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MARTINITT E STELLINE
PROGETTO SUL LAVORO
NEGLI ORFANOTROFI
MASCHILI E FEMMINILI.
ORIGINE DELL’ISTITUTO..
La fondazione dell’orfanotrofio dei Martinitt
risale al 1532.
Voluto dal duca Francesco II Sforza per far
fronte al crescente problema dei fanciulli
abbandonati per le strade.
In origine si trattava di poco più che un
“centro di accoglienza” per orfani,una
piccola casa in Piazza san Sepolcro il cui
unico sostentamento consisteva in
donazioni, piccoli contributi e qualche
agevolazione fiscale.
L’orfanotrofio con il passare degli anni
riuscì ad offrire un vero e proprio servizio
di ricovero per i fanciulli con un sistema
educativo, di istruzione e formazione
personale di prim’ordine.
L’IMPORTANZA DEL RUOLO
DELLE PARROCCHIE
Le parrocchie hanno avuto un ruolo di
primaria importanza per l’aiuto nello
sviluppo degli orfanotrofi.
Oltre a fungere come una vera e propria
banca dati per l’identificazione degli
orfanelli per le strade,le parrocchie
sostenevano economicamente (entro le
possibilità delle singole).
Questo ruolo chiave ha iniziato a
diminuire nel XX° secolo per via di un
aumento dell’autonomia delle strutture di
ricovero, diventate veri e propri istituti
quasi autosufficienti, e anche per una
maggior efficienza da parte dello stato
nelle richieste degli orfanotrofi (anagrafe
e certificazioni varie).
Regolamento interno martinitt
1902
CAPITOLO I
Ammissione degli orfani
• Art. 2. Per ottenere l’ammissione occorrono i seguenti requisiti :
• a) essere orfano di entrambi i genitori o almeno di padre;
• b) la miserabilità;
• c) la nazionalità italiana;
• d) avere compiuto il settimo e non superato il decimo anno d’età al 1.°
marzo dell’anno nel quale avviene la nomina;
• e) il domicilio continuato di un decennio nel Comune di Milano da parte dei
genitori;
• f) aver avuto il vaiolo naturale od essere stato vaccinato;
AVVIAMENTO AL LAVORO
• Martinitt: Gli orfani iniziavano
il loro processo di istruzione all’
età di 6 anni, al fine di una
formazione culturale e sociale di
base.
• Al quarto anno di formazione
elementare veniva avviato il
programma di avviamento al
lavoro a seconda della
predisposizione del singolo.
• Ogni Martinin usciva dall’istituto
con un lavoro certo,
raccomandato dall’orfanotrofio
stesso.
• Stelline: L’istruzione era
analoga a quella dei martinitt.
• Conseguita l’istruzione di base
le Stelline venivano avviate ai
“lavori donneschi”, ovvero i
principali lavori casalinghi.
• Al termine della permanenza
nell’istituto ogni Stellina aveva
già assegnata una
professione, che meglio si
adeguasse alle particolarità
della persona.
VANTAGGI PROFESSIONALI:
• Sia i MARTINITT sia le STELLINE erano molto richiesti dai datori di lavoro
per la loro disciplina e predisposizione al lavoro,fuori dal comune rispetto
alla preparazione generale degli altri aspiranti lavoratori.
• Per questo motivo molti benefattori venivano a cercare manodopera negli
istituti. La preferenza verso gli orfani, garantiva donazioni all’istituto e aiuti
nella loro carriera professionale.
• Nei concorsi lavorativi i Martinitt e le Stelline godevano di vantaggi nelle
graduatorie per il loro status sociale.
CORSI DI SPECIALIZZAZIONE:
• Agli orfani veniva concesso di frequentare dei corsi di specializzazione
professionale o artistica per dar loro modo di poter meglio imparare la
professione di interesse.
• Tali corsi venivano effettuati durante l’orario serale all’esterno dell’
orfanotrofio, in modo da poter essere maggiormente accessibili per coloro
che erano interessati a frequentarli.
