Le slide del terzo incontro di CoopUP Bologna, il percorso di formazione e networking di Confcooperative e Kilowatt, con Emil Banca e Irecoop, su valutazione di impatto, piano dei conti, community organising e analisi benchmark .
Il Quaderno analizza criticamente il Social Impact Bond (SIB), uno strumento che ha suscitato un grande interesse nel dibattito tra gli addetti ai lavori perché consente di finanziare innovazioni nelle modalità con cui sono affrontati alcuni problemi sociali, ponendo un’enfasi particolare sull’efficacia nel raggiungere i risultati. Come spesso accade per le innovazioni estere, in Italia i SIB hanno trovato un’accoglienza entusiastica e molte proposte di adozione senza che però si siano adeguatamente prese in considerazione le implicazioni connesse al loro utilizzo nel contesto italiano.
CooopUPBologna IV edizione | idea di impresa: strumenti per modellare la prop...Kilowatt
Appuntamento#2 della quarta edizione di CoopUPBologna - il percorso di formazione, incubazione e networking promosso Confcooperative Bologna e Kilowatt in collaborazione con Emil Banca e Irecoop Emilia Romagna - su proposta di valore e business model.
Appuntamento#2 di CoopUPBologna - il percorso di formazione, incubazione e networking promosso Confcooperative Bologna e Kilowatt in collaborazione con Emil Banca e Irecoop Emilia Romagna - sull'idea di impresa: strumenti per creare e rimodellare la proposta di valore, tra business modeling e community
Processi di innovazione sociale: il caso Pop Hub, la città riprende i suoi spaziElena Colli
Vincitore del bando "Smart Cities and Social Innovation", Pop Hub è un progetto di riqualificazione urbana che parte dalla mappatura degli spazi urbani inutilizzati tramite app e piattaforme virtuali apposite, ai fini di riuso (in contrasto al consumo di suolo e all'abbandono edilizio) e rivitalizzazione urbana e sociale. In questo breve studio viene analizzato il percorso di formazione e realizzazione del progetto in quanto caso concreto di innovazione sociale dal basso.
Il Quaderno analizza criticamente il Social Impact Bond (SIB), uno strumento che ha suscitato un grande interesse nel dibattito tra gli addetti ai lavori perché consente di finanziare innovazioni nelle modalità con cui sono affrontati alcuni problemi sociali, ponendo un’enfasi particolare sull’efficacia nel raggiungere i risultati. Come spesso accade per le innovazioni estere, in Italia i SIB hanno trovato un’accoglienza entusiastica e molte proposte di adozione senza che però si siano adeguatamente prese in considerazione le implicazioni connesse al loro utilizzo nel contesto italiano.
CooopUPBologna IV edizione | idea di impresa: strumenti per modellare la prop...Kilowatt
Appuntamento#2 della quarta edizione di CoopUPBologna - il percorso di formazione, incubazione e networking promosso Confcooperative Bologna e Kilowatt in collaborazione con Emil Banca e Irecoop Emilia Romagna - su proposta di valore e business model.
Appuntamento#2 di CoopUPBologna - il percorso di formazione, incubazione e networking promosso Confcooperative Bologna e Kilowatt in collaborazione con Emil Banca e Irecoop Emilia Romagna - sull'idea di impresa: strumenti per creare e rimodellare la proposta di valore, tra business modeling e community
Processi di innovazione sociale: il caso Pop Hub, la città riprende i suoi spaziElena Colli
Vincitore del bando "Smart Cities and Social Innovation", Pop Hub è un progetto di riqualificazione urbana che parte dalla mappatura degli spazi urbani inutilizzati tramite app e piattaforme virtuali apposite, ai fini di riuso (in contrasto al consumo di suolo e all'abbandono edilizio) e rivitalizzazione urbana e sociale. In questo breve studio viene analizzato il percorso di formazione e realizzazione del progetto in quanto caso concreto di innovazione sociale dal basso.
Modelli di produzione e misurazione impatto Kilowatt
Cos'è la generazione di impatto? Come si produce e misura? Le slides dell'intervento di Nicoletta Tranquillo a CoopUp Bologna III edizione, il percorso di formazione e networking di Confcooperative Bologna, Kilowatt, Emil Banca e Irecoop Emilia Romagna.
In questi mesi registriamo un grande interesse in relazione ad alcuni temi di ricerca cui ci occupiamo da anni: innovazione sociale, social business, impact investing, shared value. Non sempre però questi termini vengono utilizzati correttamente. Abbiamo provato a sistematizzare qualche definizione. Per contribuire a costruire qualche terreno comune. E mettere qualche punto fermo.
Coopup 2017_ metriche, numeri e benchmarkingKilowatt
Terzo incontro di formazione di CoopUP Bologna, il percorso di formazione e networking di Confcooperative e Kilowatt, con Emil Banca e Irecoop, su piano dei conti e analisi benchmark
Valutare l'impatto sociale: dal vincolo all’opportunità di dimostrare il prop...Iris Network
XVI Workshop sull'impresa sociale
13-14 settembre 2018, Riva del Garda (Tn).
