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Stress e coping:
dalla valutazione all’intervento
Lo STRESS
Lo STRESS: storia della teoria
Le definizioni e le teorie sullo stress si sono evolute storicamente
attraverso diverse fasi. A partire dalle prime elaborazioni teoriche
che enfatizzavano il ruolo dell’ambiente esterno e le
caratteristiche oggettive dello stimolo (approccio basato sullo
stimolo), i modelli successivi si focalizzarono sul ruolo dei fattori
interni all’individuo nel determinare la risposta di stress
(approccio basato sulla risposta), fino alla elaborazione del
modello transazionale, basato sull’interazione fra l’individuo e
l’ambiente, secondo uno scambio dinamico e reciproco (Zani e
Lo STRESS: una definizione
Una definizione articolata ed esaustiva
dello stress,
che sintetizza in un’unica formulazione
i contributi teorici di diversi autori
(Selye, Mason e Lazarus),
è stata proposta da
Pancheri (1979):
Lo STRESS: una definizione
“Lo stress è una risposta emessa dall’organismo conseguentemente
ad uno stimolo che ne altera l’equilibrio omeostatico.
Tale risposta si manifesta sia a livello fisiologico che a livello
comportamentale ed è mediata da un’attivazione emozionale
indotta da una valutazione cognitiva del significato dello stimolo.
Essa è relativamente aspecifica, nel senso che un’ampia gamma di
stimoli può innescarla, ma è personalizzata in rapporto al
significato dello stimolo per il singolo individuo e alle sue modalità
di reazione psicofisica.

Continua
Lo STRESS: una definizione
Lo stress è di per sè una reazione adattiva, che può
tuttavia assumere un significato patogenetico
quando è prodotta in modo troppo intenso o per
lunghi periodi di tempo o quando è ostacolata nel
suo normale svolgimento”.
La risposta di stress
Le modificazioni fisiologiche caratteristiche della reazione di
stress sono mediate prevalentemente dal sistema nervoso
autonomo e dall’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. I sistemi
coinvolti determinano complessivamente un aumento del rilascio
di adrenalina, noradrenalina, glucocorticoidi (tra cui il cortisolo,
riconosciuto come ormone dello stress per eccellenza),
mineralcorticoidi e modificazioni nei livelli di altri ormoni e
neurotrasmettitori, tra i quali la prolattina, il GH (ormone della
crescita), gli oppioidi endogeni, l’acetilcolina, la dopamina, ecc.
EFFETTI SOMATICI

Stimoli

Valutazione
Cognitiva

Attivazione
emozionale

Aumento
delle
CATECOLAMINE

+ PA
+ FC
+ gettata cardiaca
+ glicogenolisi
+ lipolisi
+ dilatazione bronchiale
- Attività intestinale

EFFETTI
COMPORTAMENTALI
. Attivazione EEG
. Migliori prestazioni
. Aumento
dell’attenzione
. Potenziamento della
ritenzione mnestica

L’attivazione fisiologica, mediata prevalentemente dal sistema
catecolaminergico ha una valenza adattiva importantissima in quanto
predispone l’organismo alla risposta di attacco-fuga rispetto al pericolo-
Fig. tratta e modificata da Pancheri
(1979)

Influenze genetiche e
socio-ambientali

STRESSOR

Stimoli fisici
Stimoli
psicosociali

Rinforzi

Valutazione
cognitiva

Stimoli
biologici
Attivazione
emozionale

Programma
psicobiologico

Programma
comportamentale

Reazioni aspecifiche

Malattia
somatica

Reazioni specifiche
Reazioni aspecifiche
Reazioni specifiche

Comportamento
deviante

Rinforzi

• La valenza stressogena di uno stimolo non è una caratteristica intrinseca dello stesso, ma dipende
da come l’individuo lo valuta e reagisce ad esso.
• Lo stress è il risultato di una transazione influenzata e dall’individuo e dall’ambiente. Il soggetto
non è semplicemente vittima dello stress, ma attore con ruolo attivo.
• La valenza e la nocività di uno stimolo stressante non dipendono pertanto solo dalla intensità e
durata della stimolazione, ma anche da fattori individuali e socio-ambientali, come la valutazione
cognitiva, i tratti di personalità, le condizioni psicofisiche attuali, la resistenza allo stress, le
risorse e i meccanismi di coping utilizzati e dai condizionamenti di tipo ambientale e familiare
Il Coping:
stili, strategie, risorse
COPING: che cos’è?
• "Coping" significa, letteralmente, "far fronte a,
tener testa (con successo)".
• Modalità di risposta tendenzialmente impiegata dal
soggetto per fronteggiare i problemi.
• Il coping può essere descritto come un insieme di
pensieri e di comportamenti che l’individuo mette in
atto conseguentemente ad un evento stressante per
cercare di fronteggiarlo.
COPING: una definizione
“gli sforzi della persona, sul piano
cognitivo e comportamentale, per gestire
(ridurre, attenuare, dominare o tollerare) le
richieste interne ed esterne poste da quelle
interrelazioni persona-ambiente che
vengono valutate come estenuanti o
eccessive rispetto alle risorse possedute”
Lazarus e Folkman
COPING: caratteristiche
Caratteristiche del coping
• valutazione cognitiva: prerequisito
• sforzo
• comportamenti overt e covert
• esito non necessariamente positivo
• risorse di coping: ruolo cardine
nell’attivazione, svolgimento ed esito
della risposta-processo di coping
Schwarzer e Schwarzer
Stress e Coping: ruolo della valutazione dello stimolo
Modello transazionale dello stress e del coping
di Lazarus e Folkman (1984)
positivo

EVENTO/STIMOLO

Minaccia/pericolo
sfida

Valutazione primaria

irrilevante

Inadeguate

Valutazione delle
risorse e capacità di
far fronte alla
minaccia
Risposta di stress
Risposta di coping

Valutazione
secondaria

ESITO
COPING: modelli
Lazarus e Folkman distinsero due stili
fondamentali di coping
1. Coping focalizzato sul problema o strumentale
finalizzato a gestire o risolvere la situazione
problematica
2. Coping centrato sull’emozione o palliativo
volto a ridurre le emozioni negative associate
all’esperienza di stress
COPING: modelli
Altri autori successivamente distinsero
un’ulteriore strategia di coping:
COPING orientato all’evitamento,
che consiste nel mettere in atto comportamenti
sostitutivi o attività distraenti rispetto alla
situazione stressante
COPING: modelli
Strategie centrate sul problema
(ricerca d’informazioni, presa di decisione, azione diretta, ecc.)

Eventi percepiti come controllabili e modificabili
Strategie centrate sull’emozione e sull’evitamento
(accettazione, compromesso, distacco mentale e/o
comportamentale negazione, ecc.)

Eventi percepiti come immodificabili, al di fuori
del proprio controllo
Strategie di coping centrate sull’emozione
Secondo Likewise e Aldwin (1994), le
strategie di coping centrate sulle emozioni
sono più efficaci in situazioni di perdita o
danno morale, mentre le abilità centrate sul
problema risultano più funzionali in caso di
situazioni stressanti attese/previste.
COPING: il ruolo della negazione
• strategia orientata all’evitamento: mantenere il distacco,
razionalizzare, illudersi, ecc.
• negazione: totale o parziale
• ci sono situazioni in cui la risposta di fronteggiamento più
adattiva è non fare nulla
• potenziale valore adattivo della negazione rispetto a situazioni
in cui non è possibile esercitare alcun controllo
• negazione valenza autoprotettiva: favorisce l’esposizione
graduale
agli eventi ed evita al soggetto di sentirsi
sopraffatto, preserva la
speranza e l’autostima
• disadattiva se permane nel tempo, diviene la strategia d’elezione
di
fronteggiamento, procastina la soluzione del problema
(Lazarus,
COPING: modelli
La Canadian Mental Health Association individua tre
stili di coping come caratteristiche tendenzialmente
stabili:
• task-oriented: caratteristico dei soggetti che tendono
ad analizzare la situazione e ad affrontarla in maniera
diretta;
• emotion-oriented: caratteristico dei soggetti che
affrontano, invece della situazione, le proprie reazioni
emotive e cercano un supporto sociale;
• distraction-oriented: è propria di coloro che si

(Schwarzer e Schwarzer,
COPING: modelli
Brandstädter (1992) distinse il coping in
• coping "assimilative" (assimilativo): strategie di
fronteggiamento finalizzate al cambiamento
dell’ambiente per adattarlo a se stessi
• coping "accomodative" (accomodativo):
strategie di fronteggiamento finalizzate al
cambiamento di noi stessi per adattarci
all’ambiente .

(Schwarzer e Schwarzer,
COPING: modelli
Klauer e coll (1989), in riferimento a malattie croniche,
ipotizzano una struttura multidimensionale alla base del coping
rappresentata:
• dal fuoco dell’attenzione, se cioè l’attenzione è diretta alla
malattia o ad altro;
• dalla socievolezza, se cioè il soggetto è eterodiretto o
socialmente isolato;
• dal livello di risposta che descrive se il coping si esprime
attraverso un comportamento overt o covert.
Dalla diversa combinazione di queste dimensioni derivano
otto possibili strategie di coping.

(Schwarzer e Schwarzer,
COPING: modelli
Krohne (1993) ha elaborato un modello multidimensionale di tipo gerarchico del
coping:
Strategie caratterizzate da
un’accentuata ricezione ed
Vigilanza(vigilance elaborazione di informazioni
)
minacciose
Superstrategie

L’evitamento cognitivo Strategie caratterizzate
(cognitive avoidance) dall’allontanamento da
situazioni di possibile
minaccia

Strategie di coping
Azioni e reazioni
specifiche

Due dimensioni
ortogonali
dell’attenzione
orientata, tratti
stabili

(Schwarzer e Schwarzer,
COPING: modelli

Beehr e McGrath (1996) hanno distinto il coping in funzione della
dimensione temporale, individuando 5 livelli in rapporto al fatto
che venga messo in atto prima che l’evento stressante si realizzi,
quando si verifica e dopo che si è verificato:
• preventivo, agito molto prima che l’evento stressante si
verifichi o si possa verificare
• anticipatorio, agito quando l’evento è prossimo a verificarsi
• dinamico, agito mentre l’evento si verifica
• reattivo, agito dopo che l’evento si è verificato
• residuale, agito a distanza di tempo dal verificarsi
dell’evento per contrastare gli effetti (Schwarzer e Schwarzer,
a lungo termine
COPING: risposte e risorse
Occorre distinguere
le risposte di coping
dalle risorse di coping.
Quest’ultime possono essere
interne o personali
oppure esterne o ambientali.
coping
orientato al problema

RISPOSTE
di coping

coping
orientato alle emozioni
strategie
di evitamento

RISORSE
di coping

interne o
personali

esterne o
ambientali
Risorse di coping
Importanza
delle risorse sia reali che percepite
A parità di risorse e di evento stressante una
percezione negativa delle proprie risorse si
associa ad una maggiore vulnerabilità allo stress,
mentre una percezione positiva rappresenta un
fattore prognosticamente favorevole.
Risorse di coping
Le risorse interne comprendono:
1. risorse individuali quali lo stato di salute ed il livello
d’energia;
2. particolari configurazioni e tratti di personalità:
propensione all’ottimismo, hardiness (impegnocontrollo-cambiamento), ecc.;
3. Believes, schemi cognitivi: autostima, autoefficacia,
percezione di controllo, ecc.;
4. competenze e abilità (capacità di problem solving e
abilità sociali).
Risorse di coping
Le risorse esterne comprendono:
risorse materiali e socio-ambientali
(disponibilità economica, sostegno sociale,
ecc.)
COPING: problemi inerenti
la concettualizzazione, valutazione e misurazione del
• STABILITÀ

costrutto

• GENERALITÀ
• Coping: stato o tratto?
• Coping e Personalità
• Dimensioni del coping: quante e quali?
• Diversi modelli teorici  diversi strumenti di
valutazione
• Esistono strategie più efficaci in specifiche esituazioni?
(Schwarzer Schwarzer,
COPING: problemi inerenti
la concettualizzazione, valutazione e misurazione del
costrutto
• Strategie di coping: predisposizioni innate, abilità
apprese?

