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Processi di
apprendimento/insegnamento e TD
Modulo 10
Piano Nazionale di Formazione degli Insegnanti sulle
Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione
Ins. Landi Elisabetta
Scopo del modulo
Far comprendere:
 Quale ruolo giocano le TIC nei processi di
apprendimento/insegnamento e in particolare
quali sono le strategie di uso delle TIC per
realizzare apprendimenti individualizzati e
apprendimenti collaborativi
 I principi della didattica basata su progetti
 L’utilità di preparare comunicazioni didattiche
basate su TIC
10.1. Ruolo delle TIC nei processi di apprendimento
10.1.1.TIC per la ricerca e la condivisione dell’informazione
10.1.2.TIC come amplificatore delle capacità di comunicazione
10.1.3. TIC come supporto ai processi di apprendimento collaborativo
10.1.4. TIC come strumento di produttività individuale
10.1.5. TIC come amplificatore delle capacità espressive
9.2. Apprendimento individualizzato
10.2.1. Sistemi adattivi
10.2.2. Sistemi reattivi
10.2.3. Condizioni di uso a scuola
9.3. Apprendimento collaborativo
10.3.1. Definizione di apprendimento collaborativo
10.3.2. Strategie di apprendimento collaborativo
10.3.3. Apprendimento collaborativo in rete
Modulo 10 – Processi di
apprendimento/insegnamento e TD
Modulo 10 – Processi di
apprendimento/insegnamento e TD
10.4. Didattica basata su progetti interdisciplinari
10.4.1.Che cosa è un progetto interdisciplinare
10.4.2.Progettazione di un progetto
10.4.3.Realizzazione di un progetto
10.5. Progettazione e realizzazione di presentazioni basate su TIC
10.5.1.Preparazione di una comunicazione didattica
10.5.2.Strumenti di presentazioni basate su TIC
T.I.C.
TECNOLOGIE DELL’INFORMAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE
Le TIC consentono di:
 Accedere all’informazione
 Comunicare con altri
 Condividere materiali (produrre conoscenza insieme ad altri)
di conseguenza:
le TIC hanno un ruolo importante nei processi di
apprendimento/insegnamento
indice
10.1.1. TIC per la ricerca e la
condivisione dell’informazione
Accesso all’informazione:
attraverso CD-Rom tematici ed enciclopedie multimediali
(uso del computer non connesso in rete)
attraverso la ricerca in Internet
(modalità on-line: computer connesso in rete)
Comunicazione con altri:
attraverso sistemi di comunicazione sincrona e asincrona:
posta elettronica, chat, forum, ecc.
(Internet non ha limiti spaziali e temporali)
Condivisione delle conoscenze
(apprendimento collaborativo)
10.1.1. TIC per la ricerca e la
condivisione dell’informazione
Condivisione
10.1.1. TIC per la ricerca e la
condivisione dell’informazione
indice
tra studenti
apprendimento
collaborativo
tra docenti
scambio di informazioni
condivisione di materiali
condivisione di esperienze
elaborazione di progetti comuni
forme varie di cooperazione
In questo modo si supera l’isolamento del docente
indice
Internet non è solo una superstrada dell’informazione per arrivare
velocemente a ogni libro e a ogni biblioteca del mondo
La comunicazione tramite Internet elimina spazi e distanze,
ci rende tutti abitanti di un unico villaggio globale,
supera i riferimenti convenzionali legati allo spazio e al tempo.
La comunicazione attraverso Internet può essere
10.1.2. TIC come amplificatore delle
capacità di comunicazione
Internet è comunicazione e socializzazione tramite modi e
forme del tutto nuovi.
sincrona o asincrona
Comunicazione sincrona (in tempo reale)
CHAT
VIDEO-CONFERENZA
Il termine (chiacchierata) indica una
comunicazione in tempo reale. Poiché è una
scrittura veloce, i testi che appaiono sullo
schermo, si presentano con tutti gli errori di
battitura. Si usano, inoltre, per velocizzare la
comunicazione, abbreviazioni di vario genere.
Si tratta di un collegamento a distanza sincrono
in modalità audio-video. La caratteristica è quella
di riprodurre le tecniche della comunicazione in
presenza.
10.1.2. TIC come amplificatore delle
capacità di comunicazione
esempio di chat
Comunicazione asincrona (in tempo differito)
E-MAIL
MAILING-LIST
Sono i messaggi spediti tramite posta elettronica. Il
dialogo è un po’ più formalizzato di quello delle chat,
perché si ha più tempo per rivedere il messaggio. Al
messaggio possono essere allegati anche file.
(lista di discussione) Utilizza la posta elettronica. Basta
iscriversi a una mailing-list e i messaggi inviati
arriveranno a tutte le caselle postali degli
iscritti.
NEWSGROUP
FORUM
Un newsgroup è molto simile a una bacheca pubblica
dove le persone leggono, inseriscono e rispondono ai
vari messaggi. Sono divisi per argomenti.
E’ una sorta di comunicazione di gruppo in tempo
differito sui più svariati argomenti
10.1.2. TIC come amplificatore delle
capacità di comunicazione
tra alunni appartenenti a scuole e paesi diversi che condividono progetti e
collaborano per un obiettivo comune
In queste comunità:
 l’apprendimento è inserito in un’esperienza sociale
 si annulla l’isolamento del singolo (o della classe)
 si valorizzano i rapporti di gruppo
 viene favorito il processo di costruzione della conoscenza
Si parla di ambienti di apprendimento costruttivisti nei quali gli alunni
costruiscono la propria conoscenza lavorando insieme ed usando una molteplicità
di strumenti comunicativi ed informativi
10.1.2. TIC come amplificatore delle
capacità di comunicazione
Grazie alle TIC (in particolare alla rete)
è possibile formare
comunità virtuali
di apprendimento
Le TIC facilitano la comunicazione anche in progetti di
didattica collaborativa
 tra classi dello stesso istituto
 nell’ambito della stessa classe
perché davanti a un computer gli alunni sono portati a:
 confrontarsi
 aiutarsi
 cercare insieme soluzioni
 dare opinioni, ecc.
10.1.2. TIC come amplificatore delle
capacità di comunicazione
indice
Inoltre attraverso le TIC il docente stesso può rendere efficace la propria
comunicazione realizzando ad esempio delle presentazioni (PowerPoint) a
supporto della lezione frontale
indice
E’ un processo che enfatizza, all’interno del gruppo, l’impegno di alunni e
docenti, finalizzato al raggiungimento di nuove abilità e competenze
attraverso la condivisione di informazioni e conoscenze.
Apprendimento collaborativo
Kaye, ricercatore della Open University, spiega ciò che non è “apprendimento
collaborativo”
Non è “apprendimento collaborativo” un modello educativo tradizionale
 che si basa sulla trasmissione del sapere
 dove la principale attività di apprendimento è lo studio individuale
 in cui le fonti di informazione sono i libri e il docente
 dove l’autorità e la conoscenza si identificano con il docente
10.1.3. TIC come supporto ai processi di
apprendimento collaborativo
10.1.3. TIC come supporto ai processi di
apprendimento collaborativo
L’apprendimento collaborativo affonda le sue radici nel costruttivismo sociale
Elementi costitutivi degli ambienti di apprendimento secondo il costruttivismo sociale
 Eterogeneità tra i componenti della comunità di apprendimento (alunni,
docenti, esperti)
 Condivisione degli obiettivi e ripartizione dei compiti
 Valorizzazione di ogni membro e dei talenti di ognuno
 Presenza di una forte base dialogica
 Insegnamento incentrato su chi apprende
 Considerazione degli alunni come costruttori attivi di conoscenza
 Costruzione di qualcosa di nuovo: il risultato ottenuto supera spesso i
singoli contributi (il tutto non è la somma delle parti)
I nuovi strumenti tecnologici possono diventare preziosi strumenti per la
progettazione di ambienti nei quali si costruisce il sapere (costruttivismo)
collaborando e cooperando
indice
Due esempi di apprendimento collaborativo in rete
(in rete si possono trovare numerose opportunità di progetti collaborativi a
distanza)
 Un Atlante per gli alunni
Uno spazio di comunicazione e di didattica in rete a disposizione dei docenti e
degli studenti offerto dalla GARAMOND. Ogni insegnante abbonato a E-Prof
può registrare gratuitamente fino a 30 suoi alunni alla comunità di Atlante
Ragazzi e realizzare con loro attività educative on-line.
