Questi documenti sono stati realizzati nell’anno scolastico 2016/2017 da alunne delle classi 4G e 4F del Liceo delle scienze umane Fabio Besta di Milano con il progetto di Alternanza Scuola Lavoro e sono il frutto della consultazione, analisi ed elaborazione di documenti dell’archivio storico del Museo Martinitt e Stelline di Milano. Rappresentano fonti scritte di memoria del lavoro
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Liceo Besta 4G 4F 2016-2017
1. PROGETTO ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO
LICEO DELLE SCIENZE UMANE OPZIONE ECONOMICO
SOCIALE
Le studentesse: Andagoya Jessica, Mariani Ilaria,
Paolacci Elena, Pugliese Clara, Testaquatra Sofia.
2. Alternanza scuola-lavoro:
Il progetto di alternanza scuola-lavoro è una
nuova modalità di collegamento fra il percorso
scolastico e quello lavorativo di un individuo e
consiste nella realizzazione di percorsi progettati,
attuati e valutati sotto la responsabilità dell’
istituzione scolastica o formativa, per un periodo
di apprendimento in situazione lavorativa.
La scuola è un’ istituzione che ha il compito di
istruire, preparare, ed indirizzare al mondo
lavorativo.
Esattamente come nella scuola, così anche
nell’orfanotrofio i bambini venivano indirizzati ed
immessi nel mondo del lavoro, dopo esser stati
cresciuti ed educati all’interno della struttura.
3. La nascita degli orfanotrofi in Italia:
L’orfanotrofio è una struttura di
accoglienza, pubblica o privata, dove
sono accolti ed educati i bambini orfani
di uno o ambo i genitori.
L’etimologia del termine deriva dal
greco antico «orphanotropheion»,
composto da «orphanòs» (orfano) e
«trèphein» (allevare).
Il primo orfanotrofio d’Europa fu
istituito a Napoli il 29 Maggio 1343, per
volere della regina Sancia D’Aragona e
del vescovo Giovanni Orsini.
4. Orfanotrofio delle Stelline:
Nel 1578, per volere di San Carlo Borromeo, nacque lo «spedale dei poveri
Mendicanti e Vergognosi della Stella».
Collocato nel Monastero di Santa Maria della Stella, l’istituto accoglieva tutti coloro
che, per mancanza di mezzi di sostentamento, erano costretti a mendicare.
Nel corso del Seicento lo Spedale della Stella iniziò a limitare il ricovero degli adulti,
preferendo accogliere ragazzi e ragazze orfani, e nella prima metà del settecento
divenne quasi solo un ricovero per fanciulle. Nel 1752 i pochi orfani maschi rimasti
vennero allontanati e l’anno successivo Maria Teresa d’Austria conferì allo spedale,
il titolo di regio orfanotrofio femminile. Nel 1778 l’orfanotrofio delle stelline
ricevette un nuovo regolamento, approvato direttamente da Vienna e sei anni dopo
ad esso venne aggregato il ricovero di Santa Caterina.
L’istruzione delle orfane era elementare e meno intensa rispetto ai Martinitt.
La formazione delle stelline era finalizzata a farne brave madri, mogli o cameriere:
lavori domestici, ricamo, pizzi e cucina. Le orfane di maggior talento venivano
istruite per diventare buone governanti in casa di nobili, perciò imparavano materie
come il disegno, la musica, il ballo, la lingua francese e tedesca, la storia e il galateo.
Con il tempo (primo ventennio del 900) si cercò di superare la dimensione
claustrale e di aprire nuovi sbocchi professionali alle orfanelle, inviandole a scuole
pubbliche, istruendo nuovi corsi professionali e facendo seguire loro apprendistati
presso officine esterne, come già da tempo facevano i Martinitt.
5. Orfanotrofio Martinitt:
Girolamo Emiliani, figlio di un senatore veneziano, dopo la propria liberazione dalla prigionia di guerra,
rientrò a Venezia, volse tutti i suoi averi ai poveri e radunò gli orfani in una sua proprietà lagunare.
