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Pensieri e azioni
del Risorgimento italiano/1
        1830 - 1849
Bibliografia
• Alberto Mario Banti,
     Il Risorgimento italiano,Roma – Bari,
     Laterza, 2004

• Giovanni Sabbatucci – Vittorio Vidotto,
     Storia contemporanea. “L’Ottocento”,
  Roma – Bari, Laterza, 2002/2009
Il pensiero democratico - repubblicano
Gli inizi di Giuseppe Mazzini
                    • Dopo l’esito negativo dei moti del
                      1820-31, la Carboneria entrò in una
                      una crisi profonda e emersero tutti i
                      difetti delle iniziative rivoluzionarie
                      guidate dalle società segrete.
                    • In questa fase l’ideale dell’unità
                      italiana come obiettivo da ottenere
Mazzini all’epoca
                      attraverso una vera lotta di popolo si
dell’arresto          diffuse tra gli attivisti italiani di
                      orientamento democratico.
                    • Tra di essi emerse con forza la figura
                      di Giuseppe Mazzini (Genova, 1805)
L’esilio in Francia


• Mazzini era stato carbonaro, e per questo
  esiliato dalle autorità sabaude a Marsiglia, in
  Francia.
• Nella città francese egli maturò il suo ideale
  politico a contatto con altri esuli italiani
  democratici, come Filippo Buonarroti, e con le
  idee più avanzate della cultura politica
  francese.
• Mazzini aveva un’idea sostanzialmente religiosa
  dell’azione politica.
• Dio era un essere non trascendente, ma uno spirito
  insito nella storia, e si identificava con l’umanità
• La fede nella libertà e nel progresso dell’umanità era per
  lui una fede religiosa.
• Gli individui e le nazioni avevano diritti da conquistare e
  doveri da rispettare
• I popoli avevano una missione da compiere, ed erano
  strumento di un progetto divino: lo slogan mazziniano
  più noto era infatti Dio e popolo.
I principi ispiratori del pensiero di Mazzini


• Mazzini riteneva che fosse indispensabile
  l’unione tra gli individui per realizzare il bene
  di tutti.
• Al di sopra dell’individuo c’era la famiglia, al di
  sopra della famiglia si poneva la nazione, al di
  sopra della nazione esisteva l’umanità intera.
• il bene comune sarebbe derivato da una
  associazione degli individui tra loro →nazione)
  e delle nazioni tra loro →umanità
La nazione e l’Italia
• La nazione era un’unità culturale e spirituale,in primo
  luogo, e di conseguenza, etnica e territoriale.

• L’Italia unita come nazione doveva guidare le nazioni
  oppresse
• abbattere i pilastri dell’Antico Regime: Impero Asburgo e
  Stato pontificio
• promuovere un moto di liberazione universale
• La prima Roma (degli imperatori) aveva unificato l’Europa
  – la seconda Roma (dei papi) aveva assoggettato l’Europa
  a un’unica autorità religiosa – la terza Roma avrebbe
  promosso un’unità morale e sociale di tutti i popoli della
  terra.
Il programma politico di Mazzini


Il programma politico di Mazzini era chiaro:
• l’Italia doveva rendersi indipendente, unitaria e
   repubblicana.
• L’insurrezione di popolo, di tutto il popolo senza
   distinzione di classi, era l’unica via attraverso la
   quale l’Italia poteva diventare unita e
   indipendente.
• Nessuno spazio per idee come la lotta di classe,
   in quanto esse tendevano a dividere l’unità
   spirituale del popolo,base indispensabile
   dell’azione insurrezionale.
La fondazione della “Giovine Italia”


                      • Un’organizzazione che chiarisse ai suoi
                        affiliati gli obiettivi da ottenere e
                        propagandasse chiaramente i suoi principi
                        era lo strumento per realizzare
                        l’insurrezione popolare.
                      • Questa organizzazione doveva così svolgere
                        un’opera di educazione politica dei suoi
                        iscritti e del popolo in generale.
Fondazione della
“Giovine Italia”,
                      • Su questi presupposti nacque la
Marsiglia,                                Giovine Italia
giugno 1831
                                       in Francia nel 1831
Le parole d’ordine della “Giovine Italia”




26 GIUGNO 1831 - MARSIGLIA -
 Mazzini nello Statuto e nell’Istruzione generale per gli affratellati
del 1832 stabilisce che i colori della società sono “il bianco, il
rosso, il verde” e propone delle scritte: “libertà, uguaglianza,
umanità” per un lato, e per l’altro “unità e indipendenza”. Altre
sezioni, come quella la cui bandiera è conservata a Genova, usano
“unione, forza e libertà!”. Il movimento aveva anche un periodico.
Pensiero e azione
Nella stessa “Istruzione generale” si legge:
• chiunque voglia «chiamare il popolo alle armi deve potergli
  dire il perché»
• Ogni iniziativa insurrezionale doveva coinvolgere il popolo
• Ogni insurrezione doveva fondarsi su forze italiane.

• Mazzini riteneva che pensiero e azione fossero inscindibili.
• Nessuna azione rivoluzionaria aveva senso se alla base non ci
  fosse stata una fede a ispirarla
• nessuna teoria rivoluzionaria era valida se non trasformandosi
  in azione concreta e costante.
• la cospirazione e l’insurrezione, finalizzate a obiettivi giusti,
  erano comunque valide in sé come testimonianza e esempio,
  anche se non avevano effettive possibilità di successo.
Prime iniziative e prime sconfitte (1833-1834)
                                      • Le prime iniziative della Giovine Italia
                                        si conclusero tuttavia malamente.
                                      • Nel 1833 il movimento di Mazzini
                                        organizzò nel Regno di Sardegna una
                                        cospirazione contro il re Carlo
                                        Alberto. Essa fu scoperta e la rete dei
                                        mazziniani nel regno fu smantellata.
                                      • Una seconda azione che doveva
                                        culminare con l’uccisione di Carlo
                                        Alberto, e condotta
Primo incontro tra Giuseppe             contemporaneamente in Savoia e a
Mazzini
e Giuseppe Garibaldi
                                        Genova, ebbe di nuovo esito
Secondo alcuni calcoli,                 negativo. In essa fu coinvolto il
gli affiliati alla “Giovine Italia”     marinaio di Nizza Giuseppe
nel 1833 erano circa 50.000             Garibaldi, che condannato a morte,
                                        riuscì a fuggire in Sudamerica: 1834
Fine e rinascita della “Giovine Italia” (1840)

