1. News 40/SA/2015
Lunedì,12 Ottobre 2015
Sistema di Allerta Rapido europeo per Alimenti e Mangimi Pesticidi
Pezzi di vetro in sugo italiano e norovirus in ostriche francese. Ritirati dal mercato
europeo 48 prodotti.
Nella settimana n°40 del 2015 le segnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta
europeo per alimenti e mangimi (Rasff) sono state 48 (9 quelle inviate dal Ministero
della salute italiano).
L’elenco dei prodotti distribuiti in Italia oggetto di allerta comprende un caso per
norovirus in ostriche vive provenienti dalla Francia.
Nella lista delle informative sui prodotti diffusi in Italia che non implicano un
intervento urgente troviamo: uso non autorizzato di colorante (E127 – eritrosina) in
flan all’aroma di fragola dal Marocco; pane di segale dai Paesi Bassi infestato da
muffe.
Tra i lotti respinti alle frontiere od oggetto di informazione, l’Italia segnala:
rivestimento interno che si stacca da set di utensili in acciaio proveniente dalla Cina;
aflatossine in nocciole provenienti dalla Turchia; livello di migrazione globale troppo
alto, da guanti in gomma nitrilica dalla Malesia; residui di pesticida (clorpirifos) in
olive in salamoia provenienti da Egitto; aflatossine in semi di arachidi provenienti
dalla Cina; residui di pesticida (malathion) in prezzemolo secco dall’Egitto,
attraverso la Turchia; migrazione di cromo da affettatrice per verdure dal Giappone.
Questa settimana tra le esportazioni italiane in altri Paesi che sono state ritirate dal
mercato, la Germania segnala un’allerta per possibile presenza di pezzi di vetro in
“Sugo Napoli” (Nudelsauce Napoli) per tagliatelle della marca Mondo Italiano
2. venduta presso i supermercati Netto Marken-Discount, in vasetti di vetro da 400 ml,
con il termine minimo di conservazione “7/2018” ; l’Irlanda segnala presenza di
glutine e latte non dichiarati tra gli ingredienti in salsa al pesto di basilico via Regno
Unito. (Articolo di Valeria Nardi)
Fonte:ilfattoalimentare.it
Stop TTIP: dal 10 al 17 ottobre in tutta Europa la settimana contro l’accordo di
libero scambio tra Usa e UE.
Dal 10 al 17 ottobre in tutta Europa si celebra la Settimana europea di mobilitazione
Stop TTIP (l’accordo di libero scambio e investimenti tra Unione Europea e Stati
Uniti), ma che si pone l’obiettivo di accendere i riflettori anche sul TPP (il trattato di
libero commercio e investimenti transpacifico appena sottoscritto tra Stati Uniti,
Canada e vari Paesi asiatici), il TISA (il negoziato di liberalizzazione dei servizi, che
tocca molti settori) e il CETA (il trattato di libero scambio e investimenti tra Canada e
Unione Europea).
Dal 15 al 17 ottobre a Bruxelles, insieme ai movimenti europei contro l’austerità,
molte associazioni che si battono contro il TTIP, forti di oltre tre milioni di firme di
cittadini raccolte in tutta Europa, protesteranno contro il Vertice europeo, mentre il
14 ottobre negli Usa si celebrerà una giornata d’azione sull’impatto dei
cambiamenti climatici.
Il 10 ottobre si svolgeranno eventi in centinaia di città nella maggior parte dei Paesi
dell’Unione. La più grande manifestazione è attesa a Berlino (il Comitato Stop TTIP
Bolzano parteciperà).
A Milano il Comitato Stop TTIP organizza, il 10 ottobre dalle 15 alle 20, una
manifestazione alla Darsena, con interventi qualificati sui vari aspetti del trattato
(vedi sotto), teatro di strada per i bambini con l’associazione Pane e Mate, musica
dal vivo con Mi Toca Samba e Fonc, flash mob, raccolta firme contro il TTIP,
volantinaggi e distribuzione di materiale informativo, aperitivo bio. Sulla piazza
innalzeremo una grande mongolfiera per sorreggere un megastriscione contro il TTIP.
Fonte: ilfattoalimentare.it
3. "Senza lattosio": chiarimenti dal Ministero della Salute
Il Ministero della Salute fa un passo avanti verso la certezza legale. Dopo anni di
incertezze, e con una piena responsabilità però nella gestione del rischio (risk
management) – e quindi negli aspetti di autorizzazione di prodotti alimentari che
potessero essere definiti “senza lattosio” o “a basso contenuto di lattosio”, la
Direzione Generale della Sicurezza degli Alimenti e della nutrizione ha pubblicato
una nota esplicativa.
In precedenza, il dubbio infatti riguardava la soglia: per alcuni 0,01 g per 100 g /ml;
per altri, 0,1 invece veniva considerato sufficiente.