Della cosa, venne a conoscenza il Duca Francesco II Sforza che nel 1528 gli offrì la possibilità di
radunare gli orfani milanesi presso l’oratorio di San Martino, in un palazzo nell’attuale via Manzoni.
Per questo motivo i ragazzi orfani vennero chiamati Martinitt.
La data convenzionale che si attribuisce alla nascita dei Martinitt è il 1532.
Successivamente, nel 1772 gli orfani lasciarono via Manzoni e si trasferirono, su disposizione di Maria
Teresa D’Austria nell’area del convento di San Pietro a Gessate. In questa nuova sede i ragazzi
sarebbero potuti rimanere fino ai 18 anni e imparare un mestiere.
Quando Napoleone prese Milano nel 1796 trasformò la sede di San Pietro in ospedale militare.
I Martinitt allora si trasferirono in alcuni locali di Brera e poi nell’ex convento di San Francesco Grande.
Nel 1803 i Martinitt si trovarono nella vecchia sede di via Manzoni che li vide, nel 1848, come staffette
degli insorti nello scontro delle cinque giornate di Milano, spostandosi da una barricata all’altra.
6. Gli orfanotrofi oggi:
Oggi gli orfanotrofi non esistono più, sono stati chiusi alla fine del 2006, in seguito alla legge n.149
del 2000. In base a questa norma, se un minore viene privato della famiglia d’origine deve essere
collocato solo temporaneamente in comunità educative e al più pesto in un’altra famiglia, o in affido
o in adozione.
Oggi la tipologia di accoglienza è di tre tipi: ci sono gli affidi in famiglia, le case famiglia e le
comunità educative, che hanno sostituito gli orfanotrofi, ma non possono ospitare più di 12
bambini.
Basandosi sulle stime realizzate dall’istituto degli innocenti di Firenze, oggi sono circa 30 mila i
minori fuori famiglia. La maggior parte dei bambini spesso rimane in comunità solo per comodità in
quanto una famiglia affidataria necessita di essere formata e seguita.
10. Lavori orfani Martinitt prima metà del ‘900
0 2 4 6 8 10 12 14
APPRENDISTA OTTICO
BIGIOTTIERE
PELLICCIAIO
MECCANICO
OREFICE
DISEGNATORE
LAVORAZ.CRISTALLI
TIPOGRAFO
CASELLATORE
FORNITORE
TAPPEZZIERE
INCISORE
EBANISTA
OREFICE
ARGENTIERE
LINCOGRAFO
PELLETTIERE
FATTORINO
Orfani: 62
11. Lavori svolti da madri e sorelle degli orfani
prima metà del ‘900
0 2 4 6 8 10 12 14 16
CASALINGA
SARTA
DOMESTICA
GIOIELLIERA
OPERAIA
LAVANDAIA
RICAMATRICE
CONTABILE
INSERVIENTE
VENDITRICE AMBULANTE
GOMMAIA
MAGLIAIA
PASSAMANTAIA
INFERMIERA
MECCANICA
PELLETTAIA
CUOCA
FACCHINA
ELETTRICISTA
12. Lavori padri e fratelli orfani Martinitt prima
metà del ‘900
0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5
IMPRESARIO SPORTIVO
PORTOLANO
FERROVIERE
FOCHISTA
COCCHIERE
MECCANICO
MURATORE
CERAMISTA
SACERDOTE
TIPOGRAFO
SARTO
FABBRO
MARESCIALLO
OPERAIO
13. Nomi comuni orfani Martinitt 900
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9
ALFREDO
GIUSEPPE
OSVALDO
ALFREDO
MANLIO
LUIGI
COSTANTINO
BENITO
SANTINO
ENRICO
ERCOLE
ULDERICO
PIERO
GERMANO
14. Lavori madri e sorelle orfane Stelline ‘900
0
1
2
3
4
5
6
7
15. Lavori padri e fratelli orfane Stelline del ‘900
0
1
2
3
4
5
6
16. Lavori orfane Stelline ‘900
SARTA CUCITRICE RICAMATRICE PASSAMANAIA MAGLIAIA
0
1
2
3
4
5
6
Orfane:35
17. La nostra esperienza…
Quest'anno come alternanza scuola lavoro abbiamo dato il nostro contributo al Museo Martinitt e
Stelline.
