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PREVENIRE LA CRISI !! 
10 consigli su come 
individuare e gestire i 
sintomi della crisi per 
eliminarli 
Negli ultimi cinque anni decine di migliaia di imprese di 
ogni dimensione sono state vittime di crisi aziendali, in varie 
forme. Molte hanno dovuto arrendersi, moltissime stanno 
ancora lottando per la sopravvivenza, qualcuno è riuscito a 
uscirne. 
La maggior parte delle crisi d’impresa hanno cause di 
mercato o derivano da errori gestionali, ma assumono contorni 
critici solo quando la crisi diventa finanziaria e si manifesta con 
la difficoltà di rispettare i pagamenti verso creditori (Stato, 
fornitori, banche) o i dipendenti. 
Si trovano frequentemente tracce dell’insorgenza e dello 
sviluppo delle crisi aziendali con caratteristiche similari e 
questo aiuta gli esperti della crisi a tracciare un decalogo degli 
errori che imprenditori e manager devono evitare per non 
diventare vittime di crisi senza ritorno. 
1) Ignorare i primi sintomi 
Il primo calo significativo di fatturato non deve essere 
giustificato con l’andamento del mercato, senza attuare alcuna 
reazione per contrastare un calo permanente delle vendite. 
Anche se il calo delle vendite non si traduce immediatamente 
in tensione finanziaria, potrebbe essere meno temporaneo di 
quanto si creda e gli effetti presto o tardi si manifesteranno. 
POTER AVERE UN EFFICACE STRUMENTO INFORMATICO 
DIVENTA ALLORA NECESSARIO PER ANTICIPARE TALI SINTOMI 
2) Guidare senza cruscotto 
In quasi tutte le situazioni di crisi si trovano tracce di una 
parziale o totale assenza di strumenti di controllo delle variabili 
gestionali. La navigazione a vista, basata solo sull’esperienza, 
può rivelarsi molto pericolosa quando i margini si assottigliano. 
Spingere su prodotti o attività i cui margini a un controllo più 
accurato risultano negativi significa accelerare la crisi 
bruciando cassa in modo ingiustificato nel momento peggiore. 
DISPORRE GIA’ DI UNA ANALISI DEI COSTI PROFESSIONALE 
CONSENTIREBBE DI GUIDARE MEGLIO OGNI STRATEGIA 
FORMULATA. 
3) La sindrome del fatturato ad ogni costo 
Alla mancanza di informazioni precise sui margini di 
prodotto (a cui concorre una gestione superficiale e imprecisa 
del magazzino) si accoppia talvolta l’ansia di mantenere i livelli 
di fatturato ad ogni costo, accettando ordini con margini troppo 
ridotti e trascurando così l’obiettivo di generare solo profitti 
netti e autofinanziamento. 
POTERSI CONFRONTARE CON CONSULENTI ESTERNI CHE 
FORNISCANO UNA VISIONE DIVERSA POTREBBE ESSERE 
DAVVERO ILLUMINANTE PER L’IMPRENDITORE. 
4) Ignorare il rischio del credito commerciale 
Quando le vendite e i margini calano, cresce 
esponenzialmente l’importanza di avere flussi di cassa. 
Incassare è la priorità. Questo significa presidiare il credito 
commerciale concesso con informazioni sui clienti ed evitare 
vendite a clienti con tempi eccessivi o dubbia capacità di 
pagamento. 
SAREBBE ALLORA AUSPICABILE CHE L’IMPRESA FOSSE DOTATA 
DI UN SISTEMA DI ANALISI DEI FLUSSI DI CASSA/BANCA 
PRODOTTI DALLA GESTIONE. 
5) Non avere una riserva di cassa 
Per lo stesso motivo l’impresa che è entrata in una fase 
calante deve evitare qualsiasi tipo di insolvenza verso i 
creditori. Per farlo dovrebbe sempre avere una riserva di cassa 
sufficiente ad affrontare possibili contrattempi (ritardi, revoche 
di fidi), accumulandola gradualmente e conservandola sino al 
ritorno di una situazione normale. E’ simile a un’assicurazione 
sulla vita. 
