2. Tutto attorno a noi è vita:
siamo circondati da piante, da animali,
ma anche da tanti altri organismi
che non vediamo ad occhio nudo e che,
per tale motivo,
chiamiamo microorganismi,
cioè visibili solo al microscopio.
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3. In questo momento,
anche se non ce ne accorgiamo,
ci sono microorganismi che abitano
sulle superfici attorno a noi
(pavimenti, pareti, sulla scrivania)
ed anche addosso a noi
(sulla pelle, sui capelli).
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4. Molti di questi microorganismi
non sono dannosi per soggetti
che hanno intatte la proprie difese immunitarie,
altri invece possono essere capaci
di far insorgere delle malattie.
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5. Vi è ad esempio un batterio,
chiamato Escherichia coli che, normalmente,
vive nel nostro intestino,
fa parte della flora batterica
ed è necessario per la corretta digestione.
Ma se questo batterio si sposta in altri organi
può essere fonte di malattie.
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8. Quando sussiste il rischio biologico?
Quando vi è la possibilità,
per i lavoratori, di entrare in contatto
con microrganismi patogeni,
cioè capaci di provocare malattie.
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10. CAMPO DI APPLICAZIONE
Tutte le attività lavorative
nelle quali vi è rischio
di esposizione ad agenti biologici.
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11. CAMPO DI APPLICAZIONE
Una prima importante distinzione
Il rischio puó derivare da:
• utilizzo deliberato
• esposizione potenziale
presente nell’attività lavorativa
o nell’ambiente di lavoro.
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12. SETTORI LAVORATIVI
CON USO DELIBERATO DI AGENTI BIOLOGICI
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• Università e centri di ricerca (laboratori, ricerca e sperimentazione biologica)
• Sanità, zootecnia e veterinaria (laboratori, prove, ricerca e sperimentazione)
• Farmaceutica (produzione vaccini e farmaci, kit diagnostici con prove biologiche)
• Alimentare (produzione vaccini e farmaci, kit diagnostici con prove biologiche)
• Chimica (produzione per biotrasformazione di composti vari, es. detersivi)
• Energia (produzione per biotrasformazione di vettori energetici, es. etanolo,
metanolo)
• Ambiente (trattamento rifiuti, impianti di depurazione acque, ecc.)
• Miniere (uso di microrganismi per concentrazione metalli da soluzioni acquose)
• Agricoltura (fertilizzazioni colture, inoculazione micorrize, uso antiparassitari)
• Industria delle biotecnologie (produzione di microrganismi selezionati)
• Industria bellica (produzione armi biologiche)
13. SETTORI LAVORATIVI
CON POTENZIALE ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
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• Industria alimentare
• Agricoltura e zootecnia
• Macellazione e Industria di trasformazione di derivati animali
• Servizi veterinari e sanitari, laboratori diagnostici
• Servizi di disinfezione e disinfestazione
• Impianti industriali di sterilizzazione, disinfezione materiali infetti
• Servizi mortuari e cimiteriali
• Servizi di raccolta, trattamento e smaltimento rifiuti
• Impianti di depurazione delle acque
• Manutenzione impianti fognari
• Installazione e manutenzione di impianti igienici
• Attività di manutenzione in ambienti in cui vi è rischio biologico
16. DEFINIZIONI
Agente biologico: qualsiasi microrganismo anche se
geneticamente modificato, coltura cellulare ed
endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni,
allergie o intossicazioni.
Microrganismo: qualsiasi entità microbiologica, cellulare o
meno, in grado di riprodursi o trasferire materiale genetico.
Coltura cellulare: il risultato della crescita in vitro di cellule
derivate da microrganismi pluricellulari
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17. Il concetto di rischio biologico, così come preso in
considerazione nella norma, non va inteso come correlato
solo alla gravità della malattia provocata dal
microrganismo in questione, bensì come correlato anche a
una serie di altri fattori.
In pratica si valutano tutte le possibilità che ha l’agente
biologico, situato in origine all’esterno dell’organismo, di
penetrarvi e provocare danni più o meno gravi sia nei
confronti della salute dei lavoratori che di tutta la
popolazione.
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RISCHIO BIOLOGICO
18. Sono forme di vita che presentano dimensioni microscopiche
costituiti di norma da una sola cellula.
Fra i microrganismi rientrano batteri, virus, funghi e parassiti.
Ma sono anche fonte di fenomeni allergici.
