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Disagio psichico
sul lavoro :
burn out e
mobbing
Prof .Agostino MESSINEO
Dipartimento Prevenzione ASL RM H
IERI:
•
•
•

•

•

Il tramonto del

“vecchio” lavoro
Dimensione stabile e
regolare del lavoro
In passato,
Struttura gerarchica
processo
ben definita
lineare,
continuativo
Ruoli e
e stabile di
responsabilità
sviluppo e
chiare, stabili e ben
accumulo di
identificate
conoscenze
Sicurezza/certezza ed
esperienze
temporale ed
lavorative
economica
Facile processo di
identificazione e
Caratteristiche del “nuovo”
lavoro

OGGI:

• Organizzazione snella, ruoli meno
definiti e responsabilità più sfumate
• Incarichi a breve termine temporale
• Prospettiva temporale di medio breve
termine – contratti vari
• Mobilità nella sede fisica
• Richiesta la capacità di “manipolare”
conoscenza
• Inadeguata possibilità di affrontare
adeguatamente problemi complessi

Flessibilità e imprevedibilità come fattore comune trasversale per
molte tipologie di lavoro
Gli interventi che riducono conflittualità e
favoriscono il dialogo

• Sono impegni spesso
non onorati nelle scelte
aziendali e possono
costituire elementi da
considerare nelle ipotesi
di conflitti nei posti di
lavoro
Interventi di gestione dello stress a livello
(Documento di consenso linee guida SIMLII, 2005)
individuale
OBIETTIVI :
rafforzare le
capacità del singolo
lavoratore di
affrontare le criticità
sul posto di lavoro e
gestire lo stress;
ridurre il livello di
stress in persone che
già ne hanno i
sintomi rafforzando
la capacità di
risposta individuale.

TIPOLOGIA:
Programmi di
formazione,
informazione (focus su
concetto di stress,
capacità di gestione
del cambiamento,
negoziazione e conflitto
organizzativo, …)
Piani di coaching
(affiancamento) e
counselling (colloqui
individuali con figure
professionali certificate)
Interventi di gestione dello stress a livello
(Documento di consenso linee guida SIMLII, 2005)
individuale
ASPETTI POSITIVI:
Non necessaria
interruzione attività
lavorative
Risultati rapidi e
visibili
Modulabili in base
alle esigenze del
singolo e
dell’organizzazione

ASPETTI NEGATIVI:
Non eliminano le cause
profonde dello stress
Intervengono solo sulla
strategia di coping del
singolo
Risultati che si dissolvono
nel breve periodo

Costo contenuto
(da Agenzia Europea per la Sicurezza e Salute sul Lavoro, 2002; Murphy, 1984; Cooper 1992 et al.)
Interventi di gestione dello stress a livello
(Documento di consenso linee guida SIMLII, 2005)
organizzativo
OBIETTIVI :
Intervenire in
modo strutturale
sulle cause
organizzative che
possono generare
stress e disagio;
Effettuare
cambiamenti
radicali
nell’organizzazione
in ottica preventiva

TIPOLOGIA:
Programma di change
management su ruoli e
responsabilità organizzative
Interventi ergonomici
(sull’ambiente fisico e sugli
artefatti cognitivi)
Riprogettazione
processi/attività
“critiche”(ripetitive,
pericolose, complesse, …)
Istituzione di consultorio
interno
Interventi di gestione dello stress a livello
(Documento di consenso linee guida SIMLII, 2005)
organizzativo
ASPETTI POSITIVI:
Risultati più
significativi e stabili
nel tempo
Rimuovono le cause
(organizzative) di
stress alla radice
Fortemente
coinvolgenti e
responsabilizzanti
(NIOSH, 2004; Jackson, 1983;
MacLennan, 1992 et al.)

ASPETTI NEGATIVI:
Interventi intrusivi, costosi
e di lungo periodo
Necessario forte
commitment del vertice
manageriale e grande
coinvolgimento dei
lavoratori
Spesso incontrano
diffidenza interna da parte
di lavoratori e manager
Idoneità lavorativa
Il ricorso all’esame psicodiagnostico è spesso
inevitabile.
L’esame psico-diagnostico deve avere una
“robustezza clinica”, ovvero deve essere in
grado di valutare la complessità della
personalità e, soprattutto, le sue inclinazioni
patologiche più o meno franche.
Alla luce della psicodiagnosi il medico del lavoro
dovrà esprimere il giudizio conclusivo di idoneità o
non idoneità (temporanea o permanente; totale o
parziale), avvalendosi comunque di:
Ricostruzione eziologica
Esame clinico
Rilevanze epidemiologiche
(Documento di consenso linee guida SIMLII, 2005)
Principali difficoltà:

1) Stabilire un nesso causale ben chiaro fra fattori di
ordine
psico-socio-lavorativo
e
insorgenza
dell’affaticamento, usura e della conseguente
degenerazione in malattia
2) Separare aspetti “stressanti” della vita privata da
quelli lavorativi
3) Attribuire un peso ai fattori personali del singolo
(caratteristiche di personalità) nella percezione e
dello stato di affaticamento e disagio e nella
reazione ad esso
Criteri, metodi e strumenti di valutazione del carico
di lavoro mentale
Criteri di misura
dello stress
da carico di

Fatica
mentale

lavoro mentale

soggettivi

comportamentali

fisiologici

biochimici

Interviste
questionari
autovalutazione
Metodo del
doppio compito
Indici di attivazione
Cardiovascolare
Tensione muscolare
Indicatori neurofisiologici
FCF luce intermittente

Catecolamine
corticoidi

• Molti possono essere
criteri e metodi per la
valutazione dello
stress, del carico di
lavoro mentale, della
fatica metale sia a
livello soggettivo che
comportamentale,
fisiologico o biochimico
e spesso tali metodi
possono essere
utilizzati in
combinazione tra loro
Sindrome del burn out e stress
• burn out : progressiva perdita di
idealismo, energia e scopi, vissuta
da operatori sociali, professionali
e non, come risultato delle
condizioni in cui lavorano
vengono riconosciute due
condizioni di stress:
• ‘soggettiva’ (o interna) ed ‘oggettiva’ (o
esterna). Fra le condizioni soggettive ci
sono quelle legate alle motivazioni ed alle
immagini ideali dell’operatore. Fra quelle
oggettive ci sono quelle legate alle
condizioni materiali di lavoro, alle ambiguità
di ruolo, alle strutture di relazione, ecc.
Hanno molto rilievo il clima di gruppo, le
comunicazioni interpersonali e la
soddisfazione individuale.
Secondo Maslach (1975)
• è “una sindrome da esaurimento
emotivo, da spersonalizzazione e
riduzione delle capacità personali che
può presentarsi in soggetti che per
professione si occupano della
gente”;oppure: “una reazione alla
tensione emotiva cronica creata dal
contatto continuo con altri esseri umani,
in particolare quando essi hanno
problemi o motivi di sofferenza”.
Il burn out
• considerato una sindrome per i sintomi
che
lo
contraddistinguono,
viene
riscontrato soprattutto tra gli operatori
che lavorano a stretto contatto con
situazioni di sofferenza. Sec. Edelwich e
Brodsky ( 1980) è una “Progressiva perdita di
idealismo, energia e scopi, vissuta da
operatori sociali, professionali e non, come
risultato delle condizioni in cui lavorano”
si sperimenta un sovraccarico
emotivo
• Così come nello stress lavorativo, quando
non si riesce a fronteggiare alle richieste
ambientali , e si identifica nell’interazione
continuata con l’utente, da cui può scaturire
una sensazione di esaurimento emotivo e
perdita di energia.
Burn out
Attuando strategie di coping, per
difendersi dal sovraccarico di
stress, l’individuo potrà
sviluppare una risposta cinica e
disumanizzata che possiamo
definire ‘spersonalizzazione’.
Le persone, quelle stesse con cui
egli aveva condiviso dolore e
disagio, diventano “oggetti” da
cui è bene prendere distanza.
Progetto di Legge
4562 del 2 maggio
2000
Sindrome di esaurimento
emozionale, di
spersonalizzazione e di
riduzione delle capacità
professionali che può
presentarsi in soggetti che
per mestiere si occupano
degli altri e si esprime in
una costellazione di
sintomi quali
somatizzazioni, apatia,
eccessiva stanchezza,
risentimento, incidenti"
Le cause del burn-out

• Individuarne le cause è piuttosto
difficile poiché si tratta di un
fenomeno multidimensionale,
influenzato da fattori, sia di tipo
oggettivo sia soggettivo
• I fattori soggettivi sono
particolarmente importanti,
infatti persone diverse che
condividono uno stesso ambiente
lavorativo non tutte sviluppano la
sindrome.
In generale tra le cause
principali possiamo nominare
una eccessiva idealizzazione
della professione, mansioni
frustranti o inadeguate alle
aspettative, organizzazione del
lavoro disfunzionale o patologica

Molto dipende dalla loro
personalità, dalle strategie di
coping, dalle esperienze
precedenti, dalla resistenza allo
stress e alle frustrazioni.
Sindrome di burn-out

È tipica nelle Helper
profession o Professioni di
aiuto, manager,
Il soggetto è Bruciato, Spento …
professionalmente e psicologicamente
arriva fino alla DEPRESSIONE ANCHE
GRAVE!!!!
Possiamo aver quadri clinici
ESAURIMENTO EMOTIVO: Progressivo
spegnimento di entusiasmo per il lavoro
e inaridimento del rapporto con l’utente
DEPERSONALIZZAZIONE: Acquisizione di
comportamenti freddi, sgarbati,
dittatoriali vs gli utenti (pazienti, assistiti,
ecc.)
DISTRUZIONE PROGRESSIVA DELLA
REALIZZAZIONE PERSONALE: Sensazione
di fallimento, disillusione sul proprio
lavoro
Fattori importanti
Possono esacerbare condizioni di burn out
1) gli orari prolungati,
2) il sostegno sociale inadeguato (a volte
totalmente mancante) o
3) la struttura rigida nella quale il lavoratore è
costretto ad operare in condizioni quindi
disumanizzanti.
Migliorare la struttura socio-organizzativa è perciò
fondamentale per chi è responsabile delle risorse
umane, perché possa prevenire il disagio del
lavoratore e migliorare la qualità globale del
servizio all'utente.
• il contesto sociale e lavorativo è quello che
risulta essere maggiormente in grado di attivare
risposte di stress, sia dal punto di vista
comportamentale che dal punto di vista
fisiopatologico.
• Le condizioni fisiche dell’ambiente lavorativo
o la fatica fisica, il ruolo e le relazioni lavorative,
la gestione del lavoro, la burocratizzazione, sono
tutte variabili capaci di provocare negli operatori
i sintomi che caratterizzano la sindrome del burn
out: apatia, perdita di entusiasmo, senso di
frustrazione.
sintomi del burn
out
• I comportamenti lavorativi
messi in atto dagli operatori in
fase di burn out ( coping)
riguardano soprattutto il
rapporto interpersonale con
l’utenza: tale rapporto perde la
proprietà di relazione di aiuto e
diviene essenzialmente una
relazione tecnica di ‘servizio’:
• “perdita dei sentimenti positivi
verso l’utenza e la professione,
Si puo’ determinare
• Perdita della motivazione,
dell’entusiasmo e del senso di
responsabilità,
impoverimento delle relazioni,
utilizzo di un modello
lavorativo stereotipato con
procedure standardizzate e
rigide, cinismo verso la
sofferenza, difficoltà ad
attivare processi di
cambiamento”.
Tra i possibili eventi
stressanti o che
possono determinare
dinamiche vessatorie
e burn out vi sono i
conflitti
Il mobbing:
definizioni e caratteristiche
del fenomeno
Le cause di disagio psichico in ambiente di
lavoro
MOBBING
Dall’inglese to mob = “attaccare”,
“accerchiare”
Termine coniato per indicare un
meccanismo di difesa collettivo che si
attua nel mondo animale e mediante
il quale un branco mantiene la sua
omogeneità espellendo “il non simile”
attraverso comportamenti di isolamento e
lesivi.
Il termine viene usato per
definire particolari situazioni di
conflitto in ambiente di lavoro:
la grave e perdurante
distorsione delle relazioni
interpersonali che si verifica in
questi casi è fonte di intense
sofferenze psichiche e spesso
di alterazioni permanenti
dell’umore o della personalità.
Mobbing
• Comportamento aggressivo e
minaccioso protratto nel tempo
(oltre 6 mesi) di una o più persone
verso un individuo (bersaglio) allo
scopo di allontanarlo dal posto di
lavoro
Mobbing : altre definizioni

• Bullying in gran Bretagna
• Work abuse negli Stati Uniti
Harcèlement moral in Francia
• Mobbing nei Paesi Scandinavi ed in
Italia (da “to mob” che caratterizza il
comportamento e l’accerchiamento
aggressivo di animali per espellere
un componente del gruppo
Tuttavia non è
mobbing
Una singola azione pur
riprovevole
Un conflitto generalizzato
Una malattia
Un fenomeno solo collettivo
Una molestia sessuale
Un problema familiare
Se esistono vittime designate
Non è neppure
mobbing
• Fare dispetti a qualcuno
sul luogo di lavoro
• Tenere comportamenti
poco corretti o poco etici
• Il modo forzato con il quale si
gestisce un dipendente pigro
• Il tormento di uno o più colleghi
Puo’ essere
mobbing se
•
•
•
•

Vi è attacco ai contatti umani
Vi è isolamento sistematico
Vi è cambiamento di mansioni
Vi sono attacchi alla
reputazione
• Vi è violenza o minacce di
violenza
Obiettivi del mobbing
Il terrore psicologico sul posto di lavoro o Mobbing consiste in
una comunicazione ostile e contraria ai principi etici, perpetrata
in modo sistematico da uno o più persone principalmente
contro un singolo individuo che viene così spinto in una
posizione di impotenza e impossibilità di difesa”
Leymann,1993.

