Title: Use of Italian zeolites for purification and upgrading of biogas from organic municipal wastes and olive mill effluents, with the prospect of a re-entry into the national grid. Autors: Ettore Guerriero, Francesco Petracchini, Valerio Paolini, Alessandro Bencini, Serena Drigo, Ilaria Bientinesi.
CNR - Institute of Atmospheric Pollution Research, Area della Ricerca di Roma1, Via Salaria Km 29,300 Monterotondo, (RM).
AZZERO CO2 srl, via Genova 23, Roma (RM).
Our research is part of the project BIO GAME, whose general target is to promote the market and the distribution of biomethane. The activity consists in the development, the validation and the optimization of a small-scale and economically sustainable biogas purification, through the experimental use of natural zeolites taken from processing wastes of Lazio’s tuffs. Regarding the production of biogas, the project focuses on the development of the organic fraction of municipal solid waste and olive mill effluents, stimulating a virtuous management of organic residues and taking advantage of their great potential energy.
From previous experiments, conducted by the Institute for Atmospheric Pollution Research of the National Council of Researches (CNR IIA), it was observed that certain types of tuff can simultaneously sequester the CO2 and other contaminants present at low concentration, in addition to acting as a powerful dehydrating agent. The activity is to employ tuffs in the technique of pressure swing adsorption (PSA): in fact, synthetic zeolites (very expensive) have been used for the adsorption of CO2 in some plant solutions. Natural zeolites may be used both for the adsorption of carbon dioxide and for the abatement of hydrogen sulphide instead of coal, generally used for these purposes. Usually, the coal is regenerated: this results in a reduction of efficiency in abatement of siloxanes and other volatile organic compounds. Tuffs wastes are available in large amounts at low prices, so they allow the elimination of the regeneration phase. Furthermore, they are able to effectively adsorb ammonia: therefore, after having been enriched, they can be disposed on an agricultural land, increasing its productivity. Indeed, the use of tuff in soils is already a common practice, since it has an effect of slow release both of irrigation water and nitrogen fertilizer.
The project allows to identify a new methodology for the management and energy recovery from organic wastes, and to develop the distributed production of biomethane. In this way it will be possible to increase the independence from centralized energy systems and from fossil fuels. Along with an increase in the security of energy supply, it will result in a reduction of greenhouse gases emissions and a strengthening of the competitiveness of Lazio’s and Italian oil industry, together with an employment growth.
Deposizione via Sol-Gel di Interlayer di Lal-xSrxMn03 per semicelle a combust...thinfilmsworkshop
Tra i sistemi attuali di conversione dell’energia con basso impatto ambientale, le celle a combustibile sono tra quelli che destano il maggiore interesse. Ipotizzate dal fisico inglese William Grove sin dalla fine dell’800, vennero realizzate per la prima volta nel 1959. Tuttavia, solo negli ultimi anni la ricerca in questo settore ha avuto una straordinaria crescita in campo automobilistico, per dispositivi portatili, per impianti elettrici domestici o per grandi centrali elettriche. Tale sviluppo è giustificato dal sempre maggiore interesse per le problematiche ambientali e dal notevole miglioramento tecnologico nel settore dei materiali, che ha portato ad avere celle a combustibile con efficienze e stabilità termiche e meccaniche decisamente più elevate a costi minori e per cui è possibile ipotizzare uno sviluppo commerciale di questi dispositivi in tempi relativamente brevi. Tra i vari tipi di celle a combustibile, le celle ad ossido solido (Solid Oxide Fuel Cell, SOFC) sono in fase di sviluppo per applicazioni stazionarie quali piccole centraline elettriche o grandi impianti e i primi prototipi sono già stati testati con successo. Tali dispositivi, però, necessitano di temperature
