2019 - ATTPT - La grafica figurativa di Carla Accardi nelle collezioni private trapanesi
1. La grafica figurativa di Carla Accardi:
ritratti giovanili (1943 - 1945)
paesaggi (1980 - 1986)
23 febbraio 2019 Associazione per la Tutela Tradizioni Popolari del Trapanese
3. a cura di Agostina Barraco
e Annamaria Precopi Lombardo
con testi di:
Peppe Occhipinti
Carla Ricevuto
Eleonora Tardia
e contributi di:
Alberto Genovese
Giacometta Giambertoni
Mariza D’Anna
Senza Titolo, pennarello su carta, 22 x 24 cm 1997 Trapani, coll. priv.
Il catalogo
gennaio 2017
4. Chi precedentemente si è occupato dell’artista e ne ha redatto il profilo biografico,
dopo l’anno e il luogo di nascita (Trapani 1924) ha inserito la cronologia degli
studi:
Ma la data di riferimento per l’inizio della produzione artistica è sempre
il 1947, anno in cui Carla Accardi firma il manifesto di Forma.
Cenni biografici
➡ la maturità classica a Trapani (a.s. 1942 - 1943)
➡ la maturità artistica (1944)
➡ il primo anno di Accademia a Palermo (a.a. 1943 - 1944)
➡ il secondo incompiuto a Firenze (a.a. 1945 - 1946)
➡ ed infine il trasferimento a Roma (1947)
6. Trapani - Palermo
A questo periodo di formazione la Accardi ha fatto riferimento in prima
persona in occasione delle numerose interviste rilasciate: le sue parole
sono state impiegate dai critici per asservire alla necessità di
contrapposizione tra l’accademismo e il clima di
rottura imperante nella prima metà del secolo.
7. «…amavo il disegno. Sin da piccola. Ritratti,
paesaggi. E in solitudine approfondivo gli studi
sull’arte rinascimentale, sull’arte egizia, ma
soprattutto su quella moderna»
(D. Eccher (a cura di), Carla Accardi, catalogo della mostra, 19 settembre 2004 – 9 gennaio 2005
Roma, MACRO, Museo d’Arte Contemporanea Roma, Milano 2004 pag. 96).
8. “Da Beato Angelico
a Picasso”
Espressione desunta dall’intervista che la Accardi rilasciò a Paolo
Vagheggi nel 2004, nella quale descrive l’insoddisfazione giovanile
provata nel portare avanti gli studi accademici
(D. Eccher (a cura di), Carla Accardi, catalogo della mostra, 19 settembre 2004 – 9 gennaio 2005
Roma, MACRO, Museo d’Arte Contemporanea Roma, Milano 2004 pag. 96).
9. Tra le interviste più significative si segnala quella rilasciata
nel 1982 a Vanni Bramanti in occasione della mostra alla
Pinacoteca Comunale di Ravenna (12 febbraio – 27
marzo 1983) e poi pubblicata l’anno successivo con il
titolo di Conversazione con Carla Accardi in
BRAMANTI 1983 pp. 83 - 86.
12. La realtà in cui si inserisce il primo
nucleo di lavori trapanesi è in stridente
contrasto con il racconto del fervente
panorama artistico della Roma
postbellica e si iscrive in un tempo e in
uno spazio molto differenti da quelli in
cui abitualmente la Accardi
viene collocata.
13. Ritratto di Caterina Miceli
Russo, matita e carboncino su
carta, 55x37 cm, 1943, Trapani
coll. priv.
16. Emergono la vitalità del segno
acquerellato e la luminosità
delle tonalità tra le quali si scorge il
tratto della matita, sottile e preciso.
L’ombreggiatura presente nella parte
destra del foglio tradisce una mano
ancora inesperta; l’acquerello infatti,
firmato ma non datato, è riconducibile
al nucleo di opere ascrivibili ai primi
anni Quaranta, realizzate da una
Accardi giovanissima che si
esercitava a ritrarre familiari ed amici.
17.
18. Il disegno a matita e carboncino
risponde alle convenzioni della
ritrattistica accademica.
Il tratto è deciso nelle fattezze, in
particolare nella linea del profilo, e
morbido nella capigliatura nonché
negli effetti chiaroscurali.
I particolari fisionomici sono restituiti
con accuratezza mentre una
maggiore approssimazione
è evidente nel registro inferiore
dove con rapidità sono accennati i
particolari degli abiti.
