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PITTURA ESPRESSIONISTA TEDESCA:
VIAGGIO IN GERMANIA.
ESPRESSIONISM
O.
Esprimere.
Verbo di origine
latina,composto
dalla particella
ex,che indica il
moto da luogo,e
prèmere.
Sta
letteralmente
per «SPINGERE
FUORI».
Ogni forma d’arte potrebbe
definirsi espressionista,in
quanto esprime la volontà,gli
ideali ed i sentimenti di coloro
che l’hanno prodotta.
E’ in contrasto con
l’Impressionismo,poiché quest’ultimo
rappresentava una sorta di moto
dall’esterno all’interno,l’espressionismo
invece costituisce il moto inverso.
La corrente espressionista si
sviluppa maggiormente in:
Europa centro-
settentrionale.
Germania.
Essendo l’Espressionismo la
proiezione immediata di stati
d’animo soggettivi e di
testimonianze drammatiche della
realtà,nei primi anni del secolo,la
realtà tedesca era una realtà:
AMARA DI
GUERRA.
DI CONTRADDIZIONI
POLITICHE.
DI PERDITA DI
VALORI IDEALI E
DI ASPRA LOTTA
DI CLASSE.
Temi più
dolorosamente
cari agli artisti
espressionisti.
IL GRUPPO DIE
BRÜCKE.
TEMI
MAGGIORMENTE
TRATTATI.
La prima vera esperienza espressionista si
ebbe a Dresda,quando nel 1905,quattro
giovani studenti di architettura si associarono
in un gruppo denominato Die Brücke,che
significata «il ponte»,vale a dire un elemento
di unione tra vecchio e nuovo,contrapponendo
all’800 realista ed impressionista,un 900
violentemente espressionista ed
antinaturalista.
I soggetti dei dipinti sono
abbastanza omogenei: si va da
scene di vita metropolitana,tanto
care anche ai contemporanei
futuristi italiani,a nudi nel
paesaggio,o in interni,da gruppi di
ballerine a scene di circo. In ogni
caso c’è una grande enfatizzazione
dei colori e una voluta spigolosità
delle forme.
«L’esperienza emozionale
della vita»,ovvero la resa
della realtà secondo
l’emozione che l’incontro
con essa ha suscitato
nell’artista,con il
consueguente
SUPERAMENTO DELLA
RIPRODUZIONE
VERISTICA DEGLI
OGGETTI e L’ABOLIZIONE
DELLA
TRIDIMENSIONALITA’,che
è soltanto «falso spazio,e
falso volume.»
Nel 1913,alla vigilia
dello scoppio della
prima Guerra
Mondiale,il gruppo si
scioglie per divergenze
artistiche,ma le sue
CONSEGUENZE si
faranno sentire
soprattutto tra le due
guerre,in
Germania,dove c’era
una più acuta crisi
politica e sociale.
I MAGGIORI ESPONENTI DEL GRUPPO DIE BRÜCKE
FURONO:
KIRCHNER.
NÒLDE.
MÜLLER.
SCHMIDT-ROTTLUFF
HECKEL.
PECHSTEIN.
ERNST LUDWIG KIRCHNER.
Marcella è una delle opere più interessanti di
questa fase. L'immagine malinconica
dell'adolescente, mostra il TRAPASSO
PROBLEMATICO, dallo stato di fanciulla
a quello di donna. La posizione instabile del
corpo fragile e dolorosamente contratto,
indica il disagio e l'insicurezza della ragazza
di fronte all'infelice destino che l'attende, in
una società dominata dalle convenzioni e
dall'ipocrisia. Lo squilibrio del corpo è
accentuato dal volume pesante della testa
che la sovrasta, con la massa dei capelli; gli
occhi enormi e la bocca rossa, assumono un
risalto inquietante nel volto magro. Il quadro
è impostato su pochi toni fondamentali :
rossi e gialli, verdi e blu che si fanno avanti
nel quadro, quasi come se distruggessero il
rosa del corpo. L'ombra del collo, da quanto
è scura, è come se fosse un vuoto, un buco. I
segni sono stati trasmessi alla pittura dalla
xilografia: incisione su legno. C’è un
appiattimento e una schematizzazione del
colore e delle forme; l'insistenza di linee
rette e di angoli invece che di linee curve, da
una sensazione di contrazione, di tensione.
La preferenza degli artisti della Brücke per
le ADOLESCENTI,si spiega forse con
l’acerbità dei loro corpi che,rispetto alla
pienezza delle forme mature,offriva
all’occhio del pittore una SPIRITUALITA’
PIU’ INTENSA. Tutto il dipinto è carico
di sensualità con il busto della donna
appena denudato, cui l'osservatore sembra
stare addosso, mentre la falda trasparente
del grande cappello contribuisce a rendere
l'atmosfera ancora più erotica e
maliziosa.Così la donna, il cui volto appare
appena al di sotto del grande cappello,
emerge dalla tela con l'intensità del
contrasto tra l'azzurro del fondo e il tenero
carnicino, segnato dalle curve della spalla e
dai seni, che appaiono come frutti maturi
mentre sta togliendosi l'abito bianco
esaltato dal rosso dei fiori sul bordo della
scollatura. Probabilmente nell'espressione
quasi schiva della donna, l'artista riflette il
suo carattere profondamente introverso e
dominato da un forte senso di solitudine e
di amarezza che scaturisce da una cupa e
drammatica tensione interiore.
