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News 41/A/2016
Lunedì, 10 Ottobre 2016
Edifici, firmato Dm su assorbimento elettrosmog.
Con un comunicato del 7 ottobre 2016 il Ministero dell’ambiente ha informato
l’avvenuta firma del Dm che stabilisce i valori di assorbimento del campo
elettromagnetico da parte delle strutture degli edifici.
Il provvedimento è parte di un pacchetto di decreti attuativi dell’articolo 14 del Dl
179/2012 convertito in legge 221/2012 che integrava la normativa tecnica in
materia di elettrosmog recata dal Dpcm 8 luglio 2013 attuativo della legge quadro
in materia (36/2001). Il Dm Ambiente in parola in particolare approva le Linee guida
predisposte dall’Ispra e dalle Agenzie di protezione ambientali delle Regioni e delle
Province autonome sui valori di assorbimento del campo elettromagnetico da parte
delle strutture degli edifici (pareti e coperture con finestre o altre aperture di
analoga natura).
E’ invece già in vigore l’altro decreto attuativo del Dl 179/2012, il Dm Ambiente 2
dicembre 2014 relativo sia alle modalità con cui gli operatori forniscono a Ispra e
alle Arpa i dati di potenza degli impianti sia ai fattori di riduzione della potenza da
applicare nelle stime previsionali per tenere conto della variabilità temporale
dell’emissione degli impianti nell’arco delle 24 ore. (Articolo di Francesco Petrucci)
Fonte: reteambiente.it
Discarica abusiva, reato permane anche dopo fine attività.
La disciplina sulle discariche ex Dlgs. 36/2003, che prevede espressamente “gestione
operativa” e “gestione post-operativa”, impedisce di restringere l’interpretazione
della condotta criminosa alla sola discarica “in esercizio”.
A ribadirlo è la Corte di Cassazione (sentenza 39781/2016) che, nel respingere il
ricorso contro una sentenza della Corte di Appello di Milano, sottolinea come anche
la fase successiva alla chiusura della discarica debba ritenersi attratta nell’ambito
del reato sanzionato dall’articolo 256, comma 3, Dlgs. 152/2006.
La “permanenza” del reato in questione, infatti, può essere interrotta solo da una
causa naturalistica (come la rimozione dei rifiuti) o giudiziale (come il sequestro o
una sentenza di condanna), in assenza delle quali, ai fini della prescrizione, la
consumazione del reato non può essere individuata nell’ultimo (illecito)
conferimento dei rifiuti.
Il reato di omessa bonifica (articolo 257, Dlgs 152/2006), d’altra parte, non si pone in
diretta continuità con la disciplina in questione in quanto il concetto di “degrado”
dell’area, alla base della discarica abusiva, non necessariamente coincide con i
concetti di “contaminazione” del sito e di “inquinamento” che fondano l’obbligo di
bonifica. (Articolo di Alessandro Geremei).
Fonte: reteambiente.it
Responsabilità 231, Senato procede sul “Whistleblowing”
E’ partita la discussione al Senato del Ddl “Whistleblowing”, che impone ai lavoratori
di segnalare il verificarsi di reati ambientali e violazioni di norme antiinfortunistiche
all’interno delle società.
In data 28 settembre è iniziato l’esame alla Commissione Affari Costituzionali del
Senato (Ddl n.2208) della proposta di legge n.3365 (approvata il 21 gennaio 2016
dalla Camera dei Deputati) riguardante la protezione del segnalante irregolarità
all’interno del settore pubblico (articolo 1) e privato (articolo 2). La proposta di
legge, se approvata dall’Aula tal quale, vedrà la modifica dell’articolo 6 del Dlgs
231/2001 (Responsabilità degli Enti); in particolare, in base alle modificazioni
introdotte, i modelli organizzativi di cui al suddetto articolo 6 dovranno prevedere a
carico di soggetti apicali e non, un obbligo di segnalazione circa le condotte illecite
perpetratasi all’interno dell’Ente, con relative misure idonee a tutelare il segnalante
da atti di ritorsione.
L’adozione del nuovo modello organizzativo riguarderà anche tutte quelle società
al cui interno possono essere commessi reati ambientali e di violazione di norme
sulla sicurezza sul lavoro (reati presupposto). (Articolo di Costanza Kenda)
Fonte: reteambiente.it
Rifiuti. Scopo del piano di caratterizzazione.