                     • I fallimenti delle prime iniziative
                       causarono una grave crisi nella “Giovine
                       Italia” e determinarono contro Mazzini
                       accuse di leggerezza e corresponsabilità
                       nella morte di molti giovani patrioti
                     • Mazzini, espulso da Francia e Svizzera, si
                       rifugiò in Gran Bretagna (1837) , e
                       affrontò una profonda crisi di coscienza: la
                       tempesta del dubbio
Mazzini all’epoca    • Dopo aver fondato nel 1834 la “Giovine
del primo esilio       Europa”, ricostituì la “Giovine Italia” nel
britannico             1839 e ricostruì i legami con gruppi
                       clandestini che operavano in Italia
Insurrezioni fallite in Emilia-Romagna e Calabria
                               • L’idea dell’azione insurrezionale di popolo
                                 continuava a mantenersi viva in Italia
                               • Due tentativi falliti furono organizzati da
                                 patrioti emiliani e romagnoli nelle
                                 Legazioni Pontificie (1843/1845)
  Attilio e Emilio Bandiera    • Nel giugno/luglio del 1844, i fratelli Attilio
                                 e Emilio Bandiera, veneziani ufficiali della
                                 marina austriaca, organizzarono una
                                 spedizione in Calabria con venti
                                 compagni.
                               • Volevano suscitare una ribellione dei
                                 contadini contro i Borbone, ma trovarono
La fucilazione dei Bandiera      solo indifferenza, e furono arrestati e
Mazzini disapprovò
il progetto di spedizione in     fucilati (in otto compresi i Bandiera)
Calabria dei due fratelli
L’emergere del moderatismo

• Durante gli anni ‘40,mentre in alcuni stati italiani era in atto
  un certo risveglio economico, il dibattito politico si fece più
  intenso.
• Cominciarono a affermarsi le posizioni dei moderati, che
  rifiutavano sia il legittimismo conservatore della
  Restaurazione, sia il radicalismo repubblicano di Mazzini.
• I moderati ritenevano che il problema italiano si potesse
  risolvere con un’azione graduale e evitando l’uso della forza,
  che suscitava la reazione violenta dell’autorità costituita.
• Intendevano conciliare la causa liberale e patriottica con la
  religione cattolica – principale fattore unitario della nazione
  italiana – e il magistero della Chiesa
Il pensiero moderato e il pensiero federalista
La corrente moderata


                             • I principali esponenti dei
                               moderati erano don
                               Antonio Rosmini,
                               Alessandro Manzoni, il
 Rosmini
              Manzoni          gruppo riunito intorno alla
                               rivista fiorentina
                               “Antologia”: G.P.Viesseux,
                               Bettino Ricasoli, Raffaello
                               Lambruschini.

Viesseux
           Ricasolo
Il neoguelfismo
                    • Si affermò una corrente di pensiero chiamata
                                           neoguelfismo
                    che rivalutava il ruolo della Chiesa e del papato
                      nella storia della nazione italiana e le vedeva
                      come difensori delle “libertà d’Italia”

Vincenzo Gioberti
                    L’opera principale a cui faceva riferimento questa
                       corrente
                         “Del primato morale e civile degli italiani”
                    fu scritta dell’abate torinese V. Gioberti, ex
                       membro della “Giovine Italia”, e fu pubblicata a
                       Bruxelles nel 1843.
il “primato morale” dell’Italia – nazione cattolica


• Secondo Gioberti la fede cristiana e la guida del
  Papa avrebbe dato alla comunità italiana la sua
  identità fondamentale
• Il fatto di essere una comunità cattolica e di
  ospitare la sede della cattolicità dava al popolo
  italiano un “primato morale” sugli altri popoli.
• La nazione italiana, oppressa dai
  barbari«contiene in sé medesima, sovrattutto per
  via della religione, tutte le condizioni richieste al
  suo nazionale e politico risorgimento».
Una guida monarchica e aristocratica

• Gioberti afferma che il popolo italiano non può
  agire politicamente perché non è ancora unito.
• Per raggiungere questa unità d’azione esso deve
  avere una guida «monarchica e aristocratica»,
  che esprime i due elementi fondamentali del
  genio italico,
• uno naturale,antico,dorico,etrusco, latino,
  romano;
• l’altro sovrannaturale, moderno cristiano,
  cattolico e guelfo.
Una federazione guidata dal papa

• Gioberti sosteneva che politicamente l’Italia
  potesse costituirsi come una federazione degli
  stati esistenti, che sarebbe stata guidata dal
  papa, in quanto egli era superiore eticamente a
  ogni altro sovrano per il magistero del ruolo che
  esercitava.
• Questa federazione doveva essere costruita con il
  consenso dei principi esistenti,
• doveva essere sostenuta dall’opinione pubblica,
  e
• sarebbe stata “protetta” religiosamente dal papa
  e militarmente dal Regno di Sardegna.
“Le speranze d’Italia” e l’inorientamento dell’Austria

                  • Punti deboli del discorso politico di Gioberti
                    erano le idee reazionarie del papa di allora,
                    Gregorio XVI, e la mancata indicazione del
                    ruolo dell’Austria in questa ipotetica
                    federazione.
                  • Il conte piemontese Cesare Balbo segnalò
                    questi errori nel suo libro Delle speranze
                    d’Italia (1844), nel quale proponeva la teoria
                    dell’inorientamento dell’Austria: gli Asburgo
                    approfitterebbero della dissoluzione
         Cesare
         Balbo
                    dell’impero ottomano e conquisterebbero i
                    Balcani, concedendo l’indipendenza al
                    Lombardo – Veneto
                  • Il Piemonte avrebbe dovuto portare avanti
                    l’iniziativa diplomatica per realizzare questa
                    indipendenza, mentre i sovrani degli altri stati
                    avrebbero potuto concedere riforme
La proposta federalistica di Carlo Cattaneo

                 • Una corrente di pensiero federalistica,
                   democratica e repubblicana si diffuse in
                   Lombardia
                 • Il suo maggiore esponente era Carlo
                   Cattaneo, che aveva fondato il periodico il
                   Politecnico (1839)
                 • Cattaneo rifiutava sia la visione mistica di
                   Mazzini, sia la prospettiva di assorbimento
Carlo Cattaneo
                   della Lombardia da parte del Piemonte,
                   assolutista e clericale.
                 • Condivideva con i moderati l’idea di una
                   politica di riforme e sviluppo economico dei
                   singoli stati
                 • Egli però aveva l’obiettivo finale di fondare in
                   Italia una confederazione repubblicana sul
                   modello degli Usa e della Svizzera.
                 • Tale confederazione doveva lasciare ampie
                   autonomie locali e contribuire a creare gli
                   Stati Uniti d’Europa.
“Viva Pio IX”
                       • Nel giugno del 1846 diventa papa
                         Giovanni Mastai Ferretti, col nome di
                         Pio IX
                       • Egli subito concesse l’amnistia ai
                         detenuti politici e agli esiliati, e fu
                         subito considerato “il papa liberale”.
                       • Nel 1847 Pio IX convocò una “Consulta
                         di stato” come rappresentanza delle
                         province dello Stato Pontificio, e
                         attenuò la censura sulla stampa
Giovanni Mastai
Ferretti,papa Pio IX
                       • L’entusiasmo e il sostegno per il papa
                         crebbero in tutta Italia e suscitarono la
                         reazione dell’Austria.
Prova di forza dell’Austria (1847)
                      • Nel luglio 1847, Metternich, e il
                        suo generale, feldmaresciallo
                        Radetzky decidono di dare una
                        dimostrazione di forza con un
                        dispiegamento fortissimo di
                        truppe dentro la città di Ferrara
                        (città papale) per intimidire il
                        papa.
                      • Carlo Alberto, e altri sovrani
                        italiani, reagiscono duramente e
Il Feldmaressciallo     si configura un’unione doganale
Radetzky                tra Toscana, regno di Sardegna e
                        Stato pontificio.
Succede un 48
Il 1848, anno delle rivoluzioni europee

