1. News 37/SA/2015
Lunedì,21 Settembre 2015
Sistema di Allerta Rapido europeo per Alimenti e Mangimi Pesticidi
Metalli pesanti da coltelli cinesi e salmonella in carne di tacchino dal Brasile. Ritirati
dal mercato europeo 48 prodotti
Nella settimana n°37 del 2015 le segnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta
europeo per alimenti e mangimi (Rasff) sono state 48 (9 quelle inviate dal Ministero
della salute italiano).
L’elenco dei prodotti distribuiti in Italia questa settimana non comprende allerte
gravi, mentre per le informative dei prodotti che non implicano un intervento
urgente troviamo: presenza di DNA di ruminanti in farina di pesce destinata a
mangimi dalla Spagna.
Salmonella in preparazione di carne di tacchino dal Brasile
Tra i lotti respinti alle frontiere od oggetto di informazione, l’Italia segnala: livello di
residui di farmaci veterinari (sulfadimetossina) oltre i limiti in carne di coniglio
refrigerata da Italia; migrazione di cromo e di manganese e livello di migrazione
globale troppo alto da coltelli per il burro, mannaie e coltelli da tavola in acciaio
cinesi; eccesso di solfiti in scampi refrigerati dalla Croazia; deterioramento di pesce
fresco (ombrina bocca d’oro – Argyrosomus regius, dentice – Dentex dentex,
spigola – Dicentrarchus labrax, ricciola – Seriola dumerili) dall’Egitto; Salmonella in
preparazione a base di carne di tacchino congelata dal Brasile; migrazione di
cromo da coltelli in acciaio inossidabile cinesi; residui di pesticida (clorpirifos metile)
in olive in salamoia provenienti dall’Egitto; mercurio in filetti refrigerati di pesce San
Pietro (Zeus faber) dalla Tunisia.
2. Questa settimana tra le esportazioni italiane in altri Paesi che sono state ritirate dal
mercato, la Gran Bretagna segnala etichettatura insufficiente per gelato al
cioccolato (distribuito in Gibilterra, Irlanda, UK); la Svezia segnala Salmonella
Senftenberg in farina di colza biologica distribuita in Svezia; Cipro segnala presenza
di DNA di ruminanti in mangimi per orata, con materie prime provenienti da Spagna.
(Articolo di Valeria Nardi)
Fonte:ilfattoalimentare.it
Container in mare: l’impatto sull’ambiente e sulla qualità dei trasporti di
alimenti. I risultati delle ricerche dell’Università di Bologna presentate a Expo.
Il trasporto dei prodotti alimentari sulle lunghe distanze ha assunto sempre maggior
rilevanza negli ultimi anni, con viaggi che durano anche 30-40 giorni, in container su
navi, esposti a notevoli variazioni di temperatura e ad altri fattori, come vibrazioni e
umidità. I prodotti freschi vengono trasportati in container refrigerati, mentre altri no
e sono sottoposti a notevoli stress, che possono incidere sulla qualità finale del
prodotto, una volta arrivato a destinazione.
Le attività di logistica nel settore agroalimentare sono oggetto di studio all’Università
di Bologna, per tracciare le modalità e le condizioni di trasporto di alcuni prodotti
alimentari, valutando gli impatti sulla qualità e la sicurezza alimentare, quelli
economici e quelli ambientali. Attualmente, l’attenzione è focalizzata sul vino e l’olio
di oliva, per identificare le criticità e le opportunità di miglioramento. A breve, l’idea
è inserire nell’analisi altri prodotti come frutta, verdura e carni.
Lo stato di queste ricerche è stato illustrato durante un convegno organizzato da
Granarolo all’Expo 2015 da Riccardo Manzini, direttore del Food Supply Chain
Center del Dipartimento di Ingegneria industriale dell’ateneo bolognese. Il progetto
vuole coinvolgere un sempre maggior numero di aziende agroalimentari italiane, al
fine di tutelare e valorizzare l’export dei prodotti tipici, garantire la qualità e la
tracciabilità a tutela del consumatore finale, e verificare la sostenibilità ambientale
e sociale dell’intera catena logistica dei prodotti alimentari.
I ricercatori dell’Università di Bologna hanno sviluppato un laboratorio di
monitoraggio e simulazione degli stress fisico ambientali. In una prima fase vengono
inseriti dei registratori di dati e delle tecnologie di tracciabilità nelle varie spedizioni
di merce. Terminato il viaggio, queste apparecchiature vengono inviate
all’Università di Bologna, che ne analizza i dati in dettaglio e ricostruisce in
laboratorio le condizioni di trasporto (temperatura, umidità, vibrazioni) mediante
l’impiego di un simulatore, effettuando anche un’analisi organolettica (sensoriale) e
3. di laboratorio, per giudicare gli effetti sulla qualità del prodotto imputabili al
trasporto.