 Kidlink è un'organizzazione senza scopo di lucro il cui intento è quello di raggruppare
il maggior numero possibile di giovani fino al termine della scuola secondaria  per
coinvolgerli in un dialogo globale attraverso una Rete personale.
Leggi cosa è KIDLINK.
Visita la pagina di presentazione degli alunni della scuola “Marconi ” di Martina
Franca che partecipano al progetto
10.1.3. TIC come supporto ai processi di
apprendimento collaborativo
Attraverso le TIC è possibile realizzare un clima educativo e didattico
che valorizza l’autonomia, le differenze individuali, le scelte
personali e che mira:
 allo sviluppo di processi di autoapprendimento (l’imparare ad imparare)
 alla crescita di autostima negli alunni con difficoltà di apprendimento
 all’uso dell’errore come stimolo positivo
 a garantire tempi e modalità di apprendimento adatte a ciascuno
 alla valorizzazione delle doti di ogni alunno
 a un ruolo di docente che diventa tutor, facilitatore del processo di
apprendimento dell’allievo
Le TIC diventano un mezzo attraverso cui il docente può migliorare la
produttività individuale degli studenti facendo leva anche sulla motivazione e
sull’interesse che mostrano gli alunni nelle attività al computer
10.1.4. TIC come strumento di
produttività individuale
indice
L’alunno può svolgere con il computer attività di vario tipo usando:
 software tutoriale ed esercitativo in cui vengono presentati
dei contenuti e poi delle esercitazioni di verifica
 software di consultazione multimediale e di navigazione
ipermediale che abitua l’alunno ad attività esplorative e di ricerca
 software applicativo (word processor, editor grafici e musicali…)
che permette l’uso del computer nella normale attività didattica
come strumento per esprimersi e comunicare
 sistemi-autore per la creazione di prodotti ipermediali
 Internet
10.1.4. TIC come strumento di
produttività individuale
indice
Queste attività vanno svolte rispettando il ritmo di apprendimento di ciascuno
indice
10.1.5. TIC come amplificatore
delle capacità espressive
Le TIC amplificano, nella scuola, la possibilità di comunicare realmente con altri
individui. Questo facilita la motivazione dello “scrivere correttamente”:
scrivere e dunque comunicare diventa molto più significativo rispetto
all’esercizio svolto (senza un fine reale se non quello della correzione) sul
quaderno. Si scrive per uno scopo ben preciso e questo dà un senso alla
comunicazione. Come diceva il prof. Alfio Zoi “Lo scolastichese non esiste”.
L’introduzione del computer nella pratica didattica suscita sempre
negli alunni interesse e motivazione
Il computer è un facilitatore relazionale prima ancora che un
facilitatore cognitivo e può amplificare le potenzialità
espressive e comunicative dell’alunno
Obiettivo fondamentale della scuola
far conseguire la capacità di usare il codice verbale
saper comunicare e sapersi esprimere correttamente
computer come
facilitatore
relazionale
computer come
amplificatore delle
capacità espressive
indice
Alcuni esempi:
Lo scambio di e-mail tra alunni di scuole diverse. Gli
studenti scrivono le loro lettere che poi vengono inviate
attraverso la posta elettronica alla scuola destinataria.
La condivisione di materiale o di esperienze di studio realizzate in
classe attraverso la rete e dunque la produzione di pagine web.
Anche in questo caso gli alunni sono “costretti” ad essere molto attenti
alla correttezza della comunicazione
10.1.5. TIC come amplificatore
delle capacità espressive
Esempio di comunicazione in rete
10.2.1. Sistemi adattivi
Propongono contenuti e percorsi differenti a seguito dei diversi
comportamenti degli utenti ma all’interno di una struttura di presentazione
dei contenuti precostituita.
L’utente ha poco spazio di azione: è esecutore di comandi e percorsi.
L’iniziativa è sempre gestita dal sistema che individualizza gli interventi
in base alle risposte ricevute
indice
Negli Stati Uniti
vennero chiamati
CAI
(Computer Assisted
Instruction)
Sono denominati
anche
CBT
(Computer Based
Training)
Si tratta di programmi orientati a supportare o sostituire
l’insegnante (computer come tutor)
10.2.1. Sistemi adattivi
indice
(o Istruzione Programmata)
Presenta delle
informazioni seguite dalla
verifica dell’avvenuta
comprensione. La
somministrazione è
individuale e si basa sul
trinomio stimolo-risposta-
rinforzo
Sebbene i CAI siano stati spesso criticati risultano particolarmente utili in ambito
scolastico quando si vuole far acquisire competenze di base a soggetti in
difficoltà per i quali è necessario allenamento ed esercizio
Software esercitativo Software tutoriale
Somministrazione di quesiti
su determinati argomenti il cui
livello viene definito
direttamente dall’utente o
dall’insegnante o definito dal
sistema in base ad alcune
risposte iniziali dell’utente
10.2.2. Sistemi reattivi
L’utente è attivo, creativo, motivato, costruttore di conoscenza
condivisa attraverso la discussione in gruppo.
Si tratta in particolare di giochi e simulazioni.
Vengono definiti non come “programmi didattici” ma come
“ambienti di apprendimento”
indice
Negli Stati Uniti
vennero chiamati
CAL
(Computer Assisted
Learning)
Si tratta di programmi più centrati
sull’apprendimento che
sull’insegnamento, gestiti in buona
parte dall’allievo a cui viene lasciato
un sufficiente spazio di iniziativa.
Sono ambienti entro i quali
risolvere problemi, individuare
soluzioni, prendere decisioni.
10.2.1. Sistemi reattivi
Esempi:
 giochi didattici
www.simcity.com
http://www.mamamedia.com/
 Software di simulazione
http://www.ba.infn.it/~zito/museo/leonardoen.html
 Micromondi per l’apprendimento (esempio il LOGO di Papert)
è lo studente che "programma" il computer al fine di costruire
meglio i propri apprendimenti
(Micromondi della Garamond)
10.2.1. Sistemi reattivi: il LOGO
Il LOGO è un ambiente di apprendimento attivo e costruttivo,
È l’unico linguaggio pensato e sviluppato per la didattica
Offre all’allievo due possibilità:
Quella di impartire
comandi e di poter
verificare passo dopo
passo la correttezza delle
operazioni attraverso
l’output grafico (geometria
della tartaruga)
Quella di dare un nome alla
sequenza di operazioni e
creare programmi (le
procedure) che possono
essere richiamati attraverso
il solo nome
esempio esempio
E’ stato concepito quando, alla fine degli anni ’70 delle nuove idee cambiarono l’uso del computer
nella didattica considerandolo uno strumento che doveva solo eseguire, mentre veniva valorizzata
l’iniziativa dell’utente a cui era affidata la gestione del sistema
10.2.1. Sistemi reattivi: il LOGO
Obiettivo di Papert (inventore del LOGO)
non era quello di formare dei “programmatori in erba”, ma
Il Logo è stato concepito da Papert come un “ambiente di apprendimento”, una
serie di “”micromondi” dove inventare progetti e costruire saperi significativi e
condivisi.
utilizzare la programmazione come uno strumento potente per
“concepire ed esprimere progetti personali, carichi di
significati”.
Il LOGO è presente in versioni ultime
sempre più multimediali
(vedi MICROMONDI della Garamond)
10.2.1. Sistemi reattivi: il LOGO
Si tratta di progetti essenzialmente grafici, pagine di disegni e testi scritti, con
animazioni grafiche. Creando e scegliendo oggetti e personaggi del sistema
da simulare e impostando delle animazioni grafiche per ciascuno di essi si
può rappresentare un modello che simula, attraverso l’animazione, delle
situazioni.
In questo semplice esempio,
realizzato dagli alunni della
scuola elementare di
Locorotondo, sono stati
programmati i colori che
permettono la visualizzazione
delle province della relativa
regione
10.2.1. Sistemi reattivi: il LOGO
La filosofia del Logo si basa su alcuni principi:
 Essere protagonisti: come diceva Papert “L’allievo programma il computer
e non si fa da lui programmare”
 Usare per imparare: dare più spazio all’apprendimento che
all’insegnamento. Si apprende sia attraverso il feedback che dà il sistema, sia
attraverso il rapporto tra pari: gli alunni interagiscono tra loro in un continuo e
reciproco scaffolding (sostegno)
 Pensare concretamente: Papert, allievo di Piaget, era convinto che
qualsiasi teoria nasce da una esperienza pratica.