TAR Lombardia (BS) Sez.I n.1165 del 30 agosto 2016
Scopo del piano di caratterizzazione è raccogliere in un unico documento tutte le
informazioni inerenti il sito: dalla sua descrizione dal punto di vista geologico ed
idrogeologico alla ricostruzione storica delle attività produttive ivi svolte, dalla
individuazione delle indagini già effettuate alla definizione del piano di
investigazione, fino all'elaborazione di un modello concettuale definitivo del sito,
con le caratteristiche specifiche in termini di stato delle fonti della contaminazione,
grado ed estensione della stessa nel suolo, nel sottosuolo, nelle acque superficiali e
sotterranee e nell'ambiente, e con i percorsi di migrazione dalle sorgenti di
contaminazione.
Fonte: lexambiente.it
Ambiente in genere. Principio di precauzione
Consiglio di Stato Sez. VI n. 3767 del 31 agosto 2016.
Il c.d. principio di precauzione, consente, ma non impone incondizionatamente
all’Amministrazione di attivarsi in presenza di pericoli soltanto ipotizzati (e non ancora
suffragati da evidenze scientifiche).
Fonte: lexambiente.it
Beni Ambientali. Distruzione ovvero alterazione delle bellezze naturali.
Cass. Sez. III n.38493 del 16 settembre 2016 (Ud 19 mag 2016)
Pres. Fiale Est. Aceto Ric. Nesi
Il reato di cui all'art. 734, cod. pen., contempla due eventi diversi: la distruzione
ovvero l'alterazione delle bellezze naturali dei luoghi soggetti alla speciale
protezione dell'Autorità. Orbene, solo la distruzione della bellezza naturale porta
all'eliminazione stessa del bene tutelato, con la conseguente penale irrilevanza di
ogni condotta successiva; non altrettanto può dirsi per l'alterazione che, per
definizione, non comporta la distruzione del bene stesso, ma una sua apprezzabile
menomazione. Una bellezza già alterata può esserlo ulteriormente da altri con
successive condotte, l'ultima delle quali potrebbe anche comportarne la definitiva
distruzione.
Fonte: lexambiente.it
Gpp, motore dello sviluppo sostenibile: dalla Pa 17% della spesa nazionale in beni e
servizi.
Un obbligo di legge che troppo spesso non viene applicato, senza sanzioni
A Roma il 13 e 14 ottobre la decima edizione del Forum CompraVerde-BuyGreen.
L’Italia è il primo Paese in Europa in cui il Green public procurement (Gpp) – ovvero
gli acquisti verdi da parte delle pubbliche amministrazioni – è diventato obbligatorio
per legge, eppure ancora oggi i risultati ottenuti in questo campo sono a dir poco
modesti, a fronte anche della mancanza di sanzioni per quelle pubbliche
amministrazioni che rimangono inadempienti nonostante la legge. Un errore che
non possiamo permetterci, sia per le potenzialità racchiuse nel Gpp come volano di
crescita economica sia per la sua capacità di piegare il mero incremento del Pil in
sviluppo sostenibile.
La decima edizione del Forum CompraVerde-BuyGreen, in programma il 13 e 14
ottobre al Salone delle Fontane di Roma. Questo nuovo appuntamento con gli stati
generali degli acquisti verdi si apre in modo deciso a un orizzonte internazionale:
nella Capitale convergeranno i rappresentanti di centinaia di città di oltre 15 paesi
europei per partecipare ai vari appuntamenti di confronto e condivisione e alla
riunione annuale del network per gli acquisti sostenibili Procura+ (European
Sustainable Procurement Network). Si tratta di una ghiotta occasione di confronto
sul tema anche per quanto riguarda le possibilità interne al nostro Paese.
Al Forum sarà presente anche la Regione Lazio, con il progetto Gpp Best, volto a
rafforzare l’adozione dei criteri ambientali negli acquisti pubblici, e dalla direzione
Ambiente della Regione Roberto Sinibaldi spiega come le potenzialità degli acquisti
verdi italiani siano racchiusi in una semplice percentuale: 17%.