Prospettiva interazionista

Le differenze interindividuali nei comportamenti di
coping sono spiegate dalla simultanea azione di fattori
genetici e ambientali (Busjahn et al., 1999).
(Schwarzer e Schwarzer,
COPING: specificità e flessibilità
Non esiste un rapporto biunivoco tra le diverse strategie di
coping e il risultato in termini di adattamento.
L’efficacia ai fini dell’adattamento delle diverse strategie di
coping dipende dalla natura dell’evento, dal momento nel tempo,
dal contesto e dalle caratteristiche individuali.
Non esistono, modalità di gestione dello stress intrinsecamente
funzionali/disfunzionali.
Rapporto complesso e circolare fra stress, strategie di coping ed
esito.
Ai fini dell’adattamento è importante disporre di un repertorio
COPING: specificità e flessibilità
Le strategie basate sull’evitamento,
tuttavia, come la negazione e il disimpegno,
il prendere le distanze o la fuga, sebbene
possano essere utili, in alcune circostanze,
nelle fasi precoci dell’adattamento a eventi
traumatici, se utilizzate sistematicamente,
diventano disadattive
Coping e personalità
• La scelta della strategia di coping situazione-specifica, tra
quelle disponibili nel repertorio del soggetto, è funzione della
valutazione dell’evento, mentre le strategie di coping disponibili,
la predispozione e la probabilità di selezionarne ed impiegarne
talune rispetto ad altre dipendono, oltre che dalla storia di
apprendimenti, anche da determinati tratti e/o configurazioni di
personalità.
• Studi sui gemelli hanno evidenziato relazioni significative tra le
strategie di coping e tratti di personalità come nevroticismo ed
estroversione, con un 20% della varianza del coping spiegato
dalla personalità.
Busjahn, Faulhaber, Freier, Luft (1999).
Coping e personalità
• Le persone ottimiste tendono ad usare strategie di coping centrate sul problema
quando la situazione è controllabile, mentre fanno uso dell’accettazione (strategia
centrata sull’emozione) quando la situazione è percepita come incontrollabile
(Todranik, Heth, Somerb, 2002).
• I soggetti caratterizzati da alti valori di nevroticismo tendono ad impiegare strategie
di coping inadeguate che perpetuano ed incrementano i livelli di stress; mostrano
bassi livelli di problem solving e alti livelli di evitamento. In generale, la loro
instabilità emotiva, con prevalenza di emozioni negative interferisce con l’abilità di
selezionare appropriate strategie di coping. Tali difficoltà sono maggiori in presenza
di eventi stressanti di natura interpersonale che coinvolgono altri significativi e
relazioni intime (Delongis, Holtzman, 2005).
• Le correlazioni tra coping e personalità non sono necessariamente unidirezionali e il
coping può, a sua volta, esercitare influenze sullo sviluppo della personalità (Busjahn,
Faulhaber, Freier, Luft, 1999).
Coping:valutazione
La valutazione degli stili e delle risorse di coping
è un momento importante dell’assessment ai fini
della definizione del problema e della
programmazione dell’intervento psicologico e/o
psicoterapeutico.
Valutazione multimodale (da diversi punti di
vista): impiego di diversi strumenti, procedure,
metodiche di raccolta delle informazioni
tra cui l’osservazione, il colloquio, test
Coping:valutazione
Perché è importante
una valutazione degli stili e delle risorse di
coping?
• Stili e risorse di coping come obiettivi dell’intervento
• Stili e risorse di coping come prerequisiti per
programmare l’intervento
I meccanismi di
sono processi
• Diagnosi multiassialedifesa (o stili difensivi)di fronte dei psicologici
DSM-IV TR: analisi all’ansia e alla
automatici che proteggono l’individuo
consapevolezza
meccanismi di difesa di pericoli o fattori stressanti interni o esterni. Le

persone spesso non si accorgono del funzionamento di questi
processi. I meccanismi di difesa mediano le reazioni dell’individuo
nei confronti dei conflitti emozionali e dei fattori stressanti
Coping: stili e risorse di coping come
obiettivi dell’intervento
• Stili di coping rigidi, poco flessibili, deficit nelle
strategie e abilità di coping, risorse (reali o
percepite) come inadeguate possono
rappresentare un ostacolo al cambiamento,
possono rientrare tra le cause che mantengono
il problema.
• Intervento:
 potenziamento delle risorse e delle strategie adattive,
 cambiamento degli stili disadattivi,
Coping: stili e risorse di coping come
prerequisiti per la programmazione
dell’intervento
• Gli stili di coping influenzano sia l’aderenza al
trattamento che l’illness behaviour (comportamento di
malattia).
• L’impostazione dell’intervento, dunque, non può
prescindere dalla valutazione delle strategie di coping
prevalenti (coping esteriorizzante-coping
interiorizzante; coping orientato al problema,
all’emozione o all’evitamento).
Soggetti interiorizzanti  interventi cognitivi
Pruneti (2004)
Coping: strumenti di valutazione

1. Miller Behavioral Style Scale (MBSS)
. Di Suzanne M. Miller (1987).

. Valutazione del coping secondo due dimensioni distinte sulla base dello stile attentivo:
monitoring  stile attentivo vigilante
blunting  stile evitante
. Prende in considerazione quattro situazioni ipotetiche, due riferite al pericolo fisico e due a
quello
psichico.
. Per ogni situazione di possibile pericolo presentata (ad esempio: "Immaginiamo che lei abbia
paura
di volare e che debba andare da qualche parte in aereo") sono
previste otto opzioni di coping,
quattro che riflettono lo stile attentivo vigilante
(nel caso specifico, una delle risposte è: "Leggerei
attentamente le istruzioni
sui sistemi di sicurezza dell’aereo") e quattro quello evitante (ed in
questo
caso una delle risposte è: "Guarderei il film che proiettano a bordo anche se lo avessi già
visto").
. Composta da 32 item, 16 per ciascun tipo di coping.
. Il totale è dato dalla somma degli item specifici per ciascun tipo di coping.
. La scala si è mostrata utile e valida nel distinguere le due dimensioni esaminate.
. Limite: applicabile solo in situazioni che suscitano ansia, no situazioni di conflitto, ecc.
Conti (2006)
Coping: strumenti di valutazione

2. Mainz Coping Inventory - MCI
. Di Krohne et al. (2000).

. Valutazione del coping secondo due "superstrategie", la vigilanza e l’evitamento cognitivo
. Composto di otto ipotetiche situazioni di minaccia (quattro fisiche e quattro psichiche)
ritenute
capaci di indurre ansia (ad esempio, per il pericolo fisico viene
chiesto di immaginare "di essere
seduto sul sedile anteriore di una macchina
guidata da un autista chiaramente inesperto in una
strada in cattivo stato per
la neve ed il ghiaccio", mentre per quello psichico viene chiesto di
immaginare "di
dover sostenere un esame molto importante tre settimane dopo").
. Per ogni situazione sono previste 18 risposte di coping che riflettono, per metà la vigilanza e
per
l’altra metà l’evitamento cognitivo.
. La somma dei punteggi viene fatta separatamente per ogni tipo di situazione e di coping per
cui si
ottengono quattro subscale:
•

vigilanza nelle situazioni di minaccia psicologica,

•

evitamento cognitivo nelle situazioni di minaccia psicologica,

•

vigilanza nelle situazioni di minaccia fisica,

•

evitamento cognitivo nelle situazioni di minaccia fisica.

. Anche questa scala, come la precedente, è applicabile solo per situazioni di minaccia, di
Conti (2006)
Coping: strumenti di valutazione
3. Ways of Coping Questionnaire - WCQ
. Di Folkman e Lazarus (1988)
. Composto da 50 item valutati su una scala a 4 punti (da 0 = strategia non usata, a 3 =
strategia usata
moltissimo) che vanno a costituire otto fattori:
•

Confrontive Coping: comprende 6 item e descrive gli sforzi energici per modificare la
situazione e comprende anche un certo grado di ostilità e di rischio (es.: "Resto nella mia
posizione e lotto per ciò che io voglio").

•

Distancing: comprende 6 item e descrive gli sforzi per distaccarsi da se stesso e per
minimizzare il significato della situazione (es.: "Passo oltre come se non fosse successo
niente").

•

Self-Controlling: composto da 7 item, descrive gli sforzi per controllare le proprie sensazioni
ed azioni (es.: "Mi sforzo di tenere per me le mie sensazioni").

•

Seeking Social Support: descrive gli sforzi per cercare un supporto informativo, concreto ed
emotivo (es.: "Parlo con qualcuno per saperne di più circa la situazione"): è composto da 6
item.

•

Accepting Responsibility: comprende 4 item che fanno riferimento al riconoscimento del
proprio ruolo nel problema con un concomitante sforzo volto a cercare di aggiustare le cose
Conti (2006)
(es.: "Sono autocritico con me stesso").
Coping: strumenti di valutazione
3. Ways of Coping Questionnaire – WCQ
6. Escape-Avoidance: questo fattore descrive, in 8 item, il desiderio e gli sforzi per sfuggire o
evitare il problema (es.: "Spero che accada un miracolo").
7. Planful Problem Solving: composto da 6 item, descrive gli sforzi centrati sul problema, mirati
a modificare la situazione, associati ad un approccio analitico alla risoluzione del problema
(es.: "Faccio un piano d’azione e lo seguo").
8. Positive Reappraisal: comprende 7 item e descrive gli sforzi per creare atteggiamenti positivi
mirati alla crescita personale (es.: "Cerco di cambiare o di crescere come persona nella giusta
direzione"), compresa anche una dimensione religiosa.
. Bassa correlazione tra i fattori (o subscale), relativamente indipendenti
. No standardizzazione italiana

Conti (2006)
Coping: strumenti di valutazione

4. Coping Strategy Indicator – CSI, di Amirkhan (1990)
.costruito su base empirica
. composto di 33 item
. tre subscale: problem solving, seeking support e avoidance
. proprietà psicometriche non soddisfacenti

5. Life Situation Inventory – LSI, di Feifel e Strack
(1989)
. costruito su base empirica
. tre strategie di coping: risoluzione dei problemi, evitamento e rinuncia
. campione normativo: soggetti anziani
. composto di 28 item
. fa riferimento a situazioni reali piuttosto che a scenari ipotetici
Conti (2006)
Coping: strumenti di valutazione
6. Proactive Coping Inventory - PCI di Greenglass et al.
(1999)

. approccio multidimensionale alla valutazione del coping proattivo
. è composto da 55 item valutati su una scala a quattro punti (da 1 = assolutamente
non vero a 4 = assolutamente vero) che vanno a comporre 7 subscale:
1. coping proattivo: (14 item di cui 3 con punteggio invertito) combina la messa a punto
2.
3.
4.
5.
6.

di obiettivi autonomi con l’autoregolazione cognitiva e comportamentale del
raggiungimento dello scopo
coping riflessivo: (11 item) descrive la simulazione mentale e la valutazione delle
diverse alternative comportamentali, l’analisi dei problemi e delle risorse, ipotizza piani
d’azione;
pianificazione strategica: (4 item) si riferisce al processo di generare dei piani d’azione
orientati alla soluzione del problema;
coping preventivo: (10 item) si riferisce all’anticipazione di potenziali eventi stressanti
ed alla loro prevenzione prima che l’evento si realizzi completamente;
ricerca del supporto strumentale: (8 item) è orientata verso l’ottenimento, dalle
persone del proprio gruppo sociale, di notizie, informazioni e feedback per affrontare gli
eventi stressanti;
ricerca del supporto emotivo: (5 item) mira alla regolazione degli stress emotivi
Conti (2006)
attraverso l’apertura ai sentimenti degli altri e cercando supporti nel proprio gruppo
Coping: strumenti di valutazione
7. Coping Inventory for Stressfull Situations (CISS)
. di Endler e Parker (1990)
. è composto da 48 item
. sistema di risposta scala likert relativa alla frequenza di emissione di un dato
comportamento di fronteggiamentoin situazioni di stress
. tre strategie di coping indagate da altrettante subscale di 16 item ciascuna:
1. coping orientato al problema
2. coping orientato alle emozioni
3. strategie di evitamento:
suddivisa in strategie di distrazione e strategie orientate al supporto social
. 5 punteggi: 3 scale + 2 subscale della scala di evitamento
. Versione italiana a cura di Pedrabissi e Santiniello (1994)
. Soggetti con ansia di tratto elevata, minor benessere, maggior esaurimento
emotivo, e
scarso controllo personale sono risultati utilizzare maggiormente le strategie
orientate
alle emozioni e in misura minore quelle orientate al problema.
. Non sono state evidenziate differenze significative nell’uso di strategie di
Sanavio e Sica (1999)
8.
Coping Orientations to the
Problems Experienced
(COPE)
Coping Orientations to the Problems Experienced
(COPE)
•