Quando die Brücke si trasferisce a Berlino,l’opera di
Kirchner muta e riflette L’AMBIENTE AMBIGUO
DELLA GRANDE CITTA’. La donna adesso è vista
come un essere corrotto e corruttore,come nel quadro
«Donna allo specchio».Il motivo della figura riflessa
nello specchio come trasposizione visiva della
problematica relativa all’Io e al suo ‘doppio’ è
ricorrente nella letteratura e nell’arte
dell’espressionismo tedesco. lo specchio, racchiudendo
la donna in uno spazio claustrofobico, ne mette in
evidenza la solitudine angosciosa e la restituisce priva
di vitalità e svuotata della propria identità. Il soggetto
raffigurato, una donna in abbigliamento intimo seduta
di fronte allo specchio, è presentato con forme
semplificate e squadrate realizzate con pochi toni di
colore. Prevale nel quadro una generale intonazione
verde-azzurra, completata da note di bianco e ocra. Il
pittore trasporta sulla tela i suoi sentimenti con pochi
tratti decisi, dall'andamento verticale ed obliquo, con
linee che formano angoli acuti molto netti. Sopra
questo tracciato quasi geometrico Kirchner ha steso
una pennellata piatta e larga, priva di modellato.Lo
spazio della camera in cui si trova la donna non è
affatto definito e manca totalmente il senso di
profondità. La donna è rivolta verso lo specchio, ma
sembra contemplare un'altra persona invece che se
stessa e quindi lo specchio può rappresentare lo
sdoppiamento della realtà. Qui lo stile dell’artista si
avvicina al CUBISMO: lo spazio e le forme si
disarticolano e si ricompongono secondo ritmi
dinamici.
MARCELLA. BUSTO DI DONNA
NUDO CON
CAPPELLO.
DONNA ALLO SPECCHIO.
In «Due donne per strada», Kirchner rappresenta delle
prostitute in attesa. L’atmosfera è quella ambigua della
sera, in una via di passeggio di Berlino. I bagliori
giallognoli e verdastri dei lampioni a gas, gettano lame
di luce che fanno meglio risaltare i lunghi abiti delle
due donne. Queste, vestite con pellicce vistose ed
esagerati cappelli piumati, hanno volti imbellettati,
caratterizzati da contorni affilati come coltelli. In essi è
possibile individuare chiare influenze d’arte primitiva,
come se si trattasse di grandi ed inquietanti maschere
magiche. Kirchner, quindi, interpreta queste
dispensatrici di sesso a pagamento, come forme
angolose un po’ spettrali, SIMBOLO DELLA
DEGENERAZIONE MORALE e dell’INARIDIRSI DEI
SENTIMENTI UMANI. A tal fine la composizione si basa
essenzialmente su forme assimilabili a dei TRIANGOLI,
che la colorazione fortemente antinaturalistica rende
ancora più evidenti, e quasi sgradevoli per la loro
«Due donne per strada.»
ERICH HECKEL.
In Giornata limpida,il tema della fanciulla che fa il
bagno in uno specchio d’acqua (un classico della
pittura ottocentesca),è riproposto in termini di
CONTRAPPOSIZIONE UOMO-NATURA. Le generose
rotondità del seno e del ventre della giovane
donna,riportano al ricordo delle Veneri preistoriche,e
sono geometricamente contrapposte alla dura
spigolosità della natura circostante,ricca di rocce
aguzze. Le nubi pungenti che si riflettono come lame
nell’azzurro intenso dell’acqua,rimandano poi al tema
del CRISTALLO,uno dei più cari alla fantasia
espressionista,che racchiude molteplici significati
simbolici. Non si percepisce interruzione fra acqua e
aria,come se formassero un unico elemento,cosicchè
sono soltanto i riflessi a suggerirci il senso della
diversità delle due sostanze.
«Giornata limpida».
EMIL NOLDE.
Negli «Orafi»,un olio su
compensato,Nolde spezza ogni schema
disegnativo,introducendo i suoi
personaggi con FORZA ISTINTIVA e
SANGUIGNA VITALITA’. La scena
rappresenta due uomini barbuti a
mezzobusto,che sono due orafi. Quello di
sinistra è posto di fronte,mentre quello di
destra di tre quarti. Quest’ultimo,in
particolare,è caratterizzato da un volto
affilato la cui triangolarità è accentuata
dall’inverosimile barba
gialla.L’INCARNATO,costruito da
corpose pennellate rosse e viola,da’ al
volto dai grandi occhi azzurri
un’inquietante aria diabolica,mentre il
VIOLENTO SFONDO BLU ELETTRICO
ne isola il profilo,proiettandolo in primo
piano. L’INVEROSIMIGLIANZA DEI
COLORI è ribadita anche in una
lettera,nel quale Nolde afferma che egli
desidera davvero che la sua opera
scaturisca dalla materia,come nella
natura la pianta cresce dal terreno che le
è più adatto.
Pur essendo soprattutto attratto
dalla figura umana,Nolde esegue
anche dipinti di natura morta,come
in questo caso. LA LUMINOSITA’
ACCESA E QUASI VIOLENTA DEI
COLORI,con il giallo che si staglia
nettamente dallo sfondo,è la stessa
utilizzata anche nella sua produzione
precedente. Il messaggio
espressionista di Nolde,infatti,è tutto
in questo quadro. Si tratta di un
tragico GRIDO DI DOLORE,lanciato
contro l’indifferenza della società
borghese. LA VIOLENZA
ESPRESSIVA,quindi,diventa un
tentativo disperato di aprire un varco
nelle coscienze addormentate. Anche
se incompresi,ed in seguito anche
perseguitati dai nazisti ,che
proibivano la loro arte,etichettandola
come «DEGENERATA»,gli
Espressionisti tedeschi conservarono
ancora l’animo puro dei bambini.
