Cambiamenti Climatici: un’occasione per guardare con occhi nuovi la complessità che viviamo.
1. Documentazione dell'Unità di Competenza
Progetto 11
Cambiamenti Climatici: un’occasione per
guardare con occhi nuovi la complessità che
viviamo.
FIRENZE - I.C.S. LE CURE
Destinatari:
Scuola dell’Infanzia La Pira, Scuola Primaria Boccaccio (5° A), Scuola Primaria
La Pira (2°A e 2°B), Scuola Secondaria di Primo Grado Calvino (…)
Ore dedicate al percorso:
151
2. Progetto 11
Con questo progetto vogliamo potenziare
metodologie attive per affrontare temi transdisciplinari
che mettano a fuoco i cicli della natura
rispetto ai flussi umani lineari
che interferiscono sui primi
e con tutto ciò che collega noi umani
alla relazione con i viventi e
con l'ambiente fisico.
Per guardare con occhi nuovi
la relazione con l'altro
nei metabolismi di ecosistemi misti:
sociali e naturali.
3. Indice dei segmenti di UdC
sviluppati nell’I.C. “Le Cure”
Inf. La Pira: UdC 112 - 113 - 114 - 115 – 115
ORTO BIODINAMICO con Associazione LUAR
Pr. La Pira: UdC 346 – 349
GIOCHI ‘PESANTI’ – GIOCHI ‘LEGGERI’ con COESO-LEP
Pr. Boccaccio: UdC 26 - 475
POKE MA REGOLE con ARCI Firenze
FATTORIA DELLA PACE: IPPOASI
Sec. Primo grado Calvino: UdC 523
RIFIUTI: DA PROBLEMA A RISORSA con Quadrifoglio
4. Scuola dell’Infanzia La Pira
Via de’ Bruni 21/E
50130 Firenze
Progetto Orto Biodinamico
Al progetto, realizzato in collaborazione con Nicola Zannini dell’Associazione
LUAR, hanno partecipato bambini di tre, quattro e cinque anni che frequentano
le cinque sezioni della scuola.
Il percorso nasce dalla volontà dei docenti di dare ai bambini un’occasione per riscoprire la natura e per
aiutarli a comprendere i cicli naturali del tempo e delle stagioni.
Con il lavoro nell’orto i docenti hanno inteso far riflettere i bambini sulla convivenza, sul legame che
esiste tra animali, vegetali e umani e su come i nostri comportamenti agiscono sulla natura e sui
cambiamenti climatici.
5. Il percorso ha fornito materiali e spunti per diverse attività curricolari.
Nell’ambito comunicativo espressivo con la lettura di fiabe su animali, piante,
fiori e alberi.
Nell’ambito artistico con lo studio di forme e colori della natura.
Nell’ambito scientifico attraverso la creazione di cartelloni per riconoscere le
piante e i frutti , attraverso il lavoro con i semi per comprendere il tempo e con
la costruzione della postazione meteorologica.
Nell’ambito psicomotorio con il potenziamento delle abilità manuali quali
rastrellare, preparare il solco, mettere il seme, comprimere la terra,
trapiantare, innaffiare, raccogliere i frutti.
Nell’ambito della logica matematica mediante la realizzazione di cartelloni che
illustrano le famiglie del mondo naturale.
6. Gruppo Rosso - 37 bambini di tre anni
Docenti: Maria Gennuso, Maria Rosa Marano, Monica Maroni, Patrizia Riccitelli, Ghila Ventura
La terra
Manipolazione e osservazione di tre diversi tipi di terra
11. Gruppo Giallo - 40 bambini di quattro anni
Docenti: Teresa Di Blasi, Maria Rosa Marano, Monica Maroni, Anna Massai, Costanza Scardicci, Ghila Ventura.
I bambini del Gruppo Giallo hanno attuato lo stesso percorso dei bambini di tre anni ampliandolo con
osservazioni approfondite degli elementi naturali e con il percorso proposto da Quadrifoglio con la
lettura di storie che parlano della raccolta differenziata, del riciclo dell’acqua piovana, del risparmio
energetico e della difesa dell’ambiente.
