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RISCHIO BIOLOGICO
Esposizione ad agenti biologici
nell’ambito dell’attività lavorativa
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Tutto attorno a noi è vita:
siamo circondati da piante, da animali,
ma anche da tanti altri organismi
che non vediamo ad occhio nudo e che,
per tale motivo,
chiamiamo microorganismi,
cioè visibili solo al microscopio.
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In questo momento,
anche se non ce ne accorgiamo,
ci sono microorganismi che abitano
sulle superfici attorno a noi
(pavimenti, pareti, sulla scrivania)
ed anche addosso a noi
(sulla pelle, sui capelli).
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Molti di questi microorganismi
non sono dannosi per soggetti
che hanno intatte la proprie difese immunitarie,
altri invece possono essere capaci
di far insorgere delle malattie.
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Vi è ad esempio un batterio,
chiamato Escherichia coli che, normalmente,
vive nel nostro intestino,
fa parte della flora batterica
ed è necessario per la corretta digestione.
Ma se questo batterio si sposta in altri organi
può essere fonte di malattie.
www.seagruppo.it Rischio biologico
Quali sono
questi organismi?
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RISCHIO BIOLOGICO
VIRUS
BATTERI
FUNGHI
PARASSITI
Quando sussiste il rischio biologico?
Quando vi è la possibilità,
per i lavoratori, di entrare in contatto
con microrganismi patogeni,
cioè capaci di provocare malattie.
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D.Lgs. 81/08
Titolo X
PROTEZIONE
DA AGENTI BIOLOGICI
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CAMPO DI APPLICAZIONE
Tutte le attività lavorative
nelle quali vi è rischio
di esposizione ad agenti biologici.
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CAMPO DI APPLICAZIONE
Una prima importante distinzione
Il rischio puó derivare da:
• utilizzo deliberato
• esposizione potenziale
presente nell’attività lavorativa
o nell’ambiente di lavoro.
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SETTORI LAVORATIVI
CON USO DELIBERATO DI AGENTI BIOLOGICI
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• Università e centri di ricerca (laboratori, ricerca e sperimentazione biologica)
• Sanità, zootecnia e veterinaria (laboratori, prove, ricerca e sperimentazione)
• Farmaceutica (produzione vaccini e farmaci, kit diagnostici con prove biologiche)
• Alimentare (produzione vaccini e farmaci, kit diagnostici con prove biologiche)
• Chimica (produzione per biotrasformazione di composti vari, es. detersivi)
• Energia (produzione per biotrasformazione di vettori energetici, es. etanolo,
metanolo)
• Ambiente (trattamento rifiuti, impianti di depurazione acque, ecc.)
• Miniere (uso di microrganismi per concentrazione metalli da soluzioni acquose)
• Agricoltura (fertilizzazioni colture, inoculazione micorrize, uso antiparassitari)
• Industria delle biotecnologie (produzione di microrganismi selezionati)
• Industria bellica (produzione armi biologiche)
SETTORI LAVORATIVI
CON POTENZIALE ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
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• Industria alimentare
• Agricoltura e zootecnia
• Macellazione e Industria di trasformazione di derivati animali
• Servizi veterinari e sanitari, laboratori diagnostici
• Servizi di disinfezione e disinfestazione
• Impianti industriali di sterilizzazione, disinfezione materiali infetti
• Servizi mortuari e cimiteriali
• Servizi di raccolta, trattamento e smaltimento rifiuti
• Impianti di depurazione delle acque
• Manutenzione impianti fognari
• Installazione e manutenzione di impianti igienici
• Attività di manutenzione in ambienti in cui vi è rischio biologico
AGENTE BIOLOGICO
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Microrganismo
anche
geneticamente
modificato
Coltura cellulare Endoparassita
umano
INFEZIONI
ALLERGIE
INTOSSICAZIONI
che possa provocare
Qualsiasi
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AZIONE INFETTIVA:
• Virus (influenzali, parainfluenzali, adenovirus, etc.)
• Batteri (S. aureus, Legionella spp., etc.)
• Funghi (Aspergillus fumigatus, etc.)
• Parassiti (Acantamoeba, Naegleria fowleri, etc.)
AZIONE ALLERGICA:
• Batteri (Actinomyces, etc.)
• Funghi (Aspergillus spp., Penicillium spp., etc.)
• Artropodi (Dermatophagoides farinae, D. Pteronyssinus, etc.)
AZIONE TOSSICA
• Prodotti e derivati dei microrganismi: endotossine, micotossine
(Penicillium spp., Aspergillus versicolor, etc.), 1-3 beta glucani
(costituenti spore fungine)
DEFINIZIONI
Agente biologico: qualsiasi microrganismo anche se
geneticamente modificato, coltura cellulare ed
endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni,
allergie o intossicazioni.
Microrganismo: qualsiasi entità microbiologica, cellulare o
meno, in grado di riprodursi o trasferire materiale genetico.
Coltura cellulare: il risultato della crescita in vitro di cellule
derivate da microrganismi pluricellulari
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Il concetto di rischio biologico, così come preso in
considerazione nella norma, non va inteso come correlato
solo alla gravità della malattia provocata dal
microrganismo in questione, bensì come correlato anche a
una serie di altri fattori.
In pratica si valutano tutte le possibilità che ha l’agente
biologico, situato in origine all’esterno dell’organismo, di
penetrarvi e provocare danni più o meno gravi sia nei
confronti della salute dei lavoratori che di tutta la
popolazione.
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RISCHIO BIOLOGICO
Sono forme di vita che presentano dimensioni microscopiche
costituiti di norma da una sola cellula.
Fra i microrganismi rientrano batteri, virus, funghi e parassiti.
Ma sono anche fonte di fenomeni allergici.
• Prodotti dei microrganismi
• Prioni (agenti causali del morbo della “mucca pazza”)
• Prodotti cellulari di origine vegetale o animale (peli, forfore
animali, fibre tessili)
• Artropodi (insetti, zecche, acari della polvere, ecc.)
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AGENTI BIOLOGICI
Sono le forme di vita più antiche ed hanno colonizzato tutti gli ambienti, anche i più
inospitali.
Sono organismi di piccole dimensioni. In condizioni favorevoli raddoppiano il loro numero
in circa 20 minuti
Tossine batteriche: alcuni batteri producono sostanze simili a dei veleni. Ad esempio il
microbo del tetano produce una sostanza tossica che agisce sul sistema nervoso
provocando gli spasmi muscolari tipici della malattia.
Alcune malattie batteriche:
• Legionellosi (broncopolmonite)
• Meningite
• Tetano (spore del Clostridium tetani, causa spasmi muscolari)
• Tubercolosi
• Colera (vibrione penetra per via orale)
• Peste
• Scarlattina
• Difterite
• Tifo
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BATTERI
Sono gli agenti biologici più piccoli (0,02 – 0,3 micron).
I virus a differenza dei batteri non riescono a moltiplicarsi fuori dalle
cellule.
Alcune malattie virali:
• Epatite virale
• Influenza
• Rabbia
• Rosolia
• AIDS
• Morbillo
• Herpes
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VIRUS
I funghi o miceti pericolosi sono costituiti soprattutto da lieviti, muffe,
e funghi velenosi.
Alcuni di questi sono responsabili di malattie nell’uomo chiamate
micosi.
Le micosi possono riguardare la pelle, i peli e le unghie e organi
interni come bronchi e i polmoni.
Alcuni miceti producono delle sostanze tossiche chiamate
micotossine. Esse possono dare modesti effetti, come la diarrea, ma
anche provocare cirrosi epatica e cancro al fegato. Tra le principali
micotossine vi è l’aflatossina ritenuta cancerogena (cereali o legumi).
Durante lavori di ristrutturazione di ambienti umidi (cantine, vecchie
abitazioni) si possono diffondere grandi quantità di spore di funghi del
genere aspergillus che possono essere inalate e provocare l’asma
bronchiale.
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FUNGHI
Esempi di malattie da parassiti:
Endoparassiti (parassiti presenti nelle cellule e nei
tessuti interni di un organismo ospite)
• Malaria (protozoo)
• Toxoplasmosi (protozoo)
Ectoparassiti (parassiti che vivono sulla superficie
esterna dell’ospite: fenomeni allergici)
• Pediculosi (pidocchi)
• Scabbia (acaro)
• Encefalite (Zecche)
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PARASSITI
Nel D.Lgs. 81/08 il legislatore ha classificato
i diversi agenti biologici
in base alla loro pericolosità
La pericolosità è stata valutata
sia nei confronti della salute dei lavoratori
che della popolazione generale
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CLASSIFICAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO
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PERICOLOSITÀ
DEGLI AGENTI
BIOLOGICI
Patogenicità
riferibile alla capacità di produrre
malattia a seguito di infezione
Infettività
intesa come capacità di un microrganismo
di penetrare e moltiplicarsi nell’ospite
Trasmissibilità
intesa come la capacità di un microrganismo
di essere trasmesso da un soggetto infetto
ad un soggetto suscettibile
Neutralizzabilità
intesa come la disponibilità di efficaci misure
profilattiche per prevenire la malattia o
terapeutiche per la sua cura
Infettività +
patogenicità =
Virulenza
Agente biologico del gruppo 1
è un agente che presenta poche probabilità di causare malattie
in soggetti umani.
Esempio: Saccharomyces cerevisiae (lievito di birra),
Streptococcus thermophylus (batterio presente in alcuni
formaggi), Lactobacillus casei, etc.
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CLASSIFICAZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI
Agente biologico del gruppo 2
è un agente che può causare malattie in soggetti umani e
costituire un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si
propaghi alla comunità.
Sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche e
terapeutiche.