• Il 1848 fu un anno molto importante in cui
  l’Europa fu attraversata da numerosi moti
  rivoluzionari di grande ampiezza e intensità.
• I moti si estesero in quasi tutti gli stati e i territori
  europei, dall’Italia alla Francia, dall’impero
  Asburgo alla Confederazione germanica.
• Le uniche due potenze europee che non furono
  coinvolte dall’ondata rivoluzionaria furono Russia
  e Gran Bretagna (in cui però si rivoltò l’Irlanda).
Il 1848 in Europa
Dalla Sicilia all’Italia

• In Italia le rivoluzioni del 1848 cominciarono
  in Sicilia, dove il 12 gennaio si sollevò la città
  di Palermo, che rivendicava l’autonomia
  dell’isola dal Regno borbonico.
• Il re Ferdinando II concesse inaspettatamente
  una Costituzione del regno delle Due Sicilie.
• Tale concessione non placò il moto siciliano e
  provocò in tutta Italia agitazioni per ottenere
  la costituzione .
Lo Statuto albertino
                           • Pressati dall’opinione pubblica dei
                             loro stati, anche Carlo Alberto di
                             Savoia, Leopoldo II di Toscana e
                             Pio IX decisero di concedere
                             costituzioni ai rispettivi sudditi.
                           • La costituzione di Carlo Alberto, lo
                             Statuto, prevedeva
                              – una Camera dei deputati, eletta
                                su base censitaria ristretta)
                              – un Senato di nomina regia
 Struttura dello Statuto      – una stretta dipendenza del
emanato da Carlo Alberto
                                governo dal sovrano
La Repubblica veneta di Daniele Manin
                            • A Venezia, controllata dagli
                              austriaci, una grande
                              manifestazione popolare costrinse
                              il governatore a liberare i prigionieri
                              politici, tra cui Daniele Manin (17
                              marzo 1848)
                            • Alcuni giorni dopo una rivolta degli
                              operai dell’Arsenale, sostenuta da
                              ufficiali e marinai della marina
                              asburgica, riuscì a avere la meglio
Daniele Manin proclama
                              sui soldati austriaci.
la Repubblica Veneta in     • Il 23 marzo si costituì un governo
Piazza S. Marco a Venezia     provvisorio guidato da Manin, che
                              proclamò la costituzione della
                              Repubblica veneta.
Le «cinque giornate» di Milano
                        • A Milano la tensione antiaustriaca che
                          montava da settimane portò
                          all’insurrezione del 18 marzo, in cui il
                          palazzo del governo fu assaltato.
                        • L’insurrezione durò dal 18 al 22 marzo
                          1848 , che costituiscono le
                          “cinque giornate di Milano”.
                          Per la prima volta borghesi e popolani
                          lottarono insieme innalzando barricate
                          in tutta la città contro il contingente
                          austriaco guidato da Radetzky.
                          Operai e artigiani ebbero un ruolo
                          decisivo nel sostenere il peso degli
     B.Verazzi,           scontri, che portarono alla morte di
 “Combattimento a
                          quattrocento persone
Palazzo Litta” (1848)
Il governo provvisorio e
              il progetto di unione con il Piemonte
                                  • Un “consiglio di guerra” composto
                                    prevalentemente da democratici e guidato
                                    da Carlo Cattaneo si pose alla guida
                                    dell’azione.
                                  • Il 22 marzo fu formato un governo
                                    provvisorio, nel quale entrarono anche
                                    aristocratici moderati, tra cui il conte
                                    Casati. Il governo cominciò a progettare
                                    un’unione con il Piemonte, il che portò
                                    Cattaneo a abbandonarlo
                                  • Radetzky, temendo un intervento del
                                    Piemonte, ritirò le truppe da Milano e
Cattaneo formalizza il rifiuto
                                    decise di spostarle le truppe ai confini tra
dell’armistizio proposto dal
                                    Veneto e Lombardia, nel cosiddetto
governatore austriaco di Milano
                                    quadrilatero formato da quattro fortezze:
                                    Verona, Legnago, Mantova e Peschiera
                                  • Il 23 marzo il Piemonte dichiarò guerra
                                    all’Austria.
L’intervento di Carlo Alberto a Milano
                      Carlo Alberto dichiarò guerra all’Austria per
                        tre motivi
                      • La pressione di liberali e democratici che
                        pensavano di poter liberare l’Italia dagli
                        Asburgo, che stavano subendo
                        contemporaneamente analoghi
                        rivolgimenti in Ungheria, Boemia e nella
                        stessa Vienna
                      • L’aspirazione della monarchia sabauda a
                        allargare il proprio dominio verso la
Carlo Alberto di        Lombardia, ricca e evoluta
Savoia – Carignano,
re di Sardegna        • il timore che il Lombardo – Veneto
                        diventasse un centro di azione
                        repubblicana (governo provvisorio a
                        Milano unito alla Repubblica Veneta)
Carlo Alberto a Milano e guerra contro gli Asburgo


                                • il 26 marzo 1848 le truppe sabaude
                                  entrarono a Milano tra l’entusiasmo della
                                  popolazione cittadina. Lo stesso Mazzini
                                  giunge a Milano e appoggia Carlo Alberto
                                  in nome dell’indipendenza italiana,
                                  mentre Carlo Cattaneo rompe
                                  definitivamente con il governo lombardo.
                                • Si apre anche la guerra tra Asburgo e
                                  Savoia, al cui esercito si aggregarono
                                  anche corpi misti (militari e volontari)
                                  provenienti da Toscana, Stato pontificio e
Medaglietta che raffigura         Regno delle Due Sicilie, giunti con
i due “eroi” dei liberali         l’autorizzazione dei rispettivi sovrani
moderati, Carlo Alberto
e Pio IX, i cui volti pendono     (Leopoldo II, Pio IX, Ferdinando II)
da un cordone tricolore
Tramontano gli entusiasmi

