1. LE DONNE D’ANNUNZIANE
TUTTE LE TIPOLOGIE FEMMINILI DI GABRIELE D’ANNUNZIO
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2. INTRODUZIONE:
Fin dall’antichità le donne sono state da sempre il
soggetto priviligiato nelle varie correnti artistiche.
Per la loro bellezza e per le loro fragilità hanno sempre
ammaliato l’uomo il quale, affascinato, ha cercato di
riprodurle nei suoi quadri o nei suoi manoscritti.
La donna nel corso dei secoli è stata rappresentata in
varie forme e sfumature.
3. OBIETTIVO:
Vorrei focalizzarmi
principalmente su questo
autore, uno dei protagonisti
del fine ottocento e inizio
novecento.
Analizzerò tutti i modelli di
donna da lui trattati e in quali
opere sono state inserite.
4. GABRIELE D’ANNUNZIO
Gabriele d’Annunzio nasce a Pescara il 12
marzo 1863
Egli ha sempre condotto una vita sontuosa
e piena di scandali.
D'Annunzio si ricorda per i suoi famosi
romanzi, per la sua Impresa di Fiume
durante la Prima guerra mondiale e come
simbolo del Decadentismo italiano.
Questo autore crede nella superiorità del
poeta il quale è l’unico che conosce e
comprende la natura, essa utilizza un
linguaggio criptico e ricco di simboli.
16/04/2020
TEMIPRINCIPALI
Estetismo
superomismo
panismo
5. LE DONNE
PER
GABRIELE
D’ANNUNZIO
D’Annunzio ha sempre avuto un rapporto molto
passionale con quest’ultime.
Nel corso della sua vita ha avuto molti amori che
provocarono scalpore tra cui, uno in particolare,
con Eleonora Duse.
Essa era una donna umile e intelligente, alla
ricerca del grande amore, Gabbriele D’Annunzio
le dedicò molte opere tra cui «Il fuoco»
Da qui possiamo intuire la tipologia di donne che
descriverà nelle sue opere, egli trattera della
donna fatale tanto narrata degli estetici.
La donna fatale o vamp, è una donna maliziosa e
disinvolta che in genere non nasconde la
cattiveria e il desiderio di annientamento.
6. IL PIACERE
Un chiaro esempio di questa tipologia si può
osservare nel «il piacere» di D’annunzio, ed in
particolare con Elena Muti l’amante del protagonista
Andrea Sperelli.
Andrea Sperelli è un’esteta dalla debole volontà che
non sa mettere a frutto le proprie energie vitali, egli
non riuscirà a decidere tra la passione per Elena o il
riscatto spirituale per Maria
Elena è l'impersonificazione della «mangiatrice di
uomini» , emancipata, seduttrice, pronta a tutto per
lei stessa. La Muti si muove all'interno del romanzo
creando scompiglio e procurando situazioni
immorali.
Andra Sperelli si ritrova totalmente avvolto
dall'erotismo di Elena, egli è totalmente sedotto e
abbandonato come un oggetto nelle mani della
femmina fatale.
16/04/2020
7. IL TRIONFO DELLA MORTE
In altre opere D’Annunzio si ritrova a rappresentare le donne
come esseri così seducenti da distogliere l’esteta dalla sua
missione e farlo cadere nelle braccia dell’amore passionale;
un chiaro esempio si può avere con «il trionfo della morte».
In questopera D’annunzio rappresenta un giovane esteta
(Giorgio Aurispa) il quale si innamora DI Ippolita Sanzio, una
bellissima Donna.
Quest’ultima, lo ammalierà a tal punto da consumare con la
lussuria tutte le sue forze impedendogli di attingere all’ideale
di superuomo e indurlo ad un suicidio d’amore.
Ci saranno altri esempi di donne fatali nelle sue opere come :
- Il fuoco
- forse che si, forse che no
8. LA FASE DELLA BONTÀ
D’annunzio ha un periodo di crisi all’inizio negli anni novanta che lo porta ad abbandonare
questa accesa sensualità del periodo estetizzante, per sperimentare forme poetiche diverse
incentrate sui temi intimistici dell’innocenza, della bontà e del recupero della dimensione
infantile.
Questo periodo si esprime in «Poema paradisiaco» una raccolta pubblicata nel 1893 che
presente una struttura vagamente narrativa.
