non si accontenta della prima intuizione o comprensione • Attiva e supporta la comunicazione e l’interazione comunicativa per ottenere informazioni dirette dai soggetti interessati e/o da altri fonti attendibili per comprendere più a fondo • Crea un clima emotivo favorevole curando la postura, l’abbigliamento, gli sguardi, ecc. • Gestisce il conflitto interno • Riconosce e controlla le proprie reazioni emotive e viscerali (delusione, rabbia, frustrazione, disagio..) • Osserva e comprende la situazione cercando di cogliere e accogliere i tanti e diversi elementi presenti nel contesto • Verifica il proprio pensiero e le proprie parole in base ai feedback dell’interlocutore
  • 55. Bibliografia • Milton J.Bennett ,Principi di comunicazione interculturali,Paradigmi e pratiche, Franco Angeli, 2015. • P. Reggio, M. Santerini ,Le competenze interculturali nel lavoro educativo,Carocci,2014. • Mariangela Giusti,Pedagogia interculturale. Teorie, metodologia, laboratori,Laterza ,2005. • E. Nigris ,Pedagogia e didattica interculturale,culture, contesti, linguaggi, Pearson, 2015. • M. Giovanna Onorati,Furio Bednarz,Giorgio Comi,Il professionista interculturale. Nuove competenze nella società del cambiamento,Carocci ,2011. • Anna Granata,Pedagogia delle diversità. Come sopravvivere un anno in una classe interculturale,Caocci,2016. • Bruno Ciancio, Sviluppare la competenza interculturale. Il valore della diversità nell'Italia multietnica. Un modello operativo,Franco Angeli,2014. • Agostino P.e P. Dusi, Neoliberalismo,educazione e competenze interculturali, Franco Angeli,2016.