2. LA BIBBIA DELL’ALLENAMENTO CICLISTICO252252
Esercizi per il “core”
L’atleta, probabilmente, avrà già una
certa familiarità con l’allenamento della
forza del core, ma non è detto che sap-
pia cosa esattamente esso sia. La forza in
questione è definibile anche come forza
del tronco, perché è questa la parte del
corpo che si intende rinforzare.
Il core include i muscoli compresi fra
l’ascella e l’inguine. Questi muscoli stabi-
lizzano la colonna vertebrale, sostengo-
no le spalle e le anche e trasferiscono la
forza fra braccia e gambe. Un core forte
permette di sfruttare al meglio gli in-
crementi di forza realizzati in braccia e
gambe. Potrebbe essere paragonato alla
trasmissione dell’auto: il motore produce
la forza di torsione, ma è la trasmissio-
ne a trasferirla alle ruote e una trasmis-
sione debole compromette la produzio-
ne di potenza. Ma come funziona tutto
questo nella bicicletta? Quando l’atleta
esegue una scalata su una salita ripida
senza sedersi sulla sella, le gambe creano
la forza di torsione per spingere i pedali.
Tuttavia, per mantenere la bicicletta sta-
bile affinché non cada, le mani e le brac-
cia contrastano la forza di torsione delle
gambe tirando il manubrio con una forza
pari a quella applicata ai pedali. Quando
la gamba destra spinge in basso il pedale,
è il braccio destro che esercita trazione.
È a questo punto che la forza di torsione
viene trasmessa dalla gamba destra al
braccio destro attraverso il tronco o core.
Se quest’ultimo è debole, la potenza non
è bilanciata e non verrà trasferita com-
pletamente.
La forza del core o l’assenza di questa
sono evidenti anche pedalando in piano,
al massimo dello sforzo, in posizione se-
duta, in particolare se la cadenza è bassa.
Le anche di un atleta con un core debo-
le oscillano da un lato all’altro quando
questi tira un rapporto lungo quasi alla
massima potenza, analogamente alla
colonna vertebrale e alle spalle, ulteriori
indizio di un core debole.
Il rafforzamento del tronco, inoltre,
presenta un vantaggio legato alla pre-
venzione degli infortuni. Un core forte ri-
duce la probabilità di problemi alla parte
inferiore della schiena, sin troppo comu-
ni nei ciclisti.
Naturalmente, pur non essendo palese
nei movimenti dell’atleta, da una scarsa
forza del core risulta una perdita di forza
muscolare. Una performance elevata è
imprescindibile da un core forte, per svi-
luppare sia i muscoli che spingono i pe-
dali sia quelli deputati alla trasmissione
effettiva della potenza. Per l’atleta, avere
gambe potenti ma un core debole è come
sparare con un cannone da un canotto:
assolutamente inutile.
Come sapere se la forza del proprio
core è idonea? Una possibilità è avvalersi
di un fisioterapista che effettui una valu-
tazione completa del corpo all’inizio di
ogni stagione, come suggerito nel Capi-
tolo 5. Dovrebbe trattarsi di un profes-
sionista specializzato nel lavoro con gli
atleti di resistenza, specialmente con i
ciclisti. È opportuno quindi fissare un ap-
puntamento per un esame completo che
individui punti deboli e squilibri suscetti-
bili di ridurre il proprio livello di perfor-
mance o portare a un infortunio, per poi
ottenere un’indicazione su come elimi-
narli. Si possono usare esercizi per incre-
mentare la forza, per ampliare la gamma
di movimenti articolari o per migliorare
la postura.
I suggerimenti del fisioterapista po-
trebbero anche contemplare il bike fit,
l’uso di plantari per le scarpette al fine
di correggere gli squilibri nella pedalata
o persino delle zeppe da applicare sotto
le tacchette. Tuttavia, una delle soluzioni
più comunemente suggerite dai fisiote-
rapisti consiste, nel migliorare la forza
del core.
Un esame fisioterapico, per quanto
esauriente possa essere comporta un
notevole esborso economico; è più con-
Una performance
elevata è
imprescindibile
da un core forte.
3. 253
PARTE I
MENTE
E CORPO
CAPITOLO 12. ALLENAMENTO DELLA FORZA MUSCOLARE 253
PARTE VI
VANTAGGIO
COMPETITIVO
veniente presupporre che il core vada
rinforzato, a prescindere, e mettersi al
lavoro in tal senso. Si tratta di un siste-
ma che non porta via molto tempo e
che, nella pratica, si è comunque dimo-
strato piuttosto efficace.