«Il 17% degli acquisti per beni e servizi in Italia – spiega Sinibaldi – è attivato
direttamente dalle amministrazioni pubbliche. Su questa base è possibile
capovolgere l’assioma cardine dei rapporti commerciali e piegare l’offerta
secondo le esigenze della domanda. In altre parole la pubblica amministrazione,
vista la sua corposa propensione all’acquisto, può influenzare direttamente l’offerta,
può incanalare addirittura la produzione di beni e servizi in un alveo di sostenibilità».
A sua volta indirizzare il mercato su questi temi, arrivando «alla piena informazione
sul concetto di ciclo di vita, dalla produzione alla dismissione, o analizzare i flussi di
energia e materia immessi nei processi produttivi, può rendere i cittadini acquirenti
selettivi, che fanno la differenza nelle scelte dei loro acquisti. Nel caso della
pubblica amministrazione la quantità degli acquisti produce un salto di qualità che
può davvero essere utilizzato molto positivamente per scelte più oculate. Per
esempio i costi relativi alla dismissione dei prodotti, alla loro distruzione, o perfino alla
loro dispersione nell’ambiente naturale, molto spesso non sono opportunamente
valutati, non solo per gli impatti prodotti, a volte devastanti, ma vengono minimizzati
o proprio trascurati del tutto i costi economici derivanti da queste pessime pratiche.
Il risultato è che il segmento finale della vita delle merci, quando non sono riutilizzate,
risulta a carico della collettività con costi ambientali enormi e processi degenerativi
dei nostri territori. Sostanzialmente – chiosa Sinibaldi – sono costi occulti che gravano
sui cittadini».
Fonte: greenreport.it
Il Venezuela diventerà il più grande produttore di gas dell’America Latina.
Il Proyecto Mariscal Sucre per esportare gas in Colombia e nei Caraibi e consumare
meno gasolio.
Nonostante le proteste di piazza, i supermercati e le farmacie vuoti e i blackout
elettrici, il governo bolivarista di Nicolás Maduro, in minoranza in parlamento e sotto
la spada di Damocle di un referendum che probabilmente lo spodesterà, continua
a fare grandi annunci come se fosse destinato a governare il Venezuela nei prossimi
30 anni. Questa volta è toccato alla Petróleos de Venezuela, S.A. (Pdvsa), la
compagnia petrolifera statale – pilastro sul quale è stato costruito il socialismo
petrolifero chavista e una delle vere ragioni del contendere con
l’opposizione/maggioranza di destra – che ha dichiarato che sta sviluppando un
progetto grandioso: il Mariscal Sucre.
Il ministro del Poder Popular de Petróleo e presidente della Pdvsa, Eulogio Del Pino,
ha annunciato che «Il Venezuela si trasformerà nell’esportatore di gas più
importante dell’America Latina. In meno di un anno, il progetto Cardón, sviluppato
nel Golfo del Venezuela, sta producendo quasi 600 milioni di piedi cubici giornalieri
(Mmpcd). Da parte sua, il Campo Dragón inizierà a produrre 300 Mmpcd e, insieme
al resto dei campi che formano il Proyecto Mariscal Sucre, si potrà arrivare a più di
1.000 Mmpcd nei prossimi anni».
Secondo Petróleos de Venezuela, Mariscal Sucre sfrutterà 4 enormi campi gasieri nel
nord della Península de Paria: Dragón, Patao, Mejillones e Río Caribe che «In futuro
saranno in grado di produrre 1.200 Mmpcd e 28.000 barili al giorno di condensato. I
lavori sviluppano un avanzamento superiore al 90%. Si stima che Campo Dragón
genererà una produzione precoce di 300 Mmpcd di gas proveniente da 4 pozzi.
Questa quantità si raddoppierà in futuro con l’installazione di una piattaforma
offshore».
Il ministro del petrolio ha detto che sono in corso accordi per l’esportazione del gas
venezuelano a Trinidad e Tobago, Aruba, Curaçao e Jamaica. Mentre in Colombia
dovrebbero essere esportati fino a 50 Mmpcd estratti nei campi gasieri del Golfo de
Venezuela, che contano su riserve per 9,5 trilioni di piedi cubici (Tcf) e su
infrastrutture che attualmente gestiscono 600 Mmpcd. Alla Pdvsa assicurano che
«L’invio di gas in Colombia inizierà il primo dicembre di quest’anno e soddisferà la
crescente domanda di questo idrocarburo».
