Le iniziative a sostegno dell’eco-innovazione nel distretto conciario di S. Croce sull’Arno: dall’applicazione dell’EMAS di distretto al calcolo dell’impronta ambientale dei prodotti
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Smau Firenze 2015 - Associazione Conciatori
1. Tiberio Daddi
daddi@sssup.it
Mercoledì 15 Luglio 2015
Le iniziative a sostegno dell’eco-innovazione
nel distretto conciario di S. Croce sull’Arno:
dall’applicazione dell’EMAS di distretto al
calcolo dell’impronta ambientale dei prodotti
SMAU Firenze 2015
2. L’EMAS di distretto e l’esperienza
del distretto conciario di Santa
Croce sull’Arno
3. EMAS di distretto: origini
e obiettivo
Sviluppare a livello territoriale una serie di
azioni volte a facilitare l’adesione alla
registrazione EMAS da parte delle singolo
organizzazioni presenti nel distretto con
particolare riferimento alle PMI
Decisione UE 680/2001, entità registrabili
EMAS: “piccole imprese che operano in un
grande territorio determinato e producono
prodotti o servizi identici o simili”
4. Le esperienze in Italia: la
Toscana in prima fila
2002: Progetto Life PIONEER, mira ad applicare
sperimentalmente il Regolamento EMAS al Distretto
Cartario di Lucca
2003-2005: Protocollo di intesa della Regione Toscana
per la sperimentazione dello schema di applicazione di
EMAS ai distretti tessile (Prato) e conciario (Santa
Croce);
Dicembre 2005: approvazione Linee Guida Regione
Toscana;
2006: approvazione Posizione del Comitato
Interministeriale EMAS-Ecolabel per il rilascio
dell’attestato EMAS negli APO (Ambiti Produttivi
Omogenei), revisionata nel 2011
2009: richiamo ufficiale all’EMAS di distretto nel
Regolamento EMAS
5. EMAS di distretto, riferimenti:
Regolamento EMAS
Regolamento EMAS. Reg. CE n. 1221/2009
Art. 37
«Gli Stati membri incoraggiano le autorità locali, in
partecipazione con le associazioni industriali, le
camere di commercio e le altre parti interessate, a
fornire specifica assistenza a distretti di
organizzazioni, perché soddisfino i requisiti per la
registrazione […]»
7. Approccio di distretto-esperienze
internazionali: Svezia
HACKEFORS MODEL
SWEDEN
www.be-smarter.eu/
Executing organisation
The initiative was developed starting from 1997 by a private
company, Altea AB, which first applied it to the district to which it
belonged: the Hackefors district.
Target groups
The target audience is clusters of SMEs. Usually participating
companies belong to the same sector of industry or to the same
company group.
Objectives
The initiative provides assistance with environmental compliance
and aids the environmental performance of enterprises, through
the adoption of ISO 14001. Recently, most enterprises that have
participated have acquired both 14001 and the quality
management certification ISO 9001
8. Approccio di distretto-esperienze
internazionali: Svezia
HACKEFORS MODEL
SWEDEN
www.be-smarter.eu/
Executing organisation
The initiative was developed starting from 1997 by a private
company, Altea AB, which first applied it to the district to which it
belonged: the Hackefors district.
Target groups
The target audience is clusters of SMEs. Usually participating
companies belong to the same sector of industry or to the same
company group.
Objectives
The initiative provides assistance with environmental compliance
and aids the environmental performance of enterprises, through
the adoption of ISO 14001. Recently, most enterprises that have
participated have acquired both 14001 and the quality
management certification ISO 9001
12. Il percorso del distretto conciario
• Sperimentazione percorso EMAS per distretti
industriali con la Regione Toscana: anni 2004-
2005
• Partecipazione al progetto europeo Imagine
(Innovations for a Made Green In Europe)
• Ottenimento dell’attestato EMAS distretto
all’interno del progetto Imagine: anno 2010
• Rinnovo triennale dell’attestato: anno 2013
• Partecipazione al progetto europeo PREFER: 2013
13. Le fasi nel distretto conciario:
Comitato Promotore
• Istituzione del Comitato Promotore nel Febbraio 2009
• Membri:
Associazione conciatori di Santa Croce sull’Arno;
Consorzio Conciatori di Ponte a Egola,
Comune di Santa Croce,
Comune di San Miniato,
Comune di Castelfranco di sotto,
Comune di Fucecchio
Provincia di Pisa.
