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Il Microbiota come bersaglio terapeutico
Perugia 20 aprile 2018
Aula Magna Scuola di Medicina e Chirurgia
Università di Perugia
La Sezione di gastroenterologia del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’ Università di
Perugia diretta dal Prof. Stefano Fiorucci, si è recentemente dotata di strumentazione per analisi di genetica
molecolare che consente l’analisi del microbiota umano sia in condizioni di salute che di malattie, ed è
attivamente impegnata nella ricerca clinica e di base sul microbiota con all’ attivo numerose pubblicazioni su
alcune delle più prestigiose riviste internazionali.
Nell’ ambito delle attività rivolte allo studio del microbiota umano, il prof. Stefano Fiorucci ed i suoi
Collaboratori organizzano una giornata nazionale di studio sul microbiota dal titolo: ”Il microbiota umano
come bersaglio terapeutico”.
Il convegno vede riuniti a Perugia, presso l’Aula Magna della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’ Università
di Perugia il giorno 20 aprile 2018, oltre 30 relatori con alcuni dei maggiori esperti italiani del microbiota
provenienti da oltre varie università italiane e centri di ricerca, ed è rivolto a Medici, di varie aree
specialistiche, Biologi nutrizionisti, esperti di biotecnologie e scienze ambientali. ed è stato accreditato con
7 crediti formativi dal Ministero della Salute (ECM).
Nel corso del convegno verrà esaminato il ruolo del microbiota come bersaglio terapeutico nelle patologie di
interesse gastroenterologico, microbiologico, dermatologico, ginecologico e odontoiatrico sia dell’ adulto che
dell’ età pediatrica. In tutte queste patologie è ormai ben noto che un microbiota alterato svolge effetti
detrimenti sulla salute umana, e che una modificazione del microbiota consente di avere effetti salutari su
numerose patologie ad elevata incidenza nella popolazione generale.
Il convegno vede quindi riuniti per la prima volta in maniera pluridisciplinare gastroenterologi, odontoiatri,
microbiologi, dermatologi, pediatri e scienziati di base con una sezione dedicata al microbiota ambientale ed
al suo impatto sulla salute.
Una parte importante del convegno è dedicata ad agenti che modulano il microbiota umano; ovvero ai
probiotici. I probiotici sono definiti come “agenti terapeutici viventi”. I probiotici sono quindi microorganismi
che, secondo la definizione della OMS, “quando somministrati in quantità sufficienti” esercitano effetti
benefici sulla salute umana”. Il probiotici stanno ricevendo una attenzione crescente da parte sia di aziende
impegnate nella nutrizione che di aziende specificamente dedicate allo sviluppo di questi agenti terapeutici
con un valore di mercato stimato in circa 35 miliardi di dollari nei soli USA e solo lievemente inferiore in Asia
ed Europa e rappresenta una importante occasione di sviluppo biotecnologico, strettamente connesso alla
industria agro-alimentare. Il convegno ospita una lettura magistrale del Prof. Claudio De Simone, uno dei
padri italiani dei probiotici.
Infine, la sezione finale sarà dedicata ad un focus sul microbiota intestinale ed alle relazioni del microbiota
con patologie quali le malattie infiammatorie croniche dell’intestino (MICI), la sindrome dell’ intestino
irritabile, le malattie epatiche in età adulta è pediatrica.
Per informazioni:
www.gastroenterologia.unipg.it
Provider:
Estrusca conventions:
info@entruscaconventions.com
Segreteria organizzativa:
cinzia.coppotelli@unipg.it
Convegno : Il microbiota come bersaglio terapeutico
Ulteriori informazioni scientifiche
Negli ultimi anni, si è registrato un grande incremento degli studi riguardanti il microbiota volti a
comprendere il suo impatto sulla salute dell’uomo. Il grande interesse attorno a questo tema si
deve al recente sviluppo dell’analisi metagenomica, una tecnica che ha fornito un importante input
alla ricerca su microbiota e microbioma, e ha permesso di comprendere la rete di interazioni tra
batteri e organismi pluricellulari.
