Nichi Vendola: la sfida italiana della comunicazione politica sul webDino Amenduni
Dalla Presidenza della Regione Puglia
alla corsa per diventare Premier:
il ruolo dei social media
Parigi, 16 novembre 2011
Du web en politique: que nous reserve 2012?
RSLN – Microsoft France
Comunicare Nichi Vendola sui social media: la giornata tipoDino Amenduni
Informazione, feedback, analisi, creatività: la costruzione quotidiana di una strategia politica 2.0.
(slideshow presentato a Forlì il 28 febbraio 2011, seminario "Giornalismo e politica", corso di Laurea Magistrale in "Mass Media e Politica", Università di Bologna.
Cinque domande frequenti sulla comunicazione politica onlineDino Amenduni
In queste slide ho provato a rispondere a un po' di quesiti che in questi anni hanno spesso rimbalzato tra docenze e social media:
1. Un politico sta per iniziare una campagna elettorale
e vuole fare il primo passo su Facebook:
meglio usare un profilo o aprire una pagina pubblica?
2. Chi deve gestire gli account social dei politici
in campagna elettorale (il candidato, i comunicatori, entrambi)?
3. Cosa faccio quando un utente trolla o insulta?
4. È utile utilizzare i social media anche in contesti territoriali molto piccoli?
5. Esiste un profilo professionale ideale per lavorare sulla comunicazione politica online?
Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)Dino Amenduni
Comunicazione, politica, economia, giornalismo: cosa cambia se tutto cambia su Internet
Febbraio-Giugno 2013
Eurogiovani - Master in non-conventional marketing e social media
Semantica dei nuovi media - il wikivocabolario (aggiornato a luglio 2012)Dino Amenduni
Un esperimento lungo, in continuo divenire e quindi potenzialmente infinito: la definizione del vocabolario dei nuovi media
Cinquanta parole chiave che spiegano l’universo di questo pezzo di mondo della comunicazione e ne intrecciano dinamiche e metodi di studio.
(psicologia, sociologia, semiotica, applicazione, comunicazione aziendale, istituzionale, politica)
Cinque domande che gli studenti ci fanno durante le docenzeDino Amenduni
1. Manifesti elettorali: faccioni sì o faccioni no?
2. Lavorate per tutti i politici che vi chiamano?
3. Non avete paura che le vostre campagne siano oggetto di satira?
4. Il marketing virale può aiutare la politica?
5. Voglio fare comunicazione politica: mi date un consiglio?
Da spin doctor a ricercatori - Come cambia il ruolo del consulente politico a...Dino Amenduni
La comunicazione politica è una disciplina del tutto differente dalla comunicazione commerciale: diffidate da chi applica teorie classiche di marketing
per appuntamenti elettorali.
Cinque motivi per affidarsi ai professionisti della comunicazione politica e due storie che raccontano che non sono più sufficienti.
Nichi Vendola: la sfida italiana della comunicazione politica sul webDino Amenduni
Dalla Presidenza della Regione Puglia
alla corsa per diventare Premier:
il ruolo dei social media
Parigi, 16 novembre 2011
Du web en politique: que nous reserve 2012?
RSLN – Microsoft France
Comunicare Nichi Vendola sui social media: la giornata tipoDino Amenduni
Informazione, feedback, analisi, creatività: la costruzione quotidiana di una strategia politica 2.0.
(slideshow presentato a Forlì il 28 febbraio 2011, seminario "Giornalismo e politica", corso di Laurea Magistrale in "Mass Media e Politica", Università di Bologna.
Cinque domande frequenti sulla comunicazione politica onlineDino Amenduni
In queste slide ho provato a rispondere a un po' di quesiti che in questi anni hanno spesso rimbalzato tra docenze e social media:
1. Un politico sta per iniziare una campagna elettorale
e vuole fare il primo passo su Facebook:
meglio usare un profilo o aprire una pagina pubblica?
2. Chi deve gestire gli account social dei politici
in campagna elettorale (il candidato, i comunicatori, entrambi)?
3. Cosa faccio quando un utente trolla o insulta?
4. È utile utilizzare i social media anche in contesti territoriali molto piccoli?
5. Esiste un profilo professionale ideale per lavorare sulla comunicazione politica online?
Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)Dino Amenduni
Comunicazione, politica, economia, giornalismo: cosa cambia se tutto cambia su Internet
Febbraio-Giugno 2013
Eurogiovani - Master in non-conventional marketing e social media
Semantica dei nuovi media - il wikivocabolario (aggiornato a luglio 2012)Dino Amenduni
Un esperimento lungo, in continuo divenire e quindi potenzialmente infinito: la definizione del vocabolario dei nuovi media
Cinquanta parole chiave che spiegano l’universo di questo pezzo di mondo della comunicazione e ne intrecciano dinamiche e metodi di studio.