• Gli entusiasmi iniziali si spengono però nei mesi
  successivi.
• Pio IX decise di ritirare le sue truppe dalla guerra
  contro l’Austria, in quanto era una potenza
  cattolica, seguito poi dal Granduca di Toscana e
  da Ferdinando II
• Le operazioni di guerra furono condotte piuttosto
  fiaccamente da Carlo Alberto, il cui unico
  obiettivo vero era annettersi il Lombardo –
  Veneto.
I plebisciti di annessione al Piemonte
• I piemontesi erano soprattutto decisi a portare
  avanti l’annessione dei territori lombardo - veneti,
  che avvenne attraverso plebisciti
• Alla fine di luglio 1848 si formò il primo governo
  “italiano” che comprendeva ministri di tutti i
  territori appena annessi
• La decisione di procedere all’annessione mentre la
  guerra contro gli Asburgo era ancora aperta e
  incerta rese contribuì a indebolire l’iniziativa di
  Carlo Alberto, contestata da democratici e
  repubblicani
La I guerra di indipendenza/fase 1
                                      • Le operazioni di guerra procedettero a fasi
                                        alterne.
                                      • Tra aprile e maggio 1848 l’esercito misto
                                        guidato dai piemontesi vinse a Goito,
                                        Monzambano, Valeggio e Pastrengo, nella
                                        zona del mantovano alcune battaglie non
                                        decisive
                                      • La resistenza strenua dei giovani
                                        universitari toscani a Curtatone e
                                        Montanara permise ai piemontesi di
                                        conquistare la fortezza di Peschiera, una
La battaglia di Curtatone ebbe come     delle quattro del quadrilatero.
principali protagonisti i volontari
                                      • A quei successi seguirono settimane di
toscani
guidati da Giuseppe Montanelli.         stallo, durante le quali gli austriaci fecero
Anche Garibaldi rientrò dal             affluire uomini e mezzi in quantità per
Sudamerica e si mise a disposizione     riprendere le ostilità
del governo provvisorio lombardo      • Carlo Alberto voleva combattere la “sua
                                        guerra”, senza lasciare spazio ai
                                        democratici
La I guerra di indipendenza/2: la sconfitta di Custoza

                            • Il 22 luglio iniziò la controffensiva
                              austriaca.
                            • Le incertezze del comando sabaudo
                              favorirono vittoria degli austriaci a
                              Custoza, vicino a Verona, il 25 luglio
                              1848, nell’unica grande battaglia
                              campale del conflitto sabaudo -
                              asburgico
                            • Carlo Alberto in un primo tempo si ritirò
                              a Milano e decise di non difendere la
La sconfitta piemontese a     città.
Custiza
                            • Rientrò in Piemonte e il 9 agosto il
                              generale sabaudo Salasco firmò
                              l’armistizio con l’esercito asburghese.
La rivoluzione nella Roma papalina
                       • La situazione dell’Italia nella seconda metà del 1848
                         era ancora in divenire.
                       • Venezia, la Toscana, la Sicilia erano ancora governate
                         dagli insorti, mentre il Lombardo – Veneto era stato
                         recuperato dagli Asburgo e il Regno di Sardegna era
                         rientrato nei suoi confini.
                       • A Roma le pressioni dei democratici, delusi dopo il
                         ritiro di Pio IX dall’azione antiasburgica, convinsero il
                         papa a attuare una politica decisamente più
                         moderata e meno aperta alle istanze liberali.
                       • Egli nominò primo ministro Pellegrino Rossi, un
                         liberale moderato.
                       • Rossi fu però assassinato in un attentato organizzato
Pellegrino Rossi,
primo ministro dello
                         da alcuni democratici radicali.
Stato pontificio, fu   • Pio IX, intimorito da questo atto, abbandonò Roma e
assassinato nel          si rifugiò a Gaeta.
novembre 1848
                       • La vacanza del potere favorì la presa del potere da
                         parte dei democratici
Nascita della «Repubblica Romana»

                       • All’inizio del 1849 in tutto lo Stato pontificio
                         fu eletta a suffragio universale un’Assemblea
                         costituente, a maggioranza democratica, con
                         il compito di dare a quei territori una nuova
                         costituzione (fra gli eletti anche Mazzini e
                         Garibaldi)
                       • Il 9 febbraio l’Assemblea dichiarò decaduto il
Proclamazione della      papa dal suo potere temporale; annunciò
Repubblica romana il     che lo Stato avrebbe assunto il “nome
  9 febbraio 1849        glorioso di repubblica romana”; avrebbe
                         adottato come forma di governo la
                         “democrazia pura”; avrebbe stabilito con il
                         resto d’Italia “le relazioni che esige la
                         nazionalità comune”.
                       • Il progetto più ampio dei costituenti romani
                         era di realizzare la “Costituente italiana”, per
                         realizzare l’unità nazionale su basi
                         democratiche (e non monarchiche e
                         dinastiche)
Bandiera della
Repubblica romana
Il centro dell’azione democratica italiana
              • La Repubblica romana divenne il
                centro dell’azione democratica, in
                cui giunsero i principali esuli e
                cospiratori italiani.
              • A Roma si trovarono
                contemporaneamente: Mazzini,
                Garibaldi, Saffi, Mameli, Pisacane,
Mazzini         Cernuschi e Manara (protagonisti
                delle “cinque giornate”)              Goffredo Mameli




                                   Carlo Pisacane
  Garibaldi                                           Enrico Cernuschi
Le riforme della Repubblica romana

• La Repubblica romana cercò di realizzare un
  progetto di laicizzazione dello Stato e di
  rinnovamento politico e sociale.
• Abolì i tribunali ecclesiastici
• Confiscò i beni del clero
• Avviò un progetto di riforma agraria che
  prevedeva di affittare alle famiglie più povere
  una parte dei fondi confiscati (riforma unica nel
  suo genere durante le rivoluzioni ottocentesche
  italiane)
La “battaglia della Bicocca” e
                         l’abdicazione di Carlo Alberto
                                                • Nel marzo di quell’anno
                                                  Carlo Alberto tentò
                                                  un’ultima sortita contro gli
                                                  austriaci, ma di nuovo il suo
                                                  esercito, pur superiore in
                                                  uomini, fu sconfitto,
La “battaglia della Bicocca” (23 marzo 1849)      questa volta a Novara,
                                                  “battaglia della Bicocca”.
                                                  In seguito a questa sconfitta
                                                  Carlo Alberto decise di
                                                  abdicare in favore del figlio
                                                  Vittorio Emanuele II
                        Vittorio Emanuele II,
                        Re di Savoia dal 1849
La reazione contro la Repubblica romana
                                   • Pio IX da Gaeta chiese aiuto alle
                                     potenze cattoliche perché lo aiutassero
                                     a riprendere i suoi territori.
                                   • Asburgo,Spagna, Regno di Napoli, e la
                                     nuova Repubblica francese presieduta
                                     da Luigi Napoleone Bonaparte,
 Pio IX al tempo dell’esilio
           a Gaeta                   risposero alla richiesta.
                                   • I francesi mandarono a Roma un corpo
                                     di spedizione molto nutrito di 35.000
                                     uomini
                                   • Nel giugno 1849 i francesi attaccarono
                                     la città