GLI ORAFI.
PAPAVERI E IRIS.
EDVARD MUNCH.
Uno dei più significativi esponenti della pittura espressionista è
senza dubbio Edvard Munch. Personalità complessa e
contraddittoria,Munch nasce in Norvegia nel 1863,ma dopo un
pochi anni dalla sua nascita,nel 1868,la madre muore di
tubercolosi e nel 1877 anche la sorella,appena
quindicenne,muore dello stesso male. Sono i primi dei molti
appuntamenti con la malattia e con la morte che
caratterizzeranno tutta l’esistenza dell’artista,maturando in lui
un PENSIERO FORTEMENTE NEGATIVO. Negli ultimi
anni dell’Ottocento intraprende studi artististi alla Scuola Reale
di Pittura di Oslo,mentre successivamente entra in contatto con
gli Impressionisti,anche se rifugirà dalla pittura «en plein air»,in
quanto affermava che NON AVREBBE MAI DIPINTO CIO’
CHE VEDEVA,MA CIO’ CHE AVEVA VISTO.
Successivamente espone a Berlino le sue opere,ma la critica le
considererà «un insulto all’arte»,e dopo solo una settimana la
mostra viene sospesa. Durante la prima metà del 900,l’artista
conosce le prime persecuzioni naziste,che definirono
«degenerate» ben 82 sue opere,ordinandone il ritiro dai musei o
la loro distruzione. Muore il 23 Gennaio del 1944 ad Oslo,ed in
occasione del centenario della sua nascita,gli viene dedicato un
museo: «Munch-museet».
DISPERAZIONE. ANGOSCIA.
LA MADRE
MORTA.
LA MORTE NELLA STANZA
DELLA MALATA.
SERA SULLA VIA
KARL JOHAN.
LETTO DI
MORTE.
Nell’artista Munch,si ritrovano tutti i grandi
temi sociali e psicologici del tempo: dall’
INCERTEZZA DEL FUTURO alla
DISUMANIZZAZIONE DELLA SOCIETA’
BORGHESE; dalla SOLITUDINE UMANA al
TRAGICO INCOMBERE DELLA MORTE fino ad
arrivare all’ANGOSCIA ESISTENZIALE ed alla
CRISI DEI PRINCIPALI VALORI ETICI E
RELIGIOSI. Da ciò scaturisce una visione
della realtà PROFONDAMENTE PERMEATA
DAL SENSO INCOMBENTE ED ANGOSCIOSO
DELLA MORTE,maturata a causa della sua
vicenda personale. La precoce perdita degli
affetti più cari,le frequenti crisi
depressive,l’inquietudine interiore,formano
l’unico possibile quadro di riferimento
all’interno del quale leggere lo sviluppo
artistico di Munch. I soggetti che l’artista è
solito rappresentare nei suoi dipinti,sono
isolati e fissati nella loro esperiienza di
sofferenza psichica,dal loro SGUARDO FISSO
LA FANCIULLA MALATA: La pittura di Munch parte
dall’abbandono di ogni tradizionalismo e il primo esempio
in questo senso si ha in questo quadro,dove l’artista ricorda
l’agonia e la prematura scomparsa della sorellina.
La scena rappresenta una
RAGAZZA DAI CAPELLI ROSSI
a letto,con le spalle poggiate ad
un enorme cuscino bianco.
Accanto vi è una FIGURA FEMMINILE
DAL CAPO RECLINATO.
I due personaggi sono muti. La fanciulla,con
la testa ruotata di profilo,guarda con
tenerezza la donna,che a sua volta le
accarezza la mano.
L’INTRECCIO DI QUESTE
MANI,caratterizzato da
rapidissimi colpi di
colori,rappresentra IL CENTRO
NARRATIVO DEL DIPINTO,e
dunque ricade perfettamente
all’incrocio tra le due diagonali.
La prospettiva della stanza è angusta. Il letto sembra compresso tra il comodino e una parete,sulla quale pende un TENDAGGIO VERDASTRO.
L’unica luminosità proviene dal CUSCINO e dal VOLTO PALLIDO della ragazza. Non sembra però luce riflessa: è come se la federa e la pelle
emanassero una loro luminescenza intrinseca,che genera un forte contrasto con il cupo ambiente circostante. Tecnicamente Munch alterna l’uso
di COLORI MOLTO ASCIUTTI (quello della tenda) a STESURE PIU’ CORPOSE (quello della coperta e dei capelli),al fine di indirizzare l’attenzione
dell’osservatore al doloroso tema dell’opera. «Senza paura e malattia» aveva infatti scritto l’artista, «la mia vita sarebbe una barca senza remi.
SERA NEL CORSO KARL JOHANN: L’artista Munch,nei suoi dipinti,intende
rappresentare soprattutto stati d’animo ed i personaggi non sono altro che involucri
di passioni ed angosce. Questo atteggiamento risulta drammaticamente evidente nel
seguente quadro. La scena dovrebbe essere quella del tranquillo passeggio serale nel
centro della vita economica e politica della città di Christiània.
La PROSPETTIVA degli
edifici di sinistra,pur
essendo volutamente
incerta,suggerisce
comunque un punto di fuga
lontano,con un orizzonte
più alto di quello dei
passanti.
