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STORIA DELL’ ARTE
ELLENISMO
( 323 a.c. – 31 a.c.)
Riguarda il periodo, che viene convenzionalmente datato dalla 
morte di Alessandro Magno alla conquista romana dell'Egitto 
(ultimo regno ellenistico indipendente)
1
Evento cruciale dell'avvento della
cultura ellenistica fu la crisi della
polis, che non fu affatto
improvvisa. L'esasperazione dei
cittadini nei confronti delle
interminabili guerre tra le città
portò alla convinzione che la
pace e l'unità potessero essere
raggiunte solo attraverso
l'intervento di un principe
straniero, convinzione che poi si
realizzerà con l'imposizione da
parte di Filippo II di Macedonia
dell'egemonia macedone sulle
poleis greche.
2
Con le imprese di
Alessandro Magno
cessarono tutte le libertà
delle poleis greche,
tuttavia gli straordinari
successi del principe
macedone
determinarono la vittoria
della Grecia unita contro
il popolo persiano e,
l'assoggettamento di un
vasto territorio che creò
un regno coeso dalla
cultura greca.
3
Dopo la morte di Alessandro e
le lotte di successione, il
regno venne diviso in tre
grandi regni: la dinastia
tolemaica in Egitto, la
dinastia seleucide in Siria,
Mesopotamia e Persia e la
dinastia antigonide in
Macedonia e Grecia. I
diadochi (sovrani ellenistici)
favorirono l'insediamento dei
greci e dei macedoni nei
loro territori.
4
Nel 263 a.C. sorse il regno
indipendente di Pergamo
sotto la dinastia degli
Attalidi. In questo periodo,
durato circa un secolo, fino
all'inizio della conquista dei
romani, la civiltà ellenistica
raggiunse il massimo
sviluppo, caratterizzata da
un forte dinamismo
economico sostenuto da
nuove vie commerciali e da
centri manifatturieri
attivissimi. Importante era
la presenza di una comune
classe dirigente greca, che
impose una lingua, una
cultura e dei costumi
comuni.
5 La civiltà urbana tipicamente greca si diffuse nei territori
orientali con le nuove città fondate da Alessandro e dai suoi
successori, e con l'ampliamento delle città già esistenti. La
nuova assunzione della cultura monarchica tipica delle
satrapie orientali da parte dei greci d'altra parte determinò
l'aspetto delle nuove città e soprattutto delle capitali dei
nuovi regni ellenistici. I sovrani ellenistici (basileus),
seguendo l'esempio di Alessandro favorirono la propria
divinizzazione.
6
La committenza delle
opere d'arte passò
dalle città elleniche ai
grandi centri culturali
orientali e alle corti
dei sovrani, spinti dal
desiderio di abbellire
le loro capitali, come
Pella, Antiochia,
Alessandria e
Pergamo. Questa
élite che concepiva
l'arte come prodotto
di lusso favorì anche
l'aumento della
produzione di oggetti
e suppellettili
preziose riproducibili
serialmente.
7
Il centro culturale
dell'ellenismo fu
Alessandria d'Egitto,
dove nacquero nuove
discipline in campi
specializzati (medicina,
filologia, matematica,
astronomia, scienze
naturali in generale,
ecc.), mentre Atene
mantenne il ruolo di
centro della ricerca
filosofica (con
scetticismo, stoicismo,
epicureismo...), con
rinnovata attenzione
agli aspetti legati alla
vita interiore ed alla
psicologia.
8
l'arte ellenistica si suddivide
in tre distinti periodi:
primo (323-240 a.C.),
medio (240-150 a.C.) e
tardo (150 a.C.-31 a.C.)
ellenismo. Si sarebbe
quindi passati dalle
esperienze tardo-
classiche del primo
ellenismo, ad uno stile
con caratteristiche quali
il movimento, la
grandiosità e la ricerca
dell'effetto scenografico
del medio ellenismo,
fino ad un'arte con
tendenze classicistiche
del tardo ellenismo.
9 I regni ellenistici favorirono il sorgere di una architettura principesca,
mentre le classi privilegiate delle corti ellenistiche e la nuova
borghesia mercantile delle città che mantennero le vecchie istituzioni
diedero vita ad una architettura privata senza precedenti, i siti più
importanti al riguardo sono Pella e Delo(nell’immagine sotto).