   Luigi Napoleone, nipote di
Napoleone Bonaparte e presidente
    della Repubblica francese
La resa della Repubblica romana
                             • I repubblicani guidati da un “triumvirato”
                               composto da Armellini, Mazzini e Saffi,
                               resistettero ai francesi per più di un mese.
                             • Questa difesa a oltranza, a cui partecipò
                               attivamente Garibaldi, fu una
                               testimonianza politica e ideale di grande
                               significato, anche se destinata a
                               concludersi con la resa.
                             • I democratici riuscirono approvare la
                               Costituzione prima di arrendersi: essa
                               diventò un documento – simbolo della
                               politica democratica, e un modello
Mazzini, Saffi e Armellini     alternativo rispetto agli Statuti monarchici
in una famosa immagine         di ispirazione moderata.
dei “triumviri” che          • La resa della repubblica avvenne all’inizio
guidarono la Repubblica        di luglio del 1849.
romana

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Il Risorgimento italiano, 1831- 1848

  • 1. Pensieri e azioni del Risorgimento italiano/1 1830 - 1849
  • 2. Bibliografia • Alberto Mario Banti, Il Risorgimento italiano,Roma – Bari, Laterza, 2004 • Giovanni Sabbatucci – Vittorio Vidotto, Storia contemporanea. “L’Ottocento”, Roma – Bari, Laterza, 2002/2009
  • 3. Il pensiero democratico - repubblicano
  • 4. Gli inizi di Giuseppe Mazzini • Dopo l’esito negativo dei moti del 1820-31, la Carboneria entrò in una una crisi profonda e emersero tutti i difetti delle iniziative rivoluzionarie guidate dalle società segrete. • In questa fase l’ideale dell’unità italiana come obiettivo da ottenere Mazzini all’epoca attraverso una vera lotta di popolo si dell’arresto diffuse tra gli attivisti italiani di orientamento democratico. • Tra di essi emerse con forza la figura di Giuseppe Mazzini (Genova, 1805)
  • 5. L’esilio in Francia • Mazzini era stato carbonaro, e per questo esiliato dalle autorità sabaude a Marsiglia, in Francia. • Nella città francese egli maturò il suo ideale politico a contatto con altri esuli italiani democratici, come Filippo Buonarroti, e con le idee più avanzate della cultura politica francese.
  • 6. • Mazzini aveva un’idea sostanzialmente religiosa dell’azione politica. • Dio era un essere non trascendente, ma uno spirito insito nella storia, e si identificava con l’umanità • La fede nella libertà e nel progresso dell’umanità era per lui una fede religiosa. • Gli individui e le nazioni avevano diritti da conquistare e doveri da rispettare • I popoli avevano una missione da compiere, ed erano strumento di un progetto divino: lo slogan mazziniano più noto era infatti Dio e popolo.
  • 7. I principi ispiratori del pensiero di Mazzini • Mazzini riteneva che fosse indispensabile l’unione tra gli individui per realizzare il bene di tutti. • Al di sopra dell’individuo c’era la famiglia, al di sopra della famiglia si poneva la nazione, al di sopra della nazione esisteva l’umanità intera. • il bene comune sarebbe derivato da una associazione degli individui tra loro →nazione) e delle nazioni tra loro →umanità
  • 8. La nazione e l’Italia • La nazione era un’unità culturale e spirituale,in primo luogo, e di conseguenza, etnica e territoriale. • L’Italia unita come nazione doveva guidare le nazioni oppresse • abbattere i pilastri dell’Antico Regime: Impero Asburgo e Stato pontificio • promuovere un moto di liberazione universale • La prima Roma (degli imperatori) aveva unificato l’Europa – la seconda Roma (dei papi) aveva assoggettato l’Europa a un’unica autorità religiosa – la terza Roma avrebbe promosso un’unità morale e sociale di tutti i popoli della terra.
  • 9. Il programma politico di Mazzini Il programma politico di Mazzini era chiaro: • l’Italia doveva rendersi indipendente, unitaria e repubblicana. • L’insurrezione di popolo, di tutto il popolo senza distinzione di classi, era l’unica via attraverso la quale l’Italia poteva diventare unita e indipendente. • Nessuno spazio per idee come la lotta di classe, in quanto esse tendevano a dividere l’unità spirituale del popolo,base indispensabile dell’azione insurrezionale.
  • 10. La fondazione della “Giovine Italia” • Un’organizzazione che chiarisse ai suoi affiliati gli obiettivi da ottenere e propagandasse chiaramente i suoi principi era lo strumento per realizzare l’insurrezione popolare. • Questa organizzazione doveva così svolgere un’opera di educazione politica dei suoi iscritti e del popolo in generale. Fondazione della “Giovine Italia”, • Su questi presupposti nacque la Marsiglia, Giovine Italia giugno 1831 in Francia nel 1831
  • 11. Le parole d’ordine della “Giovine Italia” 26 GIUGNO 1831 - MARSIGLIA - Mazzini nello Statuto e nell’Istruzione generale per gli affratellati del 1832 stabilisce che i colori della società sono “il bianco, il rosso, il verde” e propone delle scritte: “libertà, uguaglianza, umanità” per un lato, e per l’altro “unità e indipendenza”. Altre sezioni, come quella la cui bandiera è conservata a Genova, usano “unione, forza e libertà!”. Il movimento aveva anche un periodico.
  • 12. Pensiero e azione Nella stessa “Istruzione generale” si legge: • chiunque voglia «chiamare il popolo alle armi deve potergli dire il perché» • Ogni iniziativa insurrezionale doveva coinvolgere il popolo • Ogni insurrezione doveva fondarsi su forze italiane. • Mazzini riteneva che pensiero e azione fossero inscindibili. • Nessuna azione rivoluzionaria aveva senso se alla base non ci fosse stata una fede a ispirarla • nessuna teoria rivoluzionaria era valida se non trasformandosi in azione concreta e costante. • la cospirazione e l’insurrezione, finalizzate a obiettivi giusti, erano comunque valide in sé come testimonianza e esempio, anche se non avevano effettive possibilità di successo.