Semplificazione
Certo, la normativa armonizzata a livello europeo prevede che i cosiddetti ADAP
(Alimenti Destinati ad una Alimentazione Particolare) vadano assoggettati al regime
di etichettatura ordinario (articolo 36 del reg. 1169/2011. In tal senso, prodotti senza
glutine o con un basso contenuto, così come i prodotti senza lattosio o a basso
contenuto, non saranno più “prodotti dietetici” soggetti a preventiva prassi di
autorizzazione ministeriale, con registrazione nell’apposito elenco. E questo è un
primo passo verso la semplificazione.
Tornando al lattosio- ed è questa la vera novità- in attesa di una normativa UE
analogamente armonizzata-il Ministero ha precisato le soglie per “senza lattosio” e
“a basso contenuto di lattosio”.
Lattosio
In attesa di una norma Europea che armonizzi il quadro legislativo in modo simile a
quanto fatto sul glutine – e che da rumors si presume verrà pubblicata dopo il20
luglio 2016, data di entrata in vigore saranno da considerarsi valide le considerazioni
presenti nella Nota Ministeriale in oggetto.
•Verrà eliminata la dicitura “delattosato”, in quanto precedentemente
associata alla dicitura “dietetico”. Si potrà usare al suo posto la diciturasenza
lattosio per i prodotti lattiero caseari e per il latte con contenuto di
lattosio inferiore a 0,1 g per 100 g o ml e sulle cui etichette andrà aggiunta la
dicitura meno di… (riportante la soglia residua di lattosio)
•Solo per i latti e i latti fermentati si potrà usare la dicitura a ridotto contenuto
di lattosio, solo se il lattosio è inferiore a 0,5 g per 100 g o ml. Sulle etichette in
questione andrà riportata l’indicazione che il tenore di lattosio è meno di 0,5 g
per 100 g o ml
4. Le due precedenti diciture dovranno necessariamente essere integrate da
una indicazione del tipo: “il prodotto contiene glucosio e galattosio in
conseguenza della scissione del lattosio”.
Scompare “per diabetici”
Non risultando infine più ammissibili per gli alimenti indicazioni del tipo “prodotto per
diabetici”: l’uso in prodotti alimentari -come pure negli integratori- di suddette
denominazioni prospetterebbe benefici verso una malattia come il diabete che
invece va adeguatamente trattata e disciplinata in altro modo.
Glutine
Per il glutine le cose sono chiarite in modo sufficiente nel reg. 828/2014 che indica le
soglie necessarie (20 mg e 100 mg) rispettivamente per utilizzare in etichetta e
promozione le indicazioni “senza glutine” e “ a basso contenuto di glutine” o
analoghe perifrasi.
Health claims: non usabili per Alimenti a Fini Medici Speciali
Un ultimo chiarimento viene poi avanzato dal Ministero: per gli Alimenti a Fini Medici
Speciali (AFMS), categoria che invece continua ad esistere a livello europeo,
questi non potranno utilizzare- in quanto apertamente in ambito terapeutico- i claim
di salute ordinariamente utilizzabili per alimenti comuni, claim riferiti a prodotti di
largo consumo e che non possono in alcun modo vantare proprietà curative o
terapeutiche.
Fonte:www.sicurezzaalimentare.it
Lanciata banca dati delle colture GM per garantire la sicurezza dei mangimi nell’UE
Questo è il risultato di un progetto europeo, MARLON, che ha visto 11 partner del
progetto di otto paesi che hanno svolto indagini nei loro rispettivi paesi. Il progetto
intende monitorare i vari impatti degli OGM sulla salute degli animali da
allevamento, tramite una banca dati on line- IPAFEED. La banca dati potrebbe
dimostrarsi preziosa per evitare i rischi sanitari correlati ai mangimi.
Sebbene infatti gli OGM siano autorizzati a livello UE in via centralizzata come
mangimi (reg. CE 1829/2003) e quindi vi sia una presunzione di sicurezza- nel tempo
stanno aumentando le preoccupazioni circa effetti sanitari o ambientali che
impiegano tempo ad emergere. Un aspetto su tutti riguarda la presenza di tratti
genetici resistenti al glifosato, che si possono diffondere ad altre specie vegetali-
proprio mentre il glifosato viene sempre più messo sotto attenzione dall’Istituto
Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) e da Efsa.
Trasparenza
Per creare la banca dati IPAFEED sono state estratte le informazioni da documenti
scientifici con descrizioni dettagliate di ogni studio, risultati accessibili e collegamenti
5. alle fonti. La banca dati è stata continuamente aggiornata durante i tre anni del
progetto, che si è concluso a luglio 2015.
Al fine di garantire più trasparenza, il progetto MARLON si è proposto di raccogliere
in un’unica piattaforma le conoscenze riguardanti le colture GM nei mangimi
animali. Inoltre I ricercatori hanno raccolto informazioni su, ad esempio, gli indicatori
della salute animale misurabili e come analizzare al meglio l’esposizione.