Intervista con Seymour Papert di Francesca Leoni
10.2.1. Sistemi reattivi: il LOGO
indice
 Decentrare i punti di vista: nella geometria della tartaruga il soggetto viene
coinvolto anche a livello corporeo, in quanto muovendo la tartaruga è
necessario il confronto tra l’orientamento del proprio corpo e quello della
tartaruga sullo schermo
 Individuare e risolvere problemi: gli ambienti o micromondi diventano
vere e proprie “palestre cognitive” dove vengono individuati e risolti problemi.
 Imparare sbagliando: l’errore diventa positivo in quanto permette di
imparare riflettendo sui propri errori.
Leggi l’articolo “Papert, un po’ scienziato e un po’ filosofo”
Le TIC permettono l'individualizzazione dello studio, mediante sistemi
adattivi e reattivi.
La multimedialità e l'interattività producono molto più interesse di una
lezione frontale tradizionale stimolando i processi di apprendimento.
Un problema generale può essere il rapido “invecchiamento” delle
apparecchiature hardware e anche del software didattico.
Per questo il problema principale diventa quello del reperimento di
nuovo software, adatto agli utenti o di ricerca di risorse in Internet.
Spesso il docente arriva alla necessità di produrre software ad hoc.
Ma questo richiede competenza e tempo!
indice
10.2.3. Condizioni di uso a scuola
Esempio di progetto di inserimento delle TIC nelle
normali attività curricolari “San Marco:una scuola on-line”
10.3.1. Definizione di apprendimento
collaborativo
A. Kaye dà questa definizione di apprendimento collaborativo:
Collaborare (co-labore) vuol dire lavorare insieme, il che implica
una condivisione di compiti e un'esplicita intenzione di aggiungere
valore, per creare qualcosa di nuovo o differente attraverso un
processo collaborativo deliberato e strutturato, in contrasto con
un semplice scambio di informazioni o esecuzione di istruzioni.
Un'ampia definizione di apprendimento collaborativo potrebbe
essere l'acquisizione da parte degli individui di conoscenze, abilità
o atteggiamenti che sono il risultato di un'interazione di gruppo.
L’apprendimento collaborativo
(Cooperative Learning)
indice
10.3.1. Definizione di apprendimento
collaborativo
Secondo Kaye affinché si realizzi una efficace collaborazione
sono necessari questi fattori:
l'interdipendenza tra i membri del gruppo nella realizzazione di
un compito;
Un senso di responsabilità per il gruppo e i suoi obiettivi
(condivisione dei compiti);
L’attenzione alle relazione interpersonali per la gestione dei
processi di gruppo;
la finalità di costruire insieme nuovi significati attraverso
l’interazione con gli altri (il tutto è di più della somma delle
singole parti).
10.3.1. Definizione di apprendimento
collaborativo
Lo psicologo russo Lev Vygotskij parla di zona di sviluppo prossimale: cioè
sotto la guida, sostegno (scaffolding) di un adulto o di un pari più capace l’alunno
può andare oltre il limite che non oltrepasserebbe con le sue sole forze. 
Secondo Vygotskiy e Bruner l’apprendimento è un’attività che si svolge in
comune.
Gli studi sulle strategie di apprendimento collaborativo supportato dalle TIC devono
molto anche a Piaget ed al costruttivismo. Piaget sottolinea il concetto di sapere
come costruzione personale dell'individuo.
Elementi dell’apprendimento collaborativo:
superamento della rigida distinzione dei ruoli tra insegnante/alunno
il docente diventa un facilitatore dell’interazione
il computer stesso diventa un facilitatore relazionale
superamento del modello trasmissivo della conoscenza
il sapere si costruisce insieme in una “comunità di apprendimento”
10.3.1. Definizione di apprendimento
collaborativo
il modello costruttivista dell’apprendimento
comunità
reali
comunità
reali
SA
A
AA
A
A
I A
comunità
virtuali
comunità
virtuali
Gruppi di lavoro
Gruppi di studio
Comunità di lavoro
Comunità di apprendimento
Groupware
Lavoro collaborativo
supportato dalle TIC
S=sapere
A=allievo
I=insegnante
indice
10.3.1. Strategie di apprendimento
collaborativo
Un esempio : il metodo Jigsaw
È un metodo “a incastro” descritto per la prima volta da Aronson nel
1978. Si può suddividere in 5 fasi che nel loro insieme formano un ciclo di
ricerca:
 Prima fase: gli alunni scelgono un tema attraverso il brain stormnig.
L’argomento deve essere ampio per essere affrontato a più livelli
 Seconda fase: l’argomento viene suddiviso in sotto-argomenti: uno
per ogni gruppo
 Terza fase: ogni gruppo lavora su un sotto-argomento utilizzando
materiale vario tra cui le TD
 Quarta fase: si scompongono i gruppi e se ne formano altri in cui ci
sia uno studente esperto di ogni sotto-argomento
 Quinta fase: lo studente esperto spiega agli altri la parte che conosce
e verifica l’apprendimento dei compagni
indice
10.3.1. Strategie di apprendimento
collaborativo
Un esempio: il metodo Jigsaw
Gruppo 1
Sotto-argomento 1
Gruppo 2
Sotto-argomento 2
Gruppo 3
Sotto-argomento 3
Gruppo 4
Sotto-argomento 4
10.3.1. Strategie di apprendimento
collaborativo
Scomposizione e ricomposizione dei gruppi
In ogni nuovo gruppo c’è un allievo-esperto di un sotto-argomento
Allievo esperto del
sotto-argomento 2
Allievo esperto del
sotto-argomento 1
Allievo esperto del
sotto-argomento 3
Allievo esperto del
sotto-argomento 4
indice
10.3.3. Apprendimento collaborativo
in rete
 L’apprendimento collaborativo attraverso la rete ha le stesse
caratteristiche dell'apprendimento collaborativo nell'ambito della
classe solo che l’interazione avviene attraverso la telematica
 Si creano gruppi di studenti e docenti che lavorano con
studenti di altri istituti, anche molto distanti per un
progetto comune (tramite chat, e-mail, videoconferenze…):
Internet infatti elimina spazi e distanze
 L'apprendimento collaborativo coinvolge così più classi creando
dei circoli di apprendimento (learning circles)
indice
10.3.3. Apprendimento collaborativo
in rete
In rete si trovano:
 esempi di progetti di didattica collaborativa
http://www.eun.org
 siti che offrono la possibilità alle scuole di partecipare a progetti da realizzare
insieme in rete
Un Atlante per gli alunni
 possibilità di accedere a corsi on-line per insegnanti.
La Garamond con i suoi corsi offre un modello di formazione in rete che si
basa sulla cooperazione e sulla costruzione condivisa del sapere.
L’Università di Padova offre Corsi di Perfezionamento on-line
 possibilità di accedere a progetti collaborativi a distanza tra docenti
(esempio della Garamond: produzione di materiale per il Piano di Formazione per
le TIC)
CORSI ON-LINE
FAD
Formazione a Distanza
ODL
Open Distance Learning
10.3.3. Apprendimento collaborativo
in rete
FORMAZIONE IN PRESENZA
Il vantaggio è la forte interattività che si crea tra
insegnanti/allievi e tra allievi/allievi, ma c’è poco spazio
per una personalizzazione dei percorsi.
FORMAZIONE A DISTANZA
Sono i corsi per corrispondenza. Hanno il vantaggio
dell’indipendenza spazio/temporale, ma si rivolgono ad
allievi che non entrano mai in contatto tra loro e
pertanto non vi è una dimensione sociale
dell’apprendimento.
FORMAZIONE IN RETE
Nella formazione in rete si integrano le metodologie
fondate sulle pratiche didattiche collaborative e quella
fondata sullo studio individuale e assistito da tutor.
