XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
Egon Schiele - Federica Sica 5G
1.
2. • Egon Leon Adolf Schiele nasce aTulln, un piccolo paese
austriaco nei pressi di Vienna.
La sua infanzia subisce una drammatica svolta a
quindici anni (1905) quando suo padre Adolf muore di
sifilide.
Con la morte del genitore, la tutela del giovane viene
affidata allo zio che ne riconosce il talento artistico e lo fa
iscrivere all’Accademia di Belle Arti di Vienna.
BIOGRAFIA
• Nel 1914 conosce Edith Harms,sua futura moglie.
Allo scoppio della Prima guerra mondiale viene
chiamato alle armi,ma ciò non gli impedisce di
continuare a lavorare con impegno febbrile.
Al periodo bellico risalgono alcuni dei suoi dipinti più
intensi e famosi.
3. •1918 partecipa con grande successo a varie mostre a
Zurigo,Praga e Dresda.
•28 ottobre 1918 in seguito ad un’epidemia di febbre
spagnola che investe Vienna,la giovane Edith muore.
In preda al delirio, dopo tre giorni la segue anche Egon.
E. Schiele è, con Klimt, uno dei più importanti artisti austriaci di sempre.
Esponente di spicco dell’Espressionismo, è stato un pittore e un incisore
molto prolifico.
L’artista scava nei propri personaggi per metterne a nudo
l’anima,proiettando autobiograficamente in essi le stesse inquietudini che
lo divorano.
4. L’ESPRESSIONISMO
• Schiele,parte dal decorativismo di Klimt,trasformando la linea nel mezzo
più efficace per rappresentare il suo “io” altamente tormentato,in una
visione del mondo in cui tutto è destinato alla decadenza.
Egli è perciò soprattutto un disegnatore,più che un
colorista: il tratto nitido e secco non è mai
accompagnato da incertezze o tentennamenti.
Il colore non deve esser visto solo come riempimento
aggiuntivo di una superficie delineata dal
disegno,perché se consideriamo il contorno usato in
funzione espressiva,quei pochi colori che l’artista stende
acquistano valore drammatico nel loro contrapporsi .
5. “ Quando immaginava il corpo libero dai
vestiti ai suoi occhi apparivano
immediatamente movimenti
contorti,irrequieti,una torsione delle
membra e una deformazione della spina
dorsale,quali si potevano vedere nelle
raffigurazioni dei martirii, e nei grotteschi
spettacoli degli artisti da fiera.”
Nudo femminile seduto di schiena con drappo rosso,1914.
Aspetti fisici che sembrano
denunciare una vita volta
al dolore di un’anima
ormai quasi alla deriva.
Le pennellate verdi-azzurre
della schiena e delle mani
sottolineano nel personaggio
uno stato di conflitto tra la
spiritualità dell’amore e la
crudezza della sessualità.
6. «Un tempo, se ben ricordo, la mia vita era un festino in
cui si schiudevano tutti i cuori, tutti i vini scorrevano.
Una sera ho preso la Bellezza sulle mie ginocchia. E l’ho
trovata amara.»
Sobborgo I,1914
• Organizzazione spaziale scandita per fasce orizzontali interrotta dalla verticalità
dei pali e dei camini rossi.
• Quest’atmosfera sospesa,dove non si ha più la certezza nemmeno della staticità
degli edifici, rappresenta la metafora della costante incertezza della vita.
7. • Per Schiele il sentimento dell’eros sembra essere una sofferenza,un ambiguo
regno del rimorso.
Tutta via nell’ultimo periodo della sua breve ma intensa stagione creativa
riprende il tema del corpo vincendo la tentazione della solitudine.
In una serie di opere successive,in cui anche dal punto di vista tecnico si
esprimono una crescente maturità,i corpi appaiono in coppia,alla ricerca di
una difficile,forse impossibile serenità suggerita sempre dalla tensione
espressa dalle mani nodose.
Atto d’amore,1915. La famiglia,1918.
L’EROS
8. Nudi nel primo periodo
artistico
Nudi ripresi nel secondo
periodo artistico
E. Schiele introduce una tensione erotica esistenziale e psicologica per
diffondere un messaggio di critica sociale contro la falsità borghese.
9. “Lascia che uno nell’altro si sprofondino, per resistersi”.
Abbraccio,1917.
È un abbraccio che vorrebbe unire le anime,ma non riesce ad unire
nemmeno i corpi,per questo motivo viene inteso come abbraccio di
disperazione più che di amore.
10. Le opere di Schiele non passano inosservate,hanno
tutte un impatto violento sull’osservatore,il quale
assume quasi il ruolo di interprete psicoanalitico.
Esse trasmettono voglia di ribellione e
provocazione,così come di angoscia esistenzialeIo sono per me e per quelli
ai quali la morbosa sitibonda smania
d’esser liberi
tutto a mio avviso effonde,
ed anche per tutti, perché tutti amo -
anch’io.
Sono tra i distintissimi il più distinto -
e tra chi rende, il massimo. -
Sono umano, amo la morte e amo la
vita.
E.Schiele
Autoritratto
Sica Federica V° G