Di Carver, Scheier e Weintraub (1989)

•

Versione italiana a cura di Sica e coll (1997)

•

Questionario di autovalutazione

•

Somministrazione individuale o collettiva

•

Tempo richiesto per la compilazione: 5-10 minuti

•

Valutazione delle modalità di coping tendenzialmente impiegate

•

60 item, 4 per ciascuna delle 15 scale che compongono il test

•

Valutazione della frequenza con la quale il soggetto mette in atto, in
situazioni problematiche/stressanti, una determinata modalità di coping

•

Modalità di risposta: scala likert da 1 (di solito non lo faccio) a 4 (lo faccio
quasi sempre)
Coping Orientations to the Problems Experienced
(COPE)
Il questionario valuta 15 diversi tipi di coping:
1. ATTIVITÀ: intrapendere un’azione per eliminare lo stress o
attutirne gli effetti
2. PIANIFICAZIONE: riflettere, pianificare, elaborare strategie
per superare il problema

c of e get art S
i

3. SOPPRESSIONE DI ATTIVITÀ COMPETITIVE: mettere da
parte ogni altra attività, evitare distrazioni per poter
affrontare più efficacemente il problema
4. CONTENIMENTO: aspettare l’occasione opportuna per
affrontare lo stress, trattenendosi dall’agire impulsivamente
5. RICERCA DI INFORMAZIONI: chiedere consigli,
assistenza, informazioni
Coping Orientations to the Problems Experienced
(COPE)
6. RICERCA DI COMPRENSIONE: ottenere supporto morale,
rassicurazioni, comprensione
7. SFOGO EMOTIVO: esprimere emozioni, dare sfogo ai
propri sentimenti
8. REINTERPRETAZIONE POSITIVA E CRESCITA:
elaborare l’esperienza critica in termini positivi e/o di
crescita
9. ACCETTAZIONE: accettazione della situazione e/o della
propria incapacità nell’affrontarla

i get art S

10.DEDICARSI ALLA RELIGIONE: cercare aiuto o conforto in
un credo religioso
11.UMORISMO: prendersi gioco della situazione, riderci e
scherzarci sopra.
Coping Orientations to the Problems Experienced
(COPE)

ev tt a dasi d
i

12. NEGAZIONE: rifiutare l’esistenza della situazione critica,
tentando di reagire come se lo stress non esistesse
13. DISTACCO COMPORTAMENTALE: corrisponde a una
situazione di helplessness, si riducono gli sforzi per
fronteggiare la situazione problematica, si abbandonano I
tentativi di risoluzione, aspettandosi scarsi risultati dai
propri tentativi di fronteggiamento

i g et ar t S

14. DISTACCO MENTALE: è il contrario della soppressione
delle attività competitive, implica distrarsi, sognare ad
occchi aperti, dormire più a lungo, ecc.
15. USO DI DROGHE O ALCOL: uso di sostanze per tollerare
lo stress
Coping Orientations to the Problems Experienced
(COPE)
• In genere modalità di coping focalizzate sul problema
correlano positivamente con ottimismo, autostima, resistenza
e comportamento di tipo A.
• Mentre si associano negativamente con l’ansia di tratto
• Anche la scala di reinterpretazione positiva e crescita presenta
analoghe associazioni
• Le scale di negazione e distacco comportamentale , invece,
correlano negativamente con ottimismo, autostima, resistenza,
tipo A e positivamentw con l’ansia di tratto
Coping Orientations to the Problems Experienced
(COPE)
Per la versione italiana gli autori (Sica e coll, 1997) consigliano di fare
riferimento ai 5 fattori derivanti dall’analisi fattoriale di secondo ordine
eseguita sul campione italiano, data l’insoddisfacente consistenza interna
di alcune scale del questionario. Per analisi approfondite è comunque
possibile ricorrere alle singole scale del COPE:
SUPPORTO SOCIALE: ricerca di informazioni (5) + ricerca di
comprensione (6) + sfogo emotivo (7)

2.

EVITAMENTO: umorismo (11) + negazione (12) + distacco
comportamentale (13) + distacco mentale (14) + uso di droghe o
alcol (15)

3.

ATTITUDINE POSITIVA: contenimento (4) + reinterpretazione
positiva e crescita (8) + accettazione (9)

4.
AF 5

1.

ATTIVITÀ: attività (1) + pianificazione (2) + soppressione di attività
competitive (3)

5.

RELIGIONE: dedicarsi alla religione (10)
Coping Orientations to the Problems Experienced
(COPE)
Scoring: il COPE è composto di 60 item raggruppabili in 17 scale fattoriali

1. ATTIVITÀ: 5+25+47+58
2. PIANIFICAZIONE: 19+32+39+56
3. SOPPRESSIONE DI ATTIVITÀ COMPETITIVE: 15+33+42+55
4. CONTENIMENTO: 10+22+41+49
5. RICERCA DI INFORMAZIONI: 4+14+30+45
6. RICERCA DI COMPRENSIONE: 11+23+34+52
7. SFOGO EMOZIONALE: 3+17+28+46
8. REINTERPRETAZIONE POSITIVA E CRESCITA: 1+29+38+59
Coping Orientations to the Problems Experienced
(COPE)

9. ACCETTAZIONE: 13+21+44+54

10. DEDICARSI ALLA RELIGIONE: 7+18+48+60

11. UMORISMO: 8+20+36+50

12. NEGAZIONE: 6+27+40+57

13. DISTACCO COMPORTAMENTALE: 9+24+37+51

14. DISTACCO MENTALE: 2+16+31+43

15. USO DI DROGHE E ALCOL: 12+26+35+53

16. SUPPORTO SOCIALE: 4+11+14+23+30+34+45+52

17. STRATEGIE FOCALIZZATE SUL PROBLEMA: 5+19+25+32+39+56+58
Coping Orientations to the Problems Experienced
(COPE)
INTERPRETAZIONE:
• IL PUNTEGGIO ALLE SCALE DEL COPE AUMENTA AL CRESCERE DELLE ABILIT À
RIFERITE DAL SOGGETTO, PER CUI A PIÙ ALTI PUNTEGGI CORRISPONDONO PI Ù
ADEGUATE ABILITÀ DI COPING
• NON È PREVISTO UN PUNTEGGIO TOTALE DI ABILITÀ DI COPING
• PER L’INTERPRETAZIONE DELLE SINGOLE SCALE E DEI 5 FATTORI VEDI
DESCRIZIONI PRECEDENTI
• PARTICOLARE ATTENZIONE VA RIVOLTA A PUNTEGGI ELEVATI NELLE SCALE DI
EVITAMENTO, RELIGIONE E SUPPORTO SOCIALE. A SECONDA DEI CASI, INFATTI,
L’USO PROLUNGATO DI TALI STRATEGIE POTREBBE COMPORTARE SCARSO
BENESSERE, SCARSO SENSO DI EFFICACIA PERSONALE, FATALISMO E
COMPROMISSIONE DELLA QUALITÀ DELLA VITA
• AL CONTRARIO ELEVATI PUNTEGGI ALLE SCALE ATTITUDINE POSITIVA, E
ORIENTAMENTO AL PROBLEMA IN GENERE RAPPRESENTANO MODALITÀ
FUNZIONALI ED ADATTIVE
Stress Inoculation Training-SIT
Meichenbaum (1977)
Stress Inoculation Training-SIT
• concezione transazionale dello stress e del coping
• focus sul contesto cognitivo-interpersonale
• gestione dello stress inteso come processo
• obiettivo: no eliminazione dello stress (ineliminabile),
sviluppo e potenziamento di abilità e risorse per
affrontare efficacemente lo stress e viverlo come una
sfida, senza esserne soppraffatti.
(Meichenbaum, 1990)
Stress Inoculation Training-SIT
• analogia con la vaccinazione: anticorpi  coping
skills;
richiami, ecc.
• approccio sia preventivo che terapeutico
• destinatari: applicabile a popolazioni cliniche e non
(atleti,
operatori sanitari, insegnanti, vittime di
violenza, ecc.)
• intervento sul singolo, di coppia, di gruppo
• durata: variabile. Nella maggior parte dei casi prevede
12- 15 sedute, più quelle supplementari e di
estensione, che vengono progressivamente in un arco
(Meichenbaum, 1990)
Stress Inoculation Training-SIT
• Assessment e intervento: processi circolari e continui
• Clinico: atteggiamento socratico, modello.
• si articola in tre fasi interdipendenti, parzialmente
sovrapponibili, no sequenza rigida:
1. CONCETTUALIZZAZIONE
2. ACQUISIZIONE DELLE ABILITÀ E REHEARSAL
3. APPLICAZIONE E RICHIAMO
(Meichenbaum, 1990)
1. FASE DELLA
CONCETTUALIZZAZIONE

•

1/3-1/6 del training

•

Obiettivi:
1. Buona relazione, collaborazione
2. Raccolta d’informazioni per la definizione e comprensione del problema:
colloquio, valutazione basata sull’immaginazione, automonitoraggio,
assessment comportamentale, test standardizzati.
3. Valutazione delle aspettative sul training
4. Definizione obiettivi a breve e lungo termine
5. Intervento psicoeducativo orientato alla riconcettualizzazione dello stress.
Proposta di un modello alternativo specifico in funzione del problema o del
destinatario.
Natura transazionale dello stress e del coping. Ruolo delle cognizioni. Soggetto
non vittima ma protagonista. Normalizzazione del condizione di stress.
Percezione di controllo
(Meichenbaum,
6. Anticipazione di possibili resistenze e ricadute: inoculazione del fallimento1990)
2. FASE DELL’ACQUISIZIONE
DELLE ABILITÀ DI COPING

• Obiettivo:

acquisizione di un repertorio di coping flessibile e integrato,
potenziando abilità già presenti, correggendo stili disadattivi,
sviluppando nuove strategie di coping
• Intervento multidimensionale:
 training di rilassamento
 Interventi più cognitivi: ristrutturazione cognitiva e
training al problem solving, training all’autoistruzione o
autodialogo giudato
(Meichenbaum, 1990)
3. FASE DELL’APPLICAZIONE DELLE
ABILITÀ DI COPING E COMPLETAMENTO
• Obiettivo:

DEL TRAINING

generalizzazione ed implemento delle abilità acqusite
prevenzione e gestione delle ricadute e dei fallimenti
• Tecniche d’intervento:
 rehearsal immaginativo e comportamentale, role playing,
modeling, esposizione graduale
• Richiami e follow-up

(Meichenbaum, 1990)
Progetto di ricerca
“Andamento sintomatologico
periopearatorio,
stili di coping e tratti di personalità
in un campione di donne sottoposte
ad interventi chirurgici ginecologici”
SCOPO
Considerata la grande variabilità interindividuale nel
vissuto soggettivo e nel decorso clinico in riferimento
ad interventi chirurgici ginecologici, conservativi e non,

il seguente studio si propone di verificare
l’esistenza di possibili correlazioni:
• tra gli stili di coping e l’andamento
sintomatologico perioperatorio
• tra i tratti di personalità e le strategie di
coping prevalenti
CAMPIONE
I soggetti (N= 58)
sono stati consecutivamente reclutati
presso l’U.O. di Ostetricia-Ginecologia
dell’Ospedale di Carpi,
al momento dalla visita precedente
all’intervento, 15-10 giorni prima del ricovero
CAMPIONE
N° soggetti

58

àt E

RANGE
MEDIA
(DS)
CONSERVATIVI

28-58
41,86
(± 8,68)
Freq.
30
(%) (51,7)

a go op T
i l i
ot nevr et n’ d
i

NON
Freq.
CONSERVATIVI (%)
ISTERECTOMIA
Totale/subtotale
Interventi senza
asportazione
dell’utero

28
(48.3)

Freq.
(%)

23
(39,7)

Freq.
(%)

35
(60,3)

Criteri d’inclusione:
• nazionalità italiana
• età compresa tra i 28 e i 60 anni
• livello d’istruzione non inferiore alla
licenza elementare
• sia in età fertile che in menopausa
• interventi ginecologici conservativi e
non per patologie uterine ed
annessiali benigne e prolassi
• modalità dell’intervento: laparotomia,
laparoscopia e per via vaginale
Criteri d’esclusione:
• interventi chirurgici ginecologici per
neoplasie, esami di cavità,
sterilizzazione e complicazioni postpartum
MATERIALI e METODI
Valutazione dell’andamento sintomatologico perioperatorio

