Un celebre adagio (di volta in volta attribuito a Slavoj Žižek o a Fredric Jameson) recita che è più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo. Lo slogan There Is No Alternative tanto caro a Margaret Thatcher è stato infine adottato anche dalla sinistra liberale, e nemmeno la crisi del 2008 è riuscita a scalfire la generalizzata convinzione che, fuori dal capitalismo, sia impossibile ipotizzare strade altre. Ma qual è l’effetto di questo «realismo capitalista» sul nostro immaginario? E qual è il suo ruolo nel diffuso sentimento di rassegnazione e infelicità che permea le nostre vite?
In questo breve ma fondamentale testo che ha avuto un impatto enorme sugli ambienti culturali in primo luogo anglofoni, il critico e teorico Mark Fisher ragiona su come il realismo capitalista abbia occupato ogni area della nostra esperienza quotidiana, e si interroga su come sia possibile combatterlo.
Con Realismo capitalista, Fisher ha firmato una delle più penetranti, illuminanti e dolorose analisi del mondo in cui viviamo. Ma Realismo capitalista è anche un testo che apre all’idea di possibilità, e che ribadisce che un’alternativa c’è. Leggerlo, per dirla con lo scrittore e poeta Alex Niven, è come «tornare a respirare dopo tanto, troppo tempo trascorso sott’acqua».
Complexity Literacy Meeting - Scheda del libro presentato da Simonetta Simoni...
Literacy Meeting 2023 - Libro consigliato da Fabiola De Toffol - Realismo capitalista - di Mark Fisher
1. COMPLEXITY INSTITUTE - APS
Corso Genova 32 - 16043 Chiavari – GE - CF: 90059610106
www.complexityinstitute.it
complex.institute@gmail.com
LA SCHEDA DEL LIBRO
“REALISMO CAPITALISTA”
Consigliato da: Fabiola De Toffol
1. TITOLO: Realismo capitalista
EVENTUALE TITOLO EDIZIONE ORIGINALE: Capitalist Realism: Is there No Alternatives?
2. AUTORE: Mark Fisher
EVENTUALI NOTE SULL’AUTORE: Mark Fisher (1968-2017), pensatore britannico, è stato scrittore,
critico musicale, filosofo e attivista. Ha scritto tra gli altri per il Guardian, il New Statesman e per
il mensile The Wire, oltre ad aver tenuto per anni K-Punk, uno dei più seguiti blog di cultural theory
in lingua inglese. Tra le sue opere: Realismo capitalista, The Weird and the Erie, Spettri della mia
vita e la raccolta di K-Punk: Il nostro desiderio è senza nome. Scritti politici; Schermi, sogni e
spettri. Cinema e televisione; Scegli le tue armi. Scritti sulla musica.
3. CASA EDITRICE: Nero
4. ANNO PUBBLICAZIONE: 2018
EVENTUALE ANNO EDIZIONE ORIGINALE: 2009
5. BANDELLA LATERALE con breve descrizione dei contenuti del “Libro Consigliato”:
Un celebre adagio (di volta in volta attribuito a Slavoj Žižek o a Fredric Jameson) recita che è più
facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo. Lo slogan There Is No Alternative
tanto caro a Margaret Thatcher è stato infine adottato anche dalla sinistra liberale, e nemmeno la
crisi del 2008 è riuscita a scalfire la generalizzata convinzione che, fuori dal capitalismo, sia
impossibile ipotizzare strade altre. Ma qual è l’effetto di questo «realismo capitalista» sul nostro
immaginario? E qual è il suo ruolo nel diffuso sentimento di rassegnazione e infelicità che permea
le nostre vite?
In questo breve ma fondamentale testo che ha avuto un impatto enorme sugli ambienti culturali
in primo luogo anglofoni, il critico e teorico Mark Fisher ragiona su come il realismo capitalista
abbia occupato ogni area della nostra esperienza quotidiana, e si interroga su come sia possibile
combatterlo.
2. COMPLEXITY INSTITUTE - APS
Corso Genova 32 - 16043 Chiavari – GE - CF: 90059610106
www.complexityinstitute.it
complex.institute@gmail.com
Con Realismo capitalista, Fisher ha firmato una delle più penetranti, illuminanti e dolorose analisi
del mondo in cui viviamo. Ma Realismo capitalista è anche un testo che apre all’idea di possibilità,
e che ribadisce che un’alternativa c’è. Leggerlo, per dirla con lo scrittore e poeta Alex Niven, è
come «tornare a respirare dopo tanto, troppo tempo trascorso sott’acqua».
6. PERCHE’ CONSIGLIO QUESTO LIBRO
E’ una lettura consigliata da mio figlio, che mi ha messo in crisi.
Rispetto a capitalismo e neo-liberismo ero convinta di conoscere la mia posizione, di averne colto
le caratteristiche enantiomorfe, di aver elaborato un punto di vista e aver edificato la mia sorta di
torretta da cui osservare il sistema, consapevole di esserne parte senza rinunciare a coglierne le
contraddizioni, senza rinunciare ad attenuarne gli impatti.
Mark Fisher costringe al meta-punto di vista, ricordandoci però che perdere l’assoluto non è
esperienza semplice.
Il Capitalismo non è considerato come teoria sui modi in cui funziona l’economia: va oltre l’analisi
di come tale teoria sia al contempo descrittiva e prescrittiva, e la racconta come etica il cui dogma
è rappresentato dalla crescita economica, che è diventata bene supremo e i cui benefici
rappresentano una semplificazione, perché non considerano la condizione di chi subisce le varie
forme di colonizzazione passate e presenti; le cause del disequilibrio ecologico, il destino riservato
alle altre specie.
Con moltissimi riferimenti alla cultura pop, racconta il patto problematico esistente tra Mercato,
Stato, Individuo, di come questo funzioni a discapito di Famiglia e Comunità, e di forme di
assoggettamento che hanno perso la forma della subordinazione per assumere quelle della
partecipazione a comunità immaginate che detengono un potere immenso.
A nulla vale difendersi con il cinismo, la contestazione, l’agire individuale guidato da senso di
responsabilità e immediatezza etica e filantropia.
Sono necessarie soluzioni politiche, ristrutturazioni sistemiche che permettano di rivedere il
rapporto che esiste tra condizioni oggettive e aspettative soggettive che determinano la nostra
Felicità.
Le odierne condizioni oggettive portano al nodo del limite: è inevitabile, e le limitazioni potranno
essere gestite con imposizioni autoritarie, o individuando forme di gestione collettiva.
Che forma dovrà assumere una auspicabile gestione collettiva è questione aperta, risolvibile solo
attraverso pratica e sperimentazione.
La dolorosa analisi del mondo che Fisher propone si apre così all’idea di possibilità, e ribadisce che
un’alternativa c’è.
“Da una situazione in cui nulla può accadere, tutto di colpo torna possibile”.
Se impariamo a leggere comportamenti emergenti “persino il più piccolo barlume di una possibile
alternativa politica ed economica può produrre effetti sproporzionatamente grandi”. (M. Fisher)