  • 13. Prime iniziative e prime sconfitte (1833-1834) • Le prime iniziative della Giovine Italia si conclusero tuttavia malamente. • Nel 1833 il movimento di Mazzini organizzò nel Regno di Sardegna una cospirazione contro il re Carlo Alberto. Essa fu scoperta e la rete dei mazziniani nel regno fu smantellata. • Una seconda azione che doveva culminare con l’uccisione di Carlo Alberto, e condotta Primo incontro tra Giuseppe contemporaneamente in Savoia e a Mazzini e Giuseppe Garibaldi Genova, ebbe di nuovo esito Secondo alcuni calcoli, negativo. In essa fu coinvolto il gli affiliati alla “Giovine Italia” marinaio di Nizza Giuseppe nel 1833 erano circa 50.000 Garibaldi, che condannato a morte, riuscì a fuggire in Sudamerica: 1834
  • 14. Fine e rinascita della “Giovine Italia” (1840) • I fallimenti delle prime iniziative causarono una grave crisi nella “Giovine Italia” e determinarono contro Mazzini accuse di leggerezza e corresponsabilità nella morte di molti giovani patrioti • Mazzini, espulso da Francia e Svizzera, si rifugiò in Gran Bretagna (1837) , e affrontò una profonda crisi di coscienza: la tempesta del dubbio Mazzini all’epoca • Dopo aver fondato nel 1834 la “Giovine del primo esilio Europa”, ricostituì la “Giovine Italia” nel britannico 1839 e ricostruì i legami con gruppi clandestini che operavano in Italia
  • 15. Insurrezioni fallite in Emilia-Romagna e Calabria • L’idea dell’azione insurrezionale di popolo continuava a mantenersi viva in Italia • Due tentativi falliti furono organizzati da patrioti emiliani e romagnoli nelle Legazioni Pontificie (1843/1845) Attilio e Emilio Bandiera • Nel giugno/luglio del 1844, i fratelli Attilio e Emilio Bandiera, veneziani ufficiali della marina austriaca, organizzarono una spedizione in Calabria con venti compagni. • Volevano suscitare una ribellione dei contadini contro i Borbone, ma trovarono La fucilazione dei Bandiera solo indifferenza, e furono arrestati e Mazzini disapprovò il progetto di spedizione in fucilati (in otto compresi i Bandiera) Calabria dei due fratelli
  • 16. L’emergere del moderatismo • Durante gli anni ‘40,mentre in alcuni stati italiani era in atto un certo risveglio economico, il dibattito politico si fece più intenso. • Cominciarono a affermarsi le posizioni dei moderati, che rifiutavano sia il legittimismo conservatore della Restaurazione, sia il radicalismo repubblicano di Mazzini. • I moderati ritenevano che il problema italiano si potesse risolvere con un’azione graduale e evitando l’uso della forza, che suscitava la reazione violenta dell’autorità costituita. • Intendevano conciliare la causa liberale e patriottica con la religione cattolica – principale fattore unitario della nazione italiana – e il magistero della Chiesa
  • 17. Il pensiero moderato e il pensiero federalista
  • 18. La corrente moderata • I principali esponenti dei moderati erano don Antonio Rosmini, Alessandro Manzoni, il Rosmini Manzoni gruppo riunito intorno alla rivista fiorentina “Antologia”: G.P.Viesseux, Bettino Ricasoli, Raffaello Lambruschini. Viesseux Ricasolo
  • 19. Il neoguelfismo • Si affermò una corrente di pensiero chiamata neoguelfismo che rivalutava il ruolo della Chiesa e del papato nella storia della nazione italiana e le vedeva come difensori delle “libertà d’Italia” Vincenzo Gioberti L’opera principale a cui faceva riferimento questa corrente “Del primato morale e civile degli italiani” fu scritta dell’abate torinese V. Gioberti, ex membro della “Giovine Italia”, e fu pubblicata a Bruxelles nel 1843.
  • 20. il “primato morale” dell’Italia – nazione cattolica • Secondo Gioberti la fede cristiana e la guida del Papa avrebbe dato alla comunità italiana la sua identità fondamentale • Il fatto di essere una comunità cattolica e di ospitare la sede della cattolicità dava al popolo italiano un “primato morale” sugli altri popoli. • La nazione italiana, oppressa dai barbari«contiene in sé medesima, sovrattutto per via della religione, tutte le condizioni richieste al suo nazionale e politico risorgimento».
  • 21. Una guida monarchica e aristocratica • Gioberti afferma che il popolo italiano non può agire politicamente perché non è ancora unito. • Per raggiungere questa unità d’azione esso deve avere una guida «monarchica e aristocratica», che esprime i due elementi fondamentali del genio italico, • uno naturale,antico,dorico,etrusco, latino, romano; • l’altro sovrannaturale, moderno cristiano, cattolico e guelfo.
  • 22. Una federazione guidata dal papa • Gioberti sosteneva che politicamente l’Italia potesse costituirsi come una federazione degli stati esistenti, che sarebbe stata guidata dal papa, in quanto egli era superiore eticamente a ogni altro sovrano per il magistero del ruolo che esercitava. • Questa federazione doveva essere costruita con il consenso dei principi esistenti, • doveva essere sostenuta dall’opinione pubblica, e • sarebbe stata “protetta” religiosamente dal papa e militarmente dal Regno di Sardegna.
  • 23. “Le speranze d’Italia” e l’inorientamento dell’Austria • Punti deboli del discorso politico di Gioberti erano le idee reazionarie del papa di allora, Gregorio XVI, e la mancata indicazione del ruolo dell’Austria in questa ipotetica federazione. • Il conte piemontese Cesare Balbo segnalò questi errori nel suo libro Delle speranze d’Italia (1844), nel quale proponeva la teoria dell’inorientamento dell’Austria: gli Asburgo approfitterebbero della dissoluzione Cesare Balbo dell’impero ottomano e conquisterebbero i Balcani, concedendo l’indipendenza al Lombardo – Veneto • Il Piemonte avrebbe dovuto portare avanti l’iniziativa diplomatica per realizzare questa indipendenza, mentre i sovrani degli altri stati avrebbero potuto concedere riforme
  • 24. La proposta federalistica di Carlo Cattaneo • Una corrente di pensiero federalistica, democratica e repubblicana si diffuse in Lombardia • Il suo maggiore esponente era Carlo Cattaneo, che aveva fondato il periodico il Politecnico (1839) • Cattaneo rifiutava sia la visione mistica di Mazzini, sia la prospettiva di assorbimento Carlo Cattaneo della Lombardia da parte del Piemonte, assolutista e clericale. • Condivideva con i moderati l’idea di una politica di riforme e sviluppo economico dei singoli stati • Egli però aveva l’obiettivo finale di fondare in Italia una confederazione repubblicana sul modello degli Usa e della Svizzera. • Tale confederazione doveva lasciare ampie autonomie locali e contribuire a creare gli Stati Uniti d’Europa.