SCOPO: DANNEGGIARE QUALCUNO, isolando la
vittima sul posto di lavoro e/o allontanarla
definitivamente o comunque di impedirle
l’esercizio di un ruolo attivo nel contesto
lavorativo;
danneggiare
i
canali
di
comunicazione, il flusso di informazioni, la
reputazione e/o
la professionalità della
vittima.
Il mobbing è fenomeno a
carattere progressivo
NON è un singolo evento/episodio
ma un PROCESSO frequente e
costante nel tempo
Le Azioni di conflitto sono
intenzionali, frequenti, ripetute,
sistematiche, di lungo periodo
L’alta frequenza e la
lunga durata del
comportamento ostile
danno luogo a seri disagi
psicologici,
psicosomatici e sociali.
L’attività vessatoria
continua e duratura è
caratterizzata da
almeno un episodio alla
settimana per un
periodo di almeno 6
mesi
Gli attori del mobbing:
Intenzionale:

Casuale:
• non ha consapevolezza
• Non pianifica l’azione
• Situazioni contingenti

Mobber

Spettatori

• ha piena consapevolezza
dell’azione e del danno
• Azione pianificata
• Si attrezza e persevera

Vittima

Co-mobber, mobber indiretti,
fiancheggiatori

Lavoratori bersaglio per:

• Assistono alle azioni
• Sono in contatto con le due parti
• Parteggiano per una o l’altra
• Sono indifferenti
• Si oppongono alle azioni

• ridotte capacità lavorative o

• capacità innovative e creative;

portatori di handicap
• “diversa” provenienza
geografica, religione, abitudini
di vita, preferenze sessuali.
• estraneità a pratiche illecite di
colleghi
Differenze fra mobbing e conflitto
La distinzione tra mobbing e conflitto non sempre è
chiara.
Mobbing quando:
comunicazione tra i soggetti del conflitto è indiretta,
distorta, subdola
la vittima è messa in condizione di impossibilità di
difendersi in modo adeguato

Devono essere valutate anche le caratteristiche della
risposta della vittima, in particolare:
entità,
congruità,
collocazione temporale e durata
Mobbing e conflitto
Elementi di differenza fra mobbing e conflitto, Pappone, 2003

MOBBING
Oggetto del
contrasto
Modalità
Finalità
Danno per
lo sconfitto

CONFLITTO

La relazione

Un fatto

Manipolativa oltre le
regole

Esplicita secondo le
regole

Eliminare o soggiogare
l’altro

Ottenere qualcosa

Disturbo post
traumatico da stress

Frustrazione
bossing

• E' mobbing pianificato ,
programmato spesso come strategia
aziendale per eliminare gli
indesiderati oppure per
ringiovanimento, riduzione e
razionalizzazione del personale :
Nel bossing
si tende a creare nella vittima un
clima di tensione insopportabile
con atteggiamenti severi,minacce,
rimproveri anche per questioni
poco rilevanti ed in numerose
occasioni
Tipi di mobbing
Mobbing dall'alto

Bossing o mobbing
strategico

Mobbing
Mobbing tra pari o
orizzontale

Mobbing dal
basso
o down-up
Doppio mobbing
Tipologie di vessazioni
Verso un collega (orizzontale)
Tipologie di vessazioni
Verso un sottoposto (verticale)
Tipologie di vessazioni
Verso un capo (ascendente) da uno o più
dipendenti per allontanare o delegittimizzare
il dirigente
Il mobbing orizzontale

- Le difficoltà del mercato del lavoro
- L’alto tasso di disoccupazione
- Gli esiti lavorativi incerti dei contratti atipici
- La mancanza di trasparenza nello sviluppo di
carriera
… favoriscono una forte competizione in grado
di attivare alti livelli di aggressività e
destrutturare i rapporti interpersonali.
Forme di mobbing

MOBBING EMOZIONALE
(spesso trasversale) :
esasperazione di rabbia, invidia,
gelosia, competitività, antipatia,
ostilità
MOBBING STRATEGICO
(spesso verticale)
Attuato in modo
deliberato per
escludere persone
sgradite o superflue
per le finalità
aziendali
Il mobbing strategico
Pressioni
psicologiche
esercitate
strategicamente
dalle
imprese
(prevalentemente private), per promuovere
l’allontanamento dal mondo del lavoro di
soggetti diversamente scomodi:
Soggetti appartenenti a gestioni precedenti o assegnati
a reparti da dimettere o anche di soggetti da
riqualificare professionalmente.
Dipendenti divenuti troppo costosi (seniores) o che non
corrispondono più alle attese dell’organizzazione (lunghe
assenze per congedi parentali, malattie serie, portatori di
handicap, ecc.).

È la situazione più frequentemente denunciata
Il mobbing strategico
Consiste in azioni sistematiche,
deliberate ,spesso connotate da fatti
antigiuridici da parte della dirigenza.
(azioni disciplinari, dequalificazione e
delegittimazione per isolare il
soggetto mobbizzato )
Attività mobbizzanti
Classificazione generale delle attività mobbizanti di Heinz Leymann
Effetti sulle possibilità
della vittima di
comunicare
adeguatamente

La dirigenza non dà possibilità di comunicare, il
lavoratore viene zittito, si fanno attacchi verbali
riguardo le assegnazioni del lavoro, minacce
verbali, espressioni verbali che respingono, ecc.

Effetti sulle possibilità
della vittima di
mantenere
contatti sociali

I colleghi non comunicano affatto più con il
lavoratore o la dirigenza proibisce esplicitamente
di comunicare con loro, isolamento in una stanza
lontano dagli altri, ecc.

Effetti sulle possibilità
della vittima di
mantenere
la sua reputazione
personale

Mettere in giro voci sul conto della vittima, azioni
di messa in ridicolo, derisione circa eventuale
handicap o della appartenenza etnica o del
modo muoversi o di comunicare, ecc.

Effetti sulla situazione
professionale della
vittima

Non viene assegnato alcun compito o solo dei
compiti insignificanti, ecc.

Effetti sulla salute fisica
della vittima

Vengono assegnati incarichi pericolosi di lavoro,
oppure si fanno minacce di lesioni fisiche, molestie
sessuali, ecc.
Alcune condotte di mobbing
Demansionamento in modo formale o solo di fatto
Emarginazione e isolamento della vittima nell’ambito lavorativo
Addebito di contestazioni infondate con sanzioni disciplinari
pretestuose
Lesione dell’immagine e/o della reputazione presso colleghi e
superiori
Discriminazioni riguardanti la carriera, le ferie, l’aggiornamento,
il carico e la qualità del lavoro
Assegnazione di obblighi dequalificanti o umilianti
Imposizione di turni gravosi
Abuso di controlli medico fiscali in caso di malattia
Utilizzo in modo esasperato ed esasperante il potere di controllo
e l’azione disciplinare
Molestie o violenze sessuali
Provocazioni al fine di indurre il soggetto a reazioni
incontrollate
Negazione dei diritti contrattuali
Alcuni meccanismi di mobbing

Critiche comuni non corrispondenti
alla realtà e rifiuto di specificarne i
motivi
Accuse di scarsi risultati
non corrispondenti a realtà
Comportamenti per
emarginare,escludere,
isolare ,o delegittimare
Comportamenti
intenzionali e ripetuti
per sminuire , ignorare
o ridicolizzare
idee
, opinioni, rendimento
ed anche la competenza
professionale ,
esperienza
Conferimento di maggiori
responsabilità senza
informare la vittima e
con contemporanea
diminuzione di autorità
Minacce disciplinari
per eventi insignificanti
Umiliazioni di fronte ad
altri (inflitte con tono
arrogante)
Distorsione/accentuazione
di fatti
Continue focalizzazioni su fatti
irrilevanti
Rifiuto di chiarire funzioni o
descrizione di
compiti
Cambiamento di compiti di lavoro
senza informare
la vittima

Accuse di cattiva
condotta
Ripetizione di compiti
assegnati senza necessità
Negazione alla vittima di
informazioni e permessi
necessari per svolgere
il proprio lavoro
Negazione di sostegno
in caso di necessità o
negazione di risorse
Periodi di silenzio
per settimane
Evitare colloqui diretti e
comunicare con e-mail , tramite
terzi o tramite i servizi
Imposizione di scadenze non
realistiche o/e cambio improvviso
poco prima del termine
Assegnazione di
obiettivi impossibili
per condizioni di salute ,
per onerosità, o per
incompatibilità con qualifica
Ingiustificate richieste di ripetere
lavoro già fatto
Rifiutare di assegnare lavoro
lamentandosi poi di non farcela
Comportamenti
per sabotare
interferire o
impedire il lavoro
Accettazione di commenti
negativi riportati da terzi
Riunioni tenute
come interrogatori
Rifiuto di verbalizzare
riunioni
Declassamento reale o di
fatto di compiti e funzioni
e favoritismi nella
concessione di ferie e
permessi
Commenti malevoli
insulti,frecciate e
comportamento
aggressivo con
carenza di self
control
Creazione di clima
di caccia alle
streghe
Accuse di cattiva
condotta
Uso di minacce velate,
intimidazioni,
denunce o ricorso
continuo alle autorità
Prese in giro feroci o
con cattiveria
Uso di linguaggio
vernacolare , osceno,
offensivo
Colpevolizzazione
ripetuta
Sparlare ,
fare pettegolezzi
sulla vittima o
incoraggiare a spiare,
origliare , riferire
Uso regolare di
sarcasmo
senza consenso
Atteggiamenti di
duplicità
Frequenti mutamenti
di opinione senza
preavviso
Strumentalizzazione
di terzi innocenti
Prendere crediti in
caso di successo e
scaricare le colpe su
altri in caso
d'insuccesso
Invio di lettere ambigue
o maliziose ad amici e
partners
Uso eccessivo e pretestuoso
di visite fiscali
Trasferimenti imposti in sedi
lontane e disagiate senza
apparenti giustificazioni o
necessità
Telefonate controllate o
intercettazione della posta
Azioni intimidatorie,
vessatorie, discriminanti
puramente personali

RESPONSABILITA’ INDIVIDUALE DEL
PERSECUTORE

Es.:Diffamare, Trattare in modo
sprezzante, Assumere toni o
atteggiamenti minacciosi o ricattatori,
Negare aspetti ordinari della relazione
interpersonale

Sofferenza emotiva della vittima

Azioni identificabili
come COSTRITTIVITÀ
ORGANIZZATIVE

Es.:marginalizzazione dalla attività
lavorativa, svuotamento delle mansioni,
mancata assegnazione di compiti
lavorativi, mancata assegnazione di
strumenti di lavoro, ripetuti trasferimenti
ingiustificati….

Clima di sospensione e pericolo
Ma non atti formali o sostanziali
che influiscono sulla posizione
lavorativa

COINVOLGIMENTO
DELL’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO

Sofferenza emotiva della vittima
Conseguenze chiare e rilevanti
sulla posizione lavorativa e sulle
possibilità di svolgimento del
lavoro
Strategie : il mobbing porta la vittima a
perdere

•
•
•
•
•
•
•
•
•

Gradualmente la sua influenza
Il rispetto degli altri verso di se
Il suo potere decisionale
Spesso la salute
La fiducia in se stesso
Gli amici
l'entusiasmo nel lavoro
La sua dignità
Se stesso
Il mobbizzato e le sue reazioni
Nel comportamento del mobbizzato
sono state evidenziate alcune costanti
che lo caratterizzano:

• autocolpevolizzazione iniziale
• solitudine con cui è vissuta la
situazione
• svalutazione personale
• depersonalizzazione, fase in cui la
persona non riconosce più se stessa.
Le fasi del mobbing
Modello a sei fasi di Ege adattato alla realtà italiana

CONDIZIONE
ZERO

Conflitto fisiologico e generalizzato, il tutti contro
tutti. In questa fase non è ancora chiara la
volontà di distruggere, ma è evidente una forte
competitività
e una lotta spietata alla
sopravvivenza.

1a FASE
IL CONFLITTO
MIRATO

Viene individuata una vittima e la conflittualità
ora si dirige verso di essa. Vengono messe in atto
una serie di azioni distruttrici. Il conflitto passa dal
piano oggettivo a quello emotivo-personale.

2a FASE
L’INIZIO DEL
MOBBING

Le azioni del mobber iniziano a generare ansia e
disagio nella vittima, la quale comincia ad
avvertire il mutamento del clima lavorativo.

3a FASE
PRIMI SINTOMI
PSICOSOMATI
CI

La vittima accusa i primi problemi di salute che si
manifestano come disturbi psicosomatici
(problemi digestivi, disturbi del sonno, ansia
generalizzata, disturbi mnesici e di
concentrazione, labilità emotiva).
Le fasi del mobbing
Modello a sei fasi di Ege adattato alla realtà italiana

4a FASE
ERRORI ED
ABUSI
DELL’AMMINIST
RAZIONE DEL
PERSONALE

Il caso di mobbing è divenuto pubblico e viene
altresì favorito dall’Amministrazione del personale
che, insospettita dall’assenteismo per malattia
della
vittima,
richiama
la
persona
con
contestazioni e interventi disciplinari.

5a FASE
AGGRAVAMEN
TO DELLA
SALUTE PSICOFISICA DELLA
VITTIMA

Il mobbizzato è in preda alla disperazione, compie
errori sempre più frequenti convincendosi di essere
una nullità e che tutto ciò che sta accadendo è
colpa sua ( auto-attribuzione di colpa).

6a FASE
ESCLUSIONE
DAL MONDO
DEL LAVORO

Epilogo della storia del mobbing, che vede l’uscita
della vittima dal mondo del lavoro, o tramite
licenziamento o ricorso al prepensionamento o
anche mediante esiti traumatici come lo sviluppo
di manie ossessive, suicidio nei casi estremi.
fasi del mobbing