Quando si parla di microbiota si fa riferimento alla totalità dei microorganismi che vivono e
colonizzano uno specifico ambiente, tra cui archeobatteri, funghi, protozoi, virus e soprattutto
batteri. In particolare, il Microbiota umano viene definito come l’insieme di microorganismi che in
maniera fisiologica, e talvolta patologica, vivono stabilmente in simbiosi con il corpo umano. Questa
popolazione microbica si è adattata a vivere in diversi distretti del nostro organismo tra cui la cavità
orale, la pelle, i polmoni, la mucosa vaginale e in modo quantitativamente più rilevante
nell’intestino.
Il microbiota intestinale viene acquisito al momento alla nascita dalla propria madre e la sua
composizione iniziale varia in base alle modalità del parto e dell’allattamento. Nel corso della vita i
fattori che influenzano il microbiota sono molteplici e comprendono la genetica dell’individuo, l’età,
il sesso, lo stato di salute, l’assunzione di farmaci (in particolare antibioticv), gli stili di vita e
ovviamente l’alimentazione.
Ne deriva che ognuno di noi possiede il proprio microbiota, una sorta di impronta il cui patrimonio
genetico, definito microbioma, rappresenta il 99% della componente genetica del nostro
organismo. Il microbioma costituisce quindi un secondo genoma in grado di codificare per molecole
che l’ospite non è in grado di produrre autonomamente.
È stato infatti ampiamente dimostrato che il microbiota intestinale, è essenziale per il
mantenimento della salute dell’ ospite regolando l’omeostasi immunologica, ormonale e
metabolica del nostro organismo. Le molecole prodotte dal microbiota intestinale ci aiutano nel
mantenimento dello stato di salute prevenendo o fungendo da terapia per molte patologie,
svolgendo un’importante azione anti-proliferativa nei confronti dei patogeni, supportando le
funzioni di sviluppo e modulazione del sistema immunitario, di sintesi di composti fondamentali
come le vitamine B e K e partecipando alla digestione di molti composti.
Nel corso dell’evoluzione si è dunque instaurato un importante e delicato equilibrio di mutuo
vantaggio tra l’uomo e il microbiota, che può essere compromesso da improvvisi cambiamenti. In
particolari condizioni di stress psico-fisico o ambientale, in seguito a modificazioni della dieta o
all’assunzione di alcuni farmaci, si assiste ad uno sbilanciamento della microflora intestinale che
prende il nome di disbiosi e che rende l’organismo più suscettibile all’attacco da parte di
microrganismi patogeni. Numerose ricerche confermano l’esistenza di una stretta correlazione tra
condizione di disbiosi e aumento dell’incidenza delle cosiddette “malattie del progresso” come
obesità, fegato grasso, patologie cardiovascolari, infiammatorie, autoimmuni e neurologiche. Non è
ancora chiaro se i cambiamenti del microbiota siano la causa oppure un effetto di queste malattie
ma, l'assunto da cui partono i ricercatori è che introducendo nell'organismo determinate specie di
microbi si può ristabilire una “corretta” composizione del microbiota e quindi revertire lo stato
patologico.
La modulazione della flora microbica intestinale, rappresenta dunque un potenziale approccio
terapeutico accolto con ampio consenso nel mondo scientifico. Nell’ambito delle malattie intestinali
ad esempio è sempre più comune l’impiego di probiotici volti a sostituire i batteri definiti “cattivi”
con quelli “buoni”.
A tale scopo sono nati in anni recenti anche approcci innovativi quali i trapianti fecali (ovvero il
trapianto di un microbiota intestinale sano in soggetti malati), in cui i batteri prelevati dalle feci di
un donatore sano sono trasferiti nell’intestino di un paziente affetto da particolari infezioni
intestinali ospedaliere quali quelle da clostridium difficile.
Terapie volte alla cura del diabete sono invece ancora in fase sperimentale, e in prospettiva una
delle applicazioni più interessanti riguarderà il trattamento dell’obesità. Attualmente è stato
dimostrato che esistono delle famiglie di batteri “protettive” ed altre invece “aggressive”, e che
l'incidenza percentuale delle due categorie all'interno dell'organismo può spingere un soggetto ad
assorbire più calorie e inevitabilmente ad ingrassare. Altri studi hanno evidenziato inoltre che i
bambini portatori, nei primi anni di vita, di un microbioma definito obesogeno hanno una più
elevata probabilità di diventare adulti obesi.