6) Sottovalutare la fragilità finanziaria 
Una prevalenza di credito bancario a breve, revocabile 
senza preavviso, è estremamente pericolosa quando i sintomi 
della crisi avanzano. La riduzione del credito può essere 
improvvisa e rivelarsi fatale, se determina difficoltà di 
pagamenti ai fornitori e quindi di approvvigionamento. 
GLI STESSI ISTITUTI DI CREDITO AUSPICANO TALE 
ORIENTAMENTO ANCHE SE VIENE RICHIESTO UN PIANO 
FINANZIARIO ADEGUATAMENTE FORMULATO COSI’ DA FAR 
APPROVARE LE RICHIESTE DI FINANZIAMENTO A 
MEDIO/LUNGO TERMINE 
7) Pensare che tutto vada sempre bene 
Un bravo imprenditore deve abituarsi a valutare la 
dimensione finanziaria dei rischi aziendali, la perdita di un 
grosso cliente, un aumento dei costi della materia prima, la 
perdita di affidamenti bancari. La simulazione di scenari 
negativi aiuta ad individuare e attuare per tempo le possibili 
contromisure. 
QUANDO DIVENTA NECESSARIO FARE TALE TIPO DI 
VALUTAZIONI E SCELTE LE INFORMAZIONI DEVONO ESSERE 
DISPONIBILI GRAZIE A UN SOFTWARE IDONEO GIA’ 
PREDISPOSITO SU MISURA PER L’AZIENDA. OGNI AZIENDA HA 
LE SUE ESIGENZE SPECIFICHE E NON VA BENE UN SOFTWARE 
STANDARDIZZATO. 
8) Consulenti senza qualità 
Poche imprese possono fare a meno di bravi consulenti a cui 
ricorrere anche temporaneamente. 
Affittare le competenze, che non si possono avere in 
permanenza all’interno dell’impresa è una scelta saggia. I 
consulenti devono rivelarsi all’altezza fornendo la disponibilità 
e gli strumenti perseguendo obiettivi ben definiti, 
possibilmente la scelta deve essere effettuata con cura e non 
sotto la necessità dell’urgenza. 
9) Rapporti bancari di basso profilo 
Le banche sono uno dei fornitori strategici dell’impresa e 
come tali debbono essere trattati. Il rapporto con il sistema 
bancario deve avvenire ad un “pari livello”, eventuali anomalie 
vanno rilevate e contestate con i giusti strumenti. Per evitare 
di subire costi non sempre adeguati. L’ANALISI DELLE 
CONDIZIONI APPLICATE DAGLI ISTITUTI DI CREDITO AL FINE 
DI ACCERTARE EVENTUALI VIOLAZIONI DA PARTE DEI 
MEDESIMI SONO UTILI PER OTTENERE TRATTAMENTI PIU’ 
FAVOREVOLI PIU’ CHE LEGITTIMI NELLA CONGIUNTURA 
ECONOMICA NEGATIVA DEL NOSTRO PERIODO STORICO 
10) Trascurare dettagli importanti 
L’analisi periodica della Centrale Rischi può rivelare errori 
di segnalazione, o ritardi di pagamento sulle proprie fatture 
cedute da fornitori a società di factoring. La mancata 
conoscenza del rating bancario o dei plafond concessi dalle 
assicurazioni crediti non aiuta a percepire eventuali segnali di 
allarme sulla propria reputazione finanziaria. 
Gestire la crisi e rilanciare il proprio 
business è possibile, facciamolo insieme.
Abbiamo sviluppato appositi check-up per 
supportare l’azienda in ogni momento. 
CHE COS'E' UN CHECK-UP AZIENDALE? 
