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ECONOMIA 
*58332%3(5 *58332%3(5 
E-mail economia@primapagina.mo.it VENERDÌ 12 DICEMBRE 2014 
IL CONVEGNO L’incontro ieri pomeriggio alla sede di Apmi Confimi, organizzatore della serie di eventi 
Quando banca e impresa dialogano insieme 
Aziende e mondo del credito a confronto nella settimana della Pmi 
INCONTRI Un momento del convegno di ieri (foto Foschi) 
ECCELLENZE NOSTRANE 
Aceto balsamico e Chianti 
insieme per il Made in Italy 
SINDACATI Festa ieri con i rappresentanti regionali e provinciali 
Trent’anni di Cisl nell’archivio di carta: 
taglio del nastro a palazzo Europa 
INSIEME Presente anche il sindaco Muzzarelli 
IL COMMENTO Così William Ballotta, segretario provinciale 
«Ecco il nostro contributo» 
«Verso la responsabilizzazione della comunità» 
«Lo scopo del nostro progetto è sottolineare il contributo fornito dalla Cisl 
all’evoluzione del sindacato a Modena attraverso la contrattazione locale». Il 
segretario provinciale della Cisl William Ballotta spiega così il riordino e la 
digitalizzazione dell’archivio storico della Cisl di Modena, che ha messo on line 
trent’anni di vita sindacale (dal 1950 al 1980). «Questo materiale è a di-sposizione 
non solo dei nostri dirigenti, operatori e iscritti, ma di studiosi, storici 
e dell’intera società modenese – dichiara Ballotta –. Da oggi chi vuole conoscere 
la storia della Cisl può consultare documenti e materiali originali. Si tratta di una 
nuova fonte, aperta alla consultazione e al confronto. Questo è il nostro piccolo 
contributo alla creazione di un archivio diffuso sul territorio per responsabilizzare 
la comunità alla conservazione delle testimonianze di ogni tipo». 
Il superamento di famose 
crisi aziendali, dalle Fon-derie 
alla Maserati; l’i s t i t u-zione 
del servizio di medicina 
preventiva per migliorare le 
condizioni di lavoro nelle fab-briche; 
la creazione delle coo-perative 
forestali per combat-tere 
la disoccupazione in 
montagna; la contrattazione 
territoriale. Sono molti i capi-toli 
della storia recente di Mo-dena 
contenuti nell’a rch iv i o 
storico della Cisl, che ha rior-dinato 
e pubblicato su Inter-net 
un’enorme mole di mate-riale 
che racconta trent’anni 
(dal 1950 al 1980) di vita del 
sindacato di Palazzo Europa. 
Quello della Cisl di Modena è 
uno dei primi archivi sinda-cali 
italiani consultabili on li-ne; 
il materiale è scaricabile 
gratuitamente con un motore 
di ricerca che fa dell’a rch iv i o 
storico della Cisl di Modena 
un modello per altri archivi 
sindacali esistenti in Italia. 
Ieri è stato inaugurato l’ar - 
chivio “car taceo”; sono inter-venuti 
il sindaco di Modena 
Gian Carlo Muzzarelli, il 
segretario regionale della Ci-sl 
Giorgio Graziani, quello 
provinciale William Ballot-ta, 
gli ex segretari provincia-li 
Cisl Giancarlo Bernini e 
Antonio Guerzoni, che han-no 
riordinato e digitalizzato 
il materiale. L’archivio è com-posto 
da cinque sezioni: ma-nifesti, 
fotografie, documen-ti, 
testimonianze, quaderni. I 
manifesti sono 1.204, per la 
prima volta riprodotti e scari-cabili. 
La digitalizzazione 
rende accessibile una fonte in 
parte dimenticata e difficil-mente 
consultabile. L’a rch i-vio 
fotografico è composto da 
circa 1.300 foto che riguarda-no 
350 avvenimenti. La digi-talizzazione 
crea una mag-giore 
integrazione delle foto 
con le restanti parti dell’a r-chivio. 