Nell’ultimo decennio si è diffuso il termine di Open
Distance Learning (apprendimento aperto e a
distanza, con l’uso delle tecnologie dell’informazione e
della comunicazione)
Formazione in
presenza
FAD
Formazione a Distanza
(di I e II generazione)
ODL
Open Distance Learning
(FAD di III generazione)
10.3.3. Apprendimento collaborativo
in rete
FAD
Formazione a Distanza
(di I e II generazione)
FAD
Formazione a Distanza
(di I e II generazione)
Formazione in
presenza
Formazione in
presenza
ODL
Open Distance Learning
(FAD di III generazione)
ODL
Open Distance Learning
(FAD di III generazione)
Forte interattività
Dipendenza spazio-temporale
Comunicazione
Uno a uno
Uno a molti
Molti a molti
Uso di materiale a stampa (Igen)
e di mezzi multimediali (II gen)
indipendenza spazio-temporale
Comunicazione
Uno a uno (I gen)
Uno a molti (II gen)
Uso delle nuove tecnologie
Indipendenza spazio-temporale
Comunicazione
Uno a uno
Uno a molti
Molti a molti
10.3.3. Apprendimento collaborativo
in rete
FAD
Formazione a Distanza
(di I generazione)
ODL
Open Distance Learning
(FAD di III generazione)
FAD
Formazione a Distanza
(di II generazione)
Il termine di Open Distance Learning combina due
concetti:“apprendimento aperto”
“apprendimento a distanza”
e comprende l’uso delle tecnologie dell’informazione e della
comunicazione (TIC). Consente:
•         l’individualizzazione dei messaggi di apprendimento e la
responsabilizzazione degli allievi
•         l’uso di tecnologie di comunicazione tra docenti-esperti-
tutor-allievi per superare la separazione di spazio e di tempo
Comunicazione uno a uno, uno a molti e molti a molti
Scuole per corrispondenza. Materiale a
stampa che viaggia per posta.
Comunicazione uno a uno.
Uso integrato di materiali a stampa e di
mezzi multimediali (televisione,
registrazioni e anche software didattico).
Comunicazione uno a uno e uno a
molti.
10.3.3. Apprendimento collaborativo
in rete
I vantaggi dei corsi on-line sono diversi:
 Indipendenza spazio-temporale. La formazione in rete supera le
distanze
 Si hanno le condizioni favorevoli per un apprendimento basato sulle
dinamiche di interazione tra studenti e docenti o tra studenti
– studenti (comunicazione molti-a-molti, uno-a-molti, uno-a-uno)
 Utilizzo di nuove forme di comunicazione (chat – forum – e-
mail…)
 Flessibilità: i corsi on-line si adattano e si modificano in base alle
necessità didattiche
 La valutazione in itinere è possibile molto più che nei corsi in
frequenza perché l’interazione costante tra studente e tutor
permette tale valutazione e quindi la possibilità di modellare
l’intervento formativo in base alle esigenze dei partecipanti
indice
Ruolo del tutor
A un tutor di corsi on-line si richiede
 Competenze pedagogiche (saper creare il gruppo, flessibilità, intrecciare i
diversi contributi, non essere autoritario…)
 Competenza organizzativa (rispondere puntualmente, essere paziente,
fornire un guida procedurale, monitorare costantemente l’ambiente…)
 Competenze sociali (aiutare chi all’inizio si limita a “guardare”, favorire le
presentazioni, essere attento ai diversi comportamenti…)
Ruolo del corsista
Al corsista si richiede
 Conoscenze hardware e software per l’accesso remoto alle diversi fonti
informative
 Capacità di gestire materiali in forma elettronica
 Capacità d’uso dei media informatici
 Capacità comunicative
E’ interessante l’ articolo di Francesco Leonetti sul ruolo del corsista dei corsi on-line
10.3.3. Apprendimento collaborativo
in rete
10.3.4. Condizioni di uso
a scuola
indice
I Circoli di apprendimento
Nei Circoli di Apprendimento, i gruppi sono le singole classi composte dagli
insegnanti e dagli studenti che interagiscono telematicamente per il
conseguimento di un obiettivo comune
 Il Circolo di Apprendimento si forma scegliendo un argomento su cui
lavorare. Ci si incontra telematicamente per conoscersi.
 Ogni classe prepara un progetto per eseguire il proprio compito che viene
valutato dai gruppi del Circolo di Apprendimento.
 Gli alunni lavorano per l’esecuzione del compito con la collaborazione degli
insegnanti delle altre località e del coordinatore del Circolo di Apprendimento
 Ogni classe del Circolo di Apprendimento organizza tutto il materiale che viene
pubblicato nello spazio dedicato ai lavori prodotti da ciascuna classe
 Si valuta il lavoro finale che comprende la produzione dei vari gruppi (classi)
10.4.1. Che cosa è un progetto
interdisciplinare
La progettazione per progetti didattici (o per significati) rispetto a quella per unità
didattiche
 è centrata sugli allievi e sui loro bisogni
è più adatta ad affrontare tematiche interdisciplinari
utilizza il metodo della ricerca e dell’esplorazione
utilizza metodologie cooperative
è facilitata dalle TIC che, grazie all’utilizzo di più codici, favoriscono il sapere
interdisciplinare
Il sapere interdisciplinare è la capacità di mettere in relazione saperi di
ambiti disciplinari diversi per un obiettivo comune
indice
10.4.2. Progettazione di un progetto
interdisciplinare
Per la progettazione di un progetto interdisciplinare è necessaria
la costituzione di un gruppo di progetto che definisce:
 Finalità
Si definiscono le finalità generali del progetto
 Partecipanti
Si individua il numero di scuole e di classi partecipanti (il progetto può coinvolgere una sola
scuola o più scuole)
 Obiettivi
Si elencano gli obiettivi che si intendono raggiungere
 Organizzazione
Si definisce il numero di ore totali e di moduli
 Metodologia e attività
Viene ipotizzato uno schema delle attività e della metodologia da adottare
 Tempi (progettazione-realizzazione-diffusione-valutazione)
Viene definito l’arco di tempo entro il quale deve svolgersi il progetto prevedendo anche i
tempi delle diverse fasi
1.Progettazione (preparazione del progetto)
2.Realizzazione del progetto
3.Diffusione (presentazione dei materiali prodotti)
4.Valutazione e monitoraggio
indice
indice
10.4.2. Progettazione di un progetto
interdisciplinare
 Spazi
Vengono identificati gli spazi di attuazione del
progetto (aule, laboratori, luoghi del territorio,
ecc)
 Prodotti finali
Si può trattare di elaborati fotografici, grafici e
scritti da presentare in una eventuale mostra o
documenti multimediali e ipertestuali (CD Rom)
 Strumenti per la verifica finale
Questionari, schede di analisi
 Risorse
Sono risorse umane (responsabile di progetto,
docenti, esperti, ecc) e materiali (laboratori e
attrezzature delle scuole)
 Costi
 Schede dettagliate delle attività
Esempio: progetto Heliantus (sotto-progetto:
“Prevenire per non intervenire”)
indice
10.4.2. Realizzazione di un progetto
interdisciplinare
La buona realizzazione di un progetto dipende da una buona progettazione
Seguono le fasi della diffusione e della valutazione del progetto
Esempio di progetto interdisciplinare realizzato a Locorotondo a.s.2000/2001
ISTITUTO TECNICO AGRARIO STATALE
"BASILE-CARAMIA"
SCUOLA MEDIA STATALE
"G. OLIVA"
LOCOROTONDO (BA)
 PROGETTO DI CONTINUITA' DIDATTICA
TRA SCUOLE MEDIE DI PRIMO E SECONDO GRADO
 
IL PAESAGGIO RACCONTA LA STORIA DELLA VALLE DEI TRULLI
indice
10.5.1. Preparazione di una
comunicazione didattica
Per una comunicazione efficace occorre tener conto di vari
elementi:
 lo scopo (informativo, ludico, formativo..)
 il target (bambini, adulti, specialisti…, la quantità di persone…)
 l’informazione (scelta dei contenuti)
 la forma (emotiva, conativa, metalinguistica)
 i tempi
 il linguaggio da utilizzare (verbale, iconico, filmico, sonoro,
audiovisivo…)
 le tecnologie disponibili
10.5.1. Preparazione di una
comunicazione didattica
E’ necessaria una grande attenzione nel preparare una comunicazione
didattica. E' quindi fondamentale progettare bene tutte le fasi che
precedono la realizzazione della comunicazione
Revisione finale
Fase quadro
Schema complessivo della comunicazione: delimitazione
dell’argomento, stesura della mappa concettuale, scelta
del linguaggio da adottare, considerazione dei tempi e delle
tecnologie disponibili…
Realizzativa
Ideativo-propositiva
Reperimento e predisposizione di strumenti e materiali
Chiarisce le linee generali dell’intervento comunicativo: gli
obiettivi e l’argomento, il destinatario
Organizzativa
Realizzazione del prodotto(stesura del testo verbale,
preparazione delle immagini, preparazione di lucidi,
realizzazione di ipertesti o ipermedia, … a seconda delle
scelte fatte in precedenza).
il prodotto viene valutato rispetto a quanto era stato
definito durante la fase ideativo-propositiva
indice
Il principale strumento per realizzare presentazioni, abbastanza facile
da usare, è Power Point della Microsoft. Può essere utilizzato
nell'insegnamento di qualsiasi materia. La comunicazione didattica risulta più
efficace della lezione frontale grazie all’uso delle immagini e quindi di una
comunicazione più visiva e immediata.
indice
10.5.2. Strumenti di presentazione
basate su TIC
Esercitazione
Esercitazione: Realizzare una presentazione multimediale
su un argomento a scelta.