Esempio: Virus influenzali, Legionella pneumophila
(polmonite), Cytomegalovirus, Klebsiella pneumonie (infezioni a
carico dell’apparato urinario e del tratto respiratorio),
Enterobacter aerogenes (infezione dell’apparato urinario), etc.
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CLASSIFICAZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI
Agente biologico del gruppo 3
è un agente che può causare malattie gravi in soggetti umani e
costituire un serio rischio per i lavoratori. L’agente biologico può
propagarsi alla comunità, ma di norma sono disponibili efficaci
misure profilattiche e terapeutiche.
Esempio: Virus dell’epatite B, C, D, Micubacterium
tubercolosis, Virus HIV, Yersinia pestis (batterio trasmessa da
animali all’uomo attraverso le pulci), Brucella abortis (infezione
da latte e latticini), Bacillus anthracis (si contrae per contatto con
carni di animali infetti), etc.
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CLASSIFICAZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI
Agente biologico del gruppo 4
è un agente che può provocare malattie gravi in soggetti umani
e costituire un serio rischio per i lavoratori. Può presentare un
elevato rischio di propagazione nella comunità: non sono
disponibili di norma efficaci misure profilattiche e terapeutiche.
Esempio: Virus ebola (colpisce i reni, il fegato, la milza, sedi di
emorragie interne), Virus Lassa (contatto con il cibo o oggetto
contaminati dagli escreti di alcuni roditori. Può essere trasmessa
per inalazione).
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CLASSIFICAZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI
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Agenti biologici del gruppo 2
Legionella pneumophila, Virus influenzali, Cytomegalovirus
Agenti biologici del gruppo 3
Mycobacterium tubercolosis, virus dell’epatite B, C, D, virus HIV(AIDS)
Agenti biologici del gruppo 4
Virus Ebola, febbre emorragica del Congo
ALCUNI ESEMPI
L’allegato XLVI del Dlgs 81/08 contiene l’elenco
degli agenti biologici classificati nei gruppi 2, 3 e 4
specificando che gli agenti non inseriti in detti gruppi
vanno implicitamente nel gruppo 1.
Il suddetto allegato è stato e sarà aggiornato
in funzione dell’evoluzione della conoscenza scientifica
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Trasmissione per via diretta
L’agente morboso si trasferisce dal soggetto malato o portatore al soggetto sano senza
passaggio nell’ambiente.
Alcuni esempi:
• Per via cutaneo-mucosa (mal. veneree): direttamente con il rapporto sessuale.
• Per via aerea (influenza, TBC, etc.): in questi casi si ha l’emissione di goccioline di
saliva, che raggiungono parlando o tossendo i 30-90 cm e starnutendo anche i 2-3
metri.
• Con le mani contaminate (brucellosi): da contatto con latte o prodotti abortivi infetti.
• Per inoculazione da aggressione (rabbia).
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TRASMISSIBILITÀ DEI MICRORGANISMI
modalità di trasmissione
Trasmissione per via indiretta
Il parassita soggiorno più o meno a lungo nell’ambiente esterno prima di penetrare in un
organismo sano.
La trasmissione può compiersi tramite veicoli inanimati (aria, suolo, acqua, alimenti,
effetti d’uso) o animati (artropodi, ratti, gatti, insetti, ecc.)
Alcuni esempi:
• Acqua: importante veicolo per: malattie oro-fecali (es.: epatite A), malattie “balneari”
(otiti,congiuntiviti).
• Aria: le goccioline di saliva essiccate (“nuclei di goccioline”) possono viaggiare col
vento.
• Oggetti: massimo rischio per strumenti odontoiatrici e chirurgici, siringhe con ago cavo,
rasoi, spazzolini, asciugamani.
• Alimenti (ingestione).
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TRASMISSIBILITÀ DEI MICRORGANISMI
modalità di trasmissione
Gli agenti biologici possono essere trasmessi all’uomo attraverso:
• La via respiratoria
• La via orale (ciclo oro-fecale)
• La via cutanea
• La via parenterale
• Tramite artropodi vettori
Nelle attività professionali assumono importanza vie di trasmissione come:
• Quella respiratoria (microbi aerodispersi possono essere presenti in molti
ambienti di lavoro in concomitanza con nebbie, fumi e polveri).
• Quella orale (può avvenire tramite schizzi di materiale infetto).
• Quella parenterale (vi sono attività che comportano alta probabilità di
essere punti con bisturi, aghi, forbici ed altri strumenti taglienti).
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TRASMISSIBILITÀ DEI MICRORGANISMI
Con tali termini si intendono tutti quegli elementi nei quali i microrganismi vivono, si
moltiplicano e attraverso i quali possono essere trasporti anche a distanza. In
particolare:
1. l’uomo ammalato
2. portatori sani (soggetti che, senza presentare sintomi di malattia, ospitano
microrganismi patogeni)
L’infezione può avvenire per:
 Contatto intercutaneo (lavoratori di case di cura, ospedali, case di riposo)
 Trasmissione per via aerogena (situazioni a rischio in ambienti affollati)
3. animali (allevamento animali, agricoltura)
4. animali portatori sani
Brucellosi, rabbia, carbonchio, toxoplasmosi, ornitosi sono malattie proprie di alcuni
animali che possono propagarsi all’uomo provocandogli la malattia
5. artropodi vettori passivi (organismi che trasportano passivamente i microrganismi
patogeni, es. mosche che depositandosi ovunque possono veicolare vari microbi
pericolosi)
6. artropodi vettori attivi (zanzare, pulci, pidocchi trasmettono varie malattie)
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SORGENTI DI INFEZIONE
1. ARIA
Normalmente è un veicolo poco efficace poiché i microrganismi
sopravvivono poco in aria, non trovano condizioni adatte alla loro
moltiplicazione e dopo un periodo più o meno lungo vengono a morte.
Fanno eccezione gli ambienti confinati o poco aerati (ambienti di lavoro
chiusi e poco aerati)
• Veicolo per le malattie aerodiffuse
(ad esempio influenza)
• Goccioline di saliva
(emesse per parlare, tossire, starnutire)
• Granuli di polvere in sospensione
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VEICOLI DI INFEZIONE
2. ALIMENTI
Veicolo di massima pericolosità (poiché gli alimenti contengono acqua e
nutrienti adatti a far sviluppare colonie di microrganismi.
Colera: frutti di mare crudi, carni, verdure non cotte, etc.)
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VEICOLI DI INFEZIONE
3. ACQUA
In genere l’acqua non consente la moltiplicazione dei microbi patogeni, ma ne
permette la sopravvivenza per tempi anche abbastanza lunghi. L’acqua a volte
può essere facilmente inquinabile dagli scarichi di materiale fecale, ricchi di
microrganismi patogeni.
Acqua di piscina non accuratamente disinfettata può essere un veicolo di
contagio.
Contaminata da microrganismi a trasmissione oro-fecale come salmonelle, virus
epatite A, (questi organismi vengono eliminati con le feci ma possono infettare
nuovamente gli individui attraverso la bocca. Sono a rischio coloro che operano
presso impianti fognari e di depurazione delle acque)
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VEICOLI DI INFEZIONE
4. SUOLO
Rappresenta un veicolo di malattie infettive essendo spesso il recapito di materiale lurido.
I microrganismi patogeni e le uova di parassiti presenti nel suolo giungono all’organismo
umano o tramite le mani imbrattate dalla terra oppure per mezzo dell’acqua, delle verdure
e di altri alimenti.
Particolare importante importanza riveste il suolo per le malattie da batteri sporigeni come
il Clostridium tetani, il Clostridium botulinum ed il Bacillus anthracis
il microbo del tetano Clostridium tetani è trasmesso attraverso il terreno, a rischio la
attività con alto indice di ferite o abrasioni.
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VEICOLI DI INFEZIONE
5. EFFETTI D’USO
La biancheria, gli indumenti e qualsiasi oggetto che è stato a contatto
con un ammalato o con un portatore di malattia contagiosa può
veicolare gli agenti della malattia stessa.
Tale rischio è importante in particolare per chi lavora in strutture
sanitarie
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VEICOLI DI INFEZIONE
6. VIA PARENTERALE O INOCULAZIONE (sangue ed emoderivati)
Sono microrganismi che si trasmettono attraverso il sangue di persone
infette, come virus epatite B e C, virus AIDS.
La trasmissione avviene attraverso: lesioni della cute, lesioni delle
mucose e strumenti taglienti e strumenti medico-chirurgici.
Sono a rischio gli operatori sanitari ma anche gli addetti allo maltimento
rifiuti.
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VEICOLI DI INFEZIONE
ZOONOSI: malattie trasmesse dagli animali
all’uomo (anche per via alimentare).
Vie di contagio:
• morsi, graffi contatto con liquidi biologici di
animali infetti
• punture di insetti
• ingestione alimenti e bevande da animali infetti
• contatto con liquami/letame di animali infetti
Alcuni esempi: brucellosi, tubercolosi, listeriosi,
BSE, toxoplasmosi, etc.
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RISCHIO BIOLOGICO
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ALCUNE DELLE PRINCIPALI INFEZIONI PROFESSIONALI
ATTIVITÀ MALATTIE
Agricoltura Brucellosi, carbonchio, leptospirosi, tetano,
tularemia, anchilostomiasi, idatidosi
Allevamento Brucellosi, carbonchio, psittacosi, leptospirosi,
tetano
Macello Brucellosi, carbonchio, leptospirosi, tetano,
tularemia, anchilostomiasi, idatidosi
Smaltimento rifiuti Epatite virale, salmonellosi, tetano
Addetti cimitero Epatite virale, tetano, TBC
Conciatura Carbonchio, tetano, tularemia
MANI
Le mani sono fra i vettori principali di malattie, è importante:
• Lavarsi sempre accuratamente le mani dopo qualsiasi attività
comportante contatto con agenti biologici.