• Condizione zero : normale
conflittualità (endemica) nelle
aziende italiane dove tutti
sono contro tutti . Non c'è fase
penalizzante particolare verso
qualcuno ma competizione
elevatissima volta a
primeggiare. E'
considerata
pre-mobbing
Prima fase o conflitto
mirato
•

si individua la vittima e
verso di essa si dirige la
conflittualità generale.
Obiettivo non è più emergere
ma distruggere un
"avversario". Il conflitto non
è limitato al lavoro ma
inizia ad interessare anche
argomenti privati
Seconda fase o
mobbing iniziale:
• gli attacchi dei mobbers non
causano ancora patologie ma
suscitano disagio e fastidio .
Inasprimento sensibile delle
reazioni con colleghi e dubbi
sulle motivazioni di tale
situazione.Avvertiti primi
mutamenti del
clima lavorativo
Terza fase - sintomi
psicosomatici
Iniziano i priomi problemi
di salute con senso di
insicurezza, insonnia ,
problemi digestivi e
stanchezza
Quarta fase : errori ed
abusi delle amministrazioni
• il caso di mobbing
diventa pubblico e viene
aggravato da
fraintendimenti, controlli
e penalizzazioni
dell'amministrazione
Quinta fase :
serio aggravamento
della salute della
vittima per comparsa
di forme depressive
e per uso continuo
di farmaci con
effetto solo
palliativo
Sesta fase : esclusione dal
mondo del lavoro
per dimissioni volontarie, ricorso
al licenziamento, pre
pensionamento o in qualche caso
per ricorso al suicidio, per
sviluppo di forme ossessive , spesso
ricorso a pensioni di
invalidità nei casi più
gravi o all'Autorità Giudiziaria
Doppio
mobbing
• Il mobbizzato si sfoga
sulla famiglia che subisce
anch'essa le persecuzioni ,
gli attacchi e le
umiliazioni fino al punto
che inizia a difendersi
dalla forza devastante del
mobbing
Doppio mobbing
• La famiglia, da generosa e
protettrice - cambia
atteggiamento, si chiude in se
stessa, passa sulla difensiva e
nega alla vittima ulteriore
aiuto e comprensione
aggravandone ulteriormente
la situazione psicopatologica
Disturbi a livello fisico e psicosomatico
Gli effetti del Mobbing sulla salute si manifestano dopo un
tempo variabile, con sintomi sia di natura fisica o
psicosomatica, sia di natura psichica.
a livello degli occhi possiamo avere annebbiamento temporaneo
della vista, congiuntiviti;
a livello dermatologico si possono riscontrare eruzione cutanee
varie come dermatiti, psoriasi, allergie;
nella zona cervicale si manifestano cefalea muscolo-tensiva,
cervicalgie;
agli arti si può soffrire di tremori, astenia, dolori muscolari;
a livello dell’apparato digerente si verificano gastrite, pirosi, ulcera,
colon irritabile;
a livello dell’apparto cardio-vascolare si può constatare
tachicardia, ipertensione e nei casi casi più gravi si può avere
infarto del miocardio;
a livello dell’apparto respiratorio si possono avere dispnea , tosse,
crisi asmatiche;
a livello dell’apparato endocrino si rivelano disturbi tiroidei;
Disturbi a livello psichico
disturbi d’ansia tra cui attacchi di panico, ansia
libera, fobie;
disturbi dell’umore che spaziano da reazioni
aggressive esagerate con marcata irritabilità a
manifestazioni depressive;
disturbi dell’attenzione e della concentrazione con
riduzione della memoria;
disturbi del pensiero con fissazione sul proprio
problema lavorativo, ossessività ideativa;
disturbi della sfera del sonno con risvegli multipli
durante la notte, insonnia, alterazioni del ritmo
sonno-veglia;
modificazioni dell’alimentazione con anoressia e
bulimia;
modificazioni del comportamento relazionale con il
partner, la famiglia, sul lavoro e in società, nelle
persone predisposte si verificano o si accentuano
problemi legati all’abuso di alcol, droghe e farmaci;
alterazioni della personalità con quadri
di depersonalizzazione fino alla
configurazione di atti estremi come il
suicidio ed eventuali tentati omicidi per
vendetta sui mobber.

a livello del sistema
immunitario si può verificare
un abbassamento delle difese
dell’organismo e quindi una
maggiore vulnerabilità alle
malattie.
Le conseguenze sociali del mobbing
La persistenza dei disturbi psicofisici porta ad
assenze dal lavoro sempre più prolungate,
con "sindrome da rientro al lavoro" sempre
più accentuata, fino alle dimissioni o al
licenziamento.
La perdita dell’autostima e del ruolo sociale
comporta insicurezza, difficoltà relazionali e,
per le fasce d’età più avanzate, l’impossibilità
di nuovi inserimenti lavorativi.
Il soggetto porta all’interno dell’ambito
familiare il proprio stato di grave disagio, e
non sono rari i casi di separazioni e divorzi,
disturbi nello sviluppo psicofisico dei figli e
disturbi nelle relazioni sociali
Le conseguenze economiche
Ed è plausibile che Lunghi periodi di malattia e
continui interventi del servizio del personale,
con costi esorbitanti per le aziende, per il
soggetto e per la collettività portino a:

produttività e ulteriori investimenti
nella formazione,
perdita di professionalità
deterioramento della qualità della vita
costi sociali
NON prevedibilità
del danno

Mobbing

Intenzionalità

Elemento non
oggettivamente
valutabile
Descrizione dell’evento:

Eventi che portano
a mobbing

V
I
T
T
I
M
A

- chi
- come
- quando
- dove
- perché
Diagnosi (prevale la
componente psicologica)
Prognosi
Risarcimento : previdenziale
giudiziario

WORK UNIT

Organizzazione delle relazioni

Clima Aziendale
Ma esiste un rischio da
mobbing valutabile?
• Il mobbing è una condizione
di antigiuridicità o non etica
che può conseguire
generalmente a fatti
organizzativi – relazionali gestionali incongrui o
inadeguati.
• Questo malessere
organizzativo – e non il
mobbing - deve essere
oggetto di valutazione attenta
da parte del RSPP e del MC
Come e cosa valutare
secondo il Dlgs 81/2008
• Occorre valutare, definire le
situazioni o condizioni di rischio e
programmare gli opportuni
correttivi (misure) definendo la
tempistica delle eventuali
valutazioni future (programma)
tenendo presente il necessario
aggiornamento in caso di
“mutamenti organizzativi”
Mobbing : quando
valutare le condizioni che
espongono al rischio

• Aziende fortemente gerarchizzate e
pubblico impiego , con leadership
padronale e/o a scarsa cultura a tutela
sindacale non influente e posizioni e
qualifiche di operatori spesso
cristallizzate senza grandi sbocchi
professionali o di carriera ed se
difettano anche altri d fenomeni di
compensazione (benefits, turn over
Anamnesi lavorativa
Visita neurologica
Colloquio clinico psicologico
Strumenti di rilevamento soggettivo

Protocollo accertamenti
effettuati su soggetti
vittime di molestie morali
Clinica del Lavoro – Milano

comportamenti subiti e valutati
come molestie morali
stress occupazionale
disturbi soggettivi
tono dell’umore

Giglioli - Cassitto
Reattivi diagnostici
test dinamismo mentale
questionario personalità

Accertamenti integrativi (tipo neuro
psicologico

Altri accertamenti internistici e/o specialistici
e/o strutturali
Principali sindromi
correlabili ad eventi
lavorativi
Principali sindromi correlabili ad eventi lavorativi
DISTURBI DELL’ADATTAMENTO il termine
indica una intera classe di problemi psichici
che insorgono come conseguenza di eventi
o
situazioni
della
vita:
risposta
psicopatologica ad uno o più fattori
stressanti identificabili che conducono allo
sviluppo
di
disturbi
emotivi
o
comportamentali clinicamente significativi. I
sintomi devono svilupparsi entro 3 mesi
dall’esordio del fattore o dei fattori stressanti.
Manifestazioni prevalenti:
area dei disturbi d’ansia
area dei disturbi depressivi
DISTURBO
DELL’ADATTAMENTO
Sviluppo di sintomi emotivi o
comportamentali significativi in
risposta a
fattori sociali stressanti identificabili.
Classificabili con :
• umore depresso
• ansia
• ansia e umore depresso
durata
DDA acuto (sintomi entro 3
mesi persistono < 6 mesi)
Cronico (risposta a fattore
cronico stressante o che ha
conseguenze protratte > 6
mesi
caratteristiche
• La rilevanza clinica della reazione è
indicata dal notevole disagio che va
al di la di quello prevedibili o da una
significativa compromissione del
funzionamento sociale o lavorativo .
Il DDA può essere innescato da un
fattore stressante di qualsiasi entità e
può comprendere una ampia gamma
di possibili sintomi
Principali sindromi correlabili ad eventi lavorativi
REAZIONE ACUTA DA STRESS: reazione emotiva che
insorge molto presto dopo il verificarsi di un evento
fortemente traumatico. Il tipo di eventi che può
causarla è dello stesso tipo di quelli che causano il
disturbo post traumatico da stess.(PTSD) La sindrome
può presentarsi in forma grave ma regredisce nel giro
di pochi giorni (dura al minimo 2 gg. al max 4
settimane). Si manifesta entro 4 settimane dall’evento
traumatico.
Sintomi: marcate manifestazioni d’ansia, depressione,
disperazione, accessi d’ira, condizioni di
isolamento

Può trasformarsi in PTSD
DISTURBO ACUTO DA
STRESS
Rientra tra i disturbi di ansia e vi è presenza di
almeno tre tra i seguenti sintomi:
• Reazione soggettiva di insensibilità
• Distacco o assenza di reattività emozionale
• Riduzione della consapevolezza
dell’ambiente
• Derealizzazione
• Depersonalizzazione
• Amnesia dissociativa
• Aumenti di arousal (esagerata risposta
allarme)
Sintomi e disturbi associati

• Sintomi di infelicità e disperazione che
possono essere assimilabili a quelli di un
disturbo depressivo maggiore Vi è disagio
psicologico clinicamente rilevante,
perdita della reattività emozionale con
acuta difficoltà di provare piacere per
attività precedentemente ritenute
importanti per la propria soddisfazione
Principali sindromi correlabili ad eventi lavorativi
DISTURBO (O “SINDROME”) POST TRAUMATICO DA STRESS:
STRESS
la risposta ritardata o protratta ad un evento fortemente
stressante o a una situazione di natura altamente
minacciosa o catastrofica in grado di provocare diffuso
malessere in quasi tutte le persone. Comporta la maggiore
gravità e prognosi peggiore rispetto alle altre sindromi
psichiche. Insorge dopo un periodo di latenza che può
essere superiore a 6 mesi. Spesso accanto a sintomi
generici si presentano aspetti clinici peculiari.
- Frequente è la monotematica fissazione del
pensiero su
eventi traumatici.
- reazione emotiva intensa innescata da luoghi e
fatti inerenti
l’evento traumatico. Si possono avere
anche manifestazioni fobiche
con
connessi
comportamenti evitanti. Può essere
presente
componente somatica
DISTURBO POST
TRAUMATICO DA
STRESS
Rientra tra i disturbi di
ansia
• Acuto
• Cronico (sintomi > 3
mesi)
• Ad esordio tardivo
(sintomi dopo 6 mesi)
caratteristiche
Evento stressante di natura
estrema (minaccia per la vita)
• Evento rivissuto persistentemente
(allucinazioni, flashback , disagio
psicologico post esposizione a fattori
scatenanti, irritabilità , esagerate risposte
d’allarme)
• Si evitano gli stimoli associati al trauma,
si ha distacco verso altri, riduzione
d’interesse , diminuzione prospettive
•
•
•

•

decorso
Inizio dopo 3 mesi dal trauma
Disturbi possono perdurare oltre
12 mesi dal trauma
Possono associarsi dolorosi
sentimenti di colpa , interferenza
con relazioni interpersonali
(conflitti, divorzio, licenziamento)
Maggior rischio di disturbo di
panico, agorafobia,disturbo
ossessivo compulsivo, disturbo
depressivo maggiore, disturbo di
somatizazione
Principali sindromi correlabili ad eventi
lavorativi
I criteri per porre diagnosi di una di queste sindromi sono
la relazione temporale precisa tra evento individuato
come causa e lo sviluppo della sintomatologia
l’individuazione nella storia della persona di eventi
considerati quali valide cause del quadro clinico
riscontrato
la costellazione di sintomi con cui si presenta il paziente
e la loro evoluzione temporale
la relazione psicopatologica tra sintomi l’evento e la
struttura cognitiva della persona (oggetto di valutazione
specialistica, da formulare dopo esame clinico)
Principali sindromi psichiatriche che richiedono
una diagnosi differenziale
DEPRESSIONE

ENDOGENA:

Con il termine
“depressione” si può indicare una malattia (disturbo)
che presenta una sua evoluzione temporale che
appare non direttamente connessa ad eventi esterni,
oppure un quadro clinico (cioè un insieme di sintomi)
che possono esser espressione di una profonda
sofferenza individuale più o meno direttamente
dipendente dalla condizione di vita attuale o del
recente passato della persona. Tra i due quadri non è
facile distinguere senza un esame approfondito, e la
connessione con eventi esterni può essere
variamente interpretata da diversi clinici.
Principali sindromi psichiatriche che richiedono
una diagnosi differenziale
DISTURBI D’ANSIA IN GENERALE: Il Disturbo d’ansia
generalizzata è il disturbo delle persone intrinsecamente
ansiose, apprensive per tutto ciò che è incerto o
indefinito. Ovviamente quest’ansia può essere riferita
anche a situazioni lavorative e comportare distorsioni
nella valutazione del senso reale delle relazioni
interpersonali. Le fobie, l’ipocondria,il disturbo da
attacchi di panico e le forme meno gravi di disturbo
ossessivo compulsivo rientrano in questa categoria.
Principali sindromi psichiatriche che richiedono
una diagnosi differenziale
DISTURBI DI PERSONALITÀ PARANOIDE: I
disturbi di personalità costituiscono una gamma di
manifestazioni patologiche della sfera psichica
dai confini sfumati: si pone questa diagnosi
quando una persona presenta dei tratti stabili di
personalità con caratteristiche “anomale” che in
genere hanno riflessi concreti nella vita di
relazione e lavorativa.
Valutazione del
disagio psichico
Valutazione del disagio psichico in ambito
occupazionale
ANAMNESI

Eventi della vita lavorativa/Eventi della vita non
lavorativa.
Condizioni psichiche precedenti l’evento patogeno
Cronologia dell’insorgenza dei disturbi
Eventuale documentazione sanitaria e terapie
praticate
Patologie organiche

DOCUMENTAZIONE SANITARIA (certificazioni e prescrizioni
mediche di natura psichiatrica)
CERTIFICAZIONI INTERNISTICHE
VALUTAZIONE OBIETTIVA
Utilizzo di STRUMENTI PER VALUTAZIONE contesto e per
valutazione sintomi e vissuti (valutazione specialistica)
Check list per valutazione
Capitoli principali dell’inventario essenziale per l’esame degli argomenti necessari
ai fini della valutazione dello stato patologico del lavoratore.
Il giudizio diagnostico finale non può essere puramente matematico ma deve
necessariamente derivare dalla sintesi ragionata degli elementi raccolti ed
osservati.
A. EVENTI DELLA VITA LAVORATIVA:
Il lavoratore è stato esposto ad eventi traumatici estremi?
È passato più di un mese tra l’evento e l’insorgenza di sintomi?
più
l’
l’
Lamenta una o più delle seguenti condizioni (correlate a stress, costrittività organizzativa o
più
costrittività
mobbing)?
B. EVENTI DI VITA NON LAVORATIVA:
Incidente proprio/congiunto, malattia grave, lutto familiare, problemi economici, divorzio, nozze
problemi
C. SINTOMI PSICHICI MAGGIORMENTE INDICATIVI DI ESPOSIZIONE A GRAVE STRESS PSICOSOCIALE
GRAVE
D. SINTOMI PSICOSOMATICI PIÙ FREQUENTEMENTE ASSOCIATI A CONDIZIONI DI STRESS
PIÙ
PSICOSOCIALE

N.B. Uso “ragionato” di check list simili dal momento che spesso, se troppo esplicite
e articolate nei contenuti, possono condizionare fortemente le “suggerendo”
situazioni e criticità non effettivamente riscontrate o vissute.
La psicodiagnosi
e i suoi strumenti
Psicodiagnosi nei casi stress e mobbing
Inail, circolare 71/2003

Nella valutazione del disagio che il lavoratore riporta al
medico la psicodiagnosi rappresenta un
sussidio valido e spesso insostituibile.

La valutazione
psicodiagnostica si fonda
sull’integrazione di:
I test
la valutazione clinica diretta
(colloquio e osservazione)
anamnesi.