di esercizio molto elevate (800 ÷ 1000°C) e quindi di materiali elettrodici, elettrolitici e di interconnessioni metalliche che resistano a tali temperature. Ciò comporta costi notevoli per l’impianto e, in vista di una loro potenziale commercializzazione, si è reso quindi necessario lo sviluppo di nuovi materiali per abbassare le temperature a valori attorno a 500 ÷ 800°C, ovvero nel range di temperature definite “intermedie” (IT-SOFC, Intermediate Temperature SOFC). L’istituto IENI (Istituto per l’Energetica e le Interfasi) del CNR di Padova, in cui questo lavoro di tesi è stato svolto, è attualmente coinvolto, assieme ad altri istituti del CNR, quali l’ITAE (Istituto di
Tecnologie Avanzate per l’Energia) di Messina e l’ISTEC (Istituto di Scienza e Tecnologia dei materiali Ceramici) di Faenza, ad istituti universitari e ad aziende italiane, in alcuni progetti che promuovono in ambito nazionale lo sviluppo di sistemi SOFC basati su tecnologia italiana ed hanno come obiettivi la sintesi di materiali innovativi e la realizzazione di stack SOFC (circa 500 W) operanti a temperature intermedie, oltre al testing di stack commerciali. Nell’ambito di questi progetti, il gruppo di ricerca in cui questa attività è stata svolta ha orientato le indagini verso la deposizione mediante PVD (Physical Vapor Deposition) di film elettrolitici a base di ceria drogata
con gadolinia (Gadolinia Doped Ceria, GDC) su anodo supportante. La GDC è, infatti, nota come materiale elettrolitico avente buona conducibilità ionica (10-4 ÷ 10-2 S cm-1) nel range di temperaturacompreso tra 400 e 650°C. In questa configurazione di cella si è deciso di impiegare un anodo supportante costituito da un cermet Ni-YSZ, ovvero un composito ceramica-metallo a base
La ditta Laurum S.p.a., azienda orafa di Bassano del Grappa, ha introdotto nel mercato prodotto chiamato "Oro pelle" che ha suscitato particolare curiosità e interesse nel settore orafo. L’azienda, già titolare di un altro brevetto per "Oro filato" (il filo di base per la produzione di gioielli multifili), si è
avvalsa dell’assistenza dell’Istituto per l’Energetica e le Interfasi (IENI) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) per la messa a punto del processo e per la certificazione di questo nuovo prodotto.
La principale novità introdotta è stata di sfruttare la tecnica di deposizione fisica da fase vapore “Magnetron Sputtering” per ricoprire pelle e cuoio con
film di metalli preziosi, ottenendo così un materiale di maggior impatto sul mercato (figure 1, 2, 3). La messa a punto del processo industriale,
al fine di ottenere un prodotto con caratteristiche ottimali, deve tener conto di numerosi fattori: un capo in pelle da indossare, infatti, è soggetto a sollecitazioni continue (flessione, trazione, sforzi di taglio) e se il rivestimento non perfettamente aderente al substrato, quasi a costituire parte integrante del materiale, si arriva facilmente al suo distacco. Le problematiche da risolvere, quindi, sono numerose. La ricerca si è focalizzata principalmente sull’ottimizzazione dell’adesione del film al substrato e sulla stabilizzazione e
riproducibilità del colore finale.
A causa degli accordi di riservatezza che intercorrono con il committente, alcune informazioni relative al design sperimentale ed ai materiali utilizzati non sono stati inseriti in questa tesi.
Miglioramento della qualità della vita nell’indoor tramite l’abbattimento dell’ inquinamento dell’aria (Sindrome dell’Edificio Malato) e sulla valorizzazione del rapporto uomo-natura.
The ancient Kurt's Hertzstark design reviewed, new materials and new concept, soon also in english.
L'antico progetto di Kurt Hertzstark riveduto con nuovi materiali e con un nuovo concept.
Title: Use of Italian zeolites for purification and upgrading of biogas from organic municipal wastes and olive mill effluents, with the prospect of a re-entry into the national grid. Autors: Ettore Guerriero, Francesco Petracchini, Valerio Paolini, Alessandro Bencini, Serena Drigo, Ilaria Bientinesi.
CNR - Institute of Atmospheric Pollution Research, Area della Ricerca di Roma1, Via Salaria Km 29,300 Monterotondo, (RM).
AZZERO CO2 srl, via Genova 23, Roma (RM).
Our research is part of the project BIO GAME, whose general target is to promote the market and the distribution of biomethane. The activity consists in the development, the validation and the optimization of a small-scale and economically sustainable biogas purification, through the experimental use of natural zeolites taken from processing wastes of Lazio’s tuffs. Regarding the production of biogas, the project focuses on the development of the organic fraction of municipal solid waste and olive mill effluents, stimulating a virtuous management of organic residues and taking advantage of their great potential energy.