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MISURE IGIENICHE
DIVIETO DI BERE E MANGIARE
Nelle aree di lavoro in cui c'è rischio di esposizione ad agenti biologici
è vietato assumere cibi e bevande, fumare, conservare cibi
destinati al consumo umano, usare pipette a bocca e applicare
cosmetici.
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MISURE IGIENICHE
• i lavoratori devono disporre di servizi igienici adeguati provvisti di
docce con acqua calda e fredda, e se è il caso, di lavaggi oculari e
antisettici per la pelle
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MISURE IGIENICHE
• i lavoratori devono avere in dotazione
indumenti protettivi o altri indumenti idonei,
da riporre in posti separati dagli abiti civili.
• gli indumenti di lavoro che possono
essere contaminati da agenti biologici
vengano tolti quando il lavoratore lascia la
zona di lavoro, conservati separatamente
dagli altri indumenti, disinfettati, puliti e, se
necessario, distrutti.
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MISURE IGIENICHE
• Adeguata pulizia dei luoghi di lavoro.
• Adeguato numero di ricambi d’aria.
• Rimozione delle cause dell’inquinamento (rifiuti, materiali
contaminati).
• Manutenzione periodica degli impianti di condizionamento
tramite pulizia e sostituzione dei filtri, pulizia delle condotte, uso di
disinfettanti opportuni con particolare attenzione ai punti di raccolta
della condensa.
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MISURE IGIENICHE
Disinfezione
Scopo della disinfezione: la distruzione della flora patogena in un determinato
ambiente o substrato, quindi distruzione del microrganismo
In commercio ci sono vari disinfettanti disponibili l’utilizzo deve essere fatto in
considerazione del tipo di agente biologico o del substrato da disinfettare.
Sterilizzazione
Intervento di bonifica ambientale più radicale in quanto rivolto ad uccidere
qualsiasi forma vivente. Metodo di scelta per tutti i casi nei quali è necessaria
la massima sicurezza (materiali e strumenti chirurgici, farmaci che devono
essere iniettati, colture di germi patogeni, rifiuti infetti che devono essere
eliminati).
Disinfestazione
Ha come scopo l’eliminazione dei vettori (insetti, ratti, ecc.).
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MISURE DI PREVENZIONE
eliminazione dei microrganismi patogeni
• Vaccinazioni: con la vaccinazione si attiva il nostro sistema immunitario in
modo che sia pronto per affrontare il microorganismo.
• Le vaccinazioni più adatte, in riferimento al tipo di attività svolta, vengono
stabilite dal Medico Competente sulla base del protocollo sanitario adottato.
• La vaccinazione consente al sistema immunitario di agire con maggior rapidità e
precisione impedendo ai microrganismi di far ammalare l’individuo colpito.
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MISURE DI PREVENZIONE
vaccinazioni
I dispositivi di protezione individuale siano controllati, disinfettati e puliti
dopo ogni utilizzo.
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MISURE DI PREVENZIONE
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PROTEZIONE DELLE MANI
GUANTI
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PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE
MASCHERE
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PROTEZIONE DELLA VISTA
OCCHIALI VISIERE
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PROTEZIONE DEL CORPO
Per chi utilizza attrezzature e strumenti taglienti in ambito sanitario:
•Divieto di reincappucciare manualmente gli aghi dopo l’uso.
•Utilizzo di appositi contenitori rigidi ed etichettati per i rifiuti biologici.
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MISURE DI PREVENZIONE
Precauzioni standard
Destinate all’assistenza di tutti i pazienti negli ospedali indipendentemente dalla loro
diagnosi o presunto stato di infezione e rappresenta la strategia primaria per la riduzione
del rischio di trasmissione di infezioni ematiche e di altri patogeni in ospedale
Lavaggio delle mani
• prima di eseguire procedure a rischio sul paziente
• prima di eseguire azioni a rischio per sé (mangiare, fumare ecc.)
• dopo essere entrati in contatto con sangue e altri liquidi biologici
• dopo la rimozione dei guanti
Uso dei guanti (indossati per tre importanti ragioni):
• Fornire una barriera protettiva nel contatto con materiale biologico.
• Ridurre la probabilità che microrganismi presenti sulla cute dell’operatore vengano
trasmessi al paziente.
• Ridurre la probabilità che le mani del personale contaminate con microrganismi da un
paziente possano trasmettere germi ad un altro paziente (il guanto va quindi cambiato tra
un paziente e l’altro
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MISURE DI PREVENZIONE
ambito sanitario
Precauzioni standard
Camici ed indumenti di protezione
Indossati sopra gli indumenti che si usano normalmente ogni qualvolta vi sia la necessità di
proteggerli dalla contaminazione con microrganismi.
Nel caso in cui fossero indossati per l’assistenza a pazienti in isolamento andranno rimossi
prima di lasciare l’ambiente in cui soggiorna il paziente stesso
Biancheria e lavanderia
Le procedure per il trattamento di questo materiale sono determinate dalle politiche
dell’ospedale e dalla normativa vigente
Stoviglie
Il lavaggio nelle lavastoviglie ospedaliere assicura una sufficiente decontaminazione di
piatti, bicchieri e altre stoviglie. Per i pazienti in isolamento è comunque possibile utilizzare
stoviglie monouso.
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MISURE DI PREVENZIONE
ambito sanitario
Precauzioni standard
Strumenti ed attrezzature per l’assistenza al paziente
diversi fattori influenzano la manipolazione degli strumenti e riguardano il tipo di strumento,
il paziente e la gravità della malattia associata.
• Strumenti critici (venuti cioè a contatto con cute non integra, mucose, sangue, ecc.)
contaminati vengono puliti e sterilizzati o disinfettati per ridurre il rischio di trasmissione dei
microrganismi.
• Strumenti non critici (cioè venuti a contatto con cute integra) vengono puliti e disinfettati
dopo l’uso a seconda delle direttive ospedaliere.
• Materiali a perdere (monouso) contaminati sono maneggiati e trasportati in modo tale da
ridurre il rischio di trasmissione e da diminuire la contaminazione ambientale.
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MISURE DI PREVENZIONE
ambito sanitario
• Sorveglianza sanitaria che viene effettuata dal Medico Competente aziendale
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MISURE DI PREVENZIONE
ESEMPI
DI RISCHIO BIOLOGICO
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Nel caso sia identificabile anche solo una potenziale esposizione all’agente
Legionella, essendo questo classificato nel gruppo 2 tra i patogeni,(sia come
Legionella spp che come Legionella pneumophila), si devono attuare tutte le
misure di sicurezza necessarie.
•La legionellosi è una infezione causata da un batterio del genere legionella.
•La malattia si presenta in due forme:
1) malattia dei legionari (forma più grave di polmonite).
2) febbre di Pontiac (forma leggera di infezione)
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LEGIONELLA
Penetra nell’ospite attraverso le prime vie respiratorie sottoforma di “aerosol”
generati da rubinetti , docce ed impianti di condizionamento ecc.
Le persone possono essere esposte in casa, nel luogo di lavoro, o in posti
pubblici.
SINTOMI
Febbre,raffreddore, tosse, mal di testa dolori muscolari, perdita dell’appetito.
DIAGNOSI
Test specifico di laboratorio unitamente ai segni clinici
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CONTAGIO
Nell’ambito della tutela della salute da legionellosi in un ambiente di lavoro
importanti interventi di prevenzione e protezione di tipo collettivo sono :
• le procedure di pulizia, decontaminazione e disinfezione degli impianti di
ventilazione e condizionamento o di singole apparecchiature, degli apparati di
umidificazione dell’aria.
• il trattamento di decontaminazione delle reti di distribuzione di acqua sanitaria è
considerato di rilevante importanza per la frequenza di casi di. Legionellosi
imputabili ad inquinamento di tali impianti.
Attualmente la soluzione maggiormente affidabile per lunghi periodi di tempo ed
applicabile in tutti gli impianti è l’adozione di appositi sistemi filtranti
tecnologicamente avanzati, disponibili sul mercato.
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INTERVENTI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE DI TIPO COLLETTIVO
Le zone ove le zecche possono risiedere più facilmente (luoghi di
campagna, zone di passaggio di greggi, erbe alte, vicinanze di animali
come pecore, capre e cani)
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ZECCHE
Infezione batterica
Spirochetosi: Borrelia burgdorferi s.l.
1992: tre nuove “genospecie”:
B.burgdorferi s.s.
B.garinii
B.afzelii
1993: B.japonica
1995: B.andersoni, etc.
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MALATTIE TRASMESSE DALLE ZECCHE
• Usare un appropriato abbigliamento di colore chiaro (in tal modo si evidenziano
meglio) che copra il più possibile il corpo (scarpe alte, calzini lunghi, camicia con
manica lunga);
• Applicare sugli abiti prodotti repellenti acquistabili in farmacia;
• Evitare di sedersi e di appoggiare indumenti o zaini sull'erba (usare teli di
plastica).