Symptom Questionnaire (SQ) di Fava e Kellner
test di stato, composto di 92 item a risposta dicotomica, 4 scale principali
(ANSIA, DEPRESSIONE, SINTOMI SOMATICI E OSTILITÀ) e 8 sottoscale
somministrato in tre diversi momenti:
15 giorni prima dell’intervento, forma settimanale (SQ1),
il giorno prima (SQ2) ), forma giornaliera
al momento della dimissione (SQ3), forma giornaliera
MATERIALI e METODI
Valutazione dei tratti stabili di personalità

Sixteen Personality Factors Questionnaire – 5a edizione
(16 PF-5) di Cattel (2000)
composto di 185 item a scelta obbligata con tre alternative di risposta
misura 16 dimensioni o tratti stabili di personalità (fattori primari), bipolari e
relativamente indipendenti + 5 fattori globali
somministrato 15 giorni prima dell’intervento
FATTORE
A

ESPANSIVITÀ

B

RAGIONAMENTO

C

STABILITÀ
EMOZIONALE

E

DOMINANZA

F

VIVACITÀ

G

COSCIENZIOSITÀ

H

AUDACIA
SOCIALE

I

SENSIBILITÀ

L

VIGILANZA

M

ASTRATTEZZA

N

PRUDENZA

O

APPRENSIVITÀ

Q1

APERTURA AL
CAMBIAMENTO

Q2

FIDUCIA IN SÈ

Q3

PERFEZIONISMO

Q4

TENSIONE

Punteggi da 1 a 3
sten
riservato,
impersonale,
distaccato
concreto
reattivo, instabile,
emozionalmente
mutevole
remissivo,
cooperativo, evita i
conflitti
serio, misurato,
accurato
opportunista, non
rispetta le regole
timido, pavido,
timoroso
utilitarista, non
sentimentale,
materialista
fiducioso, non
sospettoso, accettante
pratico, aderente alla
realtà, realista,
orientato alla
soluzione
sincero, schietto,
franco, genuino
sicuro di sè,
soddisfatto, tranquillo
tradizionalista,
conservatore
dipendente dal
gruppo, affiliativo
tollerante il disordine,
approssimativo,
flessibile
rilassato, placido,
paziente

Punteggi da 8 a 10 sten
espansivo, disinvolto, attento agli altri
astratto
emozionalmente stabile, maturo,
adattabile
dominante, energico, assertivo
vivace, esuberante, spontaneo
coscienzioso, ligio al dovere
socialmente audace, intraprendere,
temerario, sfrontato, avventuroso
sensibile, esteta, sentimentale, romantico
vigile, sospettoso, scettico, circospetto
astratto, fantasioso, ideativo, orientato
verso le idee
prudente, discreto, guardingo, chiuso
apprensivo, insicuro, preoccupato
aperto al cambiamento, sperimentatore
fiducioso di sè, solitario, individualista
perfezionista, autodisciplinato,
organizzato
teso, energico, impaziente, motivato
FATTORE

Punteggio
da 1 a 3 sten

Punteggio
da 8 a 10 sten

EX
estroversione

introverso,
socialmente inibito

estroverso,
socialmente
participativo

AX
ansietà

imperturbabile, bassa
ansietà

ansioso, alta ansietà

TM
durezza

ricettivo, aperto,
intuitivo

duro, risoluto, bassa
empatia

IN
indipendenza

acconidiscendente,
piacevole, altruista

indipendente,
persuasivo, volitivo

SC
autocontrollo

impulsivo, segue gli
istinti

Controllato, inibisce
gli istinti
MATERIALI e METODI
Valutazione degli stili di coping prevalenti

Coping Orientations to the Problems Experienced (COPE)
di Carver, Scheier e Weintraub (1989)
Valutazione di 15 strategie di coping distinte in
strategie focalizzate sul problema, sull’emozione e
potenzialmente disadattive + 5 fattori principali
composto di 60 item, 4 per ciascuna delle 15 scale e 5 fattori principali
Modalità di risposta scala likert sulla frequenza

somministrato 15 giorni prima dell’intervento
Valore soglia

Andamento sintomatologico: SQmediane

12
10
8
6
4
2
0
SQ1
ansia

SQ2
depressione

sintomi somatici

SQ3
ostilità
Profilo medio di personalità: 16 PF5mediane
at
tiv
i
pi t à
so an
i
co ppr f
n t ess
en
i
ri m
ri c
c in
co f
m
sf pr
re o go
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n e is
ga m
o
di z i o
st n
e
di co m
st
p
al m e
co n
l- t
dr
o

Stili di coping prevalenti: COPEmediane

15

13

11

9

7

5

3

1
STRATEGIE FOCALIZZATE SUL PROBLEMA

Risultati: correlazioni non parametriche “ rho di
Spearman”
P < 0.05*
P<
COPE e SQ
+ depressione-SQ3*
ATTIVITÀ

0.01**

+ sintomi somatici-SQ3*
+ assenza di benessere fisico/affaticamentoSQ3*
+ sintomi somatici-SQ3*

PIANIFICAZIONE

+ lamentela somatica-SQ3*
+ assenza di benessere fisico/affaticamentoSQ3*
+ ansia e ansietà–SQ1*
+ incapacità ad essere contento-SQ1**

SOPPRESSIONE
ATTIVITÀ
COMPETITIVE

- mancanza di buona disposizione verso gli altriSQ2*
+ depressione-SQ2* e SQ3*
+ sintomatologia depressiva-SQ3*
+ assenza di benessere fisico/affaticamento-
STRATEGIE FOCALIZZATE SUL PROBLEMA

Risultati: correlazioni non parametriche “ rho di
Spearman”
P < 0.05*
COPE e SQ
P<
0.01**
- ostilità-SQ2**
CONTENIMENTO

- mancanza di buona disposizione verso gli
altriSQ2*
+ depressione, lamentela depressiva e
incapacità ad
essere contento -SQ3*

- ostilità e sintomi d’irritabilità–SQ1*
RICERCA
D’INFORMAZIONI

+ depressione-SQ2*
+ sintomi somatici-SQ3*
+ assenza di benessere fisico/affaticamentoSQ3*
STRATEGIE FOCALIZZATE SULL’EMOZIONE

Risultati: correlazioni non parametriche “ rho di
Spearman”
P < 0.05*
COPE e SQ
P<
0.01**

RICERCA DI
COMPRENSIONE

+ depressione** e sintomi depressivi* -SQ2
+ sintomi somatici e lamentela organica-SQ2**

+ ansia-SQ1* *, ansia (A-a)-SQ2**, ansia (a)SQ3*
+ depressione (D-d)-SQ1** e SQ2** e sintomi
depressivi-SQ3*
SFOGO

+ incapacità a rilassarsi- SQ1e SQ2**
+ incapacità ad essere contento- SQ1**
+ ostilità (O-o)- SQ2**
+ sintomi somatici (S-s)-SQ2*
+ mancanza di buona disposizione verso gli altriSQ2**
STRATEGIE FOCALIZZATE SULL’EMOZIONE

Risultati: correlazioni non parametriche “ rho di
Spearman”
P < 0.05*
P<
COPE e SQ
0.01**

REINTERPRETA
ZIONE POSITIVA
E CRESCITA

- Mancanza di buona disposizione verso gli altriSQ2* e SQ3**
- ostilità-SQ3**
+ assenza di benessere fisico-SQ3*

+ depressione-SQ1*
ACCETTAZIONE

+ incapacità ad essere contento- SQ1**
- sintomi somatici-SQ3*

UMORISMO

- Mancanza di buona disposizione verso gli altriSQ1*
Risultati: correlazioni non parametriche “ rho di
Spearman”
P < 0.05*
P<
COPE e SQ
0.01**

STRATEGIE POTENZIALMENTE
DISADATTIVE

NEGAZIONE

- Lamentela somatica (S e s)-SQ1**
+ depressione (D** e d*)-SQ1

DISTACCO
COMPORTAMENTALE

+ sintomi somatici (S e s)-SQ1**
+ assenza di benessere fisico/affaticamentoSQ1*

DISTACCO
MENTALE

- mancanza di buona disposizione verso gli altriSQ1* e SQ3*
+ lamentela somatica (S e s)-SQ2*
+ sintomi depressivi-SQ2*
- ostilità (O** e o)-SQ3

USO DI
ALCOL/DROGHE

+

ansia (A e a)-SQ1*

+ lamentela somatica (s)-SQ1*
Risultati: correlazioni non parametriche “ rho di
Spearman”
P < 0.05*
P<
COPE e SQ
0.01**
+ depressione -SQ1*

FATTORI PRINCIPALI

SUPPORTO
SOCIALE

+ ansia e incapacità a rilassarsi-SQ2*
+ depressione (D e d)-SQ2**
+ lamentela somatica (S* e s**)-SQ2

+ depressione (D e d)-SQ1*
EVITAMENTO

+ ansietà- SQ1*
+ sintomi somatici (S e s)-SQ1**
+ assenza di benessere fisico/affaticamentoSQ1*

ATTITUDINE
POSITIVA

+ ostilità-SQ2*
- mancanza di buona disposizione verso gli altriSQ2*
+ depressione (D e d)-SQ3*
Risultati: correlazioni non
parametriche
16PF-5 e COPE
A - ESPANSIVITÀ

B - RAGIONAMENTO

+ Reinterpretazione*
+ Distacco comportamentale*

- Negazione*
- Distacco comportamentale*

C – STABILITÀ
EMOZIONALE

- Distacco comportamentale*

F – VIVACITÀ

- contenimento*

P < 0.05*
P<
0.01**
Risultati: correlazioni non
parametriche
16PF-5 e COPE
+ contenimento*
+ ricerca d’informazioni*
G - COSCIENZIOSITÀ

+ religione*
- distacco comportamentale*
+ attitudine positiva*

H - AUDACIA SOCIALE

- contenimento*

+ contenimento*
N – PRUDENZA

- ricerca di comprensione*
- sfogo**
- supporto sociale**

P < 0.05*
P<
0.01**
Risultati: correlazioni non
parametriche
16PF-5 e COPE
L - VIGILANZA

+ negazione**
+ evitamento*

+ distacco comportamentale**
M - ASTRATTEZZA

+ alcol-droghe*
+ evitamento**

Q2 – FIDUCIA IN SE’

+ negazione**
+ distacco comportamentale*

P < 0.05*
P<
0.01**
Risultati: correlazioni non
parametriche
16PF-5 e COPE
Q3 PERFEZIONISMO