Quindi viene usata una
batteria psicodiagnostica
per valutare:
le abilità cognitive
le abilità di coping
il problem solving
i tratti di personalità
Strumenti di psicodiagnosi:
circolare 71/2003 Inail
Tra i test maggiormente utilizzati troviamo :

la WAIS-R: è un test che misura il QI e si compone di 11
subreattivi che valutano le diverse abilità mentali superiori; 6
subtest sono finalizzati alla misurazione dell’intelligenza verbale
e 5 di quella di performance
Il Rorschach: è un test proiettivo, dove il soggetto osserva,
Rorschach
interpreta e definisce delle macchie di inchiostro a forma
casuale.
Dalla somministrazione di questo reattivo si possono
evidenziare alcune caratteristiche di personalità:
la presenza e prevalenza di energie immature o minacciose
la struttura dell’Io (la presenza di tratti di dipendenza, la
tendenza alla rigidità …)
il livello di reattività verso gli stimoli emozionali
la tendenza alla negazione dei bisogni affettivi
la difficoltà all’ adattamento
il livello o stato di emotività disturbata.
Strumenti di psicodiagnosi:
circolare 71/2003 Inail

L’MMPI-2: è un test di personalità con la struttura di un
questionario autosomministrato a risposta binaria. E’ un
valida misura di tratti patologici e mette in evidenza
variabili psicologiche coinvolte in particolari sindromi.
Nel contesto della valutazione del danno psichico da
costrittività organizzativa e mobbing, sono interessanti alcune
scale che permettono di verificare la presenza di:
•ansia
•repressione
•preoccupazione per la salute
•ostilità ipercontrollata
•disturbo da stress-postraumatico
•rabbia
•bassa autostima
•disagio sociale
•personalità ipermotivata nel contesto lavorativo.
Altre scale di valutazione: SCALA DI HAMILTON, SCALA
DI ZUNG per autovalutazione per misurare lo stato ansioso
e depressivo dei soggetti
Ulteriori Strumenti diagnostici
Boncori, 1993

INDICAZIONI
Sintomi
psicosomatici

DENOMINAZIONE

RIFERIMENTI
BIBLIOGRAFICI

Scale di valutazione
per Ansia e
Depressione

Pancheri e Chiari, 1986

Inventario del Mondo
esperienziale
(EWI, Experiential World Inventory)

Bonneau e El Meligi,1974;
Calvi, Mazzarini,
Padovani, 1979

Maudsley Personality Inventory
(MPI)

Eysenck, 1964

Millon Clinical Multiaxial Inventory
(MCMI)

Questionario di
personalità

Questionario Psicofisiologico (QPF)

Millon, 1982

Beck Depression Inventory (BDI)

Beck e altri, 1961
Ulteriori Strumenti diagnostici
Boncori, 1993
INDICAZIONI
Scala di valutazione
di
Aggressività e
Intensità emotiva

DENOMINAZIONE

RIFERIMENTI
BIBLIOGRAFICI

Test
semistrutturato

Test proiettivi di
personalità

Caprara, 1983

Stress Symptom Rating Scale

Heilbrun e Pepe,
1985

Symptom Rating Test

Fava e Kellner, 1982.

Wartegg Zeichen
Test (WZT)

Wartegg, 1939

Thematic Apperception Test
(Test di Appercezione Tematica)

Valutazione delle
risposte da stress

Scale di irritabilità e Suscettibilità
emotiva

Murray, 1943

Reattivi grafici: Test della Figura umana
di Machover;
Test della Famiglia di Corman;
Test dell’Albero di Koch

Machover, 1949
Corman, 1967
Koch, 1949
Valutazione della condotta dirigenziale per
distinguere atteggiamenti mobbizzanti

per quanto riguarda i
comportamenti ,
"proporzionalità" e
"giustificazione"
nell'uso del potere sono
i due principali
parametri di giudizio
Colpevolizzazione
ripetuta
la proporzionalità è adeguatezza
ed anche ragionevolezza nello
uso del potere.
Per quanto riguarda la giustificazione
di comportamenti , con la
buona fede si vede la condotta del
dirigente.
Occorre valutare le
scelte in tema di potere
Disciplinare o le promozioni
• non basta il rispetto delle forme
procedimentali stabilite dalla legge
o dalla contrattazione collettiva e
l'applicazione del criterio della
proporzionalità (art. 2106 c.c.), ma
occorre anche l'osservanza delle
regole di correttezza secondo il
principio generale di cui all'art.
1175 cc..
Abuso del potere disciplinare
Se si sacrifica la posizione
del dipendente oltre quanto
sia richiesto dall'infrazione
commessa o quando venga
adottato un criterio di massima
severità generalmente non adottato
rispetto agli altri, o quando la
sanzione sia applicata con modalità
tali da renderla moralmente più
penosa o da screditare il
dipendente, sia pure nel solo
ambiente di lavoro
• Penalizzazioni possono
accadere spesso in un ufficio
in modo sporadico a seguito
di alterchi tra/con dirigenti
ma è ancora più pericoloso e
grave se avvengono
sistematicamente
• L'esercizio del potere
si presta ad essere sindacato
quando promozioni
vengano rifiutate in base a
motivazioni false o irrilevanti
La ragionevolezza in ufficio
• la disparità nell'agire della
controparte costituisce uno
dei terreni più difficili in cui è
facile "scivolare", tentati o da
eccessive preoccupazioni
garantiste che tendono a
restringere il più possibile i
margini di libertà dirigenziali,
o mossi, al contrario, da
intenti di protezione della
sfera di libera iniziativa
privata con annesso potere
disciplinare (art. 41Cost.).
art. 41 co. 2 Cost.
qualunque
iniziativa
economica
non può
svolgersi in
contrasto con
la "dignità
umana".
E allora
• il potere di
iniziativa
dell'imprenditore
non può esprimersi
in termini di pura
discrezionalità o
addirittura di
arbitrio, ma deve
esser sorretto da
una causa coerente
con l'ordinamento"
Le differenze tollerabili
sono tollerabili certe
disparità e differenziazioni di
trattamento,se sono
giustificate e ragionevoli
(fatto rilevante in tema di
materia di concorsi di
assunzione o di promozioni
in enti pubblici, di
licenziamento, di
attribuzione
di fasce stipendiali e di
poteri)
• Il datore di lavoro che vuole liberarsi di
un dipendente, con il mobbing lo induce
alle dimissioni, al fine di evitare le
strettoie del regime della tutela reale.
• Non è un caso che il mobbing venga
denunciato quasi esclusivamente nelle
grandi aziende o nella Pubblica
Amministrazione.
• Il piccolo imprenditore la infatti
possibilità di liberarsi di un lavoratore
semplicemente licenziandolo, a fronte
della sopportabilità del sistema
sanzionatorio previsto .
MANIFESTAZIONI Di MOBBING IN
STRUTTURE PUBBLICHE

Bossing aziendale nella pubblica
Amministrazione ad opera di
un dirigente del servizio.
• La PA ha il dovere di intervenire per
rimuovere persecuzione sul lavoro del
dirigente del servizio che effettua
verso un dipendente accuse infondate
o calunniose per attività svolte sul
lavoro, aggressioni verbali
continue,illegittime sottrazioni di
mansioni.
Esempio : Incompatibilità ambientale e
allontanamento del dirigente.

• Ai fini della revoca dell’incarico il
contrasto o disaccordo tra dirigente e
addetti dell’ufficio, senza un’indagine
approfondita sulle ragioni di tale
situazione e sulla riconducibilità della
stessa al dirigente, non può integrare
gli estremi dell’incompatibilità
ambientale tale da giustificare un
provvedimento organizzativo
di allontanamento del dirigente stesso .
Comportamenti offensivi e mortificanti, al
ritorno da un lungo periodo di malattia.
l’incivile reiterato comportamento del ddl
o di preposti,giustifica una reazione
anche scomposta del dipendente
( al ritorno da un lungo periodo di malattia,
era stata sottoposta a più riprese e in
presenza
dei colleghi a iniziative vessatorie, offensive
e
mortificanti da parte del dirigente e di un
preposto, sfociate anche nell’adibizione a
mansioni dequalificanti con comparsa di
mortificazione tale da giustificare una
reazione).
molestie morali.
• Il mobbing aziendale, può
comprendere atti, ciascuno formalmente legittimo
ed apparentemente inoffensivo, attuati con dolo,
quale volontà di nuocere e infastidire o svilire un
compagno di lavoro, al fine del suo
allontanamento dall’impresa .
• E’ configurabile il mobbing in azienda
nell’ipotesi in cui il dipendente sia oggetto
ripetuto di soprusi da parte dei superiori, volti
ad isolarlo dall’ambiente di lavoro e, nei casi
più gravi, ad espellerlo, con gravi menomazioni
della sua capacità lavorativa e dell’integrità
psichica
Altri tipi di molestie
• Non sono infrequenti
le molestie sessuali
velate o esplicite
anche se le denunce
sono relativamente
poche
Mobbing e delitto di maltrattamenti.
• Commette maltrattamenti (572
c.p.) il preposto che realizzi
ripetute e sistematiche vessazioni
tali da produrre stato di abituale
sofferenza fisica e morale a causa
dell’ intensificazione dell’impegno
lavorativo oltre il tollerabile
(art.610 c.p.), e il dirigente per non
aver impedito, (art. 2087c.c) tali
vessazioni da parte del preposto.
Pratiche vessatorie / esercizio arbitrario e
illegittimo dei poteri gerarchici, direttivi ed
organizzativi.

mobbing verticale è stato
etichettato lo assoggettamento a
turni di lavoro stressanti di un
dipendente ritenuto (a seguito del
giudizio di un medico privato
parzialmente inidoneo alle
mansioni, per un infarto.
Il datore di lavoro è stato
condannato a 6 mesi recl.
per lesioni personali colpose.
Carico di lavoro sproporzionato
• Sono anche le scelte organizzative del
lavoro,considerando in violazione dell'art.
2087 c.c. la richiesta di un impegno
eccessivo del lavoratore, cui sia assegnato
un carico troppo esteso di lavoro, tale da
eccedere la normale tollerabilità secondo le
regole di comune esperienza, ovvero al
quale sia stato assegnato un carico eccessivo
di lavoro usurante dovuto alla sostituzione
di un collega protrattasi per lungo tempo,
allo svolgimento di lavoro straordinario e
festivo ed alla rinuncia al godimento delle
ferie.
Richiesta reiterata all’INPS di visite mediche di controllo dello
stato di malattia del lavoratore

• A fronte di stato morboso,
attestato dal curante, ed
oggetto di controlli precedenti,
il dirigente aveva reiterato più
richieste di visite domiciliari,
senza che ne ricorressero i
presupposti (il medico fiscale
ha sempre confermato la
prognosi) Il comportamento ha
determinato un aggravamento
della malattia nervosa,tale da
portare ad una riduzione della
capacità lavorativa
Comminazione reiterata, immotivata e
illegittima
di sanzioni disciplinari.

• La fattispecie riguarda un
dipendente al quale dalla
reiterazione immotivata di
sanzioni disciplinari sia
derivato un danno
psichico,risarcibile a
prescindere
dall’annullamento delle
singole sanzioni .
Mortificazioni personali e professionali, accompagnate
dall'assegnazione di benefici immeritati a soggetti di pari
grado della vittima.

dequalificazione
seguito di
lottizzazione politica dei
posti di lavoro con
conseguente psicosi nel
soggetto colpito .
Mobbing tipico in sanità :
dequalificazione

sottrazione di compiti e
responsabilità
caratteristiche delle
mansioni svolte .
sistematico disconoscimento
dei diritti derivanti dalla
propria qualifica .
demansionamento
• destinazione a mansioni inferiori o
progressiva assegnazione a
mansioni inferiori e successivo
trasferimento, revoca dell’incarico
dirigenziale con assegnazione a
mansioni di posizione professionale
non equivalente; affidamento di
incarichi dequalificanti; graduale
svuotamento delle mansioni
affidate .
Prevenzione del mobbing

Richiede un cambiamento nello
stile di leadership e in particolare
nelle modalità di gestione dei
conflitti
Non tutti i conflitti fanno bene alle
organizzazioni; è interesse del
management impegnarsi nella
prevenzione dei conflitti e della loro
escalation
g verso forme distruttive e
inefficaci.
La formazione del
management
dovrebbe pertanto prevedere
anche l'acquisizione di specifiche
tecniche per l'analisi e la gestione
dei conflitti
Un manager deve essere in grado
di contrastare l'escalation di un
conflitto, cogliere i segnali precoci
di disagio, riconoscere i primi
segnali di un processo di mobbing
e impedire il deterioramento delle
strategie di coping
prevenzione primaria
• Per impedire l’insorgenza di nuovi casi di
patologie stress-correlate è importante :
• • ottimizzare ambienti e orario di lavoro;
• • promuovere cultura dell’impresa che
favorisca il rispetto della dignità umana,
scoraggiando forme di violenza
psicologica;
• • attuare condizioni di lavoro trasparenti;
• • favorire la partecipazione e la
condivisione degli obiettivi dell’impresa;
• • attivare un processo continuo di
informazione a due vie (dal basso verso
l’alto e viceversa);
• • valorizzare le risorse umane, attraverso
percorsi di formazione adeguati;
• • progettare compiti a misura d’uomo’;
• • informare e formare sullo stress.
prevenzione secondaria,
• Come diagnosi precoce in fase
preclinica, è importante che vengano
rilevati, indirettamente o direttamente
dal lavoratore, quei sintomi fisici,
comportamentali e psico-emozionali
responsabili di un evidente cambiamento
da una condizione psicofisica normale.
• Tali informazioni verranno trasferite
immediatamente al medico competente.
• Possono essere previste attività di
counseling
prevenzione terziaria
• Istituire protocolli di riabilitazione
supportati da competenze sanitarie
specifiche.
• Inoltre, un adeguato investimento in
prevenzione, favorirà anche l’impresa in
termini di minore assenteismo, minor
numero d infortuni, di errori, ecc., in favore
di una migliore qualità dei beni o dei servizi
erogati e di una buona immagine
dell’azienda stessa. Possibile previsione di
mutamento di mansioni
Mobbing : qualche soluzione a
livello individuale

Trovare soluzioni
ragionevoli anche
negoziali a partire dai
piccoli problemi di
ogni giorno
• Affrontare personalmente il
collega /superiore mobber senza
farsi coinvolgere in logiche di
schieramento
• Essere assertivi e costruttivi :
basarsi sui fatti e sulle evidenze
• Promuovere la formazione e la
cultura della cooperazione,
condivisione,
sicurezza nell'azienda
Limitare conflitti che possono determinarsi o
aggravarsi per

• Carichi sovradimensionati
– Disegni organizzativi
– Tolleranza individuale
– Gestione inadeguata
– Contenuti carenti delle comunicazioni
– I contenuti sono “cosa” mentre la relazione è il
“come” e dipende dal legame esistente, è cioè la
posizione che si assume nello scambio
Modificare l’organizzazione del lavoro causa di stress