From previous experiments, conducted by the Institute for Atmospheric Pollution Research of the National Council of Researches (CNR IIA), it was observed that certain types of tuff can simultaneously sequester the CO2 and other contaminants present at low concentration, in addition to acting as a powerful dehydrating agent. The activity is to employ tuffs in the technique of pressure swing adsorption (PSA): in fact, synthetic zeolites (very expensive) have been used for the adsorption of CO2 in some plant solutions. Natural zeolites may be used both for the adsorption of carbon dioxide and for the abatement of hydrogen sulphide instead of coal, generally used for these purposes. Usually, the coal is regenerated: this results in a reduction of efficiency in abatement of siloxanes and other volatile organic compounds. Tuffs wastes are available in large amounts at low prices, so they allow the elimination of the regeneration phase. Furthermore, they are able to effectively adsorb ammonia: therefore, after having been enriched, they can be disposed on an agricultural land, increasing its productivity. Indeed, the use of tuff in soils is already a common practice, since it has an effect of slow release both of irrigation water and nitrogen fertilizer.
The project allows to identify a new methodology for the management and energy recovery from organic wastes, and to develop the distributed production of biomethane. In this way it will be possible to increase the independence from centralized energy systems and from fossil fuels. Along with an increase in the security of energy supply, it will result in a reduction of greenhouse gases emissions and a strengthening of the competitiveness of Lazio’s and Italian oil industry, together with an employment growth.
Deposizione via Sol-Gel di Interlayer di Lal-xSrxMn03 per semicelle a combust...thinfilmsworkshop
Tra i sistemi attuali di conversione dell’energia con basso impatto ambientale, le celle a combustibile sono tra quelli che destano il maggiore interesse. Ipotizzate dal fisico inglese William Grove sin dalla fine dell’800, vennero realizzate per la prima volta nel 1959. Tuttavia, solo negli ultimi anni la ricerca in questo settore ha avuto una straordinaria crescita in campo automobilistico, per dispositivi portatili, per impianti elettrici domestici o per grandi centrali elettriche. Tale sviluppo è giustificato dal sempre maggiore interesse per le problematiche ambientali e dal notevole miglioramento tecnologico nel settore dei materiali, che ha portato ad avere celle a combustibile con efficienze e stabilità termiche e meccaniche decisamente più elevate a costi minori e per cui è possibile ipotizzare uno sviluppo commerciale di questi dispositivi in tempi relativamente brevi. Tra i vari tipi di celle a combustibile, le celle ad ossido solido (Solid Oxide Fuel Cell, SOFC) sono in fase di sviluppo per applicazioni stazionarie quali piccole centraline elettriche o grandi impianti e i primi prototipi sono già stati testati con successo. Tali dispositivi, però, necessitano di temperature
di esercizio molto elevate (800 ÷ 1000°C) e quindi di materiali elettrodici, elettrolitici e di interconnessioni metalliche che resistano a tali temperature. Ciò comporta costi notevoli per l’impianto e, in vista di una loro potenziale commercializzazione, si è reso quindi necessario lo sviluppo di nuovi materiali per abbassare le temperature a valori attorno a 500 ÷ 800°C, ovvero nel range di temperature definite “intermedie” (IT-SOFC, Intermediate Temperature SOFC). L’istituto IENI (Istituto per l’Energetica e le Interfasi) del CNR di Padova, in cui questo lavoro di tesi è stato svolto, è attualmente coinvolto, assieme ad altri istituti del CNR, quali l’ITAE (Istituto di
Tecnologie Avanzate per l’Energia) di Messina e l’ISTEC (Istituto di Scienza e Tecnologia dei materiali Ceramici) di Faenza, ad istituti universitari e ad aziende italiane, in alcuni progetti che promuovono in ambito nazionale lo sviluppo di sistemi SOFC basati su tecnologia italiana ed hanno come obiettivi la sintesi di materiali innovativi e la realizzazione di stack SOFC (circa 500 W) operanti a temperature intermedie, oltre al testing di stack commerciali. Nell’ambito di questi progetti, il gruppo di ricerca in cui questa attività è stata svolta ha orientato le indagini verso la deposizione mediante PVD (Physical Vapor Deposition) di film elettrolitici a base di ceria drogata
con gadolinia (Gadolinia Doped Ceria, GDC) su anodo supportante. La GDC è, infatti, nota come materiale elettrolitico avente buona conducibilità ionica (10-4 ÷ 10-2 S cm-1) nel range di temperaturacompreso tra 400 e 650°C. In questa configurazione di cella si è deciso di impiegare un anodo supportante costituito da un cermet Ni-YSZ, ovvero un composito ceramica-metallo a base
La ditta Laurum S.p.a., azienda orafa di Bassano del Grappa, ha introdotto nel mercato prodotto chiamato "Oro pelle" che ha suscitato particolare curiosità e interesse nel settore orafo. L’azienda, già titolare di un altro brevetto per "Oro filato" (il filo di base per la produzione di gioielli multifili), si è
avvalsa dell’assistenza dell’Istituto per l’Energetica e le Interfasi (IENI) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) per la messa a punto del processo e per la certificazione di questo nuovo prodotto.