Munch interpreta il RITO DEL PASSEGGIO,tipico di un
certo ambiente borghese,come un’orrida processione di
spettri dagli occhi sbarrati. Dell’umanità dei personaggi
non sono rimasti che gli attributi esteriori: I SERI CILINDRI
degli uomini e gli SFIZIOSI CAPPELLINI delle signore. I
volti invece sono MASCHERE SCHELETRICHE,oscure
incarnazioni di forze misteriose.
Il senso che ne ricava è quello di un feroce attacco alla
borghesia e alle sue vuote ritualità,nelle quali è
coinvolto addirittura il PARLAMENTO,le cui grandi
finestre gialle risaltano nell’ora dell’imbrunire.
L’unico elemento di apparente disarmonia è
dato dalla figura che si incammina sulla
destra,ombra incerta ed solitaria. Essa
rappresenta L’ARTISTA STESSO,colui
che,incurante del consenso della massa,va
comunque CONTROCORRENTE,anche a costo
dell’emarginazione.
L’uso espressionista del colore si riscontra con evidenza nell’OMBRA VIOLA al
lato destro della via,così come nel CIELO di UN AZZURRO CARICO,percorso da
NUVOLE GRIGIE e striato anch’esso di viola. Gli edifici di
sinistra,invece,conservano l’ultimo riflesso rosaceo del giorno morente,dando
un rilievo inquietante alla massa dei passanti senza volto.
LA DANZA DELLA VITA: La danza della vita di Munch,in apparenza sembrerebbe esaltare la vita stessa,ma in realtà anche in questo dipinto
ricorre il tema dell’angoscia. La specificità dell’opera è legata al fatto che il ballo viene qui utilizzato per esprimere il mondo interiore
dell’artista con tutti i suoi tormenti. Il ballo diventa così ancora una volta un linguaggio che riesce a esprimere non solo gli aspetti più ludici e
gioiosi dell’esistenza umana ma anche quelli più tumultuosi, dinamici, di lotta e contraddizione. Siamo di fronte a un’opera in cui i personaggi
danzano consumando il proprio dramma, la disillusione, il tempo che passa, la sensazione di non essere artefici del proprio destino. La donna,
che da sempre ha colpito l’immaginario di Munch, viene qui ritratta cogliendone tre diversi aspetti che sono evidenziati dall’uso di altrettanti
colori simbolici.
-LA PUREZZA FEMMINILE è
rappresentata dall’abito bianco ed
anche da un fiore, simbolo di nascita,
che cresce accanto alla giovane che
cammina verso l’osservatore.
-LA TRAVOLGENTE PASSIONE
SENSUALE rappresentata dall’abito rosso
sangue, che avvolge come in un vortice
la cadaverica figura maschile.
-IL LUTTO E LA MORTE
rappresentati dall’abito nero e
dal pianto della figura a destra.
Il verde cupo del prato è tagliato da un cielo e da un mare lividi e stretti, in cui LA SPADA
DELL’ASTRO sullo sfondo non è la speranza di una nuova alba, ma l’annuncio della fine di un
giorno, una METAFORA DEL CICLO DELLA VITA. Per questo le figure sul prato sono estraniate,
anche quando sembrano abbandonarsi ai palpeggi del ballo o al vortice della danza. Le ALTRE
COPPIE SENZA VOLTO possono essere interpretate come intermediarie o variazioni delle
figure principali.
Questo quadro si trova a metà tra rappresentazione naturalistica e simbolismo.
IL GRIDO.Dove il simbolismo di Munch si fa più maturo e il suo messaggio più angosciante e nel
quadro «IL GRIDO»,senza dubbio la più celebre delle opere dell’artista ed una delle più
inquietanti di tutto il secolo. Il senso profondo del dipinto lo troviamo descritto dallì’artista
in alcune pagine di un suo diario,in cui afferma che durante una passeggiata con due
amici,il cielo si tinse improvvisamente di rosso sangue. Egli si fermò e si appoggiò stanco
ad un recinto,e vide sulla via sangue e lingue di fuoco. Gli amici continuarono a
camminare,mentre egli tremava di paura e sentiva che un grande urlo infinito pervadeva
la natura. La scena,fortemente autobiografica,è ricca di riferimenti simbolici. L’uomo in
primo piano esprime,IL DRAMMA COLLETTIVO DELL’UMANITA’ INTERA. IL PONTE,la cui
prospettiva si perde allì’orizzonte,richiama i mille ostacoli che ognuno di noi deve
superare nella propria esistenza,mentre gli stessi amici che continuano a
camminare,incuranti del nostro sgomento,rappresentano LA FALSITA’ DEI RAPPORTI
UMANI. Per quanto riguarda la forma,essa perde qualsiasi residuo naturalistico. L’uomo
che leva il suo urlo terribile è un essere serpentinato,quasi senza scheletro,fatto della stessa
materia filamentosa con cui sono realizzati il cielo infuocato,composto da onde
sovrapposte di giallo e rosso,o il mare. Al posto della testa vi è un enorme cranio,senza
capelli. Le narici sono mostruosamente ridotte a due fori,gli occhi sbarrati sembrano aver
visto qualcosa di abominevole. Le labbra nere rimandano a loro volta alla morte. Questo è
l’urlo di chi si è perso dentro se stesso e si sente solo,inutile e disperato anche fra gli altri.