  • 25. “Viva Pio IX” • Nel giugno del 1846 diventa papa Giovanni Mastai Ferretti, col nome di Pio IX • Egli subito concesse l’amnistia ai detenuti politici e agli esiliati, e fu subito considerato “il papa liberale”. • Nel 1847 Pio IX convocò una “Consulta di stato” come rappresentanza delle province dello Stato Pontificio, e attenuò la censura sulla stampa Giovanni Mastai Ferretti,papa Pio IX • L’entusiasmo e il sostegno per il papa crebbero in tutta Italia e suscitarono la reazione dell’Austria.
  • 26. Prova di forza dell’Austria (1847) • Nel luglio 1847, Metternich, e il suo generale, feldmaresciallo Radetzky decidono di dare una dimostrazione di forza con un dispiegamento fortissimo di truppe dentro la città di Ferrara (città papale) per intimidire il papa. • Carlo Alberto, e altri sovrani italiani, reagiscono duramente e Il Feldmaressciallo si configura un’unione doganale Radetzky tra Toscana, regno di Sardegna e Stato pontificio.
  • 28. Il 1848, anno delle rivoluzioni europee • Il 1848 fu un anno molto importante in cui l’Europa fu attraversata da numerosi moti rivoluzionari di grande ampiezza e intensità. • I moti si estesero in quasi tutti gli stati e i territori europei, dall’Italia alla Francia, dall’impero Asburgo alla Confederazione germanica. • Le uniche due potenze europee che non furono coinvolte dall’ondata rivoluzionaria furono Russia e Gran Bretagna (in cui però si rivoltò l’Irlanda).
  • 29. Il 1848 in Europa
  • 30. Dalla Sicilia all’Italia • In Italia le rivoluzioni del 1848 cominciarono in Sicilia, dove il 12 gennaio si sollevò la città di Palermo, che rivendicava l’autonomia dell’isola dal Regno borbonico. • Il re Ferdinando II concesse inaspettatamente una Costituzione del regno delle Due Sicilie. • Tale concessione non placò il moto siciliano e provocò in tutta Italia agitazioni per ottenere la costituzione .
  • 31. Lo Statuto albertino • Pressati dall’opinione pubblica dei loro stati, anche Carlo Alberto di Savoia, Leopoldo II di Toscana e Pio IX decisero di concedere costituzioni ai rispettivi sudditi. • La costituzione di Carlo Alberto, lo Statuto, prevedeva – una Camera dei deputati, eletta su base censitaria ristretta) – un Senato di nomina regia Struttura dello Statuto – una stretta dipendenza del emanato da Carlo Alberto governo dal sovrano
  • 32. La Repubblica veneta di Daniele Manin • A Venezia, controllata dagli austriaci, una grande manifestazione popolare costrinse il governatore a liberare i prigionieri politici, tra cui Daniele Manin (17 marzo 1848) • Alcuni giorni dopo una rivolta degli operai dell’Arsenale, sostenuta da ufficiali e marinai della marina asburgica, riuscì a avere la meglio Daniele Manin proclama sui soldati austriaci. la Repubblica Veneta in • Il 23 marzo si costituì un governo Piazza S. Marco a Venezia provvisorio guidato da Manin, che proclamò la costituzione della Repubblica veneta.
  • 33. Le «cinque giornate» di Milano • A Milano la tensione antiaustriaca che montava da settimane portò all’insurrezione del 18 marzo, in cui il palazzo del governo fu assaltato. • L’insurrezione durò dal 18 al 22 marzo 1848 , che costituiscono le “cinque giornate di Milano”. Per la prima volta borghesi e popolani lottarono insieme innalzando barricate in tutta la città contro il contingente austriaco guidato da Radetzky. Operai e artigiani ebbero un ruolo decisivo nel sostenere il peso degli B.Verazzi, scontri, che portarono alla morte di “Combattimento a quattrocento persone Palazzo Litta” (1848)
  • 34. Il governo provvisorio e il progetto di unione con il Piemonte • Un “consiglio di guerra” composto prevalentemente da democratici e guidato da Carlo Cattaneo si pose alla guida dell’azione. • Il 22 marzo fu formato un governo provvisorio, nel quale entrarono anche aristocratici moderati, tra cui il conte Casati. Il governo cominciò a progettare un’unione con il Piemonte, il che portò Cattaneo a abbandonarlo • Radetzky, temendo un intervento del Piemonte, ritirò le truppe da Milano e Cattaneo formalizza il rifiuto decise di spostarle le truppe ai confini tra dell’armistizio proposto dal Veneto e Lombardia, nel cosiddetto governatore austriaco di Milano quadrilatero formato da quattro fortezze: Verona, Legnago, Mantova e Peschiera • Il 23 marzo il Piemonte dichiarò guerra all’Austria.
  • 35. L’intervento di Carlo Alberto a Milano Carlo Alberto dichiarò guerra all’Austria per tre motivi • La pressione di liberali e democratici che pensavano di poter liberare l’Italia dagli Asburgo, che stavano subendo contemporaneamente analoghi rivolgimenti in Ungheria, Boemia e nella stessa Vienna • L’aspirazione della monarchia sabauda a allargare il proprio dominio verso la Carlo Alberto di Lombardia, ricca e evoluta Savoia – Carignano, re di Sardegna • il timore che il Lombardo – Veneto diventasse un centro di azione repubblicana (governo provvisorio a Milano unito alla Repubblica Veneta)
  • 36. Carlo Alberto a Milano e guerra contro gli Asburgo • il 26 marzo 1848 le truppe sabaude entrarono a Milano tra l’entusiasmo della popolazione cittadina. Lo stesso Mazzini giunge a Milano e appoggia Carlo Alberto in nome dell’indipendenza italiana, mentre Carlo Cattaneo rompe definitivamente con il governo lombardo. • Si apre anche la guerra tra Asburgo e Savoia, al cui esercito si aggregarono anche corpi misti (militari e volontari) provenienti da Toscana, Stato pontificio e Medaglietta che raffigura Regno delle Due Sicilie, giunti con i due “eroi” dei liberali l’autorizzazione dei rispettivi sovrani moderati, Carlo Alberto e Pio IX, i cui volti pendono (Leopoldo II, Pio IX, Ferdinando II) da un cordone tricolore
  • 37. Tramontano gli entusiasmi • Gli entusiasmi iniziali si spengono però nei mesi successivi. • Pio IX decise di ritirare le sue truppe dalla guerra contro l’Austria, in quanto era una potenza cattolica, seguito poi dal Granduca di Toscana e da Ferdinando II • Le operazioni di guerra furono condotte piuttosto fiaccamente da Carlo Alberto, il cui unico obiettivo vero era annettersi il Lombardo – Veneto.