Esempiodicomunicazione
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Tic e insegnamento

  • 1. Processi di apprendimento/insegnamento e TD Modulo 10 Piano Nazionale di Formazione degli Insegnanti sulle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione Ins. Landi Elisabetta
  • 2. Scopo del modulo Far comprendere:  Quale ruolo giocano le TIC nei processi di apprendimento/insegnamento e in particolare quali sono le strategie di uso delle TIC per realizzare apprendimenti individualizzati e apprendimenti collaborativi  I principi della didattica basata su progetti  L’utilità di preparare comunicazioni didattiche basate su TIC
  • 3. 10.1. Ruolo delle TIC nei processi di apprendimento 10.1.1.TIC per la ricerca e la condivisione dell’informazione 10.1.2.TIC come amplificatore delle capacità di comunicazione 10.1.3. TIC come supporto ai processi di apprendimento collaborativo 10.1.4. TIC come strumento di produttività individuale 10.1.5. TIC come amplificatore delle capacità espressive 9.2. Apprendimento individualizzato 10.2.1. Sistemi adattivi 10.2.2. Sistemi reattivi 10.2.3. Condizioni di uso a scuola 9.3. Apprendimento collaborativo 10.3.1. Definizione di apprendimento collaborativo 10.3.2. Strategie di apprendimento collaborativo 10.3.3. Apprendimento collaborativo in rete Modulo 10 – Processi di apprendimento/insegnamento e TD
  • 4. Modulo 10 – Processi di apprendimento/insegnamento e TD 10.4. Didattica basata su progetti interdisciplinari 10.4.1.Che cosa è un progetto interdisciplinare 10.4.2.Progettazione di un progetto 10.4.3.Realizzazione di un progetto 10.5. Progettazione e realizzazione di presentazioni basate su TIC 10.5.1.Preparazione di una comunicazione didattica 10.5.2.Strumenti di presentazioni basate su TIC
  • 5. T.I.C. TECNOLOGIE DELL’INFORMAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE Le TIC consentono di:  Accedere all’informazione  Comunicare con altri  Condividere materiali (produrre conoscenza insieme ad altri) di conseguenza: le TIC hanno un ruolo importante nei processi di apprendimento/insegnamento indice 10.1.1. TIC per la ricerca e la condivisione dell’informazione
  • 6. Accesso all’informazione: attraverso CD-Rom tematici ed enciclopedie multimediali (uso del computer non connesso in rete) attraverso la ricerca in Internet (modalità on-line: computer connesso in rete) Comunicazione con altri: attraverso sistemi di comunicazione sincrona e asincrona: posta elettronica, chat, forum, ecc. (Internet non ha limiti spaziali e temporali) Condivisione delle conoscenze (apprendimento collaborativo) 10.1.1. TIC per la ricerca e la condivisione dell’informazione
  • 7. Condivisione 10.1.1. TIC per la ricerca e la condivisione dell’informazione indice tra studenti apprendimento collaborativo tra docenti scambio di informazioni condivisione di materiali condivisione di esperienze elaborazione di progetti comuni forme varie di cooperazione In questo modo si supera l’isolamento del docente
  • 8. indice Internet non è solo una superstrada dell’informazione per arrivare velocemente a ogni libro e a ogni biblioteca del mondo La comunicazione tramite Internet elimina spazi e distanze, ci rende tutti abitanti di un unico villaggio globale, supera i riferimenti convenzionali legati allo spazio e al tempo. La comunicazione attraverso Internet può essere 10.1.2. TIC come amplificatore delle capacità di comunicazione Internet è comunicazione e socializzazione tramite modi e forme del tutto nuovi. sincrona o asincrona
  • 9. Comunicazione sincrona (in tempo reale) CHAT VIDEO-CONFERENZA Il termine (chiacchierata) indica una comunicazione in tempo reale. Poiché è una scrittura veloce, i testi che appaiono sullo schermo, si presentano con tutti gli errori di battitura. Si usano, inoltre, per velocizzare la comunicazione, abbreviazioni di vario genere. Si tratta di un collegamento a distanza sincrono in modalità audio-video. La caratteristica è quella di riprodurre le tecniche della comunicazione in presenza. 10.1.2. TIC come amplificatore delle capacità di comunicazione esempio di chat
  • 10. Comunicazione asincrona (in tempo differito) E-MAIL MAILING-LIST Sono i messaggi spediti tramite posta elettronica. Il dialogo è un po’ più formalizzato di quello delle chat, perché si ha più tempo per rivedere il messaggio. Al messaggio possono essere allegati anche file. (lista di discussione) Utilizza la posta elettronica. Basta iscriversi a una mailing-list e i messaggi inviati arriveranno a tutte le caselle postali degli iscritti. NEWSGROUP FORUM Un newsgroup è molto simile a una bacheca pubblica dove le persone leggono, inseriscono e rispondono ai vari messaggi. Sono divisi per argomenti. E’ una sorta di comunicazione di gruppo in tempo differito sui più svariati argomenti 10.1.2. TIC come amplificatore delle capacità di comunicazione
  • 11. tra alunni appartenenti a scuole e paesi diversi che condividono progetti e collaborano per un obiettivo comune In queste comunità:  l’apprendimento è inserito in un’esperienza sociale  si annulla l’isolamento del singolo (o della classe)  si valorizzano i rapporti di gruppo  viene favorito il processo di costruzione della conoscenza Si parla di ambienti di apprendimento costruttivisti nei quali gli alunni costruiscono la propria conoscenza lavorando insieme ed usando una molteplicità di strumenti comunicativi ed informativi 10.1.2. TIC come amplificatore delle capacità di comunicazione Grazie alle TIC (in particolare alla rete) è possibile formare comunità virtuali di apprendimento
  • 12. Le TIC facilitano la comunicazione anche in progetti di didattica collaborativa  tra classi dello stesso istituto  nell’ambito della stessa classe perché davanti a un computer gli alunni sono portati a:  confrontarsi  aiutarsi  cercare insieme soluzioni  dare opinioni, ecc. 10.1.2. TIC come amplificatore delle capacità di comunicazione indice Inoltre attraverso le TIC il docente stesso può rendere efficace la propria comunicazione realizzando ad esempio delle presentazioni (PowerPoint) a supporto della lezione frontale
  • 13. indice E’ un processo che enfatizza, all’interno del gruppo, l’impegno di alunni e docenti, finalizzato al raggiungimento di nuove abilità e competenze attraverso la condivisione di informazioni e conoscenze. Apprendimento collaborativo Kaye, ricercatore della Open University, spiega ciò che non è “apprendimento collaborativo” Non è “apprendimento collaborativo” un modello educativo tradizionale  che si basa sulla trasmissione del sapere  dove la principale attività di apprendimento è lo studio individuale  in cui le fonti di informazione sono i libri e il docente  dove l’autorità e la conoscenza si identificano con il docente 10.1.3. TIC come supporto ai processi di apprendimento collaborativo
  • 14. 10.1.3. TIC come supporto ai processi di apprendimento collaborativo L’apprendimento collaborativo affonda le sue radici nel costruttivismo sociale Elementi costitutivi degli ambienti di apprendimento secondo il costruttivismo sociale  Eterogeneità tra i componenti della comunità di apprendimento (alunni, docenti, esperti)  Condivisione degli obiettivi e ripartizione dei compiti  Valorizzazione di ogni membro e dei talenti di ognuno  Presenza di una forte base dialogica  Insegnamento incentrato su chi apprende  Considerazione degli alunni come costruttori attivi di conoscenza  Costruzione di qualcosa di nuovo: il risultato ottenuto supera spesso i singoli contributi (il tutto non è la somma delle parti) I nuovi strumenti tecnologici possono diventare preziosi strumenti per la progettazione di ambienti nei quali si costruisce il sapere (costruttivismo) collaborando e cooperando
  • 15. indice Due esempi di apprendimento collaborativo in rete (in rete si possono trovare numerose opportunità di progetti collaborativi a distanza)  Un Atlante per gli alunni Uno spazio di comunicazione e di didattica in rete a disposizione dei docenti e degli studenti offerto dalla GARAMOND. Ogni insegnante abbonato a E-Prof può registrare gratuitamente fino a 30 suoi alunni alla comunità di Atlante Ragazzi e realizzare con loro attività educative on-line.  Kidlink è un'organizzazione senza scopo di lucro il cui intento è quello di raggruppare il maggior numero possibile di giovani fino al termine della scuola secondaria  per coinvolgerli in un dialogo globale attraverso una Rete personale. Leggi cosa è KIDLINK. Visita la pagina di presentazione degli alunni della scuola “Marconi ” di Martina Franca che partecipano al progetto 10.1.3. TIC come supporto ai processi di apprendimento collaborativo
  • 16. Attraverso le TIC è possibile realizzare un clima educativo e didattico che valorizza l’autonomia, le differenze individuali, le scelte personali e che mira:  allo sviluppo di processi di autoapprendimento (l’imparare ad imparare)  alla crescita di autostima negli alunni con difficoltà di apprendimento  all’uso dell’errore come stimolo positivo  a garantire tempi e modalità di apprendimento adatte a ciascuno  alla valorizzazione delle doti di ogni alunno  a un ruolo di docente che diventa tutor, facilitatore del processo di apprendimento dell’allievo Le TIC diventano un mezzo attraverso cui il docente può migliorare la produttività individuale degli studenti facendo leva anche sulla motivazione e sull’interesse che mostrano gli alunni nelle attività al computer 10.1.4. TIC come strumento di produttività individuale indice