Come tanti dipinti diventati ICONE
DELL’ARTE,anche l’opera «il Grido» è
stata più volte ripresa negli ultimi
tempi. La ritroviamo nella copertina
del numero 157 di DYLAN DOG, come
maschera dell’assassino della della saga
SCREAM,come ispirazione della
locandina MAMMA,HO PERSO
L’AEREO,e di un episodio dei SIMPSON.
Nel film LOONEY TOONS ,BACK IN
ACTION,nella scena ambientata a
Parigi,Bugs e Duffy ,inseguiti da
Taddeo,entrano nel dipinto, Buggs
schiaccia un piede a Taddeo,che urla
come il soggetto del quadro.
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  • 2. ESPRESSIONISM O. Esprimere. Verbo di origine latina,composto dalla particella ex,che indica il moto da luogo,e prèmere. Sta letteralmente per «SPINGERE FUORI». Ogni forma d’arte potrebbe definirsi espressionista,in quanto esprime la volontà,gli ideali ed i sentimenti di coloro che l’hanno prodotta. E’ in contrasto con l’Impressionismo,poiché quest’ultimo rappresentava una sorta di moto dall’esterno all’interno,l’espressionismo invece costituisce il moto inverso.
  • 3. La corrente espressionista si sviluppa maggiormente in: Europa centro- settentrionale. Germania. Essendo l’Espressionismo la proiezione immediata di stati d’animo soggettivi e di testimonianze drammatiche della realtà,nei primi anni del secolo,la realtà tedesca era una realtà: AMARA DI GUERRA. DI CONTRADDIZIONI POLITICHE. DI PERDITA DI VALORI IDEALI E DI ASPRA LOTTA DI CLASSE. Temi più dolorosamente cari agli artisti espressionisti.
  • 4. IL GRUPPO DIE BRÜCKE. TEMI MAGGIORMENTE TRATTATI. La prima vera esperienza espressionista si ebbe a Dresda,quando nel 1905,quattro giovani studenti di architettura si associarono in un gruppo denominato Die Brücke,che significata «il ponte»,vale a dire un elemento di unione tra vecchio e nuovo,contrapponendo all’800 realista ed impressionista,un 900 violentemente espressionista ed antinaturalista. I soggetti dei dipinti sono abbastanza omogenei: si va da scene di vita metropolitana,tanto care anche ai contemporanei futuristi italiani,a nudi nel paesaggio,o in interni,da gruppi di ballerine a scene di circo. In ogni caso c’è una grande enfatizzazione dei colori e una voluta spigolosità delle forme.
  • 5. «L’esperienza emozionale della vita»,ovvero la resa della realtà secondo l’emozione che l’incontro con essa ha suscitato nell’artista,con il consueguente SUPERAMENTO DELLA RIPRODUZIONE VERISTICA DEGLI OGGETTI e L’ABOLIZIONE DELLA TRIDIMENSIONALITA’,che è soltanto «falso spazio,e falso volume.» Nel 1913,alla vigilia dello scoppio della prima Guerra Mondiale,il gruppo si scioglie per divergenze artistiche,ma le sue CONSEGUENZE si faranno sentire soprattutto tra le due guerre,in Germania,dove c’era una più acuta crisi politica e sociale.
  • 6. I MAGGIORI ESPONENTI DEL GRUPPO DIE BRÜCKE FURONO: KIRCHNER. NÒLDE. MÜLLER. SCHMIDT-ROTTLUFF HECKEL. PECHSTEIN.
  • 8. Marcella è una delle opere più interessanti di questa fase. L'immagine malinconica dell'adolescente, mostra il TRAPASSO PROBLEMATICO, dallo stato di fanciulla a quello di donna. La posizione instabile del corpo fragile e dolorosamente contratto, indica il disagio e l'insicurezza della ragazza di fronte all'infelice destino che l'attende, in una società dominata dalle convenzioni e dall'ipocrisia. Lo squilibrio del corpo è accentuato dal volume pesante della testa che la sovrasta, con la massa dei capelli; gli occhi enormi e la bocca rossa, assumono un risalto inquietante nel volto magro. Il quadro è impostato su pochi toni fondamentali : rossi e gialli, verdi e blu che si fanno avanti nel quadro, quasi come se distruggessero il rosa del corpo. L'ombra del collo, da quanto è scura, è come se fosse un vuoto, un buco. I segni sono stati trasmessi alla pittura dalla xilografia: incisione su legno. C’è un appiattimento e una schematizzazione del colore e delle forme; l'insistenza di linee rette e di angoli invece che di linee curve, da una sensazione di contrazione, di tensione. La preferenza degli artisti della Brücke per le ADOLESCENTI,si spiega forse con l’acerbità dei loro corpi che,rispetto alla pienezza delle forme mature,offriva all’occhio del pittore una SPIRITUALITA’ PIU’ INTENSA. Tutto il dipinto è carico di sensualità con il busto della donna appena denudato, cui l'osservatore sembra stare addosso, mentre la falda trasparente del grande cappello contribuisce a rendere l'atmosfera ancora più erotica e maliziosa.Così la donna, il cui volto appare appena al di sotto del grande cappello, emerge dalla tela con l'intensità del contrasto tra l'azzurro del fondo e il tenero carnicino, segnato dalle curve della spalla e dai seni, che appaiono come frutti maturi mentre sta togliendosi l'abito bianco esaltato dal rosso dei fiori sul bordo della scollatura. Probabilmente nell'espressione quasi schiva della donna, l'artista riflette il suo carattere profondamente introverso e dominato da un forte senso di solitudine e di amarezza che scaturisce da una cupa e drammatica tensione interiore. Quando die Brücke si trasferisce a