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Investire in liquidità, per principianti
Garantire le risorse necessarie a far fronte a spese impreviste. Crecando di guadagnarci un po’
Michele Colosio
mercoledì, 19 maggio 2010 - 12 :03
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Articolo a cura di Nafop.org
Con liquidità si intende la parte del proprio capitale finanziario che si detiene in contanti
o in strumenti del mercato monetario. Questi ultimi devono essere liquidi, ossia
facilmente e immediatamente convertibili in contanti in ogni momento e a basso rischio
di incorrere in perdite in conto capitale, cioè devono limitare al minimo la possibilità di
ottenere una cifra minore di quella investita. Generalmente i prodotti per il “parcheggio”
della liquidità offrono un rendimento molto basso, in periodi con tassi bassi come quello
attuale anche nullo, e spesso non rispondono all’esigenza fondamentale di
proteggere il potere d’acquisto della propria ricchezza dall ’aumento del costo
della vita . Perciò è bene prima di tutto individuare il ruolo della liquidità nella gestione
della propria situazione finanziaria e di conseguenza stabilire la quota che è opportuno
mantenere nel mercato monetario.
La liquidità deve garantire le risorse necessarie a far fronte a spese impreviste, ad esempio il guasto dell’ auto, o a situazioni di
emergenza dalle conseguenze economiche limitate e sopportabili, come l’ inabilità temporanea al lavoro , mentre per mettersi al riparo
dagli eventi che potrebbero mettere in seria difficoltà economica il nucleo familiare è opportuno ricorrere alle coperture assicurative
“rischio puro”, che hanno la funzione di sollevare il contraente dagli effetti economici di eventi negativi potenzialmente dannosi. Un
suggerimento pratico utile a quantificare l’entità del fondo di liquidità è quello di calcolare l’ammontare mensile delle spese familiari
indispensabili, quelle a cui non si può rinunciare neanche in situazioni di emergenza (l’affitto, la rata del mutuo, le bollette delle utenze,
le spese alimentarie, le assicurazioni , ecc.), e moltiplicare questa cifra per un numero di mesi che ciascuno ritiene congruo per garantirsi
un buon livello di tranquillità.
Vediamo ora alcuni degli strumenti che consentono di gestire la liquidità, ciascuno con diversi gradi di sicurezza e flessibilità, anche se,
in alcuni casi, a scapito del rendimento. Iniziamo dalla soluzione rappresentata dal Conto Corrente, generalmente i tradizionali conti allo
sportello hanno oggi tassi attivi che rasentano lo zero, ma grazie alla nascita dei conti correnti on-line sul mercato fioccano proposte di
Conti Deposito che offrono una remunerazione molto interessante, anche rapportata al rendimento dei titoli di stato a breve
scadenza, pur dovendo scontare una tassazione sfavorevole (il 27% sugli interessi maturati contro il 12,50% di obbligazioni, pronti
contro termine, etf e fondi). La maggioranza dei depositi garantisce un tasso base per la giacenza libera sul conto e tassi superiori per
le somme che si è disposti a vincolare, per periodi che vanno da alcuni mesi a un anno. Purtroppo a volte il confronto tra le varie
proposte non è molto agevole perché in alcuni casi le offerte sono limitate nel tempo e/o sono valide entro determinate soglie, ma con
un po’ di pazienza e con l’ausilio della stampa specializzata o di internet è possibile farsi un quadro delle varie offerte. A chi dubita
dell’affidabilità dei conti on-line ricordo che la garanzia del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, che garantisce il correntista in
caso di insolvenza della banca fino a 103.291,38 euro per depositante e per istituto di credito, è valida a tutti gli effetti anche per i Conti
Correnti on-line delle banche aderenti al consorzio.
I Pronti Contro Termine sono tra le forme di impiego del risparmio a breve termine più utilizzate, ma è bene sottolineare che non
rientrano tra gli strumenti coperti dalla garanzia del Fondo Interbancario. Normalmente il titolo obbligazionario sottostante il Pronti
è costituito da Titoli di Stato (quindi emissioni governative) che danno un certo livello di sicurezza anche in caso di fallimento
dell’intermediario . Sempre più spesso però è possibile imbattersi in Pronti Contro Termine che hanno come sottostante obbligazionari
societarie (a volte titoli emessi della stessa Banca con cui si sottoscrive il Pronti): questo implica che per l’investitore è opportuno
valutare con attenzione anche il rischio emittente che, in questa fase di profonda crisi del sistema finanziario mondiale, è di
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fondamentale importanza.
Un’altra soluzione è rappresentata dai titoli di stato a breve scadenza: essi offrono la garanzia statale e la possibilità di rientrare in
possesso del capitale investito anche prima del naturale rimborso, grazie all’elevata liquidità che li caratterizza, per contro attualmente i
rendimenti ottenibili sono minimi. Ad esempio il Tesoro italiano , per finanziare il debito pubblico, emette i BOT (Buoni Ordinari del
Tesoro) con scadenze di 3, 6 e 12 mesi e i CCT (Certificati di Credito del Tesoro) che hanno durate dai 3 ai 7 anni e pagano una
cedola semestrale variabile legata al rendimento offerto dal BOT 6 mesi aumentata di uno spread che attualmente è pari allo 0,30% su
base annua.
Tra i prodotti di risparmio gestito a basso rischio ed elevata liquidità ci sono gli Etf e i fondi comuni monetari. Gli Etf (acronimo di
Exchange Traded Fund) sono fondi indicizzati ad un mercato di riferimento e sono gestiti passivamente in maniera computerizzata;
presentano costi di gestione ridotti (massimo lo 0,15% annuo per quelli cash o eonia quotati su Borsa Italiana) ed essendo quotati in
borsa possono essere acquistati e venduti in qualsiasi momento attraverso la propria banca. In questo caso è opportuno verificare le
commissioni di compravendita che, in situazioni di bassi tassi a breve e investimenti limitati nel tempo, possono incidere in maniera
significativa sul rendimento finale.
Nel caso dei fondi comuni monetari è importante verificare l ’assenza di costi di sottoscrizione e di ingresso e scegliere prodotti che
presentano costi di gestione, indicati dal TER (total expense ratio), ridotti al minimo altrimenti si corre il rischio di vedersi annullato il
rendimento, già risicato per la situazione del mercato, del fondo stesso.
Per approfondimenti:
Investire in liquidità: quanto rendono i conti di deposito
Investire in borsa non è come “giocare al lotto ”
Asset allocation per principianti
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Azioni, la guida per i principianti
Dott. Michele Colosio – Consulente Patrimoniale Indipendente –
Sito internet: www.patrimonialista .it
Email: info@patrimonialista.it
Articolo a cura della associazione nazionale dei consulenti indipendenti fee only – NAFOP
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