I lavori più frequenti per i Martinitt
1800-1900
Campione di riferimento 17 orfani
I lavori più frequenti per i Martinitt
1900-1939
Campione di riferimento 17
Lavori più frequenti di donne e
stelline
indagine su 17 persone
12%
6%
6%
6%
6%
28%
18%
6%
6%
6%
cucitrice
ostessa
tessitrice
lavandaia
biancheria
casalinga
domestica
smaltatrice
tappeziera
venditrice ambulante
Lavori più diffusi nel 19°e 20°
Secolo
4% 4%
4%
4%
7%
7%
4%
4%
4%
4%
15%
4%
4%
7%
4%
4%
4%
4%
7%
4%
fattorino
fornaio
barbiere
parrucchiere
verniciatore
brigadiere di posta
tessitore
operaio ferroviario
calzettaio
sensale di cavalli
facchino di stagione
fantino
meccanico
portiere
negoziante di vino
tranviere
conduttore di macchine
prof. Di mate
impiegato
calzolaio
Pianta organica del personale
interno 1865
Pianta organica del personale
interno 1902
CONFRONTO GESTIONE
GUADAGNI ORFANI NEL 1865
E NEL 1902
Le principali differenze riguardanti il terzo capitolo del regolamento degli
orfani all’interno dell’istituto tra il 1865 e il 1902 sono :
- con la nascita , nel 1898, del sistema italiano della previdenza sociale e la
costituzione della “Cassa Nazionale di Previdenza per la invalidità e la
vecchiaia degli operai” il capitolo III nel 1902 integra il ramo
dell’assicurazione rispetto al 1865 quando riguardava solo i guadagni
- nel 1865 i guadagni che gli orfani lavoratori ritraggono dal lavoro spettano
per ¾ all’istituto e per ¼ agli orfani e in caso di straordinaria applicazione al
lavoro o diligenza oltre alla quota regolarmente percepita possono
conseguire la decima parte, in contanti, sulla totalità dei loro guadagni a
giudizio del consiglio mentre nel 1902 la quota che spetta agli orfani è
regolata proporzionalmente al salario giornaliero percepito
- nel 1865 il capitolo comprende dall’art. 17 all’art. 20 mentre nel 1902
dall’art. 24 all’art. 28
CAPITOLO III
REGOLAMENTO INTERNO
DELL’ORFANOTROFIO
MASCHILE 1865
CAPITOLO III
REGOLAMENTO INTERNO
DELL’ORFANOTROFIO
MASCHILE 1902
INTERVISTAALLA STELLINA
SilvanaCome si è trovata all'interno dell'istituto?
Mi sono trovata bene con l'ambiente ma altri non condividevano l'idea, alcuni cercavano addirittura di
scappare
Come ha trovato il suo primo lavoro?
L'istituto ha trovato lavoro per me (nessuna orfana usciva senza lavoro). L’orfanotrofio tratteneva una
parte per i contributi e alla fine scalava le spese come i biglietti del bus per recarsi sul posto di lavoro
Avevate possibilità di scelta lavorativa ?
Ognuno sceglieva una professione in 5 elementare se no era l'istituto a decidere, potevamo scegliere
se continuare con gli studi o andare a lavorare (anche sotto consiglio dell'isitutrice)
Quali erano i principali lavori verso i quali venivate indirizzate ?
Venivamo indotte a essere brave nell'esecuzione di lavori casalinghi, definiti donneschi. Lavoravamo
nei laboratori femminili , purtroppo, facevamo le maglie , avevamo le macchine per farle. Durante
l'avviamento professionale per esempio ricamavamo corredi per i benefattori che li commissionavano
Quindi qual è stato il suo primo lavoro?
Fui chiamata in direzione mi chiesero se fossi stata interessata a uscire a lavorare . Fui inviata come
lavoratrice presso un negozio di busti e reggiseni
Percorso di studi
Ho frequentato le elementari (5 elementare) poi ho proseguito con l'avviamento professionale (che poi
è stato equiparato alle medie) . Erano obbligatorie . Poi potevamo scegliere se continuare con gli studi
(anche sotto consiglio dell'isitutrice) . Io ho scelto di non proseguire e sono andata a lavorare poi ho
frequentato un corso di contabilità , perché l'istituto permetteva di frequentare corsi di
approfondimento mentre si lavorava.
A cosa ti è servito il corso di contabilità?