• Prodotti dei microrganismi
• Prioni (agenti causali del morbo della “mucca pazza”)
• Prodotti cellulari di origine vegetale o animale (peli, forfore
animali, fibre tessili)
• Artropodi (insetti, zecche, acari della polvere, ecc.)
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AGENTI BIOLOGICI
19. Sono le forme di vita più antiche ed hanno colonizzato tutti gli ambienti, anche i più
inospitali.
Sono organismi di piccole dimensioni. In condizioni favorevoli raddoppiano il loro numero
in circa 20 minuti
Tossine batteriche: alcuni batteri producono sostanze simili a dei veleni. Ad esempio il
microbo del tetano produce una sostanza tossica che agisce sul sistema nervoso
provocando gli spasmi muscolari tipici della malattia.
Alcune malattie batteriche:
• Legionellosi (broncopolmonite)
• Meningite
• Tetano (spore del Clostridium tetani, causa spasmi muscolari)
• Tubercolosi
• Colera (vibrione penetra per via orale)
• Peste
• Scarlattina
• Difterite
• Tifo
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BATTERI
20. Sono gli agenti biologici più piccoli (0,02 – 0,3 micron).
I virus a differenza dei batteri non riescono a moltiplicarsi fuori dalle
cellule.
Alcune malattie virali:
• Epatite virale
• Influenza
• Rabbia
• Rosolia
• AIDS
• Morbillo
• Herpes
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VIRUS
21. I funghi o miceti pericolosi sono costituiti soprattutto da lieviti, muffe,
e funghi velenosi.
Alcuni di questi sono responsabili di malattie nell’uomo chiamate
micosi.
Le micosi possono riguardare la pelle, i peli e le unghie e organi
interni come bronchi e i polmoni.
Alcuni miceti producono delle sostanze tossiche chiamate
micotossine. Esse possono dare modesti effetti, come la diarrea, ma
anche provocare cirrosi epatica e cancro al fegato. Tra le principali
micotossine vi è l’aflatossina ritenuta cancerogena (cereali o legumi).
Durante lavori di ristrutturazione di ambienti umidi (cantine, vecchie
abitazioni) si possono diffondere grandi quantità di spore di funghi del
genere aspergillus che possono essere inalate e provocare l’asma
bronchiale.
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FUNGHI
22. Esempi di malattie da parassiti:
Endoparassiti (parassiti presenti nelle cellule e nei
tessuti interni di un organismo ospite)
• Malaria (protozoo)
• Toxoplasmosi (protozoo)
Ectoparassiti (parassiti che vivono sulla superficie
esterna dell’ospite: fenomeni allergici)
• Pediculosi (pidocchi)
• Scabbia (acaro)
• Encefalite (Zecche)
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PARASSITI
23. Nel D.Lgs. 81/08 il legislatore ha classificato
i diversi agenti biologici
in base alla loro pericolosità
La pericolosità è stata valutata
sia nei confronti della salute dei lavoratori
che della popolazione generale
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CLASSIFICAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO
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PERICOLOSITÀ
DEGLI AGENTI
BIOLOGICI
Patogenicità
riferibile alla capacità di produrre
malattia a seguito di infezione
Infettività
intesa come capacità di un microrganismo
di penetrare e moltiplicarsi nell’ospite
Trasmissibilità
intesa come la capacità di un microrganismo
di essere trasmesso da un soggetto infetto
ad un soggetto suscettibile
Neutralizzabilità
intesa come la disponibilità di efficaci misure
profilattiche per prevenire la malattia o
terapeutiche per la sua cura
Infettività +
patogenicità =
Virulenza
25. Agente biologico del gruppo 1
è un agente che presenta poche probabilità di causare malattie
in soggetti umani.
Esempio: Saccharomyces cerevisiae (lievito di birra),
Streptococcus thermophylus (batterio presente in alcuni
formaggi), Lactobacillus casei, etc.
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CLASSIFICAZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI
26. Agente biologico del gruppo 2
è un agente che può causare malattie in soggetti umani e
costituire un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si
propaghi alla comunità.
Sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche e
terapeutiche.
Esempio: Virus influenzali, Legionella pneumophila
(polmonite), Cytomegalovirus, Klebsiella pneumonie (infezioni a
carico dell’apparato urinario e del tratto respiratorio),
Enterobacter aerogenes (infezione dell’apparato urinario), etc.
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CLASSIFICAZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI
27. Agente biologico del gruppo 3
è un agente che può causare malattie gravi in soggetti umani e
costituire un serio rischio per i lavoratori. L’agente biologico può
propagarsi alla comunità, ma di norma sono disponibili efficaci
misure profilattiche e terapeutiche.