Molto, anzi troppo spesso, l’imprenditore che si trova a 
capo di una PMI, preso dalle dinamiche gestionali e dalle 
emergenze quotidiane, dimentica, o addirittura non conosce, 
alcuni strumenti che potrebbero risultare utili alla sua attività e 
soprattutto alla crescita della sua azienda. 
Tra questi, lo strumento del Check-Up aziendale si rivela 
fondamentale per aiutare l’imprenditore a capire com’è fatta e 
soprattutto quanto vale sul piano delle potenzialità la sua 
azienda. 
Sulla base di questa analisi, sarà possibile individuare i 
punti critici o di debolezza, come anche i punti forza 
dell’azienda, indispensabili per l’individuazione dei giusti 
correttivi e l’applicazione di procedure vincenti. 
L’obiettivo dei nostri esperti è quello, appunto, di fornire 
un quadro attuale, quanto più preciso e veritiero possibile 
dell’azienda, al fine di facilitare la possibilità di prendere le 
migliori decisioni, per accrescere e perpetuare nel tempo 
valore e competitività. 
La metodologia si articola fondamentalmente su tre fasi: 
1) la prima prevede l’acquisizione di dati da fonti interne 
all’azienda e questo può avvenire attraverso un sopralluogo, 
con relativa visita dell’intera azienda, la somministrazione di 
questionari ed interviste al fine di acquisire informazioni di 
diversa natura ai vari dirigenti aziendali, ed il reperimento di 
documentazione cartacea come bilanci, modelli di report, 
modelli di distinta base, dati economico-finanziari non 
contenuti in bilancio. 
2) la seconda, invece, prevede l’acquisizione di dati da fonti 
esterne attraverso ricerche di varia natura ed in particolare sui 
competitors. 
3) L’ultima fase riguarda l’analisi vera e propria ed è 
articolata in due momenti ben distinti tra loro: 
a) Il primo momento è quello del check-up vero e proprio, 
vale a dire “fotografare” l’azienda nelle sue attività e nei 
suoi processi fondamentali, cioè quelli che creano valore e 
che lo stesso imprenditore deve avere ben chiari, affinché la 
sua gestione sia coerente. 
b) L’altro momento considera, invece, l’azienda alla luce di 
quelli che sono gli obiettivi di crescita dell’imprenditore, 
quindi la stessa impresa viene proiettata in avanti nel tempo, 
naturalmente con precisi e costanti cambiamenti. 
Com’è facile intuire, andando poi a sovrapporre le analisi 
sarà possibile rilevare i gap e le discrepanze, sui quali bisognerà 
intervenire al fine di colmarli. Ed è qui che lo strumento del 
check-up si rileva fondamentale, perché se l’imprenditore non 
conosce la propria situazione di partenza, sarà difficilissimo che 
riesca ad implementare una gestione coerente con i propri 
obiettivi di crescita e sviluppo. 
Dopo aver rilevato ed analizzato tutte queste aree sarà 
possibile avere un quadro globale dell’azienda che, attraverso 
una dettagliata relazione esposta a viva voce dagli analisti e 
verbalizzata su carta completa di dati di riferimento e grafici 
ove opportuno, rifletterà la situazione in quel preciso momento 
e che favorirà, in modo coerente e razionale, la formulazione di 
proposte di intervento, volte a colmare quei gap rilevati nelle 
aree di analisi, e finalizzati a massimizzare le potenzialità 
dell’azienda soprattutto rispetto ai propri obiettivi strategici 
(raggiungimento del “to be”). 
In conclusione, è così possibile sintetizzare l’obiettivo di un 
check-up: 
“fotografare l’azienda e rilevare i gap di miglioramento rispetto 
agli obiettivi di crescita”. 
