Alessandro Gerosa all'evento finale di #CoopUPBO, racconta la ricerca condotta con Adam Arvidsson sul sistema startup italiano.
CoopUPBo è il percorso di incubazione per idee, cooperative e persone promosso da Confcooperative Bologna in collaborazione con Kilowatt, Irecoop e Emil Banca.
3. L’OBBIETTIVO DELLA RICERCA: METTERE ALLA PROVA
LA CAPACITÀ DEL «SISTEMA START-UP ITALIANO»
ATTUALE DI PRODURRE OCCUPAZIONE E SVILUPPO
In Italia, come nel resto d’Europa, dopo la crisi finanziaria del 2008 sono state
promosse nuove politiche pubbliche di supporto alle Start-Up innovative, come
risposta alla disoccupazione giovanile in crescita (Eurofound 2016).
In particolare nel 2012 lo stato italiano ha riconosciuto le Start-Up innovative come
categoria speciale d’impresa soggetta ad una serie di agevolazioni e sostegno,
istituendo un apposito registro.
Secondo la legge, una Start-Up innovativa rimane tale fino al compimento del 5°
anno. Inizia ad essere possibile, dunque, verificare i risultati di performance del
primo «ciclo» di Start-Up innovative a ridosso della maturità, alla fine dei primi 4
anni di attività.
4. DEFINIZIONE E SELEZIONE DEL CAMPIONE
• Definizione ai sensi del «Decreto Crescita 2.0»
Definizione di Start-Up:
• L’intera popolazione di Start-Up con inizio effettivo dell’attività nel 2011, con dati dal
2011 al 2014. Quando ci si riferirà a seguito a «Start-Up», è da intendersi con questa
specifica.
Selezione del campione di analisi:
• PMI con numero di dipendenti simili (≤) e afferenti alle categorie d’impresa con
maggior frequenza nel campione di Start-Up.
Selezione del campione di PMI più ampio:
6. L’85% DELLE START-UP AL 4° ANNO HA MENO DI
5 DIPENDENTI, IL 95% MENO DI 10
85%
10%
4% 1%
Start-Up divise in classi per numero di dipendenti nel 2014 (fonte: Gerosa e
Arvidsson 2017)
0-4 5-9 10-19 20-49
7. IL 50% DELLE START-UP AL 4° ANNO DICHIARA MENO
DI 80’000 € DI FATTURATO (RICAVI), IL 75% MENO DI
200’000 €.
Start-Up divise in classi per fatturato (ricavi) nel 2014 (fonte: Gerosa e Arvidsson
2017)
fra 0-80'000 € 80'000-200'000 più di 200'000
8. IL 50% DELLE START-UP AL 4° ANNO HA GLI UTILI IN
PERDITA, IL 75% SOTTO I 5’000 €, IL 90% SOTTO I
20’000 €
Vendite
In perdita 0-5'000 5'000-20'000 Più di 20'000
9. UN SISTEMA CHE SPRECA LA GRAN PARTE DELLE
RISORSE ED ENERGIE SPESE
Le Start-Up che stanno giungendo al termine del proprio ciclo di 4 anni, che
dovrebbero essere pronte ad essere competitive sul mercato, mostrano dimensioni di
scala assai esigue per occupazione generata e valore della produzione mentre la
metà rimane in perdita e la restante metà presenta utili contenuti.
Il «Sistema Start-Up Italiano» dimostra, in altre parole, di sprecare moltissime risorse
ed energie: l’ambito «scaling-up» rimane per quasi tutti un miraggio, che si trovano
invece ad impiegare le proprie energie e risorse senza successo.
11. RICAVI DI STARTUP E PMI A CONFRONTO
0
100
200
300
400
500
600
700
2011 2012 2013 2014
Media dei ricavi di Start-Up e PMI (Fonte: Gerosa e Arvidsson 2017)
Start-Up PMI
12. RICAVI 2014: POCO PIÙ DEL 5% DELLE STARTUP
SUPERA LA MEDIA DEI RICAVI DELLE PMI
0
100
200
300
400
500
600
700
800
900
1000
p25 p50 p75 p90 p95
Grafico: media dei ricavi delle PMI su percentili dei ricavi delle Startup (Fonte:
Gerosa e Arvidsson 2017)
percentili Start-Up Media PMI
13. EBITDA DI START-UP E PMI A CONFRONTO
-40
-20
0
20
40
60
80
100
120
140
2011 2012 2013 2014
Media dell’EBITDA di Start-Up e PMI (Fonte: Gerosa e Arvidsson 2017)
Start-Up PMI
14. EBITDA: POCO MENO DEL 5% DELLE STARTUP
SUPERA LA MEDIA DELL’EBITDA DELLE PMI
-20
0
20
40
60
80
100
120
140
p25 p50 p75 p90 p95
Grafico: media dell’EBITDA delle PMI su percentili dell’EBITDA delle Startup
(Fonte: Gerosa e Arvidsson 2017)
Start-Up PMI
15. START-UP E PMI SEMBRANO GIOCARE IN DUE
DIVERSE CATEGORIE
In un contesto generale di crescita dei ricavi e dell’EBITDA (misura «ripulita» degli
Utili) delle PMI italiane del campione di riferimento, le Start-Up non sembrano in
grado di avvicinarsi lontanamente nei valori, con delle forbici che nel corso degli anni
sono solo in leggera diminuzione (Ricavi) o addirittura in aumento (EBITDA).
All’anno della supposta maturità, solo il 5% circa di loro raggiunge per valore di
produzione e EBITDA la media delle PMI del campione, il 95% ha valori inferiori alla
media.
