Questi documenti sono stati realizzati nell’anno scolastico 2017-2018 dagli studenti della classe 3°A del Liceo Classico Marie Curie di Cernusco sul Naviglio con il progetto di alternanza scuola lavoro e sono il frutto della consultazione, analisi ed elaborazione di documenti dell’archivio storico del Museo Martinitt e Stelline di Milano. Rappresentano fonti scritte di memoria del lavoro.
3. Per molto tempo l’Europa è stata caratterizzata da un tasso di mortalità molto elevato,
perciò a molti bambini poteva capitare di rimanere orfani. Per evitare loro un’ esistenza
difficile basata su vagabondaggio e crimine, nascono gli orfanotrofi. Queste strutture
garantiscono educazione, formazione professionale e riscatto sociale agli orfani.
A Milano, nel 1532, venne fondato da Gerolamo Emiliani l’orfanotrofio Martinitt, rimasto
attivo fino alla seconda metà del 1900.
Una delle prime sedi dell’ istituto si trovava vicino ad una Chiesa dedicata a S. Martino,
dalla quale gli orfani hanno preso il nome Martinitt
Nel 1772 Maria Teresa d’ Austria scelse il monastero di S.Pietro in Gessate come nuova
collocazione della struttura e diede all’istituto “il piano dell’orfanotrofio di Milano”,
ovvero un complesso di norme di 40 articoli che andavano a formare il regolamento dell’
orfanotrofio.
Nella seconda metà del XIX secolo i Martinitt si unirono al Pio Albergo Trivulzio
formando un unico apparato. Con questo ordinamento , l’ orfanotrofio si mantenne in
vita ancora per più di un secolo.
4. Nell’ accogliere gli orfani nell’ istituto ci si basava su: condizione economica, età,
provenienza, stato di salute. L’ età minima per entrare era sette anni, la precedenza era
riservata agli orfani di entrambi i genitori, poi a quelli di padre e infine agli orfani di sola
madre.
L’organizzazione di una giornata di un Martinin era basata su istruzione, preghiera,
lavoro; per gli orfani i momenti di svago erano pochissimi.
Parte del tempo in orfanotrofio era dedicato al lavoro, che , oltre ad essere uno strumento
disciplinare, garantiva all’ orfano un futuro onesto e laborioso nella società
L’età massima per essere dimessi era diciotto anni, ad eccezione di alcuni casi; al
momento dell’uscita il Martinin riceveva un abbigliamento completo e un quarto di ciò
che aveva guadagnato con il lavoro prodotto.