2. IL GHETTO DI ROMA
Il ghetto ebraico di Roma è
tra i più antichi del mondo;
è sorto infatti quarant’anni
dopo quello di Venezia che
è il primo in assoluto.
Il 12 luglio del 1555 Papa
Paolo IV revocò tutti i
diritti concessi agli ebrei
romani ed ordinò
l’istituzione del ghetto,
chiamato “serraglio degli
Ebrei”, nel quartiere
Sant’Angelo accanto al
teatro Marcello. Fu scelta
questa zona perché la
maggioranza dei residenti
era ebrea.
3. Oltre all’obbligo di
risiedere nel ghetto, gli
ebrei dovevano portare un
distintivo che li rendesse
sempre riconoscibili: un
berretto per gli uomini ed
un altro segno di facile
riconoscimento per le
donne, entrambi di colore
celeste o arancione. Era
anche proibito qualsiasi
tipo di commercio, ad
eccezione di quello degli
stracci e dei vestiti usati.
4. Inizialmente erano previste due
porte che venivano chiuse al
tramonto e riaperte all’alba;
aumentando la popolazione e
la grandezza del ghetto, il
numero delle porte fu
ampliato: 3, 5 ed infine ad
8. Le case erano alte per la
forte densità abitativa; le
porte di comunicazione tra
case vicine e ponti di
collegamento tra un isolato e
l’altro facilitavano la fuga in
varie occasioni. Poiché il
ghetto era a ridosso del
Tevere, per il fango le
facciate degli edifici
assumevano una colorazione a
livelli che corrispondeva alla
cronologia delle piene.
5. Nel 1572 Papa Gregorio
XIII impose agli ebrei
l’obbligo di assistere
settimanalmente, nel
giorno di sabato, a
prediche, al fine di
convertirli alla
religione cattolica.
L’obbligo fu revocato
solamente nel 1848 da
Pio IX.
Papa Gregorio XIII
Papa Pio IX
6. Il ghetto di oggi è molto più
esteso rispetto al ghetto
storico. Nel 1875 il
parlamento deliberò e
finanziò la costruzione dei
muri di arginatura, per
difendere Roma dalle piene
del Tevere. Fu portata a
termine una grande opera di
risanamento che si
concretizzò con la completa
demolizione del vecchio
ghetto e la creazione degli
attuali 4 isolati.
7. Dopo il 20 settembre 1870,
quando il ghetto fu
definitivamente abolito e gli
ebrei equiparati agli altri
cittadini italiani, gli ebrei
romani hanno stabilito la loro
residenza anche in altre zone
della città, pur mantenendo
un attaccamento particolare
per la vecchia area del
ghetto, all’interno del quale,
o comunque nelle immediate
vicinanze, sono tuttora situati
i principali punti di
riferimento della comunità
ebraica romana.
8. IL TEATRO MARCELLO
Il Teatro Marcello è
probabilmente il più antico
teatro giunto fino a noi. I
lavori per la sua costruzione
furono iniziati da Cesare, ma
terminati da Augusto nell’11
a.C. dedicandolo al suo
defunto nipote Marcello nel
13 a.C. E’ situato nella zona
di Campo Marzio tra il fiume
Tevere e il Campidoglio.
L’ utilizzo per gli spettacoli
risale all’anno 17 a.C.
I primi restauri ci furono sotto
Vespasiano e Alessandro
Severo.
9. LA STRUTTURA
La sua articolazione appare
delineata con la “cavea” a pianta
semicircolare sorretta da
strutture sotterranee. Muri a
raggiera, collegati da volte a
botte inclinate, sotto i gradini
della cavea vengono interrotti da
due portici concentrici: uno
esterno e uno interno; la
struttura degli archi si ripete a
gruppi di sei: uno, con rampa in
leggera salita, conduce al portico
interno; due, affiancati, ospitano
le rampe per salire e scendere
dai piani superiori, mentre altri
tre comunicano tra loro. Un
ambiente centrale presenta sulla
volta una decorazione in stucco
bianco articolata in tondi e
ottagoni con figure classiche.
10. La facciata in travertino
presenta tre ordini: i due
inferiori con le arcate
inquadrate da un ordine di
semicolonne doriche al piano
terreno e ioniche
superiormente; l’attico al
terzo piano, del quale
restano poche tracce, si
presentava invece a parete
continua ed era decorato con
paraste corinzie. Le chiavi
d’arco erano decorate con
mascheroni teatrali in marmo
bianco, alcuni dei quali
furono recuperati durante gli
scavi.
11. LE TECNICHE COSTRUTTIVE
A causa del terreno paludoso,
le fondamenta furono
rafforzate con l’inserimento
di pali di rovere sopra i quali
venne gettata una
piattaforma di calcestruzzo,
dove poggiano i due filari
delle murature. I materiali
per i blocchi sono alternati,
alcuni come i muri radiali dei
cunei erano in blocchi di tufo
per i primi 10 metri, poi in
cemento e travertino per le
chiavi d’arco. Le pareti dei
portici sono in muratura e le
volte in calcestruzzo.