A trovare il mio ultimo impiego all’INPS, prima ho lavorato all’ Enaoli (ente nazionale assistenza orfani
lavoratori italiani) ma non mi piaceva lavorare con gli assistenti sociali.
CURIOSITA’ INTERVISTAA
SILVANA
• (Lei si definisce anaffettiva,con difficoltà nell'esprimere i suoi sentimenti.non è capace ad
abbracciare/baciare le persone perché non è stata abituata alle effusioni perché mal interpretate)
• A: Come si svolgeva una giornata all'interno dell'istituto ?
• B: Dormivamo tutte (circa 30-40 ragazze) in camerata con l'istitutrice.
• Le regole erano ferree,sveglia 6.15, bisognava rifare i letti come i militari. Dopodiché andavamo a
messa alle 6.45. Suonava la campanella al termine della messa e facevamo colazione insieme
(tutto l'istituto). Eravamo molto autonome , a 10 anni sapevo già fare tutto. Le lezioni iniziavano
alle 08.30 e finivano alle 12.30 , poi pranzavamo e avevamo la ricreazione. Si tornava a scuola
per eseguire i compiti fino alle 17.30. La sera dovevamo fare il rosario con una candela in mano,
per molte era un bel momento.
• A: Come funzionavano le punizioni?
• B: Le punizioni erano : non uscire la domenica , aiutare in cucina per esempio a pelare le patate o
stare in piedi davanti al letto o saltare la ricreazione
• A: Com'era il rapporto con l'istitutrice?
• B: Il rapporto con l'istitutrice andava a fortuna , variava soprattutto in base al temperamento di
quest'ultima . Io sono stata molto fortunata , ci insegnava a giocare a carte e a ballare
• A: In che modo l'orfanotrofio si interessava dell'ambito sanitario ?
• B: Venivano fatti controlli sanitari (medico di base, visite dentistiche...) regolari , l'istituto era dotato
di un'infermeria ben attrezzata. In primavera si distribuiva un cucchiaio di olio di fegato di
merluzzo .
INTERVISTAAL MARTININ
Renato
RENATO MARELLI Nato nel 1952
A che età è entrato nel istituto?
Sono entrato nei Martinitt nel 1958 e sono stato dimesso l’ 8 ottobre del 1970,
ero orfano di entrambi i genitori dall’ eta di due anni. Sono stato mandato in istituto con il
mio gemello, mentre mia sorella è stata inviata nell’orfanotrofio femminile delle stelline
Prima di essere ammesso ai Martinitt ero ricoverato presso l’opera pia per infanti orfani
Come funzionava l’ammissione?
L’istituto era un ente benefico, ma ai miei tempi bisognava pagare se no: "Föra di ball"
quindi si veniva ammessi dietro pagamento di una retta che poteva essere pagata:
1- Dalla stessa madre rimasta vedova se questa non rinuncia alla pensione di reversibilità
del marito.
2- Se orfano di entrambi i genitori i contributi che questi avevano versato allo stato
venivano girati all’ENAOLI (Ente Nazionale per Assistenza Orfani Lavoratori Italiani) che li
usava per pagare la retta dell’istituto
3- Dal comune
INTERVISTAAL MARTININ
Giovanni di Gennaro
GIOVANNI nato nel 1940
A che età è entrato nell’istituto?
Sono entrato nel ‘47 ed sono stato espulso due volte :
• la prima volta per un debito di 55 mila lire, mia madre non riusciva a pagare la retta.
Saldato il debito sono stato riammesso in Istituto
• Poi sono stato espulso definitivamente perché trattavo male un istitutore
Quali sono stati i suoi studi all’interno dall’Istituto?
Ho fatto fino al terzo anno di elementari
Per fare la terza c’era un esame da fare di latino
Peró invece di farlo, facevamo l’ avviamento al lavoro che consisteva in otto ore settimanali di officina
dove tiravamo di lima.
Ha trovato lavoro grazie all’Istituto?
Giunta una certa età, l’istituto si occupava di trovare lavoro ai ragazzi.
Non chiedevano la preferenza per quanto riguarda i lavori, e io non ho avuto modo di scegliere la
professione.