Esempio: Virus dell’epatite B, C, D, Micubacterium
tubercolosis, Virus HIV, Yersinia pestis (batterio trasmessa da
animali all’uomo attraverso le pulci), Brucella abortis (infezione
da latte e latticini), Bacillus anthracis (si contrae per contatto con
carni di animali infetti), etc.
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CLASSIFICAZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI
28. Agente biologico del gruppo 4
è un agente che può provocare malattie gravi in soggetti umani
e costituire un serio rischio per i lavoratori. Può presentare un
elevato rischio di propagazione nella comunità: non sono
disponibili di norma efficaci misure profilattiche e terapeutiche.
Esempio: Virus ebola (colpisce i reni, il fegato, la milza, sedi di
emorragie interne), Virus Lassa (contatto con il cibo o oggetto
contaminati dagli escreti di alcuni roditori. Può essere trasmessa
per inalazione).
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CLASSIFICAZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI
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Agenti biologici del gruppo 2
Legionella pneumophila, Virus influenzali, Cytomegalovirus
Agenti biologici del gruppo 3
Mycobacterium tubercolosis, virus dell’epatite B, C, D, virus HIV(AIDS)
Agenti biologici del gruppo 4
Virus Ebola, febbre emorragica del Congo
ALCUNI ESEMPI
30. L’allegato XLVI del Dlgs 81/08 contiene l’elenco
degli agenti biologici classificati nei gruppi 2, 3 e 4
specificando che gli agenti non inseriti in detti gruppi
vanno implicitamente nel gruppo 1.
Il suddetto allegato è stato e sarà aggiornato
in funzione dell’evoluzione della conoscenza scientifica
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31. Trasmissione per via diretta
L’agente morboso si trasferisce dal soggetto malato o portatore al soggetto sano senza
passaggio nell’ambiente.
Alcuni esempi:
• Per via cutaneo-mucosa (mal. veneree): direttamente con il rapporto sessuale.
• Per via aerea (influenza, TBC, etc.): in questi casi si ha l’emissione di goccioline di
saliva, che raggiungono parlando o tossendo i 30-90 cm e starnutendo anche i 2-3
metri.
• Con le mani contaminate (brucellosi): da contatto con latte o prodotti abortivi infetti.
• Per inoculazione da aggressione (rabbia).
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TRASMISSIBILITÀ DEI MICRORGANISMI
modalità di trasmissione
32. Trasmissione per via indiretta
Il parassita soggiorno più o meno a lungo nell’ambiente esterno prima di penetrare in un
organismo sano.
La trasmissione può compiersi tramite veicoli inanimati (aria, suolo, acqua, alimenti,
effetti d’uso) o animati (artropodi, ratti, gatti, insetti, ecc.)
Alcuni esempi:
• Acqua: importante veicolo per: malattie oro-fecali (es.: epatite A), malattie “balneari”
(otiti,congiuntiviti).
• Aria: le goccioline di saliva essiccate (“nuclei di goccioline”) possono viaggiare col
vento.
• Oggetti: massimo rischio per strumenti odontoiatrici e chirurgici, siringhe con ago cavo,
rasoi, spazzolini, asciugamani.
• Alimenti (ingestione).
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TRASMISSIBILITÀ DEI MICRORGANISMI
modalità di trasmissione
33. Gli agenti biologici possono essere trasmessi all’uomo attraverso:
• La via respiratoria
• La via orale (ciclo oro-fecale)
• La via cutanea
• La via parenterale
• Tramite artropodi vettori
Nelle attività professionali assumono importanza vie di trasmissione come:
• Quella respiratoria (microbi aerodispersi possono essere presenti in molti
ambienti di lavoro in concomitanza con nebbie, fumi e polveri).
• Quella orale (può avvenire tramite schizzi di materiale infetto).
• Quella parenterale (vi sono attività che comportano alta probabilità di
essere punti con bisturi, aghi, forbici ed altri strumenti taglienti).