L’archivio dei docu-menti 
consiste di 221 record. 
Ogni record corrisponde a un 
faldone o a una cartella. Per o-gni 
record è previsto almeno 
un allegato che mostra il con-tenuto 
di un documento del 
fascicolo o del faldone. At-tualmente 
gli allegati sono 
circa 600 (relazioni congres-suali, 
contratti, corrispon-denza 
con associazioni im-prenditoriali, 
aziende, istitu-zioni). 
Le testimonianze sono 
costituite dalle interviste ai 
protagonisti dell’epoca nella 
contrattazione integrativa a-z 
i e n d a l e. 
Due marchi forti che 
si incontrano e in-traprendono 
un viaggio 
insieme per scoprire e 
promuovere le eccellenze 
del made in Italy. Due pro-dotti 
apparentemente di-versi 
ma che condividono 
la medesima origine, due 
produzioni cer-tificate 
e trac-ciabili 
a garan-zia 
del consu-ma 
t o r e , d u e 
brand che oggi 
si uniscono per 
fare realmente 
squadra su pro-getti 
per far co-no 
s c e r e i r i-spettivi 
prodot-ti: 
Aceto balsamico di Mo-dena 
Igp e Vino Chianti 
classico Docg insieme per 
promuovere la qualità e 
la tradizione che si espri-me 
in ogni goccia del co-siddetto 
“oro nero” e in o-gni 
sorso del famoso vino 
del Gallo Nero. Il progetto 
di collaborazione che li 
vede protagonisti con i ri-spettivi 
Consorzi, è stato 
presentato questa matti-na 
a Firenze al mercato di 
San Lorenzo nell'Enoteca 
del Chianti Classico, in 
occasione del pranzo 
Dop Christmas, la tavola 
delle eccellenze, seguito 
dalla presentazione in an-teprima 
del piatto che sa-rà 
servito nei giorni suc-cessivi 
all'Enoteca. 
«I l mercato globale 
chiede realtà imprendito-rial 
i più strut turate, 
mentre le esigenze di un 
mercato fluttuante spin-gono 
verso organizzazio-ni 
più leggere e malleabi-li 
capaci di adattarsi a si-tuazioni 
variegate - affer-ma 
Federico Desimoni, 
direttore del consorzio 
tutela Aceto balsamico di 
Modena Igp -. In questo 
contesto fare sistema 
non vuol dire solo poten-ziare 
e ingigant ire le 
strutture, ma affrontare 
le sfide del mercato con 
intelligenza e creatività, 
con uno sguardo più at-tento 
alle esigenze comu-ni 
». 
È possibile migliorare il 
rapporto tra imprese e 
banche? In un’economia glo-balizzata, 
quali sono i criteri 
di valutazione applicati? Que-sti 
gli spunti che ieri pomerig-gio 
hanno guidato la tavola ro-tonda 
dal titolo “Pmi, credito e 
strumenti innovativi”, tenuto-si 
nella sede di Apmi Confimi 
Impresa Modena, nell’ambito 
della settima edizione della 
“Settimana della piccola e me-dia 
impresa”. Presenti, oltre al 
presidente alcuni importanti 
rappresentanti del mondo 
bancario quali Luca Lorenzi, 
presidente Abi Emilia-Roma-gna 
e Guglielmo Belardi, re-sponsabile 
promozione Me-diocredito 
centrale insieme a 
Cristiano Bernassati, presi-dente 
GTechnology Fondazio-ne 
Organismo di ricerca e a 
Giacomo Ferraresi Tesoriere 
e Responsabile dell’Area fi-nanza 
dell’associazione. Allla 
tavola rotonda hanno inoltre 
partecipato Gabriele Caridi, 
direttore commerciale della 
Banca Interprovinciale, Tar-cisio 
Fornaciari, responsabile 
territoriale Emilia Centro B-per, 
Giuseppe Zanardi, Area 
manager di Unicredit Banca e 
Alessandro Zorzi, responsabi-le 
credito di Area di Mps.A fa-re 
gli onori di casa il presiden-te 
Gorzanelli, che ha rimarca-to 
l’obiettivo di «collaborare 
con le banche, dando spazio a 
quegli strumenti che possono 
rendere più trasparente il rap-porto 
con le imprese. A tale 
proposito - ha sottolineato - è 
importante dare spazio alle 
start-up e come associazione 
stiamo facendo un lavoro spe-cifico 
in questo senso, offren-do 
alle neo imprese un anno in-tero 
di servizi associativi to-talmente 
gratuiti». È poi toc-cato 
a Ferraresi, esporre l’ana - 
lisi svolta da Confimi nelle 
provincie di Modena e Reggio, 
che ha coinvolto 207 aziende 
che rappresentano complessi-vamente 
più di un milione di 
fatturato e quasi 3.700 dipen-denti. 