Mi hanno messo a lavorare prima in un garage come elettricista poi mi hanno trovato un lavoro all’ Alfa
Romeo: solo due mesi dopo che ero stato assunto ho avuto un incidente, (stecca di biliardo sotto il
naso). Quando sono guarito mi hanno ripreso all’Alfa ma dopo un secondo incidente non sono più
stato riammesso.
Ho lavorato in un altra 15 di posti tra questi anche in Citroen - un paio di anni, e in Siemens.
Nel momento in cui si iniziava a lavorare cessava ogni tipo di assistenza esterna perchè lavoravamo e
quindi con il nostro stipendio ci mantenevamo all’interno dell’istituto che infatti tratteneva per le spese
¾ dello stipendio.
Una volta usciti dall’istituto i soldi che avevamo messo da parte ci venivano riconsegnati, ma da questi
erano state detratte tutte le spese extra come ad esempio il valore degli oggetti che avevamo rotto
RIASSUNTO ESPERIENZA DI
STAGE AL MUSEO MARTINITT E
STELLINE
La prima fase dell’esperienza è stata analizzare i fascicoli con i dati dei martinitt e le
stelline, per poterne estrapolare le informazioni essenziali per lo svolgimento della
seconda fase di stage, sono stati analizzati 83 fascicoli tra il 1800 e 1900.
Nella seconda fase sono stati raccolti ulteriori dati grazie all’intervista effettuata a 2 ex
Martinitt e 1 ex Stellina, che ha permesso di venire a conoscenza di alcuni fatti e dati
che non erano rintracciabili tramite i documenti.
La terza fase ha visto i membri dello stage rielaborare i dati estratti durante la prima
fase, per poterne effettuare una rappresentazione in Excel e successivamente creare
la presentazione da esporre in PowerPoint.
L’esperienza nel tutto si è rivelata di grande interesse storico- culturale, per un
approfondimento del tutto innovativo verso il settore degli orfanotrofi di Milano.
Nessuno dei membri immaginava di poter apprendere così tante informazioni sullo
stile di vita dei giovani orfani, con inoltre una prima esperienza di come possa essere
svolto un lavoro di ricerca e presentazione in ambito professionale.
FINE
• Luca Chigorno,Tommaso Cortese,Lorenzo
De Marini,Virginia Zaccone,Giulia
Formicola,Danielle Nahum

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Liceo Agnesi 4A 4B 4C 2016-2017

  • 1. MARTINITT E STELLINE PROGETTO SUL LAVORO NEGLI ORFANOTROFI MASCHILI E FEMMINILI.
  • 2. ORIGINE DELL’ISTITUTO.. La fondazione dell’orfanotrofio dei Martinitt risale al 1532. Voluto dal duca Francesco II Sforza per far fronte al crescente problema dei fanciulli abbandonati per le strade. In origine si trattava di poco più che un “centro di accoglienza” per orfani,una piccola casa in Piazza san Sepolcro il cui unico sostentamento consisteva in donazioni, piccoli contributi e qualche agevolazione fiscale. L’orfanotrofio con il passare degli anni riuscì ad offrire un vero e proprio servizio di ricovero per i fanciulli con un sistema educativo, di istruzione e formazione personale di prim’ordine.
  • 3. L’IMPORTANZA DEL RUOLO DELLE PARROCCHIE Le parrocchie hanno avuto un ruolo di primaria importanza per l’aiuto nello sviluppo degli orfanotrofi. Oltre a fungere come una vera e propria banca dati per l’identificazione degli orfanelli per le strade,le parrocchie sostenevano economicamente (entro le possibilità delle singole). Questo ruolo chiave ha iniziato a diminuire nel XX° secolo per via di un aumento dell’autonomia delle strutture di ricovero, diventate veri e propri istituti quasi autosufficienti, e anche per una maggior efficienza da parte dello stato nelle richieste degli orfanotrofi (anagrafe e certificazioni varie).