La principale novità introdotta è stata di sfruttare la tecnica di deposizione fisica da fase vapore “Magnetron Sputtering” per ricoprire pelle e cuoio con
film di metalli preziosi, ottenendo così un materiale di maggior impatto sul mercato (figure 1, 2, 3). La messa a punto del processo industriale,
al fine di ottenere un prodotto con caratteristiche ottimali, deve tener conto di numerosi fattori: un capo in pelle da indossare, infatti, è soggetto a sollecitazioni continue (flessione, trazione, sforzi di taglio) e se il rivestimento non perfettamente aderente al substrato, quasi a costituire parte integrante del materiale, si arriva facilmente al suo distacco. Le problematiche da risolvere, quindi, sono numerose. La ricerca si è focalizzata principalmente sull’ottimizzazione dell’adesione del film al substrato e sulla stabilizzazione e
riproducibilità del colore finale.
A causa degli accordi di riservatezza che intercorrono con il committente, alcune informazioni relative al design sperimentale ed ai materiali utilizzati non sono stati inseriti in questa tesi.
Miglioramento della qualità della vita nell’indoor tramite l’abbattimento dell’ inquinamento dell’aria (Sindrome dell’Edificio Malato) e sulla valorizzazione del rapporto uomo-natura.
The ancient Kurt's Hertzstark design reviewed, new materials and new concept, soon also in english.
L'antico progetto di Kurt Hertzstark riveduto con nuovi materiali e con un nuovo concept.
2. IL CARBONIO
Il carbonio (C) è un elemento
classificato come non metallico con numero
atomico 6. Ciò significa che ha sei protoni
nel nucleo e lo stesso numero di
elettroni nella forma non ionizzata. Sebbene
sia relativamente raro nella crosta
terrestre, forma più composti di qualsiasi
altro elemento. È un elemento chiave di tutti
gli organismi viventi; costruisce la struttura di
proteine, carboidrati e grassi. È presente
nell’atmosfera sotto forma di anidride
carbonica (CO2), che è una delle fasi del ciclo
del carbonio in natura.
3. LE VARIETA’
DI CARBONIO ALLOTROPICO
La struttura composta da atomi di carbonio
può assumere molte strutture fisiche. Questo
fenomeno è indicato come varietà allotropiche di
carbonio. L’allotropia è un fenomeno che colpisce
un gran numero di metalli e non metalli. É un
processo che si verifica quando sostanze e
minerali hanno una composizione chimica uguale
ma un assetto morfologico diverso. Possono avere
una struttura cristallina o molecolare e differire per
il numero di atomi nella molecola. Le varietà di
carbonio allotropico più conosciute presenti in
natura sono la grafite e il diamante, estremamente
differenti per colore, struttura e morbidezza.
4. LA SCALA DI
MOHS
La durezza rappresenta la
resistenza di un materiale a
essere scalfito e dipende dalla
forza dei legami chimici tra le sue
particelle. Si misura con la scala di
Mohs, composta da 10 minerali
scelti come indici disposti in ordine
crescente di durezza. Il primo, il
più morbido è il talco(come anche
la grafite), l’ultimo è il diamante.
Ogni minerale della scala scalfisce
quelli che lo precedono ed è
scalfito da quelli che lo seguono.