  • 38. I plebisciti di annessione al Piemonte • I piemontesi erano soprattutto decisi a portare avanti l’annessione dei territori lombardo - veneti, che avvenne attraverso plebisciti • Alla fine di luglio 1848 si formò il primo governo “italiano” che comprendeva ministri di tutti i territori appena annessi • La decisione di procedere all’annessione mentre la guerra contro gli Asburgo era ancora aperta e incerta rese contribuì a indebolire l’iniziativa di Carlo Alberto, contestata da democratici e repubblicani
  • 39. La I guerra di indipendenza/fase 1 • Le operazioni di guerra procedettero a fasi alterne. • Tra aprile e maggio 1848 l’esercito misto guidato dai piemontesi vinse a Goito, Monzambano, Valeggio e Pastrengo, nella zona del mantovano alcune battaglie non decisive • La resistenza strenua dei giovani universitari toscani a Curtatone e Montanara permise ai piemontesi di conquistare la fortezza di Peschiera, una La battaglia di Curtatone ebbe come delle quattro del quadrilatero. principali protagonisti i volontari • A quei successi seguirono settimane di toscani guidati da Giuseppe Montanelli. stallo, durante le quali gli austriaci fecero Anche Garibaldi rientrò dal affluire uomini e mezzi in quantità per Sudamerica e si mise a disposizione riprendere le ostilità del governo provvisorio lombardo • Carlo Alberto voleva combattere la “sua guerra”, senza lasciare spazio ai democratici
  • 40. La I guerra di indipendenza/2: la sconfitta di Custoza • Il 22 luglio iniziò la controffensiva austriaca. • Le incertezze del comando sabaudo favorirono vittoria degli austriaci a Custoza, vicino a Verona, il 25 luglio 1848, nell’unica grande battaglia campale del conflitto sabaudo - asburgico • Carlo Alberto in un primo tempo si ritirò a Milano e decise di non difendere la La sconfitta piemontese a città. Custiza • Rientrò in Piemonte e il 9 agosto il generale sabaudo Salasco firmò l’armistizio con l’esercito asburghese.
  • 41. La rivoluzione nella Roma papalina • La situazione dell’Italia nella seconda metà del 1848 era ancora in divenire. • Venezia, la Toscana, la Sicilia erano ancora governate dagli insorti, mentre il Lombardo – Veneto era stato recuperato dagli Asburgo e il Regno di Sardegna era rientrato nei suoi confini. • A Roma le pressioni dei democratici, delusi dopo il ritiro di Pio IX dall’azione antiasburgica, convinsero il papa a attuare una politica decisamente più moderata e meno aperta alle istanze liberali. • Egli nominò primo ministro Pellegrino Rossi, un liberale moderato. • Rossi fu però assassinato in un attentato organizzato Pellegrino Rossi, primo ministro dello da alcuni democratici radicali. Stato pontificio, fu • Pio IX, intimorito da questo atto, abbandonò Roma e assassinato nel si rifugiò a Gaeta. novembre 1848 • La vacanza del potere favorì la presa del potere da parte dei democratici
  • 42. Nascita della «Repubblica Romana» • All’inizio del 1849 in tutto lo Stato pontificio fu eletta a suffragio universale un’Assemblea costituente, a maggioranza democratica, con il compito di dare a quei territori una nuova costituzione (fra gli eletti anche Mazzini e Garibaldi) • Il 9 febbraio l’Assemblea dichiarò decaduto il Proclamazione della papa dal suo potere temporale; annunciò Repubblica romana il che lo Stato avrebbe assunto il “nome 9 febbraio 1849 glorioso di repubblica romana”; avrebbe adottato come forma di governo la “democrazia pura”; avrebbe stabilito con il resto d’Italia “le relazioni che esige la nazionalità comune”. • Il progetto più ampio dei costituenti romani era di realizzare la “Costituente italiana”, per realizzare l’unità nazionale su basi democratiche (e non monarchiche e dinastiche) Bandiera della Repubblica romana
  • 43. Il centro dell’azione democratica italiana • La Repubblica romana divenne il centro dell’azione democratica, in cui giunsero i principali esuli e cospiratori italiani. • A Roma si trovarono contemporaneamente: Mazzini, Garibaldi, Saffi, Mameli, Pisacane, Mazzini Cernuschi e Manara (protagonisti delle “cinque giornate”) Goffredo Mameli Carlo Pisacane Garibaldi Enrico Cernuschi
  • 44. Le riforme della Repubblica romana • La Repubblica romana cercò di realizzare un progetto di laicizzazione dello Stato e di rinnovamento politico e sociale. • Abolì i tribunali ecclesiastici • Confiscò i beni del clero • Avviò un progetto di riforma agraria che prevedeva di affittare alle famiglie più povere una parte dei fondi confiscati (riforma unica nel suo genere durante le rivoluzioni ottocentesche italiane)
  • 45. La “battaglia della Bicocca” e l’abdicazione di Carlo Alberto • Nel marzo di quell’anno Carlo Alberto tentò un’ultima sortita contro gli austriaci, ma di nuovo il suo esercito, pur superiore in uomini, fu sconfitto, La “battaglia della Bicocca” (23 marzo 1849) questa volta a Novara, “battaglia della Bicocca”. In seguito a questa sconfitta Carlo Alberto decise di abdicare in favore del figlio Vittorio Emanuele II Vittorio Emanuele II, Re di Savoia dal 1849
  • 46. La reazione contro la Repubblica romana • Pio IX da Gaeta chiese aiuto alle potenze cattoliche perché lo aiutassero a riprendere i suoi territori. • Asburgo,Spagna, Regno di Napoli, e la nuova Repubblica francese presieduta da Luigi Napoleone Bonaparte, Pio IX al tempo dell’esilio a Gaeta risposero alla richiesta. • I francesi mandarono a Roma un corpo di spedizione molto nutrito di 35.000 uomini • Nel giugno 1849 i francesi attaccarono la città Luigi Napoleone, nipote di Napoleone Bonaparte e presidente della Repubblica francese
  • 47. La resa della Repubblica romana • I repubblicani guidati da un “triumvirato” composto da Armellini, Mazzini e Saffi, resistettero ai francesi per più di un mese. • Questa difesa a oltranza, a cui partecipò attivamente Garibaldi, fu una testimonianza politica e ideale di grande significato, anche se destinata a concludersi con la resa. • I democratici riuscirono approvare la Costituzione prima di arrendersi: essa diventò un documento – simbolo della politica democratica, e un modello Mazzini, Saffi e Armellini alternativo rispetto agli Statuti monarchici in una famosa immagine di ispirazione moderata. dei “triumviri” che • La resa della repubblica avvenne all’inizio guidarono la Repubblica di luglio del 1849. romana