I dati hanno mostrato che nei container non refrigerati i prodotti vanno incontro a
rilevanti sbalzi di temperatura, che possono andare dai -15° ai +50° e che, nel caso
dei vini, sensibili alle alte temperature, possono avere effetti diversi tra quelli bianchi
e quelli rossi, mentre l’olio è sensibile alle basse temperature. I sensori indicano
anche come gli stress dovuti alle vibrazioni, che possono provocare fenomeni di
ossidazione, sono decisamente maggiori durante le operazioni condotte nei porti,
rispetto alla navigazione in mare.
La conoscenza di questi dati e dei possibili danni qualitativi ai prodotti alimentari
trasportati consente alle aziende produttrici di organizzarsi al meglio per ridurre gli
effetti negativi. Come spiega Manzini, l’opzione di generalizzare l’utilizzo di container
refrigerati è interessante, ma comporta un significativo costo per le aziende e un
notevole impatto ambientale. La soluzione verso cui ci si sta indirizzando è di
utilizzare delle specie di cappotti termici per coprire i container, limitando gli sbalzi di
temperatura, e cercando di posizionare i container nelle zone della nave meno
sottoposte a vibrazioni. Un elemento importante, però, è che queste misure
diventino pratica comune da parte di un numero significativo di produttori di beni
alimentari, in modo che chi adotta le soluzioni più avanzate non risulti penalizzato
dal punto di vista dei costi, rispetto ai concorrenti. (Articolo di Beniamino Bonardi)
Fonte:ilfattoalimentare.it
La ’bufala’ della carne bovina infetta da Aids, i chiarimenti degli esperti dell’Iss
La notizia relativa alla carne bovina infetta da Aids, che circola in questi giorni sui
social network, è "assolutamente priva di ogni fondamento, una vera 'bufala',
perché gli alimenti di qualsiasi genere non possono contenere il virus Hiv, né
tantomeno causare un'infezione da questo virus".
Così tranquillizzano gli esperti dell'Istituto superiore di sanità (Iss) sul sito Uniti contro
l'Aids, in merito alla falsa notizia on line secondo cui ci sarebbero stati sequestri in
tutta Italia di quintali di carne infetta da Aids.
In caso di dubbi o per maggiori informazioni è possibile chiamare il telefono verde
Aids e Ist (Infezioni sessualmente trasmesse) 800.861.061, attivo dal lunedì al venerdì
dalle ore 13.00 alle 18.00, o consultare il sito Uniti contro l'Aids.
"Il virus Hiv è in grado di infettare solo l'uomo - chiariscono gli specialisti - e alcune
specie di scimmia e si inattiva rapidamente quando esposto all'aria aperta. Le
uniche vie di contagio di questa infezione rimangono pertanto i rapporti sessuali con
4. persone che vivono con l'Hiv non protetti da preservativo, lo scambio immediato di
sangue infetto tramite siringa, nonché la trasmissione verticale da madre Hiv positiva
a figlio".
Fonte:salute.gov.it
Ripartiti tra gli Stati membri gli aiuti straordinari per la crisi Ue di latte e carni
Ripartito dal Consiglio dei ministri Ue il budget straordinario di 500 milioni di euro
definito per far fronte alla grave crisi che sta attraversando la zootecnia europea. Lo
stanziamento è stato varato dai ministri Ue lo scorso 7 settembre e a distanza di una
settimana lo stesso Consiglio europeo riunito al Lussemburgo ha provveduto alla sua
ripartizione. In realtà le risorse distribuite tra gli stati membri sono circa 420 milioni
perché c'è una fetta del plafond che invece sarà gestita a livello centrale e non
verrà distribuita sul territorio.
La crisi dei prezzi di latte e carni
I singoli stati membri godranno di massima flessibilità nella scelta delle misure anticrisi
da adottare per far fronte alle difficoltà del settore zootecnico. Una crisi che in tutti i
paesi riguarda soprattutto la caduta dei prezzi (particolarmente grave per il latte
con un calo delle quotazioni innescato a partire dallo scorso aprile con la fine del
sistema delle quote) ma con una diversa intensità a seconda della maggiore o
minore esposizione nei confronti del settore del latte o di quello delle carni.
L'Italia punta su aiuti diretti e stoccaggio privato
Secondo quando confermato dal ministero per le Politiche agricole l'Italia interverrà
con aiuti diretti alle imprese , stoccaggio privato di formaggi e carni e promozione
straordinaria dei due settori tanto sul mercato interno quanto nei Paesi terzi. «Per
l'Italia – spiega una nota del ministero per le Politiche agricole – l'intervento prevede
risorse per oltre 28 milioni di euro di cui 25 per gli aiuti diretti e una quota per lo
stoccaggio dei formaggi che può arrivare a quasi 50mila tonnellate». Per le carni
suine invece saranno aumentati i prezzi di stoccaggio e il ventaglio dei prodotti
ammessi.