Modificare condizioni di inesistenza
di lavoro in gruppo ma esistenza
di direzione gerarchica.
Evitare isolamento (es: turno
pomeridiano e notturno)
salvo le possibili emergenze.
• Evitare
assegnazione di
compiti
inesigibili
non
proporzionati o
non calibrati
ridurre le condizioni di insoddisfazione per

Ripetitività di compiti semplici
che richiedono attenzione e che
devono tenere in
considerazione la variabilità dei
lavoratori
Contatto con sostanze
nocive e tossiche
Posizione in piedi
Sollevamento di carichi
Posture incongrue
Ridurre o attenuare effetti per
Emergenze
Turni di notte
Inadeguato sviluppo
delle conoscenze
tecniche e
mancato aggiornamento
Bassa professionalità
Ridurre effetti per

Limiti di carriera
Elevata o bassa
responsabilità
Assenza o alterazione
di supporto relazionale
o comunicativo
Assenza di lavoro
Overload qualitativo
o quantitativo
Alterati rapporti con i colleghi
In ogni conflitto valorizzare
l’aspetto positivo e non la
criminalizzazione

Del resto il conflitto “parla”,
descrive situazioni
organizzative che devono
essere interpretate ( occorre
quindi dinamismo o
cambiamento . I Conflitti
segnalano comunque
l’esistenza di gravi problemi
irrisolti)

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Disagio psichico sul lavoro: burn out e mobbing (Prof. Agostino MESSINEO - Dipartimento Prevenzione ASL RM H)