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BILE ACID ACTIVATED RECEPTORS: FROM MEDICINAL CHEMISTRY TO CLINICAL APPLICATIONS
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Il punto sul microbiota e le malattie umane- Covegno scientifico

  • 1. Il Microbiota come bersaglio terapeutico Perugia 20 aprile 2018 Aula Magna Scuola di Medicina e Chirurgia Università di Perugia La Sezione di gastroenterologia del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’ Università di Perugia diretta dal Prof. Stefano Fiorucci, si è recentemente dotata di strumentazione per analisi di genetica molecolare che consente l’analisi del microbiota umano sia in condizioni di salute che di malattie, ed è attivamente impegnata nella ricerca clinica e di base sul microbiota con all’ attivo numerose pubblicazioni su alcune delle più prestigiose riviste internazionali. Nell’ ambito delle attività rivolte allo studio del microbiota umano, il prof. Stefano Fiorucci ed i suoi Collaboratori organizzano una giornata nazionale di studio sul microbiota dal titolo: ”Il microbiota umano come bersaglio terapeutico”. Il convegno vede riuniti a Perugia, presso l’Aula Magna della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’ Università di Perugia il giorno 20 aprile 2018, oltre 30 relatori con alcuni dei maggiori esperti italiani del microbiota provenienti da oltre varie università italiane e centri di ricerca, ed è rivolto a Medici, di varie aree specialistiche, Biologi nutrizionisti, esperti di biotecnologie e scienze ambientali. ed è stato accreditato con 7 crediti formativi dal Ministero della Salute (ECM). Nel corso del convegno verrà esaminato il ruolo del microbiota come bersaglio terapeutico nelle patologie di interesse gastroenterologico, microbiologico, dermatologico, ginecologico e odontoiatrico sia dell’ adulto che dell’ età pediatrica. In tutte queste patologie è ormai ben noto che un microbiota alterato svolge effetti detrimenti sulla salute umana, e che una modificazione del microbiota consente di avere effetti salutari su numerose patologie ad elevata incidenza nella popolazione generale. Il convegno vede quindi riuniti per la prima volta in maniera pluridisciplinare gastroenterologi, odontoiatri, microbiologi, dermatologi, pediatri e scienziati di base con una sezione dedicata al microbiota ambientale ed al suo impatto sulla salute. Una parte importante del convegno è dedicata ad agenti che modulano il microbiota umano; ovvero ai probiotici. I probiotici sono definiti come “agenti terapeutici viventi”. I probiotici sono quindi microorganismi che, secondo la definizione della OMS, “quando somministrati in quantità sufficienti” esercitano effetti benefici sulla salute umana”. Il probiotici stanno ricevendo una attenzione crescente da parte sia di aziende impegnate nella nutrizione che di aziende specificamente dedicate allo sviluppo di questi agenti terapeutici
  • 2. con un valore di mercato stimato in circa 35 miliardi di dollari nei soli USA e solo lievemente inferiore in Asia ed Europa e rappresenta una importante occasione di sviluppo biotecnologico, strettamente connesso alla industria agro-alimentare. Il convegno ospita una lettura magistrale del Prof. Claudio De Simone, uno dei padri italiani dei probiotici. Infine, la sezione finale sarà dedicata ad un focus sul microbiota intestinale ed alle relazioni del microbiota con patologie quali le malattie infiammatorie croniche dell’intestino (MICI), la sindrome dell’ intestino irritabile, le malattie epatiche in età adulta è pediatrica. Per informazioni: www.gastroenterologia.unipg.it Provider: Estrusca conventions: info@entruscaconventions.com Segreteria organizzativa: cinzia.coppotelli@unipg.it