Tra le misure l'anticipo dei premi Pac
La Commissione autorizzerà anche l'anticipo fino al 70% del pagamento degli aiuti
diretti a partire dal 16 ottobre, con semplificazione - come richiesto dall'Italia - delle
procedure. Confermate anche le misure di medio lungo periodo, in particolare la
creazione di Gruppo di alto livello per un rafforzamento del monitoraggio del
mercato del latte e delle carni. Gli Stati membri hanno condiviso anche l'impegno
della Commissione di coinvolgere l'Autorità per la concorrenza europea sulla
catena alimentare, in particolare sulla problematica del prezzo alla produzione e al
consumo.
5. Martina: azioni decise per tutelare i redditi degli allevatori
«Servono azioni decise – ha detto il ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina
– per tutelare il reddito degli allevatori e per questo abbiamo chiesto alla
Commissione di intervenire con urgenza e con misure semplici e flessibili. Le nuove
risorse messe a disposizione – ha aggiunto - sono utili per rispondere alle esigenze di
liquidità delle imprese e si vanno ad aggiungere al nostro pacchetto latte da 120
milioni di euro. Un primo passo che vogliamo concretizzare con le decisioni
operative a livello nazionale, sulle quali siamo già al lavoro. Il nostro lavoro
quotidiano per soluzioni operative a favore dei nostri produttori continua e per
questo abbiamo voluto fissare un nuovo incontro con Spagna, Francia e Portogallo
per il 24 ottobre in Italia». «Abbiamo chiesto garanzie - ha precisato dal canto uso il
vice ministro alle Politiche agricole, Andrea Olivero presente a Lussemburgo - per
una filiera strategica come quella zootecnica, trovando finalmente nella
Commissione europea risposte concrete. Lo stoccaggio privato dei formaggi
rappresenta per noi uno strumento importante e che vogliamo ulteriormente
rafforzare, anche grazie all'elasticità prevista dalla Commissione nella gestione delle
quote assegnate. Insieme a Spagna e Francia, chiediamo di continuare il
monitoraggio del settore lattiero per aggiornare le misure del pacchetto alle
eventuali necessità che dovessero emergere. È importante lavorare anche sul lungo
periodo e credo che sia davvero necessario un intervento dell'autorità sulla
concorrenza contro le pratiche sleali sul mercato a livello europeo».
A Germania e Francia la leadership delle risorse Ue
Come già accennato del budget ripartito di 420 milioni di euro all'Italia ne andranno
circa 25. Quote sensibilmente maggiori saranno riservate alla Germania (69,2 milioni)
e alla Francia (62,9). Più distanziati il Regno Unito (36,1), l'Olanda (29,9), la Polonia
(28,9) a seguire Spagna (25,5) e appunto l'Italia. (Articolo a cura di Giorgi
Dell'Orefice)
Fonte:ilsole24ore.it
6. Martina: azioni decise per tutelare i redditi degli allevatori
«Servono azioni decise – ha detto il ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina
– per tutelare il reddito degli allevatori e per questo abbiamo chiesto alla
Commissione di intervenire con urgenza e con misure semplici e flessibili. Le nuove
risorse messe a disposizione – ha aggiunto - sono utili per rispondere alle esigenze di
liquidità delle imprese e si vanno ad aggiungere al nostro pacchetto latte da 120
milioni di euro. Un primo passo che vogliamo concretizzare con le decisioni
operative a livello nazionale, sulle quali siamo già al lavoro. Il nostro lavoro
quotidiano per soluzioni operative a favore dei nostri produttori continua e per
questo abbiamo voluto fissare un nuovo incontro con Spagna, Francia e Portogallo
per il 24 ottobre in Italia». «Abbiamo chiesto garanzie - ha precisato dal canto uso il
vice ministro alle Politiche agricole, Andrea Olivero presente a Lussemburgo - per
una filiera strategica come quella zootecnica, trovando finalmente nella
Commissione europea risposte concrete. Lo stoccaggio privato dei formaggi
rappresenta per noi uno strumento importante e che vogliamo ulteriormente
rafforzare, anche grazie all'elasticità prevista dalla Commissione nella gestione delle
quote assegnate. Insieme a Spagna e Francia, chiediamo di continuare il
monitoraggio del settore lattiero per aggiornare le misure del pacchetto alle
eventuali necessità che dovessero emergere. È importante lavorare anche sul lungo
periodo e credo che sia davvero necessario un intervento dell'autorità sulla
concorrenza contro le pratiche sleali sul mercato a livello europeo».
A Germania e Francia la leadership delle risorse Ue
Come già accennato del budget ripartito di 420 milioni di euro all'Italia ne andranno
circa 25. Quote sensibilmente maggiori saranno riservate alla Germania (69,2 milioni)
e alla Francia (62,9). Più distanziati il Regno Unito (36,1), l'Olanda (29,9), la Polonia
(28,9) a seguire Spagna (25,5) e appunto l'Italia. (Articolo a cura di Giorgi
Dell'Orefice)
Fonte:ilsole24ore.it