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TRASMISSIBILITÀ DEI MICRORGANISMI
34. Con tali termini si intendono tutti quegli elementi nei quali i microrganismi vivono, si
moltiplicano e attraverso i quali possono essere trasporti anche a distanza. In
particolare:
1. l’uomo ammalato
2. portatori sani (soggetti che, senza presentare sintomi di malattia, ospitano
microrganismi patogeni)
L’infezione può avvenire per:
Contatto intercutaneo (lavoratori di case di cura, ospedali, case di riposo)
Trasmissione per via aerogena (situazioni a rischio in ambienti affollati)
3. animali (allevamento animali, agricoltura)
4. animali portatori sani
Brucellosi, rabbia, carbonchio, toxoplasmosi, ornitosi sono malattie proprie di alcuni
animali che possono propagarsi all’uomo provocandogli la malattia
5. artropodi vettori passivi (organismi che trasportano passivamente i microrganismi
patogeni, es. mosche che depositandosi ovunque possono veicolare vari microbi
pericolosi)
6. artropodi vettori attivi (zanzare, pulci, pidocchi trasmettono varie malattie)
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SORGENTI DI INFEZIONE
35. 1. ARIA
Normalmente è un veicolo poco efficace poiché i microrganismi
sopravvivono poco in aria, non trovano condizioni adatte alla loro
moltiplicazione e dopo un periodo più o meno lungo vengono a morte.
Fanno eccezione gli ambienti confinati o poco aerati (ambienti di lavoro
chiusi e poco aerati)
• Veicolo per le malattie aerodiffuse
(ad esempio influenza)
• Goccioline di saliva
(emesse per parlare, tossire, starnutire)
• Granuli di polvere in sospensione
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VEICOLI DI INFEZIONE
36. 2. ALIMENTI
Veicolo di massima pericolosità (poiché gli alimenti contengono acqua e
nutrienti adatti a far sviluppare colonie di microrganismi.
Colera: frutti di mare crudi, carni, verdure non cotte, etc.)
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VEICOLI DI INFEZIONE
37. 3. ACQUA
In genere l’acqua non consente la moltiplicazione dei microbi patogeni, ma ne
permette la sopravvivenza per tempi anche abbastanza lunghi. L’acqua a volte
può essere facilmente inquinabile dagli scarichi di materiale fecale, ricchi di
microrganismi patogeni.
Acqua di piscina non accuratamente disinfettata può essere un veicolo di
contagio.
Contaminata da microrganismi a trasmissione oro-fecale come salmonelle, virus
epatite A, (questi organismi vengono eliminati con le feci ma possono infettare
nuovamente gli individui attraverso la bocca. Sono a rischio coloro che operano
presso impianti fognari e di depurazione delle acque)
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VEICOLI DI INFEZIONE
38. 4. SUOLO
Rappresenta un veicolo di malattie infettive essendo spesso il recapito di materiale lurido.
I microrganismi patogeni e le uova di parassiti presenti nel suolo giungono all’organismo
umano o tramite le mani imbrattate dalla terra oppure per mezzo dell’acqua, delle verdure
e di altri alimenti.
Particolare importante importanza riveste il suolo per le malattie da batteri sporigeni come
il Clostridium tetani, il Clostridium botulinum ed il Bacillus anthracis
il microbo del tetano Clostridium tetani è trasmesso attraverso il terreno, a rischio la
attività con alto indice di ferite o abrasioni.
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VEICOLI DI INFEZIONE
39. 5. EFFETTI D’USO
La biancheria, gli indumenti e qualsiasi oggetto che è stato a contatto
con un ammalato o con un portatore di malattia contagiosa può
veicolare gli agenti della malattia stessa.
Tale rischio è importante in particolare per chi lavora in strutture
sanitarie
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VEICOLI DI INFEZIONE
40. 6. VIA PARENTERALE O INOCULAZIONE (sangue ed emoderivati)
Sono microrganismi che si trasmettono attraverso il sangue di persone
infette, come virus epatite B e C, virus AIDS.
La trasmissione avviene attraverso: lesioni della cute, lesioni delle
mucose e strumenti taglienti e strumenti medico-chirurgici.
Sono a rischio gli operatori sanitari ma anche gli addetti allo maltimento
rifiuti.
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VEICOLI DI INFEZIONE
41. ZOONOSI: malattie trasmesse dagli animali
all’uomo (anche per via alimentare).
Vie di contagio:
• morsi, graffi contatto con liquidi biologici di
animali infetti
• punture di insetti
• ingestione alimenti e bevande da animali infetti
• contatto con liquami/letame di animali infetti
Alcuni esempi: brucellosi, tubercolosi, listeriosi,
BSE, toxoplasmosi, etc.
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RISCHIO BIOLOGICO
43. MANI
Le mani sono fra i vettori principali di malattie, è importante:
• Lavarsi sempre accuratamente le mani dopo qualsiasi attività
comportante contatto con agenti biologici.