Luca Lorenzi, presidente A-bi, 
ha auspicato che la nuova 
liquidità concessa proprio in 
queste ore dalla Bce alle ban-che 
europee «venga immessa 
nel l’economia reale, e distri-buita 
quindi a imprese e fami-glie. 
La vera crisi - ha aggiunto 
Lorenzi - è quella dei consumi 
e di conseguenza del mondo 
industriale». Costituisce un 
problema, a giudizio presso-ché 
unanime dei rappresen-tanti 
del mondo del credito, se-lezionare 
i clienti giusti da fi-nanziare. 
In particolare, dai 
dati presentati da Abi, la pro-vincia 
modenese registra dif-ficoltà 
maggiori rispetto ad al-tre 
aree, con i prestiti alle im-prese 
calati del 3% e quelli alle 
famiglie del 2,1%, mentre le 
sofferenze sono arrivate al 
12%. Guglielmo Belardi del 
Microcredito centrale: «Le 
banche sono imprese commer-ciali 
come le altre imprese: de-vono 
selezionare i soggetti con 
cui lavorare; il Fondo di Ga-ranzia 
è un ulteriore strumen-to 
a disposizione. A Modena 
c’è largo uso di questa soluzio-ne, 
basti pensare che da gen-naio 
a novembre le banche 
hanno fatto quasi 1.300 richie-ste 
di copertura, il 50% in più 
rispetto al 2013, segno che la 
volontà di finanziare le impre-se 
c’è». 
Ma cosa devo chiedere gli 
imprenditori per ottenere cre-dito? 
Il primo a rispondere è 
Giuseppe Zanardi, area mana-ger 
di Unicredit Modena: 
«Quando dialoghiamo con le 
piccole aziende dobbiamo co-noscere 
il loro bilancio e i loro 
comportamenti». Alessandro 
Zorzi, responsabile credito di 
Area di Monte Paschi di Siena, 
ha sottolineato l’impor tanza 
dell’inter nazionalizzazione: 
«Le aziende che oggi si presen-tano 
più solidi e affidabili sono 
quelle che si sono lanciate sui 
mercati esteri già anni fa in 
maniera strutturata». Ha chie-sto 
un salto di qualità nel rap-porto 
banche-imprese Tarci-sio 
Fornaciari, responsabile 
della Direzione territoriale E-milia 
Centro Bper: «Dobbiamo 
tenere presente che i criteri 
con cui la Bce valuta gli istituti 
sono stringenti, e per ogni im-presa 
che finanziamo ci viene 
chiesto se abbiamo a disposi-zione 
la documentazione rela-tiva 
alle prospettive degli inve-stimenti 
che andiamo a soste-nere; 
operiamo in un mondo e-stremamente 
diverso rispetto 
al passato, nel quale i criteri di 
valutazione sono molto meno 
soggettivi». Uno stimolo parti-colare 
è venuto da Gabriele 
Caridi della Banca Interpro-vinciale, 
il quale ha citato il 
crowdfunding: «Si tratta di u-na 
raccolta di risorse dalla 
gente comune, ormai diffusis-simo 
all'estero. Tutti, banche e 
imprese, dobbiamo trovare 
strade nuove. Sul nostro terri-torio 
abbiamo aziende con 
grosse potenzialità e dobbia-mo 
ripartire da ciò che siamo, 
dal nostro estro e la nostra 
c re at iv i t à » . 