Si passerà ora in rassegna una serie
di esercizi per lo sviluppo della forza
del core. Ne esistono molti altri simili
a quelli della selezione proposta, che
rappresenta solo una piccola parte delle
possibili alternative. Si tratta sempre e
comunque di esercizi facilmente inse-
ribili nel proprio allenamento, sia che
l’atleta opti per tradizionali sessioni di
sollevamento pesi da eseguire a casa o
in palestra o per esercizi funzionali da
svolgere in bicicletta. Essi possono an-
che essere eseguiti come allenamenti
a sé stanti, quando l’atleta ha un po’ di
tempo a disposizione, dato che non ri-
chiedono più di qualche minuto, oppu-
re prima o dopo una corsa. Il vantaggio
insito nell’uso dei pesi liberi per il plank
row frontale è che anch’essi contribui-
ranno a sviluppare un core più forte.
Sono tre gli esercizi per il rinforzo del
core suggeriti in questa sede. Il più ele-
mentare dei tre è il plank frontale. Il
plank laterale impiega e sviluppa un di-
verso gruppo di muscoli del core, mentre
il plank row frontale è un esercizio avan-
zato, che richiede un maggiore sforzo
muscolare.
4. LA BIBBIA DELL’ALLENAMENTO CICLISTICO254254
La chiave di questo esercizio è mantenere il corpo su una linea retta, dalla testa alla
punta dei piedi, senza abbassare o sollevare le anche. È di aiuto avere qualcuno che
monitori e corregga la postura le prime volte in cui si cimenta con l’esercizio.
PLANK FRONTALE
- Assumere la posizione illustrata in Fi-
gura 12.9; si tratta di una posizione ri-
gida che richiama la forma di un’asse.
- Tenere i gomiti alla stessa distanza
delle spalle e appena più in basso ri-
spetto a queste ultime.
- Tenere le braccia dritte a partire dai
gomiti, oppure leggermente puntate
verso l’interno.
- Mantenere la posizione per circa 30
secondi, completando così 1 ripetizio-
ne.
- Riposare per un minuto circa dopo
ciascuna ripetizione e poi ripetere.
Svolgere 3 di queste ripetizioni di 30
secondi in una sessione.
FIGURA 12.9
Plank frontale
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PARTE I
MENTE
E CORPO
CAPITOLO 12. ALLENAMENTO DELLA FORZA MUSCOLARE 255
PARTE VI
VANTAGGIO
COMPETITIVO
Il plank laterale impegna e sviluppa un diverso gruppo muscolare del core rispetto al
plank frontale.
PLANK LATERALE
- Partire in posizione distesa su un
fianco con un’anca appoggiata terra,
i piedi posizionati uno sull’altro e la
parte superiore del corpo adagiata su
un gomito piegato.
- Sollevare le anche. Equilibrare il lato
del piede e del gomito inferiori come
mostrato in Figura 12.10.
- Gambe, anche, spalle e testa do-
vrebbero formare una linea retta.
È opportuno che l’atleta si faccia
coadiuvare da un assistente nell’as-
sunzione di questa postura la prima
volta che esegue l’esercizio, poiché
è difficile percepire se essa sia cor-
retta o meno. Anche uno specchio
potrebbe essere di aiuto. La mano
libera può essere sollevata in alto,
come illustrato in figura, oppure ap-
poggiata sull’anca.
- Mantenere la posizione per 30 secon-
di, riposare per circa un minuto e ripe-
tere altre 2 volte.
- Ripetere dall’altro lato.
FIGURA 12.10
Plank laterale
6. LA BIBBIA DELL’ALLENAMENTO CICLISTICO256256
Si tratta di un esercizio avanzato nel quale i muscoli del core sono messi a più dura
prova. Bisogna imparare a padroneggiare la posizione del plank frontale prima di po-
ter passare a questo esercizio.
PLANK ROW FRONTALE
FIGURA 12.11
Plank row frontale
- Assumere la stessa posizione iniziale
di base del plank frontale ma, anziché
adagiarsi sui gomiti si devono man-
tenere le braccia dritte, come nella
posizione di flessione, con il peso che
grava sulle mani che, a loro volta,
reggono dei manubri leggeri.
- Indossare dei guanti da ciclismo può
aiutare ad alleviare lo stress nei pal-
mi.
- Tenere i piedi alla stessa distanza del-
le spalle.
- Mantenendo la postura su una linea
retta, dalla testa alle dita dei piedi,
sollevare lentamente uno dei pesi
fino alla spalla come mostrato in Fi-
gura 12.11. Riappoggiarlo lentamen-
te a terra e fare lo stesso con l’altro
braccio, completando così 1 ripetizio-
ne.
- Eseguire 5 ripetizioni in una serie e ri-
posare per circa un minuto prima di
ripetere l’esercizio. Completare 3 se-
rie in una sessione.
- Per una variante più avanzata, allar-
gare la posizione dei piedi e sollevare
in alternanza i pesi lateralmente fin-
ché il braccio non è parallelo al suolo.