(psicologia, sociologia, semiotica, applicazione, comunicazione aziendale, istituzionale, politica)
Cinque domande che gli studenti ci fanno durante le docenzeDino Amenduni
1. Manifesti elettorali: faccioni sì o faccioni no?
2. Lavorate per tutti i politici che vi chiamano?
3. Non avete paura che le vostre campagne siano oggetto di satira?
4. Il marketing virale può aiutare la politica?
5. Voglio fare comunicazione politica: mi date un consiglio?
Da spin doctor a ricercatori - Come cambia il ruolo del consulente politico a...Dino Amenduni
La comunicazione politica è una disciplina del tutto differente dalla comunicazione commerciale: diffidate da chi applica teorie classiche di marketing
per appuntamenti elettorali.
Cinque motivi per affidarsi ai professionisti della comunicazione politica e due storie che raccontano che non sono più sufficienti.
I consiglieri del principe - scienziati della politica come spin doctor?Proforma
Analisi dei Big data e psicometria: due cose che gli accademici
sanno fare meglio dei comunicatori.
(intervento all'interno di una tavola rotonda durante la Scuola Italiana di Scienza Politica, Urbino, 14 settembre 2017)
Semantica dei nuovi media: il wikivocabolario (quinta versione)Dino Amenduni
Quaranta parole-chiave (aggiornabilissime) per chi lavora online e sui social media: strategie, tattiche, buone pratiche, strumenti, opportunità e limiti.
Dieci regole-base per gestire la presenza sui social mediaDino Amenduni
1. Tu sei un utente come tutti gli altri (anche quando non è vero)
2. Dai notizie in anteprima
3. Vuoi (proprio) moderare i commenti? Spiegalo subito
4. Se non rispondi tu, lo faranno gli altri
5. Cerca la multimedialità
6. Meglio non comunicare che comunicare male
7. Ricicla i contenuti dagli altri mezzi di comunicazione
8. Non aprire troppi canali social se non sai come gestirli
9. Rispetta l’algoritmo
10. Una volta che hai iniziato, non puoi fermarti (senza danni)
Dal self-branding all’Open Gov - nuovi paradigmi per la comunicazione politic...Dino Amenduni
Fiducia nelle istituzioni politiche: molto bassa +
Popolarità sui social media dei politici italiani: alta
=
La comunicazione politica online attuale non raggiunge i suoi obiettivi qualitativi. Serve un nuovo paradigma.
Come sopravvivere al nuovo algoritmo di FacebookDino Amenduni
Quali conseguenze ci sono per i produttori di contenuti? Il ruolo della reputazione, del chi-cosa-come, il peso dei video e delle community nella generazione di interesse.
(slide presentate allo Sport Digital Marketing Festival di Riccione, 14 giugno 2018)
presentazione utilizzata da Dino Amenduni nella sua lezione su "Comunicazione politica social" (27 settembre 2014) per il corso di aggiornamento in Social Media Strategies organizzato dal Communication Strategies Lab
Campagne elettorali - i professionisti sono indispensabili?Dino Amenduni
Cinque ragioni per affidarsi ai tecnici della comunicazione politica. Slideshow presentato il 17 dicembre 2011 a San Giorgio a Cremano (Na) per Comizi di Classe, scuola di formazione politica del Pd Napoli
I dati del Censis sulla dieta mediatica degli italiani, i dati Digital Monitor - Anica sulle abitudini del pubblico delle sale cinematografiche, due case histories internazionali e cinque buone pratiche di comunicazione.
Presentazione all'interno delle Giornate Professionali del Cinema 2013, Seminario ANEC: "Dalla pubblicazione alla web-reputation: come cambia la comunicazione del cinema"
Partecipazione alla vita politica in Italia: da dove ripartireDino Amenduni
1. Non trattare gli iscritti ai partiti come un gruppo di idioti
2. Accettare la complessità: si è in campagna elettorale tutti i giorni, volenti o nolenti
3. Iniziare (finalmente!) a considerare Internet come il luogo del dialogo e non del monologo
4. Aggiornare il significato delle parole sinistra e destra
5. Rinunciare all’alibi preferito di chi non vuole iniziare mai: “su Internet ci vanno solo i giovani”
(slideshow presentato agli Stati Generali della Comunicazione Politica, LUISS - Roma, 29 maggio 2013)
Cinque idee di comunicazione per chi ha appena vinto le elezioniDino Amenduni
Cinque cose da fare subito dopo aver vinto le elezioni:
1. Evitare un cambio drastico delle abitudini di comunicazione
2. Ampliare e diversificare la propria presenza sui social
per evitare l’effetto-parafulmine
3. Continuare a fornire contenuti inediti e aggiornati ai sostenitori
4. Creare (e comunicare) format stabili di comunicazione
5. Organizzare la mobilitazione: le super-issues
Come si promuove, difende o compromette la propria reputazione onlineDino Amenduni
Dieci storie per comprendere come si promuove, difende o compromette la propria reputazione online. Cinque WIN, cinque FAIL e cinque riflessioni per districarsi sui social media
Democrazia senza fiducia, comunicazione extramediale, il ruolo di Internet: le nuove dinamiche di socializzazione elettorale.