Le azioni correttive definite potranno essere 
attuate dal titolare dell’impresa insieme ai 
propri collaboratori anche grazie all’assistenza 
fisica e costante dei professionisti NGF 
direttamente in azienda anche nel corso di 
meeting aziendali programmati ed anche 
eventualmente con la presenza del personale 
dipendente. Soltanto così la vostra azienda potrà 
finalmente conseguire quella svolta gestionale 
che spesso rimane l’unico modo per poter 
continuare la propria attività e con profitto. 
Le principali aree di analisi saranno quelle tipiche su cui 
si basa l’impresa, e per ciascuna di esse si valuteranno 
differenti aspetti con il CHECK-UP NGF: 
1. AREA AMMINISTRAZIONE, FINANZA E CONTROLLO 
2. AREA PRODUZIONE 
3. AREA ORGANIZZATIVA E SISTEMI INFORMATIVI 
4. AREA COMMERCIALE E MARKETING 
E se invece lo stato di crisi è già in atto, è invece 
essere ben coscienti che se ne può uscire; 
Strategico si rivela il ruolo dei consulenti che in questo caso 
hanno il compito di rilevare e misurare il corretto stato di 
difficoltà economico-finanziaria e proporre soluzioni adeguate. 
Con professionalità e con una corretta riclassificazione di 
bilancio e l’analisi dei principali indici si riesce in maniera 
inequivocabile a leggere lo stato delle cose e quindi a 
pianificare le azioni correttive. 
Nel caso in cui queste non fossero sufficienti è possibile 
identificare, valutandone attentamente vantaggi e svantaggi ,la 
procedura corretta, in modo da determinare il successo 
dell’intervento In questi casi il consiglio è quello di rivolgersi a 
più professionisti di fiducia, ascoltare le soluzioni che 
propongono e documentarsi su cosa questi ci stanno 
proponendo, consapevoli del fatto che, la soluzione esiste. 
Le principali procedure che possono essere attivate 
sono le seguenti: 
- Legge 27/01/2013 n.3 (Crisi da Sovraindebitamento) 
- Piani di risanamento (art. 67, 3°c., lett. d) L.F. 
- Concordato preventivo (Art. 160 L. 267/’42) 
- Concordato con continuità aziendale ex-art.186 bis 
- Accordi di ristrutturazione dei debiti (Art. 182 bis L. 
267/1942) 
Consulente Aziendale 
NGF Centrostudi Srlsu 
Servizi di consulenza aziendale integrati 
Risanamenti aziendali e finanziari 
Consulenza fiscale e controllo gestionale 
Tel. 050 7916599 Fax 0587 636139 
www.ngfcentrostudi.it 
info@ngfcentrostudi.it 
Via T.romagnola 212h Pontedera PI 56025

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  • 1. PREVENIRE LA CRISI !! 10 consigli su come individuare e gestire i sintomi della crisi per eliminarli Negli ultimi cinque anni decine di migliaia di imprese di ogni dimensione sono state vittime di crisi aziendali, in varie forme. Molte hanno dovuto arrendersi, moltissime stanno ancora lottando per la sopravvivenza, qualcuno è riuscito a uscirne. La maggior parte delle crisi d’impresa hanno cause di mercato o derivano da errori gestionali, ma assumono contorni critici solo quando la crisi diventa finanziaria e si manifesta con la difficoltà di rispettare i pagamenti verso creditori (Stato, fornitori, banche) o i dipendenti. Si trovano frequentemente tracce dell’insorgenza e dello sviluppo delle crisi aziendali con caratteristiche similari e questo aiuta gli esperti della crisi a tracciare un decalogo degli errori che imprenditori e manager devono evitare per non diventare vittime di crisi senza ritorno. 