•Bonificare eventualmente il terreno con prodotti a base di Permetrina, un
piretroide sintetico, poco tossico per l'uomo e gli animali; funge da repellente da
applicare agli abiti ma è anche in grado di uccidere le zecche bloccando il loro
sistema nervoso;
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PREVENZIONE
• Clostridium tetani è un agente biologico del gruppo 2
• …può causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori.(direttiva
2000/54/CE)
I clostridi: batteri sporigeni
Clostridium tetani
Clostridium botulinum
Clostridium perfrigens
Clostridium difficile
anaerobi
Attecchimento e la moltiplicazione favorita da:
1.necrosi del tessuto e quindi diminuito afflusso di sangue e quindi di O2
2.presenza contemporanea di batteri aerobi
3.Acatalasemia (diminuita concentrazione ematica di catalasi1
)
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TETANO
1
scissione dei perossidi
• Sono bacilli Gram positivi di 3-8 mm di lunghezza
• In gran parte sono mobili per la presenza di flagelli peritrichi
• Raramente capsulati
• Producono spore a localizzazione somatica terminale
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I CLOSTRIDI: BATTERI SPORIGENI
Vivono come saprofiti nel suolo
o nell’intestino di alcuni animali
Le infezioni nell’uomo sono dovute a introduzione accidentale nei tessuti
profondi dei clostridi o delle spore o dell’assunzione con alimenti di tossine
Il tetano (tetanos = rigidità) è caratterizzato da spasmi muscolari (paralisi
spastica) con concomitante paralisi flaccida (muscoli oculari).
Compromissione della funzionalità muscolare a livello respiratorio (soffocamento
dovuto al rigurgito del contenuto dello stomaco).
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CLOSTRIDIUM TETANI
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VACCINI
In Italia esistono :
• vaccini obbligatori per legge (es. antipolio, antitetanico, etc.)
• vaccini consigliati (es. Antiinfluenzal, etc.)
Entrambi seguono un “calendario vaccinale “
Per quanto riguarda la vaccinazione antitetanica:
anatossina ottenuta trattando la tossina con formolo. Schedula vaccinale :
richiamo intramuscolo ogni 10 anni dopo il ciclo di base. Operatori sanitari
interessati: operai e manovali addetti alla manipolazione di immondizia
Le punture da imenotteri (vespe, calabroni, api) sono abbastanza frequenti e
procurano disturbi di diversa gravità
Sintomatologia locale:
•pomfo eritematoso, pruriginoso e dolente,
•malessere generalizzato
• orticaria generalizzata+dolore,
• nausea, vomito
Sintomatologia sistemica:
grave reazione allergica fino allo shock anafilattico con perdita di coscienza
Attenzione se il soggetto è allergico
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PUNTURE DA INSETTO
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PRINCIPALI IMENOTTERI RESPONSABILI DI ALLERGIA
Apis mellifera Vespa cabro
Vespula germanica Polistes
Tra le malattie diffuse dai ratti e dai topi estremamente importanti sono il tifo
murino, diffuso dalle zecche e dagli acari parassitoidi dei ratti, la leptospirosi,
diffusa da un batterio presente sangue e nelle urine dei ratti infetti, e la
famigerata peste che nel medioevo provocò la morte di 25 milioni di esseri umani
nella sola Europa. I ratti sono infine portatori di microrganismi tifodi, della
dissenteria e della rabbia.
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RATTI E TOPI
La pulce responsabile della trasmissione della malattia dal ratto all'uomo,
Xenopsylla cheopis, una volta punto il ratto infetto, deposita le feci sulla pelle
dell'individuo sano il quale a sua volta si infetta inoculandosi il germe attraverso le
lesioni da grattamento. Più raramente l'infezione si verifica per ingestione o
inalazione di prodotti inquinati da feci di ratti o di pulci infetti.
La prevenzione si basa su:
• Lotta alle pulci e ai ratti con disinfestazioni e derattizzazioni.
• Vaccinazione: esistono vaccini a base di rickettsie inattivate.
Esiste anche una terapia medica che si avvale
di tetracicline e cloramfenicolo.
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TIFO MURINO
È una malattia infettiva causata da un bacillo denominato Yersinia pestis che viene
trasmesso all'uomo dalla puntura delle pulci dei ratti o di altri roditori.
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PESTE
Dal punto di vista clinico si distinguono
due forme principali di peste
peste polmonare :trasmissione diretta da uomo a
uomo
peste bubbonica: trasmissione indiretta, mediata
dalle pulci dei ratti
La profilassi si basa su:
• Lotta ai ratti e alle pulci mediante disinfestazioni e derattizzazioni. La lotta ai ratti si fa
anche con: corretto smaltimento dei rifiuti, strutture edilizie e dispositivi antiratto,
conservazione adeguata degli alimenti. Molto importante è la lotta ai ratti negli ambiti
portuali e sulle navi per il rischio di trasporto dei roditori da aree infette.
• Isolamento dei malati
• Sorveglianza dei contatti per almeno 6 giorni.
• Chemioprofilassi con tetraciclina o sulfamidici per le persone esposte al rischio.
• Vaccinazione: i vaccini antipestosi, a causa della breve immunità che conferiscono,
sono poco utilizzati. Qualche indicazione: essi hanno per coloro che, per ragioni
professionali, hanno frequenti contatti con roditori ( Ricercatori, Biologi ecc..).
• Terapia antibiotica precoce mediante streptomicina.
La leptospirosi è un'infezione dovuta a microrganismi
chiamati leptospire.
Tipica degli animali, questa malattia può trasmettersi
occasionalmente all'uomo se viene in contatto con
acqua o altri materiali contaminati dagli escrementi di
animali infetti. Gli animali più colpiti sono i ratti.
Intervento
Non è ancora largamente disponibile un vaccino
efficace e privo di effetti collaterali.
In caso di sospetta contrazione della leptospirosi
bisogna immediatamente consultare il medico.
In alcuni casi particolari (forte rischio di esposizione)
può essere suggerita una chemioprofilassi mediante
doxiciclina.
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LEPTOSPIROSI
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RISCHIO DI RABBIA
DOPO MORSO DI CANE RANDAGIO
La rabbia è causata da un virus neurotropo spesso presente nella saliva degli
animali rabidi
Gli animali rabidi trasmettono l'infezione tramite morsicature inferte ad altri
animali o all'uomo
I cani rabidi rappresentano ancora il rischio più alto per l'uomo su scala mondiale
di contrarre la rabbia.
I cani rabidi possono avere o la rabbia furiosa, caratterizzata da agitazione e
malvagità, seguite da paralisi e morte oppure la rabbia muta, in cui predominano
i sintomi paralitici.
Patologia
Il virus viaggia dalla sede di ingresso lungo i nervi periferici fino al midollo spinale
e al cervello, in cui si moltiplica; esso prosegue attraverso i nervi efferenti verso le
ghiandole salivari e compare nella saliva.
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Prevenzione
Per la prevenzione e il controllo i cani devono essere isolati e i cani randagi
devono essere catturati e tenuti nei canili.
Profilassi
Post-esposizione: se immediatamente dopo l'esposizione viene messa in atto
un'accurata profilassi locale e sistemica, nell'uomo la rabbia si verifica raramente.
La terapia locale delle ferite può essere la misura preventiva più importante.
L'area contaminata deve essere immediatamente e accuratamente pulita con
acqua e sapone o benzalcon cloruro. Le punture profonde vanno irrorate con
acqua saponata utilizzando un catetere
La migliore profilassi post-esposizione è data dalla somministrazione di
immunoglobuline antirabbia (RIG) per l'immunizzazione passiva seguite dal
vaccino antirabico umano da cellule diploidi (HDCV) o dal vaccino antirabico
assorbito (RVA) per l'immunizzazione attiva.
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Le vipere con il loro morso inoculano numerose tossine.
Il morso è riconoscibile dalla presenza di due forellini distanziati di 1 cm.
Effetti locali (comparsa entro pochi minuti):
• dolore
• edema esteso a tutto l’arto
• necrosi in sede di morso
• chiazze emorragiche
Effetti sistemici:
• vomito, nausea
• dolori muscolari e articolari
• aumento della temperatura
• collasso cardiocircolatorio
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MORSI DI VIPERA
Il piccione è portatore di circa 60 malattie, contagiose per l'uomo e per gli animali
domestici, i cui agenti patogeni vengono trovati nei loro escrementi.
Citiamo solo alcune tra le più comuni : Salmonellosi, Criptococcosi, Istoplasmosi, Ornitosi,
Aspergillosi, Candidosi, Clamidosi, Coccidiosi, Encefalite, Tubercolosi, eTc.
Gli agenti patogeni di queste malattie vengono trovati negli escrementi dei piccioni. Non è
necessario il contatto diretto: il vento, gli aspiratori, i ventilatori possono trasportare la
polvere infetta delle deiezioni secche negli appartamenti, nei ristoranti, negli uffici, negli
ospedali, nelle scuole, ecc., contaminando gli alimenti, gli utensili da cucina, la biancheria,
ed innescando i processi infettivi.
Prevenzione
• Interventi di ripristino ambientale.
• Rimozione dello strato di guano.
• Disinfezione e disinfestazione.
• Pianificazione della strategia di allontanamento.
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PICCIONI
Preoccupazioni come veicolo potenziale
di diverse trasmissione di malattie infettive
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GRAZIE
PER L’ATTENZIONE
SEA Gruppo S.r.l.
