Le cause che caratterizano il fenomeno dello stress lavoro-correlato con la definizione di stress, la distinzione dello stress positivo e negativo e gli interventi a livello individuele e organizzativo per la gestione dello stress nei luoghi di lavoro
2. Perchè occuparsi di stress?
Lo stress collegato al lavoro è diventato una
della maggiori preoccupazioni per gli
imprenditori che ne subiscono i costi.
Il 28% dei lavoratori denunzia sintomi collegati
allo stress (con maggior frequenza disturbi
muscolo-scheletrici).
Il 50-60% delle giornate perse sia collegato allo
stress da lavoro
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3. Perchè occuparsi di stress?
In Europa lo stress è il secondo più frequente
problema di salute lavorativa.
In base a stime prudenti si calcola che i costi
derivanti dallo stress legato all’attività lavorativa
ammontino a circa 20.000 milioni di euro
all’anno. Il fenomeno riguarda almeno 40 milioni
di lavoratori nei 15 Stati membri dell’UE.
Il numero di persone che soffrono di stress da
lavoro è destinato ad aumentare.
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4. Stress
“Lo stress è uno stato, che si accompagna a malessere e disfunzioni
fisiche, psicologiche o sociali ed che consegue dal fatto che le
persone non si sentono in grado di superare i gap rispetto alle
richieste o alle attese nei loro confronti.”
(accordo europeo sullo stress sul lavoro dell´8 ottobre 2004)
“Lo stress è ogni interferenza che disturba il funzionamento
dell’organismo a qualsiasi livello e produce una situazione che in
condizioni normale l’organismo eviterebbe”
(Hinsie e Campbell, Dizionario di Psichiatria, 1979)
“Insieme di reazioni fisiche ed emotive dannose che si manifesta
quando le richieste poste dal lavoro non sono commisurate alle
capacità, risorse, esigenze del lavoratore. Lo stress connesso al lavoro
può influire negativamente sulle condizioni di salute e provocare
perfino infortuni”
(NIOSH 1999)
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5. Stress
Lavorare sotto una certa
pressione può migliorare le
prestazioni e dare soddisfazione
quando si raggiungono obiettivi
impegnativi.
Al contrario, quando le
richieste (in ambito lavorativo e
non) e la pressione diventano
eccessive, possono causare
stress cronico.
e quindi…
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6. Stress
EUSTRESS
(in greco: bello, buono)
Lo stress positivo si ha quando uno o più stimoli,
anche di natura diversa,allenano la capacità di
adattamento psicofisica individuale.
L’eustress è una forma di energia utilizzata per
poter più agevolmente raggiungere un obiettivo e
l’individuo ha bisogno di questi stimoli ambientali
che lo spingono ad adattarsi.
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7. Stress
DISTRESS
(in greco: cattivo, morboso)
Lo stress negativo si ha quando stimoli stressanti,
ossia capaci di aumentare le secrezioni ormonali,
instaurano un logorio progressivo fino alla rottura
delle difese psicofisiche. “Le condizioni di stress, e
quindi di attivazione dell’organismo, permangano
anche in assenza di eventi stressanti oppure che
l’organismo reagisca a stimoli di lieve entità in
maniera sproporzionata”
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8. Stress
Grado ottimale di tensione e sollecitazione
esterna, che si risolve raggiunto l’obiettivo
Difesa dalla monotonia e attivazione di risorse
Affinamento delle capacità di attenzione e
concentrazione
Stimolo all’apprendimento e alla memoria
Facilitatore nella risoluzione creativa dei
problemi
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9. Stress cronico o distress
Continua esposizione a stimoli esterni
Attivazione fisiologica e psichica eccessiva
Sforzo dell’organismo esagerato e innaturale
Processo prolungato di sopportazione e
resistenza
Periodo di logorio ed esaurimento
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10. Modello Karasek (1979):
Lo stress sul posto di lavoro può dipendere da:
Meccanismo
DOMANDA/
DOMANDA CONTROLLO
Capacità di svolgere la
richiesta/
compito e
discrezionalità (influenza,
capacità decisionale)
Carico di lavoro che
richiede impegno
fisico e psicologico
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11. Modello Karasek (1979):
Karasek, 1979
max
ATTIVI
ALTO
STRAIN
DOMANDA
RILASSANTI
PASSIVI
max
min
CONTROLLO
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12. Stress e disagio
Lo stress è un fenomeno percettivo
individuale, legato alla percezione del singolo
individuo
(Cox e Mackay, 1976)
Non esistono situazioni stressogene,
ma solo “situazioni potenzialmente
stressogene per una certa
popolazione/target/individuo”
(stato soggettivo + ambiente)
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13. Stress e disagio
Lo stress deriva da una situazione percepita
come minacciosa, a causa di una richiesta
dell’ambiente percepita come eccessiva,
rispetto alla percezione della propria
capacità di fronteggiarla.