5. LA GRAFITE
La grafite è un minerale sfaldabile, grigio-nero, untuoso e
sporco al tatto. Inoltre, è un ottimo conduttore di
elettricità e calore, è insolubile in acqua ed ha proprietà
lubrificanti. Si presenta in due tipi di strutture: esagonale
e trigonale, e i suoi atomi sono collegati tra loro in una
rete di piani paralleli. Proprio come gli altri allotropi di
carbonio, la grafite è resistente alle alte temperature.
Viene utilizzato per la produzione di elettrodi e crogioli
(Recipiente di forma troncoconica, di materiale resistente
ad alte temperature, per la fusione di metalli), recipienti
ignifughi (non infiammabili) e mattoni refrattari. Inoltre,
trova impiego nella produzione di lubrificanti, vernici
anticorrosive e agenti lucidanti. La grafite si trova in
natura nelle rocce metamorfiche e al giorno d’oggi, il suo
più grande produttore è la Cina. Per scopi commerciali,
la grafite è ottenuta dalla pirolisi (Processo chimico che
consiste nella decomposizione di una sostanza
complessa mediante trattamento termico) dell’antracite
in atmosfera di azoto.
6. IL DIAMANTE
Il diamante è il minerale più duro al mondo, valutato 10
sulla scala Mohs a 10 punti. Si presenta come
cristalli tetraedrici con elevata lucentezza e trasparenza
parziale. I diamanti più preziosi sono incolori, ma a causa
della contaminazione possono anche diventare gialli,
rosa, blu o marroni. Non conducono elettricità ma sono
buoni conduttori di calore. Sebbene la loro superficie
possa essere graffiata solo da un altro diamante, sono
relativamente fragili. I diamanti naturali si trovano
principalmente nella kimberlite primaria e nei suoi
depositi di frammenti formati dalla traslocazione. Le
pietre di altissima qualità sono utilizzate principalmente
in gioielleria. Diamanti di qualità inferiore e cristalli di
derivazione sintetica sono anche un’importante materia
prima industriale. Per la loro durezza, vengono utilizzati
nella produzione di lame, trapani e abrasivi, ma anche
per produrre elementi di apparecchiature mediche e
scientifiche, tester di durezza e paste termoconduttrici.
7. QUANTO VALE
UN CARATO
Il carato è l’unità di misura con la
quale si valutano i diamanti,
nonché uno dei quattro criteri
utilizzati dagli esperti per stabilirne
il prezzo, insieme al taglio, la
purezza e il colore. Possiamo dire
che il valore di un diamante da 1
carato si situa attorno ad un range
di 3500€ e i 4900€, tenendo
sempre presente le variabilità del
mercato.
8. IL GRAFENE
Uno degli ultimi allotropi di carbonio scoperti è il grafene.
Si tratta di una struttura piatta composta da singoli atomi
di carbonio disposti a forma di favo (composto di due
facce con celle a sezione esagonale.). Poiché ha uno
spessore di un atomo, è convenzionalmente considerato
un materiale bidimensionale. Il grafene è un ottimo
conduttore di calore ed elettricità. I suoi maggiori
vantaggi includono anche la trasparenza e la velocità del
flusso di elettroni estremamente elevata, persino
superiore a quella del silicio. Inoltre, il grafene è
estremamente duro e resistente allo stiramento. Queste
proprietà indicano che il grafene può sostituire il silicio
nell’industria elettronica. Al giorno d’oggi, le più utilizzate
sono la deposizione chimica da vapore (CVD) e la
decomposizione termica del carburo di silicio. Il metodo
originale per staccare lo strato di atomi di carbonio con
l’uso del nastro adesivo viene talvolta utilizzato anche
per scopi di laboratorio.
9. STORIA DEL
GRAFENE
Il Grafene è stato scoperto in modo più o
meno involontario all'interno di un laboratorio
inglese (Manchester) nel 2004 da due fisici
russi; l'obiettivo era infatti quello di ottenere
delle strutture sempre più sottili di grafite.