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  • 4. Convegno : Il microbiota come bersaglio terapeutico Ulteriori informazioni scientifiche Negli ultimi anni, si è registrato un grande incremento degli studi riguardanti il microbiota volti a comprendere il suo impatto sulla salute dell’uomo. Il grande interesse attorno a questo tema si deve al recente sviluppo dell’analisi metagenomica, una tecnica che ha fornito un importante input alla ricerca su microbiota e microbioma, e ha permesso di comprendere la rete di interazioni tra batteri e organismi pluricellulari. Quando si parla di microbiota si fa riferimento alla totalità dei microorganismi che vivono e colonizzano uno specifico ambiente, tra cui archeobatteri, funghi, protozoi, virus e soprattutto batteri. In particolare, il Microbiota umano viene definito come l’insieme di microorganismi che in maniera fisiologica, e talvolta patologica, vivono stabilmente in simbiosi con il corpo umano. Questa popolazione microbica si è adattata a vivere in diversi distretti del nostro organismo tra cui la cavità orale, la pelle, i polmoni, la mucosa vaginale e in modo quantitativamente più rilevante nell’intestino. Il microbiota intestinale viene acquisito al momento alla nascita dalla propria madre e la sua composizione iniziale varia in base alle modalità del parto e dell’allattamento. Nel corso della vita i fattori che influenzano il microbiota sono molteplici e comprendono la genetica dell’individuo, l’età, il sesso, lo stato di salute, l’assunzione di farmaci (in particolare antibioticv), gli stili di vita e ovviamente l’alimentazione. Ne deriva che ognuno di noi possiede il proprio microbiota, una sorta di impronta il cui patrimonio genetico, definito microbioma, rappresenta il 99% della componente genetica del nostro organismo. Il microbioma costituisce quindi un secondo genoma in grado di codificare per molecole che l’ospite non è in grado di produrre autonomamente. È stato infatti ampiamente dimostrato che il microbiota intestinale, è essenziale per il mantenimento della salute dell’ ospite regolando l’omeostasi immunologica, ormonale e metabolica del nostro organismo. Le molecole prodotte dal microbiota intestinale ci aiutano nel mantenimento dello stato di salute prevenendo o fungendo da terapia per molte patologie, svolgendo un’importante azione anti-proliferativa nei confronti dei patogeni, supportando le funzioni di sviluppo e modulazione del sistema immunitario, di sintesi di composti fondamentali come le vitamine B e K e partecipando alla digestione di molti composti. Nel corso dell’evoluzione si è dunque instaurato un importante e delicato equilibrio di mutuo vantaggio tra l’uomo e il microbiota, che può essere compromesso da improvvisi cambiamenti. In particolari condizioni di stress psico-fisico o ambientale, in seguito a modificazioni della dieta o all’assunzione di alcuni farmaci, si assiste ad uno sbilanciamento della microflora intestinale che prende il nome di disbiosi e che rende l’organismo più suscettibile all’attacco da parte di microrganismi patogeni. Numerose ricerche confermano l’esistenza di una stretta correlazione tra condizione di disbiosi e aumento dell’incidenza delle cosiddette “malattie del progresso” come obesità, fegato grasso, patologie cardiovascolari, infiammatorie, autoimmuni e neurologiche. Non è ancora chiaro se i cambiamenti del microbiota siano la causa oppure un effetto di queste malattie ma, l'assunto da cui partono i ricercatori è che introducendo nell'organismo determinate specie di
  • 5. microbi si può ristabilire una “corretta” composizione del microbiota e quindi revertire lo stato patologico. La modulazione della flora microbica intestinale, rappresenta dunque un potenziale approccio terapeutico accolto con ampio consenso nel mondo scientifico. Nell’ambito delle malattie intestinali ad esempio è sempre più comune l’impiego di probiotici volti a sostituire i batteri definiti “cattivi” con quelli “buoni”. A tale scopo sono nati in anni recenti anche approcci innovativi quali i trapianti fecali (ovvero il trapianto di un microbiota intestinale sano in soggetti malati), in cui i batteri prelevati dalle feci di un donatore sano sono trasferiti nell’intestino di un paziente affetto da particolari infezioni intestinali ospedaliere quali quelle da clostridium difficile. Terapie volte alla cura del diabete sono invece ancora in fase sperimentale, e in prospettiva una delle applicazioni più interessanti riguarderà il trattamento dell’obesità. Attualmente è stato dimostrato che esistono delle famiglie di batteri “protettive” ed altre invece “aggressive”, e che l'incidenza percentuale delle due categorie all'interno dell'organismo può spingere un soggetto ad assorbire più calorie e inevitabilmente ad ingrassare. Altri studi hanno evidenziato inoltre che i bambini portatori, nei primi anni di vita, di un microbioma definito obesogeno hanno una più elevata probabilità di diventare adulti obesi.