Reggio Emilia
PolitiCamp – W la libertà
6 Luglio 2013
Comunicatori (e) permanenti - cosa cambia nell'era dei parrucchieri-influencerProforma
Come si vende un prodotto, raccontare un'idea, vincere una campagna elettorale in un momento della storia in cui i parrucchieri sono tra i cinque professionisti con la maggiore credibilità e un "uomo qualunque" è ritenuto più credibile di un politico, un giornalista, un prete?
Le sfide di questa fase della storia della comunicazione commerciale, istituzionale e politica sono molto grandi e non tutte sono gestibili con facilità. Porsi alcune domande e provare a dare alcune risposte rapide è l'obiettivo di queste slide che ruotano attorno ad alcuni principi.
- La pubblicità è in questo momento lo strumento di persuasione meno convincente tra quelli a disposizione
- Le persone di cui storicamente "ci si fidava" non hanno più questo potere, che ora pare in mano all'uomo qualunque, al passante, all'utente di Internet che condivide un link. Questo comporta un profondissimo shock nelle modalità di formazione dell'opinione pubblica, modalità peraltro non facilmente tracciabili perché fortemente dispersive e atomizzate;
- chi conosce davvero il proprio interlocutore digitale, sa cosa vuole, di cosa ha bisogno, cosa lo annoia ha un enorme vantaggio competitivo su chi invece pensa di poter "vendere" qualcosa basandosi sulla sola forza della comunicazione
- Qualsiasi atto di comunicazione deve tenere conto dei meccanismi neurali che portano alla presa di decisioni. Non basta "avere ragione", essere "razionali": serve assecondare i meccanismi cerebrali semplici, quelli che fanno capo al "sistema 1" per com'è stato descritto da Daniel Kanheman
- Raccontare storie (cioè ordinare i contenuti secondo un formato narrativo e non solo descrittivo) diventa dunque sempre più importante per raggiungere correttamente i destinatari.
Dieci cose che ho imparato dopo 700 giorni consecutivi di campagne elettoraliDino Amenduni
Tempi e orari di lavoro, ruolo dei social media, peso della comunicazione, gestione delle crisi, l’importanza di avere patatine e taralli a portata di mano (slide realizzate a giugno 2015)
Cinque regole per costruire la domanda di cambiamentoDino Amenduni
1. Integrità-credibilità-accountability
(a partire dai risultati)
2. Comunicazione permanente
3. Ascoltare e non pensare di avere sempre ragione
4. Stare nell’agenda e parlare dei problemi reali delle persone
5. Non misurare tutto in termini economici
Lo storytelling al servizio della comunicazione istituzionale Proforma
Slide, video, tormentoni: diritti e doveri di chi deve parlare ai cittadini.
Contenuti della presentazione:
- l'ingresso delle slide a Palazzo Chigi
- il ruolo delle metafore nella comunicazione di lungo periodo
- il ruolo dei leader nella comunicazione istituzionale
- il ruolo dei video nella comunicazione istituzionale
- l’integrazione tra comunicazione istituzionale ed elettorale
- l’effetto-Trump sulle regole classiche della comunicazione politica
(presentato alla Scuola Holden sabato 25 marzo 2017)
Architettura delle campagne elettorali - otto idee per non impazzireDino Amenduni
1 - Nessuna campagna elettorale dovrebbe iniziare senza dati.
2 - Non si inizia dalle caratteristiche del candidato con cui si lavora, ma dall’analisi degli avversari e delle regole: chi sono, quanti sono, qual è la legge elettorale.
3 - Costruisci l’architettura di una campagna elettorale: lo staff, i ruoli, le funzioni, le spie di allarme.
4 - Esiste solo un 5% di decisioni strategiche per cui è davvero importante tenere il punto a tutti i costi.
Per tutte le altre: attacca il ciuccio dove vuole il padrone (regola del 95%).