  • 17. L’alunno può svolgere con il computer attività di vario tipo usando:  software tutoriale ed esercitativo in cui vengono presentati dei contenuti e poi delle esercitazioni di verifica  software di consultazione multimediale e di navigazione ipermediale che abitua l’alunno ad attività esplorative e di ricerca  software applicativo (word processor, editor grafici e musicali…) che permette l’uso del computer nella normale attività didattica come strumento per esprimersi e comunicare  sistemi-autore per la creazione di prodotti ipermediali  Internet 10.1.4. TIC come strumento di produttività individuale indice Queste attività vanno svolte rispettando il ritmo di apprendimento di ciascuno
  • 18. indice 10.1.5. TIC come amplificatore delle capacità espressive Le TIC amplificano, nella scuola, la possibilità di comunicare realmente con altri individui. Questo facilita la motivazione dello “scrivere correttamente”: scrivere e dunque comunicare diventa molto più significativo rispetto all’esercizio svolto (senza un fine reale se non quello della correzione) sul quaderno. Si scrive per uno scopo ben preciso e questo dà un senso alla comunicazione. Come diceva il prof. Alfio Zoi “Lo scolastichese non esiste”. L’introduzione del computer nella pratica didattica suscita sempre negli alunni interesse e motivazione Il computer è un facilitatore relazionale prima ancora che un facilitatore cognitivo e può amplificare le potenzialità espressive e comunicative dell’alunno Obiettivo fondamentale della scuola far conseguire la capacità di usare il codice verbale saper comunicare e sapersi esprimere correttamente computer come facilitatore relazionale computer come amplificatore delle capacità espressive
  • 19. indice Alcuni esempi: Lo scambio di e-mail tra alunni di scuole diverse. Gli studenti scrivono le loro lettere che poi vengono inviate attraverso la posta elettronica alla scuola destinataria. La condivisione di materiale o di esperienze di studio realizzate in classe attraverso la rete e dunque la produzione di pagine web. Anche in questo caso gli alunni sono “costretti” ad essere molto attenti alla correttezza della comunicazione 10.1.5. TIC come amplificatore delle capacità espressive Esempio di comunicazione in rete
  • 20. 10.2.1. Sistemi adattivi Propongono contenuti e percorsi differenti a seguito dei diversi comportamenti degli utenti ma all’interno di una struttura di presentazione dei contenuti precostituita. L’utente ha poco spazio di azione: è esecutore di comandi e percorsi. L’iniziativa è sempre gestita dal sistema che individualizza gli interventi in base alle risposte ricevute indice Negli Stati Uniti vennero chiamati CAI (Computer Assisted Instruction) Sono denominati anche CBT (Computer Based Training) Si tratta di programmi orientati a supportare o sostituire l’insegnante (computer come tutor)
  • 21. 10.2.1. Sistemi adattivi indice (o Istruzione Programmata) Presenta delle informazioni seguite dalla verifica dell’avvenuta comprensione. La somministrazione è individuale e si basa sul trinomio stimolo-risposta- rinforzo Sebbene i CAI siano stati spesso criticati risultano particolarmente utili in ambito scolastico quando si vuole far acquisire competenze di base a soggetti in difficoltà per i quali è necessario allenamento ed esercizio Software esercitativo Software tutoriale Somministrazione di quesiti su determinati argomenti il cui livello viene definito direttamente dall’utente o dall’insegnante o definito dal sistema in base ad alcune risposte iniziali dell’utente
  • 22. 10.2.2. Sistemi reattivi L’utente è attivo, creativo, motivato, costruttore di conoscenza condivisa attraverso la discussione in gruppo. Si tratta in particolare di giochi e simulazioni. Vengono definiti non come “programmi didattici” ma come “ambienti di apprendimento” indice Negli Stati Uniti vennero chiamati CAL (Computer Assisted Learning) Si tratta di programmi più centrati sull’apprendimento che sull’insegnamento, gestiti in buona parte dall’allievo a cui viene lasciato un sufficiente spazio di iniziativa. Sono ambienti entro i quali risolvere problemi, individuare soluzioni, prendere decisioni.
  • 23. 10.2.1. Sistemi reattivi Esempi:  giochi didattici www.simcity.com http://www.mamamedia.com/  Software di simulazione http://www.ba.infn.it/~zito/museo/leonardoen.html  Micromondi per l’apprendimento (esempio il LOGO di Papert) è lo studente che "programma" il computer al fine di costruire meglio i propri apprendimenti (Micromondi della Garamond)
  • 24. 10.2.1. Sistemi reattivi: il LOGO Il LOGO è un ambiente di apprendimento attivo e costruttivo, È l’unico linguaggio pensato e sviluppato per la didattica Offre all’allievo due possibilità: Quella di impartire comandi e di poter verificare passo dopo passo la correttezza delle operazioni attraverso l’output grafico (geometria della tartaruga) Quella di dare un nome alla sequenza di operazioni e creare programmi (le procedure) che possono essere richiamati attraverso il solo nome esempio esempio E’ stato concepito quando, alla fine degli anni ’70 delle nuove idee cambiarono l’uso del computer nella didattica considerandolo uno strumento che doveva solo eseguire, mentre veniva valorizzata l’iniziativa dell’utente a cui era affidata la gestione del sistema
  • 25. 10.2.1. Sistemi reattivi: il LOGO Obiettivo di Papert (inventore del LOGO) non era quello di formare dei “programmatori in erba”, ma Il Logo è stato concepito da Papert come un “ambiente di apprendimento”, una serie di “”micromondi” dove inventare progetti e costruire saperi significativi e condivisi. utilizzare la programmazione come uno strumento potente per “concepire ed esprimere progetti personali, carichi di significati”. Il LOGO è presente in versioni ultime sempre più multimediali (vedi MICROMONDI della Garamond)
  • 26. 10.2.1. Sistemi reattivi: il LOGO Si tratta di progetti essenzialmente grafici, pagine di disegni e testi scritti, con animazioni grafiche. Creando e scegliendo oggetti e personaggi del sistema da simulare e impostando delle animazioni grafiche per ciascuno di essi si può rappresentare un modello che simula, attraverso l’animazione, delle situazioni. In questo semplice esempio, realizzato dagli alunni della scuola elementare di Locorotondo, sono stati programmati i colori che permettono la visualizzazione delle province della relativa regione
  • 27. 10.2.1. Sistemi reattivi: il LOGO La filosofia del Logo si basa su alcuni principi:  Essere protagonisti: come diceva Papert “L’allievo programma il computer e non si fa da lui programmare”  Usare per imparare: dare più spazio all’apprendimento che all’insegnamento. Si apprende sia attraverso il feedback che dà il sistema, sia attraverso il rapporto tra pari: gli alunni interagiscono tra loro in un continuo e reciproco scaffolding (sostegno)  Pensare concretamente: Papert, allievo di Piaget, era convinto che qualsiasi teoria nasce da una esperienza pratica. Intervista con Seymour Papert di Francesca Leoni
  • 28. 10.2.1. Sistemi reattivi: il LOGO indice  Decentrare i punti di vista: nella geometria della tartaruga il soggetto viene coinvolto anche a livello corporeo, in quanto muovendo la tartaruga è necessario il confronto tra l’orientamento del proprio corpo e quello della tartaruga sullo schermo  Individuare e risolvere problemi: gli ambienti o micromondi diventano vere e proprie “palestre cognitive” dove vengono individuati e risolti problemi.  Imparare sbagliando: l’errore diventa positivo in quanto permette di imparare riflettendo sui propri errori. Leggi l’articolo “Papert, un po’ scienziato e un po’ filosofo”
  • 29. Le TIC permettono l'individualizzazione dello studio, mediante sistemi adattivi e reattivi. La multimedialità e l'interattività producono molto più interesse di una lezione frontale tradizionale stimolando i processi di apprendimento. Un problema generale può essere il rapido “invecchiamento” delle apparecchiature hardware e anche del software didattico. Per questo il problema principale diventa quello del reperimento di nuovo software, adatto agli utenti o di ricerca di risorse in Internet. Spesso il docente arriva alla necessità di produrre software ad hoc. Ma questo richiede competenza e tempo! indice 10.2.3. Condizioni di uso a scuola Esempio di progetto di inserimento delle TIC nelle normali attività curricolari “San Marco:una scuola on-line”
  • 30. 10.3.1. Definizione di apprendimento collaborativo A. Kaye dà questa definizione di apprendimento collaborativo: Collaborare (co-labore) vuol dire lavorare insieme, il che implica una condivisione di compiti e un'esplicita intenzione di aggiungere valore, per creare qualcosa di nuovo o differente attraverso un processo collaborativo deliberato e strutturato, in contrasto con un semplice scambio di informazioni o esecuzione di istruzioni. Un'ampia definizione di apprendimento collaborativo potrebbe essere l'acquisizione da parte degli individui di conoscenze, abilità o atteggiamenti che sono il risultato di un'interazione di gruppo. L’apprendimento collaborativo (Cooperative Learning) indice
  • 31. 10.3.1. Definizione di apprendimento collaborativo Secondo Kaye affinché si realizzi una efficace collaborazione sono necessari questi fattori: l'interdipendenza tra i membri del gruppo nella realizzazione di un compito; Un senso di responsabilità per il gruppo e i suoi obiettivi (condivisione dei compiti); L’attenzione alle relazione interpersonali per la gestione dei processi di gruppo; la finalità di costruire insieme nuovi significati attraverso l’interazione con gli altri (il tutto è di più della somma delle singole parti).