10 L'architettura ellenistica si differenzia dalla precedente classica per uno
spiccato carattere eclettico, che si manifesta con la tendenza alla
sovrapposizione degli ordini dorico, ionico e corinzio; gli elementi degli
stili architettonici perdono la loro funzione strutturale e si evolvono
attraverso un senso maggiormente decorativo. Si preferiscono l'ordine
ionico e il corinzio che meglio si adattano al nuovo gusto decorativo
attento agli effetti scenografici.
11 Nascono nuove tipologie di edifici, come ginnasi e palestre, e si
sperimentano innovazioni stilistiche nei portici, nei peristili e nelle vie
colonnate delle città di Delo, Atene, Eleusi, Mileto, Rodi e Pergamo. La
tipologia architettonica principale nell'urbanistica ellenistica è la stoà che
diviene un elemento di raccordo e separazione tra gli spazi. Altre tipologie
in ambito pubblico e laico sono il bouleuterion o synèdrion (famoso quello
di Mileto) e l’ekklesiasterion(es. quello di Priene).
12 Altre tipologie in
ambito pubblico
sono il bouleuterion
o synèdrion (famoso
quello di Mileto) e
l’ekklesiasterion(es.
quello di Akrai in
Sicilia).
Architettura religiosa
Il nuovo tipo architettonico è rappresentato dall'altare monumentale, bellissimo l’esempio
dell'Altare di Zeus a Pergamo, in immagine, al quale si accedeva da un ingresso laterale che
permetteva una visione scorciata del fregio ad altorilievo.
Negli altari, come quello di Pergamo o quello di Magnesia al Meandro, la prevalenza data agli
effetti ottici corrisponde a quanto avviene negli edifici e nelle fronti sceniche stabili, che in
questo periodo iniziano ad essere costruite nei teatri.
La realizzazione dell‘opera fu iniziata sotto il regno di re Eumene II (197-159
a.C.) e, in seguito alla sua morte, continuata dal successore e fratello Attalo II.
L'opera celebrava la vittoria di Pergamo sui rivali, i Galati, nel 166 a.C.- Varie
iscrizioni ricordano la presenza nel cantiere di numerosi artisti, pergameni,
ateniesi e forse rodi. Un unico maestro sovraintese l'opera, dando una visione
unitaria a tutto il complesso decorativo.
L'altare si levava scenografico e imponente, con una
struttura molto originale. In pianta l'altare ha una
forma quadrangolare, con la facciata, rivolta alla
vallata, mossa da una scalinata centrale, larga quasi
venti metri, e da due avancorpi, creanti una sorta di
forma a U
In verticale la struttura era
rialzata di cinque gradini,
dopo i quali si alzava il
basamento, alto circa 4
metri, lungo il quale si
sviluppava il "grande fregio"
continuo con la
Gigantomachia.
Nike contro Alkyoneus
Il fregio, lungo 120 m e
scolpito su pannelli alti 228
cm e larghi da 70 a 100 cm
ciascuno, rappresenta la
mitica battaglia condotta
dalle divinità dell'Olimpo
contro i Giganti, esseri
mostruosi figli del Cielo e
della Terra che avevano
osato sfidare la sovranità di
Zeus dando l'assalto alla
dimora divina.
Ecate
Da un punto di vista stilistico,
il grande fregio riprende
alcuni stilemi dei grandi
maestri dei decenni
precedenti, come la
possanza dei nudi di Fidia, o
la dinamicità delle figure di
Skopas.
Il senso di movimento è
portato alle estreme
conseguenze, ricorrendo
spesso a linee oblique e
divergenti, che generano
azioni convulse.
Appare accentuato il
patetismo delle figure, con un
senso teatrale che accresce
la partecipazione emotiva
dello spettatore.
Nereo e Oceano
Si accedeva al livello
superiore tramite la scalinata
centrale, costituito da un
grande vano, alto circa sei
metri, circondato da un
colonnato ionico continuo,
che proseguiva anche lungo
gli avancorpi. All'interno del
vano correva lungo tutte le
pareti un secondo
colonnato, fatto a coppie di
colonne unite da un'anima
muraria. L'altare vero e
proprio si trovava al centro e
su di esso si trovava il
"piccolo fregio", con le Storie
di Telefo (figlio di Eracle)
mitico fondatore della città.
Telefo uccide Oreste
Anche l'architettura
religiosa pur rimanendo
fedele ai canoni classici
risente delle nuove
tendenze: la maggiore
importanza assegnata
all'impatto scenografico
esteriore degli edifici si
concretizza nella
sopraelevazione del
tempio su di una base di
altezza sensibile oltre che
in uno sviluppo maggiore
del pronao e una nuova
attenzione alla facciata.