+ contenimento*

- distacco ricerca d’informazioni*
Q4- TENSIONE

+ negazione*
+ distacco comportamentale*
+ evitamento*

P < 0.05*
P<
0.01**
Discussione

 Si sono evidenziate associazioni significative tra:
• tratti stabili di personalità e stili di coping
• stili di coping e sintomatologia riferita prima e
dopo l’intervento
 Piano correlazionale: no relazioni di causa-effetto,
semplici covariazioni
 Si è evidenziato come determinati tratti di personalità
si associno a stili di coping prevalenti
 Si è evidenziato come l’impiego di determinate
strategie di coping correli con la sintomatologia
riferita nel periodo perioperatorio
Bibliografia
• Amirkhan, J.H. (1990). A factor analitically derived measure of coping: The Coping
Strategy Indicator. Journal of Personality and Social Psychology, 59, 1066-1071
• Brandtstädter, J. (1992). Personal control over development: Implications of selfefficacy. In R. Schwarzer R (Ed.), Self-efficacy: Thought Control of Action.
Washington: Hemisphere.
• Busjahn, A., Faulhaber, H., Freier, K., & Luft, F. C. (1999). Genetic and environmental
influences of coping styles: a twin study. Psychosomatic Medicine, 61, 469-475.
• Conti, L. (2006). Repertorio delle scale di valutazione in psichiatria (Ed). Fierenze:
SEE.
• DeLongis, A. & Holtzman, S. (2005). Coping in context: the role of stress, social
support, and personality in coping. Journal of Personality, 73 (6), 1633-1656.
• Endler, N.S., Parker, J.D.A. (1990). Multidimensional assessment of coping: A critical
evaluation. Journal of Personality and Social Psychology, 58, 844-854.
• Feifel, H., Strack, S. (1989). Coping with conflict situations: Middle-aged and elderly
men. Psychol Aging, 4, 26-36
Bibliografia
• Folkman, S., Lazarus, R.S. (1988). Manual for the Ways of Coping Questionnaire. Palo
Alto: Consulting Psychologists Press.
• Greenglas ,E., Schwarzer, R., et al. (1999). The Proactive Coping Inventory (PCI): A
multidimensional research instrument. Paper presented at the 20th International
Conference of the Stress and Anxiety Research Society (STAR), Cracow, July 12-14,
1999.
• Krohne, H.W. (1993). Vigilance and cognitive avoidance as concepts in coping
research. In H.W. Krohne (Ed.), Attention and Avoidance: Strategies in Coping with
Aversivness. Seattle: Hogrefe & Huber.
• Krohne, H.W. et al. (2000). The assessment of dispositional vigilance and cognitive
avoidance: factorial structure, psychometric properties and validity of the Mainz
Coping Inventory. Cognitive Therapy and Research, 24 (3), 297-311.
• Lazarus, R.S., Folkman, S. (1984). Stress, Appraisal and Coping. New York: Springer.
Bibliografia
• Meichenbaum, D. (1990). Al termine dello stress. Prevenzione e gestione secondo
l’approccio cognitivo-comportamentale. Trento: Erikson
• Miller, S.M. (1987). Monitoring and blunting: Validation of a questionnaire to assess
styles of information seeking under threat. Journal of Personality and Social
Psychology, 52 (2), 345-353.
• Pancheri, P. (1979). Stress emozioni e malattia. Introduzione alla medicina
psicosomatica. Milano: Arnoldo Mondadori Editore.
• Pruneti, C. (2004).Manuale di diagnostica e clinica psicologica.Analisi e valutazione
multidimansionale del comportamento umano. Parma: Santa Croce.
• Sanavio, E., Sica, C. (1999). I test di personalità. Inventari equestionari. Bologna: Il
Mulino.
• Schwarzer, R. & Schwarzer, C. (1996). A critical survey of coping instruments. In M.
Zeidner, N.S. Endler (Eds), Handbook of Coping. New York: Wiley.

