La leadership al tempo della complessità promuove le capacità autorganizzanti di un gruppo, di un’azienda, di una società, ai fini della sopravvivenza, del benessere, dell’adattamento creativo.
2. I Sistemi Complessi sono sistemi aperti, caratterizzati da:
numerose componenti,
a loro volta più o meno complesse
fortemente collegate tra loro
e con l’ambiente (struttura a rete)
costituenti circuiti di feedback
positivo (trasformativo) e negativo (stabilizzante).
Tramite modulazione reciproca e ricorsiva,
essi sono in grado di autorganizzazione ed adattamento.
La Vita, in tutte le sue manifestazioni,
dalle singole cellule a tutti i possibili sovrasistemi,
(organi, organismi, coppia, gruppi, organizzazioni, ecc.)
appartiene al Mondo della Complessità.
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3. L’Organizzazione è
un Sistema Complesso!
Un insieme interattivo di molti organismi (intelligenti)
in interazione multipolare fra loro e con l’ambiente
in grado di autorganizzarsi creativamente,
vivere, crescere, trasformarsi,
e dare vita e vitalità a tutte le sue parti.
La vita nelle Organizzazioni
é una possibilità imperdibile
di crescita personale ed autorealizzazione.
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4. La leadership è un
fenomeno universale
di autorganizzazione
presente in molte specie animali sociali.
Essa è la funzione gruppale
di autoregolazione, coordinamento
e guida dell’azione collettiva,
ed ha come fine ultimo
la sopravvivenza del branco.
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5. Leadership autocratica
Il leader decide, giudica, comanda, non crea
occasioni di comunicazione. Buona produttività, il
gruppo si sfalda quando il leader si allontana.
Grande aggressività tra i partecipanti.
Leadership democratica (e relazionale)
Il leader coordina, aiuta a decidere in gruppo,
sostiene i partecipanti e li indirizza nel consenso.
È la più produttiva, e funziona bene anche in
assenza del leader.
Leadership permissiva
Il leader lascia totale libertà e assenza di guida. E’
la meno produttiva, livello medio di aggressività
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6. La leadership è il processo volto a influenzare le idee e le attività
di un individuo o di un gruppo
che si impegna per il conseguimento di
obiettivi comuni in una determinata situazione
(P. Hersey, K. Blanchard).
Il processo della leadership è dunque una funzione del leader, del
collaboratore e di altre variabili situazionali, ovvero:
L= f(l,c,s)
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7.
8. I mercati sono oggi complessi ed instabili, soggetti ad incertezze e sorprese,
caratterizzati da infinite variabili note ed ignote
fra loro sempre ma non chiaramente interconnesse
(mutamenti sociali, nuovi prodotti, competitori inaspettati, ecc. ecc.)
I manager non possono più mantenere
l’illusione del controllo e della prevedibilità.
L’organizzazione deve passare
da strutture gerarchiche verticali e procedure standardizzate
a reti flessibili, decentralizzate, autorganizzanti.
A tal fine devono favorire coinvolgimento, responsabilità ed autonomia,
accrescere le competenze, sostenere l’autorganizzazione ed il lavoro di squadra.
Siamo entrati nell’era della complessità!
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9. Un organismo in evoluzione
al mutare delle competenze
e delle condizioni ambientali.
Un organismo differenziato ed integrato
con elevata efficacia e flessibilità
nel raggiungimento degli obiettivi
dei membri individuali e dell’organizzazione.
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Leadership è la funzione di un Organismo Sociale
che ha come scopo la sopravvivenza, la crescita e l’adattamento creativo.
Il leader è il facilitatore della connessione tra le diverse parti del sistema,
sostenendone in tal modo i processi di organizzazione ed autorganizzazione.
Egli accresce la consapevolezza
(dei bisogni/stati interni e delle caratteristiche ambientali)
Sostiene il confronto,
la valorizzazione e l’integrazione fra le parti
Costruisce la sintesi
degli obiettivi individuali impliciti ed espliciti
in un comune orizzonte (vision) e strategia (mission)
Sviluppa (fa crescere) e mobilizza (coinvolge)
le risorse per l’azione
Cura il coordinamento
per il raggiungimento degli obiettivi.
13. Noi riteniamo che il compito fondamentale dei leader sia quello di innescare sentimenti
positivi nelle persone che gestiscono.
Ciò accade quando essi sanno creare risonanza -una riserva di positività che libera
quanto c'è di meglio in ogni individuo. Nella sua essenza, quindi, il compito
fondamentale della leadership è di natura emozionale.
L'abilità di un leader nel gestire e orientare tali emozioni
in modo da guidare il gruppo verso il raggiungimento dei suoi obiettivi
dipende dal suo livello di intelligenza emotiva.
(Daniel Goleman)
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14. La leadership risonante
(Daniel Goleman)
Il Leader Sociale o Affiliativo: il suo obiettivo è creare armonia nel team e nei rapporti. La relazione è al
centro. Utile a creare un team coeso e compatto.
Il Leader Democratico: dà voce al confronto, e crea un ambiente partecipativo, che responsabilizza e
valorizza ogni singolo membro. Stile è utile al clima lavorativo, aumenta la produttività, e permette al Leader
di ottenere buoni feedback.
Il Leader Visionario: esplicita e promuove nei dipendenti la Mission e la Vision, e crea in azienda un clima
particolarmente energetico e positivo. Questo stile aiuta e sprona il team nei momenti di cambiamento.
Il Leader Coach: crea una connessione fra la Mission aziendale e i bisogni e valori del singolo lavoratore.
Valorizza e fa crescere lo staff, sostiene l’acquisizione delle competenze critiche e rinforza le prestazioni
eccellenti.