“Nicola è un contadino, ha fatto vedere gli insetti che sono nella terra”
“Nicola che è un “giardinaggio”
“Ci ha portato sacchi di terra e vaschette”
”Non era tutta uguale: erano tre”
“Una era sabbia dorina, un po’ gialla e un po’ grigia”
“Una era nera, scura scura come la cioccolata (terra di bosco)”
“Nicola ci ha fatto infilare le mani dentro e abbiamo trovato un serpente, ma
non lungo, come una specie di linea e degli “ombrichi”
12. Il seme, la pianta e il frutto
“Questo è il porro, io lo conosco”
“La mia mamma ci fa la zuppa”
“ Questo si chiama peperoncino”
“La mia mamma l’ha tagliato e ci ha fatto l’insalata”
“Il peperone è rosso”
“No, c’è anche giallo e verde”
“Però pizzica”
16. Utilizziamo le foglie delle canne per proteggere le piantine dell’orto dal
calore del sole
17. Dopo aver ascoltato la fiaba sull’ortica
prepariamo il macerato per le nostre piantine
18. Gruppo Blu - 46 bambini di cinque anni
Docenti: Anselmi Paolo, Arcuri Gaspare, Picchi Francesca, Roccazzella Catena, Spina Antonella.
I bambini del Gruppo Blu hanno attuato, in parte, lo stesso percorso dei bambini di tre e
quattro anni ma lo hanno ampliato e arricchito con osservazioni approfondite degli elementi
naturali, con il riempimento dei cassoni, con il lavoro sull’acqua, con la costruzione della
stazione meteorologica e dello spaventapasseri.
Preparazione dei cassoni
27. Consorzio COESO - LEP
“GIOCATTOLI INDUSTRIALI E CAMBIAMENTO CLIMATICO”
5 incontri settimanali di due ore ciascuno, per classe, in aula
febbraio – marzo 2015
classi II A e II B
Scuola Primaria “Giorgio La Pira”
Insegnanti coinvolti:
II A: Anna Bianchi, Barbara Taddei - II B: Annamaria Giampà, Elida Girardi, Luisa Lumini (S.)
Operatori:
Elisabetta Bani e Sandra Caciagli
Fin dal loro ingresso nella scuola primaria, gli alunni delle due classi sono stati coinvolti in un
percorso di osservazione e di riflessione sulle questioni legate alla Complessità ed alla
Sostenibilità.
Con questo percorso è stato sviluppato un segmento di Unità di Competenza sui Cambiamenti
Climatici, attraverso metodologie attive, giochi, laboratori e uso di materiali multimediali.
I bambini sono stati coinvolti in una approfondita riflessione per comprendere il legame tra
l'inquinamento dovuto allo smaltimento dei materiali di costruzione dei giocattoli industriali e il
cambiamento climatico, attraverso un cammino di osservazione, di classificazione, di riflessione e
di progettazione.
28. LA COMPETENZA SVILUPPATA E RELATIVI OBIETTIVI
Comprendere alcuni fenomeni e le loro interconnessioni rispetto ai cambiamenti climatici
Capire e comprendere il concetto di impronta ecologica e il fenomeno delle emissioni di
inquinanti nell'atmosfera e le conseguenze di questo nel cambiamento climatico.
Riconoscere e classificare giochi e giocattoli inquinanti e dannosi per l'ambiente.
Scegliere giochi e modalità di gioco più ecologici, collegare questo comportamento alla
riduzione del fenomeno del cambiamento climatico.
LE ATTIVITÀ PROPOSTE E LE METODOLOGIE
Esperienza diretta di giochi non ecologici e successivo lavoro di gruppo
e compilazione scheda di classificazione.
Sperimentazione di giochi ecologici anche provenienti da altre zone del mondo e progettazione
e costruzione a gruppi di giocattoli con materiali di recupero.
Educazione attiva, esperienza con oggetti e immagini e lavoro di gruppo.
Educazione ludica, progettazione partecipata e laboratorio di costruzione.