Intervento di Sara Depedri (Euricse) nella sessione "Misurare l’impatto: metodologie a supporto del cambiamento"
SESSIONE PARALLELA | venerdì 14 Settembre | ore 9
A cura di Elisa Chiaf | Università degli Studi di Brescia – Socialis
Intervengono:
Sara Depedri | Euricse
Stefano Mantovani | Cooperativa sociale Noncello, Pordenone
Sara Marconi | Rete delle Case del Quartiere, Torino
Stefania Ieluzzi | Comune di Torino – Cascina Roccafranca
Nicola Corini | Cooperativa sociale Cauto, Brescia
Chiara Maria Leveque | Fondazione Lang
Serena Kaneklin | Associazione CAF, Milano
Valentina Tosi, Gabriele Guzzetti | Tiresia, Politecnico di Milano
Matteo Olivo | Cooperativa sociale Uscita di Sicurezza, Grosseto
Oggetti alla ricerca. Negli ultimi anni il tema della misurazione d’impatto è entrato prepotentemente nelle agende delle imprese sociali italiane. Dopo la stagione della “rendicontazione sociale”, si è ora nella fase della “misurazione d’impatto”, tesa a definire se il progetto funziona o se genera il cambiamento atteso. A tali domande è necessario rispondere con metodologie complesse, per questo il supporto della ricerca risulta essere fondamentale. Dai metodi partecipativi alle sperimentazioni controllate randomizzate, l’attenzione sul “come si misura l’impatto” è altissima. Durante la sessione si dibatterà sul tema da un altro punto di vista: “come la misurazione è stata utilizzata”, per il cambiamento organizzativo, il supporto allo sviluppo di una policy, il capacity building o la legittimazione?
CoopUp di Social Hub Genova - Impresa sociale 4.0 – Dalle SIAVS alle B Corp ...Social Hub Genova
Con la riforma del Terzo Settore che entrerà in vigore a Gennaio del 2019 si aprono nuovi scenari di economia sostenibile con la nascita di imprese eticamente responsabili. Maurizio Astuni nel corso dell’incontro dal titolo “IMPRESA SOCIALE 4.0 dalle SIAVS alle B CORPORATION: tutte le forme delle imprese sociali” illustrerà il testo della riforma ponendo l’attenzione sulle nuove forme di impresa sociale.
Ecco i temi che verranno approfonditi nel corso dell’incontro:
L’impresa sociale ai sensi della legge 112/2017
Le SIAVS
Le Benefit corporation e le B Corp
Evidenziando differenze e opportunità.
L’evento si inserisce nell’ambito dei “Workshop per costruire ed innovare la tua impresa” realizzati in collaborazione con i partners di Smartcup Liguria 2018.
CoopUP Bologna 2017: business plan e capacity buildingKilowatt
Approfondimento su Business Plan e Capacity Building all'interno di CoopUP Bologna, il percorso di incubazione, networking e formazione di Confcooperative Bologna e Kilowatt, in collaborazione con Emil Banca e Irecoop Emilia Romagna
Narrazioni comuni: Comunità che generano Innovazione sociale (Azzurra Spirito)Sardegna Ricerche
L'intervento di Azzurra Spirito in occasione del seminario "Narrare l'innovazione: comunicare per condividere" che si è tenuto il 5 marzo 2019 a Cagliari.
Il seminario è organizzato all'interno di cambiaMENTI, il programma che mira a valorizzare le migliori idee d'impresa e progetti d'innovazione ad alto valore sociale, culturale e creativo.
L’organizzazione aziendale è – secondo Henry Minzberg – un insieme stabile di attori indirizzati verso un comune obiettivo generale che, al fine di realizzarlo, ricorrono ad una divisione del lavoro e a delle modalità di coordinamento e controllo.
Abbiamo in questa definizione tre ingredienti, dei quali due palesi e uno nascosto: l’organizzazione aziendale è costituita da una strategia, che fissa i comuni obiettivi generali, da una struttura, che determina la divisione, il coordinamento e il controllo dell’organizzazione e da una cultura aziendale.
La strategia è un tema unificatore che conferisce coerenza e unicità di direzione alle azioni e alle decisioni di un individuo o di una organizzazione.
Le due componenti fondamentali dell’analisi strategica sono:
- Creazione del valore (scelta del valore, risorse umane e materiali)
- Cattura del valore (analisi settoriale, segmentazione del mercato, scelta del target a cui puntare)
La struttura organizzativa è la creazione sociale di compiti, ruoli e relazioni che facilita l’efficace coordinamento e il controllo di un gruppo che deve raggiungere un obiettivo comune. La struttura organizzativa è contraddistinta dalla presenza di meccanismi di integrazione e differenziazione.
- La differenziazione è l’insieme di meccanismi che permette di stabilire e controllare la divisione del lavoro, o il grado di specializzazione, nell’organizzazione. Sono, quindi, meccanismi di differenziazione, la suddivisione di compiti e ruoli. Tali meccanismi sono funzionali ad un efficace coordinamento tra individui differenti che compiono attività separate in vista di un unico risultato finale.
- L’integrazione è il processo di coordinamento tra le diverse mansioni, funzioni e divisioni, finalizzato a far si che lavorino in maniera armonica e non l’uno contro l’altro. Per integrazione si intende - in altri termini - l’attività che consente di riportare ad un’unità di intenti gli sforzi prodotti dai singoli ruoli.