Tempio-Oracolo di Apollo a Didyma
La città di Mileto era una delle città greche più importanti e ricche sulla
costa dell'Asia minore. La porta del mercato fu costruita intorno al 180 a.C.
La porta fu distrutta durante il medioevo, ma nel 1903 furono scoperte le
sue rovine durante gli scavi di due archeologi tedeschi.
Durante il periodo ellenistico la
scultura diventa molto più
naturalistica, abbandonando in un
certo modo gli ideali di bellezza e
perfezione fisica caratteristici del
periodo classico. La gente comune,
donne, bambini, animali e scene
domestiche, accanto a soggetti
esotici (persone di colore, pigmei,
esseri fantastici) divennero soggetti
comuni nella produzione scultorea,
commissionata da famiglie abbienti
per l'ornamento di ville e giardini.
La scultura
Alcune delle più
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ellenistiche come la
Nike di Samotracia,
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raffigurano temi
classici, ma il loro
trattamento è molto
più sensuale,
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drammaticità,
lontano dalla
bellezza austera
tipica di soggetti
analoghi della
scultura del periodo
classico.
Nel periodo ellenistico iniziò
anche a praticarsi l'arte del
ritratto, fino ad allora
praticamente non usato dai
greci a causa della
destinazione pubblica delle
immagini e del divieto di
collocare immagini private
all'esterno. In primo luogo i
ritratti riguardarono i
monarchi, spesso raffigurati
con un'aura di sovrani
illuminati che riflettesse la
loro ascendenza divina.
La grande personalità di Lisippo e le mutate condizioni sociali e culturali
fecero sì che venissero superate le ultime reticenze verso il ritratto
fisiognomico e si arrivasse a rappresentazioni fedeli dei tratti somatici e del
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Magno trasformò il difetto fisico che obbligava il condottiero, secondo le fonti,
a tenere la testa sensibilmente reclinata su una spalla in un atteggiamento
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Nei ritratti ufficiali, al posto della tendenza più prettamente "verista", si
privilegiava dare una valenza più nobile e degna, con espressioni più
ieratiche e distaccate, che riflettesse la loro ascendenza divina. Tra i
migliori esempi ci sono i ritratti di Antioco III di Siria, Tolomeo III, Berenice
II, Tolomeo VI e Mitridate VI.
PRESENTAZIONE
a cura di
ANTONIO CURRELI

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Ellenismo

  • 2. 1 Evento cruciale dell'avvento della cultura ellenistica fu la crisi della polis, che non fu affatto improvvisa. L'esasperazione dei cittadini nei confronti delle interminabili guerre tra le città portò alla convinzione che la pace e l'unità potessero essere raggiunte solo attraverso l'intervento di un principe straniero, convinzione che poi si realizzerà con l'imposizione da parte di Filippo II di Macedonia dell'egemonia macedone sulle poleis greche.
  • 3. 2 Con le imprese di Alessandro Magno cessarono tutte le libertà delle poleis greche, tuttavia gli straordinari successi del principe macedone determinarono la vittoria della Grecia unita contro il popolo persiano e, l'assoggettamento di un vasto territorio che creò un regno coeso dalla cultura greca.
  • 4. 3 Dopo la morte di Alessandro e le lotte di successione, il regno venne diviso in tre grandi regni: la dinastia tolemaica in Egitto, la dinastia seleucide in Siria, Mesopotamia e Persia e la dinastia antigonide in Macedonia e Grecia. I diadochi (sovrani ellenistici) favorirono l'insediamento dei greci e dei macedoni nei loro territori.
  • 5. 4 Nel 263 a.C. sorse il regno indipendente di Pergamo sotto la dinastia degli Attalidi. In questo periodo, durato circa un secolo, fino all'inizio della conquista dei romani, la civiltà ellenistica raggiunse il massimo sviluppo, caratterizzata da un forte dinamismo economico sostenuto da nuove vie commerciali e da centri manifatturieri attivissimi. Importante era la presenza di una comune classe dirigente greca, che impose una lingua, una cultura e dei costumi comuni.
  • 6. 5 La civiltà urbana tipicamente greca si diffuse nei territori orientali con le nuove città fondate da Alessandro e dai suoi successori, e con l'ampliamento delle città già esistenti. La nuova assunzione della cultura monarchica tipica delle satrapie orientali da parte dei greci d'altra parte determinò l'aspetto delle nuove città e soprattutto delle capitali dei nuovi regni ellenistici. I sovrani ellenistici (basileus), seguendo l'esempio di Alessandro favorirono la propria divinizzazione.