19.
20. In questo volto femminile il tratto
ormai sicuro e preciso dovuto al
costante esercizio della giovane
pittrice.
La composizione, caratterizzata da
una ricerca formale in cui sono chiari
i riferimenti ai modelli accademici,
Nel busto risultano evidenti i
particolari dell’abbigliamento. Le
cuciture dell’abito e le pieghe sono
infatti caratterizzate dal tratteggio
ancora incerto dei pastelli e dagli
effetti chiaroscurali marcati.
21. Gli studi con il
maestro Li Muli
La notizia è riportata in una breve nota pubblicata a
corredo di un articolo dello studioso Gaetano
Bongiovanni sullo scultore trapanese Domenico Li
Muli sulla rivista «Graphiti»
BONGIOVANNI - G. Bongiovanni, Un quattrocentista nel ‘900. Domenico Li Muli o
della scultura del Novecento a Trapani, in "Graphiti", dicembre 1995;
22. Le opere che si collocano in questi anni segnano con
chiarezza il passaggio tra l’esecuzione dilettantesca dei
ritratti dei conoscenti nelle lunghe giornate in campagna
e il risultato del sistematico esercizio della tecnica
grafica e pittorica derivante dalle lezioni impartite
privatamente dal maestro Domenico Li Muli
23.
24.
25. Il disegno, pastello su carta ruvida, riprende
il consueto tema iconografico del ritratto di
tre quarti e raffigura una giovane donna. Il
tratteggio delicato e i morbidi effetti
chiaroscurali caratterizzano sia il
volto, girato a sinistra, sia l’accenno del
busto frontale con il particolare del colletto.
Per stile e tecnica l’opera è accostabile agli
altri ritratti coevi ma rivela una maggiore
ricercatezza nella composizione e nella
resa virtuosistica di alcuni dettagli.
La carica espressiva dello sguardo e la
bocca dischiusa restituiscono una spinta
emotiva alla figura che appare dinamica e
slanciata anche grazie alla linea sinuosa
del profilo e del collo.
26.
27. Il disegno monocromo realizzato
con inchiostro acquerellato su carta
è datato 21 luglio 1945 e raffigura
una ragazza.
I dettagli fisionomici risultano
accurati ma ciò che colpisce
maggiormente è l’espressività del
soggetto veicolata dal volto
inclinato e dallo sguardo intenso
diretto all’osservatore.
Pennellate rapide e sicure, e
grazie al consapevole uso degli
effetti chiaroscurali ottenuti
dall’inchiostro diluito.
28. L’Accademia di Palermo
1943 - 1944
I documenti custoditi nell’Archivio Storico dell’Accademia di
Belle Arti di Palermo attestano che.
nel mese di giugno 1944 sostenne come candidata esterna
gli esami di maturità artistica e avendoli superati, nel
novembre successivo chiese di iscriversi al corso di pittura
per la sessione autunnale dell’anno accademico 1943 - 44.
tra gli statini si trovano quelli degli esami sostenuti per
l’ammissione ai corsi di figura disegnata e composizione
architettonica.
29. Archivio Storico
dell’Accademia di Belle
Arti di Palermo, Sezione
Didattica, Faldone 30,
Fascicolo II, ff. 9 - 10
domanda per l’iscrizione
agli esami di ammissione
per il I anno del Corso di
Pittura datata 10
novembre 1944
30.
31. Archivio Storico
dell’Accademia di
Belle Arti di Palermo, Sezione
Didattica,
Faldone 30, Statini Esame
di ammissione al corso di
Figura
Disegnata, Sessione
Autunnale a.a.
1943 - 1944
32. Archivio Storico
dell’Accademia di
Belle Arti di Palermo,
Sezione Didattica,
Faldone 30, Statini Esame
di Ammissione al corso di
Composizione
Architettonica, Sessione
Autunnale
a.a. 1943 - 1944
34. Dal Registro Annuale degli Alunni dell’Archivio
Storico dell’Accademia di Belle Arti di Firenze risulta
che Carolina Accardi si iscrive al II anno del Corso
di Pittura per l’a.a. 1945 - 46, saldando il 22
gennaio del 1946 la terza rata (mentre la I e la II le
aveva pagate a Palermo).
L’Accademia di Firenze
35. P.V.
Fu a Palermo che incontrò per la prima volta Antonio Sanfilippo, che
poi diventò suo marito. Ma non era soddisfatta della città. Perché?