Berlino,l’opera di Kirchner muta e riflette L’AMBIENTE AMBIGUO DELLA GRANDE CITTA’. La donna adesso è vista come un essere corrotto e corruttore,come nel quadro «Donna allo specchio».Il motivo della figura riflessa nello specchio come trasposizione visiva della problematica relativa all’Io e al suo ‘doppio’ è ricorrente nella letteratura e nell’arte dell’espressionismo tedesco. lo specchio, racchiudendo la donna in uno spazio claustrofobico, ne mette in evidenza la solitudine angosciosa e la restituisce priva di vitalità e svuotata della propria identità. Il soggetto raffigurato, una donna in abbigliamento intimo seduta di fronte allo specchio, è presentato con forme semplificate e squadrate realizzate con pochi toni di colore. Prevale nel quadro una generale intonazione verde-azzurra, completata da note di bianco e ocra. Il pittore trasporta sulla tela i suoi sentimenti con pochi tratti decisi, dall'andamento verticale ed obliquo, con linee che formano angoli acuti molto netti. Sopra questo tracciato quasi geometrico Kirchner ha steso una pennellata piatta e larga, priva di modellato.Lo spazio della camera in cui si trova la donna non è affatto definito e manca totalmente il senso di profondità. La donna è rivolta verso lo specchio, ma sembra contemplare un'altra persona invece che se stessa e quindi lo specchio può rappresentare lo sdoppiamento della realtà. Qui lo stile dell’artista si avvicina al CUBISMO: lo spazio e le forme si disarticolano e si ricompongono secondo ritmi dinamici. MARCELLA. BUSTO DI DONNA NUDO CON CAPPELLO. DONNA ALLO SPECCHIO.
  • 9. In «Due donne per strada», Kirchner rappresenta delle prostitute in attesa. L’atmosfera è quella ambigua della sera, in una via di passeggio di Berlino. I bagliori giallognoli e verdastri dei lampioni a gas, gettano lame di luce che fanno meglio risaltare i lunghi abiti delle due donne. Queste, vestite con pellicce vistose ed esagerati cappelli piumati, hanno volti imbellettati, caratterizzati da contorni affilati come coltelli. In essi è possibile individuare chiare influenze d’arte primitiva, come se si trattasse di grandi ed inquietanti maschere magiche. Kirchner, quindi, interpreta queste dispensatrici di sesso a pagamento, come forme angolose un po’ spettrali, SIMBOLO DELLA DEGENERAZIONE MORALE e dell’INARIDIRSI DEI SENTIMENTI UMANI. A tal fine la composizione si basa essenzialmente su forme assimilabili a dei TRIANGOLI, che la colorazione fortemente antinaturalistica rende ancora più evidenti, e quasi sgradevoli per la loro «Due donne per strada.»
  • 11. In Giornata limpida,il tema della fanciulla che fa il bagno in uno specchio d’acqua (un classico della pittura ottocentesca),è riproposto in termini di CONTRAPPOSIZIONE UOMO-NATURA. Le generose rotondità del seno e del ventre della giovane donna,riportano al ricordo delle Veneri preistoriche,e sono geometricamente contrapposte alla dura spigolosità della natura circostante,ricca di rocce aguzze. Le nubi pungenti che si riflettono come lame nell’azzurro intenso dell’acqua,rimandano poi al tema del CRISTALLO,uno dei più cari alla fantasia espressionista,che racchiude molteplici significati simbolici. Non si percepisce interruzione fra acqua e aria,come se formassero un unico elemento,cosicchè sono soltanto i riflessi a suggerirci il senso della diversità delle due sostanze. «Giornata limpida».
  • 13. Negli «Orafi»,un olio su compensato,Nolde spezza ogni schema disegnativo,introducendo i suoi personaggi con FORZA ISTINTIVA e SANGUIGNA VITALITA’. La scena rappresenta due uomini barbuti a mezzobusto,che sono due orafi. Quello di sinistra è posto di fronte,mentre quello di destra di tre quarti. Quest’ultimo,in particolare,è caratterizzato da un volto affilato la cui triangolarità è accentuata dall’inverosimile barba gialla.L’INCARNATO,costruito da corpose pennellate rosse e viola,da’ al volto dai grandi occhi azzurri un’inquietante aria diabolica,mentre il VIOLENTO SFONDO BLU ELETTRICO ne isola il profilo,proiettandolo in primo piano. L’INVEROSIMIGLIANZA DEI COLORI è ribadita anche in una lettera,nel quale Nolde afferma che egli desidera davvero che la sua opera scaturisca dalla materia,come nella natura la pianta cresce dal terreno che le è più adatto. Pur essendo soprattutto attratto dalla figura umana,Nolde esegue anche dipinti di natura morta,come in questo caso. LA LUMINOSITA’ ACCESA E QUASI VIOLENTA DEI COLORI,con il giallo che si staglia nettamente dallo sfondo,è la stessa utilizzata anche nella sua produzione precedente. Il messaggio espressionista di Nolde,infatti,è tutto in questo quadro. Si tratta di un tragico GRIDO DI DOLORE,lanciato contro l’indifferenza della società borghese. LA VIOLENZA ESPRESSIVA,quindi,diventa un tentativo disperato di aprire un varco nelle coscienze addormentate. Anche se incompresi,ed in seguito anche perseguitati dai nazisti ,che proibivano la loro arte,etichettandola come «DEGENERATA»,gli Espressionisti tedeschi conservarono ancora l’animo puro dei bambini. GLI ORAFI. PAPAVERI E IRIS.