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  • 1. Stress e coping: dalla valutazione all’intervento
  • 3. Lo STRESS: storia della teoria Le definizioni e le teorie sullo stress si sono evolute storicamente attraverso diverse fasi. A partire dalle prime elaborazioni teoriche che enfatizzavano il ruolo dell’ambiente esterno e le caratteristiche oggettive dello stimolo (approccio basato sullo stimolo), i modelli successivi si focalizzarono sul ruolo dei fattori interni all’individuo nel determinare la risposta di stress (approccio basato sulla risposta), fino alla elaborazione del modello transazionale, basato sull’interazione fra l’individuo e l’ambiente, secondo uno scambio dinamico e reciproco (Zani e
  • 4. Lo STRESS: una definizione Una definizione articolata ed esaustiva dello stress, che sintetizza in un’unica formulazione i contributi teorici di diversi autori (Selye, Mason e Lazarus), è stata proposta da Pancheri (1979):
  • 5. Lo STRESS: una definizione “Lo stress è una risposta emessa dall’organismo conseguentemente ad uno stimolo che ne altera l’equilibrio omeostatico. Tale risposta si manifesta sia a livello fisiologico che a livello comportamentale ed è mediata da un’attivazione emozionale indotta da una valutazione cognitiva del significato dello stimolo. Essa è relativamente aspecifica, nel senso che un’ampia gamma di stimoli può innescarla, ma è personalizzata in rapporto al significato dello stimolo per il singolo individuo e alle sue modalità di reazione psicofisica. Continua
  • 6. Lo STRESS: una definizione Lo stress è di per sè una reazione adattiva, che può tuttavia assumere un significato patogenetico quando è prodotta in modo troppo intenso o per lunghi periodi di tempo o quando è ostacolata nel suo normale svolgimento”.
  • 7. La risposta di stress Le modificazioni fisiologiche caratteristiche della reazione di stress sono mediate prevalentemente dal sistema nervoso autonomo e dall’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. I sistemi coinvolti determinano complessivamente un aumento del rilascio di adrenalina, noradrenalina, glucocorticoidi (tra cui il cortisolo, riconosciuto come ormone dello stress per eccellenza), mineralcorticoidi e modificazioni nei livelli di altri ormoni e neurotrasmettitori, tra i quali la prolattina, il GH (ormone della crescita), gli oppioidi endogeni, l’acetilcolina, la dopamina, ecc.
  • 8. EFFETTI SOMATICI Stimoli Valutazione Cognitiva Attivazione emozionale Aumento delle CATECOLAMINE + PA + FC + gettata cardiaca + glicogenolisi + lipolisi + dilatazione bronchiale - Attività intestinale EFFETTI COMPORTAMENTALI . Attivazione EEG . Migliori prestazioni . Aumento dell’attenzione . Potenziamento della ritenzione mnestica L’attivazione fisiologica, mediata prevalentemente dal sistema catecolaminergico ha una valenza adattiva importantissima in quanto predispone l’organismo alla risposta di attacco-fuga rispetto al pericolo-
  • 9. Fig. tratta e modificata da Pancheri (1979) Influenze genetiche e socio-ambientali STRESSOR Stimoli fisici Stimoli psicosociali Rinforzi Valutazione cognitiva Stimoli biologici Attivazione emozionale Programma psicobiologico Programma comportamentale Reazioni aspecifiche Malattia somatica Reazioni specifiche Reazioni aspecifiche Reazioni specifiche Comportamento deviante Rinforzi • La valenza stressogena di uno stimolo non è una caratteristica intrinseca dello stesso, ma dipende da come l’individuo lo valuta e reagisce ad esso. • Lo stress è il risultato di una transazione influenzata e dall’individuo e dall’ambiente. Il soggetto non è semplicemente vittima dello stress, ma attore con ruolo attivo. • La valenza e la nocività di uno stimolo stressante non dipendono pertanto solo dalla intensità e durata della stimolazione, ma anche da fattori individuali e socio-ambientali, come la valutazione cognitiva, i tratti di personalità, le condizioni psicofisiche attuali, la resistenza allo stress, le risorse e i meccanismi di coping utilizzati e dai condizionamenti di tipo ambientale e familiare
  • 11. COPING: che cos’è? • "Coping" significa, letteralmente, "far fronte a, tener testa (con successo)". • Modalità di risposta tendenzialmente impiegata dal soggetto per fronteggiare i problemi. • Il coping può essere descritto come un insieme di pensieri e di comportamenti che l’individuo mette in atto conseguentemente ad un evento stressante per cercare di fronteggiarlo.
  • 12. COPING: una definizione “gli sforzi della persona, sul piano cognitivo e comportamentale, per gestire (ridurre, attenuare, dominare o tollerare) le richieste interne ed esterne poste da quelle interrelazioni persona-ambiente che vengono valutate come estenuanti o eccessive rispetto alle risorse possedute” Lazarus e Folkman
  • 13. COPING: caratteristiche Caratteristiche del coping • valutazione cognitiva: prerequisito • sforzo • comportamenti overt e covert • esito non necessariamente positivo • risorse di coping: ruolo cardine nell’attivazione, svolgimento ed esito della risposta-processo di coping Schwarzer e Schwarzer
  • 14. Stress e Coping: ruolo della valutazione dello stimolo Modello transazionale dello stress e del coping di Lazarus e Folkman (1984) positivo EVENTO/STIMOLO Minaccia/pericolo sfida Valutazione primaria irrilevante Inadeguate Valutazione delle risorse e capacità di far fronte alla minaccia Risposta di stress Risposta di coping Valutazione secondaria ESITO
  • 15. COPING: modelli Lazarus e Folkman distinsero due stili fondamentali di coping 1. Coping focalizzato sul problema o strumentale finalizzato a gestire o risolvere la situazione problematica 2. Coping centrato sull’emozione o palliativo volto a ridurre le emozioni negative associate all’esperienza di stress
  • 16. COPING: modelli Altri autori successivamente distinsero un’ulteriore strategia di coping: COPING orientato all’evitamento, che consiste nel mettere in atto comportamenti sostitutivi o attività distraenti rispetto alla situazione stressante
  • 17. COPING: modelli Strategie centrate sul problema (ricerca d’informazioni, presa di decisione, azione diretta, ecc.) Eventi percepiti come controllabili e modificabili Strategie centrate sull’emozione e sull’evitamento (accettazione, compromesso, distacco mentale e/o comportamentale negazione, ecc.) Eventi percepiti come immodificabili, al di fuori del proprio controllo
  • 18. Strategie di coping centrate sull’emozione Secondo Likewise e Aldwin (1994), le strategie di coping centrate sulle emozioni sono più efficaci in situazioni di perdita o danno morale, mentre le abilità centrate sul problema risultano più funzionali in caso di situazioni stressanti attese/previste.
  • 19. COPING: il ruolo della negazione • strategia orientata all’evitamento: mantenere il distacco, razionalizzare, illudersi, ecc. • negazione: totale o parziale • ci sono situazioni in cui la risposta di fronteggiamento più adattiva è non fare nulla • potenziale valore adattivo della negazione rispetto a situazioni in cui non è possibile esercitare alcun controllo • negazione valenza autoprotettiva: favorisce l’esposizione graduale agli eventi ed evita al soggetto di sentirsi sopraffatto, preserva la speranza e l’autostima • disadattiva se permane nel tempo, diviene la strategia d’elezione di fronteggiamento, procastina la soluzione del problema (Lazarus,
  • 20. COPING: modelli La Canadian Mental Health Association individua tre stili di coping come caratteristiche tendenzialmente stabili: • task-oriented: caratteristico dei soggetti che tendono ad analizzare la situazione e ad affrontarla in maniera diretta; • emotion-oriented: caratteristico dei soggetti che affrontano, invece della situazione, le proprie reazioni emotive e cercano un supporto sociale; • distraction-oriented: è propria di coloro che si (Schwarzer e Schwarzer,
  • 21. COPING: modelli Brandstädter (1992) distinse il coping in • coping "assimilative" (assimilativo): strategie di fronteggiamento finalizzate al cambiamento dell’ambiente per adattarlo a se stessi • coping "accomodative" (accomodativo): strategie di fronteggiamento finalizzate al cambiamento di noi stessi per adattarci all’ambiente . (Schwarzer e Schwarzer,
  • 22. COPING: modelli Klauer e coll (1989), in riferimento a malattie croniche, ipotizzano una struttura multidimensionale alla base del coping rappresentata: • dal fuoco dell’attenzione, se cioè l’attenzione è diretta alla malattia o ad altro; • dalla socievolezza, se cioè il soggetto è eterodiretto o socialmente isolato; • dal livello di risposta che descrive se il coping si esprime attraverso un comportamento overt o covert. Dalla diversa combinazione di queste dimensioni derivano otto possibili strategie di coping. (Schwarzer e Schwarzer,
  • 23. COPING: modelli Krohne (1993) ha elaborato un modello multidimensionale di tipo gerarchico del coping: Strategie caratterizzate da un’accentuata ricezione ed Vigilanza(vigilance elaborazione di informazioni ) minacciose Superstrategie L’evitamento cognitivo Strategie caratterizzate (cognitive avoidance) dall’allontanamento da situazioni di possibile minaccia Strategie di coping Azioni e reazioni specifiche Due dimensioni ortogonali dell’attenzione orientata, tratti stabili (Schwarzer e Schwarzer,
  • 24. COPING: modelli Beehr e McGrath (1996) hanno distinto il coping in funzione della dimensione temporale, individuando 5 livelli in rapporto al fatto che venga messo in atto prima che l’evento stressante si realizzi, quando si verifica e dopo che si è verificato: • preventivo, agito molto prima che l’evento stressante si verifichi o si possa verificare • anticipatorio, agito quando l’evento è prossimo a verificarsi • dinamico, agito mentre l’evento si verifica • reattivo, agito dopo che l’evento si è verificato • residuale, agito a distanza di tempo dal verificarsi dell’evento per contrastare gli effetti (Schwarzer e Schwarzer, a lungo termine
  • 25. COPING: risposte e risorse Occorre distinguere le risposte di coping dalle risorse di coping. Quest’ultime possono essere interne o personali oppure esterne o ambientali.
  • 26. coping orientato al problema RISPOSTE di coping coping orientato alle emozioni strategie di evitamento RISORSE di coping interne o personali esterne o ambientali
  • 27. Risorse di coping Importanza delle risorse sia reali che percepite A parità di risorse e di evento stressante una percezione negativa delle proprie risorse si associa ad una maggiore vulnerabilità allo stress, mentre una percezione positiva rappresenta un fattore prognosticamente favorevole.
  • 28. Risorse di coping Le risorse interne comprendono: 1. risorse individuali quali lo stato di salute ed il livello d’energia; 2. particolari configurazioni e tratti di personalità: propensione all’ottimismo, hardiness (impegnocontrollo-cambiamento), ecc.; 3. Believes, schemi cognitivi: autostima, autoefficacia, percezione di controllo, ecc.; 4. competenze e abilità (capacità di problem solving e abilità sociali).
  • 29. Risorse di coping Le risorse esterne comprendono: risorse materiali e socio-ambientali (disponibilità economica, sostegno sociale, ecc.)
  • 30. COPING: problemi inerenti la concettualizzazione, valutazione e misurazione del • STABILITÀ costrutto • GENERALITÀ • Coping: stato o tratto? • Coping e Personalità • Dimensioni del coping: quante e quali? • Diversi modelli teorici  diversi strumenti di valutazione • Esistono strategie più efficaci in specifiche esituazioni? (Schwarzer Schwarzer,
  • 31. COPING: problemi inerenti la concettualizzazione, valutazione e misurazione del costrutto • Strategie di coping: predisposizioni innate, abilità apprese? Prospettiva interazionista Le differenze interindividuali nei comportamenti di coping sono spiegate dalla simultanea azione di fattori genetici e ambientali (Busjahn et al., 1999). (Schwarzer e Schwarzer,
  • 32. COPING: specificità e flessibilità Non esiste un rapporto biunivoco tra le diverse strategie di coping e il risultato in termini di adattamento. L’efficacia ai fini dell’adattamento delle diverse strategie di coping dipende dalla natura dell’evento, dal momento nel tempo, dal contesto e dalle caratteristiche individuali. Non esistono, modalità di gestione dello stress intrinsecamente funzionali/disfunzionali. Rapporto complesso e circolare fra stress, strategie di coping ed esito. Ai fini dell’adattamento è importante disporre di un repertorio
  • 33. COPING: specificità e flessibilità Le strategie basate sull’evitamento, tuttavia, come la negazione e il disimpegno, il prendere le distanze o la fuga, sebbene possano essere utili, in alcune circostanze, nelle fasi precoci dell’adattamento a eventi traumatici, se utilizzate sistematicamente, diventano disadattive
  • 34. Coping e personalità • La scelta della strategia di coping situazione-specifica, tra quelle disponibili nel repertorio del soggetto, è funzione della valutazione dell’evento, mentre le strategie di coping disponibili, la predispozione e la probabilità di selezionarne ed impiegarne talune rispetto ad altre dipendono, oltre che dalla storia di apprendimenti, anche da determinati tratti e/o configurazioni di personalità. • Studi sui gemelli hanno evidenziato relazioni significative tra le strategie di coping e tratti di personalità come nevroticismo ed estroversione, con un 20% della varianza del coping spiegato dalla personalità. Busjahn, Faulhaber, Freier, Luft (1999).
  • 35. Coping e personalità • Le persone ottimiste tendono ad usare strategie di coping centrate sul problema quando la situazione è controllabile, mentre fanno uso dell’accettazione (strategia centrata sull’emozione) quando la situazione è percepita come incontrollabile (Todranik, Heth, Somerb, 2002). • I soggetti caratterizzati da alti valori di nevroticismo tendono ad impiegare strategie di coping inadeguate che perpetuano ed incrementano i livelli di stress; mostrano bassi livelli di problem solving e alti livelli di evitamento. In generale, la loro instabilità emotiva, con prevalenza di emozioni negative interferisce con l’abilità di selezionare appropriate strategie di coping. Tali difficoltà sono maggiori in presenza di eventi stressanti di natura interpersonale che coinvolgono altri significativi e relazioni intime (Delongis, Holtzman, 2005). • Le correlazioni tra coping e personalità non sono necessariamente unidirezionali e il coping può, a sua volta, esercitare influenze sullo sviluppo della personalità (Busjahn, Faulhaber, Freier, Luft, 1999).