  • 4. Regolamento interno martinitt 1902 CAPITOLO I Ammissione degli orfani • Art. 2. Per ottenere l’ammissione occorrono i seguenti requisiti : • a) essere orfano di entrambi i genitori o almeno di padre; • b) la miserabilità; • c) la nazionalità italiana; • d) avere compiuto il settimo e non superato il decimo anno d’età al 1.° marzo dell’anno nel quale avviene la nomina; • e) il domicilio continuato di un decennio nel Comune di Milano da parte dei genitori; • f) aver avuto il vaiolo naturale od essere stato vaccinato;
  • 5. AVVIAMENTO AL LAVORO • Martinitt: Gli orfani iniziavano il loro processo di istruzione all’ età di 6 anni, al fine di una formazione culturale e sociale di base. • Al quarto anno di formazione elementare veniva avviato il programma di avviamento al lavoro a seconda della predisposizione del singolo. • Ogni Martinin usciva dall’istituto con un lavoro certo, raccomandato dall’orfanotrofio stesso. • Stelline: L’istruzione era analoga a quella dei martinitt. • Conseguita l’istruzione di base le Stelline venivano avviate ai “lavori donneschi”, ovvero i principali lavori casalinghi. • Al termine della permanenza nell’istituto ogni Stellina aveva già assegnata una professione, che meglio si adeguasse alle particolarità della persona.
  • 6. VANTAGGI PROFESSIONALI: • Sia i MARTINITT sia le STELLINE erano molto richiesti dai datori di lavoro per la loro disciplina e predisposizione al lavoro,fuori dal comune rispetto alla preparazione generale degli altri aspiranti lavoratori. • Per questo motivo molti benefattori venivano a cercare manodopera negli istituti. La preferenza verso gli orfani, garantiva donazioni all’istituto e aiuti nella loro carriera professionale. • Nei concorsi lavorativi i Martinitt e le Stelline godevano di vantaggi nelle graduatorie per il loro status sociale.
  • 7. CORSI DI SPECIALIZZAZIONE: • Agli orfani veniva concesso di frequentare dei corsi di specializzazione professionale o artistica per dar loro modo di poter meglio imparare la professione di interesse. • Tali corsi venivano effettuati durante l’orario serale all’esterno dell’ orfanotrofio, in modo da poter essere maggiormente accessibili per coloro che erano interessati a frequentarli.
  • 8. I lavori più frequenti per i Martinitt 1800-1900 Campione di riferimento 17 orfani
  • 9. I lavori più frequenti per i Martinitt 1900-1939 Campione di riferimento 17
  • 10. Lavori più frequenti di donne e stelline indagine su 17 persone 12% 6% 6% 6% 6% 28% 18% 6% 6% 6% cucitrice ostessa tessitrice lavandaia biancheria casalinga domestica smaltatrice tappeziera venditrice ambulante
  • 11. Lavori più diffusi nel 19°e 20° Secolo 4% 4% 4% 4% 7% 7% 4% 4% 4% 4% 15% 4% 4% 7% 4% 4% 4% 4% 7% 4% fattorino fornaio barbiere parrucchiere verniciatore brigadiere di posta tessitore operaio ferroviario calzettaio sensale di cavalli facchino di stagione fantino meccanico portiere negoziante di vino tranviere conduttore di macchine prof. Di mate impiegato calzolaio
  • 12. Pianta organica del personale interno 1865
  • 13. Pianta organica del personale interno 1902
  • 14. CONFRONTO GESTIONE GUADAGNI ORFANI NEL 1865 E NEL 1902 Le principali differenze riguardanti il terzo capitolo del regolamento degli orfani all’interno dell’istituto tra il 1865 e il 1902 sono : - con la nascita , nel 1898, del sistema italiano della previdenza sociale e la costituzione della “Cassa Nazionale di Previdenza per la invalidità e la vecchiaia degli operai” il capitolo III nel 1902 integra il ramo dell’assicurazione rispetto al 1865 quando riguardava solo i guadagni - nel 1865 i guadagni che gli orfani lavoratori ritraggono dal lavoro spettano per ¾ all’istituto e per ¼ agli orfani e in caso di straordinaria applicazione al lavoro o diligenza oltre alla quota regolarmente percepita possono conseguire la decima parte, in contanti, sulla totalità dei loro guadagni a giudizio del consiglio mentre nel 1902 la quota che spetta agli orfani è regolata proporzionalmente al salario giornaliero percepito - nel 1865 il capitolo comprende dall’art. 17 all’art. 20 mentre nel 1902 dall’art. 24 all’art. 28
