OTTOBRE: UN MESE DI STABILE PERFORMANCE O DI POTENZIALE CRACK ?
Una cosa sembra emergere più di altre da questi dati, ovvero che gli eventi estremi accadono spesso in questo periodo e dopo lunghi cicli rialzisti, come innegabilmente è già l'attuale. Non dovrebbe quindi stupire l'invito all'estrema prudenza, essendovi un potenziale ed ampio rischio di discesa, a maggior ragione considerando il fatto che, nel corrente ciclo, gli unici forti cali si sono finora verificati solo alle fine del primo e del secondo QE, nel 2010 e nel 2011.
1. LUNEDÌ 13 OTTOBRE 2014 | SPECIALI | 9
L’ANALISI S&P500 con rendimenti in media positivi ad ottobre ma più di una volta catastrofici
Unmesedistabileperformanceodipotenzialecrack?
DopoipicchidisettembrerischidifortidisceseedimaggiorevolatilitàinattesadelFomc
Nell’ultima settimana
sembrano sempre più
diffusi gesti scaramantici tra
gli addetti ai lavori e questo a
seguito di un inizio ottobre
non particolarmente brillan-
te per gli indici azionari ed in
particolar modo per la loco-
motiva che traina tutto, ovve-
ro lo S&P500. Il mercato Usa,
seppur da inizio anno ed a ve-
nerdì scorso sia ancora in ter-
reno positivo con un +3,13%,
ha però mostrato una volatili-
tà ormai da lungo tempo di-
menticata e che sembra esser-
si pian piano risvegliata dopo
il picco massimo a 2010 punti,
fatto segnare il 19 settembre,
in concomitanza dell'ipo re-
cord di Alibaba, il gigante del-
l'e-commerce cinese.
Possibile alert
Il drawdown attuale dell'in-
dice americano, ovvero la di-
scesa dall'ultimo picco massi-
mo di settembre è già superio-
re al 5%, un fatto che di per sé
potrebbe apparire di poca co-
sa in termini assoluti ma nel
caso in cui si ampliasse nei
prossimi giorni, accendereb-
be non pochi segnali di alert
tra gli operatori. E' infatti dal-
l'avvio del QE3 da 85 miliardi
di dollari al mese a fine 2012 e
successivo tapering della
FED, che non vi sono stati, du-
rante i suoi crescenti massi-
mi, rilevanti scivoloni nell'in-
dice a stelle e strisce. Una si-
tuazione resa possibile, come
ormai noto, dalla stampa mo-
netaria 'monster' della banca
centrale americana. L'effetto
narcotizzante generato in
questo periodo non ha prece-
denti storici e dunque la pau-
ra maggiore deriva proprio
dall'ormai prossima conclu-
sionediunatalepolitica.E'in-
dubbio che tra gli operatori a-
leggi ora una certa apprensio-
ne,unpo'simileaquellachesi
ha quando, in un luogo buio e
sconosciuto, si osserva il len-
to ma inesorabile spegnimen-
to dell'unica ed ultima cande-
la rimasta.
Ottobre volatile
Vi sono dunque tutti gli in-
gredienti per attendersi un
mese potenzialmente volatile,
semmai accentuato dall'ap-
prensione degli stessi opera-
tori finanziari. Una paura che
però viene spesso esorcizzata
dacolorocheconsiglianoilco-
munerisparmiatoreperiltra-
mitedianalisisulrendimento
medio storico conseguito dal-
l'indice S&P500 nel mese di ot-
tobre. Il dato preso a se stante
presenta mediamente un bel
+0,79% ed è certamente molto
rassicurante ma non bisogna
mai dimenticare la regola del
"pollo di Trilussa", ovvero che
la media può essere un dato
fuorviante nella valutazione,
a maggior ragione se privo di
informazioni dettagliate. I
grafici allegati e tratti dal sito
americano DShort.com pos-
sono dunque completare il
quadro, essendo riportati ol-
tre ai rendimenti mensili me-
di anche quelli sulla volatilità
storica del mese in oggetto.