  • 36. Coping:valutazione La valutazione degli stili e delle risorse di coping è un momento importante dell’assessment ai fini della definizione del problema e della programmazione dell’intervento psicologico e/o psicoterapeutico. Valutazione multimodale (da diversi punti di vista): impiego di diversi strumenti, procedure, metodiche di raccolta delle informazioni tra cui l’osservazione, il colloquio, test
  • 37. Coping:valutazione Perché è importante una valutazione degli stili e delle risorse di coping? • Stili e risorse di coping come obiettivi dell’intervento • Stili e risorse di coping come prerequisiti per programmare l’intervento I meccanismi di sono processi • Diagnosi multiassialedifesa (o stili difensivi)di fronte dei psicologici DSM-IV TR: analisi all’ansia e alla automatici che proteggono l’individuo consapevolezza meccanismi di difesa di pericoli o fattori stressanti interni o esterni. Le persone spesso non si accorgono del funzionamento di questi processi. I meccanismi di difesa mediano le reazioni dell’individuo nei confronti dei conflitti emozionali e dei fattori stressanti
  • 38. Coping: stili e risorse di coping come obiettivi dell’intervento • Stili di coping rigidi, poco flessibili, deficit nelle strategie e abilità di coping, risorse (reali o percepite) come inadeguate possono rappresentare un ostacolo al cambiamento, possono rientrare tra le cause che mantengono il problema. • Intervento:  potenziamento delle risorse e delle strategie adattive,  cambiamento degli stili disadattivi,
  • 39. Coping: stili e risorse di coping come prerequisiti per la programmazione dell’intervento • Gli stili di coping influenzano sia l’aderenza al trattamento che l’illness behaviour (comportamento di malattia). • L’impostazione dell’intervento, dunque, non può prescindere dalla valutazione delle strategie di coping prevalenti (coping esteriorizzante-coping interiorizzante; coping orientato al problema, all’emozione o all’evitamento). Soggetti interiorizzanti  interventi cognitivi Pruneti (2004)
  • 40. Coping: strumenti di valutazione 1. Miller Behavioral Style Scale (MBSS) . Di Suzanne M. Miller (1987). . Valutazione del coping secondo due dimensioni distinte sulla base dello stile attentivo: monitoring  stile attentivo vigilante blunting  stile evitante . Prende in considerazione quattro situazioni ipotetiche, due riferite al pericolo fisico e due a quello psichico. . Per ogni situazione di possibile pericolo presentata (ad esempio: "Immaginiamo che lei abbia paura di volare e che debba andare da qualche parte in aereo") sono previste otto opzioni di coping, quattro che riflettono lo stile attentivo vigilante (nel caso specifico, una delle risposte è: "Leggerei attentamente le istruzioni sui sistemi di sicurezza dell’aereo") e quattro quello evitante (ed in questo caso una delle risposte è: "Guarderei il film che proiettano a bordo anche se lo avessi già visto"). . Composta da 32 item, 16 per ciascun tipo di coping. . Il totale è dato dalla somma degli item specifici per ciascun tipo di coping. . La scala si è mostrata utile e valida nel distinguere le due dimensioni esaminate. . Limite: applicabile solo in situazioni che suscitano ansia, no situazioni di conflitto, ecc. Conti (2006)
  • 41. Coping: strumenti di valutazione 2. Mainz Coping Inventory - MCI . Di Krohne et al. (2000). . Valutazione del coping secondo due "superstrategie", la vigilanza e l’evitamento cognitivo . Composto di otto ipotetiche situazioni di minaccia (quattro fisiche e quattro psichiche) ritenute capaci di indurre ansia (ad esempio, per il pericolo fisico viene chiesto di immaginare "di essere seduto sul sedile anteriore di una macchina guidata da un autista chiaramente inesperto in una strada in cattivo stato per la neve ed il ghiaccio", mentre per quello psichico viene chiesto di immaginare "di dover sostenere un esame molto importante tre settimane dopo"). . Per ogni situazione sono previste 18 risposte di coping che riflettono, per metà la vigilanza e per l’altra metà l’evitamento cognitivo. . La somma dei punteggi viene fatta separatamente per ogni tipo di situazione e di coping per cui si ottengono quattro subscale: • vigilanza nelle situazioni di minaccia psicologica, • evitamento cognitivo nelle situazioni di minaccia psicologica, • vigilanza nelle situazioni di minaccia fisica, • evitamento cognitivo nelle situazioni di minaccia fisica. . Anche questa scala, come la precedente, è applicabile solo per situazioni di minaccia, di Conti (2006)
  • 42. Coping: strumenti di valutazione 3. Ways of Coping Questionnaire - WCQ . Di Folkman e Lazarus (1988) . Composto da 50 item valutati su una scala a 4 punti (da 0 = strategia non usata, a 3 = strategia usata moltissimo) che vanno a costituire otto fattori: • Confrontive Coping: comprende 6 item e descrive gli sforzi energici per modificare la situazione e comprende anche un certo grado di ostilità e di rischio (es.: "Resto nella mia posizione e lotto per ciò che io voglio"). • Distancing: comprende 6 item e descrive gli sforzi per distaccarsi da se stesso e per minimizzare il significato della situazione (es.: "Passo oltre come se non fosse successo niente"). • Self-Controlling: composto da 7 item, descrive gli sforzi per controllare le proprie sensazioni ed azioni (es.: "Mi sforzo di tenere per me le mie sensazioni"). • Seeking Social Support: descrive gli sforzi per cercare un supporto informativo, concreto ed emotivo (es.: "Parlo con qualcuno per saperne di più circa la situazione"): è composto da 6 item. • Accepting Responsibility: comprende 4 item che fanno riferimento al riconoscimento del proprio ruolo nel problema con un concomitante sforzo volto a cercare di aggiustare le cose Conti (2006) (es.: "Sono autocritico con me stesso").
  • 43. Coping: strumenti di valutazione 3. Ways of Coping Questionnaire – WCQ 6. Escape-Avoidance: questo fattore descrive, in 8 item, il desiderio e gli sforzi per sfuggire o evitare il problema (es.: "Spero che accada un miracolo"). 7. Planful Problem Solving: composto da 6 item, descrive gli sforzi centrati sul problema, mirati a modificare la situazione, associati ad un approccio analitico alla risoluzione del problema (es.: "Faccio un piano d’azione e lo seguo"). 8. Positive Reappraisal: comprende 7 item e descrive gli sforzi per creare atteggiamenti positivi mirati alla crescita personale (es.: "Cerco di cambiare o di crescere come persona nella giusta direzione"), compresa anche una dimensione religiosa. . Bassa correlazione tra i fattori (o subscale), relativamente indipendenti . No standardizzazione italiana Conti (2006)
  • 44. Coping: strumenti di valutazione 4. Coping Strategy Indicator – CSI, di Amirkhan (1990) .costruito su base empirica . composto di 33 item . tre subscale: problem solving, seeking support e avoidance . proprietà psicometriche non soddisfacenti 5. Life Situation Inventory – LSI, di Feifel e Strack (1989) . costruito su base empirica . tre strategie di coping: risoluzione dei problemi, evitamento e rinuncia . campione normativo: soggetti anziani . composto di 28 item . fa riferimento a situazioni reali piuttosto che a scenari ipotetici Conti (2006)
  • 45. Coping: strumenti di valutazione 6. Proactive Coping Inventory - PCI di Greenglass et al. (1999) . approccio multidimensionale alla valutazione del coping proattivo . è composto da 55 item valutati su una scala a quattro punti (da 1 = assolutamente non vero a 4 = assolutamente vero) che vanno a comporre 7 subscale: 1. coping proattivo: (14 item di cui 3 con punteggio invertito) combina la messa a punto 2. 3. 4. 5. 6. di obiettivi autonomi con l’autoregolazione cognitiva e comportamentale del raggiungimento dello scopo coping riflessivo: (11 item) descrive la simulazione mentale e la valutazione delle diverse alternative comportamentali, l’analisi dei problemi e delle risorse, ipotizza piani d’azione; pianificazione strategica: (4 item) si riferisce al processo di generare dei piani d’azione orientati alla soluzione del problema; coping preventivo: (10 item) si riferisce all’anticipazione di potenziali eventi stressanti ed alla loro prevenzione prima che l’evento si realizzi completamente; ricerca del supporto strumentale: (8 item) è orientata verso l’ottenimento, dalle persone del proprio gruppo sociale, di notizie, informazioni e feedback per affrontare gli eventi stressanti; ricerca del supporto emotivo: (5 item) mira alla regolazione degli stress emotivi Conti (2006) attraverso l’apertura ai sentimenti degli altri e cercando supporti nel proprio gruppo
  • 46. Coping: strumenti di valutazione 7. Coping Inventory for Stressfull Situations (CISS) . di Endler e Parker (1990) . è composto da 48 item . sistema di risposta scala likert relativa alla frequenza di emissione di un dato comportamento di fronteggiamentoin situazioni di stress . tre strategie di coping indagate da altrettante subscale di 16 item ciascuna: 1. coping orientato al problema 2. coping orientato alle emozioni 3. strategie di evitamento: suddivisa in strategie di distrazione e strategie orientate al supporto social . 5 punteggi: 3 scale + 2 subscale della scala di evitamento . Versione italiana a cura di Pedrabissi e Santiniello (1994) . Soggetti con ansia di tratto elevata, minor benessere, maggior esaurimento emotivo, e scarso controllo personale sono risultati utilizzare maggiormente le strategie orientate alle emozioni e in misura minore quelle orientate al problema. . Non sono state evidenziate differenze significative nell’uso di strategie di Sanavio e Sica (1999)
  • 47. 8. Coping Orientations to the Problems Experienced (COPE)
  • 48. Coping Orientations to the Problems Experienced (COPE) • Di Carver, Scheier e Weintraub (1989) • Versione italiana a cura di Sica e coll (1997) • Questionario di autovalutazione • Somministrazione individuale o collettiva • Tempo richiesto per la compilazione: 5-10 minuti • Valutazione delle modalità di coping tendenzialmente impiegate • 60 item, 4 per ciascuna delle 15 scale che compongono il test • Valutazione della frequenza con la quale il soggetto mette in atto, in situazioni problematiche/stressanti, una determinata modalità di coping • Modalità di risposta: scala likert da 1 (di solito non lo faccio) a 4 (lo faccio quasi sempre)
  • 49. Coping Orientations to the Problems Experienced (COPE) Il questionario valuta 15 diversi tipi di coping: 1. ATTIVITÀ: intrapendere un’azione per eliminare lo stress o attutirne gli effetti 2. PIANIFICAZIONE: riflettere, pianificare, elaborare strategie per superare il problema c of e get art S i 3. SOPPRESSIONE DI ATTIVITÀ COMPETITIVE: mettere da parte ogni altra attività, evitare distrazioni per poter affrontare più efficacemente il problema 4. CONTENIMENTO: aspettare l’occasione opportuna per affrontare lo stress, trattenendosi dall’agire impulsivamente 5. RICERCA DI INFORMAZIONI: chiedere consigli, assistenza, informazioni
  • 50. Coping Orientations to the Problems Experienced (COPE) 6. RICERCA DI COMPRENSIONE: ottenere supporto morale, rassicurazioni, comprensione 7. SFOGO EMOTIVO: esprimere emozioni, dare sfogo ai propri sentimenti 8. REINTERPRETAZIONE POSITIVA E CRESCITA: elaborare l’esperienza critica in termini positivi e/o di crescita 9. ACCETTAZIONE: accettazione della situazione e/o della propria incapacità nell’affrontarla i get art S 10.DEDICARSI ALLA RELIGIONE: cercare aiuto o conforto in un credo religioso 11.UMORISMO: prendersi gioco della situazione, riderci e scherzarci sopra.
  • 51. Coping Orientations to the Problems Experienced (COPE) ev tt a dasi d i 12. NEGAZIONE: rifiutare l’esistenza della situazione critica, tentando di reagire come se lo stress non esistesse 13. DISTACCO COMPORTAMENTALE: corrisponde a una situazione di helplessness, si riducono gli sforzi per fronteggiare la situazione problematica, si abbandonano I tentativi di risoluzione, aspettandosi scarsi risultati dai propri tentativi di fronteggiamento i g et ar t S 14. DISTACCO MENTALE: è il contrario della soppressione delle attività competitive, implica distrarsi, sognare ad occchi aperti, dormire più a lungo, ecc. 15. USO DI DROGHE O ALCOL: uso di sostanze per tollerare lo stress
  • 52. Coping Orientations to the Problems Experienced (COPE) • In genere modalità di coping focalizzate sul problema correlano positivamente con ottimismo, autostima, resistenza e comportamento di tipo A. • Mentre si associano negativamente con l’ansia di tratto • Anche la scala di reinterpretazione positiva e crescita presenta analoghe associazioni • Le scale di negazione e distacco comportamentale , invece, correlano negativamente con ottimismo, autostima, resistenza, tipo A e positivamentw con l’ansia di tratto
  • 53. Coping Orientations to the Problems Experienced (COPE) Per la versione italiana gli autori (Sica e coll, 1997) consigliano di fare riferimento ai 5 fattori derivanti dall’analisi fattoriale di secondo ordine eseguita sul campione italiano, data l’insoddisfacente consistenza interna di alcune scale del questionario. Per analisi approfondite è comunque possibile ricorrere alle singole scale del COPE: SUPPORTO SOCIALE: ricerca di informazioni (5) + ricerca di comprensione (6) + sfogo emotivo (7) 2. EVITAMENTO: umorismo (11) + negazione (12) + distacco comportamentale (13) + distacco mentale (14) + uso di droghe o alcol (15) 3. ATTITUDINE POSITIVA: contenimento (4) + reinterpretazione positiva e crescita (8) + accettazione (9) 4. AF 5 1. ATTIVITÀ: attività (1) + pianificazione (2) + soppressione di attività competitive (3) 5. RELIGIONE: dedicarsi alla religione (10)
  • 54. Coping Orientations to the Problems Experienced (COPE) Scoring: il COPE è composto di 60 item raggruppabili in 17 scale fattoriali 1. ATTIVITÀ: 5+25+47+58 2. PIANIFICAZIONE: 19+32+39+56 3. SOPPRESSIONE DI ATTIVITÀ COMPETITIVE: 15+33+42+55 4. CONTENIMENTO: 10+22+41+49 5. RICERCA DI INFORMAZIONI: 4+14+30+45 6. RICERCA DI COMPRENSIONE: 11+23+34+52 7. SFOGO EMOZIONALE: 3+17+28+46 8. REINTERPRETAZIONE POSITIVA E CRESCITA: 1+29+38+59
  • 55. Coping Orientations to the Problems Experienced (COPE) 9. ACCETTAZIONE: 13+21+44+54 10. DEDICARSI ALLA RELIGIONE: 7+18+48+60 11. UMORISMO: 8+20+36+50 12. NEGAZIONE: 6+27+40+57 13. DISTACCO COMPORTAMENTALE: 9+24+37+51 14. DISTACCO MENTALE: 2+16+31+43 15. USO DI DROGHE E ALCOL: 12+26+35+53 16. SUPPORTO SOCIALE: 4+11+14+23+30+34+45+52 17. STRATEGIE FOCALIZZATE SUL PROBLEMA: 5+19+25+32+39+56+58