La cultura aziendale è l’insieme di pratiche e abitudini che si consolidano all’interno di un’organizzazione. Definire da subito quali pratiche e quali routine sono auspicabili e quali sono da considerare deprecabili costituisce sicuro volano di crescita, poiché riduce le frizioni che interverranno durante le fasi di cambiamento organizzativo.
Il workshop punta la sua attenzione sulla componente strategica dell’azienda. In particolare, durante l’incontro, risponderemo alle seguenti domande:
1) Come si collega la struttura organizzativa alla strategia?
2) Qual è il nesso tra la vision aziendale e le strategie?
3) Come si costruisce una mappa delle proprie strategie?
4) Qual è l’orizzonte temporale delle strategie?
5) Come si monitorano le strategie aziendali, ed in particolare, chi è deputato al monitoraggio?
Modelli di produzione e misurazione impatto Kilowatt
Cos'è la generazione di impatto? Come si produce e misura? Le slides dell'intervento di Nicoletta Tranquillo a CoopUp Bologna III edizione, il percorso di formazione e networking di Confcooperative Bologna, Kilowatt, Emil Banca e Irecoop Emilia Romagna.
In questi mesi registriamo un grande interesse in relazione ad alcuni temi di ricerca cui ci occupiamo da anni: innovazione sociale, social business, impact investing, shared value. Non sempre però questi termini vengono utilizzati correttamente. Abbiamo provato a sistematizzare qualche definizione. Per contribuire a costruire qualche terreno comune. E mettere qualche punto fermo.
Coopup 2017_ metriche, numeri e benchmarkingKilowatt
Terzo incontro di formazione di CoopUP Bologna, il percorso di formazione e networking di Confcooperative e Kilowatt, con Emil Banca e Irecoop, su piano dei conti e analisi benchmark
Valutare l'impatto sociale: dal vincolo all’opportunità di dimostrare il prop...Iris Network
XVI Workshop sull'impresa sociale
13-14 settembre 2018, Riva del Garda (Tn).
Intervento di Sara Depedri (Euricse) nella sessione "Misurare l’impatto: metodologie a supporto del cambiamento"
SESSIONE PARALLELA | venerdì 14 Settembre | ore 9
A cura di Elisa Chiaf | Università degli Studi di Brescia – Socialis
Intervengono:
Sara Depedri | Euricse
Stefano Mantovani | Cooperativa sociale Noncello, Pordenone
Sara Marconi | Rete delle Case del Quartiere, Torino
Stefania Ieluzzi | Comune di Torino – Cascina Roccafranca
Nicola Corini | Cooperativa sociale Cauto, Brescia
Chiara Maria Leveque | Fondazione Lang
Serena Kaneklin | Associazione CAF, Milano
Valentina Tosi, Gabriele Guzzetti | Tiresia, Politecnico di Milano
Matteo Olivo | Cooperativa sociale Uscita di Sicurezza, Grosseto
Oggetti alla ricerca. Negli ultimi anni il tema della misurazione d’impatto è entrato prepotentemente nelle agende delle imprese sociali italiane. Dopo la stagione della “rendicontazione sociale”, si è ora nella fase della “misurazione d’impatto”, tesa a definire se il progetto funziona o se genera il cambiamento atteso. A tali domande è necessario rispondere con metodologie complesse, per questo il supporto della ricerca risulta essere fondamentale. Dai metodi partecipativi alle sperimentazioni controllate randomizzate, l’attenzione sul “come si misura l’impatto” è altissima. Durante la sessione si dibatterà sul tema da un altro punto di vista: “come la misurazione è stata utilizzata”, per il cambiamento organizzativo, il supporto allo sviluppo di una policy, il capacity building o la legittimazione?
CoopUp di Social Hub Genova - Impresa sociale 4.0 – Dalle SIAVS alle B Corp ...Social Hub Genova
Con la riforma del Terzo Settore che entrerà in vigore a Gennaio del 2019 si aprono nuovi scenari di economia sostenibile con la nascita di imprese eticamente responsabili. Maurizio Astuni nel corso dell’incontro dal titolo “IMPRESA SOCIALE 4.0 dalle SIAVS alle B CORPORATION: tutte le forme delle imprese sociali” illustrerà il testo della riforma ponendo l’attenzione sulle nuove forme di impresa sociale.
Ecco i temi che verranno approfonditi nel corso dell’incontro:
L’impresa sociale ai sensi della legge 112/2017
Le SIAVS
Le Benefit corporation e le B Corp
Evidenziando differenze e opportunità.
L’evento si inserisce nell’ambito dei “Workshop per costruire ed innovare la tua impresa” realizzati in collaborazione con i partners di Smartcup Liguria 2018.
CoopUP Bologna 2017: business plan e capacity buildingKilowatt
Approfondimento su Business Plan e Capacity Building all'interno di CoopUP Bologna, il percorso di incubazione, networking e formazione di Confcooperative Bologna e Kilowatt, in collaborazione con Emil Banca e Irecoop Emilia Romagna
Narrazioni comuni: Comunità che generano Innovazione sociale (Azzurra Spirito)Sardegna Ricerche
L'intervento di Azzurra Spirito in occasione del seminario "Narrare l'innovazione: comunicare per condividere" che si è tenuto il 5 marzo 2019 a Cagliari.