Monitorare contenuto di OGM nei mangimi
Benché questo requisito non sia ancora obbligatorio per i mangimi GM, il consorzio
MARLON ha stabilito che l’agricoltura europea dovrebbe stare al passo
predisponendo i mezzi per monitorare attentamente il contenuto di GM nei
mangimi. Ciò predisporrà gli strumenti necessari per i legislatori nel caso in cui il
monitoraggio successivo all’immissione sul mercato diventi un requisito legale.
Fonte: www.sicurezzaalimentare.it
Trombina per carne e pesce ricostituiti: sicuro il suo uso
L’enzima trombina -ricavato dal sangue di suini o bovini- è utilizzato nell'industria
alimentare insieme al fibrinogeno, una proteina ottenuta parimenti dal sangue di tali
animali, per legare assieme pezzi di carne o pesce, dando loro la forma di un unico
taglio.
Aspetto questo criticato, in quanto potenzialmente ingannevole per i consumatori.
Già spopolano in rete video di "ricostituzione" della carne: apparenti bistecche in
realtà fatte con piccolo pezzi di scarto. Insomma il tema è sensibile.
Sicurezza alimentare
In seguito ad una richiesta di valutazione, gli scienziati dell’EFSA hanno concluso che
la trombina non pone problemi di sicurezza sulla base del fatto che deriva da parti
di animali che sono destinate al consumo umano, purché si produca in condizioni
igieniche conformi alle norme UE.
L'enzima alimentare è usato insieme con fibrinogeno aggiunto; la trombina catalizza
la trasformazione del fibrinogeno in fibrina, che interagisce con il collagene, e
permette il legame di pezzi di carne / pesce per conseguente preparazioni di carni,
prodotti a base di carne e di prodotti della pesca.
L’esposizione alimentare alla trombina come un enzima alimentare è stata stimata
per la popolazione europea, ma siccome l'enzima alimentare è derivato da parti
commestibili di animali, non sono necessarie prove tossicologiche. Considerando
l'origine dell'enzima alimentare, il gruppo CEF ritiene che la probabilità di un
alimento reazione allergica a questo trombina è bassa e, quindi, non dà luogo a
problemi di sicurezza. Efsa ha così concluso che questo enzima alimentare non dà
luogo a preoccupazioni per la sicurezza nelle condizioni d'uso previste.
6. Le uniche questioni vere che la trombina solleva di conseguenza riguardano la
natura commerciale dello stesso prodotto alimentare finito.
La forza dell'apparenza....
Il rischio, è che i consumatori non siano in grado di riconoscere un pezzo di carne
ricostituita o invece pesce ricostituito. In tal senso, la normativa –proprio per evitare
profili di ingannevolezza ai consumatori- prevede che in etichetta vada
indicata “carne ricostituita” o “pesce ricostituito”. Ma sarà sufficiente?
Già il 19 maggio 2010 il Parlamento europeo aveva bocciato la proposta di
introduzione della trombina, proprio per profili di ingannevolezza ai consumatori. Gli
additivi alimentari infatti sono consentiti a livello di cornice normativa generale- solo
se strettamente necessari e se non presentino aspetti che possano ingannare i
consumatori circa la reale natura dell’alimento (reg. CE 1333/2008) e -come peraltro
previsto sotto i principi “Pratiche leali di informazione” della normativa UE
armonizzata in tema di informazioni ai consumatori (anche tramite etichettatura).
Ora, il dubbio è che basti una indicazione degli ingredienti a far capire ai
consumatori cosa stanno comprando: quando l’apparenza è quella di carne (o
pesce) in tutto e per tutto. E si sa, una immagine vale più di mille parole.
Fonte:sicurezzaalimentare.it
7. Le uniche questioni vere che la trombina solleva di conseguenza riguardano la
natura commerciale dello stesso prodotto alimentare finito.
La forza dell'apparenza....
Il rischio, è che i consumatori non siano in grado di riconoscere un pezzo di carne
ricostituita o invece pesce ricostituito. In tal senso, la normativa –proprio per evitare
profili di ingannevolezza ai consumatori- prevede che in etichetta vada
indicata “carne ricostituita” o “pesce ricostituito”. Ma sarà sufficiente?
Già il 19 maggio 2010 il Parlamento europeo aveva bocciato la proposta di
introduzione della trombina, proprio per profili di ingannevolezza ai consumatori. Gli
additivi alimentari infatti sono consentiti a livello di cornice normativa generale- solo
se strettamente necessari e se non presentino aspetti che possano ingannare i
consumatori circa la reale natura dell’alimento (reg. CE 1333/2008) e -come peraltro
previsto sotto i principi “Pratiche leali di informazione” della normativa UE
armonizzata in tema di informazioni ai consumatori (anche tramite etichettatura).
Ora, il dubbio è che basti una indicazione degli ingredienti a far capire ai
consumatori cosa stanno comprando: quando l’apparenza è quella di carne (o
pesce) in tutto e per tutto. E si sa, una immagine vale più di mille parole.
Fonte:sicurezzaalimentare.it