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MISURE IGIENICHE
44. DIVIETO DI BERE E MANGIARE
Nelle aree di lavoro in cui c'è rischio di esposizione ad agenti biologici
è vietato assumere cibi e bevande, fumare, conservare cibi
destinati al consumo umano, usare pipette a bocca e applicare
cosmetici.
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MISURE IGIENICHE
45. • i lavoratori devono disporre di servizi igienici adeguati provvisti di
docce con acqua calda e fredda, e se è il caso, di lavaggi oculari e
antisettici per la pelle
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MISURE IGIENICHE
46. • i lavoratori devono avere in dotazione
indumenti protettivi o altri indumenti idonei,
da riporre in posti separati dagli abiti civili.
• gli indumenti di lavoro che possono
essere contaminati da agenti biologici
vengano tolti quando il lavoratore lascia la
zona di lavoro, conservati separatamente
dagli altri indumenti, disinfettati, puliti e, se
necessario, distrutti.
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MISURE IGIENICHE
47. • Adeguata pulizia dei luoghi di lavoro.
• Adeguato numero di ricambi d’aria.
• Rimozione delle cause dell’inquinamento (rifiuti, materiali
contaminati).
• Manutenzione periodica degli impianti di condizionamento
tramite pulizia e sostituzione dei filtri, pulizia delle condotte, uso di
disinfettanti opportuni con particolare attenzione ai punti di raccolta
della condensa.
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MISURE IGIENICHE
48. Disinfezione
Scopo della disinfezione: la distruzione della flora patogena in un determinato
ambiente o substrato, quindi distruzione del microrganismo
In commercio ci sono vari disinfettanti disponibili l’utilizzo deve essere fatto in
considerazione del tipo di agente biologico o del substrato da disinfettare.
Sterilizzazione
Intervento di bonifica ambientale più radicale in quanto rivolto ad uccidere
qualsiasi forma vivente. Metodo di scelta per tutti i casi nei quali è necessaria
la massima sicurezza (materiali e strumenti chirurgici, farmaci che devono
essere iniettati, colture di germi patogeni, rifiuti infetti che devono essere
eliminati).
Disinfestazione
Ha come scopo l’eliminazione dei vettori (insetti, ratti, ecc.).
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MISURE DI PREVENZIONE
eliminazione dei microrganismi patogeni
49. • Vaccinazioni: con la vaccinazione si attiva il nostro sistema immunitario in
modo che sia pronto per affrontare il microorganismo.
• Le vaccinazioni più adatte, in riferimento al tipo di attività svolta, vengono
stabilite dal Medico Competente sulla base del protocollo sanitario adottato.
• La vaccinazione consente al sistema immunitario di agire con maggior rapidità e
precisione impedendo ai microrganismi di far ammalare l’individuo colpito.
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MISURE DI PREVENZIONE
vaccinazioni
50. I dispositivi di protezione individuale siano controllati, disinfettati e puliti
dopo ogni utilizzo.
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MISURE DI PREVENZIONE
55. Per chi utilizza attrezzature e strumenti taglienti in ambito sanitario:
•Divieto di reincappucciare manualmente gli aghi dopo l’uso.
•Utilizzo di appositi contenitori rigidi ed etichettati per i rifiuti biologici.
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MISURE DI PREVENZIONE
56. Precauzioni standard
Destinate all’assistenza di tutti i pazienti negli ospedali indipendentemente dalla loro
diagnosi o presunto stato di infezione e rappresenta la strategia primaria per la riduzione
del rischio di trasmissione di infezioni ematiche e di altri patogeni in ospedale
Lavaggio delle mani
• prima di eseguire procedure a rischio sul paziente
• prima di eseguire azioni a rischio per sé (mangiare, fumare ecc.)
• dopo essere entrati in contatto con sangue e altri liquidi biologici
• dopo la rimozione dei guanti
Uso dei guanti (indossati per tre importanti ragioni):
• Fornire una barriera protettiva nel contatto con materiale biologico.
• Ridurre la probabilità che microrganismi presenti sulla cute dell’operatore vengano
trasmessi al paziente.
• Ridurre la probabilità che le mani del personale contaminate con microrganismi da un
paziente possano trasmettere germi ad un altro paziente (il guanto va quindi cambiato tra
un paziente e l’altro
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MISURE DI PREVENZIONE
ambito sanitario
57. Precauzioni standard
Camici ed indumenti di protezione
Indossati sopra gli indumenti che si usano normalmente ogni qualvolta vi sia la necessità di
proteggerli dalla contaminazione con microrganismi.