  • 32. 10.3.1. Definizione di apprendimento collaborativo Lo psicologo russo Lev Vygotskij parla di zona di sviluppo prossimale: cioè sotto la guida, sostegno (scaffolding) di un adulto o di un pari più capace l’alunno può andare oltre il limite che non oltrepasserebbe con le sue sole forze.  Secondo Vygotskiy e Bruner l’apprendimento è un’attività che si svolge in comune. Gli studi sulle strategie di apprendimento collaborativo supportato dalle TIC devono molto anche a Piaget ed al costruttivismo. Piaget sottolinea il concetto di sapere come costruzione personale dell'individuo. Elementi dell’apprendimento collaborativo: superamento della rigida distinzione dei ruoli tra insegnante/alunno il docente diventa un facilitatore dell’interazione il computer stesso diventa un facilitatore relazionale superamento del modello trasmissivo della conoscenza il sapere si costruisce insieme in una “comunità di apprendimento”
  • 33. 10.3.1. Definizione di apprendimento collaborativo il modello costruttivista dell’apprendimento comunità reali comunità reali SA A AA A A I A comunità virtuali comunità virtuali Gruppi di lavoro Gruppi di studio Comunità di lavoro Comunità di apprendimento Groupware Lavoro collaborativo supportato dalle TIC S=sapere A=allievo I=insegnante indice
  • 34. 10.3.1. Strategie di apprendimento collaborativo Un esempio : il metodo Jigsaw È un metodo “a incastro” descritto per la prima volta da Aronson nel 1978. Si può suddividere in 5 fasi che nel loro insieme formano un ciclo di ricerca:  Prima fase: gli alunni scelgono un tema attraverso il brain stormnig. L’argomento deve essere ampio per essere affrontato a più livelli  Seconda fase: l’argomento viene suddiviso in sotto-argomenti: uno per ogni gruppo  Terza fase: ogni gruppo lavora su un sotto-argomento utilizzando materiale vario tra cui le TD  Quarta fase: si scompongono i gruppi e se ne formano altri in cui ci sia uno studente esperto di ogni sotto-argomento  Quinta fase: lo studente esperto spiega agli altri la parte che conosce e verifica l’apprendimento dei compagni indice
  • 35. 10.3.1. Strategie di apprendimento collaborativo Un esempio: il metodo Jigsaw Gruppo 1 Sotto-argomento 1 Gruppo 2 Sotto-argomento 2 Gruppo 3 Sotto-argomento 3 Gruppo 4 Sotto-argomento 4
  • 36. 10.3.1. Strategie di apprendimento collaborativo Scomposizione e ricomposizione dei gruppi In ogni nuovo gruppo c’è un allievo-esperto di un sotto-argomento Allievo esperto del sotto-argomento 2 Allievo esperto del sotto-argomento 1 Allievo esperto del sotto-argomento 3 Allievo esperto del sotto-argomento 4 indice
  • 37. 10.3.3. Apprendimento collaborativo in rete  L’apprendimento collaborativo attraverso la rete ha le stesse caratteristiche dell'apprendimento collaborativo nell'ambito della classe solo che l’interazione avviene attraverso la telematica  Si creano gruppi di studenti e docenti che lavorano con studenti di altri istituti, anche molto distanti per un progetto comune (tramite chat, e-mail, videoconferenze…): Internet infatti elimina spazi e distanze  L'apprendimento collaborativo coinvolge così più classi creando dei circoli di apprendimento (learning circles) indice
  • 38. 10.3.3. Apprendimento collaborativo in rete In rete si trovano:  esempi di progetti di didattica collaborativa http://www.eun.org  siti che offrono la possibilità alle scuole di partecipare a progetti da realizzare insieme in rete Un Atlante per gli alunni  possibilità di accedere a corsi on-line per insegnanti. La Garamond con i suoi corsi offre un modello di formazione in rete che si basa sulla cooperazione e sulla costruzione condivisa del sapere. L’Università di Padova offre Corsi di Perfezionamento on-line  possibilità di accedere a progetti collaborativi a distanza tra docenti (esempio della Garamond: produzione di materiale per il Piano di Formazione per le TIC) CORSI ON-LINE FAD Formazione a Distanza ODL Open Distance Learning
  • 39. 10.3.3. Apprendimento collaborativo in rete FORMAZIONE IN PRESENZA Il vantaggio è la forte interattività che si crea tra insegnanti/allievi e tra allievi/allievi, ma c’è poco spazio per una personalizzazione dei percorsi. FORMAZIONE A DISTANZA Sono i corsi per corrispondenza. Hanno il vantaggio dell’indipendenza spazio/temporale, ma si rivolgono ad allievi che non entrano mai in contatto tra loro e pertanto non vi è una dimensione sociale dell’apprendimento. FORMAZIONE IN RETE Nella formazione in rete si integrano le metodologie fondate sulle pratiche didattiche collaborative e quella fondata sullo studio individuale e assistito da tutor. Nell’ultimo decennio si è diffuso il termine di Open Distance Learning (apprendimento aperto e a distanza, con l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione) Formazione in presenza FAD Formazione a Distanza (di I e II generazione) ODL Open Distance Learning (FAD di III generazione)
  • 40. 10.3.3. Apprendimento collaborativo in rete FAD Formazione a Distanza (di I e II generazione) FAD Formazione a Distanza (di I e II generazione) Formazione in presenza Formazione in presenza ODL Open Distance Learning (FAD di III generazione) ODL Open Distance Learning (FAD di III generazione) Forte interattività Dipendenza spazio-temporale Comunicazione Uno a uno Uno a molti Molti a molti Uso di materiale a stampa (Igen) e di mezzi multimediali (II gen) indipendenza spazio-temporale Comunicazione Uno a uno (I gen) Uno a molti (II gen) Uso delle nuove tecnologie Indipendenza spazio-temporale Comunicazione Uno a uno Uno a molti Molti a molti
  • 41. 10.3.3. Apprendimento collaborativo in rete FAD Formazione a Distanza (di I generazione) ODL Open Distance Learning (FAD di III generazione) FAD Formazione a Distanza (di II generazione) Il termine di Open Distance Learning combina due concetti:“apprendimento aperto” “apprendimento a distanza” e comprende l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC). Consente: •         l’individualizzazione dei messaggi di apprendimento e la responsabilizzazione degli allievi •         l’uso di tecnologie di comunicazione tra docenti-esperti- tutor-allievi per superare la separazione di spazio e di tempo Comunicazione uno a uno, uno a molti e molti a molti Scuole per corrispondenza. Materiale a stampa che viaggia per posta. Comunicazione uno a uno. Uso integrato di materiali a stampa e di mezzi multimediali (televisione, registrazioni e anche software didattico). Comunicazione uno a uno e uno a molti.
