Un libro sulle città che verranno, ovvero sugli agglomerati abitativi che l’umanità andrà a realizzare nello spazio. Un futuro, quello dell’architettura spaziale, che è ancora tutto da scrivere e che non potrà essere tale se non in stretta correlazione con la multidisciplinarietà che caratterizza l’ambito aerospaziale. Nello spazio infatti, fino ad oggi, si applica tutto quanto si apprende e si sviluppa a terra e che, missione dopo missione, si sperimenta fuori dal nostro pianeta (in attesa che possa avverarsi il “Made in Space”). Gli autori ci conducono così verso l’alto e lo fanno descrivendo gli effetti della microgravità che caratterizza il “living in space” e porta ad evidenziare “come è straordinario riflettere su quanto noi umani siamo incredibilmente complessi e quanta sofisticazione ci sia dietro le attività che viviamo con un’inconsapevole naturalezza”.
Complexity Literacy Meeting 2023 - Luca Romanelli - Risonanze di "Essere o Vi...Complexity Institute
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Complexity Literacy Meeting 2023 - Scheda del libro consigliato da Paolo Castiglioni - Le città dell'universo - di A. Dominoni e B. Quaquaro
1. COMPLEXITY INSTITUTE - APS
Corso Genova 32 - 16043 Chiavari – GE - CF: 90059610106
www.complexityinstitute.it
complex.institute@gmail.com
LA SCHEDA DEL LIBRO
“LE CITTA’ DELL’UNIVERSO.
COME SARA’ ABITARE NELLO SPAZIO”
Consigliato da: Paolo Castiglioni
1. TITOLO: Le città dell’universo. Come sarà abitare nello spazio
EVENTUALE TITOLO EDIZIONE ORIGINALE:
2. AUTORE/AUTRICE: Annalisa Dominoni / Benedetto Quaquaro
EVENTUALI NOTE SULL’AUTORE/AUTRICE: Annalisa e Benedetto sono entrambi architetti con la
passione dello spazio. Insegnano alla Scuola di Design del Politecnico di Milano dove hanno creato
(2017) il primo corso di architettura e design spaziale supportato dall’Agenzia Spaziale Europea
3. CASA EDITRICE: Il Saggiatore
4. ANNO PUBBLICAZIONE: 2023
EVENTUALE ANNO EDIZIONE ORIGINALE:
5. BANDELLA LATERALE con breve descrizione dei contenuti del “Libro Consigliato”:
Un libro sulle città che verranno, ovvero sugli agglomerati abitativi che l’umanità andrà a realizzare
nello spazio. Un futuro, quello dell’architettura spaziale, che è ancora tutto da scrivere e che non
potrà essere tale se non in stretta correlazione con la multidisciplinarietà che caratterizza l’ambito
aerospaziale. Nello spazio infatti, fino ad oggi, si applica tutto quanto si apprende e si sviluppa a
terra e che, missione dopo missione, si sperimenta fuori dal nostro pianeta (in attesa che possa
avverarsi il “Made in Space”). Gli autori ci conducono così verso l’alto e lo fanno descrivendo gli
effetti della microgravità che caratterizza il “living in space” e porta ad evidenziare “come è
straordinario riflettere su quanto noi umani siamo incredibilmente complessi e quanta
sofisticazione ci sia dietro le attività che viviamo con un’inconsapevole naturalezza”.
2. COMPLEXITY INSTITUTE - APS
Corso Genova 32 - 16043 Chiavari – GE - CF: 90059610106
www.complexityinstitute.it
complex.institute@gmail.com
6. PERCHE’ CONSIGLIO QUESTO LIBRO (max 300 parole):
Pensare e immaginare per poi progettare e sperimentare affrontando la prossima frontiera che è
rappresentata dall’andare oltre il cielo. In questo libro gli architetti Dominoni e Quaquero “fanno il
punto” su come abitare lo spazio (una condizione divenuta realtà per ormai quasi mille astronauti
che si sono alternati nei decenni) con un linguaggio semplice e diretto, di chi vuole allontanarsi dal
proprio sapere specialistico per considerare l’autentica complessità che occorre comprendere,
applicare e amministrare per lasciare la Terra ed affrontare un nuovo modo di vivere che, infatti,
non trattasi di una mera questione tecnologica.
E mentre guardiamo a come antropizzare lo spazio, da lassù possiamo intanto apprendere come
vivere al meglio sulla Terra, dato che l’osservazione del Pianeta dallo spazio ci consente di meglio
definire e programmare numerose attività a beneficio dell’umanità. Lo sguardo attento al sistema
solare ci consente poi di considerare la Terra come un grande “veicolo spaziale” che infatti ruota sul
suo asse fino a più di 1600 km/h (definendo così il giorno, convenzionalmente diviso nelle 24 ore)
mentre realizza anche un movimento di rivoluzione a 108.000 km/h (che definisce l’alternarsi delle
stagioni) e l’umanità tutta costituisce l’equipaggio che deve appunto sviluppare condotte attente
perché il funzionamento della natura, che tutti ci alimenta, non venga compromesso.
Le città dell’universo possono così rappresentare un “punto e a capo” per poter affrontare la
planetarietà come un rinnovato principio educativo, che ci porti anche a riconsiderare le nostre
metropoli come ambiti sperimentali, modelli dinamici per la realizzazione del distretto terrestre,
unico e complesso, la casa di noi tutti, comunità di destino ma ancora privi di quel senso
profondamente umano che, al di là delle opportunità spaziali, ci dovrebbe portare ad un’autentica
cittadinanza terrestre fondata su valori condivisi e traguardi comuni.