Il seminario è organizzato all'interno di cambiaMENTI, il programma che mira a valorizzare le migliori idee d'impresa e progetti d'innovazione ad alto valore sociale, culturale e creativo.
L’organizzazione aziendale è – secondo Henry Minzberg – un insieme stabile di attori indirizzati verso un comune obiettivo generale che, al fine di realizzarlo, ricorrono ad una divisione del lavoro e a delle modalità di coordinamento e controllo.
Abbiamo in questa definizione tre ingredienti, dei quali due palesi e uno nascosto: l’organizzazione aziendale è costituita da una strategia, che fissa i comuni obiettivi generali, da una struttura, che determina la divisione, il coordinamento e il controllo dell’organizzazione e da una cultura aziendale.
La strategia è un tema unificatore che conferisce coerenza e unicità di direzione alle azioni e alle decisioni di un individuo o di una organizzazione.
Le due componenti fondamentali dell’analisi strategica sono:
- Creazione del valore (scelta del valore, risorse umane e materiali)
- Cattura del valore (analisi settoriale, segmentazione del mercato, scelta del target a cui puntare)
La struttura organizzativa è la creazione sociale di compiti, ruoli e relazioni che facilita l’efficace coordinamento e il controllo di un gruppo che deve raggiungere un obiettivo comune. La struttura organizzativa è contraddistinta dalla presenza di meccanismi di integrazione e differenziazione.
- La differenziazione è l’insieme di meccanismi che permette di stabilire e controllare la divisione del lavoro, o il grado di specializzazione, nell’organizzazione. Sono, quindi, meccanismi di differenziazione, la suddivisione di compiti e ruoli. Tali meccanismi sono funzionali ad un efficace coordinamento tra individui differenti che compiono attività separate in vista di un unico risultato finale.
- L’integrazione è il processo di coordinamento tra le diverse mansioni, funzioni e divisioni, finalizzato a far si che lavorino in maniera armonica e non l’uno contro l’altro. Per integrazione si intende - in altri termini - l’attività che consente di riportare ad un’unità di intenti gli sforzi prodotti dai singoli ruoli.
La cultura aziendale è l’insieme di pratiche e abitudini che si consolidano all’interno di un’organizzazione. Definire da subito quali pratiche e quali routine sono auspicabili e quali sono da considerare deprecabili costituisce sicuro volano di crescita, poiché riduce le frizioni che interverranno durante le fasi di cambiamento organizzativo.
Il workshop punta la sua attenzione sulla componente strategica dell’azienda. In particolare, durante l’incontro, risponderemo alle seguenti domande:
1) Come si collega la struttura organizzativa alla strategia?
2) Qual è il nesso tra la vision aziendale e le strategie?
3) Come si costruisce una mappa delle proprie strategie?
4) Qual è l’orizzonte temporale delle strategie?
5) Come si monitorano le strategie aziendali, ed in particolare, chi è deputato al monitoraggio?
Business agility come cavalcare onda della discontinuita dei mercati leader...Emiliano Soldi
L’agilità aziendale è la capacità di realizzare e sostenere il pieno potenziale di un’organizzazione, sia in termini di profitti che di persone, indipendentemente dai cambiamenti del contesto circostante.
Oggi ogni azienda dovrebbe immaginare se stessa come in un viaggio verso il continuo sviluppo di resilienza, adattabilità, empatia e agilità, al fine di meglio adattarsi alle incertezze e alle repentine discontinuità dei mercati.
Paolo Di Marco interviene al convegno dell'Associazione Dirigenti Giustizia con una presentazione sul miglioramento organizzativo e le risorse umane, quale driver propulsivo di miglioramento
La mappa strategica: la creazione delle strategie di crescita e il loro monit...CentoCinquanta srl
Nessun vento è favorevole per il marinaio che non sa a quale porto vuol approdare. Questa citazione attribuita a Seneca sintetizza il momento economico, manageriale e cognitivo in cui si trovano ad operare i manager oggi, sia pubblici che privati.
La crisi mette a dura prova la capacità di cambiamento degli imprenditori anche per la difficoltà di intravedere percorsi nuovi, nuovi obiettivi, nuovi scenari, a fronte di un cambiamento esogeno, radicale e illeggibile come quello che stiamo vivendo.
Lo strumento inventato da Kaplan e Norton nel 2001, per supportare la costruzione della Balanced Scorecard, può essere uno strumento potente per uscire da questo guado mentale. Per rimanere nella metafora di Seneca, il vento è scarso, a volte vi è bonaccia, ma qualora sia presente, finchè non c’è una meta verso la quale rivolgersi, rimane comunque un vento inutilizzabile ai nostri fini.
Profilo aziendale di CSR Value, società avviata da Alessandra Fornasiero con l'obiettivo di supportare le aziende a rispettare le norme della Corporate Social Responsibility.
Bilancio di Impatto Kilowatt_edizione 2023Kilowatt
Bilancio d'impatto delle attività di Kilowatt del 2023: uno strumento per riflettere sulle sfide che abbiamo cercato di cogliere e i risultati raggiunti, i compagni di viaggio, gli insegnamenti appresi, gli impatti generati.
Impact Report of Kilowatt's activities in 2022: a tool for reflecting on the challenges we have tried to meet and the results achieved, the travel companions, the lessons learned, the impacts generated.