Del Pino annuncia trionfante: «Il gas venezuelano si propagherà in tutto la regione. In
questa maniera si diversificano le entrate in valuta estera della nazione con nuovi
progetti energetici. In questa maniera ci si libererà dell’equivalente di 1,5 milioni di
barili al mese di gasolio che attualmente vengono utilizzati per le centrali
termoelettriche di quel Paese».
Ma quel che resta del socialismo bolivarista venezuelano non sembra riuscire ad
avere un orizzonte di sviluppo diverso da quello che sono i combustibili fossili, doping
economico di Hugo Chavez e veleno per Maduro: mentre i prezzi di gas e petrolio
non risalgono dopo il crollo che ha travolto il sogno del socialismo caraibico, il
governo di Caracas e la Pdvsa continuano a ripetere lo slogan «Gas para el
desarrollo nacional».
Intanto la Dirección Ejecutiva Costa Afuera dalla Pdvsa, che si occupa delle
operazioni offshore, ha avviato due campagne di installazione di infrastrutture
sottomarine per collegare i 4 campi che formano il progetto Mariscal Sucre. Pochi fa
è iniziata la terza e ultima campagna che permetterà di collegare completamente
le piattaforme di questo enorme giacimento di gas.
Juan Santana, che dirige il Proyecto Sistema Submarino della Pvdsa, ha spiegato
che «Lo Schema di Produzione Accelerata fornirà parte della produzione di gas per
sostituire il diesel nel Sistema Eléctrico Nacional e che potrà essere commercializzato
nel mercato nazionale e internazionale, generando maggiore ricchezza per il
Venezuela».
La manodopera qualificata della Pvdsa e i tecnici dell’impresa francese Technip
stanno andando avanti con l’installazione di 360 tonnellate di attrezzature, valvole,
tubazioni e accessori vari per terminare l’infrastruttura sottomarina e le operazioni
offshore dovrebbero essere completati entro un centinaio di giorni.
Si tratta di lavori che vengono realizzati a 130 metri di profondità con l’ausilio di Rov
e di 24 sommozzatori professionisti in saturazione, che lavorano in due turni di 6 ore
ciascuno.
Bisognerà solo vedere se quando il progetto sottomarino sarà finito il governo di
Maduro e la Pvdsa saranno ancora a galla o l’opposizione e l’embargo di fatto
statunitense non li avranno affondati.
Fonte: greenreport.it

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  • 1. News 41/A/2016 Lunedì, 10 Ottobre 2016 Edifici, firmato Dm su assorbimento elettrosmog. Con un comunicato del 7 ottobre 2016 il Ministero dell’ambiente ha informato l’avvenuta firma del Dm che stabilisce i valori di assorbimento del campo elettromagnetico da parte delle strutture degli edifici. Il provvedimento è parte di un pacchetto di decreti attuativi dell’articolo 14 del Dl 179/2012 convertito in legge 221/2012 che integrava la normativa tecnica in materia di elettrosmog recata dal Dpcm 8 luglio 2013 attuativo della legge quadro in materia (36/2001). Il Dm Ambiente in parola in particolare approva le Linee guida predisposte dall’Ispra e dalle Agenzie di protezione ambientali delle Regioni e delle Province autonome sui valori di assorbimento del campo elettromagnetico da parte delle strutture degli edifici (pareti e coperture con finestre o altre aperture di analoga natura). E’ invece già in vigore l’altro decreto attuativo del Dl 179/2012, il Dm Ambiente 2 dicembre 2014 relativo sia alle modalità con cui gli operatori forniscono a Ispra e alle Arpa i dati di potenza degli impianti sia ai fattori di riduzione della potenza da applicare nelle stime previsionali per tenere conto della variabilità temporale dell’emissione degli impianti nell’arco delle 24 ore. (Articolo di Francesco Petrucci) Fonte: reteambiente.it Discarica abusiva, reato permane anche dopo fine attività. La disciplina sulle discariche ex Dlgs. 36/2003, che prevede espressamente “gestione operativa” e “gestione post-operativa”, impedisce di restringere l’interpretazione della condotta criminosa alla sola discarica “in esercizio”. A ribadirlo è la Corte di Cassazione (sentenza 39781/2016) che, nel respingere il ricorso contro una sentenza della Corte di Appello di Milano, sottolinea come anche la fase successiva alla chiusura della discarica debba ritenersi attratta nell’ambito del reato sanzionato dall’articolo 256, comma 3, Dlgs. 152/2006. La “permanenza” del reato in questione, infatti, può essere interrotta solo da una causa naturalistica (come la rimozione dei rifiuti) o giudiziale (come il sequestro o una sentenza di condanna), in assenza delle quali, ai fini della prescrizione, la