Nel caso in cui fossero indossati per l’assistenza a pazienti in isolamento andranno rimossi
prima di lasciare l’ambiente in cui soggiorna il paziente stesso
Biancheria e lavanderia
Le procedure per il trattamento di questo materiale sono determinate dalle politiche
dell’ospedale e dalla normativa vigente
Stoviglie
Il lavaggio nelle lavastoviglie ospedaliere assicura una sufficiente decontaminazione di
piatti, bicchieri e altre stoviglie. Per i pazienti in isolamento è comunque possibile utilizzare
stoviglie monouso.
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MISURE DI PREVENZIONE
ambito sanitario
58. Precauzioni standard
Strumenti ed attrezzature per l’assistenza al paziente
diversi fattori influenzano la manipolazione degli strumenti e riguardano il tipo di strumento,
il paziente e la gravità della malattia associata.
• Strumenti critici (venuti cioè a contatto con cute non integra, mucose, sangue, ecc.)
contaminati vengono puliti e sterilizzati o disinfettati per ridurre il rischio di trasmissione dei
microrganismi.
• Strumenti non critici (cioè venuti a contatto con cute integra) vengono puliti e disinfettati
dopo l’uso a seconda delle direttive ospedaliere.
• Materiali a perdere (monouso) contaminati sono maneggiati e trasportati in modo tale da
ridurre il rischio di trasmissione e da diminuire la contaminazione ambientale.
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MISURE DI PREVENZIONE
ambito sanitario
59. • Sorveglianza sanitaria che viene effettuata dal Medico Competente aziendale
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MISURE DI PREVENZIONE
61. Nel caso sia identificabile anche solo una potenziale esposizione all’agente
Legionella, essendo questo classificato nel gruppo 2 tra i patogeni,(sia come
Legionella spp che come Legionella pneumophila), si devono attuare tutte le
misure di sicurezza necessarie.
•La legionellosi è una infezione causata da un batterio del genere legionella.
•La malattia si presenta in due forme:
1) malattia dei legionari (forma più grave di polmonite).
2) febbre di Pontiac (forma leggera di infezione)
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LEGIONELLA
62. Penetra nell’ospite attraverso le prime vie respiratorie sottoforma di “aerosol”
generati da rubinetti , docce ed impianti di condizionamento ecc.
Le persone possono essere esposte in casa, nel luogo di lavoro, o in posti
pubblici.
SINTOMI
Febbre,raffreddore, tosse, mal di testa dolori muscolari, perdita dell’appetito.
DIAGNOSI
Test specifico di laboratorio unitamente ai segni clinici
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CONTAGIO
63. Nell’ambito della tutela della salute da legionellosi in un ambiente di lavoro
importanti interventi di prevenzione e protezione di tipo collettivo sono :
• le procedure di pulizia, decontaminazione e disinfezione degli impianti di
ventilazione e condizionamento o di singole apparecchiature, degli apparati di
umidificazione dell’aria.
• il trattamento di decontaminazione delle reti di distribuzione di acqua sanitaria è
considerato di rilevante importanza per la frequenza di casi di. Legionellosi
imputabili ad inquinamento di tali impianti.
Attualmente la soluzione maggiormente affidabile per lunghi periodi di tempo ed
applicabile in tutti gli impianti è l’adozione di appositi sistemi filtranti
tecnologicamente avanzati, disponibili sul mercato.
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INTERVENTI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE DI TIPO COLLETTIVO
64. Le zone ove le zecche possono risiedere più facilmente (luoghi di
campagna, zone di passaggio di greggi, erbe alte, vicinanze di animali
come pecore, capre e cani)
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ZECCHE
65. Infezione batterica
Spirochetosi: Borrelia burgdorferi s.l.
1992: tre nuove “genospecie”:
B.burgdorferi s.s.
B.garinii
B.afzelii
1993: B.japonica
1995: B.andersoni, etc.
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MALATTIE TRASMESSE DALLE ZECCHE
66. • Usare un appropriato abbigliamento di colore chiaro (in tal modo si evidenziano
meglio) che copra il più possibile il corpo (scarpe alte, calzini lunghi, camicia con
manica lunga);
• Applicare sugli abiti prodotti repellenti acquistabili in farmacia;
• Evitare di sedersi e di appoggiare indumenti o zaini sull'erba (usare teli di
plastica).