1) Ignorare i primi sintomi Il primo calo significativo di fatturato non deve essere giustificato con l’andamento del mercato, senza attuare alcuna reazione per contrastare un calo permanente delle vendite. Anche se il calo delle vendite non si traduce immediatamente in tensione finanziaria, potrebbe essere meno temporaneo di quanto si creda e gli effetti presto o tardi si manifesteranno. POTER AVERE UN EFFICACE STRUMENTO INFORMATICO DIVENTA ALLORA NECESSARIO PER ANTICIPARE TALI SINTOMI 2) Guidare senza cruscotto In quasi tutte le situazioni di crisi si trovano tracce di una parziale o totale assenza di strumenti di controllo delle variabili gestionali. La navigazione a vista, basata solo sull’esperienza, può rivelarsi molto pericolosa quando i margini si assottigliano. Spingere su prodotti o attività i cui margini a un controllo più accurato risultano negativi significa accelerare la crisi bruciando cassa in modo ingiustificato nel momento peggiore. DISPORRE GIA’ DI UNA ANALISI DEI COSTI PROFESSIONALE CONSENTIREBBE DI GUIDARE MEGLIO OGNI STRATEGIA FORMULATA. 3) La sindrome del fatturato ad ogni costo Alla mancanza di informazioni precise sui margini di prodotto (a cui concorre una gestione superficiale e imprecisa del magazzino) si accoppia talvolta l’ansia di mantenere i livelli di fatturato ad ogni costo, accettando ordini con margini troppo ridotti e trascurando così l’obiettivo di generare solo profitti netti e autofinanziamento. POTERSI CONFRONTARE CON CONSULENTI ESTERNI CHE FORNISCANO UNA VISIONE DIVERSA POTREBBE ESSERE DAVVERO ILLUMINANTE PER L’IMPRENDITORE. 4) Ignorare il rischio del credito commerciale Quando le vendite e i margini calano, cresce esponenzialmente l’importanza di avere flussi di cassa. Incassare è la priorità. Questo significa presidiare il credito commerciale concesso con informazioni sui clienti ed evitare vendite a clienti con tempi eccessivi o dubbia capacità di pagamento. SAREBBE ALLORA AUSPICABILE CHE L’IMPRESA FOSSE DOTATA DI UN SISTEMA DI ANALISI DEI FLUSSI DI CASSA/BANCA PRODOTTI DALLA GESTIONE. 5) Non avere una riserva di cassa Per lo stesso motivo l’impresa che è entrata in una fase calante deve evitare qualsiasi tipo di insolvenza verso i creditori. Per farlo dovrebbe sempre avere una riserva di cassa sufficiente ad affrontare possibili contrattempi (ritardi, revoche di fidi), accumulandola gradualmente e conservandola sino al ritorno di una situazione normale. E’ simile a un’assicurazione sulla vita. 6) Sottovalutare la fragilità finanziaria Una prevalenza di credito bancario a breve, revocabile senza preavviso, è estremamente pericolosa quando i sintomi della crisi avanzano. La riduzione del credito può essere improvvisa e rivelarsi fatale, se determina difficoltà di pagamenti ai fornitori e quindi di approvvigionamento. GLI STESSI ISTITUTI DI CREDITO AUSPICANO TALE ORIENTAMENTO ANCHE SE VIENE RICHIESTO UN PIANO FINANZIARIO ADEGUATAMENTE FORMULATO COSI’ DA FAR APPROVARE LE RICHIESTE DI FINANZIAMENTO A MEDIO/LUNGO TERMINE 7) Pensare che tutto vada sempre bene Un bravo imprenditore deve abituarsi a valutare la dimensione finanziaria dei rischi aziendali, la perdita di un grosso cliente, un aumento dei costi della materia prima, la perdita di affidamenti bancari. La simulazione di scenari negativi aiuta ad individuare e attuare per tempo le possibili contromisure. QUANDO DIVENTA NECESSARIO FARE TALE TIPO DI VALUTAZIONI E SCELTE LE INFORMAZIONI DEVONO ESSERE DISPONIBILI GRAZIE A UN SOFTWARE IDONEO GIA’ PREDISPOSITO SU MISURA PER L’AZIENDA. OGNI AZIENDA HA LE SUE ESIGENZE SPECIFICHE E NON VA BENE UN SOFTWARE STANDARDIZZATO. 