  • 2. consumazione del reato non può essere individuata nell’ultimo (illecito) conferimento dei rifiuti. Il reato di omessa bonifica (articolo 257, Dlgs 152/2006), d’altra parte, non si pone in diretta continuità con la disciplina in questione in quanto il concetto di “degrado” dell’area, alla base della discarica abusiva, non necessariamente coincide con i concetti di “contaminazione” del sito e di “inquinamento” che fondano l’obbligo di bonifica. (Articolo di Alessandro Geremei). Fonte: reteambiente.it Responsabilità 231, Senato procede sul “Whistleblowing” E’ partita la discussione al Senato del Ddl “Whistleblowing”, che impone ai lavoratori di segnalare il verificarsi di reati ambientali e violazioni di norme antiinfortunistiche all’interno delle società. In data 28 settembre è iniziato l’esame alla Commissione Affari Costituzionali del Senato (Ddl n.2208) della proposta di legge n.3365 (approvata il 21 gennaio 2016 dalla Camera dei Deputati) riguardante la protezione del segnalante irregolarità all’interno del settore pubblico (articolo 1) e privato (articolo 2). La proposta di legge, se approvata dall’Aula tal quale, vedrà la modifica dell’articolo 6 del Dlgs 231/2001 (Responsabilità degli Enti); in particolare, in base alle modificazioni introdotte, i modelli organizzativi di cui al suddetto articolo 6 dovranno prevedere a carico di soggetti apicali e non, un obbligo di segnalazione circa le condotte illecite perpetratasi all’interno dell’Ente, con relative misure idonee a tutelare il segnalante da atti di ritorsione. L’adozione del nuovo modello organizzativo riguarderà anche tutte quelle società al cui interno possono essere commessi reati ambientali e di violazione di norme sulla sicurezza sul lavoro (reati presupposto). (Articolo di Costanza Kenda) Fonte: reteambiente.it Rifiuti. Scopo del piano di caratterizzazione. TAR Lombardia (BS) Sez.I n.1165 del 30 agosto 2016 Scopo del piano di caratterizzazione è raccogliere in un unico documento tutte le informazioni inerenti il sito: dalla sua descrizione dal punto di vista geologico ed
  • 3. idrogeologico alla ricostruzione storica delle attività produttive ivi svolte, dalla individuazione delle indagini già effettuate alla definizione del piano di investigazione, fino all'elaborazione di un modello concettuale definitivo del sito, con le caratteristiche specifiche in termini di stato delle fonti della contaminazione, grado ed estensione della stessa nel suolo, nel sottosuolo, nelle acque superficiali e sotterranee e nell'ambiente, e con i percorsi di migrazione dalle sorgenti di contaminazione. Fonte: lexambiente.it Ambiente in genere. Principio di precauzione Consiglio di Stato Sez. VI n. 3767 del 31 agosto 2016. Il c.d. principio di precauzione, consente, ma non impone incondizionatamente all’Amministrazione di attivarsi in presenza di pericoli soltanto ipotizzati (e non ancora suffragati da evidenze scientifiche). Fonte: lexambiente.it Beni Ambientali. Distruzione ovvero alterazione delle bellezze naturali. Cass. Sez. III n.38493 del 16 settembre 2016 (Ud 19 mag 2016) Pres. Fiale Est. Aceto Ric. Nesi Il reato di cui all'art. 734, cod. pen., contempla due eventi diversi: la distruzione ovvero l'alterazione delle bellezze naturali dei luoghi soggetti alla speciale protezione dell'Autorità. Orbene, solo la distruzione della bellezza naturale porta all'eliminazione stessa del bene tutelato, con la conseguente penale irrilevanza di ogni condotta successiva; non altrettanto può dirsi per l'alterazione che, per definizione, non comporta la distruzione del bene stesso, ma una sua apprezzabile menomazione. Una bellezza già alterata può esserlo ulteriormente da altri con successive condotte, l'ultima delle quali potrebbe anche comportarne la definitiva distruzione. Fonte: lexambiente.it