  • 1. Disagio psichico sul lavoro : burn out e mobbing Prof .Agostino MESSINEO Dipartimento Prevenzione ASL RM H
  • 2. IERI: • • • • • Il tramonto del “vecchio” lavoro Dimensione stabile e regolare del lavoro In passato, Struttura gerarchica processo ben definita lineare, continuativo Ruoli e e stabile di responsabilità sviluppo e chiare, stabili e ben accumulo di identificate conoscenze Sicurezza/certezza ed esperienze temporale ed lavorative economica Facile processo di identificazione e
  • 3. Caratteristiche del “nuovo” lavoro OGGI: • Organizzazione snella, ruoli meno definiti e responsabilità più sfumate • Incarichi a breve termine temporale • Prospettiva temporale di medio breve termine – contratti vari • Mobilità nella sede fisica • Richiesta la capacità di “manipolare” conoscenza • Inadeguata possibilità di affrontare adeguatamente problemi complessi Flessibilità e imprevedibilità come fattore comune trasversale per molte tipologie di lavoro
  • 4. Gli interventi che riducono conflittualità e favoriscono il dialogo • Sono impegni spesso non onorati nelle scelte aziendali e possono costituire elementi da considerare nelle ipotesi di conflitti nei posti di lavoro
  • 5. Interventi di gestione dello stress a livello (Documento di consenso linee guida SIMLII, 2005) individuale OBIETTIVI : rafforzare le capacità del singolo lavoratore di affrontare le criticità sul posto di lavoro e gestire lo stress; ridurre il livello di stress in persone che già ne hanno i sintomi rafforzando la capacità di risposta individuale. TIPOLOGIA: Programmi di formazione, informazione (focus su concetto di stress, capacità di gestione del cambiamento, negoziazione e conflitto organizzativo, …) Piani di coaching (affiancamento) e counselling (colloqui individuali con figure professionali certificate)
  • 6. Interventi di gestione dello stress a livello (Documento di consenso linee guida SIMLII, 2005) individuale ASPETTI POSITIVI: Non necessaria interruzione attività lavorative Risultati rapidi e visibili Modulabili in base alle esigenze del singolo e dell’organizzazione ASPETTI NEGATIVI: Non eliminano le cause profonde dello stress Intervengono solo sulla strategia di coping del singolo Risultati che si dissolvono nel breve periodo Costo contenuto (da Agenzia Europea per la Sicurezza e Salute sul Lavoro, 2002; Murphy, 1984; Cooper 1992 et al.)
  • 7. Interventi di gestione dello stress a livello (Documento di consenso linee guida SIMLII, 2005) organizzativo OBIETTIVI : Intervenire in modo strutturale sulle cause organizzative che possono generare stress e disagio; Effettuare cambiamenti radicali nell’organizzazione in ottica preventiva TIPOLOGIA: Programma di change management su ruoli e responsabilità organizzative Interventi ergonomici (sull’ambiente fisico e sugli artefatti cognitivi) Riprogettazione processi/attività “critiche”(ripetitive, pericolose, complesse, …) Istituzione di consultorio interno
  • 8. Interventi di gestione dello stress a livello (Documento di consenso linee guida SIMLII, 2005) organizzativo ASPETTI POSITIVI: Risultati più significativi e stabili nel tempo Rimuovono le cause (organizzative) di stress alla radice Fortemente coinvolgenti e responsabilizzanti (NIOSH, 2004; Jackson, 1983; MacLennan, 1992 et al.) ASPETTI NEGATIVI: Interventi intrusivi, costosi e di lungo periodo Necessario forte commitment del vertice manageriale e grande coinvolgimento dei lavoratori Spesso incontrano diffidenza interna da parte di lavoratori e manager
  • 9. Idoneità lavorativa Il ricorso all’esame psicodiagnostico è spesso inevitabile. L’esame psico-diagnostico deve avere una “robustezza clinica”, ovvero deve essere in grado di valutare la complessità della personalità e, soprattutto, le sue inclinazioni patologiche più o meno franche. Alla luce della psicodiagnosi il medico del lavoro dovrà esprimere il giudizio conclusivo di idoneità o non idoneità (temporanea o permanente; totale o parziale), avvalendosi comunque di: Ricostruzione eziologica Esame clinico Rilevanze epidemiologiche (Documento di consenso linee guida SIMLII, 2005)
  • 10. Principali difficoltà: 1) Stabilire un nesso causale ben chiaro fra fattori di ordine psico-socio-lavorativo e insorgenza dell’affaticamento, usura e della conseguente degenerazione in malattia 2) Separare aspetti “stressanti” della vita privata da quelli lavorativi 3) Attribuire un peso ai fattori personali del singolo (caratteristiche di personalità) nella percezione e dello stato di affaticamento e disagio e nella reazione ad esso
  • 11. Criteri, metodi e strumenti di valutazione del carico di lavoro mentale Criteri di misura dello stress da carico di Fatica mentale lavoro mentale soggettivi comportamentali fisiologici biochimici Interviste questionari autovalutazione Metodo del doppio compito Indici di attivazione Cardiovascolare Tensione muscolare Indicatori neurofisiologici FCF luce intermittente Catecolamine corticoidi • Molti possono essere criteri e metodi per la valutazione dello stress, del carico di lavoro mentale, della fatica metale sia a livello soggettivo che comportamentale, fisiologico o biochimico e spesso tali metodi possono essere utilizzati in combinazione tra loro
  • 12. Sindrome del burn out e stress • burn out : progressiva perdita di idealismo, energia e scopi, vissuta da operatori sociali, professionali e non, come risultato delle condizioni in cui lavorano
  • 13. vengono riconosciute due condizioni di stress: • ‘soggettiva’ (o interna) ed ‘oggettiva’ (o esterna). Fra le condizioni soggettive ci sono quelle legate alle motivazioni ed alle immagini ideali dell’operatore. Fra quelle oggettive ci sono quelle legate alle condizioni materiali di lavoro, alle ambiguità di ruolo, alle strutture di relazione, ecc. Hanno molto rilievo il clima di gruppo, le comunicazioni interpersonali e la soddisfazione individuale.
  • 14. Secondo Maslach (1975) • è “una sindrome da esaurimento emotivo, da spersonalizzazione e riduzione delle capacità personali che può presentarsi in soggetti che per professione si occupano della gente”;oppure: “una reazione alla tensione emotiva cronica creata dal contatto continuo con altri esseri umani, in particolare quando essi hanno problemi o motivi di sofferenza”.
  • 15. Il burn out • considerato una sindrome per i sintomi che lo contraddistinguono, viene riscontrato soprattutto tra gli operatori che lavorano a stretto contatto con situazioni di sofferenza. Sec. Edelwich e Brodsky ( 1980) è una “Progressiva perdita di idealismo, energia e scopi, vissuta da operatori sociali, professionali e non, come risultato delle condizioni in cui lavorano”
  • 16. si sperimenta un sovraccarico emotivo • Così come nello stress lavorativo, quando non si riesce a fronteggiare alle richieste ambientali , e si identifica nell’interazione continuata con l’utente, da cui può scaturire una sensazione di esaurimento emotivo e perdita di energia.
  • 17. Burn out Attuando strategie di coping, per difendersi dal sovraccarico di stress, l’individuo potrà sviluppare una risposta cinica e disumanizzata che possiamo definire ‘spersonalizzazione’. Le persone, quelle stesse con cui egli aveva condiviso dolore e disagio, diventano “oggetti” da cui è bene prendere distanza.
  • 18. Progetto di Legge 4562 del 2 maggio 2000 Sindrome di esaurimento emozionale, di spersonalizzazione e di riduzione delle capacità professionali che può presentarsi in soggetti che per mestiere si occupano degli altri e si esprime in una costellazione di sintomi quali somatizzazioni, apatia, eccessiva stanchezza, risentimento, incidenti"
  • 19. Le cause del burn-out • Individuarne le cause è piuttosto difficile poiché si tratta di un fenomeno multidimensionale, influenzato da fattori, sia di tipo oggettivo sia soggettivo • I fattori soggettivi sono particolarmente importanti, infatti persone diverse che condividono uno stesso ambiente lavorativo non tutte sviluppano la sindrome.
  • 20. In generale tra le cause principali possiamo nominare una eccessiva idealizzazione della professione, mansioni frustranti o inadeguate alle aspettative, organizzazione del lavoro disfunzionale o patologica Molto dipende dalla loro personalità, dalle strategie di coping, dalle esperienze precedenti, dalla resistenza allo stress e alle frustrazioni.
  • 21. Sindrome di burn-out È tipica nelle Helper profession o Professioni di aiuto, manager, Il soggetto è Bruciato, Spento … professionalmente e psicologicamente arriva fino alla DEPRESSIONE ANCHE GRAVE!!!!
  • 22. Possiamo aver quadri clinici ESAURIMENTO EMOTIVO: Progressivo spegnimento di entusiasmo per il lavoro e inaridimento del rapporto con l’utente DEPERSONALIZZAZIONE: Acquisizione di comportamenti freddi, sgarbati, dittatoriali vs gli utenti (pazienti, assistiti, ecc.) DISTRUZIONE PROGRESSIVA DELLA REALIZZAZIONE PERSONALE: Sensazione di fallimento, disillusione sul proprio lavoro
  • 23. Fattori importanti Possono esacerbare condizioni di burn out 1) gli orari prolungati, 2) il sostegno sociale inadeguato (a volte totalmente mancante) o 3) la struttura rigida nella quale il lavoratore è costretto ad operare in condizioni quindi disumanizzanti. Migliorare la struttura socio-organizzativa è perciò fondamentale per chi è responsabile delle risorse umane, perché possa prevenire il disagio del lavoratore e migliorare la qualità globale del servizio all'utente.
  • 24. • il contesto sociale e lavorativo è quello che risulta essere maggiormente in grado di attivare risposte di stress, sia dal punto di vista comportamentale che dal punto di vista fisiopatologico. • Le condizioni fisiche dell’ambiente lavorativo o la fatica fisica, il ruolo e le relazioni lavorative, la gestione del lavoro, la burocratizzazione, sono tutte variabili capaci di provocare negli operatori i sintomi che caratterizzano la sindrome del burn out: apatia, perdita di entusiasmo, senso di frustrazione.
  • 25. sintomi del burn out • I comportamenti lavorativi messi in atto dagli operatori in fase di burn out ( coping) riguardano soprattutto il rapporto interpersonale con l’utenza: tale rapporto perde la proprietà di relazione di aiuto e diviene essenzialmente una relazione tecnica di ‘servizio’: • “perdita dei sentimenti positivi verso l’utenza e la professione,
  • 26. Si puo’ determinare • Perdita della motivazione, dell’entusiasmo e del senso di responsabilità, impoverimento delle relazioni, utilizzo di un modello lavorativo stereotipato con procedure standardizzate e rigide, cinismo verso la sofferenza, difficoltà ad attivare processi di cambiamento”.
  • 27. Tra i possibili eventi stressanti o che possono determinare dinamiche vessatorie e burn out vi sono i conflitti
  • 28. Il mobbing: definizioni e caratteristiche del fenomeno
  • 29. Le cause di disagio psichico in ambiente di lavoro MOBBING Dall’inglese to mob = “attaccare”, “accerchiare” Termine coniato per indicare un meccanismo di difesa collettivo che si attua nel mondo animale e mediante il quale un branco mantiene la sua omogeneità espellendo “il non simile” attraverso comportamenti di isolamento e lesivi.
  • 30. Il termine viene usato per definire particolari situazioni di conflitto in ambiente di lavoro: la grave e perdurante distorsione delle relazioni interpersonali che si verifica in questi casi è fonte di intense sofferenze psichiche e spesso di alterazioni permanenti dell’umore o della personalità.
  • 31. Mobbing • Comportamento aggressivo e minaccioso protratto nel tempo (oltre 6 mesi) di una o più persone verso un individuo (bersaglio) allo scopo di allontanarlo dal posto di lavoro
  • 32. Mobbing : altre definizioni • Bullying in gran Bretagna • Work abuse negli Stati Uniti Harcèlement moral in Francia • Mobbing nei Paesi Scandinavi ed in Italia (da “to mob” che caratterizza il comportamento e l’accerchiamento aggressivo di animali per espellere un componente del gruppo
  • 33. Tuttavia non è mobbing Una singola azione pur riprovevole Un conflitto generalizzato Una malattia Un fenomeno solo collettivo Una molestia sessuale Un problema familiare Se esistono vittime designate
  • 34. Non è neppure mobbing • Fare dispetti a qualcuno sul luogo di lavoro • Tenere comportamenti poco corretti o poco etici • Il modo forzato con il quale si gestisce un dipendente pigro • Il tormento di uno o più colleghi
  • 35. Puo’ essere mobbing se • • • • Vi è attacco ai contatti umani Vi è isolamento sistematico Vi è cambiamento di mansioni Vi sono attacchi alla reputazione • Vi è violenza o minacce di violenza
  • 36. Obiettivi del mobbing Il terrore psicologico sul posto di lavoro o Mobbing consiste in una comunicazione ostile e contraria ai principi etici, perpetrata in modo sistematico da uno o più persone principalmente contro un singolo individuo che viene così spinto in una posizione di impotenza e impossibilità di difesa” Leymann,1993. SCOPO: DANNEGGIARE QUALCUNO, isolando la vittima sul posto di lavoro e/o allontanarla definitivamente o comunque di impedirle l’esercizio di un ruolo attivo nel contesto lavorativo; danneggiare i canali di comunicazione, il flusso di informazioni, la reputazione e/o la professionalità della vittima.
  • 37. Il mobbing è fenomeno a carattere progressivo NON è un singolo evento/episodio ma un PROCESSO frequente e costante nel tempo Le Azioni di conflitto sono intenzionali, frequenti, ripetute, sistematiche, di lungo periodo
  • 38. L’alta frequenza e la lunga durata del comportamento ostile danno luogo a seri disagi psicologici, psicosomatici e sociali. L’attività vessatoria continua e duratura è caratterizzata da almeno un episodio alla settimana per un periodo di almeno 6 mesi
  • 39. Gli attori del mobbing: Intenzionale: Casuale: • non ha consapevolezza • Non pianifica l’azione • Situazioni contingenti Mobber Spettatori • ha piena consapevolezza dell’azione e del danno • Azione pianificata • Si attrezza e persevera Vittima Co-mobber, mobber indiretti, fiancheggiatori Lavoratori bersaglio per: • Assistono alle azioni • Sono in contatto con le due parti • Parteggiano per una o l’altra • Sono indifferenti • Si oppongono alle azioni • ridotte capacità lavorative o • capacità innovative e creative; portatori di handicap • “diversa” provenienza geografica, religione, abitudini di vita, preferenze sessuali. • estraneità a pratiche illecite di colleghi
  • 40. Differenze fra mobbing e conflitto La distinzione tra mobbing e conflitto non sempre è chiara. Mobbing quando: comunicazione tra i soggetti del conflitto è indiretta, distorta, subdola la vittima è messa in condizione di impossibilità di difendersi in modo adeguato Devono essere valutate anche le caratteristiche della risposta della vittima, in particolare: entità, congruità, collocazione temporale e durata
  • 41. Mobbing e conflitto Elementi di differenza fra mobbing e conflitto, Pappone, 2003 MOBBING Oggetto del contrasto Modalità Finalità Danno per lo sconfitto CONFLITTO La relazione Un fatto Manipolativa oltre le regole Esplicita secondo le regole Eliminare o soggiogare l’altro Ottenere qualcosa Disturbo post traumatico da stress Frustrazione
  • 42. bossing • E' mobbing pianificato , programmato spesso come strategia aziendale per eliminare gli indesiderati oppure per ringiovanimento, riduzione e razionalizzazione del personale :
  • 43. Nel bossing si tende a creare nella vittima un clima di tensione insopportabile con atteggiamenti severi,minacce, rimproveri anche per questioni poco rilevanti ed in numerose occasioni
  • 44. Tipi di mobbing Mobbing dall'alto Bossing o mobbing strategico Mobbing Mobbing tra pari o orizzontale Mobbing dal basso o down-up Doppio mobbing
  • 45. Tipologie di vessazioni Verso un collega (orizzontale)
  • 46. Tipologie di vessazioni Verso un sottoposto (verticale)
  • 47. Tipologie di vessazioni Verso un capo (ascendente) da uno o più dipendenti per allontanare o delegittimizzare il dirigente
  • 48. Il mobbing orizzontale - Le difficoltà del mercato del lavoro - L’alto tasso di disoccupazione - Gli esiti lavorativi incerti dei contratti atipici - La mancanza di trasparenza nello sviluppo di carriera … favoriscono una forte competizione in grado di attivare alti livelli di aggressività e destrutturare i rapporti interpersonali.
  • 49. Forme di mobbing MOBBING EMOZIONALE (spesso trasversale) : esasperazione di rabbia, invidia, gelosia, competitività, antipatia, ostilità
  • 50. MOBBING STRATEGICO (spesso verticale) Attuato in modo deliberato per escludere persone sgradite o superflue per le finalità aziendali
  • 51. Il mobbing strategico Pressioni psicologiche esercitate strategicamente dalle imprese (prevalentemente private), per promuovere l’allontanamento dal mondo del lavoro di soggetti diversamente scomodi: Soggetti appartenenti a gestioni precedenti o assegnati a reparti da dimettere o anche di soggetti da riqualificare professionalmente. Dipendenti divenuti troppo costosi (seniores) o che non corrispondono più alle attese dell’organizzazione (lunghe assenze per congedi parentali, malattie serie, portatori di handicap, ecc.). È la situazione più frequentemente denunciata
  • 52. Il mobbing strategico Consiste in azioni sistematiche, deliberate ,spesso connotate da fatti antigiuridici da parte della dirigenza. (azioni disciplinari, dequalificazione e delegittimazione per isolare il soggetto mobbizzato )
  • 53. Attività mobbizzanti Classificazione generale delle attività mobbizanti di Heinz Leymann Effetti sulle possibilità della vittima di comunicare adeguatamente La dirigenza non dà possibilità di comunicare, il lavoratore viene zittito, si fanno attacchi verbali riguardo le assegnazioni del lavoro, minacce verbali, espressioni verbali che respingono, ecc. Effetti sulle possibilità della vittima di mantenere contatti sociali I colleghi non comunicano affatto più con il lavoratore o la dirigenza proibisce esplicitamente di comunicare con loro, isolamento in una stanza lontano dagli altri, ecc. Effetti sulle possibilità della vittima di mantenere la sua reputazione personale Mettere in giro voci sul conto della vittima, azioni di messa in ridicolo, derisione circa eventuale handicap o della appartenenza etnica o del modo muoversi o di comunicare, ecc. Effetti sulla situazione professionale della vittima Non viene assegnato alcun compito o solo dei compiti insignificanti, ecc. Effetti sulla salute fisica della vittima Vengono assegnati incarichi pericolosi di lavoro, oppure si fanno minacce di lesioni fisiche, molestie sessuali, ecc.