C.A.
Non ero soddisfatta degli studi. Nel 1946 andai a Firenze. Restai
solo due mesi. Troppa Accademia. Con Sanfilippo, che ritrovai,
andavo a copiare il Beato Angelico. Disegnavo, disegnavo… ma
l’Accademia non mi piaceva… lo sognavo Kandinskij, Mondrian…
V. Bramanti (a cura di), Accardi, catalogo della mostra,12 febbraio – 27
marzo 1983, Ravenna, Pinacoteca Comunale, Loggetta Lombardesca,
Ravenna 1983
36. M. Brower, Carla Accardi, in Carla
Accardi, catalogo della mostra a cura
di F. Gualdoni, 26 febbraio - 16 aprile
1989, Modena, Galleria Civica,
Palazzina dei Giardini Pubblici,
Modena 1989
Autoritratto, 1946
olio su tela, cm, 37 x 23
37. C. Cerritelli (a cura di). Carla
Accardi. Opere 1947-1997, catalogo
della mostra a cura di R. Alongi e V.
Liotti, 21 marzo – 19 aprile Trapani,
Chiesa della Badia Grande, Milano
1998;
Autoritratto n.1,
1946
tempera su carta,
31 x 24 cm
38. Il più somigliante a quelli
già pubblicati è:
Ritratto di Caterina
Marrone, tempera su
carta, 27x21 cm, 1945,
Trapani, coll. priv.
40. È necessario distinguere gli esiti raggiunti dalla
Accardi insieme ai formalisti da quelli raggiunti
individualmente.
Dal 1947 al 1951, infatti, predominano per l’artista
intenti comuni a tutti i componenti di Forma
(Ugo Attardi, Pietro Consagra, Piero Dorazio, Mino Guerrini, Achille
Perilli, Antonio Sanfilippo e Giulio Turcato)
e successivamente, nella seconda metà degli anni
Sessanta, anche l’avvicinamento all’Arte Povera
sarà legato ad una dinamica collettiva.
43. Alcuni prestatori raccontano che, ormai quasi sessantenne,
Carla Accardi riprende l’abitudine della villeggiatura in
campagna ospite di alcuni cari amici.
Durante queste giornate porta con sé album e pastelli e si
diletta a disegnare i paesaggi che la circondano, concentrandosi
ora sulle alternanze cromatiche ora sulla gestualità dei segni
ormai indifferente al sentimento che alimentava la sua voglia di
modernità quando giovanissima cercava autonomia rispetto ai
suoi luoghi d’origine nel clima romano d’avanguardia.
44.
45. Colpisce la diversità del linguaggio utilizzato nel
le opere figurative rispetto al sistema segnico
proprio dei suoi lavori più rappresentativi,
soprattutto nelle vedute, dove vengono meno gli
elementi spaziali e cromatici caratterizzanti la sua
cifra stilistica.
46.
47.
48.
49. In questo caso l’opera, con il suo vivace cromatismo e la sua
ritmica compenetrazione di segni, rientra a pieno titolo nella
produzione accardiana di fine secolo.
Da notare a questo proposito la lettura che propone Achille Bonito
Oliva, sottolineando la presenza di una connessione tra alcune
opere astratte della Accardi e la tematica naturalistica, scrive che:
«…il segno prolifera se stesso e si modifica secondo
una dinamica organica che rimanda al ritmo di
crescita biologica della natura»
A. Bonito Oliva, Carla Accardi, catalogo della mostra, 3 marzo – 12 maggio
2007 Roma, Galleria Valentina Bonomo, Roma 2007
50.
51. Nel complesso dunque, la produzione grafica di Carla
Accardi qui esaminata, sebbene a prima vista appaia di
minore importanza ad uno sguardo più approfondito
acquisti un importante valore documentario per la
ricerca e ponga le basi per uno studio più ampio.
L’analisi di queste opere introduce di fatto due complesse
questioni che meritano attenzione:
➡ la presenza di inediti soggetti figurativi nel corpus di
un’artista conosciuta per la sua vocazione astrattista
➡ la conferma del legame con il territorio spesso negletto o
volontariamente taciuto
52. La grafica figurativa di Carla Accardi:
ritratti giovanili (1943 - 1945)
paesaggi (1980 - 1986)
23 febbraio 2019
Associazione per la Tutela Tradizioni Popolari del Trapanese