Rientrano a pieno titolo tra i centri di diffusione del libro e della cultura gli istituti culturali, perché essi sono enti che hanno come principale attività la trasmissione del sapere, in quanto centri di studio, di approfondimento e di promozione culturale. Un elenco in ordine alfabetico degli istituti culturali italiani è presente sul sito del MiBACT.
Pancia Asia-La vita di Steve Jobs-Adriano Olivetti-Bill Gates.pptx
Articolo 6 Istituti culturali italiani in Italia e all'estero
1. Gli istituti culturali
Rientrano a pieno titolo tra i centri di diffusione del libro e della cultura gli istituti
culturali, perché essi sono enti che hanno come principale attività la trasmissione del
sapere, in quanto centri di studio, di approfondimento e di promozione culturale. Un
elenco in ordine alfabetico degli istituti culturali italiani è presente sul sito del
MiBACT. Si tratta pur sempre di uno strumento che circoscrive l’ambito delle
istituzioni che si dedicano alla cultura, in quanto considera “istituti culturali” quelli
che usufruiscono dell’erogazione di contributi da parte dello Stato, quindi si parla di
una lista incompleta. In generale « il settore è disciplinato dalla legge n. 534 del 17
ottobre 1996 e dalla circolare n. 16 del 4 febbraio 2002, che prevedono requisiti e
modalità per l'accesso ai contributi erogati dallo Stato.
Per gli istituti che documentino attività di ricerca, elaborazione culturale e
formazione di particolare interesse pubblico, ponendo a disposizione per tal fine
anche un patrimonio bibliografico, archivistico, museale, cinematografico, musicale e
audiovisivo, le norme prevedono l'inserimento in una tabella valevole per tre anni. Le
istituzioni culturali non inserite in tale tabella, invece, possono accedere a contributi
annuali. La destinazione dei finanziamenti agli scopi per i quali sono stati assegnati è
soggetta al controllo della Direzione Generale per le Biblioteche, gli Istituti Culturali
e il Diritto d’Autore attraverso l'esame della documentazione contabile e delle
annesse relazioni.» ( cfr. Gli istituti in
http://www.librari.beniculturali.it/opencms/opencms/it/istculturali/).
Per godere di questi contributi economici, la legge del 17 ottobre del 1996, n 534,
stabilisce tra l’altro, che gli istituti culturali debbano svolgere attività editoriale o
comunque di promozione di pubblicazioni. Abbiamo già descritto in precedenza le
caratteristiche e le attività di alcuni importanti istituti come l’ICCU o alcune
fondazioni, ma nell’elenco ci sono anche altre tipologie di istituti, fra le quali le più
numerose sono le Accademie, i Centri di studi, gli Istituti per gli studi e le Società (no
profit). Tralasciando le altre tipologie, prendiamo ad esempio l’accademia, che è
2. un’istituzione di tradizione classica, che ha ricoperto vari ruoli e che ha avuto alterne
vicende nel corso dei secoli. L’accademia in senso moderno, come associazione
permanente di studiosi, retta da un proprio statuto, istituita per curare le lettere, le
scienze e le arti, nacque nell’Italia del Rinascimento, quando le libere riunioni di
umanisti e artisti cominciarono a trasformarsi in organizzazioni regolari. Nel
Cinquecento prevalsero sull’interesse di tipo umanistico, che in senso lato univa
filosofi e artisti, interessi particolari per singole discipline che diedero vita a diversi
tipi di accademia, come l’interesse letterario, a seguito dello sviluppo della
produzione in volgare, delle teorie critiche e letterarie e delle discussioni intorno alla
lingua, e quello scientifico-matematico, per diretto o indiretto impulso della scienza
di Galileo Galilei. Espressioni più importanti di questi due ambiti di interessi furono
poi, nel primo caso, l’Accademia della Crusca (1582) a Firenze, e, nel secondo,
quella dei Lincei (1603) a Roma. L’Accademia della Crusca nacque per iniziativa di
cinque letterati fiorentini che con le loro ‘cruscate’ si proponevano un lavoro di
ripulitura della lingua, tanto da adottare come motto il verso petrarchesco ‘il più bel
fior ne coglie’, nonché una ricca simbologia tutta riferita al grano e al pane. Oggi essa
rappresenta «uno dei principali punti di riferimento per le ricerche sulla lingua
italiana. La sua attività presente punta ai seguenti obiettivi: sostenere, attraverso i
suoi Centri specializzati e in rapporto di collaborazione e integrazione con le
Università, l'attività scientifica e la formazione di nuovi ricercatori nel campo della
linguistica e della filologia italiana; acquisire e diffondere, nella società italiana e in
particolare nella scuola, la conoscenza storica della nostra lingua e la coscienza
critica della sua evoluzione attuale, nel quadro degli scambi interlinguistici del
mondo contemporaneo; collaborare con le principali istituzioni affini di Paesi esteri e
con le istituzioni governative italiane e dell'Unione Europea per la politica a favore
del plurilinguismo del nostro continente» (cfr. L’Accademia, in
http://www.accademiadellacrusca.it/l_accademia.shtml).