LO SVILUPPO DELLE SEGUENTI DIMENSIONI DI CITTADINANZA ATTIVA
Progettare
Comunicare
Collaborare e partecipare
Agire in modo autonomo e responsabile
Individuare collegamenti e relazioni
Acquisire ed interpretare l'informazione
hanno avuto una ricaduta trasversale sulla programmazione delle discipline curricolari,
in particolar modo:
ITALIANO - SCIENZE - ARTE E IMMAGINE
36. Poke Ma Regole
Sei incontri settimanali di due ore ciascuno in aula con l’educatrice Alessandra
Bacci
di cui uno con l’esperta etologa: Dott.ssa Elena Tricarico
5 marzo – 16 aprile 2015
Classe V A
Scuola Primaria “Giovanni Boccaccio”
Il progetto “Poke Ma Regole” sul tema della cittadinanza attiva, è stato una presenza
“storica” in Chiavi della Città fino allo scorso anno scolastico ed ha accompagnato gli
alunni, dalla classe prima, in un percorso di riflessione condivisa sul tema della
Convivenza civile e interspecifica in ambiente urbano
tra animali-umani ed animali non umani.
Il percorso ha potuto avere una conclusione quinquennale grazie al finanziamento
della Regione Toscana e si è sviluppato ulteriormente intorno ad una riflessione su
I cambiamenti climatici
e le conseguenze dal punto di vista adattativo
degli animali-umani e non umani.
37. ricadute curricolari … per esplorare la complessità
CITTADINANZA ATTIVA – ITALIANO – SCIENZE - ARTE E IMMAGINE – ED. FISICA
Dimensione linguistica, esperienziale ed espressiva
•Utilizzo della lingua nella sua funzione comunicativa, personale, euristica, con ricerca di costruzione di significati
e condivisione delle conoscenze in ambiente idoneo al dialogo.
•Ampliamento del lessico.
•Ascolto attivo.
•Ascolto di brani.
•Osservazione sul campo (dalla finestra, in giardino) – il taccuino del naturalista.
•Riconoscimento in altri viventi in relazione con il loro ambiente, bisogni di vita analoghi ai nostri.
•Interpretazione delle trasformazioni ambientali, ivi comprese quelle globali, in particolare quelle conseguenti
all’azione modificatrice dell’uomo.
•Elaborazioni creative di produzioni personali e collettive per esprimere sensazioni, emozioni e per comunicare la
realtà percepita.
•Utilizzo dell’espressione corporea per ‘mettersi nei panni di’.
Bibliografia:
poesia “Il Vento”di Ada Negri;
“San Martino del Carso” di G. Ungaretti;
“Ambienti umani e ambienti animali: una passeggiata in mondi sconosciuti e invisibili” dell’etologo Jakob von
Uexkull;
“The outermost house: a year of life on the great beach of Cape Cod” di Henry Beston;
Sitografia
http://obli.tumblr.com/
il tumblog didattico della conduttrice Alessandra Bacci
38.
39. UN PICCIONE SEDUTO SUL RAMO RIFLETTE SULL’ESISTENZA”
La complessità nell’ambiente urbano di vita:
i cambiamenti climatici - la convivenza fra animali umani e non umani
Report di Alessandra Bacci
Il primo incontro ci vede attoniti a guardare insieme il cedro del Libano del giardino abbattuto dal
fortissimo vento che ha spazzato la città per tutta la notte precedente al primo incontro (notte tra il 4 ed il
5 marzo 2015). Un evento meteorologico eccezionale per Firenze, di una forza mai osservata nei decenni
prima.
Quale miglior viatico ad un percorso che guardi ai cambiamenti climatici e a quello che significa per gli
individui (di qualunque specie, altro da noi stessi) che vi si trovano compresi, come causa o come
partecipanti involontari e senza responsabilità alcuna?
Riprendendo le fila lasciate l’anno scolastico passato, ci siamo immersi in questo e-vento estremo,
scambiando le osservazioni, le riflessioni e le domande suscitate intorno a quello che aveva visto
testimoni i bambini della classe. Tra l’altro nel giardino e intorno all’edificio scolastico si vedevano
chiaramente gli effetti della burrasca sugli alberi schiantati a terra. Ci siamo addentrati nei significati
(tipologie) delle strategie di adattamento e di mitigazione sia umane sia degli altri animali grazie anche
all’intervento della Dott.ssa Elena Tricarico, ricercatrice biologa evoluzionista dell’Università di Firenze
che anche quest’anno è intervenuta in classe e con la quale abbiamo affrontato, tra gli altri, i temi
dell’anatomia comparata.