  • 42. 10.3.3. Apprendimento collaborativo in rete I vantaggi dei corsi on-line sono diversi:  Indipendenza spazio-temporale. La formazione in rete supera le distanze  Si hanno le condizioni favorevoli per un apprendimento basato sulle dinamiche di interazione tra studenti e docenti o tra studenti – studenti (comunicazione molti-a-molti, uno-a-molti, uno-a-uno)  Utilizzo di nuove forme di comunicazione (chat – forum – e- mail…)  Flessibilità: i corsi on-line si adattano e si modificano in base alle necessità didattiche  La valutazione in itinere è possibile molto più che nei corsi in frequenza perché l’interazione costante tra studente e tutor permette tale valutazione e quindi la possibilità di modellare l’intervento formativo in base alle esigenze dei partecipanti
  • 43. indice Ruolo del tutor A un tutor di corsi on-line si richiede  Competenze pedagogiche (saper creare il gruppo, flessibilità, intrecciare i diversi contributi, non essere autoritario…)  Competenza organizzativa (rispondere puntualmente, essere paziente, fornire un guida procedurale, monitorare costantemente l’ambiente…)  Competenze sociali (aiutare chi all’inizio si limita a “guardare”, favorire le presentazioni, essere attento ai diversi comportamenti…) Ruolo del corsista Al corsista si richiede  Conoscenze hardware e software per l’accesso remoto alle diversi fonti informative  Capacità di gestire materiali in forma elettronica  Capacità d’uso dei media informatici  Capacità comunicative E’ interessante l’ articolo di Francesco Leonetti sul ruolo del corsista dei corsi on-line 10.3.3. Apprendimento collaborativo in rete
  • 44. 10.3.4. Condizioni di uso a scuola indice I Circoli di apprendimento Nei Circoli di Apprendimento, i gruppi sono le singole classi composte dagli insegnanti e dagli studenti che interagiscono telematicamente per il conseguimento di un obiettivo comune  Il Circolo di Apprendimento si forma scegliendo un argomento su cui lavorare. Ci si incontra telematicamente per conoscersi.  Ogni classe prepara un progetto per eseguire il proprio compito che viene valutato dai gruppi del Circolo di Apprendimento.  Gli alunni lavorano per l’esecuzione del compito con la collaborazione degli insegnanti delle altre località e del coordinatore del Circolo di Apprendimento  Ogni classe del Circolo di Apprendimento organizza tutto il materiale che viene pubblicato nello spazio dedicato ai lavori prodotti da ciascuna classe  Si valuta il lavoro finale che comprende la produzione dei vari gruppi (classi)
  • 45. 10.4.1. Che cosa è un progetto interdisciplinare La progettazione per progetti didattici (o per significati) rispetto a quella per unità didattiche  è centrata sugli allievi e sui loro bisogni è più adatta ad affrontare tematiche interdisciplinari utilizza il metodo della ricerca e dell’esplorazione utilizza metodologie cooperative è facilitata dalle TIC che, grazie all’utilizzo di più codici, favoriscono il sapere interdisciplinare Il sapere interdisciplinare è la capacità di mettere in relazione saperi di ambiti disciplinari diversi per un obiettivo comune indice
  • 46. 10.4.2. Progettazione di un progetto interdisciplinare Per la progettazione di un progetto interdisciplinare è necessaria la costituzione di un gruppo di progetto che definisce:  Finalità Si definiscono le finalità generali del progetto  Partecipanti Si individua il numero di scuole e di classi partecipanti (il progetto può coinvolgere una sola scuola o più scuole)  Obiettivi Si elencano gli obiettivi che si intendono raggiungere  Organizzazione Si definisce il numero di ore totali e di moduli  Metodologia e attività Viene ipotizzato uno schema delle attività e della metodologia da adottare  Tempi (progettazione-realizzazione-diffusione-valutazione) Viene definito l’arco di tempo entro il quale deve svolgersi il progetto prevedendo anche i tempi delle diverse fasi 1.Progettazione (preparazione del progetto) 2.Realizzazione del progetto 3.Diffusione (presentazione dei materiali prodotti) 4.Valutazione e monitoraggio indice
  • 47. indice 10.4.2. Progettazione di un progetto interdisciplinare  Spazi Vengono identificati gli spazi di attuazione del progetto (aule, laboratori, luoghi del territorio, ecc)  Prodotti finali Si può trattare di elaborati fotografici, grafici e scritti da presentare in una eventuale mostra o documenti multimediali e ipertestuali (CD Rom)  Strumenti per la verifica finale Questionari, schede di analisi  Risorse Sono risorse umane (responsabile di progetto, docenti, esperti, ecc) e materiali (laboratori e attrezzature delle scuole)  Costi  Schede dettagliate delle attività Esempio: progetto Heliantus (sotto-progetto: “Prevenire per non intervenire”)
  • 48. indice 10.4.2. Realizzazione di un progetto interdisciplinare La buona realizzazione di un progetto dipende da una buona progettazione Seguono le fasi della diffusione e della valutazione del progetto Esempio di progetto interdisciplinare realizzato a Locorotondo a.s.2000/2001 ISTITUTO TECNICO AGRARIO STATALE "BASILE-CARAMIA" SCUOLA MEDIA STATALE "G. OLIVA" LOCOROTONDO (BA)  PROGETTO DI CONTINUITA' DIDATTICA TRA SCUOLE MEDIE DI PRIMO E SECONDO GRADO   IL PAESAGGIO RACCONTA LA STORIA DELLA VALLE DEI TRULLI
  • 49. indice 10.5.1. Preparazione di una comunicazione didattica Per una comunicazione efficace occorre tener conto di vari elementi:  lo scopo (informativo, ludico, formativo..)  il target (bambini, adulti, specialisti…, la quantità di persone…)  l’informazione (scelta dei contenuti)  la forma (emotiva, conativa, metalinguistica)  i tempi  il linguaggio da utilizzare (verbale, iconico, filmico, sonoro, audiovisivo…)  le tecnologie disponibili
  • 50. 10.5.1. Preparazione di una comunicazione didattica E’ necessaria una grande attenzione nel preparare una comunicazione didattica. E' quindi fondamentale progettare bene tutte le fasi che precedono la realizzazione della comunicazione Revisione finale Fase quadro Schema complessivo della comunicazione: delimitazione dell’argomento, stesura della mappa concettuale, scelta del linguaggio da adottare, considerazione dei tempi e delle tecnologie disponibili… Realizzativa Ideativo-propositiva Reperimento e predisposizione di strumenti e materiali Chiarisce le linee generali dell’intervento comunicativo: gli obiettivi e l’argomento, il destinatario Organizzativa Realizzazione del prodotto(stesura del testo verbale, preparazione delle immagini, preparazione di lucidi, realizzazione di ipertesti o ipermedia, … a seconda delle scelte fatte in precedenza). il prodotto viene valutato rispetto a quanto era stato definito durante la fase ideativo-propositiva indice
  • 51. Il principale strumento per realizzare presentazioni, abbastanza facile da usare, è Power Point della Microsoft. Può essere utilizzato nell'insegnamento di qualsiasi materia. La comunicazione didattica risulta più efficace della lezione frontale grazie all’uso delle immagini e quindi di una comunicazione più visiva e immediata. indice 10.5.2. Strumenti di presentazione basate su TIC Esercitazione Esercitazione: Realizzare una presentazione multimediale su un argomento a scelta.
  • 53. LOGO – esempio 1 Istruzioni con l’uso di primitive per la costruzione di un quadrato
  • 54. LOGO: esempio 2 Creazione di una procedura che viene richiamata con il suo nome
  • 55. Modelli di comunicazione Uno a uno Uno a molti Molti a molti
  • 56.