• Attività di mantenimento di certificazione
• Attività di formazione promosse da Associazione
conciatori di Santa Croce sia dal Consorzio conciatori
di Ponte a Egola
14. Ha l’obiettivo di analizzare lo stato dell’ambiente nel
distretto e le principali pressioni esercitate dal settore
conciario al fine di evidenziare le priorità di intervento da
perseguire con obiettivi di miglioramento.
Le fasi nel distretto conciario:
Analisi Ambientale Territoriale
15. Le fasi nel distretto conciario: la
Politica Ambientale ed il Programma
di Miglioramento territoriale
La Politica Ambientale è il documento che sancisce
l’impegno al miglioramento continuo delle prestazioni
ambientali del distretto industriale di tutti gli attori locali e
costituenti il Comitato Promotore.
Il Programma di Miglioramento territoriale dettaglia le
iniziative da intraprendere nel futuro per il miglioramento
ambientale, evidenziando:
Miglioramento da perseguire
Azioni da adottare
Tempi
Budget
Responsabilità degli attori territoriali coinvolti
16. Esempio azione di miglioramento: portale
conciambiente (www.conciambiente.it)
Grazie alla collaborazione tra:
Camera di Commercio di Pisa
Associazione Conciatori di Santa Croce
Consorzio Conciatori di Ponte ad Egola
Ecorcerved
Scuola Superiore S.Anna di Pisa
è stato creato il sito internet:
www.conciambiente.it
Principale obiettivo del portale è quello di fornire alle aziende
conciarie del distretto una serie di strumenti (cassetta degli
attrezzi) che permetta loro un percorso agevolato
all’ottenimento della registrazione EMAS come singola
organizzazione
17. Esempio azione di miglioramento: portale
conciambiente (www.conciambiente.it)
18. Il progetto IMAGINE
Il Progetto IMAGINE è mirato a promuovere e diffondere
l’approccio distrettuale EMAS nel “sistema moda”
toscano, attraverso il coinvolgimento di 4 distretti
operanti nella regione: tessile pratese, abbigliamento di
Empoli, conciario di Santa Croce sull’Arno e Ponte a Egola
e calzaturiero di Capannori.
Azioni:
-Sperimentazione EMAS distrettuale
-Diffusione di EMAS nei distretti
-Sperimentazione metodologia LCA su un prodotto
rappresentativo del distretto
19. I distretti che hanno ottenuto
l’attestato EMAS (fonte ISPRA)
20. I distretti che hanno ottenuto
l’attestato EMAS (fonte ISPRA)
26. La Commissione Europea solleva
il problema…
Questioni sollevate dalla
Comunicazione 196/2013:
1. Esistono troppi metodi diversi
per il calcolo dello stesso
impatto dei prodotti;
2. Alcuni metodi danno troppa
discrezionalità nei calcoli
portando a difficoltà di
comparazione anche fra
prodotti che usano lo stesso
metodo;
3. Alcuni metodi sono incompleti:
focalizzati su un unico
aspetto ambientale (es.
consumo energetico)
tralasciando altri potenziali
impatti.
27. … poi propone la soluzione: la
metodologia PEF (Product
Environmental Footprint)
La raccomandazione 179/2013
dettaglia in un allegato tecnico di
circa 100 pagine il metodo per il
calcolo della PEF:
- si basa sull’approccio LCA
(Analisi del ciclo di vita);
- definisce 15 diverse categorie di
impatto ambientale dei prodotti
da dover calcolare;
- impone prescrizioni minime sulla
qualità dei dati;
- definisce istruzioni precise per allocazione impatti;
- rimanda a regole comuni per condurre la verifica e certificazione
dei calcoli della PEF
- Etc.