  • 14. EDVARD MUNCH. Uno dei più significativi esponenti della pittura espressionista è senza dubbio Edvard Munch. Personalità complessa e contraddittoria,Munch nasce in Norvegia nel 1863,ma dopo un pochi anni dalla sua nascita,nel 1868,la madre muore di tubercolosi e nel 1877 anche la sorella,appena quindicenne,muore dello stesso male. Sono i primi dei molti appuntamenti con la malattia e con la morte che caratterizzeranno tutta l’esistenza dell’artista,maturando in lui un PENSIERO FORTEMENTE NEGATIVO. Negli ultimi anni dell’Ottocento intraprende studi artististi alla Scuola Reale di Pittura di Oslo,mentre successivamente entra in contatto con gli Impressionisti,anche se rifugirà dalla pittura «en plein air»,in quanto affermava che NON AVREBBE MAI DIPINTO CIO’ CHE VEDEVA,MA CIO’ CHE AVEVA VISTO. Successivamente espone a Berlino le sue opere,ma la critica le considererà «un insulto all’arte»,e dopo solo una settimana la mostra viene sospesa. Durante la prima metà del 900,l’artista conosce le prime persecuzioni naziste,che definirono «degenerate» ben 82 sue opere,ordinandone il ritiro dai musei o la loro distruzione. Muore il 23 Gennaio del 1944 ad Oslo,ed in occasione del centenario della sua nascita,gli viene dedicato un museo: «Munch-museet».
  • 15. DISPERAZIONE. ANGOSCIA. LA MADRE MORTA. LA MORTE NELLA STANZA DELLA MALATA. SERA SULLA VIA KARL JOHAN. LETTO DI MORTE. Nell’artista Munch,si ritrovano tutti i grandi temi sociali e psicologici del tempo: dall’ INCERTEZZA DEL FUTURO alla DISUMANIZZAZIONE DELLA SOCIETA’ BORGHESE; dalla SOLITUDINE UMANA al TRAGICO INCOMBERE DELLA MORTE fino ad arrivare all’ANGOSCIA ESISTENZIALE ed alla CRISI DEI PRINCIPALI VALORI ETICI E RELIGIOSI. Da ciò scaturisce una visione della realtà PROFONDAMENTE PERMEATA DAL SENSO INCOMBENTE ED ANGOSCIOSO DELLA MORTE,maturata a causa della sua vicenda personale. La precoce perdita degli affetti più cari,le frequenti crisi depressive,l’inquietudine interiore,formano l’unico possibile quadro di riferimento all’interno del quale leggere lo sviluppo artistico di Munch. I soggetti che l’artista è solito rappresentare nei suoi dipinti,sono isolati e fissati nella loro esperiienza di sofferenza psichica,dal loro SGUARDO FISSO
  • 16. LA FANCIULLA MALATA: La pittura di Munch parte dall’abbandono di ogni tradizionalismo e il primo esempio in questo senso si ha in questo quadro,dove l’artista ricorda l’agonia e la prematura scomparsa della sorellina. La scena rappresenta una RAGAZZA DAI CAPELLI ROSSI a letto,con le spalle poggiate ad un enorme cuscino bianco. Accanto vi è una FIGURA FEMMINILE DAL CAPO RECLINATO. I due personaggi sono muti. La fanciulla,con la testa ruotata di profilo,guarda con tenerezza la donna,che a sua volta le accarezza la mano. L’INTRECCIO DI QUESTE MANI,caratterizzato da rapidissimi colpi di colori,rappresentra IL CENTRO NARRATIVO DEL DIPINTO,e dunque ricade perfettamente all’incrocio tra le due diagonali. La prospettiva della stanza è angusta. Il letto sembra compresso tra il comodino e una parete,sulla quale pende un TENDAGGIO VERDASTRO. L’unica luminosità proviene dal CUSCINO e dal VOLTO PALLIDO della ragazza. Non sembra però luce riflessa: è come se la federa e la pelle emanassero una loro luminescenza intrinseca,che genera un forte contrasto con il cupo ambiente circostante. Tecnicamente Munch alterna l’uso di COLORI MOLTO ASCIUTTI (quello della tenda) a STESURE PIU’ CORPOSE (quello della coperta e dei capelli),al fine di indirizzare l’attenzione dell’osservatore al doloroso tema dell’opera. «Senza paura e malattia» aveva infatti scritto l’artista, «la mia vita sarebbe una barca senza remi.
  • 17. SERA NEL CORSO KARL JOHANN: L’artista Munch,nei suoi dipinti,intende rappresentare soprattutto stati d’animo ed i personaggi non sono altro che involucri di passioni ed angosce. Questo atteggiamento risulta drammaticamente evidente nel seguente quadro. La scena dovrebbe essere quella del tranquillo passeggio serale nel centro della vita economica e politica della città di Christiània. La PROSPETTIVA degli edifici di sinistra,pur essendo volutamente incerta,suggerisce comunque un punto di fuga lontano,con un orizzonte più alto di quello dei passanti. Munch interpreta il RITO DEL PASSEGGIO,tipico di un certo ambiente borghese,come un’orrida processione di spettri dagli occhi sbarrati. Dell’umanità dei personaggi non sono rimasti che gli attributi esteriori: I SERI CILINDRI degli uomini e gli SFIZIOSI CAPPELLINI delle signore. I volti invece sono MASCHERE SCHELETRICHE,oscure incarnazioni di forze misteriose. Il senso che ne ricava è quello di un feroce attacco alla borghesia e alle sue vuote ritualità,nelle quali è coinvolto addirittura il PARLAMENTO,le cui grandi finestre gialle risaltano nell’ora dell’imbrunire. L’unico elemento di apparente disarmonia è dato dalla figura che si incammina sulla destra,ombra incerta ed solitaria. Essa rappresenta L’ARTISTA STESSO,colui che,incurante del consenso della massa,va comunque CONTROCORRENTE,anche a costo dell’emarginazione. L’uso espressionista del colore si riscontra con evidenza nell’OMBRA VIOLA al lato destro della via,così come nel CIELO di UN AZZURRO CARICO,percorso da NUVOLE GRIGIE e striato anch’esso di viola. Gli edifici di sinistra,invece,conservano l’ultimo riflesso rosaceo del giorno morente,dando un rilievo inquietante alla massa dei passanti senza volto.