Altra questione sottolineata 
è quella della patrimonializza-zione: 
a molte aziende manca 
il patrimonio e non la liquidi-tà; 
tutti i rappresentanti del 
mondo creditizio sono stati u-nanimi 
nel sottolineare il pun-to. 
È stato poi sottolineato, sul-la 
base di un dato esposto da 
Ferraresi e rilevato nell’inda - 
gine Confimi, il dato di un 
buon 60% di imprese intervi-state 
che afferma di ignorare il 
proprio rating. Anche in que-sto 
caso la valutazione concor-de 
è stata sulla necessità di la-vorare 
sulle imprese affinché 
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il proprio rating.

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  • 1. ECONOMIA *58332%3(5 *58332%3(5 E-mail economia@primapagina.mo.it VENERDÌ 12 DICEMBRE 2014 IL CONVEGNO L’incontro ieri pomeriggio alla sede di Apmi Confimi, organizzatore della serie di eventi Quando banca e impresa dialogano insieme Aziende e mondo del credito a confronto nella settimana della Pmi INCONTRI Un momento del convegno di ieri (foto Foschi) ECCELLENZE NOSTRANE Aceto balsamico e Chianti insieme per il Made in Italy SINDACATI Festa ieri con i rappresentanti regionali e provinciali Trent’anni di Cisl nell’archivio di carta: taglio del nastro a palazzo Europa INSIEME Presente anche il sindaco Muzzarelli IL COMMENTO Così William Ballotta, segretario provinciale «Ecco il nostro contributo» «Verso la responsabilizzazione della comunità» «Lo scopo del nostro progetto è sottolineare il contributo fornito dalla Cisl all’evoluzione del sindacato a Modena attraverso la contrattazione locale». Il segretario provinciale della Cisl William Ballotta spiega così il riordino e la digitalizzazione dell’archivio storico della Cisl di Modena, che ha messo on line trent’anni di vita sindacale (dal 1950 al 1980). «Questo materiale è a di-sposizione non solo dei nostri dirigenti, operatori e iscritti, ma di studiosi, storici e dell’intera società modenese – dichiara Ballotta –. Da oggi chi vuole conoscere la storia della Cisl può consultare documenti e materiali originali. Si tratta di una nuova fonte, aperta alla consultazione e al confronto. Questo è il nostro piccolo contributo alla creazione di un archivio diffuso sul territorio per responsabilizzare la comunità alla conservazione delle testimonianze di ogni tipo». Il superamento di famose crisi aziendali, dalle Fon-derie alla Maserati; l’i s t i t u-zione del servizio di medicina preventiva per migliorare le condizioni di lavoro nelle fab-briche; la creazione delle coo-perative forestali per combat-tere la disoccupazione in montagna; la contrattazione territoriale. Sono molti i capi-toli della storia recente di Mo-dena contenuti nell’a rch iv i o storico della Cisl, che ha rior-dinato e pubblicato su Inter-net un’enorme mole di mate-riale che racconta trent’anni (dal 1950 al 1980) di vita del sindacato di Palazzo Europa. Quello della Cisl di Modena è uno dei primi archivi sinda-cali italiani consultabili on li-ne; il materiale è scaricabile gratuitamente con un motore di ricerca che fa dell’a rch iv i o storico della Cisl di Modena un modello per altri archivi sindacali esistenti in Italia. Ieri è stato inaugurato l’ar - chivio “car taceo”; sono inter-venuti il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, il segretario regionale della Ci-sl Giorgio Graziani, quello provinciale William Ballot-ta, gli ex segretari provincia-li Cisl Giancarlo Bernini e Antonio Guerzoni, che han-no riordinato e digitalizzato il materiale. L’archivio è com-posto da cinque sezioni: ma-nifesti, fotografie, documen-ti, testimonianze, quaderni. I manifesti sono 1.204, per la prima volta