  • 7. 6 La committenza delle opere d'arte passò dalle città elleniche ai grandi centri culturali orientali e alle corti dei sovrani, spinti dal desiderio di abbellire le loro capitali, come Pella, Antiochia, Alessandria e Pergamo. Questa élite che concepiva l'arte come prodotto di lusso favorì anche l'aumento della produzione di oggetti e suppellettili preziose riproducibili serialmente.
  • 8. 7 Il centro culturale dell'ellenismo fu Alessandria d'Egitto, dove nacquero nuove discipline in campi specializzati (medicina, filologia, matematica, astronomia, scienze naturali in generale, ecc.), mentre Atene mantenne il ruolo di centro della ricerca filosofica (con scetticismo, stoicismo, epicureismo...), con rinnovata attenzione agli aspetti legati alla vita interiore ed alla psicologia.
  • 9. 8 l'arte ellenistica si suddivide in tre distinti periodi: primo (323-240 a.C.), medio (240-150 a.C.) e tardo (150 a.C.-31 a.C.) ellenismo. Si sarebbe quindi passati dalle esperienze tardo- classiche del primo ellenismo, ad uno stile con caratteristiche quali il movimento, la grandiosità e la ricerca dell'effetto scenografico del medio ellenismo, fino ad un'arte con tendenze classicistiche del tardo ellenismo.
  • 10. 9 I regni ellenistici favorirono il sorgere di una architettura principesca, mentre le classi privilegiate delle corti ellenistiche e la nuova borghesia mercantile delle città che mantennero le vecchie istituzioni diedero vita ad una architettura privata senza precedenti, i siti più importanti al riguardo sono Pella e Delo(nell’immagine sotto).
  • 11. 10 L'architettura ellenistica si differenzia dalla precedente classica per uno spiccato carattere eclettico, che si manifesta con la tendenza alla sovrapposizione degli ordini dorico, ionico e corinzio; gli elementi degli stili architettonici perdono la loro funzione strutturale e si evolvono attraverso un senso maggiormente decorativo. Si preferiscono l'ordine ionico e il corinzio che meglio si adattano al nuovo gusto decorativo attento agli effetti scenografici.
  • 12. 11 Nascono nuove tipologie di edifici, come ginnasi e palestre, e si sperimentano innovazioni stilistiche nei portici, nei peristili e nelle vie colonnate delle città di Delo, Atene, Eleusi, Mileto, Rodi e Pergamo. La tipologia architettonica principale nell'urbanistica ellenistica è la stoà che diviene un elemento di raccordo e separazione tra gli spazi. Altre tipologie in ambito pubblico e laico sono il bouleuterion o synèdrion (famoso quello di Mileto) e l’ekklesiasterion(es. quello di Priene).
  • 13. 12 Altre tipologie in ambito pubblico sono il bouleuterion o synèdrion (famoso quello di Mileto) e l’ekklesiasterion(es. quello di Akrai in Sicilia).
  • 14. Architettura religiosa Il nuovo tipo architettonico è rappresentato dall'altare monumentale, bellissimo l’esempio dell'Altare di Zeus a Pergamo, in immagine, al quale si accedeva da un ingresso laterale che permetteva una visione scorciata del fregio ad altorilievo. Negli altari, come quello di Pergamo o quello di Magnesia al Meandro, la prevalenza data agli effetti ottici corrisponde a quanto avviene negli edifici e nelle fronti sceniche stabili, che in questo periodo iniziano ad essere costruite nei teatri.
  • 15. La realizzazione dell‘opera fu iniziata sotto il regno di re Eumene II (197-159 a.C.) e, in seguito alla sua morte, continuata dal successore e fratello Attalo II. L'opera celebrava la vittoria di Pergamo sui rivali, i Galati, nel 166 a.C.- Varie iscrizioni ricordano la presenza nel cantiere di numerosi artisti, pergameni, ateniesi e forse rodi. Un unico maestro sovraintese l'opera, dando una visione unitaria a tutto il complesso decorativo.