  • 4. Gpp, motore dello sviluppo sostenibile: dalla Pa 17% della spesa nazionale in beni e servizi. Un obbligo di legge che troppo spesso non viene applicato, senza sanzioni A Roma il 13 e 14 ottobre la decima edizione del Forum CompraVerde-BuyGreen. L’Italia è il primo Paese in Europa in cui il Green public procurement (Gpp) – ovvero gli acquisti verdi da parte delle pubbliche amministrazioni – è diventato obbligatorio per legge, eppure ancora oggi i risultati ottenuti in questo campo sono a dir poco modesti, a fronte anche della mancanza di sanzioni per quelle pubbliche amministrazioni che rimangono inadempienti nonostante la legge. Un errore che non possiamo permetterci, sia per le potenzialità racchiuse nel Gpp come volano di crescita economica sia per la sua capacità di piegare il mero incremento del Pil in sviluppo sostenibile. La decima edizione del Forum CompraVerde-BuyGreen, in programma il 13 e 14 ottobre al Salone delle Fontane di Roma. Questo nuovo appuntamento con gli stati generali degli acquisti verdi si apre in modo deciso a un orizzonte internazionale: nella Capitale convergeranno i rappresentanti di centinaia di città di oltre 15 paesi europei per partecipare ai vari appuntamenti di confronto e condivisione e alla riunione annuale del network per gli acquisti sostenibili Procura+ (European Sustainable Procurement Network). Si tratta di una ghiotta occasione di confronto sul tema anche per quanto riguarda le possibilità interne al nostro Paese. Al Forum sarà presente anche la Regione Lazio, con il progetto Gpp Best, volto a rafforzare l’adozione dei criteri ambientali negli acquisti pubblici, e dalla direzione Ambiente della Regione Roberto Sinibaldi spiega come le potenzialità degli acquisti verdi italiani siano racchiusi in una semplice percentuale: 17%. «Il 17% degli acquisti per beni e servizi in Italia – spiega Sinibaldi – è attivato direttamente dalle amministrazioni pubbliche. Su questa base è possibile capovolgere l’assioma cardine dei rapporti commerciali e piegare l’offerta secondo le esigenze della domanda. In altre parole la pubblica amministrazione, vista la sua corposa propensione all’acquisto, può influenzare direttamente l’offerta, può incanalare addirittura la produzione di beni e servizi in un alveo di sostenibilità». A sua volta indirizzare il mercato su questi temi, arrivando «alla piena informazione sul concetto di ciclo di vita, dalla produzione alla dismissione, o analizzare i flussi di energia e materia immessi nei processi produttivi, può rendere i cittadini acquirenti selettivi, che fanno la differenza nelle scelte dei loro acquisti. Nel caso della pubblica amministrazione la quantità degli acquisti produce un salto di qualità che può davvero essere utilizzato molto positivamente per scelte più oculate. Per
  • 5. esempio i costi relativi alla dismissione dei prodotti, alla loro distruzione, o perfino alla loro dispersione nell’ambiente naturale, molto spesso non sono opportunamente valutati, non solo per gli impatti prodotti, a volte devastanti, ma vengono minimizzati o proprio trascurati del tutto i costi economici derivanti da queste pessime pratiche. Il risultato è che il segmento finale della vita delle merci, quando non sono riutilizzate, risulta a carico della collettività con costi ambientali enormi e processi degenerativi dei nostri territori. Sostanzialmente – chiosa Sinibaldi – sono costi occulti che gravano sui cittadini». Fonte: greenreport.it Il Venezuela diventerà il più grande produttore di gas dell’America Latina. Il Proyecto Mariscal Sucre per esportare gas in Colombia e nei Caraibi e consumare meno gasolio. Nonostante le proteste di piazza, i supermercati e le farmacie vuoti e i blackout elettrici, il governo bolivarista di Nicolás Maduro, in minoranza in parlamento e sotto la spada di Damocle di un referendum che probabilmente lo spodesterà, continua a fare grandi annunci come se fosse destinato a governare il Venezuela nei prossimi 30 anni. Questa volta è toccato alla Petróleos