Noto è diventato il metodo con il quale i due
scienziati sono arrivati alla loro
scoperta, ovvero grazie all'utilizzo del "nastro
adesivo" con cui hanno rimosso strato dopo
strato i livelli superficiali di grafite. La scoperta
del Grafene ha valso ai due scienziati
Andrej Gejm e
Konstantin Novosëlov il Premio Nobel per la
Fisica nel 2010,(per "i pionieristici esperimenti
riguardante il materiale bidimensionale
grafene). Lo studio di questo materiale è stato
in seguito intensificato e ora esistono un
elevato numero di laboratori nel mondo
totalmente dedicati alla ricerca sul Grafene
10. IL GRAFENE UTILIZZATO
NELLA SOCIETA’
Le proprietà elettroniche, ottiche, termiche e meccaniche del grafene hanno aperto le
porte alle sue numerose applicazioni commerciali pratiche che, secondo gli esperti, si
svilupperanno dinamicamente nei prossimi decenni. Già oggi il grafene è considerato il
successore del silicio nell’area elettronica. Questo conduttore trasparente e flessibile può
essere utilizzato per produrre celle fotovoltaiche, display arrotolabili e touch panel,
nonché luci a LED. Inoltre, aumenta significativamente la frequenza dei segnali
elettromagnetici, consentendo la produzione di transistor più veloci. Anche i sensori di
grafene stanno suscitando notevole interesse. Grazie all’eccezionale sensibilità, possono
rilevare singole molecole di sostanze pericolose, facilitando così il monitoraggio
dell’ambiente. L’ossido di grafene distribuito nell’aria ha anche la capacità di rimuovere i
contaminanti radioattivi. La prospettiva di sviluppare nuovi prodotti con il grafene
aumenta ogni anno. Le applicazioni esistenti con il maggiore potenziale includono:
• moderne reti elettriche;
• sorgenti luminose ad alta efficienza energetica;
• semiconduttori utilizzati nei dispositivi spintronici;
• rivestimenti anticorrosivi più efficaci;
• filtrazione dell’acqua per depurazione e dissalazione.
Inoltre, ci sono speculazioni sull’uso potenziale del grafene per la produzione di
componenti strutturali più leggeri e durevoli per automobili, aerei, navi e dispositivi. In
combinazione con materiali artificiali, potrebbe essere utilizzato per creare, ad esempio,
gomma termicamente conduttiva. A base di grafene, è già stata sviluppata una carta
estremamente resistente in grado di condurre elettricità. Importante è anche la possibilità
di utilizzare il grafene nel campo della biomedicina, sia in ambito diagnostico che
terapeutico. L’ossido di grafene è caratterizzato da un’elevata biocompatibilità e
un’eccellente solubilità. Ciò consente un dosaggio preciso di agenti antinfiammatori e
antitumorali, nonché di enzimi e sostanze minerali. Poiché il grafene è un perfetto
conduttore di calore, viene utilizzato anche per distruggere i tumori cancerosi. Il
fenomeno della termolesione consente di utilizzare il calore da esso accumulato per
ridurre il dolore ai tessuti. I fogli di grafene vengono utilizzati anche come biosensori e
possono aiutare a diagnosticare il cancro e le malattie neurologiche (come epilessia o
morbo di Parkinson) con dispositivi portatili.
11. IL FULLERENE
Le molecole di fullerene, costituite
interamente di carbonio, assumono una
forma simile a una sfera cava, a un
ellissoide o a un tubolare. Sono
strutturalmente simili alla grafite, ma si
differenziano per alcuni anelli di forma
pentagonale o a volte ettagonale che
impediscono una struttura planare. Non è
molto reattivo ed è ragionevolmente
insolubile nella maggioranza dei solventi.
Dal punto di vista chimico, i fullereni sono
specie molto elettronegative e caratterizzate
da un elevato grado di insaturazione.
12. SITOGRAFIA e BIBLIOGRAFIA:
• https://www.products.pcc.eu/it/blog/quali-sono-le-varieta-allotropiche-di-carbonio/
• https://www.bancodiamanti.com/cosa-e-carato/
• https://www.travelglobe.it/quanto-vale-un-carato-di-diamante-ecco-la-risposta/
• https://www.digimax.it/it/blog/grafene-cos-e-e-quali-sono-le-applicazioni-industriali-per-cui-sara-utilizzato-n451
• https://www.products.pcc.eu/it/blog/grafene-cose-e-a-cosa-
serve/#:~:text=Gi%C3%A0%20oggi%20il%20grafene%20%C3%A8,panel%2C%20nonch%C3%A9%20luci%20a%20LED.
• Fullereni - Wikipedia
• Il pianeta ospitale: Aldo Zullini, Corrado Venturini