  • 16. L'altare si levava scenografico e imponente, con una struttura molto originale. In pianta l'altare ha una forma quadrangolare, con la facciata, rivolta alla vallata, mossa da una scalinata centrale, larga quasi venti metri, e da due avancorpi, creanti una sorta di forma a U
  • 17. In verticale la struttura era rialzata di cinque gradini, dopo i quali si alzava il basamento, alto circa 4 metri, lungo il quale si sviluppava il "grande fregio" continuo con la Gigantomachia. Nike contro Alkyoneus
  • 18. Il fregio, lungo 120 m e scolpito su pannelli alti 228 cm e larghi da 70 a 100 cm ciascuno, rappresenta la mitica battaglia condotta dalle divinità dell'Olimpo contro i Giganti, esseri mostruosi figli del Cielo e della Terra che avevano osato sfidare la sovranità di Zeus dando l'assalto alla dimora divina. Ecate
  • 19. Da un punto di vista stilistico, il grande fregio riprende alcuni stilemi dei grandi maestri dei decenni precedenti, come la possanza dei nudi di Fidia, o la dinamicità delle figure di Skopas. Il senso di movimento è portato alle estreme conseguenze, ricorrendo spesso a linee oblique e divergenti, che generano azioni convulse. Appare accentuato il patetismo delle figure, con un senso teatrale che accresce la partecipazione emotiva dello spettatore. Nereo e Oceano
  • 20. Si accedeva al livello superiore tramite la scalinata centrale, costituito da un grande vano, alto circa sei metri, circondato da un colonnato ionico continuo, che proseguiva anche lungo gli avancorpi. All'interno del vano correva lungo tutte le pareti un secondo colonnato, fatto a coppie di colonne unite da un'anima muraria. L'altare vero e proprio si trovava al centro e su di esso si trovava il "piccolo fregio", con le Storie di Telefo (figlio di Eracle) mitico fondatore della città. Telefo uccide Oreste
  • 21. Anche l'architettura religiosa pur rimanendo fedele ai canoni classici risente delle nuove tendenze: la maggiore importanza assegnata all'impatto scenografico esteriore degli edifici si concretizza nella sopraelevazione del tempio su di una base di altezza sensibile oltre che in uno sviluppo maggiore del pronao e una nuova attenzione alla facciata. Tempio-Oracolo di Apollo a Didyma
  • 22. La città di Mileto era una delle città greche più importanti e ricche sulla costa dell'Asia minore. La porta del mercato fu costruita intorno al 180 a.C. La porta fu distrutta durante il medioevo, ma nel 1903 furono scoperte le sue rovine durante gli scavi di due archeologi tedeschi.
  • 23. Durante il periodo ellenistico la scultura diventa molto più naturalistica, abbandonando in un certo modo gli ideali di bellezza e perfezione fisica caratteristici del periodo classico. La gente comune, donne, bambini, animali e scene domestiche, accanto a soggetti esotici (persone di colore, pigmei, esseri fantastici) divennero soggetti comuni nella produzione scultorea, commissionata da famiglie abbienti per l'ornamento di ville e giardini. La scultura
  • 24. Alcune delle più conosciute sculture ellenistiche come la Nike di Samotracia, la Venere di Milo, il Galata morente ed il gruppo del Laocoonte raffigurano temi classici, ma il loro trattamento è molto più sensuale, emotivo, ricco di pathos e drammaticità, lontano dalla bellezza austera tipica di soggetti analoghi della scultura del periodo classico.
  • 25. Nel periodo ellenistico iniziò anche a praticarsi l'arte del ritratto, fino ad allora praticamente non usato dai greci a causa della destinazione pubblica delle immagini e del divieto di collocare immagini private all'esterno. In primo luogo i ritratti riguardarono i monarchi, spesso raffigurati con un'aura di sovrani illuminati che riflettesse la loro ascendenza divina.
  • 26. La grande personalità di Lisippo e le mutate condizioni sociali e culturali fecero sì che venissero superate le ultime reticenze verso il ritratto fisiognomico e si arrivasse a rappresentazioni fedeli dei tratti somatici e del contenuto spirituale degli individui. Nel realizzare il ritratto di Alessandro Magno trasformò il difetto fisico che obbligava il condottiero, secondo le fonti, a tenere la testa sensibilmente reclinata su una spalla in un atteggiamento verso l'alto che sembra alludere a un certo rapimento celeste
  • 27. Nei ritratti ufficiali, al posto della tendenza più prettamente "verista", si privilegiava dare una valenza più nobile e degna, con espressioni più ieratiche e distaccate, che riflettesse la loro ascendenza divina. Tra i migliori esempi ci sono i ritratti di Antioco III di Siria, Tolomeo III, Berenice II, Tolomeo VI e Mitridate VI.