Come evidente, ottobre mo-
stra la più alta rilevazione di
eventi in cui la volatilità nel
mese è stata superiore al 10%,
con una media stimata dal
RISPARMIO,ICONTIINTASCA
L’autore della rubrica
La pagina settimanale del lu-
nedì “Risparmio, i conti in
tasca”, è a cura del nostro
consulente Rubens Ligabue,
professionista certificato Efa -
European Financial Advisor,
associato SIAT - Società I-
taliana Analisi Tecnica, iscritto
all'Albo Unico Nazionale dei
Promotori Finanziari. Per do-
mande e chiarimenti potete
scrivere a
info@rubensligabue.com
1950 ad oggi del 8,9%, un dato
che dovrebbe far riflettere.
Il mese dei crack
La riflessione che ne conse-
gueèquindidiulteriorealert.
E questo perché, seppur vero
che il dato medio sia favorevo-
le, vi è anche nel mese di otto-
bre un quantità di eventi, non
poicosìinfrequenti,diribassi
eccessivamente elevati. Se os-
serviamo infatti il più lungo e
storico indice Dow Jones, è fa-
cile notare come le più grandi
bolle finanziarie della storia
americana siano esplose pro-
prio a partire dal mese di otto-
bre, come nel famigerato pa-
nicodel1907onelsuccessivoe
tristemente noto crack del '29
e fino ai più recenti crolli del
1987 o del 2008 post Lehman.
Cautela obbligatoria
Una cosa sembra emergere
più di altre da questi dati, ov-
vero che gli eventi estremi ac-
cadonospessoinquestoperio-
doedopolunghiciclirialzisti,
come innegabilmente è già
l'attuale. Non dovrebbe quin-
di stupire l'invito all'estrema
prudenza, essendovi un po-
tenziale ed ampio rischio di
discesa, a maggior ragione
considerando il fatto che, nel
corrente ciclo, gli unici forti
cali si sono finora verificati
soloallefinedelprimoedelse-
condoQE,nel2010enel2011.E
nel corrente mese, con la con-
clusione ormai scontata del
tapering (salvo imprevedibili
inversione ad U della FED),
dovrebbe ufficialmente ter-
minare il lunghissimo soste-
gno monetario avviato a fine
2012, motivo per cui, nella so-
vrana incertezza che regnerà
fino al prossimo FOMC della
banca centrale americana
(fissato per il 28/29 ottobre),
potrebbe facilmente avverar-
si non una semplice correzio-
ne bensì un più fulmineo e do-
loroso storno, come già avve-
nuto nella lunga storia del
mercato americano.
(Rubens Ligabue)
FOCUS I Btp con scadenze inferiori a due anni esprimono già rendimenti negativi
E’ giunta l’ora di applicare il noto motto ‘Cash is King’InvestireoggiinBTPnonap-
pare più molto remunerativo
edingeneresipossonoriscon-
trare due differenti ma preva-
lentiatteggiamentitraipiccoli
risparmiatori. Da un lato c'è
chi, a seguito della loro sca-
denzaoperlapropriacapacità
di risparmio si ritrova con una
liquidità disponibile da voler
impiegare e chi ancora ha in
portafoglio titoli con tassi no-
minalmentepiùaltirispettoal-
le ultime aste. Queste due ti-
pologie di investitori attuano
però spesso ed in modo più o
meno consapevole errate stra-
tegie decisionali. Seppur per
entrambivisialageneralecon-
sapevolezza che BOT, CCT e
BTP rendono ormai pochissi-
mo,pernondirenulla,ciònon
li porta a razionali e coerenti
strategie d'investimento, ben-
sì a commettere grossolani er-
rori. Per il primo gruppo di ri-
sparmiatori, l'errore più co-
mune è quello del cosiddetto
"specchietto retrovisore", ov-
vero di investire guardando
solo al rendimento passato.