Tante sono le attività, tra le quali i convegni e le collaborazioni con altri enti o
Università italiane o straniere. Essa è dotata anche di un archivio e di una biblioteca
3. virtuale. Tra le pubblicazioni, oltre alle collane come ‘Grammatiche e lessici’ ed alle
riviste come ‘Studi di filologia italiana’, ‘Studi di grammatica italiana’ e ‘Studi di
lessicografia italiana’, bisogna citare senz’altro il Vocabolario degli Accademici della
Crusca, il primo vocabolario della lingua italiana, che fu stampato inizialmente a
Venezia nel 1612 e poi ebbe altre quattro edizioni. Nel 1963 all’Accademia della
Crusca si affiancò, nel compito di aggiornamento del Vocabolario, il Consiglio
Nazionale delle Ricerche (CNR), iniziando, sotto la supervisione dell’allora
presidente dell’Accademia Giacomo Devoto, l’Opera del Vocabolario italiano, che
non era più caratterizzata dal purismo linguistico del Vocabolario delle origini, ma
orientata alla documentazione della formazione storica della lingua italiana in tutti i
suoi aspetti e livelli, funzionale ad ogni settore delle attività umane. Tale progetto non
ebbe vita facile, tanto che negli anni Ottanta terminò la convenzione tra Accademia e
CNR e quest’ultimo costituì un centro di studi, denominato appunto Opera del
vocabolario italiano, che dal 2001 è diventato un Istituto del CNR, distinto
dall’Accademia, ma che usa il suo patrimonio librario e archivistico e che condivide
la stessa sede.
L’Accademia Nazionale dei Lincei, ha come fine istituzionale «promuovere,
coordinare, integrare e diffondere le conoscenze scientifiche nelle loro più elevate
espressioni nel quadro dell’unità e universalità della cultura» (cfr.
http://www.lincei.it/).
Prende il nome dalla lince, usata come simbolo per l’eccezionale acutezza nello
sguardo ad essa attribuita ed ebbe tra i primi soci Galileo Galilei. Attualmente
organizza congressi, conferenze, convegni e seminari nazionali e internazionali;
dispone di una ricca biblioteca e di un archivio; partecipa con i propri Soci a
manifestazioni culturali italiane e straniere e può assumere la rappresentanza anche
internazionale di consimili Istituzioni culturali; promuove e realizza attività e
missioni di ricerca; conferisce premi e borse di studio; pubblica i resoconti delle
proprie tornate e le note e memorie in esse presentate nonché gli atti dei congressi,
4. convegni e seminari e di altre iniziative da essa promosse. Non vanno tralasciati in
questo frangente i novanta istituti italiani di cultura all’estero, dipendenti dal
Ministero degli affari esteri, che « offrono l'opportunità, a coloro che lo desiderano,
di conoscere la lingua e la cultura italiana, attraverso l'organizzazione di corsi, la
gestione di biblioteche e l'offerta di materiale didattico ed editoriale; creano i contatti
ed i presupposti per agevolare l'integrazione di operatori italiani nei processi di
scambio e di produzione culturale a livello internazionale; forniscono informazioni e
supporto logistico ad operatori culturali pubblici e privati, sia italiani che stranieri;
sostengono iniziative che favoriscono il dialogo interculturale fondato sui principi di
democrazia e solidarietà internazionale.» (cfr.
http://www.esteri.it/MAE/IT/Politica_Estera/Cultura/ReteIIC.htm)
Essi, oltre a coadiuvare le Ambasciate e i Consolati, promuovono la conoscenza della
lingua italiana e dei libri italiani all’estero. Per la diffusione della lingua italiana,
alcuni istituti organizzano corsi di lingua e cultura italiana e possono avvalersi della
collaborazione degli oltre quattrocento comitati all’estero della società Dante
Alighieri. Per la divulgazione dei libri italiani all’estero la Farnesina eroga premi e
contributi: i primi per le opere italiane già tradotte e diffuse all’estero, che ne siano
meritevoli; i secondi come incentivi alla futura traduzione pubblicata all’estero di
opere italiane diffuse al momento solo in Italia.