  • 17. INTERVISTAALLA STELLINA SilvanaCome si è trovata all'interno dell'istituto? Mi sono trovata bene con l'ambiente ma altri non condividevano l'idea, alcuni cercavano addirittura di scappare Come ha trovato il suo primo lavoro? L'istituto ha trovato lavoro per me (nessuna orfana usciva senza lavoro). L’orfanotrofio tratteneva una parte per i contributi e alla fine scalava le spese come i biglietti del bus per recarsi sul posto di lavoro Avevate possibilità di scelta lavorativa ? Ognuno sceglieva una professione in 5 elementare se no era l'istituto a decidere, potevamo scegliere se continuare con gli studi o andare a lavorare (anche sotto consiglio dell'isitutrice) Quali erano i principali lavori verso i quali venivate indirizzate ? Venivamo indotte a essere brave nell'esecuzione di lavori casalinghi, definiti donneschi. Lavoravamo nei laboratori femminili , purtroppo, facevamo le maglie , avevamo le macchine per farle. Durante l'avviamento professionale per esempio ricamavamo corredi per i benefattori che li commissionavano Quindi qual è stato il suo primo lavoro? Fui chiamata in direzione mi chiesero se fossi stata interessata a uscire a lavorare . Fui inviata come lavoratrice presso un negozio di busti e reggiseni Percorso di studi Ho frequentato le elementari (5 elementare) poi ho proseguito con l'avviamento professionale (che poi è stato equiparato alle medie) . Erano obbligatorie . Poi potevamo scegliere se continuare con gli studi (anche sotto consiglio dell'isitutrice) . Io ho scelto di non proseguire e sono andata a lavorare poi ho frequentato un corso di contabilità , perché l'istituto permetteva di frequentare corsi di approfondimento mentre si lavorava. A cosa ti è servito il corso di contabilità? A trovare il mio ultimo impiego all’INPS, prima ho lavorato all’ Enaoli (ente nazionale assistenza orfani lavoratori italiani) ma non mi piaceva lavorare con gli assistenti sociali.
  • 18. CURIOSITA’ INTERVISTAA SILVANA • (Lei si definisce anaffettiva,con difficoltà nell'esprimere i suoi sentimenti.non è capace ad abbracciare/baciare le persone perché non è stata abituata alle effusioni perché mal interpretate) • A: Come si svolgeva una giornata all'interno dell'istituto ? • B: Dormivamo tutte (circa 30-40 ragazze) in camerata con l'istitutrice. • Le regole erano ferree,sveglia 6.15, bisognava rifare i letti come i militari. Dopodiché andavamo a messa alle 6.45. Suonava la campanella al termine della messa e facevamo colazione insieme (tutto l'istituto). Eravamo molto autonome , a 10 anni sapevo già fare tutto. Le lezioni iniziavano alle 08.30 e finivano alle 12.30 , poi pranzavamo e avevamo la ricreazione. Si tornava a scuola per eseguire i compiti fino alle 17.30. La sera dovevamo fare il rosario con una candela in mano, per molte era un bel momento. • A: Come funzionavano le punizioni? • B: Le punizioni erano : non uscire la domenica , aiutare in cucina per esempio a pelare le patate o stare in piedi davanti al letto o saltare la ricreazione • A: Com'era il rapporto con l'istitutrice? • B: Il rapporto con l'istitutrice andava a fortuna , variava soprattutto in base al temperamento di quest'ultima . Io sono stata molto fortunata , ci insegnava a giocare a carte e a ballare • A: In che modo l'orfanotrofio si interessava dell'ambito sanitario ? • B: Venivano fatti controlli sanitari (medico di base, visite dentistiche...) regolari , l'istituto era dotato di un'infermeria ben attrezzata. In primavera si distribuiva un cucchiaio di olio di fegato di merluzzo .