40. Abbiamo così ricostruito (come se) il processo del riscaldamento terrestre, della bassa e alta una via che
ci appartiene in quanto animali.
pressione, del vento e del suo effetto canyoing tra i palazzi in città (quello che è successo con la
burrasca) utilizzando il movimento del corpo così da comprenderlo non solo teoricamente ma anche per
via sensoriale:
I bambini sono stati contemporaneamente sole, aria, terra ma anche alta e bassa pressione, mare e
vento. Traendo spunto da una poesia sul vento di Ada Negri e dal lavoro dell’etologo von Uexkull sugli
ambienti umani e animali che spesso condividiamo, anche in città e senza che ce ne accorgiamo, li ho
guidati nella realizzazione di un tableau vivant che tenesse conto delle nostre idee sulle azioni del vento
in un ambiente che vede al suo centro, una quercia: mi sento parte di questo ambiente? dove sono? chi
c’è? cosa c’è? cosa fanno? come lo fanno? perché? cosa posso fare io?
E così, 24, tra bambine e bambini, sono diventati, muovendosi nello spazio (in palestra) con
intenzionalità, come vespa, quercia, pettirosso, civetta, volpe, picchio, formica, vela, carezza, ghiaccio,
bambina, guardiaparco, vento (et al). Hanno così sperimentato il movimento del loro corpo con un’
intenzione rappresentativa guidata dalla riflessione e dall’osservazione.
“Allora … il vento non è buono e non è cattivo:
è quello che è!”
41. LA RESPONSABILITA’
Report della conversazione e riflessione condivisa
Siamo responsabili quando percepiamo la complessità delle nostre città che sono ecosistemi e ci
prendiamo cura del sistema che ci avvolge.
La stella polare che può orientare
il nostro sguardo e farci sentire:
nazione tra le altre nazioni
animale tra gli altri animali
individuo tra gli altri individui
vivente tra gli altri viventi
sono la complessità e il sentimento di cura
per noi e per il nostro pianeta.
E per finire,
un insegnamento che l’Uomo Ragno ha ricevuto dall’amato zio, Ben Parker:
«Da un grande potere derivano grandi responsabilità»
42.
43. L’etologa Elena Tricarico - il cambiamento climatico – l’adattamento
Pensiamo sempre che il riscaldamento climatico faccia aumentare il calore
però …
non pensiamo che aumentano anche i fenomeni atmosferici estremi.
In natura c’è chi si adatta e chi si estingue:
noi, animali umani, ci adattiamo subito,
invece …
gli animali non umani hanno
perfetti
meccanismi di adattamento per l’ambiente in cui vivono.
Hanno un adattamento talmente perfetto
per quello che devono fare che
se cambia il clima
il loro corpo perfettamente adattato
non risponde!
Gli animali si adattano in tempi lunghi attraverso le generazioni.
Gli animali rimangono ‘spiazzati’ in situazioni di brusche variazioni di habitat e clima, perché, in genere, gli animali
non possono spostarsi dal loro ambiente di vita e non possono usare comportamenti compensativi come l’uso di un
abbigliamento appropriato, la realizzazione di utensili, l’acquisto di cibo.
L’anatomia comparata ci aiuta ad entrare nel mondo affascinante delle funzioni dei viventi: a studiare le differenze
e le analogie.
44. UdC 523 FATTORIA DELLA PACE “IPPOASI”
Comprendere empaticamente, a livello esperienziale, i bisogni di vita degli
'animali non umani' anche in relazione ai rapidi cambiamenti climatici.
Descrizione: L’associazione di volontariato “ Fattoria della Pace IPPOASI” sorge
nel cuore verde del Parco di San Rossore a San Piero a Grado (Pisa) ed ospita
diversi animali cosiddetti da “reddito” (mucche, asini, cavalli, maiali, capre, galli,
galline, conigli) salvati da varie associazioni animaliste da morte certa.
La fattoria svolge un duplice ruolo, quello di rifugio per animali domestici, ma
soprattutto di polo per l’educazione ambientale e l’agricoltura sociale.
Gli animali, sottratti da situazioni di profonda sofferenza, approdano in questo
luogo dove ritrovano la propria natura e dignità, liberi di muoversi nei tre ettari a
disposizione senza impedimenti e godendo della compagnia l’uno dell’altro.
La visita didattica al Centro consente di vivere un'esperienza
di confronto e di contatto con alti individui diversi da noi,
ma CON GLI STESSI BISOGNI DI VITA.