In esso si delinea un itinerario di rigenerazione morale del poeta il quale, passando attraverso
tre «Horti», approderà al recupero della purezza e degli affetti familiari
Con questa opera veniamo a conoscenza di una nuova tipologia di figura femminile: LA MADRE
9. CONSOLAZIONE
Nell’ultima sezione dei Poemi paradisiaci in
”Consolazione,” Il testo viene composto nel 1891.
In quest’opera il poeta immagina di tornare, dopo una
lunga assenza, alla casa dell’infanzia e, rivolgendosi alla
madre anziana, la invita a passeggiare con lui nel
giardino abbandonato.
Con astenuta dolcezza, egli la esorta a a ritrovare nel
ricordo le gioie semplici del passato e tenta di consolarla
con la sua poesia.
Possiamo osservare come la madre venga indicata con
l’immagine di una donna stanca, dal volto bianco, dalle
mani «ceree», non troppo anziana (dato che non
compaiono sul suo capo il filamenti definiti «d’argento») ,
che piange per il figlio lontano.
essa viene paragonata più volte al giglio proprio per
esprimere al massimo il simbolo di purezza,.
Essa viene indicata come un veicolo di purificazione
infatti, nei versi 35/36, viene paragonata ad una
sacerdotessa che protegge il suo “tempio” (giardino) e,
dalle sue mani, D’Annunzio mangerà «La lieve ostia che
monda»
10. LA NATURA
La natura per D’Annunzio è sempre stata una fonte di ispirazione egli, come i poeti simbolisti,
riteneva che solo una persona sesibile come lo scrittore poteva venire a conoscenza della realtà;
proprio perché era in grado di leggere i simboli della natura e comprenderla.
La natura nelle sue opere è sempre stata fonte di passione grazie, ad essa si creava una
atmosfera soffusa che permetteva la perdita degli uomini, animali e piante nell’amore passionale.
Un esempio evidente si ha con «falce di luna calante» presente in Canto novo, un’opera editata
nel 1882 formata da 23 liriche.
Un concetto chiave di questa tipologia di scrittura è il panismo ovvero la fusione dell’io con la
natura e viceversa.
Ciò è evidente nell’ Alcyone, un progetto poetico che inizialmente era composto da sette libri ma
successivamente ne furono pubblicati solo quattro(essi appartengono alle Laudi del cielo del
mare della terra e degli eroi).
Questo terzo libro, seguendo il tema del panismo, mostra come i paesaggi naturali tendono ad
umanizzarsi e prendere la forma di bellissime donne al contrario, il poeta e l’amante, si
trasfigureranno in creature vegetali
11. LA SERA FIESOLANA
Questa è la prima lirica dell’Alcyone e tratta del viaggio svolto con l’amata Eleonora Duse per I colli di
Fiesole.
Egli contempla il paesaggio naturale in compagnia della donna amata in un silenzio carico di mistero, la
campagna è ancora umida di pioggia e attende il sorgere della luna.
Possiamo notare in questa lirica come la natura si trasfiguri in una splendida e sensuale donna a partire
dalla sera, la quale viene laudata e descritta dal “viso di perla” e “occhi umidi” rappresentati dale
pozzanghere.
Essa viene anche indicata con “vesti aulenti”, pura, che fa palpitare le prime stele.
In quest’opera anche I colli vengono identificati come delle dolci labbra che chiuse custodiscono il segreto
della natura, ma nonostante tutto, in quell silenzio, l’uomo si sente appagato perchè in esso si rifugia
ritrovando se stesso
12. SABAT NUDA AESTAS
La lirica venne composta probabilmente nel 1902 e poi confluita
nell’Alcyone, il suo titolo deriva da un verso delle Metamorfosi di
Ovidio e l’opera riprende il mito di Apollo e Dafne.
Nel testo il poeta evoca l’estate, personificata in una sensuale figura
femminile, che egli immagina di inseguire nella sua fuga attraverso il
paesaggio infuocato del sole.
Il componimento inizia con il poeta che tra I pini scorge “il suo piè
stretto”, questa giovane donna viene rappresentata dai capelli fulvi.
Essa continua a correre finchè il poeta sentendo il suo nome
chiamato dall’allodola la chiama a sua volta, quest’ultima si gira e nel
momento in cui riprende la corsa inciampa e cade tra la sabbia e
l’acqua.
Grazie a ciò il poeta riesce a guardarla in tutta la sua nudità, si
oserva un preludio all’unione amorosa tra I due personaggi