Bilancio di Impatto Kilowatt_edizione 2021Kilowatt
Bilancio d'impatto delle attività di Kilowatt del 2021: uno strumento per riflettere sulle sfide che abbiamo cercato di cogliere e i risultati raggiunti, i compagni di viaggio, gli insegnamenti appresi, gli impatti generati.
Bilancio di impatto Kilowatt_edizione 2022Kilowatt
Bilancio d'impatto delle attività di Kilowatt del 2022: uno strumento per riflettere sulle sfide che abbiamo cercato di cogliere e i risultati raggiunti, i compagni di viaggio, gli insegnamenti appresi, gli impatti generati.
Bilancio di Impatto Kilowatt_edizione 2018Kilowatt
Bilancio d'impatto delle attività di Kilowatt del 2018: uno strumento per riflettere sulle sfide che abbiamo cercato di cogliere e i risultati raggiunti, i compagni di viaggio, gli insegnamenti appresi, gli impatti generati.
CoopUP Bologna 2018, incontro IV: Business PlanKilowatt
Approfondimento su Business Plan all'interno della quarte edizione di CoopUP Bologna, il percorso di incubazione, networking e formazione di Confcooperative Bologna e Kilowatt, in collaborazione con Emil Banca e Irecoop Emilia Romagna [www.coopupbologna.it]
CoopUPBologna 2018: MVP, testing e validazioneKilowatt
Slide del quarto appuntamento dell'edizione 2018/19 di CoopUP Bologna, il percorso di incubazione, networking e formazione di Kilowatt e Confcooperative Bologna, in collaborazione con Emil Banca e Irecoop.
CoopUPBo 2018: incotro 1 su value propositionKilowatt
Appuntamento#1 della quarta edizione di CoopUPBologna - il percorso di formazione, incubazione e networking promosso Confcooperative Bologna e Kilowatt in collaborazione con Emil Banca e Irecoop Emilia Romagna - su value proposition e identità.
Il Bilancio sociale delle attività di Kilowatt per l'anno 2015: uno strumento per riflettere sulle sfide che abbiamo cercato di cogliere e i risultati raggiunti, i compagni di viaggio, gli insegnamenti appresi, gli impatti generati.
Bilancio di impatto Kilowatt_edizione 2017Kilowatt
Bilancio d'impatto delle attività di Kilowatt del 2017: uno strumento per riflettere sulle sfide che abbiamo cercato di cogliere e i risultati raggiunti, i compagni di viaggio, gli insegnamenti appresi, gli impatti generati. Se il 2016 è stato l’anno del salto, il 2017 lo consideriamo l’anno
del volo!
Presentazione di DICO, una delle realtà che ha partecipato a CoopUP Bologna, il percorso di formazione e networking di ConfCooperative Bologna e Kilowatt, in collaborazione con Emil Banca BCC e Irecoop Emilia Romagna.
IMA, cambiamenti adeguati al terzo settore | CoopUP BolognaKilowatt
Presentazione di IMA, una delle realtà che ha partecipato a CoopUP Bologna, il percorso di formazione e networking di ConfCooperative Bologna e Kilowatt, in collaborazione con Emil Banca BCC e Irecoop Emilia Romagna.
CoopUP Bologna | Presentazione Coworking del sèKilowatt
Presentazione di coworking del sè, una delle realtà che ha partecipato a CoopUP Bologna, il percorso di formazione e networking di ConfCooperative Bologna e Kilowatt, in collaborazione con Emil Banca BCC e Irecoop Emilia Romagna.
CoopUP Bologna: l'evento conclusivo della III edizioneKilowatt
I risultati della terza edizione di CoopUP Bologna (2017-18), il percorso di formazione, incubazione e networking di Confcooperative Bologna, Kilowatt, Emil Banca BCC e Irecoop Emilia - Romagna
Intervento di Emil banca durante CoopUP Bologna, percorso di incubazione, networking e formazione di Confcooperative Bologna, Kilowatt con Emil Banca e Irecoop
la riforma del terzo settore e l'impresa socialeKilowatt
intervento di Simona Rizzo [Kilowatt] a CoopUP Bologna, il percorso di incubazione, networking e formazione di Confcooperativa Bologna e Kilowatt con Emil Banca e Irecoop Emilia Romagna
Slide del quarto appuntamento di CoopUP Bologna, il percorso di incubazione, networking e formazione di Kilowatt e Confcooperative Bologna, in collaborazione con Emil Banca e Irecoop.
Appuntamento#1 di CoopUPBologna - il percorso di formazione, incubazione e networking promosso Confcooperative Bologna e Kilowatt in collaborazione con Emil Banca e Irecoop Emilia Romagna - su value proposition e identità
Bilancio d'impatto delle attività di Kilowatt: uno strumento per riflettere sulle sfide che abbiamo cercato di cogliere e i risultati raggiunti, i compagni di viaggio, gli insegnamenti appresi, gli impatti generati.