  • 18. LA DANZA DELLA VITA: La danza della vita di Munch,in apparenza sembrerebbe esaltare la vita stessa,ma in realtà anche in questo dipinto ricorre il tema dell’angoscia. La specificità dell’opera è legata al fatto che il ballo viene qui utilizzato per esprimere il mondo interiore dell’artista con tutti i suoi tormenti. Il ballo diventa così ancora una volta un linguaggio che riesce a esprimere non solo gli aspetti più ludici e gioiosi dell’esistenza umana ma anche quelli più tumultuosi, dinamici, di lotta e contraddizione. Siamo di fronte a un’opera in cui i personaggi danzano consumando il proprio dramma, la disillusione, il tempo che passa, la sensazione di non essere artefici del proprio destino. La donna, che da sempre ha colpito l’immaginario di Munch, viene qui ritratta cogliendone tre diversi aspetti che sono evidenziati dall’uso di altrettanti colori simbolici. -LA PUREZZA FEMMINILE è rappresentata dall’abito bianco ed anche da un fiore, simbolo di nascita, che cresce accanto alla giovane che cammina verso l’osservatore. -LA TRAVOLGENTE PASSIONE SENSUALE rappresentata dall’abito rosso sangue, che avvolge come in un vortice la cadaverica figura maschile. -IL LUTTO E LA MORTE rappresentati dall’abito nero e dal pianto della figura a destra. Il verde cupo del prato è tagliato da un cielo e da un mare lividi e stretti, in cui LA SPADA DELL’ASTRO sullo sfondo non è la speranza di una nuova alba, ma l’annuncio della fine di un giorno, una METAFORA DEL CICLO DELLA VITA. Per questo le figure sul prato sono estraniate, anche quando sembrano abbandonarsi ai palpeggi del ballo o al vortice della danza. Le ALTRE COPPIE SENZA VOLTO possono essere interpretate come intermediarie o variazioni delle figure principali. Questo quadro si trova a metà tra rappresentazione naturalistica e simbolismo.
  • 19. IL GRIDO.Dove il simbolismo di Munch si fa più maturo e il suo messaggio più angosciante e nel quadro «IL GRIDO»,senza dubbio la più celebre delle opere dell’artista ed una delle più inquietanti di tutto il secolo. Il senso profondo del dipinto lo troviamo descritto dallì’artista in alcune pagine di un suo diario,in cui afferma che durante una passeggiata con due amici,il cielo si tinse improvvisamente di rosso sangue. Egli si fermò e si appoggiò stanco ad un recinto,e vide sulla via sangue e lingue di fuoco. Gli amici continuarono a camminare,mentre egli tremava di paura e sentiva che un grande urlo infinito pervadeva la natura. La scena,fortemente autobiografica,è ricca di riferimenti simbolici. L’uomo in primo piano esprime,IL DRAMMA COLLETTIVO DELL’UMANITA’ INTERA. IL PONTE,la cui prospettiva si perde allì’orizzonte,richiama i mille ostacoli che ognuno di noi deve superare nella propria esistenza,mentre gli stessi amici che continuano a camminare,incuranti del nostro sgomento,rappresentano LA FALSITA’ DEI RAPPORTI UMANI. Per quanto riguarda la forma,essa perde qualsiasi residuo naturalistico. L’uomo che leva il suo urlo terribile è un essere serpentinato,quasi senza scheletro,fatto della stessa materia filamentosa con cui sono realizzati il cielo infuocato,composto da onde sovrapposte di giallo e rosso,o il mare. Al posto della testa vi è un enorme cranio,senza capelli. Le narici sono mostruosamente ridotte a due fori,gli occhi sbarrati sembrano aver visto qualcosa di abominevole. Le labbra nere rimandano a loro volta alla morte. Questo è l’urlo di chi si è perso dentro se stesso e si sente solo,inutile e disperato anche fra gli altri.
  • 20. Come tanti dipinti diventati ICONE DELL’ARTE,anche l’opera «il Grido» è stata più volte ripresa negli ultimi tempi. La ritroviamo nella copertina del numero 157 di DYLAN DOG, come maschera dell’assassino della della saga SCREAM,come ispirazione della locandina MAMMA,HO PERSO L’AEREO,e di un episodio dei SIMPSON. Nel film LOONEY TOONS ,BACK IN ACTION,nella scena ambientata a Parigi,Bugs e Duffy ,inseguiti da Taddeo,entrano nel dipinto, Buggs schiaccia un piede a Taddeo,che urla come il soggetto del quadro. CURIOSITA’!