•Bonificare eventualmente il terreno con prodotti a base di Permetrina, un
piretroide sintetico, poco tossico per l'uomo e gli animali; funge da repellente da
applicare agli abiti ma è anche in grado di uccidere le zecche bloccando il loro
sistema nervoso;
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PREVENZIONE
67. • Clostridium tetani è un agente biologico del gruppo 2
• …può causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori.(direttiva
2000/54/CE)
I clostridi: batteri sporigeni
Clostridium tetani
Clostridium botulinum
Clostridium perfrigens
Clostridium difficile
anaerobi
Attecchimento e la moltiplicazione favorita da:
1.necrosi del tessuto e quindi diminuito afflusso di sangue e quindi di O2
2.presenza contemporanea di batteri aerobi
3.Acatalasemia (diminuita concentrazione ematica di catalasi1
)
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TETANO
1
scissione dei perossidi
68. • Sono bacilli Gram positivi di 3-8 mm di lunghezza
• In gran parte sono mobili per la presenza di flagelli peritrichi
• Raramente capsulati
• Producono spore a localizzazione somatica terminale
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I CLOSTRIDI: BATTERI SPORIGENI
Vivono come saprofiti nel suolo
o nell’intestino di alcuni animali
Le infezioni nell’uomo sono dovute a introduzione accidentale nei tessuti
profondi dei clostridi o delle spore o dell’assunzione con alimenti di tossine
69. Il tetano (tetanos = rigidità) è caratterizzato da spasmi muscolari (paralisi
spastica) con concomitante paralisi flaccida (muscoli oculari).
Compromissione della funzionalità muscolare a livello respiratorio (soffocamento
dovuto al rigurgito del contenuto dello stomaco).
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CLOSTRIDIUM TETANI
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VACCINI
In Italia esistono :
• vaccini obbligatori per legge (es. antipolio, antitetanico, etc.)
• vaccini consigliati (es. Antiinfluenzal, etc.)
Entrambi seguono un “calendario vaccinale “
Per quanto riguarda la vaccinazione antitetanica:
anatossina ottenuta trattando la tossina con formolo. Schedula vaccinale :
richiamo intramuscolo ogni 10 anni dopo il ciclo di base. Operatori sanitari
interessati: operai e manovali addetti alla manipolazione di immondizia
71. Le punture da imenotteri (vespe, calabroni, api) sono abbastanza frequenti e
procurano disturbi di diversa gravità
Sintomatologia locale:
•pomfo eritematoso, pruriginoso e dolente,
•malessere generalizzato
• orticaria generalizzata+dolore,
• nausea, vomito
Sintomatologia sistemica:
grave reazione allergica fino allo shock anafilattico con perdita di coscienza
Attenzione se il soggetto è allergico
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PUNTURE DA INSETTO
73. Tra le malattie diffuse dai ratti e dai topi estremamente importanti sono il tifo
murino, diffuso dalle zecche e dagli acari parassitoidi dei ratti, la leptospirosi,
diffusa da un batterio presente sangue e nelle urine dei ratti infetti, e la
famigerata peste che nel medioevo provocò la morte di 25 milioni di esseri umani
nella sola Europa. I ratti sono infine portatori di microrganismi tifodi, della
dissenteria e della rabbia.
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RATTI E TOPI
74. La pulce responsabile della trasmissione della malattia dal ratto all'uomo,
Xenopsylla cheopis, una volta punto il ratto infetto, deposita le feci sulla pelle
dell'individuo sano il quale a sua volta si infetta inoculandosi il germe attraverso le
lesioni da grattamento. Più raramente l'infezione si verifica per ingestione o
inalazione di prodotti inquinati da feci di ratti o di pulci infetti.
La prevenzione si basa su:
• Lotta alle pulci e ai ratti con disinfestazioni e derattizzazioni.
• Vaccinazione: esistono vaccini a base di rickettsie inattivate.
Esiste anche una terapia medica che si avvale
di tetracicline e cloramfenicolo.
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TIFO MURINO
75. È una malattia infettiva causata da un bacillo denominato Yersinia pestis che viene
trasmesso all'uomo dalla puntura delle pulci dei ratti o di altri roditori.
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PESTE
Dal punto di vista clinico si distinguono
due forme principali di peste
peste polmonare :trasmissione diretta da uomo a
uomo
peste bubbonica: trasmissione indiretta, mediata
dalle pulci dei ratti
La profilassi si basa su:
• Lotta ai ratti e alle pulci mediante disinfestazioni e derattizzazioni. La lotta ai ratti si fa
anche con: corretto smaltimento dei rifiuti, strutture edilizie e dispositivi antiratto,
conservazione adeguata degli alimenti. Molto importante è la lotta ai ratti negli ambiti
portuali e sulle navi per il rischio di trasporto dei roditori da aree infette.