7. 257
PARTE I
MENTE
E CORPO
CAPITOLO 12. ALLENAMENTO DELLA FORZA MUSCOLARE 257
PARTE VI
VANTAGGIO
COMPETITIVO
Sollevamento balistico
Come si è detto nella precedente sezione
“Linee guida per il sollevamento pesi”, gli
esercizi balistici vengono svolti molto ra-
pidamente nella fase di sollevamento. Il
sollevamento balistico non solo costrui-
sce la forza neuromuscolare ma sviluppa
anche la potenza. Si tenga a mente che
nel ciclismo la potenza è il risultato della
forza applicata velocemente. Con questo
metodo si allena proprio questa modali-
tà di azione muscolare.
Sebbene lo si sia già detto più volte,
ribadirlo non è mai abbastanza: il solle-
vamento balistico è rischioso. Per mini-
mizzare il rischio, ogni qualvolta che ci si
dedica a un’alzata di questo tipo, i carichi
devono essere considerevolmente più
leggeri rispetto a quando lo stesso movi-
mento viene eseguito più lentamente. Di
conseguenza, per tali esercizi vanno uti-
lizzati carichi pari al 50% di 1RM o meno.
Anche il numero di ripetizioni dovreb-
be essere relativamente esiguo, dell’or-
dine di 3-6 in ciascuna serie, perché è
probabile che la fatica porti a una esecu-
zione tecnica carente e aumenti il rischio
di infortunio. L’atleta deve fare molta
attenzione, pertanto è opportuno che si
riscaldi con un carico molto leggero pri-
ma di passare a quelli relativamente più
pesanti, nelle serie successive.
Esistono molti esercizi balistici di co-
struzione della forza tra cui scegliere
nella progettazione di un programma
neuromuscolare. Di fatto, ognuno dei
esercizi classici descritti in precedenza
potrebbe anche essere eseguito in moda-
lità “esplosiva”, sollevando rapidamente
il carico e poi riabbassandolo piano. Tut-
tavia ce n’è uno specificamente indicato
per la costruzione della potenza ciclistica
esplosiva: la girata al petto (Figura 12.12).
Si tratta di un esercizio avanzato di co-
struzione della potenza la cui esecuzione
richiede la padronanza di un movimento
piuttosto complesso, al fine di ottenere
i vantaggi previsti e per ridurre il rischio
insito in questa tipologia di sollevamen-
ti. Questa padronanza si acquisisce at-
traverso ripetizioni controllate e, come
detto, con l’attenta progressione dei ca-
richi.
Si inizia muovendosi lentamente con
un carico molto leggero. Si può partire
con un bastone, passare a un bilanciere
scarico e cominciare ad applicare pesi,
ricordando di non superare mai il valo-
re del 50% di 1RM. Se l’atleta è incerto
sull’esatta entità del carico, è meglio
eccedere per difetto. In questa alzata il
fattore caratterizzante è la sua natura
esplosiva, non la quantità di peso solle-
vata, in particolare all’inizio.
Il sollevamento
balistico è
rischioso.
8. LA BIBBIA DELL’ALLENAMENTO CICLISTICO258258
Non bisogna cimentarsi con questo esercizio se si è nuovi al sollevamento pesi.
È opportuno acquisire prima la padronanza degli esercizi di estensione dell’anca, del
ginocchio e della caviglia precedentemente illustrati, soprattutto gli stacchi. La Figu-
ra 12.12 mostra come eseguire la girata al petto.
GIRATA AL PETTO
FIGURA 12.12
Girata al petto
- Iniziare con il bilanciere vicino al suo-
lo, più o meno all’altezza di metà
tibia. Le ginocchia sono piegate, la
testa dritta, lo sguardo in avanti, mai
verso il basso, i glutei più o meno al
livello delle ginocchia. Si tratta di una
posizione simile a quella descritta per
gli stacchi in Figura 12.3.
- Le mani tengono il bilanciere a una
distanza leggermente più ampia ri-
spetto alle cosce, con i palmi rivolti in
basso e le nocche in avanti.
- Con un unico movimento continuo ed
esplosivo di gambe, tronco e braccia,
portare il bilanciere all’altezza della
coscia (se il movimento è corretto, i
talloni dovrebbero staccarsi dal suo-
lo) e poi continuare a sollevarlo fino
all’altezza delle spalle allargando i
gomiti.
Senza fermarsi, ruotare le braccia in
modo tale che il bilanciere venga a
trovarsi sopra i palmi delle mani che
continuano a reggerlo, con i gomiti
sotto il bilanciere. Nel movimento si
devono utilizzare principalmente le
gambe, caricando la schiena meno
possibile.
- Abbassare lentamente il peso, cari-
cando sempre gli arti inferiori. Ripo-
sare per qualche secondo e ripetere
l’esercizio. Un recupero completo fra
una serie e l’altra è indispensabile per
la costruzione di potenza.
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