28. PEF: approccio LCA
Per valutare correttamente
la capacità di un prodotto di
offrire migliori performance
dal punto di vista
ambientale occorre
considerare TUTTI gli
impatti che esso produce
nell’arco dell’intero suo
ciclo di vita.
29. Perché effettuare la PEF e LCA?
• Valutare gli impatti ambientali relativi al ciclo di
vita del prodotto
• Identificare le aree di maggior criticità relative alle
fasi del ciclo di vita del prodotto per
l’individuazione di ambiti di miglioramento
• Fornire la base per analisi comparative rispetto a
processi produttivi o soluzioni alternative presenti
sul mercato
• Fornire un supporto scientifico alla comunicazione
esterna e all’informazione indirizzata ai clienti, al
mercato e agli stakeholders aumentando la
competitività tramite azioni di green marketing
30. PEF e competitività: le aziende
investono in prodotti green ma
i consumatori cosa ne
pensano?
31. Prodotti verdi e consumatori
Indagine Eurobarometro:
“European’s attitudes towards
the issue of sustainable
consumption and production”
Campione: 26.500 cittadini
europei
Area geografica: 27 stati membri
+ Croazia
35. Casi «famosi» di utilizzo dell’LCA
come strumento per la competitività
36. Il calcolo della PEF nel
distretto conciario di Santa
Croce sull’Arno
37. Il contesto: progetto PREFER e
studio UNIC
Progetto PREFER
Obiettivo: Diffondere l’utilizzo della PEF e LCA in distretti industriali
italiani
Partner: Scuola Superiore Sant'Anna (Capofila), Centro Tessile Cotoniero
e Abbigliamento S.p.A, Consorzio per la tutela dell’Asti, Patto dell'Agro
SpA, ERVET, Regione Lombardia
Tempi: inizio 1 Ottobre 2013, durata 38 mesi
Studio UNIC
Obiettivo: è la valutazione degli impatti ambientali delle pelli italiane nel
corso del loro ciclo di vita
Tempi: anno 2015
38. I Confini dello studio LCA/PEF
Allevamento
Macello
Conservazione delle
pelli
Processo di concia
delle pelli
In-house processes
+
Commission Work
Fase d’uso
Energia
Acqua
Chemicals Rifiuti
Emissioni
Acque reflue
Fasi incluse: allevamento,
macello, preparazione e
conservazione delle pelli,
trasporto della materia
prima, processo di concia
delle pelli (sia fasi interne
che esternalizzate),
trattamento dei reflui e dei
rifiuti
I risultati sono presentati per 1
m2 di pelle e per 1 kg di cuoio
39. Dati distretto S.Croce sull’Arno: 22 aziende
conciarie per un totale di 8.806.551 kg di cuoio
(pari al 26% produzione nazionale) 6.300.104 m2
di pelle (pari al 14% della produzione del distretto
e al 5% della produzione nazionale)
Dati nazionali: 32 aziende appartenenti a 3
regioni italiane che complessivamente producono
8.806.551 kg di cuoio e 16.693.207 m2 di pelle
(pari a 12,9% della produzione nazionale)
Campione LCA media di
distretto e nazionale
40. Risultati
Categoria
di impatto
Unità di
misura
m2 di pelle Kg di cuoio
Distretto Nazionale Distretto
Carbon
footprint kg CO2 eq 20,773 15,587 10,579
Water
footprint m3 water eq 0,857 0,361 1,281
Riduzione
strato ozono
kg CFC-11 eq 1,09*10-5 7,36*10-6 1,82*10-6
Eutrofizz.