CoopUP Bologna 2018: valutazione d'impatto, piano dei conti e benchmark
1. 29 Novembre 2018 - III incontro
Valutazione d’impatto,
piano dei conti, community organizing
e Benchmarking
2. cos’è l’impatto
L’impatto viene definito come “il cambiamento sostenibile di lungo periodo (positivo o negativo; primario o
secondario) nelle condizioni delle persone o nell’ambiente che l’intervento ha contribuito parzialmente a
realizzare, poiché influenzato anche da altre variabili esogene (direttamente o indirettamente; con intenzione o
inconsapevolmente) ”. Stefano Zamagni, Paolo Venturi, Sara Rago 2017
Gli indicatori di impatto misurano quindi la qualità e la quantità degli effetti di lungo periodo generati
dall’intervento, descrivono i cambiamenti nelle vite delle persone e lo sviluppo a livello globale, regionale
e nazionale, tenendo conto delle variabili esogene che lo influenzano.
3. ripartire dal modello di business
misurare l’impatto significa ripartire dalla definizione delle
modalità di produzione di valore,
dal modo in cui vengono organizzati i fattori di produzione.
Il tema centrale è l’intenzionalità.
4. La teoria del cambiamento
Si tratta di un approccio sviluppato per guidare un’organizzazione nel tracciare la sequenza logica di
un’iniziativa/progetto, dal cambiamento che si vuole generare, indietro fino agli input necessari.
Si definiscono dunque obiettivi a lungo termine e a ritroso si ricostruiscono logicamente i legami causali
per arrivare a quegli obiettivi.
Mostra un percorso di causalità che lega le singole fasi, specificando ciò che è necessario fare per
ottenere gli obiettivi che si desidera raggiungere.
“Costituisce sia un piano per comprendere in che modo dev’essere raggiunto il risultato, sia la
spiegazione di come sia stato conseguito (spiegazione ex post).” Sottogruppo GECES sulla misurazione dell’impatto
2014
5. Gli indicatori: le indicazioni europee
L’obiettivo della misurazione dell’impatto sociale è “misurare gli effetti sociali e l’impatto sulla società
determinati da specifiche attività di un’impresa sociale”.
“qualsiasi metodo di misurazione va elaborato a partire dai risultati principali ottenuti dall’impresa,
deve favorirne le attività, essere proporzionato e non deve ostacolare l’innovazione sociale.”
“Il metodo dovrebbe prefiggersi di trovare un equilibrio tra dati qualitativi e quantitativi, nella
consapevolezza che la ‘narrazione’ è centrale per misurare il successo”.
(CESE, 2013)
6. Dai risultati agli impatti
i risultati (output) sono le conseguenze dirette di un'azione/attività.
gli impatti sono i cambiamenti duraturi, i benefici (o i danni) generati. Avvengono in genere in 5/10 anni.
l’impatto tiene conto:
1. attribuzione: in quale misura l’impresa sociale è responsabile del risultato, in contrapposizione con
il risultato ottenuto per l’intervento di altri;
2. effetto inerziale: risultato che si sarebbe prodotto comunque, a prescindere dall’intervento;
3. esaurimento: la tendenza degli effetti di un intervento in un particolare momento a diminuire nel
tempo.
valutare i risultati significa misurare la differenza tra prima e dopo
valutare gli impatti significa misurare il dopo rispetto a quello che sarebbe stato senza l'intervento
7. Dai risultati agli impatti
Ragionare sugli impatti significa porre l’attenzione sugli effetti più che sulle risorse impiegate:
- non è tanto importante quanto si investe in formazione ma quanto si apprende e che cosa si
apprende
- non è tanto importante quanto si investe in servizi sociali ma quanto questi contribuiscono a creare
benessere ed inclusione economica a livello locale
- non è tanto importante quanto si investe in servizi ambientali ma quanto si ricuce l’impatto di una
comunità sull’ambiente
>>> il bilancio di impatto chiama in causa le competenze relazionali, il design dei servizi, il community
organizing, non solo nella progettazione, ma anche nella rendicontazione
8. come scegliere gli indicatori
Le caratteristiche di un indicatore:
. Quantificabilità: possono essere presentate sotto forma di numeri
. Praticità: si integrano bene con il progetto
. Direzionalità: contribuiscono a determinare l’andamento di un progetto
. Operatività: possono essere messi in relazione al contesto pratico per misurare un cambiamento
effettivo
10. A cosa serve?
• VALUTARE LO STATO DELLA PROPRIA ATTIVITÀ
• FARE PROIEZIONI
• MISURARE OGNI ACCADIMENTO
N.B: È uno strumento INTERNO!
Serve per capire COME sta andando la gestione del progetto
12. Come iniziare
OGNI ACCADIMENTO INERENTE L’IMPLEMENTAZIONE DEL VOSTRO
PROGETTO RAPPRESENTA UN FATTO GESTIONALE
Brevi cenni di Economia
Per tenere traccia di ogni cosa bisogna tenere conto di due prospettive:
• ECONOMICA
• FINANZIARIA
13. La GESTIONE ECONOMICA è il conto economico: riguarda l'andamento dei costi e
dei ricavi di esercizio. I costi si sostengono quando si acquista un prodotto/servizio, i
ricavi si conseguono quando si vende un prodotto/servizio.
La GESTIONE FINANZIARIA riguarda le entrate e le uscite: il vostro portafoglio!
Gestione economica e finanziaria solitamente hanno scadenze temporali diverse.
Per una start up è importante perchè spesso le start up muoiono di cassa!
Bisogna capire se il vostro modello di business funziona
COME?