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14. Le cause
Lo stress non è una malattia ma una situazione di
prolungata tensione che può essere causata da
diversi fattori quali:
Il contenuto del lavoro;
L’eventuale inadeguatezza nella gestione
dell’organizzazione del lavoro;
L’eventuale inadeguatezza nella gestione
dell’ambiente di lavoro;
Le carenze nella comunicazione
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15. Le cause
Lo stress può quindi riguardare ogni luogo di
lavoro ed ogni lavoratore, indipendentemente
dalle dimensioni dell’azienda, dal settore di
attività o dalla tipologia del contratto o del
rapporto di lavoro.
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16. Le cause
1. Contenuto o natura del lavoro
Ogni attività lavorativa presenta quale
elemento connaturale una componente di
stress e tuttavia nel primo tipo esistono
professioni che sono in sé stressanti, anche per
le responsabilità che implicano (v. ad esempio i
casi di autista di autobus, chirurgo, pilota,
cassiere, poliziotto).
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17. Le cause
2. Organizzazione e processi di lavoro (1/2)
Contratti precari,orari e turni inadeguati;
Mansioni
complicate,
aspettative
di
rendimento
troppo
elevate,
mancata
coincidenza
tra
requisiti
professionali
richiesti e competenze dei lavoratori;
Innovazioni apportate alla progettazione,
all’organizzazione e alla gestione del lavoro;
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18. Le cause
2. Organizzazione e processi di lavoro (2/2)
Elevate pressioni emotive esercitate sui
lavoratori,
mancanza
di
formazione
appropriata sulle attività richieste;
Mancanza di personale rispetto ai carichi di
lavoro, aumento del carico di lavoro e del
ritmo di lavoro, oppure, al contrario,
minimo e di scarsa importanza.
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19. Le cause
3. Condizioni e ambienti di lavoro (1/2)
Lo stress dipende da:
mansioni troppo pericolose,
esposizione ad un comportamento illecito,
esposizione a rumore, a calore, a
sostanze pericolose,
carenze ergonomiche, strumentali o a
livello di sicurezza del lavoro, ecc
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20. Le cause
3. Condizioni in ambiente di lavoro (2/2)
Fattori di rischio ambiente fisico: fumi
e materiali, illuminazione, temperatura,
umidità, ventilazione, rumore, vibrazioni,
inquinanti, polveri,…
Fattori di rischio posto di lavoro:
disposizione e caratteristiche
postazione;posture, uomo-macchina,
radiazioni e carico visivo
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21. Le cause
4. Comunicazione (1/2)
Comunicazione, conflitti interpersonali,
contrasti interni,
Incertezza circa le aspettative riguardo al
lavoro, alle prospettive di occupazione, al
futuro e al cambiamento, turn-over
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22. Le cause
4. Comunicazione (2/2)
Lamentele da parte dei lavoratori,
pressioni emotive e sociali, sensazione di
non poter far fronte alla situazione e
percezione di una mancanza di aiuto,
Attività a contatto continuo con il dolore
altrui,
Scarso equilibrio tra lavoro e vita privata.
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23. I sintomi comportamentali
I sintomi/segnali/indicatori della presenza/insorgenza
di problemi di stress possono essere raggruppati in
diverse categorie:
1. Organizzativi
2. Comportamentali – alterazione del
comportamento
3. Psicologici – alterazione della salute
4. Fisici / Psicosomatici – alterazione della
salute
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24. I sintomi comportamentali
1. Sintomi organizzativi
Assenteismo
Turn over
Conflittualità/Difficoltà relazionali
Bassa qualità nelle prestazioni
Infortuni/malattie professionali
Cambio mansione
Problemi disciplinari
Violenze e molestie di natura psicologica
Non conformità
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25. I sintomi comportamentali
2. Comportamentali-alterazioni del
comportamento (1/2)
Indecisione e insicurezza
Irrequietezza
Impulsività crescente
Diffidenza o aumento della stessa
Capacità di giudizio ridotta ed aumento
degli errori
Impazienza e suscettibilità
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26. I sintomi comportamentali
2. Comportamentali-alterazioni del
comportamento (2/2)
Voglia di isolarsi e/o non frequentare gli
altri
Difficoltà crescenti nei rapporti
interpersonali
Assuefazione all’alcool, al fumo e/o
sostanze calmanti o stimolanti
Disturbi del comportamento alimentare:
attacchi bulimici ( episodi anoressici più
raramente)
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27. I sintomi comportamentali
3. Sintomi psicologici-alterazione della
salute (1/2)
Concentrazione e attenzione ridotta
Memoria meno pronta
Nervosismo e irritabilità
Stato ansioso e apprensivo costante
Crisi d’identità
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28. I sintomi comportamentali
3. Sintomi psicologici-alterazione della
salute (2/2)
Crisi depressive, autocommiserazione,crisi
di pianto
Tendenza a fantasticare
Autocritica esagerata
Pessimismo e cattivo umore
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29. I sintomi comportamentali
4. Fisici/psicosomatici-alterazione della
salute (1/2)
Disturbi dell’alimentazione (anoressia,
bulimia)
Disturbi gastroenterici (ulcera e colite)
Disturbi cardiocircolatori (ipertensione,
ischemia)
Disturbi respiratori (asma bronchiale)
Disturbi urogenitali (alterazioni mestruali,
incontinenza)
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30. I sintomi comportamentali
4. Fisici/psicosomatici-alterazione della
salute (2/2)
Disturbi sessuali (impotenza)
Disturbi locomotori (dolori lombari,
reumatismo psicogeno, cefalee da
contrazione muscolare)
Disturbi dermatologici
Disturbi del sonno
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31. Le patologie più frequenti
Malattie organiche
dell’apparato
cardiovascolare
Tachicardia, ipertensione
arteriosa, ....