riprodotti e scari-cabili. La digitalizzazione rende accessibile una fonte in parte dimenticata e difficil-mente consultabile. L’a rch i-vio fotografico è composto da circa 1.300 foto che riguarda-no 350 avvenimenti. La digi-talizzazione crea una mag-giore integrazione delle foto con le restanti parti dell’a r-chivio. L’archivio dei docu-menti consiste di 221 record. Ogni record corrisponde a un faldone o a una cartella. Per o-gni record è previsto almeno un allegato che mostra il con-tenuto di un documento del fascicolo o del faldone. At-tualmente gli allegati sono circa 600 (relazioni congres-suali, contratti, corrispon-denza con associazioni im-prenditoriali, aziende, istitu-zioni). Le testimonianze sono costituite dalle interviste ai protagonisti dell’epoca nella contrattazione integrativa a-z i e n d a l e. Due marchi forti che si incontrano e in-traprendono un viaggio insieme per scoprire e promuovere le eccellenze del made in Italy. Due pro-dotti apparentemente di-versi ma che condividono la medesima origine, due produzioni cer-tificate e trac-ciabili a garan-zia del consu-ma t o r e , d u e brand che oggi si uniscono per fare realmente squadra su pro-getti per far co-no s c e r e i r i-spettivi prodot-ti: Aceto balsamico di Mo-dena Igp e Vino Chianti classico Docg insieme per promuovere la qualità e la tradizione che si espri-me in ogni goccia del co-siddetto “oro nero” e in o-gni sorso del famoso vino del Gallo Nero. Il progetto di collaborazione che li vede protagonisti con i ri-spettivi Consorzi, è stato presentato questa matti-na a Firenze al mercato di San Lorenzo nell'Enoteca del Chianti Classico, in occasione del pranzo Dop Christmas, la tavola delle eccellenze, seguito dalla presentazione in an-teprima del piatto che sa-rà servito nei giorni suc-cessivi all'Enoteca. «I l mercato globale chiede realtà imprendito-rial i più strut turate, mentre le esigenze di un mercato fluttuante spin-gono verso organizzazio-ni più leggere e malleabi-li capaci di adattarsi a si-tuazioni variegate - affer-ma Federico Desimoni, direttore del consorzio tutela Aceto balsamico di Modena Igp -. In questo contesto fare sistema non vuol dire solo poten-ziare e ingigant ire le strutture, ma affrontare le sfide del mercato con intelligenza e creatività, con uno sguardo più at-tento alle esigenze comu-ni ». È possibile migliorare il rapporto tra imprese e banche? In un’economia glo-balizzata, quali sono i criteri di valutazione applicati? Que-sti gli spunti che ieri pomerig-gio hanno guidato la tavola ro-tonda dal titolo “Pmi, credito e strumenti innovativi”, tenuto-si nella sede di Apmi Confimi Impresa Modena, nell’ambito della settima edizione della “Settimana della piccola e me-dia impresa”. Presenti, oltre al presidente alcuni importanti rappresentanti del mondo bancario quali Luca Lorenzi, presidente Abi Emilia-Roma-gna e Guglielmo Belardi, re-sponsabile promozione Me-diocredito centrale insieme a Cristiano Bernassati, presi-dente GTechnology Fondazio-ne Organismo di ricerca e a Giacomo Ferraresi Tesoriere e Responsabile dell’Area fi-nanza dell’associazione. Allla tavola rotonda hanno inoltre partecipato Gabriele Caridi, direttore commerciale della Banca Interprovinciale, Tar-cisio Fornaciari, responsabile territoriale Emilia Centro B-per, Giuseppe Zanardi, Area manager di Unicredit Banca e Alessandro Zorzi, responsabi-le credito di Area di Mps.A fa-re gli onori di casa il presiden-te Gorzanelli, che ha rimarca-to l’obiettivo di «collaborare con le banche, dando spazio a quegli strumenti che possono rendere più trasparente il rap-porto con le imprese. A tale proposito - ha