8) Consulenti senza qualità Poche imprese possono fare a meno di bravi consulenti a cui ricorrere anche temporaneamente. Affittare le competenze, che non si possono avere in permanenza all’interno dell’impresa è una scelta saggia. I consulenti devono rivelarsi all’altezza fornendo la disponibilità e gli strumenti perseguendo obiettivi ben definiti, possibilmente la scelta deve essere effettuata con cura e non sotto la necessità dell’urgenza. 9) Rapporti bancari di basso profilo Le banche sono uno dei fornitori strategici dell’impresa e come tali debbono essere trattati. Il rapporto con il sistema bancario deve avvenire ad un “pari livello”, eventuali anomalie vanno rilevate e contestate con i giusti strumenti. Per evitare di subire costi non sempre adeguati. L’ANALISI DELLE CONDIZIONI APPLICATE DAGLI ISTITUTI DI CREDITO AL FINE DI ACCERTARE EVENTUALI VIOLAZIONI DA PARTE DEI MEDESIMI SONO UTILI PER OTTENERE TRATTAMENTI PIU’ FAVOREVOLI PIU’ CHE LEGITTIMI NELLA CONGIUNTURA ECONOMICA NEGATIVA DEL NOSTRO PERIODO STORICO 10) Trascurare dettagli importanti L’analisi periodica della Centrale Rischi può rivelare errori di segnalazione, o ritardi di pagamento sulle proprie fatture cedute da fornitori a società di factoring. La mancata conoscenza del rating bancario o dei plafond concessi dalle assicurazioni crediti non aiuta a percepire eventuali segnali di allarme sulla propria reputazione finanziaria. Gestire la crisi e rilanciare il proprio business è possibile, facciamolo insieme.
  • 2. Abbiamo sviluppato appositi check-up per supportare l’azienda in ogni momento. CHE COS'E' UN CHECK-UP AZIENDALE? Molto, anzi troppo spesso, l’imprenditore che si trova a capo di una PMI, preso dalle dinamiche gestionali e dalle emergenze quotidiane, dimentica, o addirittura non conosce, alcuni strumenti che potrebbero risultare utili alla sua attività e soprattutto alla crescita della sua azienda. Tra questi, lo strumento del Check-Up aziendale si rivela fondamentale per aiutare l’imprenditore a capire com’è fatta e soprattutto quanto vale sul piano delle potenzialità la sua azienda. Sulla base di questa analisi, sarà possibile individuare i punti critici o di debolezza, come anche i punti forza dell’azienda, indispensabili per l’individuazione dei giusti correttivi e l’applicazione di procedure vincenti. L’obiettivo dei nostri esperti è quello, appunto, di fornire un quadro attuale, quanto più preciso e veritiero possibile dell’azienda, al fine di facilitare la possibilità di prendere le migliori decisioni, per accrescere e perpetuare nel tempo valore e competitività. La metodologia si articola fondamentalmente su tre fasi: 1) la prima prevede l’acquisizione di dati da fonti interne all’azienda e questo può avvenire attraverso un sopralluogo, con relativa visita dell’intera azienda, la somministrazione di questionari ed interviste al fine di acquisire informazioni di diversa natura ai vari dirigenti aziendali, ed il reperimento di documentazione cartacea come bilanci, modelli di report, modelli di distinta base, dati economico-finanziari non contenuti in bilancio. 2) la seconda, invece, prevede l’acquisizione di dati da fonti esterne attraverso ricerche di varia natura ed in particolare sui competitors. 