  • 54. Alcune condotte di mobbing Demansionamento in modo formale o solo di fatto Emarginazione e isolamento della vittima nell’ambito lavorativo Addebito di contestazioni infondate con sanzioni disciplinari pretestuose Lesione dell’immagine e/o della reputazione presso colleghi e superiori Discriminazioni riguardanti la carriera, le ferie, l’aggiornamento, il carico e la qualità del lavoro Assegnazione di obblighi dequalificanti o umilianti Imposizione di turni gravosi Abuso di controlli medico fiscali in caso di malattia Utilizzo in modo esasperato ed esasperante il potere di controllo e l’azione disciplinare Molestie o violenze sessuali Provocazioni al fine di indurre il soggetto a reazioni incontrollate Negazione dei diritti contrattuali
  • 55. Alcuni meccanismi di mobbing Critiche comuni non corrispondenti alla realtà e rifiuto di specificarne i motivi Accuse di scarsi risultati non corrispondenti a realtà Comportamenti per emarginare,escludere, isolare ,o delegittimare
  • 56. Comportamenti intenzionali e ripetuti per sminuire , ignorare o ridicolizzare idee , opinioni, rendimento ed anche la competenza professionale , esperienza
  • 57. Conferimento di maggiori responsabilità senza informare la vittima e con contemporanea diminuzione di autorità Minacce disciplinari per eventi insignificanti Umiliazioni di fronte ad altri (inflitte con tono arrogante) Distorsione/accentuazione di fatti
  • 58. Continue focalizzazioni su fatti irrilevanti Rifiuto di chiarire funzioni o descrizione di compiti Cambiamento di compiti di lavoro senza informare la vittima Accuse di cattiva condotta
  • 59. Ripetizione di compiti assegnati senza necessità Negazione alla vittima di informazioni e permessi necessari per svolgere il proprio lavoro Negazione di sostegno in caso di necessità o negazione di risorse Periodi di silenzio per settimane
  • 60. Evitare colloqui diretti e comunicare con e-mail , tramite terzi o tramite i servizi Imposizione di scadenze non realistiche o/e cambio improvviso poco prima del termine Assegnazione di obiettivi impossibili per condizioni di salute , per onerosità, o per incompatibilità con qualifica
  • 61. Ingiustificate richieste di ripetere lavoro già fatto Rifiutare di assegnare lavoro lamentandosi poi di non farcela Comportamenti per sabotare interferire o impedire il lavoro
  • 62. Accettazione di commenti negativi riportati da terzi Riunioni tenute come interrogatori Rifiuto di verbalizzare riunioni Declassamento reale o di fatto di compiti e funzioni e favoritismi nella concessione di ferie e permessi
  • 63. Commenti malevoli insulti,frecciate e comportamento aggressivo con carenza di self control Creazione di clima di caccia alle streghe
  • 64. Accuse di cattiva condotta Uso di minacce velate, intimidazioni, denunce o ricorso continuo alle autorità
  • 65. Prese in giro feroci o con cattiveria Uso di linguaggio vernacolare , osceno, offensivo Colpevolizzazione ripetuta
  • 66. Sparlare , fare pettegolezzi sulla vittima o incoraggiare a spiare, origliare , riferire Uso regolare di sarcasmo senza consenso Atteggiamenti di duplicità
  • 67. Frequenti mutamenti di opinione senza preavviso Strumentalizzazione di terzi innocenti Prendere crediti in caso di successo e scaricare le colpe su altri in caso d'insuccesso
  • 68. Invio di lettere ambigue o maliziose ad amici e partners Uso eccessivo e pretestuoso di visite fiscali Trasferimenti imposti in sedi lontane e disagiate senza apparenti giustificazioni o necessità Telefonate controllate o intercettazione della posta
  • 69. Azioni intimidatorie, vessatorie, discriminanti puramente personali RESPONSABILITA’ INDIVIDUALE DEL PERSECUTORE Es.:Diffamare, Trattare in modo sprezzante, Assumere toni o atteggiamenti minacciosi o ricattatori, Negare aspetti ordinari della relazione interpersonale Sofferenza emotiva della vittima Azioni identificabili come COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVE Es.:marginalizzazione dalla attività lavorativa, svuotamento delle mansioni, mancata assegnazione di compiti lavorativi, mancata assegnazione di strumenti di lavoro, ripetuti trasferimenti ingiustificati…. Clima di sospensione e pericolo Ma non atti formali o sostanziali che influiscono sulla posizione lavorativa COINVOLGIMENTO DELL’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO Sofferenza emotiva della vittima Conseguenze chiare e rilevanti sulla posizione lavorativa e sulle possibilità di svolgimento del lavoro
  • 70. Strategie : il mobbing porta la vittima a perdere • • • • • • • • • Gradualmente la sua influenza Il rispetto degli altri verso di se Il suo potere decisionale Spesso la salute La fiducia in se stesso Gli amici l'entusiasmo nel lavoro La sua dignità Se stesso
  • 71. Il mobbizzato e le sue reazioni Nel comportamento del mobbizzato sono state evidenziate alcune costanti che lo caratterizzano: • autocolpevolizzazione iniziale • solitudine con cui è vissuta la situazione • svalutazione personale • depersonalizzazione, fase in cui la persona non riconosce più se stessa.
  • 72. Le fasi del mobbing Modello a sei fasi di Ege adattato alla realtà italiana CONDIZIONE ZERO Conflitto fisiologico e generalizzato, il tutti contro tutti. In questa fase non è ancora chiara la volontà di distruggere, ma è evidente una forte competitività e una lotta spietata alla sopravvivenza. 1a FASE IL CONFLITTO MIRATO Viene individuata una vittima e la conflittualità ora si dirige verso di essa. Vengono messe in atto una serie di azioni distruttrici. Il conflitto passa dal piano oggettivo a quello emotivo-personale. 2a FASE L’INIZIO DEL MOBBING Le azioni del mobber iniziano a generare ansia e disagio nella vittima, la quale comincia ad avvertire il mutamento del clima lavorativo. 3a FASE PRIMI SINTOMI PSICOSOMATI CI La vittima accusa i primi problemi di salute che si manifestano come disturbi psicosomatici (problemi digestivi, disturbi del sonno, ansia generalizzata, disturbi mnesici e di concentrazione, labilità emotiva).
  • 73. Le fasi del mobbing Modello a sei fasi di Ege adattato alla realtà italiana 4a FASE ERRORI ED ABUSI DELL’AMMINIST RAZIONE DEL PERSONALE Il caso di mobbing è divenuto pubblico e viene altresì favorito dall’Amministrazione del personale che, insospettita dall’assenteismo per malattia della vittima, richiama la persona con contestazioni e interventi disciplinari. 5a FASE AGGRAVAMEN TO DELLA SALUTE PSICOFISICA DELLA VITTIMA Il mobbizzato è in preda alla disperazione, compie errori sempre più frequenti convincendosi di essere una nullità e che tutto ciò che sta accadendo è colpa sua ( auto-attribuzione di colpa). 6a FASE ESCLUSIONE DAL MONDO DEL LAVORO Epilogo della storia del mobbing, che vede l’uscita della vittima dal mondo del lavoro, o tramite licenziamento o ricorso al prepensionamento o anche mediante esiti traumatici come lo sviluppo di manie ossessive, suicidio nei casi estremi.
  • 74. fasi del mobbing • Condizione zero : normale conflittualità (endemica) nelle aziende italiane dove tutti sono contro tutti . Non c'è fase penalizzante particolare verso qualcuno ma competizione elevatissima volta a primeggiare. E' considerata pre-mobbing
  • 75. Prima fase o conflitto mirato • si individua la vittima e verso di essa si dirige la conflittualità generale. Obiettivo non è più emergere ma distruggere un "avversario". Il conflitto non è limitato al lavoro ma inizia ad interessare anche argomenti privati
  • 76. Seconda fase o mobbing iniziale: • gli attacchi dei mobbers non causano ancora patologie ma suscitano disagio e fastidio . Inasprimento sensibile delle reazioni con colleghi e dubbi sulle motivazioni di tale situazione.Avvertiti primi mutamenti del clima lavorativo
  • 77. Terza fase - sintomi psicosomatici Iniziano i priomi problemi di salute con senso di insicurezza, insonnia , problemi digestivi e stanchezza
  • 78. Quarta fase : errori ed abusi delle amministrazioni • il caso di mobbing diventa pubblico e viene aggravato da fraintendimenti, controlli e penalizzazioni dell'amministrazione
  • 79. Quinta fase : serio aggravamento della salute della vittima per comparsa di forme depressive e per uso continuo di farmaci con effetto solo palliativo
  • 80. Sesta fase : esclusione dal mondo del lavoro per dimissioni volontarie, ricorso al licenziamento, pre pensionamento o in qualche caso per ricorso al suicidio, per sviluppo di forme ossessive , spesso ricorso a pensioni di invalidità nei casi più gravi o all'Autorità Giudiziaria
  • 81. Doppio mobbing • Il mobbizzato si sfoga sulla famiglia che subisce anch'essa le persecuzioni , gli attacchi e le umiliazioni fino al punto che inizia a difendersi dalla forza devastante del mobbing
  • 82. Doppio mobbing • La famiglia, da generosa e protettrice - cambia atteggiamento, si chiude in se stessa, passa sulla difensiva e nega alla vittima ulteriore aiuto e comprensione aggravandone ulteriormente la situazione psicopatologica
  • 83. Disturbi a livello fisico e psicosomatico Gli effetti del Mobbing sulla salute si manifestano dopo un tempo variabile, con sintomi sia di natura fisica o psicosomatica, sia di natura psichica. a livello degli occhi possiamo avere annebbiamento temporaneo della vista, congiuntiviti; a livello dermatologico si possono riscontrare eruzione cutanee varie come dermatiti, psoriasi, allergie; nella zona cervicale si manifestano cefalea muscolo-tensiva, cervicalgie; agli arti si può soffrire di tremori, astenia, dolori muscolari; a livello dell’apparato digerente si verificano gastrite, pirosi, ulcera, colon irritabile; a livello dell’apparto cardio-vascolare si può constatare tachicardia, ipertensione e nei casi casi più gravi si può avere infarto del miocardio; a livello dell’apparto respiratorio si possono avere dispnea , tosse, crisi asmatiche; a livello dell’apparato endocrino si rivelano disturbi tiroidei;
  • 84. Disturbi a livello psichico disturbi d’ansia tra cui attacchi di panico, ansia libera, fobie; disturbi dell’umore che spaziano da reazioni aggressive esagerate con marcata irritabilità a manifestazioni depressive; disturbi dell’attenzione e della concentrazione con riduzione della memoria; disturbi del pensiero con fissazione sul proprio problema lavorativo, ossessività ideativa; disturbi della sfera del sonno con risvegli multipli durante la notte, insonnia, alterazioni del ritmo sonno-veglia; modificazioni dell’alimentazione con anoressia e bulimia; modificazioni del comportamento relazionale con il partner, la famiglia, sul lavoro e in società, nelle persone predisposte si verificano o si accentuano problemi legati all’abuso di alcol, droghe e farmaci;
  • 85. alterazioni della personalità con quadri di depersonalizzazione fino alla configurazione di atti estremi come il suicidio ed eventuali tentati omicidi per vendetta sui mobber. a livello del sistema immunitario si può verificare un abbassamento delle difese dell’organismo e quindi una maggiore vulnerabilità alle malattie.
  • 86. Le conseguenze sociali del mobbing La persistenza dei disturbi psicofisici porta ad assenze dal lavoro sempre più prolungate, con "sindrome da rientro al lavoro" sempre più accentuata, fino alle dimissioni o al licenziamento. La perdita dell’autostima e del ruolo sociale comporta insicurezza, difficoltà relazionali e, per le fasce d’età più avanzate, l’impossibilità di nuovi inserimenti lavorativi. Il soggetto porta all’interno dell’ambito familiare il proprio stato di grave disagio, e non sono rari i casi di separazioni e divorzi, disturbi nello sviluppo psicofisico dei figli e disturbi nelle relazioni sociali
  • 87. Le conseguenze economiche Ed è plausibile che Lunghi periodi di malattia e continui interventi del servizio del personale, con costi esorbitanti per le aziende, per il soggetto e per la collettività portino a: produttività e ulteriori investimenti nella formazione, perdita di professionalità deterioramento della qualità della vita costi sociali
  • 89. Descrizione dell’evento: Eventi che portano a mobbing V I T T I M A - chi - come - quando - dove - perché Diagnosi (prevale la componente psicologica) Prognosi Risarcimento : previdenziale giudiziario WORK UNIT Organizzazione delle relazioni Clima Aziendale
  • 90. Ma esiste un rischio da mobbing valutabile? • Il mobbing è una condizione di antigiuridicità o non etica che può conseguire generalmente a fatti organizzativi – relazionali gestionali incongrui o inadeguati. • Questo malessere organizzativo – e non il mobbing - deve essere oggetto di valutazione attenta da parte del RSPP e del MC
  • 91. Come e cosa valutare secondo il Dlgs 81/2008 • Occorre valutare, definire le situazioni o condizioni di rischio e programmare gli opportuni correttivi (misure) definendo la tempistica delle eventuali valutazioni future (programma) tenendo presente il necessario aggiornamento in caso di “mutamenti organizzativi”
  • 92. Mobbing : quando valutare le condizioni che espongono al rischio • Aziende fortemente gerarchizzate e pubblico impiego , con leadership padronale e/o a scarsa cultura a tutela sindacale non influente e posizioni e qualifiche di operatori spesso cristallizzate senza grandi sbocchi professionali o di carriera ed se difettano anche altri d fenomeni di compensazione (benefits, turn over
  • 93. Anamnesi lavorativa Visita neurologica Colloquio clinico psicologico Strumenti di rilevamento soggettivo Protocollo accertamenti effettuati su soggetti vittime di molestie morali Clinica del Lavoro – Milano comportamenti subiti e valutati come molestie morali stress occupazionale disturbi soggettivi tono dell’umore Giglioli - Cassitto Reattivi diagnostici test dinamismo mentale questionario personalità Accertamenti integrativi (tipo neuro psicologico Altri accertamenti internistici e/o specialistici e/o strutturali
  • 95. Principali sindromi correlabili ad eventi lavorativi DISTURBI DELL’ADATTAMENTO il termine indica una intera classe di problemi psichici che insorgono come conseguenza di eventi o situazioni della vita: risposta psicopatologica ad uno o più fattori stressanti identificabili che conducono allo sviluppo di disturbi emotivi o comportamentali clinicamente significativi. I sintomi devono svilupparsi entro 3 mesi dall’esordio del fattore o dei fattori stressanti. Manifestazioni prevalenti: area dei disturbi d’ansia area dei disturbi depressivi
  • 96. DISTURBO DELL’ADATTAMENTO Sviluppo di sintomi emotivi o comportamentali significativi in risposta a fattori sociali stressanti identificabili. Classificabili con : • umore depresso • ansia • ansia e umore depresso
  • 97. durata DDA acuto (sintomi entro 3 mesi persistono < 6 mesi) Cronico (risposta a fattore cronico stressante o che ha conseguenze protratte > 6 mesi
  • 98. caratteristiche • La rilevanza clinica della reazione è indicata dal notevole disagio che va al di la di quello prevedibili o da una significativa compromissione del funzionamento sociale o lavorativo . Il DDA può essere innescato da un fattore stressante di qualsiasi entità e può comprendere una ampia gamma di possibili sintomi
  • 99. Principali sindromi correlabili ad eventi lavorativi REAZIONE ACUTA DA STRESS: reazione emotiva che insorge molto presto dopo il verificarsi di un evento fortemente traumatico. Il tipo di eventi che può causarla è dello stesso tipo di quelli che causano il disturbo post traumatico da stess.(PTSD) La sindrome può presentarsi in forma grave ma regredisce nel giro di pochi giorni (dura al minimo 2 gg. al max 4 settimane). Si manifesta entro 4 settimane dall’evento traumatico. Sintomi: marcate manifestazioni d’ansia, depressione, disperazione, accessi d’ira, condizioni di isolamento Può trasformarsi in PTSD
  • 100. DISTURBO ACUTO DA STRESS Rientra tra i disturbi di ansia e vi è presenza di almeno tre tra i seguenti sintomi: • Reazione soggettiva di insensibilità • Distacco o assenza di reattività emozionale • Riduzione della consapevolezza dell’ambiente • Derealizzazione • Depersonalizzazione • Amnesia dissociativa • Aumenti di arousal (esagerata risposta allarme)
  • 101. Sintomi e disturbi associati • Sintomi di infelicità e disperazione che possono essere assimilabili a quelli di un disturbo depressivo maggiore Vi è disagio psicologico clinicamente rilevante, perdita della reattività emozionale con acuta difficoltà di provare piacere per attività precedentemente ritenute importanti per la propria soddisfazione
  • 102. Principali sindromi correlabili ad eventi lavorativi DISTURBO (O “SINDROME”) POST TRAUMATICO DA STRESS: STRESS la risposta ritardata o protratta ad un evento fortemente stressante o a una situazione di natura altamente minacciosa o catastrofica in grado di provocare diffuso malessere in quasi tutte le persone. Comporta la maggiore gravità e prognosi peggiore rispetto alle altre sindromi psichiche. Insorge dopo un periodo di latenza che può essere superiore a 6 mesi. Spesso accanto a sintomi generici si presentano aspetti clinici peculiari. - Frequente è la monotematica fissazione del pensiero su eventi traumatici. - reazione emotiva intensa innescata da luoghi e fatti inerenti l’evento traumatico. Si possono avere anche manifestazioni fobiche con connessi comportamenti evitanti. Può essere presente componente somatica
  • 103. DISTURBO POST TRAUMATICO DA STRESS Rientra tra i disturbi di ansia • Acuto • Cronico (sintomi > 3 mesi) • Ad esordio tardivo (sintomi dopo 6 mesi)
  • 104. caratteristiche Evento stressante di natura estrema (minaccia per la vita) • Evento rivissuto persistentemente (allucinazioni, flashback , disagio psicologico post esposizione a fattori scatenanti, irritabilità , esagerate risposte d’allarme) • Si evitano gli stimoli associati al trauma, si ha distacco verso altri, riduzione d’interesse , diminuzione prospettive
  • 105. • • • • decorso Inizio dopo 3 mesi dal trauma Disturbi possono perdurare oltre 12 mesi dal trauma Possono associarsi dolorosi sentimenti di colpa , interferenza con relazioni interpersonali (conflitti, divorzio, licenziamento) Maggior rischio di disturbo di panico, agorafobia,disturbo ossessivo compulsivo, disturbo depressivo maggiore, disturbo di somatizazione
  • 106. Principali sindromi correlabili ad eventi lavorativi I criteri per porre diagnosi di una di queste sindromi sono la relazione temporale precisa tra evento individuato come causa e lo sviluppo della sintomatologia l’individuazione nella storia della persona di eventi considerati quali valide cause del quadro clinico riscontrato la costellazione di sintomi con cui si presenta il paziente e la loro evoluzione temporale la relazione psicopatologica tra sintomi l’evento e la struttura cognitiva della persona (oggetto di valutazione specialistica, da formulare dopo esame clinico)
  • 107. Principali sindromi psichiatriche che richiedono una diagnosi differenziale DEPRESSIONE ENDOGENA: Con il termine “depressione” si può indicare una malattia (disturbo) che presenta una sua evoluzione temporale che appare non direttamente connessa ad eventi esterni, oppure un quadro clinico (cioè un insieme di sintomi) che possono esser espressione di una profonda sofferenza individuale più o meno direttamente dipendente dalla condizione di vita attuale o del recente passato della persona. Tra i due quadri non è facile distinguere senza un esame approfondito, e la connessione con eventi esterni può essere variamente interpretata da diversi clinici.