  • 19. INTERVISTAAL MARTININ Renato RENATO MARELLI Nato nel 1952 A che età è entrato nel istituto? Sono entrato nei Martinitt nel 1958 e sono stato dimesso l’ 8 ottobre del 1970, ero orfano di entrambi i genitori dall’ eta di due anni. Sono stato mandato in istituto con il mio gemello, mentre mia sorella è stata inviata nell’orfanotrofio femminile delle stelline Prima di essere ammesso ai Martinitt ero ricoverato presso l’opera pia per infanti orfani Come funzionava l’ammissione? L’istituto era un ente benefico, ma ai miei tempi bisognava pagare se no: "Föra di ball" quindi si veniva ammessi dietro pagamento di una retta che poteva essere pagata: 1- Dalla stessa madre rimasta vedova se questa non rinuncia alla pensione di reversibilità del marito. 2- Se orfano di entrambi i genitori i contributi che questi avevano versato allo stato venivano girati all’ENAOLI (Ente Nazionale per Assistenza Orfani Lavoratori Italiani) che li usava per pagare la retta dell’istituto 3- Dal comune
  • 20. INTERVISTAAL MARTININ Giovanni di Gennaro GIOVANNI nato nel 1940 A che età è entrato nell’istituto? Sono entrato nel ‘47 ed sono stato espulso due volte : • la prima volta per un debito di 55 mila lire, mia madre non riusciva a pagare la retta. Saldato il debito sono stato riammesso in Istituto • Poi sono stato espulso definitivamente perché trattavo male un istitutore Quali sono stati i suoi studi all’interno dall’Istituto? Ho fatto fino al terzo anno di elementari Per fare la terza c’era un esame da fare di latino Peró invece di farlo, facevamo l’ avviamento al lavoro che consisteva in otto ore settimanali di officina dove tiravamo di lima. Ha trovato lavoro grazie all’Istituto? Giunta una certa età, l’istituto si occupava di trovare lavoro ai ragazzi. Non chiedevano la preferenza per quanto riguarda i lavori, e io non ho avuto modo di scegliere la professione. Mi hanno messo a lavorare prima in un garage come elettricista poi mi hanno trovato un lavoro all’ Alfa Romeo: solo due mesi dopo che ero stato assunto ho avuto un incidente, (stecca di biliardo sotto il naso). Quando sono guarito mi hanno ripreso all’Alfa ma dopo un secondo incidente non sono più stato riammesso. Ho lavorato in un altra 15 di posti tra questi anche in Citroen - un paio di anni, e in Siemens. Nel momento in cui si iniziava a lavorare cessava ogni tipo di assistenza esterna perchè lavoravamo e quindi con il nostro stipendio ci mantenevamo all’interno dell’istituto che infatti tratteneva per le spese ¾ dello stipendio. Una volta usciti dall’istituto i soldi che avevamo messo da parte ci venivano riconsegnati, ma da questi erano state detratte tutte le spese extra come ad esempio il valore degli oggetti che avevamo rotto
  • 21. RIASSUNTO ESPERIENZA DI STAGE AL MUSEO MARTINITT E STELLINE La prima fase dell’esperienza è stata analizzare i fascicoli con i dati dei martinitt e le stelline, per poterne estrapolare le informazioni essenziali per lo svolgimento della seconda fase di stage, sono stati analizzati 83 fascicoli tra il 1800 e 1900. Nella seconda fase sono stati raccolti ulteriori dati grazie all’intervista effettuata a 2 ex Martinitt e 1 ex Stellina, che ha permesso di venire a conoscenza di alcuni fatti e dati che non erano rintracciabili tramite i documenti. La terza fase ha visto i membri dello stage rielaborare i dati estratti durante la prima fase, per poterne effettuare una rappresentazione in Excel e successivamente creare la presentazione da esporre in PowerPoint. L’esperienza nel tutto si è rivelata di grande interesse storico- culturale, per un approfondimento del tutto innovativo verso il settore degli orfanotrofi di Milano. Nessuno dei membri immaginava di poter apprendere così tante informazioni sullo stile di vita dei giovani orfani, con inoltre una prima esperienza di come possa essere svolto un lavoro di ricerca e presentazione in ambito professionale.
  • 22. FINE • Luca Chigorno,Tommaso Cortese,Lorenzo De Marini,Virginia Zaccone,Giulia Formicola,Danielle Nahum