Via Paolo Borsellino, 12/d - 61032 Fano (PU)
Tel. 0721 860053 - Fax 0721 862852

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Rischio biologico

  • 1. RISCHIO BIOLOGICO Esposizione ad agenti biologici nell’ambito dell’attività lavorativa www.seagruppo.it
  • 2. Tutto attorno a noi è vita: siamo circondati da piante, da animali, ma anche da tanti altri organismi che non vediamo ad occhio nudo e che, per tale motivo, chiamiamo microorganismi, cioè visibili solo al microscopio. www.seagruppo.it Rischio biologico
  • 3. In questo momento, anche se non ce ne accorgiamo, ci sono microorganismi che abitano sulle superfici attorno a noi (pavimenti, pareti, sulla scrivania) ed anche addosso a noi (sulla pelle, sui capelli). www.seagruppo.it Rischio biologico
  • 4. Molti di questi microorganismi non sono dannosi per soggetti che hanno intatte la proprie difese immunitarie, altri invece possono essere capaci di far insorgere delle malattie. www.seagruppo.it Rischio biologico
  • 5. Vi è ad esempio un batterio, chiamato Escherichia coli che, normalmente, vive nel nostro intestino, fa parte della flora batterica ed è necessario per la corretta digestione. Ma se questo batterio si sposta in altri organi può essere fonte di malattie. www.seagruppo.it Rischio biologico
  • 7. www.seagruppo.it Rischio biologico RISCHIO BIOLOGICO VIRUS BATTERI FUNGHI PARASSITI
  • 8. Quando sussiste il rischio biologico? Quando vi è la possibilità, per i lavoratori, di entrare in contatto con microrganismi patogeni, cioè capaci di provocare malattie. www.seagruppo.it Rischio biologico
  • 9. D.Lgs. 81/08 Titolo X PROTEZIONE DA AGENTI BIOLOGICI www.seagruppo.it Rischio biologico
  • 10. CAMPO DI APPLICAZIONE Tutte le attività lavorative nelle quali vi è rischio di esposizione ad agenti biologici. www.seagruppo.it Rischio biologico
  • 11. CAMPO DI APPLICAZIONE Una prima importante distinzione Il rischio puó derivare da: • utilizzo deliberato • esposizione potenziale presente nell’attività lavorativa o nell’ambiente di lavoro. www.seagruppo.it Rischio biologico
  • 12. SETTORI LAVORATIVI CON USO DELIBERATO DI AGENTI BIOLOGICI www.seagruppo.it Rischio biologico • Università e centri di ricerca (laboratori, ricerca e sperimentazione biologica) • Sanità, zootecnia e veterinaria (laboratori, prove, ricerca e sperimentazione) • Farmaceutica (produzione vaccini e farmaci, kit diagnostici con prove biologiche) • Alimentare (produzione vaccini e farmaci, kit diagnostici con prove biologiche) • Chimica (produzione per biotrasformazione di composti vari, es. detersivi) • Energia (produzione per biotrasformazione di vettori energetici, es. etanolo, metanolo) • Ambiente (trattamento rifiuti, impianti di depurazione acque, ecc.) • Miniere (uso di microrganismi per concentrazione metalli da soluzioni acquose) • Agricoltura (fertilizzazioni colture, inoculazione micorrize, uso antiparassitari) • Industria delle biotecnologie (produzione di microrganismi selezionati) • Industria bellica (produzione armi biologiche)
  • 13. SETTORI LAVORATIVI CON POTENZIALE ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI www.seagruppo.it Rischio biologico • Industria alimentare • Agricoltura e zootecnia • Macellazione e Industria di trasformazione di derivati animali • Servizi veterinari e sanitari, laboratori diagnostici • Servizi di disinfezione e disinfestazione • Impianti industriali di sterilizzazione, disinfezione materiali infetti • Servizi mortuari e cimiteriali • Servizi di raccolta, trattamento e smaltimento rifiuti • Impianti di depurazione delle acque • Manutenzione impianti fognari • Installazione e manutenzione di impianti igienici • Attività di manutenzione in ambienti in cui vi è rischio biologico
  • 14. AGENTE BIOLOGICO www.seagruppo.it Rischio biologico Microrganismo anche geneticamente modificato Coltura cellulare Endoparassita umano INFEZIONI ALLERGIE INTOSSICAZIONI che possa provocare Qualsiasi
  • 15. www.seagruppo.it Rischio biologico AZIONE INFETTIVA: • Virus (influenzali, parainfluenzali, adenovirus, etc.) • Batteri (S. aureus, Legionella spp., etc.) • Funghi (Aspergillus fumigatus, etc.) • Parassiti (Acantamoeba, Naegleria fowleri, etc.) AZIONE ALLERGICA: • Batteri (Actinomyces, etc.) • Funghi (Aspergillus spp., Penicillium spp., etc.) • Artropodi (Dermatophagoides farinae, D. Pteronyssinus, etc.) AZIONE TOSSICA • Prodotti e derivati dei microrganismi: endotossine, micotossine (Penicillium spp., Aspergillus versicolor, etc.), 1-3 beta glucani (costituenti spore fungine)
  • 16. DEFINIZIONI Agente biologico: qualsiasi microrganismo anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni. Microrganismo: qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno, in grado di riprodursi o trasferire materiale genetico. Coltura cellulare: il risultato della crescita in vitro di cellule derivate da microrganismi pluricellulari www.seagruppo.it Rischio biologico
  • 17. Il concetto di rischio biologico, così come preso in considerazione nella norma, non va inteso come correlato solo alla gravità della malattia provocata dal microrganismo in questione, bensì come correlato anche a una serie di altri fattori. In pratica si valutano tutte le possibilità che ha l’agente biologico, situato in origine all’esterno dell’organismo, di penetrarvi e provocare danni più o meno gravi sia nei confronti della salute dei lavoratori che di tutta la popolazione. www.seagruppo.it Rischio biologico RISCHIO BIOLOGICO
  • 18. Sono forme di vita che presentano dimensioni microscopiche costituiti di norma da una sola cellula. Fra i microrganismi rientrano batteri, virus, funghi e parassiti. Ma sono anche fonte di fenomeni allergici. • Prodotti dei microrganismi • Prioni (agenti causali del morbo della “mucca pazza”) • Prodotti cellulari di origine vegetale o animale (peli, forfore animali, fibre tessili) • Artropodi (insetti, zecche, acari della polvere, ecc.) www.seagruppo.it Rischio biologico AGENTI BIOLOGICI
  • 19. Sono le forme di vita più antiche ed hanno colonizzato tutti gli ambienti, anche i più inospitali. Sono organismi di piccole dimensioni. In condizioni favorevoli raddoppiano il loro numero in circa 20 minuti Tossine batteriche: alcuni batteri producono sostanze simili a dei veleni. Ad esempio il microbo del tetano produce una sostanza tossica che agisce sul sistema nervoso provocando gli spasmi muscolari tipici della malattia. Alcune malattie batteriche: • Legionellosi (broncopolmonite) • Meningite • Tetano (spore del Clostridium tetani, causa spasmi muscolari) • Tubercolosi • Colera (vibrione penetra per via orale) • Peste • Scarlattina • Difterite • Tifo www.seagruppo.it Rischio biologico BATTERI
  • 20. Sono gli agenti biologici più piccoli (0,02 – 0,3 micron). I virus a differenza dei batteri non riescono a moltiplicarsi fuori dalle cellule. Alcune malattie virali: • Epatite virale • Influenza • Rabbia • Rosolia • AIDS • Morbillo • Herpes www.seagruppo.it Rischio biologico VIRUS
  • 21. I funghi o miceti pericolosi sono costituiti soprattutto da lieviti, muffe, e funghi velenosi. Alcuni di questi sono responsabili di malattie nell’uomo chiamate micosi. Le micosi possono riguardare la pelle, i peli e le unghie e organi interni come bronchi e i polmoni. Alcuni miceti producono delle sostanze tossiche chiamate micotossine. Esse possono dare modesti effetti, come la diarrea, ma anche provocare cirrosi epatica e cancro al fegato. Tra le principali micotossine vi è l’aflatossina ritenuta cancerogena (cereali o legumi). Durante lavori di ristrutturazione di ambienti umidi (cantine, vecchie abitazioni) si possono diffondere grandi quantità di spore di funghi del genere aspergillus che possono essere inalate e provocare l’asma bronchiale. www.seagruppo.it Rischio biologico FUNGHI
  • 22. Esempi di malattie da parassiti: Endoparassiti (parassiti presenti nelle cellule e nei tessuti interni di un organismo ospite) • Malaria (protozoo) • Toxoplasmosi (protozoo) Ectoparassiti (parassiti che vivono sulla superficie esterna dell’ospite: fenomeni allergici) • Pediculosi (pidocchi) • Scabbia (acaro) • Encefalite (Zecche) www.seagruppo.it Rischio biologico PARASSITI
  • 23. Nel D.Lgs. 81/08 il legislatore ha classificato i diversi agenti biologici in base alla loro pericolosità La pericolosità è stata valutata sia nei confronti della salute dei lavoratori che della popolazione generale www.seagruppo.it Rischio biologico CLASSIFICAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO
  • 24. www.seagruppo.it Rischio biologico PERICOLOSITÀ DEGLI AGENTI BIOLOGICI Patogenicità riferibile alla capacità di produrre malattia a seguito di infezione Infettività intesa come capacità di un microrganismo di penetrare e moltiplicarsi nell’ospite Trasmissibilità intesa come la capacità di un microrganismo di essere trasmesso da un soggetto infetto ad un soggetto suscettibile Neutralizzabilità intesa come la disponibilità di efficaci misure profilattiche per prevenire la malattia o terapeutiche per la sua cura Infettività + patogenicità = Virulenza
  • 25. Agente biologico del gruppo 1 è un agente che presenta poche probabilità di causare malattie in soggetti umani. Esempio: Saccharomyces cerevisiae (lievito di birra), Streptococcus thermophylus (batterio presente in alcuni formaggi), Lactobacillus casei, etc. www.seagruppo.it Rischio biologico CLASSIFICAZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI
  • 26. Agente biologico del gruppo 2 è un agente che può causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaghi alla comunità. Sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche e terapeutiche. Esempio: Virus influenzali, Legionella pneumophila (polmonite), Cytomegalovirus, Klebsiella pneumonie (infezioni a carico dell’apparato urinario e del tratto respiratorio), Enterobacter aerogenes (infezione dell’apparato urinario), etc. www.seagruppo.it Rischio biologico CLASSIFICAZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI
  • 27. Agente biologico del gruppo 3 è un agente che può causare malattie gravi in soggetti umani e costituire un serio rischio per i lavoratori. L’agente biologico può propagarsi alla comunità, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche e terapeutiche. Esempio: Virus dell’epatite B, C, D, Micubacterium tubercolosis, Virus HIV, Yersinia pestis (batterio trasmessa da animali all’uomo attraverso le pulci), Brucella abortis (infezione da latte e latticini), Bacillus anthracis (si contrae per contatto con carni di animali infetti), etc. www.seagruppo.it Rischio biologico CLASSIFICAZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI
  • 28. Agente biologico del gruppo 4 è un agente che può provocare malattie gravi in soggetti umani e costituire un serio rischio per i lavoratori. Può presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità: non sono disponibili di norma efficaci misure profilattiche e terapeutiche. Esempio: Virus ebola (colpisce i reni, il fegato, la milza, sedi di emorragie interne), Virus Lassa (contatto con il cibo o oggetto contaminati dagli escreti di alcuni roditori. Può essere trasmessa per inalazione). www.seagruppo.it Rischio biologico CLASSIFICAZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI
  • 29. www.seagruppo.it Rischio biologico Agenti biologici del gruppo 2 Legionella pneumophila, Virus influenzali, Cytomegalovirus Agenti biologici del gruppo 3 Mycobacterium tubercolosis, virus dell’epatite B, C, D, virus HIV(AIDS) Agenti biologici del gruppo 4 Virus Ebola, febbre emorragica del Congo ALCUNI ESEMPI
  • 30. L’allegato XLVI del Dlgs 81/08 contiene l’elenco degli agenti biologici classificati nei gruppi 2, 3 e 4 specificando che gli agenti non inseriti in detti gruppi vanno implicitamente nel gruppo 1. Il suddetto allegato è stato e sarà aggiornato in funzione dell’evoluzione della conoscenza scientifica www.seagruppo.it Rischio biologico
  • 31. Trasmissione per via diretta L’agente morboso si trasferisce dal soggetto malato o portatore al soggetto sano senza passaggio nell’ambiente. Alcuni esempi: • Per via cutaneo-mucosa (mal. veneree): direttamente con il rapporto sessuale. • Per via aerea (influenza, TBC, etc.): in questi casi si ha l’emissione di goccioline di saliva, che raggiungono parlando o tossendo i 30-90 cm e starnutendo anche i 2-3 metri. • Con le mani contaminate (brucellosi): da contatto con latte o prodotti abortivi infetti. • Per inoculazione da aggressione (rabbia). www.seagruppo.it Rischio biologico TRASMISSIBILITÀ DEI MICRORGANISMI modalità di trasmissione
  • 32. Trasmissione per via indiretta Il parassita soggiorno più o meno a lungo nell’ambiente esterno prima di penetrare in un organismo sano. La trasmissione può compiersi tramite veicoli inanimati (aria, suolo, acqua, alimenti, effetti d’uso) o animati (artropodi, ratti, gatti, insetti, ecc.) Alcuni esempi: • Acqua: importante veicolo per: malattie oro-fecali (es.: epatite A), malattie “balneari” (otiti,congiuntiviti). • Aria: le goccioline di saliva essiccate (“nuclei di goccioline”) possono viaggiare col vento. • Oggetti: massimo rischio per strumenti odontoiatrici e chirurgici, siringhe con ago cavo, rasoi, spazzolini, asciugamani. • Alimenti (ingestione). www.seagruppo.it Rischio biologico TRASMISSIBILITÀ DEI MICRORGANISMI modalità di trasmissione
  • 33. Gli agenti biologici possono essere trasmessi all’uomo attraverso: • La via respiratoria • La via orale (ciclo oro-fecale) • La via cutanea • La via parenterale • Tramite artropodi vettori Nelle attività professionali assumono importanza vie di trasmissione come: • Quella respiratoria (microbi aerodispersi possono essere presenti in molti ambienti di lavoro in concomitanza con nebbie, fumi e polveri). • Quella orale (può avvenire tramite schizzi di materiale infetto). • Quella parenterale (vi sono attività che comportano alta probabilità di essere punti con bisturi, aghi, forbici ed altri strumenti taglienti). www.seagruppo.it Rischio biologico TRASMISSIBILITÀ DEI MICRORGANISMI
  • 34. Con tali termini si intendono tutti quegli elementi nei quali i microrganismi vivono, si moltiplicano e attraverso i quali possono essere trasporti anche a distanza. In particolare: 1. l’uomo ammalato 2. portatori sani (soggetti che, senza presentare sintomi di malattia, ospitano microrganismi patogeni) L’infezione può avvenire per:  Contatto intercutaneo (lavoratori di case di cura, ospedali, case di riposo)  Trasmissione per via aerogena (situazioni a rischio in ambienti affollati) 3. animali (allevamento animali, agricoltura) 4. animali portatori sani Brucellosi, rabbia, carbonchio, toxoplasmosi, ornitosi sono malattie proprie di alcuni animali che possono propagarsi all’uomo provocandogli la malattia 5. artropodi vettori passivi (organismi che trasportano passivamente i microrganismi patogeni, es. mosche che depositandosi ovunque possono veicolare vari microbi pericolosi) 6. artropodi vettori attivi (zanzare, pulci, pidocchi trasmettono varie malattie) www.seagruppo.it Rischio biologico SORGENTI DI INFEZIONE
  • 35. 1. ARIA Normalmente è un veicolo poco efficace poiché i microrganismi sopravvivono poco in aria, non trovano condizioni adatte alla loro moltiplicazione e dopo un periodo più o meno lungo vengono a morte. Fanno eccezione gli ambienti confinati o poco aerati (ambienti di lavoro chiusi e poco aerati) • Veicolo per le malattie aerodiffuse (ad esempio influenza) • Goccioline di saliva (emesse per parlare, tossire, starnutire) • Granuli di polvere in sospensione www.seagruppo.it Rischio biologico VEICOLI DI INFEZIONE
  • 36. 2. ALIMENTI Veicolo di massima pericolosità (poiché gli alimenti contengono acqua e nutrienti adatti a far sviluppare colonie di microrganismi. Colera: frutti di mare crudi, carni, verdure non cotte, etc.) www.seagruppo.it Rischio biologico VEICOLI DI INFEZIONE
  • 37. 3. ACQUA In genere l’acqua non consente la moltiplicazione dei microbi patogeni, ma ne permette la sopravvivenza per tempi anche abbastanza lunghi. L’acqua a volte può essere facilmente inquinabile dagli scarichi di materiale fecale, ricchi di microrganismi patogeni. Acqua di piscina non accuratamente disinfettata può essere un veicolo di contagio. Contaminata da microrganismi a trasmissione oro-fecale come salmonelle, virus epatite A, (questi organismi vengono eliminati con le feci ma possono infettare nuovamente gli individui attraverso la bocca. Sono a rischio coloro che operano presso impianti fognari e di depurazione delle acque) www.seagruppo.it Rischio biologico VEICOLI DI INFEZIONE
  • 38. 4. SUOLO Rappresenta un veicolo di malattie infettive essendo spesso il recapito di materiale lurido. I microrganismi patogeni e le uova di parassiti presenti nel suolo giungono all’organismo umano o tramite le mani imbrattate dalla terra oppure per mezzo dell’acqua, delle verdure e di altri alimenti. Particolare importante importanza riveste il suolo per le malattie da batteri sporigeni come il Clostridium tetani, il Clostridium botulinum ed il Bacillus anthracis il microbo del tetano Clostridium tetani è trasmesso attraverso il terreno, a rischio la attività con alto indice di ferite o abrasioni. www.seagruppo.it Rischio biologico VEICOLI DI INFEZIONE
  • 39. 5. EFFETTI D’USO La biancheria, gli indumenti e qualsiasi oggetto che è stato a contatto con un ammalato o con un portatore di malattia contagiosa può veicolare gli agenti della malattia stessa. Tale rischio è importante in particolare per chi lavora in strutture sanitarie www.seagruppo.it Rischio biologico VEICOLI DI INFEZIONE
  • 40. 6. VIA PARENTERALE O INOCULAZIONE (sangue ed emoderivati) Sono microrganismi che si trasmettono attraverso il sangue di persone infette, come virus epatite B e C, virus AIDS. La trasmissione avviene attraverso: lesioni della cute, lesioni delle mucose e strumenti taglienti e strumenti medico-chirurgici. Sono a rischio gli operatori sanitari ma anche gli addetti allo maltimento rifiuti. www.seagruppo.it Rischio biologico VEICOLI DI INFEZIONE
  • 41. ZOONOSI: malattie trasmesse dagli animali all’uomo (anche per via alimentare). Vie di contagio: • morsi, graffi contatto con liquidi biologici di animali infetti • punture di insetti • ingestione alimenti e bevande da animali infetti • contatto con liquami/letame di animali infetti Alcuni esempi: brucellosi, tubercolosi, listeriosi, BSE, toxoplasmosi, etc. www.seagruppo.it Rischio biologico RISCHIO BIOLOGICO
