1. Il ghetto di Roma è tra i più antichi al mondo, venne
istituito il 12 luglio del 1555 da papa Paolo IV con la
Bolla " Cum nimis absurdum " (Poiché è oltremodo
assurdo ) che revocava tutti i diritti concessi agli
ebrei romani fin dall'epoca imperiale. Li escluse,così,
dal possesso di beni immobili, era consentito solo il
commercio degli stracci e dei materiali riciclati .
Vietò ai medici ebrei di curare cristiani. Gli uomini
dovevano sempre essere riconoscibili indossando un
berretto di colore giallo, per le donne era prescritto
un velo o uno scialle dello stesso colore .
La bolla sancì inoltre la costruzione di appositi
ghetti entro i quali gli ebrei avrebbero dovuto vivere e
portò alla creazione del ghetto di Roma (chiamato
allora serraglio degli ebrei) nel rione di Sant’Angelo
accanto al Teatro Marcello (costruito nel 13 a.C da
Augusto per il nipote Marcello morto).
2. Agli Ebrei era consentito professare la
propria religione solo all'interno del ghetto e
dal momento che uno dei divieti dell'epoca
consisteva nella proibizione di avere più di
una sinagoga, vennero allestite in un unico
palazzetto cinque locali, incorporando sotto
un unico tetto cinque diverse congregazioni.
Le discriminazioni degli Ebrei c'erano
sempre state, nel 1215 un concilio stabiliva
che gli ebrei non potevano ricoprire cariche
pubbliche e nel 1466 venne istituita l'usanza
delle "corse degli Ebrei " nella quale gli
Ebrei dovevano correre lungo Via del Corso
mentre gli venivano gettate delle palle di
fango proprio in segno di disprezzo. La
parola ghetto è utilizzata a partire
dall’inizio del sedicesimo secolo e deriva dal
veneziano “ghèto”, che significava fonderia
(il luogo dove si “gettava” il metallo). Il
termine in un primo momento veniva
utilizzato per indicare il quartiere delle
fonderie di Venezia , dove si erano stabiliti
gli Ebrei.
3. Il termine in un primo momento veniva utilizzato per indicare il
quartiere delle fonderie di Venezia, che era quello dove si erano
stabiliti gli ebrei, oppure deriva da un verbo greco che significa
separare. Dopo trentuno anni, il 6 ottobre 1586 papa Sisto V emana
una bolla “motu proprio Christiana pietas” con cui revoca alcune
restrizioni e amplia il quartiere, che arriva a misurare tre ettari. Più
di due secoli dopo, nel febbraio 1798, le truppe francesi entrano a
Roma. Proclamata la prima Repubblica romana, il comandante
Berthier annuncia la parità dei diritti degli ebrei e la loro piena
cittadinanza. Nel 1814 però Pio VII decreta che gli ebrei vengano
nuovamente rinchiusi nel ghetto. Nove anni dopo, nel 1823, papa
leone XII ne amplia la superficie ma solo il 17 Aprile del 1848 Pio IX
ordinerà di abbattere il muro.
4. L’anno successivo, nel giorno della
Pasqua ebraica, viene proclamata la
Repubblica romana e gli ebrei
saranno finalmente emancipati.
Purtroppo, però, caduta la debole
Repubblica, lo stesso Pio IX obbliga
gli ebrei a rientrare nel ghetto, anche
se il muro non viene rialzato.
L’abolizione totale si avrà solo nel
1870 a seguito della breccia di Porta
Pia, quando Roma viene annessa al
Regno d’Italia e termina il potere
temporale dei papi. Da allora gli
ebrei romani si sono stabiliti anche
in altre zone della città, ma sono
sempre rimasti legati all’area del
vecchio Ghetto.
5. Le chiese di Roma sono diverse centinaia, la loro storia
accompagna quella della città da diciassette secoli, segnandone la
storia religiosa, sociale ed artistica.
1)Basiliche papali
2)Le “sette chiese”
3)Chiese palleocristiane e medievali
4)Chiese gotiche
5)Chiese rinascimentali
6)Chiese barocche
7)Chiese moderne
8)Santuari e abbazie
6. Dopo il periodo di tolleranza dei primi secoli e le
persecuzioni del III secolo,l'imperatore romano
Costantino I permise ai cristiani di avere i propri
luoghi di culto: le prime chiese ebbero origine nei
luoghi in cui i primi cristiani si incontravano in
privato o in segreto, che si dividevano in:
-Case di privati cittadini, che ospitavano incontri
dei fedeli (oratoria, oracula)
- Luoghi in cui si faceva carità ai poveri, erano le
cosiddette "diaconìe. Le diaconìe più grandi
avevano diversi diaconi, dei quali uno era il
responsabile generale e prendeva il nome di
"arcidiacono“
-Case che possedevano un titulus, e che erano
dette anche domus ecclesiae, "casa
dell'assemblea", da cui "chiesa".