  • 108. Principali sindromi psichiatriche che richiedono una diagnosi differenziale DISTURBI D’ANSIA IN GENERALE: Il Disturbo d’ansia generalizzata è il disturbo delle persone intrinsecamente ansiose, apprensive per tutto ciò che è incerto o indefinito. Ovviamente quest’ansia può essere riferita anche a situazioni lavorative e comportare distorsioni nella valutazione del senso reale delle relazioni interpersonali. Le fobie, l’ipocondria,il disturbo da attacchi di panico e le forme meno gravi di disturbo ossessivo compulsivo rientrano in questa categoria.
  • 109. Principali sindromi psichiatriche che richiedono una diagnosi differenziale DISTURBI DI PERSONALITÀ PARANOIDE: I disturbi di personalità costituiscono una gamma di manifestazioni patologiche della sfera psichica dai confini sfumati: si pone questa diagnosi quando una persona presenta dei tratti stabili di personalità con caratteristiche “anomale” che in genere hanno riflessi concreti nella vita di relazione e lavorativa.
  • 111. Valutazione del disagio psichico in ambito occupazionale ANAMNESI Eventi della vita lavorativa/Eventi della vita non lavorativa. Condizioni psichiche precedenti l’evento patogeno Cronologia dell’insorgenza dei disturbi Eventuale documentazione sanitaria e terapie praticate Patologie organiche DOCUMENTAZIONE SANITARIA (certificazioni e prescrizioni mediche di natura psichiatrica) CERTIFICAZIONI INTERNISTICHE VALUTAZIONE OBIETTIVA Utilizzo di STRUMENTI PER VALUTAZIONE contesto e per valutazione sintomi e vissuti (valutazione specialistica)
  • 112. Check list per valutazione Capitoli principali dell’inventario essenziale per l’esame degli argomenti necessari ai fini della valutazione dello stato patologico del lavoratore. Il giudizio diagnostico finale non può essere puramente matematico ma deve necessariamente derivare dalla sintesi ragionata degli elementi raccolti ed osservati. A. EVENTI DELLA VITA LAVORATIVA: Il lavoratore è stato esposto ad eventi traumatici estremi? È passato più di un mese tra l’evento e l’insorgenza di sintomi? più l’ l’ Lamenta una o più delle seguenti condizioni (correlate a stress, costrittività organizzativa o più costrittività mobbing)? B. EVENTI DI VITA NON LAVORATIVA: Incidente proprio/congiunto, malattia grave, lutto familiare, problemi economici, divorzio, nozze problemi C. SINTOMI PSICHICI MAGGIORMENTE INDICATIVI DI ESPOSIZIONE A GRAVE STRESS PSICOSOCIALE GRAVE D. SINTOMI PSICOSOMATICI PIÙ FREQUENTEMENTE ASSOCIATI A CONDIZIONI DI STRESS PIÙ PSICOSOCIALE N.B. Uso “ragionato” di check list simili dal momento che spesso, se troppo esplicite e articolate nei contenuti, possono condizionare fortemente le “suggerendo” situazioni e criticità non effettivamente riscontrate o vissute.
  • 113. La psicodiagnosi e i suoi strumenti
  • 114. Psicodiagnosi nei casi stress e mobbing Inail, circolare 71/2003 Nella valutazione del disagio che il lavoratore riporta al medico la psicodiagnosi rappresenta un sussidio valido e spesso insostituibile. La valutazione psicodiagnostica si fonda sull’integrazione di: I test la valutazione clinica diretta (colloquio e osservazione) anamnesi. Quindi viene usata una batteria psicodiagnostica per valutare: le abilità cognitive le abilità di coping il problem solving i tratti di personalità
  • 115. Strumenti di psicodiagnosi: circolare 71/2003 Inail Tra i test maggiormente utilizzati troviamo : la WAIS-R: è un test che misura il QI e si compone di 11 subreattivi che valutano le diverse abilità mentali superiori; 6 subtest sono finalizzati alla misurazione dell’intelligenza verbale e 5 di quella di performance Il Rorschach: è un test proiettivo, dove il soggetto osserva, Rorschach interpreta e definisce delle macchie di inchiostro a forma casuale. Dalla somministrazione di questo reattivo si possono evidenziare alcune caratteristiche di personalità: la presenza e prevalenza di energie immature o minacciose la struttura dell’Io (la presenza di tratti di dipendenza, la tendenza alla rigidità …) il livello di reattività verso gli stimoli emozionali la tendenza alla negazione dei bisogni affettivi la difficoltà all’ adattamento il livello o stato di emotività disturbata.
  • 116. Strumenti di psicodiagnosi: circolare 71/2003 Inail L’MMPI-2: è un test di personalità con la struttura di un questionario autosomministrato a risposta binaria. E’ un valida misura di tratti patologici e mette in evidenza variabili psicologiche coinvolte in particolari sindromi. Nel contesto della valutazione del danno psichico da costrittività organizzativa e mobbing, sono interessanti alcune scale che permettono di verificare la presenza di: •ansia •repressione •preoccupazione per la salute •ostilità ipercontrollata •disturbo da stress-postraumatico •rabbia •bassa autostima •disagio sociale •personalità ipermotivata nel contesto lavorativo. Altre scale di valutazione: SCALA DI HAMILTON, SCALA DI ZUNG per autovalutazione per misurare lo stato ansioso e depressivo dei soggetti
  • 117. Ulteriori Strumenti diagnostici Boncori, 1993 INDICAZIONI Sintomi psicosomatici DENOMINAZIONE RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Scale di valutazione per Ansia e Depressione Pancheri e Chiari, 1986 Inventario del Mondo esperienziale (EWI, Experiential World Inventory) Bonneau e El Meligi,1974; Calvi, Mazzarini, Padovani, 1979 Maudsley Personality Inventory (MPI) Eysenck, 1964 Millon Clinical Multiaxial Inventory (MCMI) Questionario di personalità Questionario Psicofisiologico (QPF) Millon, 1982 Beck Depression Inventory (BDI) Beck e altri, 1961
  • 118. Ulteriori Strumenti diagnostici Boncori, 1993 INDICAZIONI Scala di valutazione di Aggressività e Intensità emotiva DENOMINAZIONE RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Test semistrutturato Test proiettivi di personalità Caprara, 1983 Stress Symptom Rating Scale Heilbrun e Pepe, 1985 Symptom Rating Test Fava e Kellner, 1982. Wartegg Zeichen Test (WZT) Wartegg, 1939 Thematic Apperception Test (Test di Appercezione Tematica) Valutazione delle risposte da stress Scale di irritabilità e Suscettibilità emotiva Murray, 1943 Reattivi grafici: Test della Figura umana di Machover; Test della Famiglia di Corman; Test dell’Albero di Koch Machover, 1949 Corman, 1967 Koch, 1949
  • 119. Valutazione della condotta dirigenziale per distinguere atteggiamenti mobbizzanti per quanto riguarda i comportamenti , "proporzionalità" e "giustificazione" nell'uso del potere sono i due principali parametri di giudizio
  • 121. la proporzionalità è adeguatezza ed anche ragionevolezza nello uso del potere. Per quanto riguarda la giustificazione di comportamenti , con la buona fede si vede la condotta del dirigente. Occorre valutare le scelte in tema di potere Disciplinare o le promozioni
  • 122. • non basta il rispetto delle forme procedimentali stabilite dalla legge o dalla contrattazione collettiva e l'applicazione del criterio della proporzionalità (art. 2106 c.c.), ma occorre anche l'osservanza delle regole di correttezza secondo il principio generale di cui all'art. 1175 cc..
  • 123. Abuso del potere disciplinare Se si sacrifica la posizione del dipendente oltre quanto sia richiesto dall'infrazione commessa o quando venga adottato un criterio di massima severità generalmente non adottato rispetto agli altri, o quando la sanzione sia applicata con modalità tali da renderla moralmente più penosa o da screditare il dipendente, sia pure nel solo ambiente di lavoro
  • 124. • Penalizzazioni possono accadere spesso in un ufficio in modo sporadico a seguito di alterchi tra/con dirigenti ma è ancora più pericoloso e grave se avvengono sistematicamente • L'esercizio del potere si presta ad essere sindacato quando promozioni vengano rifiutate in base a motivazioni false o irrilevanti
  • 125. La ragionevolezza in ufficio • la disparità nell'agire della controparte costituisce uno dei terreni più difficili in cui è facile "scivolare", tentati o da eccessive preoccupazioni garantiste che tendono a restringere il più possibile i margini di libertà dirigenziali, o mossi, al contrario, da intenti di protezione della sfera di libera iniziativa privata con annesso potere disciplinare (art. 41Cost.).
  • 126. art. 41 co. 2 Cost. qualunque iniziativa economica non può svolgersi in contrasto con la "dignità umana".
  • 127. E allora • il potere di iniziativa dell'imprenditore non può esprimersi in termini di pura discrezionalità o addirittura di arbitrio, ma deve esser sorretto da una causa coerente con l'ordinamento"
  • 128. Le differenze tollerabili sono tollerabili certe disparità e differenziazioni di trattamento,se sono giustificate e ragionevoli (fatto rilevante in tema di materia di concorsi di assunzione o di promozioni in enti pubblici, di licenziamento, di attribuzione di fasce stipendiali e di poteri)
  • 129. • Il datore di lavoro che vuole liberarsi di un dipendente, con il mobbing lo induce alle dimissioni, al fine di evitare le strettoie del regime della tutela reale. • Non è un caso che il mobbing venga denunciato quasi esclusivamente nelle grandi aziende o nella Pubblica Amministrazione. • Il piccolo imprenditore la infatti possibilità di liberarsi di un lavoratore semplicemente licenziandolo, a fronte della sopportabilità del sistema sanzionatorio previsto .
  • 130. MANIFESTAZIONI Di MOBBING IN STRUTTURE PUBBLICHE Bossing aziendale nella pubblica Amministrazione ad opera di un dirigente del servizio. • La PA ha il dovere di intervenire per rimuovere persecuzione sul lavoro del dirigente del servizio che effettua verso un dipendente accuse infondate o calunniose per attività svolte sul lavoro, aggressioni verbali continue,illegittime sottrazioni di mansioni.
  • 131. Esempio : Incompatibilità ambientale e allontanamento del dirigente. • Ai fini della revoca dell’incarico il contrasto o disaccordo tra dirigente e addetti dell’ufficio, senza un’indagine approfondita sulle ragioni di tale situazione e sulla riconducibilità della stessa al dirigente, non può integrare gli estremi dell’incompatibilità ambientale tale da giustificare un provvedimento organizzativo di allontanamento del dirigente stesso .
  • 132. Comportamenti offensivi e mortificanti, al ritorno da un lungo periodo di malattia. l’incivile reiterato comportamento del ddl o di preposti,giustifica una reazione anche scomposta del dipendente ( al ritorno da un lungo periodo di malattia, era stata sottoposta a più riprese e in presenza dei colleghi a iniziative vessatorie, offensive e mortificanti da parte del dirigente e di un preposto, sfociate anche nell’adibizione a mansioni dequalificanti con comparsa di mortificazione tale da giustificare una reazione).
  • 133. molestie morali. • Il mobbing aziendale, può comprendere atti, ciascuno formalmente legittimo ed apparentemente inoffensivo, attuati con dolo, quale volontà di nuocere e infastidire o svilire un compagno di lavoro, al fine del suo allontanamento dall’impresa . • E’ configurabile il mobbing in azienda nell’ipotesi in cui il dipendente sia oggetto ripetuto di soprusi da parte dei superiori, volti ad isolarlo dall’ambiente di lavoro e, nei casi più gravi, ad espellerlo, con gravi menomazioni della sua capacità lavorativa e dell’integrità psichica
  • 134. Altri tipi di molestie • Non sono infrequenti le molestie sessuali velate o esplicite anche se le denunce sono relativamente poche
  • 135. Mobbing e delitto di maltrattamenti. • Commette maltrattamenti (572 c.p.) il preposto che realizzi ripetute e sistematiche vessazioni tali da produrre stato di abituale sofferenza fisica e morale a causa dell’ intensificazione dell’impegno lavorativo oltre il tollerabile (art.610 c.p.), e il dirigente per non aver impedito, (art. 2087c.c) tali vessazioni da parte del preposto.
  • 136. Pratiche vessatorie / esercizio arbitrario e illegittimo dei poteri gerarchici, direttivi ed organizzativi. mobbing verticale è stato etichettato lo assoggettamento a turni di lavoro stressanti di un dipendente ritenuto (a seguito del giudizio di un medico privato parzialmente inidoneo alle mansioni, per un infarto. Il datore di lavoro è stato condannato a 6 mesi recl. per lesioni personali colpose.
  • 137. Carico di lavoro sproporzionato • Sono anche le scelte organizzative del lavoro,considerando in violazione dell'art. 2087 c.c. la richiesta di un impegno eccessivo del lavoratore, cui sia assegnato un carico troppo esteso di lavoro, tale da eccedere la normale tollerabilità secondo le regole di comune esperienza, ovvero al quale sia stato assegnato un carico eccessivo di lavoro usurante dovuto alla sostituzione di un collega protrattasi per lungo tempo, allo svolgimento di lavoro straordinario e festivo ed alla rinuncia al godimento delle ferie.
  • 138. Richiesta reiterata all’INPS di visite mediche di controllo dello stato di malattia del lavoratore • A fronte di stato morboso, attestato dal curante, ed oggetto di controlli precedenti, il dirigente aveva reiterato più richieste di visite domiciliari, senza che ne ricorressero i presupposti (il medico fiscale ha sempre confermato la prognosi) Il comportamento ha determinato un aggravamento della malattia nervosa,tale da portare ad una riduzione della capacità lavorativa
  • 139. Comminazione reiterata, immotivata e illegittima di sanzioni disciplinari. • La fattispecie riguarda un dipendente al quale dalla reiterazione immotivata di sanzioni disciplinari sia derivato un danno psichico,risarcibile a prescindere dall’annullamento delle singole sanzioni .
  • 140. Mortificazioni personali e professionali, accompagnate dall'assegnazione di benefici immeritati a soggetti di pari grado della vittima. dequalificazione seguito di lottizzazione politica dei posti di lavoro con conseguente psicosi nel soggetto colpito .
  • 141. Mobbing tipico in sanità : dequalificazione sottrazione di compiti e responsabilità caratteristiche delle mansioni svolte . sistematico disconoscimento dei diritti derivanti dalla propria qualifica .
  • 142. demansionamento • destinazione a mansioni inferiori o progressiva assegnazione a mansioni inferiori e successivo trasferimento, revoca dell’incarico dirigenziale con assegnazione a mansioni di posizione professionale non equivalente; affidamento di incarichi dequalificanti; graduale svuotamento delle mansioni affidate .
  • 143. Prevenzione del mobbing Richiede un cambiamento nello stile di leadership e in particolare nelle modalità di gestione dei conflitti Non tutti i conflitti fanno bene alle organizzazioni; è interesse del management impegnarsi nella prevenzione dei conflitti e della loro escalation g verso forme distruttive e inefficaci.
  • 144. La formazione del management dovrebbe pertanto prevedere anche l'acquisizione di specifiche tecniche per l'analisi e la gestione dei conflitti Un manager deve essere in grado di contrastare l'escalation di un conflitto, cogliere i segnali precoci di disagio, riconoscere i primi segnali di un processo di mobbing e impedire il deterioramento delle strategie di coping
  • 145. prevenzione primaria • Per impedire l’insorgenza di nuovi casi di patologie stress-correlate è importante : • • ottimizzare ambienti e orario di lavoro; • • promuovere cultura dell’impresa che favorisca il rispetto della dignità umana, scoraggiando forme di violenza psicologica; • • attuare condizioni di lavoro trasparenti; • • favorire la partecipazione e la condivisione degli obiettivi dell’impresa; • • attivare un processo continuo di informazione a due vie (dal basso verso l’alto e viceversa); • • valorizzare le risorse umane, attraverso percorsi di formazione adeguati; • • progettare compiti a misura d’uomo’; • • informare e formare sullo stress.
  • 146. prevenzione secondaria, • Come diagnosi precoce in fase preclinica, è importante che vengano rilevati, indirettamente o direttamente dal lavoratore, quei sintomi fisici, comportamentali e psico-emozionali responsabili di un evidente cambiamento da una condizione psicofisica normale. • Tali informazioni verranno trasferite immediatamente al medico competente. • Possono essere previste attività di counseling
  • 147. prevenzione terziaria • Istituire protocolli di riabilitazione supportati da competenze sanitarie specifiche. • Inoltre, un adeguato investimento in prevenzione, favorirà anche l’impresa in termini di minore assenteismo, minor numero d infortuni, di errori, ecc., in favore di una migliore qualità dei beni o dei servizi erogati e di una buona immagine dell’azienda stessa. Possibile previsione di mutamento di mansioni
  • 148. Mobbing : qualche soluzione a livello individuale Trovare soluzioni ragionevoli anche negoziali a partire dai piccoli problemi di ogni giorno
  • 149. • Affrontare personalmente il collega /superiore mobber senza farsi coinvolgere in logiche di schieramento • Essere assertivi e costruttivi : basarsi sui fatti e sulle evidenze • Promuovere la formazione e la cultura della cooperazione, condivisione, sicurezza nell'azienda
  • 150. Limitare conflitti che possono determinarsi o aggravarsi per • Carichi sovradimensionati – Disegni organizzativi – Tolleranza individuale – Gestione inadeguata – Contenuti carenti delle comunicazioni – I contenuti sono “cosa” mentre la relazione è il “come” e dipende dal legame esistente, è cioè la posizione che si assume nello scambio
  • 151. Modificare l’organizzazione del lavoro causa di stress Modificare condizioni di inesistenza di lavoro in gruppo ma esistenza di direzione gerarchica. Evitare isolamento (es: turno pomeridiano e notturno) salvo le possibili emergenze.
  • 153. ridurre le condizioni di insoddisfazione per Ripetitività di compiti semplici che richiedono attenzione e che devono tenere in considerazione la variabilità dei lavoratori Contatto con sostanze nocive e tossiche Posizione in piedi Sollevamento di carichi Posture incongrue
  • 154. Ridurre o attenuare effetti per Emergenze Turni di notte Inadeguato sviluppo delle conoscenze tecniche e mancato aggiornamento Bassa professionalità
  • 155. Ridurre effetti per Limiti di carriera Elevata o bassa responsabilità Assenza o alterazione di supporto relazionale o comunicativo Assenza di lavoro Overload qualitativo o quantitativo Alterati rapporti con i colleghi
  • 156. In ogni conflitto valorizzare l’aspetto positivo e non la criminalizzazione Del resto il conflitto “parla”, descrive situazioni organizzative che devono essere interpretate ( occorre quindi dinamismo o cambiamento . I Conflitti segnalano comunque l’esistenza di gravi problemi irrisolti)