  • 42. www.seagruppo.it Rischio biologico ALCUNE DELLE PRINCIPALI INFEZIONI PROFESSIONALI ATTIVITÀ MALATTIE Agricoltura Brucellosi, carbonchio, leptospirosi, tetano, tularemia, anchilostomiasi, idatidosi Allevamento Brucellosi, carbonchio, psittacosi, leptospirosi, tetano Macello Brucellosi, carbonchio, leptospirosi, tetano, tularemia, anchilostomiasi, idatidosi Smaltimento rifiuti Epatite virale, salmonellosi, tetano Addetti cimitero Epatite virale, tetano, TBC Conciatura Carbonchio, tetano, tularemia
  • 43. MANI Le mani sono fra i vettori principali di malattie, è importante: • Lavarsi sempre accuratamente le mani dopo qualsiasi attività comportante contatto con agenti biologici. www.seagruppo.it Rischio biologico MISURE IGIENICHE
  • 44. DIVIETO DI BERE E MANGIARE Nelle aree di lavoro in cui c'è rischio di esposizione ad agenti biologici è vietato assumere cibi e bevande, fumare, conservare cibi destinati al consumo umano, usare pipette a bocca e applicare cosmetici. www.seagruppo.it Rischio biologico MISURE IGIENICHE
  • 45. • i lavoratori devono disporre di servizi igienici adeguati provvisti di docce con acqua calda e fredda, e se è il caso, di lavaggi oculari e antisettici per la pelle www.seagruppo.it Rischio biologico MISURE IGIENICHE
  • 46. • i lavoratori devono avere in dotazione indumenti protettivi o altri indumenti idonei, da riporre in posti separati dagli abiti civili. • gli indumenti di lavoro che possono essere contaminati da agenti biologici vengano tolti quando il lavoratore lascia la zona di lavoro, conservati separatamente dagli altri indumenti, disinfettati, puliti e, se necessario, distrutti. www.seagruppo.it Rischio biologico MISURE IGIENICHE
  • 47. • Adeguata pulizia dei luoghi di lavoro. • Adeguato numero di ricambi d’aria. • Rimozione delle cause dell’inquinamento (rifiuti, materiali contaminati). • Manutenzione periodica degli impianti di condizionamento tramite pulizia e sostituzione dei filtri, pulizia delle condotte, uso di disinfettanti opportuni con particolare attenzione ai punti di raccolta della condensa. www.seagruppo.it Rischio biologico MISURE IGIENICHE
  • 48. Disinfezione Scopo della disinfezione: la distruzione della flora patogena in un determinato ambiente o substrato, quindi distruzione del microrganismo In commercio ci sono vari disinfettanti disponibili l’utilizzo deve essere fatto in considerazione del tipo di agente biologico o del substrato da disinfettare. Sterilizzazione Intervento di bonifica ambientale più radicale in quanto rivolto ad uccidere qualsiasi forma vivente. Metodo di scelta per tutti i casi nei quali è necessaria la massima sicurezza (materiali e strumenti chirurgici, farmaci che devono essere iniettati, colture di germi patogeni, rifiuti infetti che devono essere eliminati). Disinfestazione Ha come scopo l’eliminazione dei vettori (insetti, ratti, ecc.). www.seagruppo.it Rischio biologico MISURE DI PREVENZIONE eliminazione dei microrganismi patogeni
  • 49. • Vaccinazioni: con la vaccinazione si attiva il nostro sistema immunitario in modo che sia pronto per affrontare il microorganismo. • Le vaccinazioni più adatte, in riferimento al tipo di attività svolta, vengono stabilite dal Medico Competente sulla base del protocollo sanitario adottato. • La vaccinazione consente al sistema immunitario di agire con maggior rapidità e precisione impedendo ai microrganismi di far ammalare l’individuo colpito. www.seagruppo.it Rischio biologico MISURE DI PREVENZIONE vaccinazioni
  • 50. I dispositivi di protezione individuale siano controllati, disinfettati e puliti dopo ogni utilizzo. www.seagruppo.it Rischio biologico MISURE DI PREVENZIONE
  • 52. www.seagruppo.it Rischio biologico PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE MASCHERE
  • 53. www.seagruppo.it Rischio biologico PROTEZIONE DELLA VISTA OCCHIALI VISIERE
  • 55. Per chi utilizza attrezzature e strumenti taglienti in ambito sanitario: •Divieto di reincappucciare manualmente gli aghi dopo l’uso. •Utilizzo di appositi contenitori rigidi ed etichettati per i rifiuti biologici. www.seagruppo.it Rischio biologico MISURE DI PREVENZIONE
  • 56. Precauzioni standard Destinate all’assistenza di tutti i pazienti negli ospedali indipendentemente dalla loro diagnosi o presunto stato di infezione e rappresenta la strategia primaria per la riduzione del rischio di trasmissione di infezioni ematiche e di altri patogeni in ospedale Lavaggio delle mani • prima di eseguire procedure a rischio sul paziente • prima di eseguire azioni a rischio per sé (mangiare, fumare ecc.) • dopo essere entrati in contatto con sangue e altri liquidi biologici • dopo la rimozione dei guanti Uso dei guanti (indossati per tre importanti ragioni): • Fornire una barriera protettiva nel contatto con materiale biologico. • Ridurre la probabilità che microrganismi presenti sulla cute dell’operatore vengano trasmessi al paziente. • Ridurre la probabilità che le mani del personale contaminate con microrganismi da un paziente possano trasmettere germi ad un altro paziente (il guanto va quindi cambiato tra un paziente e l’altro www.seagruppo.it Rischio biologico MISURE DI PREVENZIONE ambito sanitario
  • 57. Precauzioni standard Camici ed indumenti di protezione Indossati sopra gli indumenti che si usano normalmente ogni qualvolta vi sia la necessità di proteggerli dalla contaminazione con microrganismi. Nel caso in cui fossero indossati per l’assistenza a pazienti in isolamento andranno rimossi prima di lasciare l’ambiente in cui soggiorna il paziente stesso Biancheria e lavanderia Le procedure per il trattamento di questo materiale sono determinate dalle politiche dell’ospedale e dalla normativa vigente Stoviglie Il lavaggio nelle lavastoviglie ospedaliere assicura una sufficiente decontaminazione di piatti, bicchieri e altre stoviglie. Per i pazienti in isolamento è comunque possibile utilizzare stoviglie monouso. www.seagruppo.it Rischio biologico MISURE DI PREVENZIONE ambito sanitario
  • 58. Precauzioni standard Strumenti ed attrezzature per l’assistenza al paziente diversi fattori influenzano la manipolazione degli strumenti e riguardano il tipo di strumento, il paziente e la gravità della malattia associata. • Strumenti critici (venuti cioè a contatto con cute non integra, mucose, sangue, ecc.) contaminati vengono puliti e sterilizzati o disinfettati per ridurre il rischio di trasmissione dei microrganismi. • Strumenti non critici (cioè venuti a contatto con cute integra) vengono puliti e disinfettati dopo l’uso a seconda delle direttive ospedaliere. • Materiali a perdere (monouso) contaminati sono maneggiati e trasportati in modo tale da ridurre il rischio di trasmissione e da diminuire la contaminazione ambientale. www.seagruppo.it Rischio biologico MISURE DI PREVENZIONE ambito sanitario
  • 59. • Sorveglianza sanitaria che viene effettuata dal Medico Competente aziendale www.seagruppo.it Rischio biologico MISURE DI PREVENZIONE
  • 61. Nel caso sia identificabile anche solo una potenziale esposizione all’agente Legionella, essendo questo classificato nel gruppo 2 tra i patogeni,(sia come Legionella spp che come Legionella pneumophila), si devono attuare tutte le misure di sicurezza necessarie. •La legionellosi è una infezione causata da un batterio del genere legionella. •La malattia si presenta in due forme: 1) malattia dei legionari (forma più grave di polmonite). 2) febbre di Pontiac (forma leggera di infezione) www.seagruppo.it Rischio biologico LEGIONELLA
  • 62. Penetra nell’ospite attraverso le prime vie respiratorie sottoforma di “aerosol” generati da rubinetti , docce ed impianti di condizionamento ecc. Le persone possono essere esposte in casa, nel luogo di lavoro, o in posti pubblici. SINTOMI Febbre,raffreddore, tosse, mal di testa dolori muscolari, perdita dell’appetito. DIAGNOSI Test specifico di laboratorio unitamente ai segni clinici www.seagruppo.it Rischio biologico CONTAGIO
  • 63. Nell’ambito della tutela della salute da legionellosi in un ambiente di lavoro importanti interventi di prevenzione e protezione di tipo collettivo sono : • le procedure di pulizia, decontaminazione e disinfezione degli impianti di ventilazione e condizionamento o di singole apparecchiature, degli apparati di umidificazione dell’aria. • il trattamento di decontaminazione delle reti di distribuzione di acqua sanitaria è considerato di rilevante importanza per la frequenza di casi di. Legionellosi imputabili ad inquinamento di tali impianti. Attualmente la soluzione maggiormente affidabile per lunghi periodi di tempo ed applicabile in tutti gli impianti è l’adozione di appositi sistemi filtranti tecnologicamente avanzati, disponibili sul mercato. www.seagruppo.it Rischio biologico INTERVENTI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE DI TIPO COLLETTIVO
  • 64. Le zone ove le zecche possono risiedere più facilmente (luoghi di campagna, zone di passaggio di greggi, erbe alte, vicinanze di animali come pecore, capre e cani) www.seagruppo.it Rischio biologico ZECCHE
  • 65. Infezione batterica Spirochetosi: Borrelia burgdorferi s.l. 1992: tre nuove “genospecie”: B.burgdorferi s.s. B.garinii B.afzelii 1993: B.japonica 1995: B.andersoni, etc. www.seagruppo.it Rischio biologico MALATTIE TRASMESSE DALLE ZECCHE