Inizialmente, eravamo un po' scettiche sul lavoro che avremmo dovuto svolgere, in quanto pensavamo
non fosse molto coerente con il nostro percorso di studi. Tuttavia, già dal primo giorno ci siamo
ricredute, in quanto analizzando i fascicoli personali degli orfani Martinitt e Stelline, ci siamo
concentrate sul loro lavoro e quello dei famigliari quale argomento principale dei nostri studi
sociologici.
Durante queste quattro settimane di alternanza, abbiamo conosciuto vari aspetti degli orfanotrofi
Martinitt e Stelline come quello storico, grazie all'analisi dei fascicoli e quello morale grazie alle
interviste e ai vari documenti come le lettere che saltuariamente abbiamo trovato all'interno dei
fascicoli personali di ogni orfano.
Oltre ad avere analizzato i fascicoli degli orfani abbiamo avuto la possibilità di intervistare due ex
Martinitt: Renato e Maurizio. Grazie al racconto delle loro esperienze abbiamo potuto comprendere al
meglio, come ognuno di loro viveva all'interno della struttura, le dinamiche, le regole vigenti e
soprattutto quali erano gli aspetti positivi e negativi che la permanenza ha lasciato loro.
Qui di seguito riportiamo il riassunto dell'intervista:
18. Intervista a Renato Marelli
Il primo intervistato si chiama Renato Marelli, orfano di entrambi i genitori è rimasto solo con un
fratello e una sorella.
Egli ha imparato a fare il disegnatore meccanico, lavoro che è stato assegnato dall’orfanotrofio.
Infatti, come ci racconta egli stesso, non erano gli orfani a scegliere cosa avrebbero voluto fare da
grandi, ma erano gli insegnanti che, osservando le loro abilità e capacità, decidevano e avviavano gli
orfani a determinati lavori.
Era molto contento del primo stipendio preso, 40 mila lire, una cifra che seppur non gli avrebbe
permesso di mantenere una famiglia, era più che sufficiente per essere indipendente.
Una volta uscito dall’orfanotrofio ha proseguito la sua carriera professionale come disegnatore
meccanico.
Egli afferma che era molto facile trovare lavoro a quel tempo, difatti lui stesso cambiò ditta 6 volte
senza mai fare domanda, anche perché la professione del meccanico era molto richiesta.
19.
20. Intervista a Maurizio Vago
Il secondo intervistato si chiama Maurizio Vago, orfano di padre.
Anche egli non ha avuto difficoltà a trovare un lavoro, infatti ha fatto richiesta di lasciare
l’orfanotrofio a 16 anni per poter lavorare.
Ha iniziato in una ditta di ascensori dove è entrato come garzone. Dopo aver conseguito il
diploma di grafico ha lavorato in una ditta farmaceutica come impiegato in ambito
pubblicitario.
Come egli ci racconta gli elementi tecnologici non erano molti e anzi per la maggior parte
tutto quanto si faceva a mano, ma poco a poco c’erano le prime innovazioni. Infatti ci
porta l’esempio di come un giorno avessero cambiato le postazioni introducendo i primi
computer.
21.
22. DIVISIONE LAVORI POWER POINT:
Clara Pugliese: spiegazione iniziale percorso scuola-alternanza,
introduzione; elaborazione recensione complessiva.
Ilaria Mariani: storia Martinitt e Stelline, orfanotrofi al mondo d’oggi;
grafici; elaborazione recensione complessiva.
Sofia Testaquatra: Rielaborazione interviste; grafici e sistemazione
grafica power point.
Elena Paolacci: Sistemazione dati nel programma Excell; grafici e
sistemazione grafica power point.
Jessica Andagoya: Rielaborazione interviste, sistemazione dati nel
programma Excell; grafici.
23. Altre possibili ricerche/grafici:
-durata media della permanenza dei ragazzi all’interno degli orfanotrofi.
-motivi dimissioni degli orfani
-età media di entrata negli orfanotrofi
-media di orfani di padre, madre o ambo i genitori
-numero componenti di ciascun nucleo familiare