17. LE START-UP DELLA PROVINCIA DI MILANO HANNO UN
NUMERO DI DIPENDENTI SENSIBILMENTE MAGGIORE
0
0,5
1
1,5
2
2,5
3
3,5
2011 2012 2013 2014
Media dipendenti delle Start-Up della Provincia di Milano e del resto d’Italia
(Fonte: Gerosa e Arvidsson 2017)
Start-Up Milano Start-Up altre province Totale
18. IL GAP FRA I RICAVI DELLE START-UP MILANESI E I RICAVI
DELLE RESTANTI È SIGNIFICATIVO ED IN AUMENTO
0
50
100
150
200
250
300
350
2011 2012 2013 2014
Media ricavi delle Start-Up della Provincia di Milano e del resto d’Italia (Fonte:
Gerosa e Arvidsson 2017)
Start-Up Milano Start-Up resto d'Italia Totale
19. IL DELTA DEI RICAVI DELLE STARTUP MILANESI È IN
CRESCITA, QUELLO DELLE ALTRE È IN DIMINUZIONE
0
20
40
60
80
100
120
140
Delta Ricavi 2012 Delta Ricavi 2013 Delta Ricavi 2014
Media del Delta Ricavi delle Start-Up Milanesi e del resto d’Italia (Fonte:
Gerosa e Arvidsson 2017)
Start-Up Milano Start-Up resto d'Italia Totale
20. TORINO E ROMA (2° E 3° PV PER FREQUENZA START-
UP) MOSTRANO MEDIE DEI RICAVI SOTTO LA MEDIA
0
50
100
150
200
250
2011 2012 2013 2014
Media dei Ricavi per Provincia di Torino, Roma e totale (Fonte: Gerosa e Arvidsson
2017)
Roma Torino Totale
21. MILANO TRAINA, TORINO E ROMA ARRANCANO:
GLI ECOSISTEMI LOCALI COME UNITÀ DI ANALISI
Milano, la prima provincia per numero di Start-Up in Italia, mostra performance
sensibilmente migliori e il delta dei ricavi in progressivo aumento, contro un
andamento stagnante ed in leggera diminuzione delle restanti Start-Up.
La seconda e la terza provincia per numero di Start-Up invece, Torino e Roma,
mostrano performance inferiori alla media, a dimostrazione che la concentrazione di
Start-Up in una determinata provincia non è correlata al loro successo. Vi sono
evidentemente ragioni strutturali profonde che vanno indagate.
Le rilevanti differenze territoriali, come l’impatto significativo della singola provincia
di Milano sul totale, suggeriscono di impiegare con cautela l’idea di un «Eco-Sistema
Italiano» delle Startup, piuttosto che di alcuni eccezionalismi locali, che potrebbero in
potenza rivelarsi ecosistemi locali.
23. LE CURVE DI CREAZIONE DI DIPENDENTI
La curva delle PMI mostra un
sistema più dinamico
Le pareti della curva delle PMI sono
più ripide
Per le Start-Up, non sembrano
esserci problemi di rapida crescita
e distruzione contemporanea, ma
piuttosto di stagnazione
24. LE CURVE DI CREAZIONE DEI RICAVI
Situazione simile a quella dei
dipendenti:
La curva delle PMI mostra un
sistema più dinamico
Le pareti della curva delle PMI sono
più ripide
Per le Start-Up, non sembrano
esserci dunque problemi di rapida
crescita e distruzione
contemporanea, ma piuttosto di
stagnazione
25. LE CURVE DI CREAZIONE DEGLI UTILI
Alcune peculiarità:
Nelle PMI le curve di creazione e
distruzione quasi si eguagliano
Nelle Start-up c'è un forte deficit,
inoltre la parete di distruzione è più
ripida di quella di creazione
La parete di creazione delle PMI
rimane più ripida di quella delle
Start-Up
27. SPRAY, PRAY, AND FAIL FAST AND OFTEN
Anche in Italia sembra predominare un modello spray and pray, in cui si accetta
generalmente come dato strutturale che solo un numero estremamente esiguo di
Start-Up, le «migliori» riescano ad affermarsi, a danno di tutte le restanti.
Questo modello può rimanere sostenibile per il modello di business delle Venture
Capital Firms, ma può essere sostenibile per la vita degli Startuppers? L'immaginario
della positività del fallimento, ben sintetizzato nel mantra «Fail Fast, fail often» e le
sue variabili, quanto diventa strumento per la riproduzione di forza
lavoro nell'economia delle Start-Up?
28. UN MERCATO…SENZA VIE DI FUGA
Di tutte le promettenti Startup finanziate negli ultimi quattro anni da H-Farm (34), il
gioiello degli Startup Incubator in Italia, quelle che hanno raggiunto una exit sono
state, secondo Crunchbase (la fonte principale di dati in questo campo), solo tre.
Questa situazione si deve ad un forte squilibrio all’interno del sistema Startup
italiano: Mentre è relativamente facile trovare un posto in un incubatore, e persino
un seed capital per partire, è invece molto difficile trovare dei Venture Capitalists che
dispongano dei fondi necessari per permettere di ‘scalare’ verso il successo (lo
«scaling-up»).
29. LA FUGA DEI CERVELLI INNOVATIVI?
Se qualche Startup italiana ce la fa, nella maggior parte dei casi è perché hanno
trovato i capitali necessari all’estero.
Così come le eccellenti università e licei italiani producono forza lavoro qualificata da
esportazione, così la moltitudine di incubatori, acceleratori, start up ed accademie,
spesso utilizzati come una sorta di politica occupazionale per giovani laureati,
finiscono per produrre, quando effettivamente producono qualcosa, idee
imprenditoriali da esportazione.