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15. Consapevolezza di sé
◦ consapevolezza del proprio stato emotivo
◦ conoscenza di sé, valori, ideali, punti di forza e debolezza
◦ intuizione, fiducia in se stessi, proprio valore e potenzialità
Gestione di sé
◦ gestione delle proprie emozioni
◦ integrità, autenticità e trasparenza
◦ adattabilità, flessibilità, creatività
◦ orientamento al risultato
◦ spirito di iniziativa
◦ ottimismo
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Avere consapevolezza di sé significa
possedere una profonda comprensione delle proprie emozioni,
delle doti e dei limiti distintivi della propria personalità,
dei valori e dei fattori motivanti dai quali si attinge ispirazione.
Di fronte a decisioni complesse, le sensazioni viscerali ci offrono una guida che va ben
oltre i dati disponibili.
L'intuizione, ovvero la capacità di utilizzare non solo le competenze tecniche,
ma anche il bagaglio delle proprie esperienze di vita per prendere decisioni giuste,
è una dote naturale del leader consapevole di sé…
La volontà di raggiungere le mete che ci siamo prefissati nella vita
dipende dall'abilità della nostra mente nel ricordarci q
uanto saremo soddisfatti quando avremo realizzato i nostri sogni. (D. Goleman)
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Se non avremo consapevolezza dei nostri sentimenti,
non riusciremo a gestirli.
Piuttosto saranno le nostre emozioni a controllarci.
Mantenendo la gestione delle proprie emozioni e dei propri impulsi,
essi forgiano un clima di fiducia, serenità e correttezza.
I leader che adottano questo atteggiamento
suscitano negli interlocutori un'impressione di schiettezza,
poiché non fingono di essere diversi da come sono.
Il concetto di integrità, quindi, sta tutto in una domanda:
le tue azioni rispecchiano i tuoi valori? (Daniel Goleman)
18. Consapevolezza sociale
◦ empatia
◦ orientamento al cliente
◦ consapevolezza dell'organizzazione
Gestione delle relazioni interpersonali
◦ leadership ispiratrice
◦ essere agente di cambiamento
◦ sintonia, influenza e persuasione
◦ creare legami interpersonali e di gruppo
◦ sviluppo delle potenzialità dei collaboratori
◦ sostenere l'appartenenza, la collaborazione ed il lavoro di gruppo
◦ gestire i conflitti, valorizzare ed integrare le differenze individuali
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19. La consapevolezza sociale -in particolare l'empatia-
è fondamentale per il compito primario di ogni leader,
che è quello di creare risonanza.
Restando costantemente sintonizzato sui sentimenti
delle persone che lo circondano,
un leader può esprimersi e può agire in modo appropriato,
non importa se si tratta di scoprire timori,
placare ire, condividere un clima di generale buonumore.
Questa sintonia consente inoltre al leader
di percepire i valori e le priorità collettive
che possono animare il gruppo. (D. Goleman)
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20. Un leader che esprime i propri sentimenti con convinzione emana
risonanza proprio perché comunica emozioni autentiche,
ancorate a valori profondamente sentiti.
Questi leader sono consapevoli che più di ogni altra cosa,
a motivare l'individuo nel lavoro saranno i suoi valori più profondi.
Essendo consci dei propri valori essi sanno dare voce a un ideale
che il gruppo percepisce come autentico.
I leader ispiratori suscitano l’entusiasmo dei propri collaboratori
per un obiettivo comune. Essi danno loro uno scopo.
(Daniel Goleman)
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21. La leadership dissonante
(Daniel Goleman)
Il Leader Trascinante: traina il gruppo ed è focalizzato sull’obiettivo. Se questo
approccio è estremo e continuativo, incute sovrapressione ed ansia nei dipendenti.
Ottimo nell’emergenza e con team competenti e motivati, ma alla lunga può minare
l’essenza stessa del team working.
Il Leader Autoritario: impone la Vision, regole e modi, motiva il personale in modo
coercitivo, crea un clima aziendale teso nel quale i singoli difficilmente si prendono
responsabilità. Consigliato solo per brevi periodi ed in casi di emergenza.
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22. La leadership patologica
Il Leader Narcisista: ha perso di vista l’interesse e gli obiettivi intrinseci del gruppo, verso il quale non ha
alcuna capacità/volontà di ascolto, si circonda di adulatori interessati od intimoriti, ogni sua azione è volta
all’autoglorificazione ed è incline ad azioni estreme e spesso pericolose che evidenzino la sua propria
grandezza (grandiosità). Qualis artifex pereo! (cit. Svetonio in Vita Neronis)
Il Leader Paranoico: si sente circondato da nemici sia interni che esterni, basa il suo potere sulla paura e
sull’aggressione preventiva, è in grado di unire il gruppo nei momenti di crisi e di malcontento, coalizzandolo
contro capri espiatori interni o presunti nemici esterni, e porta inesorabilmente allo scontro, alla
discriminazione, al conflitto distruttivo. In quanto mi difendo dagli ebrei, lotto per le opere del Signore.
(A.Hitler).
Il Leader Manipolatore: demagogicamente utilizza alcune delle caratteristiche della leadership risonante,
ma in modo non autentico ed vista di propri interessi personali. Per manipolare efficacemente il popolo, è
necessario convincere tutti che nessuno li sta manipolando. (John Kenneth Galbraith)
Il Leader Laissez faire: di fatto è un non leader, apparentemente delega, dialoga, accoglie, di fatto non si
prende la propria responsabilità, non decide, non è presente o lo è in modo discontinuo ed intermittente.
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