  • 66. • Usare un appropriato abbigliamento di colore chiaro (in tal modo si evidenziano meglio) che copra il più possibile il corpo (scarpe alte, calzini lunghi, camicia con manica lunga); • Applicare sugli abiti prodotti repellenti acquistabili in farmacia; • Evitare di sedersi e di appoggiare indumenti o zaini sull'erba (usare teli di plastica). •Bonificare eventualmente il terreno con prodotti a base di Permetrina, un piretroide sintetico, poco tossico per l'uomo e gli animali; funge da repellente da applicare agli abiti ma è anche in grado di uccidere le zecche bloccando il loro sistema nervoso; www.seagruppo.it Rischio biologico PREVENZIONE
  • 67. • Clostridium tetani è un agente biologico del gruppo 2 • …può causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori.(direttiva 2000/54/CE) I clostridi: batteri sporigeni Clostridium tetani Clostridium botulinum Clostridium perfrigens Clostridium difficile anaerobi Attecchimento e la moltiplicazione favorita da: 1.necrosi del tessuto e quindi diminuito afflusso di sangue e quindi di O2 2.presenza contemporanea di batteri aerobi 3.Acatalasemia (diminuita concentrazione ematica di catalasi1 ) www.seagruppo.it Rischio biologico TETANO 1 scissione dei perossidi
  • 68. • Sono bacilli Gram positivi di 3-8 mm di lunghezza • In gran parte sono mobili per la presenza di flagelli peritrichi • Raramente capsulati • Producono spore a localizzazione somatica terminale www.seagruppo.it Rischio biologico I CLOSTRIDI: BATTERI SPORIGENI Vivono come saprofiti nel suolo o nell’intestino di alcuni animali Le infezioni nell’uomo sono dovute a introduzione accidentale nei tessuti profondi dei clostridi o delle spore o dell’assunzione con alimenti di tossine
  • 69. Il tetano (tetanos = rigidità) è caratterizzato da spasmi muscolari (paralisi spastica) con concomitante paralisi flaccida (muscoli oculari). Compromissione della funzionalità muscolare a livello respiratorio (soffocamento dovuto al rigurgito del contenuto dello stomaco). www.seagruppo.it Rischio biologico CLOSTRIDIUM TETANI
  • 70. www.seagruppo.it Rischio biologico VACCINI In Italia esistono : • vaccini obbligatori per legge (es. antipolio, antitetanico, etc.) • vaccini consigliati (es. Antiinfluenzal, etc.) Entrambi seguono un “calendario vaccinale “ Per quanto riguarda la vaccinazione antitetanica: anatossina ottenuta trattando la tossina con formolo. Schedula vaccinale : richiamo intramuscolo ogni 10 anni dopo il ciclo di base. Operatori sanitari interessati: operai e manovali addetti alla manipolazione di immondizia
  • 71. Le punture da imenotteri (vespe, calabroni, api) sono abbastanza frequenti e procurano disturbi di diversa gravità Sintomatologia locale: •pomfo eritematoso, pruriginoso e dolente, •malessere generalizzato • orticaria generalizzata+dolore, • nausea, vomito Sintomatologia sistemica: grave reazione allergica fino allo shock anafilattico con perdita di coscienza Attenzione se il soggetto è allergico www.seagruppo.it Rischio biologico PUNTURE DA INSETTO
  • 72. www.seagruppo.it Rischio biologico PRINCIPALI IMENOTTERI RESPONSABILI DI ALLERGIA Apis mellifera Vespa cabro Vespula germanica Polistes
  • 73. Tra le malattie diffuse dai ratti e dai topi estremamente importanti sono il tifo murino, diffuso dalle zecche e dagli acari parassitoidi dei ratti, la leptospirosi, diffusa da un batterio presente sangue e nelle urine dei ratti infetti, e la famigerata peste che nel medioevo provocò la morte di 25 milioni di esseri umani nella sola Europa. I ratti sono infine portatori di microrganismi tifodi, della dissenteria e della rabbia. www.seagruppo.it Rischio biologico RATTI E TOPI
  • 74. La pulce responsabile della trasmissione della malattia dal ratto all'uomo, Xenopsylla cheopis, una volta punto il ratto infetto, deposita le feci sulla pelle dell'individuo sano il quale a sua volta si infetta inoculandosi il germe attraverso le lesioni da grattamento. Più raramente l'infezione si verifica per ingestione o inalazione di prodotti inquinati da feci di ratti o di pulci infetti. La prevenzione si basa su: • Lotta alle pulci e ai ratti con disinfestazioni e derattizzazioni. • Vaccinazione: esistono vaccini a base di rickettsie inattivate. Esiste anche una terapia medica che si avvale di tetracicline e cloramfenicolo. www.seagruppo.it Rischio biologico TIFO MURINO
  • 75. È una malattia infettiva causata da un bacillo denominato Yersinia pestis che viene trasmesso all'uomo dalla puntura delle pulci dei ratti o di altri roditori. www.seagruppo.it Rischio biologico PESTE Dal punto di vista clinico si distinguono due forme principali di peste peste polmonare :trasmissione diretta da uomo a uomo peste bubbonica: trasmissione indiretta, mediata dalle pulci dei ratti La profilassi si basa su: • Lotta ai ratti e alle pulci mediante disinfestazioni e derattizzazioni. La lotta ai ratti si fa anche con: corretto smaltimento dei rifiuti, strutture edilizie e dispositivi antiratto, conservazione adeguata degli alimenti. Molto importante è la lotta ai ratti negli ambiti portuali e sulle navi per il rischio di trasporto dei roditori da aree infette. • Isolamento dei malati • Sorveglianza dei contatti per almeno 6 giorni. • Chemioprofilassi con tetraciclina o sulfamidici per le persone esposte al rischio. • Vaccinazione: i vaccini antipestosi, a causa della breve immunità che conferiscono, sono poco utilizzati. Qualche indicazione: essi hanno per coloro che, per ragioni professionali, hanno frequenti contatti con roditori ( Ricercatori, Biologi ecc..). • Terapia antibiotica precoce mediante streptomicina.
  • 76. La leptospirosi è un'infezione dovuta a microrganismi chiamati leptospire. Tipica degli animali, questa malattia può trasmettersi occasionalmente all'uomo se viene in contatto con acqua o altri materiali contaminati dagli escrementi di animali infetti. Gli animali più colpiti sono i ratti. Intervento Non è ancora largamente disponibile un vaccino efficace e privo di effetti collaterali. In caso di sospetta contrazione della leptospirosi bisogna immediatamente consultare il medico. In alcuni casi particolari (forte rischio di esposizione) può essere suggerita una chemioprofilassi mediante doxiciclina. www.seagruppo.it Rischio biologico LEPTOSPIROSI
  • 77. www.seagruppo.it Rischio biologico RISCHIO DI RABBIA DOPO MORSO DI CANE RANDAGIO
  • 78. La rabbia è causata da un virus neurotropo spesso presente nella saliva degli animali rabidi Gli animali rabidi trasmettono l'infezione tramite morsicature inferte ad altri animali o all'uomo I cani rabidi rappresentano ancora il rischio più alto per l'uomo su scala mondiale di contrarre la rabbia. I cani rabidi possono avere o la rabbia furiosa, caratterizzata da agitazione e malvagità, seguite da paralisi e morte oppure la rabbia muta, in cui predominano i sintomi paralitici. Patologia Il virus viaggia dalla sede di ingresso lungo i nervi periferici fino al midollo spinale e al cervello, in cui si moltiplica; esso prosegue attraverso i nervi efferenti verso le ghiandole salivari e compare nella saliva. www.seagruppo.it Rischio biologico
  • 79. Prevenzione Per la prevenzione e il controllo i cani devono essere isolati e i cani randagi devono essere catturati e tenuti nei canili. Profilassi Post-esposizione: se immediatamente dopo l'esposizione viene messa in atto un'accurata profilassi locale e sistemica, nell'uomo la rabbia si verifica raramente. La terapia locale delle ferite può essere la misura preventiva più importante. L'area contaminata deve essere immediatamente e accuratamente pulita con acqua e sapone o benzalcon cloruro. Le punture profonde vanno irrorate con acqua saponata utilizzando un catetere La migliore profilassi post-esposizione è data dalla somministrazione di immunoglobuline antirabbia (RIG) per l'immunizzazione passiva seguite dal vaccino antirabico umano da cellule diploidi (HDCV) o dal vaccino antirabico assorbito (RVA) per l'immunizzazione attiva. www.seagruppo.it Rischio biologico
  • 80. Le vipere con il loro morso inoculano numerose tossine. Il morso è riconoscibile dalla presenza di due forellini distanziati di 1 cm. Effetti locali (comparsa entro pochi minuti): • dolore • edema esteso a tutto l’arto • necrosi in sede di morso • chiazze emorragiche Effetti sistemici: • vomito, nausea • dolori muscolari e articolari • aumento della temperatura • collasso cardiocircolatorio www.seagruppo.it Rischio biologico MORSI DI VIPERA
  • 81. Il piccione è portatore di circa 60 malattie, contagiose per l'uomo e per gli animali domestici, i cui agenti patogeni vengono trovati nei loro escrementi. Citiamo solo alcune tra le più comuni : Salmonellosi, Criptococcosi, Istoplasmosi, Ornitosi, Aspergillosi, Candidosi, Clamidosi, Coccidiosi, Encefalite, Tubercolosi, eTc. Gli agenti patogeni di queste malattie vengono trovati negli escrementi dei piccioni. Non è necessario il contatto diretto: il vento, gli aspiratori, i ventilatori possono trasportare la polvere infetta delle deiezioni secche negli appartamenti, nei ristoranti, negli uffici, negli ospedali, nelle scuole, ecc., contaminando gli alimenti, gli utensili da cucina, la biancheria, ed innescando i processi infettivi. Prevenzione • Interventi di ripristino ambientale. • Rimozione dello strato di guano. • Disinfezione e disinfestazione. • Pianificazione della strategia di allontanamento. www.seagruppo.it Rischio biologico PICCIONI Preoccupazioni come veicolo potenziale di diverse trasmissione di malattie infettive
  • 82. www.seagruppo.it GRAZIE PER L’ATTENZIONE SEA Gruppo S.r.l. Via Paolo Borsellino, 12/d - 61032 Fano (PU) Tel. 0721 860053 - Fax 0721 862852