Particolare attenzione merita, tra gli istituti culturali, anche l’Istituto per il libro (IPL)
che è stato presentato nel 2006 presso il salone del Ministro per i Beni e le Attività
culturali e che è nato per coordinare progetti di evidenza nazionale per la
valorizzazione del libro e della lettura, anche se oggi è stato trasformato in Centro per
il libro e la lettura. L’Istituto ha avuto il merito di attrarre attorno a sé i principali
attori della filiera del libro: autori, traduttori, editori, librai e lettori, perché le attività
svolte dall’IPL li coinvolgevano tutti. Le più importanti sono state: la realizzazione di
mostre in Italia e all’estero e la partecipazione a saloni e fiere del libro anche in
ambito internazionale; l’ideazione, la progettazione e l’attuazione di programmi
5. editoriali tematici, volti a valorizzare opere di saggistica, di narrativa e di poesia di
autori contemporanei italiani e stranieri; la diffusione, presso le scuole di ogni ordine
e grado, della letteratura e della saggistica attinenti alle materie insegnate, attraverso
programmi concordati con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della
Ricerca; i premi per la promozione della lettura e per la traduzione; i contributi a
favore di riviste e opere librarie di elevato valore culturale, per la diffusione del
prodotto editoriale all’estero, per l’apertura di nuove librerie, per l’innovazione
tecnologica delle imprese editoriali per i non vedenti, ecc.; l’attività di studio e
ricerca sul libro, la lettura, la traduzione, l’editoria elettronica e multimediale; la
raccolta e diffusione di informazioni e documentazione relative all’area editoriale
italiana, sia mediante pubblicazioni come ‘Accademie e Biblioteche d’Italia’ e ‘Libri
e Riviste d’Italia’, sia attraverso Internet Culturale. ( Cfr. Istituto per il libro, in
http://www.librari.beniculturali.it/generaNews.jsp?id=24#). Oggi queste e altre
attività sono svolte, come già accennato, dal neonato Centro per il libro e la lettura,
che ne ha raccolto l’eredità aggregatrice di personalità ed enti del mondo del libro.
Volendo citare un ultimo caso importante, si può senz’altro parlare del Centro per il
Libro e la Lettura (Cepell) che è nato nel 2010 ed è un istituto autonomo del
MiBACT e che ha i compiti di divulgare e promuovere il libro, gli autori nazionali e
la lettura in Italia e all’estero. Esso, oltre al presidente, scelto dal Ministro per i beni e
le attività culturali, e al consiglio di amministrazione, ha anche un consiglio
scientifico, che elabora le linee di attività e gli indirizzi tecnici del Centro, e un
Osservatorio del libro e della lettura, che realizza studi sulla diffusione della lettura in
Italia, sull'andamento della produzione e delle vendite di prodotti editoriali, sui
comportamenti di acquisto e sul consolidamento e l'incentivazione all'apertura di
nuove librerie e biblioteche. Gli obiettivi del Centro sono «conferire valore sociale al
libro e alla lettura e allargare la base dei lettori, piccoli e grandi, allo scopo di
arrivare, nel prossimo decennio, dagli attuali 4 ai 5 milioni di lettori abituali di libri,
vale a dire dall’8 al 10 per cento della popolazione adulta.» ( cfr.
http://www.cepell.it/index.xhtm ).
6. Il Centro si caratterizza per la collaborazione tra pubblico e privato che consiste
nell’affiancare ad un presidente scelto tra personalità dotate di esperienza nel settore,
un direttore scelto tra i dirigenti del MiBACT. Varie sono le sue attività. Ci sono
quelle dell’Osservatorio sulla lettura che si concentrano principalmente in indagini
conoscitive per monitorare il mercato editoriale e i comportamenti attinenti alla
lettura sul territorio, in ambiti generali o specifici. Non mancano valide iniziative per
la promozione della lettura, tra le quali: il ‘Maggio dei libri’ del 2011, le occasioni di
lettura presso l’ex chiesa di Santa Marta al Collegio Romano chiamate ‘i Giovedì di
Santa Marta’ del 2009, il progetto del 1999 per avvicinare i bimbi in età prescolare
alla lettura ad alta voce chiamato ‘Nati per leggere’ e il progetto del 2012 ‘In vitro’
che distribuisce tramite pediatri un kit di primi libri alle famiglie dei nuovi nati. Ci
sono poi le attività di promozione del libro italiano all’estero: la partecipazione a
Fiere internazionali del libro, vere e proprie vetrine, nonché luoghi d’incontro,
promozione, scambi commerciali e culturali; la cura e l’allestimento di mostre
tematiche, con la consulenza scientifica di esperti e studiosi del mondo accademico;
l’organizzazione di convegni multilaterali per approfondire tematiche riguardanti il
mondo del libro e della lettura; la promozione di premi ai traduttori e alle traduzioni
di opere letterarie contemporanee, nello spirito della mediazione fra culture. Il Centro
cura anche alcune pubblicazioni come ‘Libri e riviste d’Italia’ e i ‘Quaderni di Libri e
riviste d’Italia’, e istituisce bandi e gare, come per esempio il ‘Premio Città del libro’.
Gestisce una vera e propria ‘comunità del libro’ per chi legge o lavora nel mondo dei
libri, con elenchi di buoni esempi nella promozione del libro e della lettura, di
librerie, link utili, informazioni su mostre, incontri, convegni e seminari, ed
un’accurata rassegna stampa sulle attività del Centro.