5 - Molto spesso le campagne si vincono per errori degli avversari, non per meriti propri.
6 - In campagna elettorale non esistono orari, non esistono i weekend, non esistono i giorni festivi.
7 - È sempre meglio lavorare insieme a un’altra agenzia
di comunicazione del luogo in cui ci sono le elezioni.
8 - Quantità e qualità della consulenza politica sono molto spesso incompatibili.
(presentata l'8 novembre 2014 all'ottavo summit di Architecta - www.architecta.it)
Scrivere (per) la politica - dieci idee per un buon discorso politico Dino Amenduni
1. Semplicità, non banalità
2. Definizione della tua identità
3. Coerenza tra forme e contenuti
4. A prova di fact-checking
5. La verità è strategica
6. Empatia, non ruffianeria
7. Pathos e concretezza
8. Parlare della vita delle persone
9. Politica-pop, un tema delicato
10. Evitare l'autoreferenzialità.
Twitter per la Pubblica Amministrazione: tre storie, sette ideeDino Amenduni
Tra comunicazione politica e OpenGov,
come usare lo strumento senza subirlo.
(Presentato a Pescara, 25 maggio 2012
L’economia e la politica ai tempi di Twitter
Giornata della trasparenza della PA 2012)
Amministrative e referendum, due storie da raccontare, due motivi per cui è possibile sostenere che il ruolo del web nella politica italiana è oramai centrale.
(presentato a Frattocchie 2.0, Firenze, 4 settembre 2011)
I consiglieri del principe - scienziati della politica come spin doctor?Proforma
Analisi dei Big data e psicometria: due cose che gli accademici
sanno fare meglio dei comunicatori.
(intervento all'interno di una tavola rotonda durante la Scuola Italiana di Scienza Politica, Urbino, 14 settembre 2017)
Semantica dei nuovi media: il wikivocabolario (quinta versione)Dino Amenduni
Quaranta parole-chiave (aggiornabilissime) per chi lavora online e sui social media: strategie, tattiche, buone pratiche, strumenti, opportunità e limiti.
Dieci regole-base per gestire la presenza sui social mediaDino Amenduni
1. Tu sei un utente come tutti gli altri (anche quando non è vero)
2. Dai notizie in anteprima
3. Vuoi (proprio) moderare i commenti? Spiegalo subito
4. Se non rispondi tu, lo faranno gli altri
5. Cerca la multimedialità
6. Meglio non comunicare che comunicare male
7. Ricicla i contenuti dagli altri mezzi di comunicazione
8. Non aprire troppi canali social se non sai come gestirli
9. Rispetta l’algoritmo
10. Una volta che hai iniziato, non puoi fermarti (senza danni)
Dal self-branding all’Open Gov - nuovi paradigmi per la comunicazione politic...Dino Amenduni
Fiducia nelle istituzioni politiche: molto bassa +
Popolarità sui social media dei politici italiani: alta
=
La comunicazione politica online attuale non raggiunge i suoi obiettivi qualitativi. Serve un nuovo paradigma.
Come sopravvivere al nuovo algoritmo di FacebookDino Amenduni
Quali conseguenze ci sono per i produttori di contenuti? Il ruolo della reputazione, del chi-cosa-come, il peso dei video e delle community nella generazione di interesse.
(slide presentate allo Sport Digital Marketing Festival di Riccione, 14 giugno 2018)
presentazione utilizzata da Dino Amenduni nella sua lezione su "Comunicazione politica social" (27 settembre 2014) per il corso di aggiornamento in Social Media Strategies organizzato dal Communication Strategies Lab
Campagne elettorali - i professionisti sono indispensabili?Dino Amenduni
Cinque ragioni per affidarsi ai tecnici della comunicazione politica. Slideshow presentato il 17 dicembre 2011 a San Giorgio a Cremano (Na) per Comizi di Classe, scuola di formazione politica del Pd Napoli
I dati del Censis sulla dieta mediatica degli italiani, i dati Digital Monitor - Anica sulle abitudini del pubblico delle sale cinematografiche, due case histories internazionali e cinque buone pratiche di comunicazione.