3) L’ultima fase riguarda l’analisi vera e propria ed è articolata in due momenti ben distinti tra loro: a) Il primo momento è quello del check-up vero e proprio, vale a dire “fotografare” l’azienda nelle sue attività e nei suoi processi fondamentali, cioè quelli che creano valore e che lo stesso imprenditore deve avere ben chiari, affinché la sua gestione sia coerente. b) L’altro momento considera, invece, l’azienda alla luce di quelli che sono gli obiettivi di crescita dell’imprenditore, quindi la stessa impresa viene proiettata in avanti nel tempo, naturalmente con precisi e costanti cambiamenti. Com’è facile intuire, andando poi a sovrapporre le analisi sarà possibile rilevare i gap e le discrepanze, sui quali bisognerà intervenire al fine di colmarli. Ed è qui che lo strumento del check-up si rileva fondamentale, perché se l’imprenditore non conosce la propria situazione di partenza, sarà difficilissimo che riesca ad implementare una gestione coerente con i propri obiettivi di crescita e sviluppo. Dopo aver rilevato ed analizzato tutte queste aree sarà possibile avere un quadro globale dell’azienda che, attraverso una dettagliata relazione esposta a viva voce dagli analisti e verbalizzata su carta completa di dati di riferimento e grafici ove opportuno, rifletterà la situazione in quel preciso momento e che favorirà, in modo coerente e razionale, la formulazione di proposte di intervento, volte a colmare quei gap rilevati nelle aree di analisi, e finalizzati a massimizzare le potenzialità dell’azienda soprattutto rispetto ai propri obiettivi strategici (raggiungimento del “to be”). In conclusione, è così possibile sintetizzare l’obiettivo di un check-up: “fotografare l’azienda e rilevare i gap di miglioramento rispetto agli obiettivi di crescita”. Le azioni correttive definite potranno essere attuate dal titolare dell’impresa insieme ai propri collaboratori anche grazie all’assistenza fisica e costante dei professionisti NGF direttamente in azienda anche nel corso di meeting aziendali programmati ed anche eventualmente con la presenza del personale dipendente. Soltanto così la vostra azienda potrà finalmente conseguire quella svolta gestionale che spesso rimane l’unico modo per poter continuare la propria attività e con profitto. Le principali aree di analisi saranno quelle tipiche su cui si basa l’impresa, e per ciascuna di esse si valuteranno differenti aspetti con il CHECK-UP NGF: 1. AREA AMMINISTRAZIONE, FINANZA E CONTROLLO 2. AREA PRODUZIONE 3. AREA ORGANIZZATIVA E SISTEMI INFORMATIVI 4. AREA COMMERCIALE E MARKETING E se invece lo stato di crisi è già in atto, è invece essere ben coscienti che se ne può uscire; Strategico si rivela il ruolo dei consulenti che in questo caso hanno il compito di rilevare e misurare il corretto stato di difficoltà economico-finanziaria e proporre soluzioni adeguate. Con professionalità e con una corretta riclassificazione di bilancio e l’analisi dei principali indici si riesce in maniera inequivocabile a leggere lo stato delle cose e quindi a pianificare le azioni correttive. Nel caso in cui queste non fossero sufficienti è possibile identificare, valutandone attentamente vantaggi e svantaggi ,la procedura corretta, in modo da determinare il successo dell’intervento In questi casi il consiglio è quello di rivolgersi a più professionisti di fiducia, ascoltare le soluzioni che propongono e documentarsi su cosa questi ci stanno proponendo, consapevoli del fatto che, la soluzione esiste. Le principali procedure che possono essere attivate sono le seguenti: - Legge 27/01/2013 n.3 (Crisi da Sovraindebitamento) - Piani di risanamento (art. 67, 3°c., lett. d) L.F. - Concordato preventivo (Art. 160 L. 267/’42) - Concordato con continuità aziendale ex-art.186 bis - Accordi di ristrutturazione dei debiti (Art. 182 bis L. 267/1942) Consulente Aziendale NGF Centrostudi Srlsu Servizi di consulenza aziendale integrati Risanamenti aziendali e finanziari Consulenza fiscale e controllo gestionale Tel. 050 7916599 Fax 0587 636139 www.ngfcentrostudi.it info@ngfcentrostudi.it Via T.romagnola 212h Pontedera PI 56025