de Venezuela, S.A. (Pdvsa), la compagnia petrolifera statale – pilastro sul quale è stato costruito il socialismo petrolifero chavista e una delle vere ragioni del contendere con l’opposizione/maggioranza di destra – che ha dichiarato che sta sviluppando un progetto grandioso: il Mariscal Sucre. Il ministro del Poder Popular de Petróleo e presidente della Pdvsa, Eulogio Del Pino, ha annunciato che «Il Venezuela si trasformerà nell’esportatore di gas più importante dell’America Latina. In meno di un anno, il progetto Cardón, sviluppato nel Golfo del Venezuela, sta producendo quasi 600 milioni di piedi cubici giornalieri (Mmpcd). Da parte sua, il Campo Dragón inizierà a produrre 300 Mmpcd e, insieme al resto dei campi che formano il Proyecto Mariscal Sucre, si potrà arrivare a più di 1.000 Mmpcd nei prossimi anni». Secondo Petróleos de Venezuela, Mariscal Sucre sfrutterà 4 enormi campi gasieri nel nord della Península de Paria: Dragón, Patao, Mejillones e Río Caribe che «In futuro saranno in grado di produrre 1.200 Mmpcd e 28.000 barili al giorno di condensato. I
  • 6. lavori sviluppano un avanzamento superiore al 90%. Si stima che Campo Dragón genererà una produzione precoce di 300 Mmpcd di gas proveniente da 4 pozzi. Questa quantità si raddoppierà in futuro con l’installazione di una piattaforma offshore». Il ministro del petrolio ha detto che sono in corso accordi per l’esportazione del gas venezuelano a Trinidad e Tobago, Aruba, Curaçao e Jamaica. Mentre in Colombia dovrebbero essere esportati fino a 50 Mmpcd estratti nei campi gasieri del Golfo de Venezuela, che contano su riserve per 9,5 trilioni di piedi cubici (Tcf) e su infrastrutture che attualmente gestiscono 600 Mmpcd. Alla Pdvsa assicurano che «L’invio di gas in Colombia inizierà il primo dicembre di quest’anno e soddisferà la crescente domanda di questo idrocarburo». Del Pino annuncia trionfante: «Il gas venezuelano si propagherà in tutto la regione. In questa maniera si diversificano le entrate in valuta estera della nazione con nuovi progetti energetici. In questa maniera ci si libererà dell’equivalente di 1,5 milioni di barili al mese di gasolio che attualmente vengono utilizzati per le centrali termoelettriche di quel Paese». Ma quel che resta del socialismo bolivarista venezuelano non sembra riuscire ad avere un orizzonte di sviluppo diverso da quello che sono i combustibili fossili, doping economico di Hugo Chavez e veleno per Maduro: mentre i prezzi di gas e petrolio non risalgono dopo il crollo che ha travolto il sogno del socialismo caraibico, il governo di Caracas e la Pdvsa continuano a ripetere lo slogan «Gas para el desarrollo nacional». Intanto la Dirección Ejecutiva Costa Afuera dalla Pdvsa, che si occupa delle operazioni offshore, ha avviato due campagne di installazione di infrastrutture sottomarine per collegare i 4 campi che formano il progetto Mariscal Sucre. Pochi fa è iniziata la terza e ultima campagna che permetterà di collegare completamente le piattaforme di questo enorme giacimento di gas. Juan Santana, che dirige il Proyecto Sistema Submarino della Pvdsa, ha spiegato che «Lo Schema di Produzione Accelerata fornirà parte della produzione di gas per sostituire il diesel nel Sistema Eléctrico Nacional e che potrà essere commercializzato nel mercato nazionale e internazionale, generando maggiore ricchezza per il Venezuela». La manodopera qualificata della Pvdsa e i tecnici dell’impresa francese Technip stanno andando avanti con l’installazione di 360 tonnellate di attrezzature, valvole, tubazioni e accessori vari per terminare l’infrastruttura sottomarina e le operazioni offshore dovrebbero essere completati entro un centinaio di giorni. Si tratta di lavori che vengono realizzati a 130 metri di profondità con l’ausilio di Rov
  • 7. e di 24 sommozzatori professionisti in saturazione, che lavorano in due turni di 6 ore ciascuno. Bisognerà solo vedere se quando il progetto sottomarino sarà finito il governo di Maduro e la Pvdsa saranno ancora a galla o l’opposizione e l’embargo di fatto statunitense non li avranno affondati. Fonte: greenreport.it