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Questi documenti sono stati realizzati dalla classe 4° A del Liceo delle Scienze Umane Erasmo da Rotterdam di Sesto San Giovanni con il progetto di alternanza scuola lavoro e sono il frutto della consultazione, analisi ed elaborazione di documenti dell’archivio storico del Museo Martinitt e Stelline di Milano. Rappresentano fonti scritte di memoria del lavoro.
2. Gerolamo Emiliani, figlio di un senatore veneziano, dopo la propria
liberazione dalla prigionia di guerra, rientrò a Venezia, donò tutti i suoi
averi ai poveri e radunò tutti gli orfani della città in una sua proprietà .
Della cosa venne a conoscenza il duca Francesco II Sforza che nel 1532
gli offrì la possibilità di
radunare gli orfani milanesi in
un edificio collocato nell’attuale
via Manzoni, nei pressi del quale
venne consacrata qualche anno
dopo una chiesa dedicata a
San Martino da cui gli orfani
presero il nome di Martinitt o
Martinetti.
3. Tratti distintivi:
o Scuola complementare Ordinata su 4 corsi (uno
preparatorio e 3 anni normali)
o Materie: Fisica, chimica, meccanica, italiano, storia e
geografia, francese, geometria e contabilità
o Integrazione tra istruzione umanistica e professionale
4. Le Stelline sono un antico istituto milanese per orfane, corrispondente
femminile de I Martinitt. Le orfane presero il nomignolo di "stelline"
dalla dedicazione della chiesa presente nell’edificio che l’istituto
occupò dalla seconda metà del Settecento quando per volere di Maria
Teresa d’Austria l’antico monastero delle benedettine di Santa Maria
della Stella, già convertito in Ospedale dei Poveri e Mendicanti della
Stella per opera di San Carlo Borromeo, venne convertito in primo regio
orfanotrofio femminile della Stella.
5. Nei primi regolamenti
dell’istituto si legge come,
assieme alle lettere, le giovani
dovevano interiorizzare
comportamenti sociali atti a
renderle donne ittadine consce e
appagoperose e rispettose
dell’autorità, cate del proprio
ruolo e della propria condizione
sociale, fedeli partecipi al mistero
divino.
6. I requisiti per l’ammissione delle fanciulle al ricovero erano:
L’avere compiuto il settimo e non aver superato il dodicesimo anno al
momento della nomina.
La miserabilità.
La mancanza dei genitori o almeno del padre.
Il domicilio continuato nella città di Milano.
L’aver avuto il vaiolo naturale o subita la vaccinazione.
Le orfane dovevano essere sane ed erano soggette a una visita medico-
chirurgica.
Le orfane erano presentate per l’accettazione del Pio Istituto dal Tutore,
o dalla Madre e dal Cotutore, o da altra persona idonea. Chi presentava
l’Orfana doveva obbligarsi formalmente a ritirarla nel caso in cui fosse
dimessa dal Luogo Pio senza collocamento.
7. 1° giorno: abbiamo visitato il Museo e ci sono state
spiegate le sue origini e la sua storia. In seguito abbiamo
iniziato ad analizzare i fascicoli delle Stelline.
2° giorno: abbiamo continuato ad analizzare i fascicoli
ricavandone alcuni dati.
3° giorno: abbiamo inserito in Excel i dati ricavati dai
fascicoli.
4° giorno: abbiamo concluso il lavoro in Excel, intervistato
i nonni di due compagne ed iniziato il lavoro su PowerPoint
e su Word.
5° giorno: abbiamo concluso il PowerPoint e trascritto le
interviste su Word. Abbiamo presentato i nostri lavori nel
pomeriggio.
8.
9. Lettera scritta da una bambina
(Amelia) alla madre
Lettera di un tutore
all’orfanotrofio
12. LAVORI delle MADRI delle STELLINE 1900-1959
Su un campione di 184 fascicoli
13. LAVORI dei PADRI delle STELLINE 1900-1959
Su un campione di 184 fascicoli
14. Durante il nostro percorso di alternanza ci è stata data
l’opportunità di intervistare persone nate nella prima
metà del XX secolo e raccogliere informazioni sui
lavori svolti da queste ultime. I diretti interessati erano
Mariconti Piera, Bartolini Aurea e Marchitiello
Michele (nonni delle nostre compagne).
15. Nata l’11/12/1934, a Saturnia (Toscana).
Si è trasferita a Milano da sua sorella, all’età di 10 anni,
per cercare lavoro.
E’ partita da Firenze in treno.
Ha fatto la sarta, dapprima presso un piccolo
laboratorio, ed in seguito presso una boutique di
proprietà, grazie all’aiuto del marito.
16.
17. Nato il 23/02/1944 a Rapolla (Basilicata).
Si è trasferito a Milano, all’età di 16 anni, perché “al Sud
c’era miseria, mentre al Nord c’erano molte opportunità di
lavoro”.
E’ partito dalla Basilicata, con suo cugino, viaggiando su un
cassone di un camion.
Per i primi due anni ha svolto diverse mansioni lavorative,
fino a quando non ha lavorato per 17 anni in una ditta
metalmeccanica, a Vimodrone (MI).
Nel 1978 ha iniziato a lavorare presso una fabbrica chimica
e prestampaggio, per 21 anni, fino alla pensione.
18. E’ soddisfatto del lavoro che ha svolto, poiché era
retribuito molto bene; infatti rifarebbe la scelta di
trasferirsi dal Sud al Nord.
19. Nata il 14/04/1937, a Milano.
Ha iniziato a lavorare all’età di 16 anni, presso un
fotografo; ha successivamente svolto vari lavori,
terminando la sua carriera da segretaria.
Il suo sogno era studiare per diventare insegnante ma
si è accontentata del lavoro che ha trovato, poiché
aveva bisogno di uno stipendio.
Ha conosciuto un Martinin di cognome Viani.