acquatica
kg P eq 0,0048 0,0034 0,0033
41. Risultati: confronto pelle-food
Prodotto
Unità di
misura
Carbon footprint
m2 di pelle
distretto
1 kg di cuoio
kg CO2 eq
20,773
10,579
1 litro di latte
confezionato in
PET
1,39*
1 kg pasta
Voiello imballata
in conf da 500 kg
0,95*
1 litro
Pietracalda Fiano
di Avellino DOCG
1,088
Fonte dati: http://www.environdec.com, *fino fase distribuzione
42. Risultati: confronto pelle-
detergenti
Prodotto
Unità di
misura
Water footprint
m2 di pelle
distretto
1 kg di cuoio
m3 water
eq
0,857
1,281
1 kg di prodotto
per pulizie
CHERODAL (è
Così srl) nella
confezione da 10 l
2,40
Fonte dati: http://www.environdec.com
45. Carbon footprint per
utilizzo finale
Categoria kg di CO2-eq
1 m2 di pelle per abbigliamento 8,34
1 m2 di pelle per arredamento 14
1 m2 di pelle per automotive 13,6
1 m2 di pelle per calzatura 13
1 m2 di pelle per pelletteria 16,7
1 m2 di pelle per calzatura e
pelletteria 10,4
NB: campione non rappresentativo!
47. Approfondimento prodotti chimici: i più
rilevanti per la carbon footprint del cuoio
Ammonium sulfate Formic acid Resins
Antifoam agents Hydrochloric acid Resins - Finishing
Antiwrinkle products (Prodotti
antiruga)
Inorganic filler Sodium bicarbonate
Aziridine Inorganic pigments Sodium bisulfite
Biocides Isocyanates Sodium carbonate (soda solvay)
Bleaching agents Lime Sodium chloride (cloruro di sodio)
Chemicals, average (sole leather) Natural fatliquors Sodium formate
Drum dyestuff (Coloranti di
botte)
Natural tannins Sodium hydroxide
Drum dyestuff (Coloranti di botte)
- Finishing
Nitrocompounds Sodium hypochlorite
Dyeing auxiliaries (Impregnanti e
distendenti)
Organic deliming agents
Sodium sulfide
(Solfuro di sodio)
EDTA (Sequestranti) Organic filler Solvents
Enzimatic Product * Oxalic acid Sulfuric acid
ethoxylated alcohol Protein syntetic fatliquors
Synthetic Tannins
48. Environmental footprint:
dalla pelle alla scarpa in pelle
Risultati intermedi: risultati finali entro fine 2015
Distribuzione comprende
il trasporto del prodotto
finito dal calzaturificio al
centro di distribuzione
Fase d’usoNella fase
d’uso sono comprese le
attività di manutenzione e
pulizia effettuate dal
consumatore
Fine vita al termine della
loro vita utile le scarpe
vengono smaltite
49. Environmental footprint:
dalla pelle alla scarpa in pelle
Risultati intermedi: risultati finali entro fine 2015
Concerie 22
Pelle al cromo 7
Pelle vegetale 4
Cuoio suola 9
Altri processi produttivi 2
Terzisti del processo conciario 5
Consorzi 5
Depuratori acque 2
Valorizzazione degli scarti 3
Calzaturifici 4
Calzaturifici 2
Terzisti dei calzaturifici 2
50. Environmental footprint:
dalla pelle alla scarpa in pelle
Categoria di
impatto
Unità di misura
1 paio di scarpe da
uomo in pelle
Distretto
Carbon footprint kg CO2 eq 15,29
Water footprint m3 water eq 0,61
Riduzione strato ozono kg CFC-11 eq 1,45*10-5
Eutrofizz. acquatica kg P eq 0,0038
Risultati intermedi: risultati finali entro fine 2015
51. Rilevanza carbon footprint
scarpa in pelle
Carbon footprint emessa da
un TIR 20-28 ton, flotta
media, pieno carico tratta di
sola andata Roma-Milano
equivale a:
42,27 paia di scarpe
Fonti: ecoinvent, viamichelin.com
52. Fonti: ecoinvent, mix energetico nazionale
Carbon footprint emessa
dall’illuminazione dello stadio
Olimpico di Roma per una
partita di 90 minuti in
notturna:
217,83 paia di
scarpe
Rilevanza carbon footprint
scarpa in pelle
53. Fonte assorbimento: Environment Park, Torino
Carbon footprint assorbita
da 1 ettaro di bosco in 1
anno:
654 paia di
scarpe
Rilevanza carbon footprint
scarpa in pelle