Un comportamento spesso in-
dotto anche da coloro che do-
vrebbero aiutarli a compiere
scelte razionali. Infatti capita
frequentemente di sentire
suggerimentiallosportellodel
tipo "questo strumento rende
più dei titoli di Stato", peccato
che spesso sia illustrato un
rendimento ex post e dunque
passato, conseguito con stra-
tegie d'investimento semmai
legate proprio a quei titoli che
il cliente consapevolmente
oggi non ritiene più di suo in-
teresse. Un errore decisionale
chedovrebbeesserefacilmen-
te corretto con una maggiore
consapevolezza ed una più at-
tenta comprensione di tali
prodotti.
Per il secondo gruppo di ri-
sparmiatori invece l'errore ri-
sulta generato dall'ancoraggio
quasi morboso alla cedola no-
minale. In questo caso però si
riceve spesso allo sportello un
giusto consiglio basato sul co-
siddetto rendimento a scaden-
za e quindi sull'opportunità di
vendere tali titoli, ma ciò è dif-
ficilmente accolto dall'interlo-
cutore, essendo mentalmente
ancorato al suo flusso cedola-
re. Oggi più che mai rappre-
senta però un altrettanto gra-
ve errore, in quanto diversi B-
TP hanno raggiunto prezzi
che portano il rendimento
netto in negativo su brevi sca-
denze.Undatodamoltirispar-
miatori certamente ignorato
ma il cui valore può essere fa-
cilmente monitorato tramite
siti quali www.rendimentob-
tp.it ed in cui è possibile veri-
ficare il rendimento effettivo
netto annuale dei propri BTP
sulle diverse scadenze. A ve-
nerdì scorso, come riportato
nel sito, un BTP con una cedo-
la nominale del 3%, in scaden-
za a novembre 2015, rende il
-0,02% e questo a seguito del
suo prezzo 'secco', abbondan-
temente sopra il valore di 100,
ovvero di rimborso a scaden-
za. Un rendimento pratica-
mente allineato ai titoli tede-
schi (ormai da tempo negativi
anche su scadenze fino a 5 an-
ni) ma che però non può cer-
tamente vantare la medesima
credibilità.
Dovrebbe apparire dunque
lampante il rischio che si è
creato a seguito del perduran-
te contesto di tassi bassi e di a-
spettative "salvifiche" riposte
dagli operatori nell'operato
della BCE e dell'italiano Mario
Draghi. Questa surreale situa-
zione dovrebbe già portare a
riflettere sull'eventuale strate-
gia da adottare ma senza voler
apparire poco patriottico ver-
so il nostro debito pubblico, è
però finanziariamente eviden-
te il seguente consiglio opera-
tivo, ovvero di vendere tali ti-
toli ogni qual volta la somma
delle cedole future sia inferio-
re alla differenza tra prezzo
corrente e valore di rimborso
del titolo, in quanto conviene
incassaretuttooggi.Sarebbei-
noltre da valutare un'opportu-
nistica vendita anche delle
scadenze più lunghe, essendo
anch'esse prossime a rendi-
menti minimi ed a spread mol-
tocompressi,alfinedirimane-
re parcheggiati in liquidità ed
inattesadifutureemigliorioc-
casioni di rendimento effetti-
vo. In questo particolare mo-
mentoègiuntal'oradiapplica-
reilnotomottofinanziario"ca-
shisking",inquantononèdet-
to che vi sia sempre il bisogno
di essere investiti al 100%. An-
zi,incertimomentidimercato
rimanere quasi interamente li-
quidi, con una remunerazione
tutto sommato irrisoria ma
che, nell'attuale deflazione, è
pursemprepositivaintermini
reali, può far maturare un van-
taggio competitivo ed un pre-
mio implicito di rendimento
damettereafruttoinunfuturo
forse non così tanto lontano.