14. >> Sebben collegate, queste due dimensioni potrebbero richiedere momenti diversi
Ad esempio
Un costo potrebbe generare un’uscita finanziaria prima che un ricavo si traduca effettivamente in un’entrata finanziaria.
Per ora noi ci concentreremo sulla dimensione economica
I costi e ricavi ci dicono se l’attività è in salute: se si genera un utile o una perdita.
Le entrate e le uscite ci dicono se riusciamo a far fronte a tutti gli impegni di
pagamento.
Un’attività può essere in salute e non disporre della liquidità necessaria!
Gestire
15. Prevedere
Anche se il progetto è ancora solo un’idea, possiamo usare questo strumento
per produrre delle stime
Come
Si costruisce sulla base di ipotesi che vanno verificate dai dati.
Sulla base di costi e ricavi stimati si prevedono i flussi di cassa prospettici.
Perché
• Come strumento di verifica: andando avanti si confrontano i dati correnti con quelli che erano
stati stimati, per capire se è il caso di apportare qualche cambiamento
• Può essere utile in caso di preparazione di documenti di dialogo con l’esterno (es: Business Plan)
16. Costi:
Di produzione del bene o servizio (es: acquisti fornitori, costi di
trasformazione)
Di gestione del bene o servizio (es: del personale)
Comunicazione
Attrezzature
Ricavi:
Vendita bene o servizi
Convenzioni
Elargizioni liberali
voci di costo e di ricavo tipiche
18. UN TEMPLATE VUOTO CON LA GESTIONE ECONOMICA
Le voci inserite sono a titolo esemplificativo: ognuno può aggiungere voci che
rappresentano la propria attività ed eliminare quelle che non sono movimentate.
La forma è scalare: si inseriscono prima i ricavi poi i costi per capire subito se viene
generato un utile o una perdita.
Tocca a voi!
21. Dal design dei servizi abbiamo imparato (almeno) una cosa:
includere le community mentre si progetta permette di creare progetti
più rispondenti ai bisogni.
Dall’arte relazionale: la co-creazione permette di fare progetti più
“integrati”, a impatto condiviso.
La co-creazione responsabilizza ed è un modo di lavorare con le community
(di cui si è parte!) ma anche di progettare insieme i requisiti di successo e la
loro narrazione condivisa.
22. Passare dallo stakeholder engagement al community organizing:
>> significa accettare che il risultato finale non sia quindi predefinito (come
nello stakeholder engagement) ma derivi da un processo maieutico con
l’utente o le comunità per cui si progetta
>> significa identificare e prendersi cura dei community leader, non solo dei
portatori di interesse
>> lascia un livello di empowerment e di senso di appartenenza non
immaginabile altrimenti
>> il community organizing produce beni comuni sotto forma di coesione
sociale
23. > le community sono uno strumento fondamentale di resilienza (Manzini,
2018)
> la community può lavorare su una filiera intera! (Lowaste for action, 2014)
> si può capire meglio il bisogno o attivare una competenza diffusa
> può aiutare a prototipare, testare, estendere un servizio!
24. > le community moderne esistono per scelta dei membri che ne fanno parte
> prevedono appartenenze multiple e non richiedono troppo commitment
> i partecipanti non cercano identità o soluzioni preconfezionate, ma
partecipano proprio per contribuire a definire la proprie
> non sono stabili né eccessivamente omogenee, sono vissuti (e devono
essere lette) sono spazi di opportunità
25. > bisogna saper creare i contesti giusti e le condizioni perché gli incontri siano
significativi e collaborativi
> progettare incontri leggeri, frequenti, di qualità, in cui gli scambi ed il dialogo
vengano valorizzati
> prevedere spazi adeguati, che siano percepiti come sicuri, perché creare una relazione
è sempre un’operazione che rende vulnerabili
> usare strumenti e metodi che costruiscano empatia (cultural probes, journey,
personas, attività ludiche e ricreative di gruppo, ecc.)
> riconoscere la regola del 99% (quindi non contiamo su tutti)
> sapersi prendere cura e gestire la leadership
26.
27. Community Development & Community-led Development qual è la
differenza? da qui.
Nel notare le differenze sostanziali tra le community che stanno acquisendo
forza e stanno crescendo e quelle che non lo stanno facendo.
Due sono i fattori chiave da osservare all’inizio:
1. Uno è la qualità e lo stile di leadership. Quello che importa è la loro
capacità di coinvolgere gli altri e creare visioni, aspirazioni e fiducia in un
cambiamento possibile.
2. Altrettanto importante è rendere accessibile il supporto esterno
necessario ad aiutare il cambiamento che la community stessa vuole
apportare.
28. “abbiamo notato che, sebbene una pianificazione strategica aiuti
favorevolmente nell’identificazione dei risultati e nella prima fase d’azione, è
il processo che necessita di essere sostenuto facilmente e verificato
regolarmente. Nella pratica, quello che le persone pianificano e quello che
effettivamente fanno può cambiare. Il ‘cosa viene dopo’ è in risposta alle
capacità, competenze e interessi che il modo di lavorare community-led fa
emergere nelle persone del territorio e nelle comunità locali mettendole al
lavoro insieme. Le iniziative community-led sviluppano attraverso la
mobilitazione di competenze, inclinazioni, risorse e opportunità che sono
disponibili localmente o comunque a portata di mano”.