• Isolamento dei malati
• Sorveglianza dei contatti per almeno 6 giorni.
• Chemioprofilassi con tetraciclina o sulfamidici per le persone esposte al rischio.
• Vaccinazione: i vaccini antipestosi, a causa della breve immunità che conferiscono,
sono poco utilizzati. Qualche indicazione: essi hanno per coloro che, per ragioni
professionali, hanno frequenti contatti con roditori ( Ricercatori, Biologi ecc..).
• Terapia antibiotica precoce mediante streptomicina.
76. La leptospirosi è un'infezione dovuta a microrganismi
chiamati leptospire.
Tipica degli animali, questa malattia può trasmettersi
occasionalmente all'uomo se viene in contatto con
acqua o altri materiali contaminati dagli escrementi di
animali infetti. Gli animali più colpiti sono i ratti.
Intervento
Non è ancora largamente disponibile un vaccino
efficace e privo di effetti collaterali.
In caso di sospetta contrazione della leptospirosi
bisogna immediatamente consultare il medico.
In alcuni casi particolari (forte rischio di esposizione)
può essere suggerita una chemioprofilassi mediante
doxiciclina.
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LEPTOSPIROSI
78. La rabbia è causata da un virus neurotropo spesso presente nella saliva degli
animali rabidi
Gli animali rabidi trasmettono l'infezione tramite morsicature inferte ad altri
animali o all'uomo
I cani rabidi rappresentano ancora il rischio più alto per l'uomo su scala mondiale
di contrarre la rabbia.
I cani rabidi possono avere o la rabbia furiosa, caratterizzata da agitazione e
malvagità, seguite da paralisi e morte oppure la rabbia muta, in cui predominano
i sintomi paralitici.
Patologia
Il virus viaggia dalla sede di ingresso lungo i nervi periferici fino al midollo spinale
e al cervello, in cui si moltiplica; esso prosegue attraverso i nervi efferenti verso le
ghiandole salivari e compare nella saliva.
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79. Prevenzione
Per la prevenzione e il controllo i cani devono essere isolati e i cani randagi
devono essere catturati e tenuti nei canili.
Profilassi
Post-esposizione: se immediatamente dopo l'esposizione viene messa in atto
un'accurata profilassi locale e sistemica, nell'uomo la rabbia si verifica raramente.
La terapia locale delle ferite può essere la misura preventiva più importante.
L'area contaminata deve essere immediatamente e accuratamente pulita con
acqua e sapone o benzalcon cloruro. Le punture profonde vanno irrorate con
acqua saponata utilizzando un catetere
La migliore profilassi post-esposizione è data dalla somministrazione di
immunoglobuline antirabbia (RIG) per l'immunizzazione passiva seguite dal
vaccino antirabico umano da cellule diploidi (HDCV) o dal vaccino antirabico
assorbito (RVA) per l'immunizzazione attiva.
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80. Le vipere con il loro morso inoculano numerose tossine.
Il morso è riconoscibile dalla presenza di due forellini distanziati di 1 cm.
Effetti locali (comparsa entro pochi minuti):
• dolore
• edema esteso a tutto l’arto
• necrosi in sede di morso
• chiazze emorragiche
Effetti sistemici:
• vomito, nausea
• dolori muscolari e articolari
• aumento della temperatura
• collasso cardiocircolatorio
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MORSI DI VIPERA
81. Il piccione è portatore di circa 60 malattie, contagiose per l'uomo e per gli animali
domestici, i cui agenti patogeni vengono trovati nei loro escrementi.
Citiamo solo alcune tra le più comuni : Salmonellosi, Criptococcosi, Istoplasmosi, Ornitosi,
Aspergillosi, Candidosi, Clamidosi, Coccidiosi, Encefalite, Tubercolosi, eTc.
Gli agenti patogeni di queste malattie vengono trovati negli escrementi dei piccioni. Non è
necessario il contatto diretto: il vento, gli aspiratori, i ventilatori possono trasportare la
polvere infetta delle deiezioni secche negli appartamenti, nei ristoranti, negli uffici, negli
ospedali, nelle scuole, ecc., contaminando gli alimenti, gli utensili da cucina, la biancheria,
ed innescando i processi infettivi.
Prevenzione
• Interventi di ripristino ambientale.
• Rimozione dello strato di guano.
• Disinfezione e disinfestazione.
• Pianificazione della strategia di allontanamento.
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PICCIONI
Preoccupazioni come veicolo potenziale
di diverse trasmissione di malattie infettive