Gastrite, reflusso
gastroesaofageo, ulcera
peptica, colon irritabile
Malattie dell’apparato
digerente
Alopecia, psoriasi,
orticaria, eczema,
dermatite atopica
Dermatiti
Turbe del sonno,
irritabilità, abulia,
sindromi fobiche, attacchi
di panico, anoressia,
bulimia, cefalea, tendenza
all’abuso di alcol, tabacco
Disturbi emozionali e del
comportamento
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33. Prevenzione del rischio
Gli interventi di gestione dello stress in ottica
preventiva possono agire su due livelli:
INDIVIDUO
GRUPPO/ORGANIZZAZIONE
(Documento di consenso linee guida SIMLII, 2005)
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34. Interventi a livello individuale
OBIETTIVI :
Rafforzare le capacità del singolo lavoratore
di affrontare le criticità sul posto di lavoro e
gestire lo stress;
Ridurre il livello di stress in persone che già
ne hanno i sintomi rafforzando la capacità di
risposta individuale.
(Documento di consenso linee guida SIMLII, 2005)
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35. Interventi a livello individuale
TIPOLOGIA:
Programmi di formazione, informazione
(focus su concetto di stress, capacità di
gestione del cambiamento, negoziazione
e conflitto organizzativo, …)
Piani di coaching (affiancamento) e
counselling (colloqui individuali con
figure professionali certificate)
(Documento di consenso linee guida SIMLII, 2005)
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36. Interventi a livello individuale
ASPETTI POSITIVI:
Non necessaria interruzione attività
lavorative
Risultati rapidi e visibili
Modulabili in base alle esigenze del singolo
e dell’organizzazione
Costo contenuto
(Documento di consenso linee guida SIMLII, 2005, da Agenzia Europea per la
Salute e Sicurezza sul Lavoro, 2002; Murphy, 1984; Cooper 1992 et al.
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37. Interventi a livello individuale
ASPETTI NEGATIVI:
Non eliminano le cause profonde dello
stress
Intervengono solo sulla strategia di coping
del singolo
Risultati che si dissolvono nel breve
periodo
(Documento di consenso linee guida SIMLII, 2005, da Agenzia Europea per la
Sicurezza e Salute sul Lavoro,2002; Murphy,1984; Cooper 1992 et al.
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38. Interventi a livello organizzativo
OBIETTIVI :
Intervenire in modo strutturale sulle
cause organizzative che possono generare
stress e disagio;
Effettuare cambiamenti radicali
nell’organizzazione in ottica preventiva
(Documento di consenso linee guida SIMLII, 2005)
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39. Interventi a livello organizzativo
TIPOLOGIA:
Programma di change management su ruoli
e responsabilità organizzative
Interventi ergonomici (sull’ambiente fisico
e sugli artefatti cognitivi)
Riprogettazione processi/attività
“critiche”(ripetitive, pericolose, complesse,
…)
Istituzione di consultorio interno
(Documento di consenso linee guida SIMLII, 2005)
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40. Interventi a livello organizzativo
Aspetti positivi:
Risultati più significativi e stabili nel tempo
Rimuovono le cause (organizzative) di
stress alla radice
Fortemente coinvolgenti e
responsabilizzanti
(Documento di consenso linee guida SIMLII, 2005 da NIOSH, 2004;
Jackson, 1983; MacLennan, 1992 et al.