  • 56. Coping Orientations to the Problems Experienced (COPE) INTERPRETAZIONE: • IL PUNTEGGIO ALLE SCALE DEL COPE AUMENTA AL CRESCERE DELLE ABILIT À RIFERITE DAL SOGGETTO, PER CUI A PIÙ ALTI PUNTEGGI CORRISPONDONO PI Ù ADEGUATE ABILITÀ DI COPING • NON È PREVISTO UN PUNTEGGIO TOTALE DI ABILITÀ DI COPING • PER L’INTERPRETAZIONE DELLE SINGOLE SCALE E DEI 5 FATTORI VEDI DESCRIZIONI PRECEDENTI • PARTICOLARE ATTENZIONE VA RIVOLTA A PUNTEGGI ELEVATI NELLE SCALE DI EVITAMENTO, RELIGIONE E SUPPORTO SOCIALE. A SECONDA DEI CASI, INFATTI, L’USO PROLUNGATO DI TALI STRATEGIE POTREBBE COMPORTARE SCARSO BENESSERE, SCARSO SENSO DI EFFICACIA PERSONALE, FATALISMO E COMPROMISSIONE DELLA QUALITÀ DELLA VITA • AL CONTRARIO ELEVATI PUNTEGGI ALLE SCALE ATTITUDINE POSITIVA, E ORIENTAMENTO AL PROBLEMA IN GENERE RAPPRESENTANO MODALITÀ FUNZIONALI ED ADATTIVE
  • 58. Stress Inoculation Training-SIT • concezione transazionale dello stress e del coping • focus sul contesto cognitivo-interpersonale • gestione dello stress inteso come processo • obiettivo: no eliminazione dello stress (ineliminabile), sviluppo e potenziamento di abilità e risorse per affrontare efficacemente lo stress e viverlo come una sfida, senza esserne soppraffatti. (Meichenbaum, 1990)
  • 59. Stress Inoculation Training-SIT • analogia con la vaccinazione: anticorpi  coping skills; richiami, ecc. • approccio sia preventivo che terapeutico • destinatari: applicabile a popolazioni cliniche e non (atleti, operatori sanitari, insegnanti, vittime di violenza, ecc.) • intervento sul singolo, di coppia, di gruppo • durata: variabile. Nella maggior parte dei casi prevede 12- 15 sedute, più quelle supplementari e di estensione, che vengono progressivamente in un arco (Meichenbaum, 1990)
  • 60. Stress Inoculation Training-SIT • Assessment e intervento: processi circolari e continui • Clinico: atteggiamento socratico, modello. • si articola in tre fasi interdipendenti, parzialmente sovrapponibili, no sequenza rigida: 1. CONCETTUALIZZAZIONE 2. ACQUISIZIONE DELLE ABILITÀ E REHEARSAL 3. APPLICAZIONE E RICHIAMO (Meichenbaum, 1990)
  • 61. 1. FASE DELLA CONCETTUALIZZAZIONE • 1/3-1/6 del training • Obiettivi: 1. Buona relazione, collaborazione 2. Raccolta d’informazioni per la definizione e comprensione del problema: colloquio, valutazione basata sull’immaginazione, automonitoraggio, assessment comportamentale, test standardizzati. 3. Valutazione delle aspettative sul training 4. Definizione obiettivi a breve e lungo termine 5. Intervento psicoeducativo orientato alla riconcettualizzazione dello stress. Proposta di un modello alternativo specifico in funzione del problema o del destinatario. Natura transazionale dello stress e del coping. Ruolo delle cognizioni. Soggetto non vittima ma protagonista. Normalizzazione del condizione di stress. Percezione di controllo (Meichenbaum, 6. Anticipazione di possibili resistenze e ricadute: inoculazione del fallimento1990)
  • 62. 2. FASE DELL’ACQUISIZIONE DELLE ABILITÀ DI COPING • Obiettivo: acquisizione di un repertorio di coping flessibile e integrato, potenziando abilità già presenti, correggendo stili disadattivi, sviluppando nuove strategie di coping • Intervento multidimensionale:  training di rilassamento  Interventi più cognitivi: ristrutturazione cognitiva e training al problem solving, training all’autoistruzione o autodialogo giudato (Meichenbaum, 1990)
  • 63. 3. FASE DELL’APPLICAZIONE DELLE ABILITÀ DI COPING E COMPLETAMENTO • Obiettivo: DEL TRAINING generalizzazione ed implemento delle abilità acqusite prevenzione e gestione delle ricadute e dei fallimenti • Tecniche d’intervento:  rehearsal immaginativo e comportamentale, role playing, modeling, esposizione graduale • Richiami e follow-up (Meichenbaum, 1990)
  • 64. Progetto di ricerca “Andamento sintomatologico periopearatorio, stili di coping e tratti di personalità in un campione di donne sottoposte ad interventi chirurgici ginecologici”
  • 65. SCOPO Considerata la grande variabilità interindividuale nel vissuto soggettivo e nel decorso clinico in riferimento ad interventi chirurgici ginecologici, conservativi e non, il seguente studio si propone di verificare l’esistenza di possibili correlazioni: • tra gli stili di coping e l’andamento sintomatologico perioperatorio • tra i tratti di personalità e le strategie di coping prevalenti
  • 66. CAMPIONE I soggetti (N= 58) sono stati consecutivamente reclutati presso l’U.O. di Ostetricia-Ginecologia dell’Ospedale di Carpi, al momento dalla visita precedente all’intervento, 15-10 giorni prima del ricovero
  • 67. CAMPIONE N° soggetti 58 àt E RANGE MEDIA (DS) CONSERVATIVI 28-58 41,86 (± 8,68) Freq. 30 (%) (51,7) a go op T i l i ot nevr et n’ d i NON Freq. CONSERVATIVI (%) ISTERECTOMIA Totale/subtotale Interventi senza asportazione dell’utero 28 (48.3) Freq. (%) 23 (39,7) Freq. (%) 35 (60,3) Criteri d’inclusione: • nazionalità italiana • età compresa tra i 28 e i 60 anni • livello d’istruzione non inferiore alla licenza elementare • sia in età fertile che in menopausa • interventi ginecologici conservativi e non per patologie uterine ed annessiali benigne e prolassi • modalità dell’intervento: laparotomia, laparoscopia e per via vaginale Criteri d’esclusione: • interventi chirurgici ginecologici per neoplasie, esami di cavità, sterilizzazione e complicazioni postpartum
  • 68. MATERIALI e METODI Valutazione dell’andamento sintomatologico perioperatorio Symptom Questionnaire (SQ) di Fava e Kellner test di stato, composto di 92 item a risposta dicotomica, 4 scale principali (ANSIA, DEPRESSIONE, SINTOMI SOMATICI E OSTILITÀ) e 8 sottoscale somministrato in tre diversi momenti: 15 giorni prima dell’intervento, forma settimanale (SQ1), il giorno prima (SQ2) ), forma giornaliera al momento della dimissione (SQ3), forma giornaliera
  • 69. MATERIALI e METODI Valutazione dei tratti stabili di personalità Sixteen Personality Factors Questionnaire – 5a edizione (16 PF-5) di Cattel (2000) composto di 185 item a scelta obbligata con tre alternative di risposta misura 16 dimensioni o tratti stabili di personalità (fattori primari), bipolari e relativamente indipendenti + 5 fattori globali somministrato 15 giorni prima dell’intervento
  • 70. FATTORE A ESPANSIVITÀ B RAGIONAMENTO C STABILITÀ EMOZIONALE E DOMINANZA F VIVACITÀ G COSCIENZIOSITÀ H AUDACIA SOCIALE I SENSIBILITÀ L VIGILANZA M ASTRATTEZZA N PRUDENZA O APPRENSIVITÀ Q1 APERTURA AL CAMBIAMENTO Q2 FIDUCIA IN SÈ Q3 PERFEZIONISMO Q4 TENSIONE Punteggi da 1 a 3 sten riservato, impersonale, distaccato concreto reattivo, instabile, emozionalmente mutevole remissivo, cooperativo, evita i conflitti serio, misurato, accurato opportunista, non rispetta le regole timido, pavido, timoroso utilitarista, non sentimentale, materialista fiducioso, non sospettoso, accettante pratico, aderente alla realtà, realista, orientato alla soluzione sincero, schietto, franco, genuino sicuro di sè, soddisfatto, tranquillo tradizionalista, conservatore dipendente dal gruppo, affiliativo tollerante il disordine, approssimativo, flessibile rilassato, placido, paziente Punteggi da 8 a 10 sten espansivo, disinvolto, attento agli altri astratto emozionalmente stabile, maturo, adattabile dominante, energico, assertivo vivace, esuberante, spontaneo coscienzioso, ligio al dovere socialmente audace, intraprendere, temerario, sfrontato, avventuroso sensibile, esteta, sentimentale, romantico vigile, sospettoso, scettico, circospetto astratto, fantasioso, ideativo, orientato verso le idee prudente, discreto, guardingo, chiuso apprensivo, insicuro, preoccupato aperto al cambiamento, sperimentatore fiducioso di sè, solitario, individualista perfezionista, autodisciplinato, organizzato teso, energico, impaziente, motivato
  • 71. FATTORE Punteggio da 1 a 3 sten Punteggio da 8 a 10 sten EX estroversione introverso, socialmente inibito estroverso, socialmente participativo AX ansietà imperturbabile, bassa ansietà ansioso, alta ansietà TM durezza ricettivo, aperto, intuitivo duro, risoluto, bassa empatia IN indipendenza acconidiscendente, piacevole, altruista indipendente, persuasivo, volitivo SC autocontrollo impulsivo, segue gli istinti Controllato, inibisce gli istinti
  • 72. MATERIALI e METODI Valutazione degli stili di coping prevalenti Coping Orientations to the Problems Experienced (COPE) di Carver, Scheier e Weintraub (1989) Valutazione di 15 strategie di coping distinte in strategie focalizzate sul problema, sull’emozione e potenzialmente disadattive + 5 fattori principali composto di 60 item, 4 per ciascuna delle 15 scale e 5 fattori principali Modalità di risposta scala likert sulla frequenza somministrato 15 giorni prima dell’intervento
  • 73. Valore soglia Andamento sintomatologico: SQmediane 12 10 8 6 4 2 0 SQ1 ansia SQ2 depressione sintomi somatici SQ3 ostilità
  • 74. Profilo medio di personalità: 16 PF5mediane
  • 75. at tiv i pi t à so an i co ppr f n t ess en i ri m ri c c in co f m sf pr re o go in t ac erp ce ta um r z e o r li g n e is ga m o di z i o st n e di co m st p al m e co n l- t dr o Stili di coping prevalenti: COPEmediane 15 13 11 9 7 5 3 1
  • 76. STRATEGIE FOCALIZZATE SUL PROBLEMA Risultati: correlazioni non parametriche “ rho di Spearman” P < 0.05* P< COPE e SQ + depressione-SQ3* ATTIVITÀ 0.01** + sintomi somatici-SQ3* + assenza di benessere fisico/affaticamentoSQ3* + sintomi somatici-SQ3* PIANIFICAZIONE + lamentela somatica-SQ3* + assenza di benessere fisico/affaticamentoSQ3* + ansia e ansietà–SQ1* + incapacità ad essere contento-SQ1** SOPPRESSIONE ATTIVITÀ COMPETITIVE - mancanza di buona disposizione verso gli altriSQ2* + depressione-SQ2* e SQ3* + sintomatologia depressiva-SQ3* + assenza di benessere fisico/affaticamento-
  • 77. STRATEGIE FOCALIZZATE SUL PROBLEMA Risultati: correlazioni non parametriche “ rho di Spearman” P < 0.05* COPE e SQ P< 0.01** - ostilità-SQ2** CONTENIMENTO - mancanza di buona disposizione verso gli altriSQ2* + depressione, lamentela depressiva e incapacità ad essere contento -SQ3* - ostilità e sintomi d’irritabilità–SQ1* RICERCA D’INFORMAZIONI + depressione-SQ2* + sintomi somatici-SQ3* + assenza di benessere fisico/affaticamentoSQ3*
  • 78. STRATEGIE FOCALIZZATE SULL’EMOZIONE Risultati: correlazioni non parametriche “ rho di Spearman” P < 0.05* COPE e SQ P< 0.01** RICERCA DI COMPRENSIONE + depressione** e sintomi depressivi* -SQ2 + sintomi somatici e lamentela organica-SQ2** + ansia-SQ1* *, ansia (A-a)-SQ2**, ansia (a)SQ3* + depressione (D-d)-SQ1** e SQ2** e sintomi depressivi-SQ3* SFOGO + incapacità a rilassarsi- SQ1e SQ2** + incapacità ad essere contento- SQ1** + ostilità (O-o)- SQ2** + sintomi somatici (S-s)-SQ2* + mancanza di buona disposizione verso gli altriSQ2**
  • 79. STRATEGIE FOCALIZZATE SULL’EMOZIONE Risultati: correlazioni non parametriche “ rho di Spearman” P < 0.05* P< COPE e SQ 0.01** REINTERPRETA ZIONE POSITIVA E CRESCITA - Mancanza di buona disposizione verso gli altriSQ2* e SQ3** - ostilità-SQ3** + assenza di benessere fisico-SQ3* + depressione-SQ1* ACCETTAZIONE + incapacità ad essere contento- SQ1** - sintomi somatici-SQ3* UMORISMO - Mancanza di buona disposizione verso gli altriSQ1*
  • 80. Risultati: correlazioni non parametriche “ rho di Spearman” P < 0.05* P< COPE e SQ 0.01** STRATEGIE POTENZIALMENTE DISADATTIVE NEGAZIONE - Lamentela somatica (S e s)-SQ1** + depressione (D** e d*)-SQ1 DISTACCO COMPORTAMENTALE + sintomi somatici (S e s)-SQ1** + assenza di benessere fisico/affaticamentoSQ1* DISTACCO MENTALE - mancanza di buona disposizione verso gli altriSQ1* e SQ3* + lamentela somatica (S e s)-SQ2* + sintomi depressivi-SQ2* - ostilità (O** e o)-SQ3 USO DI ALCOL/DROGHE + ansia (A e a)-SQ1* + lamentela somatica (s)-SQ1*
  • 81. Risultati: correlazioni non parametriche “ rho di Spearman” P < 0.05* P< COPE e SQ 0.01** + depressione -SQ1* FATTORI PRINCIPALI SUPPORTO SOCIALE + ansia e incapacità a rilassarsi-SQ2* + depressione (D e d)-SQ2** + lamentela somatica (S* e s**)-SQ2 + depressione (D e d)-SQ1* EVITAMENTO + ansietà- SQ1* + sintomi somatici (S e s)-SQ1** + assenza di benessere fisico/affaticamentoSQ1* ATTITUDINE POSITIVA + ostilità-SQ2* - mancanza di buona disposizione verso gli altriSQ2* + depressione (D e d)-SQ3*
  • 82. Risultati: correlazioni non parametriche 16PF-5 e COPE A - ESPANSIVITÀ B - RAGIONAMENTO + Reinterpretazione* + Distacco comportamentale* - Negazione* - Distacco comportamentale* C – STABILITÀ EMOZIONALE - Distacco comportamentale* F – VIVACITÀ - contenimento* P < 0.05* P< 0.01**
  • 83. Risultati: correlazioni non parametriche 16PF-5 e COPE + contenimento* + ricerca d’informazioni* G - COSCIENZIOSITÀ + religione* - distacco comportamentale* + attitudine positiva* H - AUDACIA SOCIALE - contenimento* + contenimento* N – PRUDENZA - ricerca di comprensione* - sfogo** - supporto sociale** P < 0.05* P< 0.01**
  • 84. Risultati: correlazioni non parametriche 16PF-5 e COPE L - VIGILANZA + negazione** + evitamento* + distacco comportamentale** M - ASTRATTEZZA + alcol-droghe* + evitamento** Q2 – FIDUCIA IN SE’ + negazione** + distacco comportamentale* P < 0.05* P< 0.01**
  • 85. Risultati: correlazioni non parametriche 16PF-5 e COPE Q3 PERFEZIONISMO + contenimento* - distacco ricerca d’informazioni* Q4- TENSIONE + negazione* + distacco comportamentale* + evitamento* P < 0.05* P< 0.01**
  • 86. Discussione  Si sono evidenziate associazioni significative tra: • tratti stabili di personalità e stili di coping • stili di coping e sintomatologia riferita prima e dopo l’intervento  Piano correlazionale: no relazioni di causa-effetto, semplici covariazioni  Si è evidenziato come determinati tratti di personalità si associno a stili di coping prevalenti  Si è evidenziato come l’impiego di determinate strategie di coping correli con la sintomatologia riferita nel periodo perioperatorio
  • 87. Bibliografia • Amirkhan, J.H. (1990). A factor analitically derived measure of coping: The Coping Strategy Indicator. Journal of Personality and Social Psychology, 59, 1066-1071 • Brandtstädter, J. (1992). Personal control over development: Implications of selfefficacy. In R. Schwarzer R (Ed.), Self-efficacy: Thought Control of Action. Washington: Hemisphere. • Busjahn, A., Faulhaber, H., Freier, K., & Luft, F. C. (1999). Genetic and environmental influences of coping styles: a twin study. Psychosomatic Medicine, 61, 469-475. • Conti, L. (2006). Repertorio delle scale di valutazione in psichiatria (Ed). Fierenze: SEE. • DeLongis, A. & Holtzman, S. (2005). Coping in context: the role of stress, social support, and personality in coping. Journal of Personality, 73 (6), 1633-1656. • Endler, N.S., Parker, J.D.A. (1990). Multidimensional assessment of coping: A critical evaluation. Journal of Personality and Social Psychology, 58, 844-854. • Feifel, H., Strack, S. (1989). Coping with conflict situations: Middle-aged and elderly men. Psychol Aging, 4, 26-36
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