Tra le chiese romane troviamo una piccola
chiesetta la, CHIESA DI SAN GREGORIO
7. San Gregorio della Divina Pietà è una piccola
chiesa di Roma che si trova nel Rione
Sant‘Angelo. Sant‘Angelo è l’undicesimo rione di
Roma vicino alla Sinagoga. È detta anche San
Gregorio al Ponte Quattro Capi o Pons
Judaeroum, per la vicinanza col ponte omonimo
o anche San Gregorietto ai Quattro Capi. La sua
origine è antichissima ma se hanno notizie
esatte dal 1403. Fu edificata sulle case della gens
Anicia , e più tardi fu chiamata Frangipane e
dedicata a San Gregorio perchè nelle vicinanze il
padre del santo possedeva una casa. La gens
Anicia era una gens romana presente dalla fine
del IV secolo a.C fino al VI secolo d.C. Il primo
membro illustre della gens fu Lucio Anicio
Gallo, console nel 160 a.C. Questa gens
annovera tra i suoi membri tre pontefici: Felice
III, Sant’Agapito e Gregorio Magno.
8. Nel 1729 la chiesa fu restaurata,
per incarico di papa Benedetto
XIII Orisini di Gravina,
dall'architetto Barigioni. La
facciata e’ a due ordini. Da
notare nel primo, sopra il
portale, un ovale con cornice in
stucco con la raffigurazione di
una crocifissione opera di
Etienne Parrocel. L'interno
presenta con una sola navata,vi
si conserva il San Filippo Neri
in estasi di Andrea Casali.
Sugli altari di destra e sinistra troviamo
dipinti risalenti alla metà del settecento ,
mentre sull'altare maggiore c’e’ una
seicentesca «Madonna della Divina
Provvidenza» opera di Gilles Hallet.
Data alla congregazione degli operai
della Divina Pietà, il nome è ancora
presente, sul lato destro della chiesa. La
Congregazione degli Operai della Divina
Pietà era una delle numerosissime
congreghe romane dedite alla
beneficenza, approvata da Innocenzo XI
nel 1680.
9. Missione della congregazione era l'assistenza a
famiglie di buona condizione cadute in
disgrazia,che avrebbero preferito sopportare la
fame anziché ‚ mendicare per le strade. L’attività
veniva condotta con grande discrezione e pare
essere ancora viva, stando almeno alla scheda
del Vicariato di Roma, che la indica presieduta
da un monsignore quasi centenario, e anche alla
scheda della Regione Lazio, che ne riconferma la
ragione sociale nella distribuzione di "Sussidi
alle persone nobili e civili dimoranti in Roma".
Ai lati si conservano due curiose buche: su una si
legge ancora la scritta: "Elemosina per povere
onorate famiglie e vergognose", la seconda
veniva utilizzata invece per l'inserimento dei
bigliettini su cui si segnalava il nome delle
persone bisognose. Nel 1858 fu restaurata
nuovamente e vi fu apposta sulla facciata una
iscrizione bilingue, ebraica e latina, con un passo
della Bibbia, il “cartiglio”, che prima si trovava
in un’altra parte del ghetto davanti ad uno dei
cancelli ora scomparso.
10. L'elemosiniera per le povere onorate
famiglie vergognose
Doppia Inscrizione sulla porta della
chiesa di San Gregorio della Divina
Pietà
11. La chiesa di San Gregorio, infatti, è famosa
perché vi si tenevano le prediche obbligatorie che
venivano imposte, durante il regno Pontificio,
agli ebrei, ( questa è stata l’ultima delle chiese
usate per le messe coatte). Nel 1572 papa
Gregorio XIII, al secolo Ugo Boncompagni,
impose agli ebrei romani l'obbligo di assistere
settimanalmente, nel giorno di sabato, a prediche
al fine di convertirli alla religione cattolica.
Le prediche si tennero, nel corso dei
secoli, con risultati molto modesti, in
sedi diverse, tra le quali: Sant'Angelo
in Pescheria, San Gregorio al Ponte
Quattro Capi (ora San Gregorio della
Divina Pietà) e nel Tempietto del
Carmelo. Secondo un'antica tradizione
gli ebrei si preparavano all'ascolto
tappandosi le orecchie con la cera.
L'obbligo fu revocato da Pio IX nel
1848. Attualmente chiusa per restauro è
una chiesa non parrocchiale.