29. “Il community-led development è un lavoro duro, consuma tempo e ha
bisogno di leadership locali esperte e stimolanti in modo da generare slanci
e partecipazione. Laddove le community abbiano poca esperienza nella
collaborazione, il community-led development non accade magicamente.
Impegno ed energia vanno impiegati innanzitutto per costruire le
condizioni per il cambiamento guidato localmente - condizioni che
includono il rafforzamento delle relazioni, l’instaurazione di fiducia e di
buona disposizione, lo sviluppo di capacità conversative di community e la
crescita di un senso di appartenenza condiviso e di connessione. Prima che
le persone possano portare un contributo per la loro community devono
sentire di appartenerci”
30. “Nel desiderio di vedere un’evoluzione nelle sfide complesse che le
community stanno affrontando, siamo spesso condizionati ad aspettarci e a
cercare grandi cambiamenti che possano dimostrare il valore generato da
sforzi e investimenti. Il pericolo di cercare cambiamenti sostanziosi però è
che spesso sottovalutiamo o trascuriamo i piccoli ma significativi
cambiamenti che possono essersi verificati per individui, organizzazioni e/o
strade. Il cambiamento di trasformazione richiede tempo”.
34. LABoratori educativi per crescere in
Comunità
un’esperienza educativa aperta ed
partecipata per creare una
comunità educante
35.
36. 1 > creare un luogo e occasioni adeguati
2 > regole di ingaggio chiare
3 > allineamento ciclico
4 > riconoscere i community leader e prendersene cura (individuare il 10% e
l’1% al suo interno)
5 > tenere traccia degli scambi tra le persone che fanno parte della
community
37. Scheda Community
1. Ambito
[ ] CLIENTI [ ] BENEFICIARI [ ] PARTNER [ ] ALTRO ______________________
2. Com’è composta
3. Dove e come si trova
4. ASPETTATIVE TIMORI
39. Il grande assente nel nostro canvas?
Mancano delle figure fondamentali per conoscere il vostro modello di business.
Sono i competitor, i vostri concorrenti.
ATTENZIONE: non si parla solo di chi fa quasi la vostra stessa cosa. Tanto più se la vostra
idea non esiste sul mercato.
Si parla di chi intrattiene un rapporto simile con i vostri target, chi si dedica allo stesso
tipo di clienti… Si parla insomma di chi non siete ma vi somiglia (miglior prassi affine -
best related practice)
40. Iniziare un benchmarking...
A. IDENTITÀ. Prendete il vostro Business Model Canvas compilato. Iniziate a
riflettere a quali sono le parole chiave (prendendo dalla parte sulla proposta
di valore). Fate una ricerca online per capire chi si occupa di quello
B. CANALI. Pensate all’interazione che volete costruire con i vostri target (il modo
in cui entrate in contatto con loro: tramite una piattaforma? quali azioni
chiave del vostro servizio?). [...] Chi lo fa in modo simile?
C. MODELLO DI BUSINESS. Pensate ai vostri principali asset, alle vostre risorse
chiave e al modo in cui le usa il vostro modello di business (es: metodologia,
spazio o altre risorse fisiche, ecc.): chi le usa in modo simile?
41.
42. Un esempio dal bike sharing
A. Le parole chiave:
cyrcolo è un bike-sharing peer-to-peer basato su una community che condivide
biciclette private
B. Interazione:
studio dei sistemi di gestione di servizio e community management, cioè dove uso
un servizio ed entro in una community: l’esempio di Nike+
C. Modello di business e risorse:
l’esempio di FON e della Fonera
43. 1. Ambito
[ ] IDENTITÀ [ ] CANALE [ ] MODELLO DI BUSINESS
2. Chi è
_______________________________________________________________
3. Mi interessa perché
4. Cosa ho imparato
Scheda Benchmark
45. Cos’è un’intervista?
è un momento essenziale di verifica
della propria Value Proposition
è più utile di un sondaggio, in tutte
le sue forme, in questa fase del
percorso
va fatta con una persona alla volta
46. La falsificazione
L’intervista è un ottimo strumento
di falsificazione delle proprie
ipotesi chiave
qualsiasi intervista che finisce con
una conferma generica della
propria idea è meno utile
47. Empathy map
Le prime interviste servono anche a
capire se le nostre supposizioni
sulla quotidianità del cliente
una buona base può essere la
cosiddetta Empathy Map
48. Mappare i comportamenti, non le opinioni
Un’intervista serve a capire anche a
mappare i comportamenti attuali (o
già avvenuti) degli utenti
MAI CHIEDERE UN’OPINIONE!
o una previsione di spesa o di uso di
un servizio
quando la persona ci racconta un
suo comportamento generico,
chiedere sempre “quand’è l’ultima
volta che hai fatto questa cosa?”
49.
50.
51.
52.
53.
54. Steve Blank
Alcune delle sue “12 regole” per fare
un’intervista:
> domande aperte e non chiuse
> parrot back: “tu quindi dici che…”
> cercare pattern
56. i compiti
Entro la data dei colloqui individuali:
> rispondete alla domanda: “qual è il cambiamento che vogliamo contribuire a
generare?”
> provate a compilare la scheda community e una struttura di intervista
entro il 12 dicembre:
> pubblicate sul gruppo Facebook almeno due benchmark per livello
> bozza del piano dei conti