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41. Interventi a livello organizzativo
Aspetti negativi:
Interventi intrusivi, costosi e di lungo
periodo
Necessario forte commitment del vertice
manageriale e grande coinvolgimento dei
lavoratori
Spesso incontrano diffidenza interna da
parte di lavoratori e manager
(Documento di consenso linee guida SIMLII, 2005 da NIOSH, 2004;
Jackson, 1983; MacLennan, 1992 et al.
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Editor's Notes
sintomi comportamentali sono diffuso malessere psicofisico, stanchezza, dolori muscolari, calo delle difese immunitarie quindi maggiore propensione ad ammalarsi, : lavorare in modo frenetico, precipitoso, febbrile; mancanza di concentrazione, smemoratezza; riduzione delle capacità percettive, riflessi imprecisi, irritabilità e insoddisfazione, depressione e ansia. iperattività, problemi all’apparato digerente, incapacità di esprimersi correttamente.
Questi comportamenti espongono il lavoratore a situazioni di pericolo. All’aumentare della percentuale di errori sul lavoro, infatti, aumenta il rischio di infortunio e aumenta la nocività nei confronti della salute.
sintomi comportamentali sono diffuso malessere psicofisico, stanchezza, dolori muscolari, calo delle difese immunitarie quindi maggiore propensione ad ammalarsi, : lavorare in modo frenetico, precipitoso, febbrile; mancanza di concentrazione, smemoratezza; riduzione delle capacità percettive, riflessi imprecisi, irritabilità e insoddisfazione, depressione e ansia. iperattività, problemi all’apparato digerente, incapacità di esprimersi correttamente.
A livello aziendale:
assenteismo
frequente avvicendamento del personale
problemi disciplinari
violenza e molestie di natura psicologica
riduzione della produttività
errori e infortuni
aumento dei costi d’indennizzo o delle spese mediche
Questi comportamenti espongono il lavoratore a situazioni di pericolo. All’aumentare della percentuale di errori sul lavoro, infatti, aumenta il rischio di infortunio e aumenta la nocività nei confronti della salute.
sintomi comportamentali sono diffuso malessere psicofisico, stanchezza, dolori muscolari, calo delle difese immunitarie quindi maggiore propensione ad ammalarsi, : lavorare in modo frenetico, precipitoso, febbrile; mancanza di concentrazione, smemoratezza; riduzione delle capacità percettive, riflessi imprecisi, irritabilità e insoddisfazione, depressione e ansia. iperattività, problemi all’apparato digerente, incapacità di esprimersi correttamente.
reazioni comportamentali (abuso di sostanze stupefacenti, alcol o tabacco, comportamento distruttivo)
Assenze per malattia
Abitudini di vita: dieta, alcool, fumo, attività fisica
Rischio cardiovascolare: ipertensione, ipercolesterolemia, eccesso ponderale
Morbosità e mortalità cardiovascolare
Disordini psicofisiologici: sintomi mal definiti, allergopatie, gastroenteropatie, etc.
MISURE EPIDEMIOLOGICHE Questi comportamenti espongono il lavoratore a situazioni di pericolo. All’aumentare della percentuale di errori sul lavoro, infatti, aumenta il rischio di infortunio e aumenta la nocività nei confronti della salute.
sintomi comportamentali sono diffuso malessere psicofisico, stanchezza, dolori muscolari, calo delle difese immunitarie quindi maggiore propensione ad ammalarsi, : lavorare in modo frenetico, precipitoso, febbrile; mancanza di concentrazione, smemoratezza; riduzione delle capacità percettive, riflessi imprecisi, irritabilità e insoddisfazione, depressione e ansia. iperattività, problemi all’apparato digerente, incapacità di esprimersi correttamente.
A livello aziendale:
assenteismo
frequente avvicendamento del personale
problemi disciplinari
violenza e molestie di natura psicologica
riduzione della produttività
errori e infortuni
aumento dei costi d’indennizzo o delle spese mediche
Questi comportamenti espongono il lavoratore a situazioni di pericolo. All’aumentare della percentuale di errori sul lavoro, infatti, aumenta il rischio di infortunio e aumenta la nocività nei confronti della salute.
reazioni emotive (irritabilità, ansia, disturbi del sonno, depressione, ipocondria, alienazione, spossatezza, problemi relazionali con la famiglia)
reazioni cognitive (difficoltà di concentrazione, perdita della memoria, scarsa propensione all’apprendimento di cose nuove, ridotta capacità decisionale)
reazioni fisiologiche (problemi alla schiena, indebolimento del sistema immunitario, ulcere peptiche, disturbi cardiaci, ipertensione). MONITORAGGI PSICOFISIOLOGICI Misure neuroendocrine:
Corticosteroidi (cortisolo)
Catecolamine (adrenalina, noradrenalina)
Misure cardiovascolari:
Frequenza cardiaca
Pressione arteriosa
Lipidi e glucosio