45. Questa particolare situazione esperienziale,
a forte impatto emozionale,
attiva potentemente la dimensione relazionale
che è alla base della comprensione dei concetti di Complessità e di Sostenibilità.
In modo particolare
attiva una riflessione sui bisogni di vita degli ‘animali – non umani’
ed in generale sulla loro fisiologia, biologia
e sulle loro capacità adattive legate ai Cambiamenti Climatici.
Attraverso le competenze di cittadinanza:
ascoltare e comprendere in modo attivo
sapersi rapportare con l'altro e con la diversità
cogliere elementi di uguaglianza rispetto ai bisogni di vita
provare empatia
acquisire conoscenze
trasferire concetti e conoscenze
questa esperienza si collega agli obiettivi ed ai contenuti disciplinari,
in modo particolare di Italiano e Scienze
46.
47.
48.
49.
50. Ci siamo messi nei panni di Cara, Gorgo, Michelino e di tutti gli altri ospiti
ed abbiamo detto che …
Sto bene qui perché non sono sfruttato
Sto insieme agli altri
Sono libero di stare con altre specie
Non mi chiedono cose che non voglio o non posso fare
Non mi costringono, non mi fanno male
Si prendono cura di me
Questo ambiente è favorevole alla mia vita
Mi trattano con rispetto
I volontari capiscono i miei bisogni
I volontari aiutano gli umani a conoscerci
51.
52. UdC 523 I RIFIUTI: da problema a risorsa
Scuola Media CALVINO: 46 ragazzi
L’unità didattica punta a creare consapevolezza del ruolo che ha ciascuno
nel contribuire a proteggere l’ambiente e conseguentemente la nostra
salute, a partire da buone pratiche quotidiane. Ha permesso inoltre di
approfondire conoscenze tecnico-scientifiche relative al riciclo dei
materiali, alla produzione di energia, all’inquinamento dell’ambiente ed
alle ricadute sulla salute.
Il percorso si è svolto in più fasi:
1. Gli alunni hanno guardato in classe, con l’insegnante, il film
“TRASHED – Verso rifiuti Zero” e come piccoli giornalisti hanno via via
ricostruito sul loro quaderno le tappe del viaggio per il mondo proposto
dal film, affrontando situazioni di grave inquinamento dell’ambiente a
causa dei rifiuti. Un focus particolare è stato dato alla relazione tra
benessere dell’ambiente e salute degli individui
53. 2. Ha seguito un incontro con la Responsabile della didattica del
Quadrifoglio spa, che ha raccontato ai ragazzi come avviene il ciclo dei
rifiuti sul nostro territorio. Gli alunni hanno intervistato l’ospite, creando
dei buoni collegamenti con le informazioni avute in precedenza,
dimostrando interesse ed una buona capacità di approfondimento.
54. 3. La visita allo stabilimento REVET ha permesso di conoscere più
da vicino il viaggio che i “nostri” rifiuti compiono dopo il primo
utilizzo. Gli alunni sono partecipato attivamente all’incontro con
riflessioni sul proprio ruolo nel permettere un buon riciclo dei
materiali. Si sono inoltre dimostrati curiosi rispetto alle
potenzialità ed alle risorse contenute nei multi-materiali condotti
a riciclo.
55. L’uscita scolastica ha anche permesso di vedere da vicino, sempre
nell’area industriale di Pontedera prossima allo stabilimento REVET,
una discarica e alcuni aerogeneratori, piccoli tasselli del percorso
svolto.
56. PROGETTO 11 I.C. “LE CURE”
RISULTATI OTTENUTI
Oltre ad aver mantenuto un elevato livello di motivazione e quindi di attenzione
ed interesse, le strategie metodologico-didattiche messe in atto e di seguito
elencate:
•L’imparar facendo ed il coinvolgimento attraverso pratiche ludico/didattiche
•La riflessione partecipata e l’ascolto attivo
•‘Mettersi nei panni di’ attraverso strategie di gioco/simulazione
•Il fare collegato alla concettualizzazione attraverso il parlare e per prima cosa il
descrivere
•La fase percettiva legata all’osservazione
hanno sostenuto lo sviluppo di abilità di tipo osservativo – logico – linguistico
(classificare, cogliere uguaglianze e differenze, seriare) e relazionale.