sottolineato - è importante dare spazio alle start-up e come associazione stiamo facendo un lavoro spe-cifico in questo senso, offren-do alle neo imprese un anno in-tero di servizi associativi to-talmente gratuiti». È poi toc-cato a Ferraresi, esporre l’ana - lisi svolta da Confimi nelle provincie di Modena e Reggio, che ha coinvolto 207 aziende che rappresentano complessi-vamente più di un milione di fatturato e quasi 3.700 dipen-denti. Luca Lorenzi, presidente A-bi, ha auspicato che la nuova liquidità concessa proprio in queste ore dalla Bce alle ban-che europee «venga immessa nel l’economia reale, e distri-buita quindi a imprese e fami-glie. La vera crisi - ha aggiunto Lorenzi - è quella dei consumi e di conseguenza del mondo industriale». Costituisce un problema, a giudizio presso-ché unanime dei rappresen-tanti del mondo del credito, se-lezionare i clienti giusti da fi-nanziare. In particolare, dai dati presentati da Abi, la pro-vincia modenese registra dif-ficoltà maggiori rispetto ad al-tre aree, con i prestiti alle im-prese calati del 3% e quelli alle famiglie del 2,1%, mentre le sofferenze sono arrivate al 12%. Guglielmo Belardi del Microcredito centrale: «Le banche sono imprese commer-ciali come le altre imprese: de-vono selezionare i soggetti con cui lavorare; il Fondo di Ga-ranzia è un ulteriore strumen-to a disposizione. A Modena c’è largo uso di questa soluzio-ne, basti pensare che da gen-naio a novembre le banche hanno fatto quasi 1.300 richie-ste di copertura, il 50% in più rispetto al 2013, segno che la volontà di finanziare le impre-se c’è». Ma cosa devo chiedere gli imprenditori per ottenere cre-dito? Il primo a rispondere è Giuseppe Zanardi, area mana-ger di Unicredit Modena: «Quando dialoghiamo con le piccole aziende dobbiamo co-noscere il loro bilancio e i loro comportamenti». Alessandro Zorzi, responsabile credito di Area di Monte Paschi di Siena, ha sottolineato l’impor tanza dell’inter nazionalizzazione: «Le aziende che oggi si presen-tano più solidi e affidabili sono quelle che si sono lanciate sui mercati esteri già anni fa in maniera strutturata». Ha chie-sto un salto di qualità nel rap-porto banche-imprese Tarci-sio Fornaciari, responsabile della Direzione territoriale E-milia Centro Bper: «Dobbiamo tenere presente che i criteri con cui la Bce valuta gli istituti sono stringenti, e per ogni im-presa che finanziamo ci viene chiesto se abbiamo a disposi-zione la documentazione rela-tiva alle prospettive degli inve-stimenti che andiamo a soste-nere; operiamo in un mondo e-stremamente diverso rispetto al passato, nel quale i criteri di valutazione sono molto meno soggettivi». Uno stimolo parti-colare è venuto da Gabriele Caridi della Banca Interpro-vinciale, il quale ha citato il crowdfunding: «Si tratta di u-na raccolta di risorse dalla gente comune, ormai diffusis-simo all'estero. Tutti, banche e imprese, dobbiamo trovare strade nuove. Sul nostro terri-torio abbiamo aziende con grosse potenzialità e dobbia-mo ripartire da ciò che siamo, dal nostro estro e la nostra c re at iv i t à » . Altra questione sottolineata è quella della patrimonializza-zione: a molte aziende manca il patrimonio e non la liquidi-tà; tutti i rappresentanti del mondo creditizio sono stati u-nanimi nel sottolineare il pun-to. È stato poi sottolineato, sul-la base di un dato esposto da Ferraresi e rilevato nell’inda - gine Confimi, il dato di un buon 60% di imprese intervi-state che afferma di ignorare il proprio rating. Anche in que-sto caso la valutazione concor-de è stata sulla necessità di la-vorare sulle imprese affinché conoscano e “manuteng ano” il proprio rating.