Presentazione all'interno delle Giornate Professionali del Cinema 2013, Seminario ANEC: "Dalla pubblicazione alla web-reputation: come cambia la comunicazione del cinema"
Partecipazione alla vita politica in Italia: da dove ripartireDino Amenduni
1. Non trattare gli iscritti ai partiti come un gruppo di idioti
2. Accettare la complessità: si è in campagna elettorale tutti i giorni, volenti o nolenti
3. Iniziare (finalmente!) a considerare Internet come il luogo del dialogo e non del monologo
4. Aggiornare il significato delle parole sinistra e destra
5. Rinunciare all’alibi preferito di chi non vuole iniziare mai: “su Internet ci vanno solo i giovani”
(slideshow presentato agli Stati Generali della Comunicazione Politica, LUISS - Roma, 29 maggio 2013)
Cinque idee di comunicazione per chi ha appena vinto le elezioniDino Amenduni
Cinque cose da fare subito dopo aver vinto le elezioni:
1. Evitare un cambio drastico delle abitudini di comunicazione
2. Ampliare e diversificare la propria presenza sui social
per evitare l’effetto-parafulmine
3. Continuare a fornire contenuti inediti e aggiornati ai sostenitori
4. Creare (e comunicare) format stabili di comunicazione
5. Organizzare la mobilitazione: le super-issues
Come si promuove, difende o compromette la propria reputazione onlineDino Amenduni
Dieci storie per comprendere come si promuove, difende o compromette la propria reputazione online. Cinque WIN, cinque FAIL e cinque riflessioni per districarsi sui social media
Democrazia senza fiducia, comunicazione extramediale, il ruolo di Internet: le nuove dinamiche di socializzazione elettorale.
Reggio Emilia
PolitiCamp – W la libertà
6 Luglio 2013
Comunicatori (e) permanenti - cosa cambia nell'era dei parrucchieri-influencerProforma
Come si vende un prodotto, raccontare un'idea, vincere una campagna elettorale in un momento della storia in cui i parrucchieri sono tra i cinque professionisti con la maggiore credibilità e un "uomo qualunque" è ritenuto più credibile di un politico, un giornalista, un prete?
Le sfide di questa fase della storia della comunicazione commerciale, istituzionale e politica sono molto grandi e non tutte sono gestibili con facilità. Porsi alcune domande e provare a dare alcune risposte rapide è l'obiettivo di queste slide che ruotano attorno ad alcuni principi.
- La pubblicità è in questo momento lo strumento di persuasione meno convincente tra quelli a disposizione
- Le persone di cui storicamente "ci si fidava" non hanno più questo potere, che ora pare in mano all'uomo qualunque, al passante, all'utente di Internet che condivide un link. Questo comporta un profondissimo shock nelle modalità di formazione dell'opinione pubblica, modalità peraltro non facilmente tracciabili perché fortemente dispersive e atomizzate;
- chi conosce davvero il proprio interlocutore digitale, sa cosa vuole, di cosa ha bisogno, cosa lo annoia ha un enorme vantaggio competitivo su chi invece pensa di poter "vendere" qualcosa basandosi sulla sola forza della comunicazione
- Qualsiasi atto di comunicazione deve tenere conto dei meccanismi neurali che portano alla presa di decisioni. Non basta "avere ragione", essere "razionali": serve assecondare i meccanismi cerebrali semplici, quelli che fanno capo al "sistema 1" per com'è stato descritto da Daniel Kanheman
- Raccontare storie (cioè ordinare i contenuti secondo un formato narrativo e non solo descrittivo) diventa dunque sempre più importante per raggiungere correttamente i destinatari.
Dieci cose che ho imparato dopo 700 giorni consecutivi di campagne elettoraliDino Amenduni
Tempi e orari di lavoro, ruolo dei social media, peso della comunicazione, gestione delle crisi, l’importanza di avere patatine e taralli a portata di mano (slide realizzate a giugno 2015)
Cinque regole per costruire la domanda di cambiamentoDino Amenduni
1. Integrità-credibilità-accountability
(a partire dai risultati)
2. Comunicazione permanente
3. Ascoltare e non pensare di avere sempre ragione
4. Stare nell’agenda e parlare dei problemi reali delle persone
5. Non misurare tutto in termini economici
Lo storytelling al servizio della comunicazione istituzionale Proforma
Slide, video, tormentoni: diritti e doveri di chi deve parlare ai cittadini.
Contenuti della presentazione:
- l'ingresso delle slide a Palazzo Chigi
- il ruolo delle metafore nella comunicazione di lungo periodo
- il ruolo dei leader nella comunicazione istituzionale
- il ruolo dei video nella comunicazione istituzionale
- l’integrazione tra comunicazione istituzionale ed elettorale
- l’effetto-Trump sulle regole classiche della comunicazione politica
(presentato alla Scuola Holden sabato 25 marzo 2017)
Architettura delle campagne elettorali - otto idee per non impazzireDino Amenduni
1 - Nessuna campagna elettorale dovrebbe iniziare senza dati.
2 - Non si inizia dalle caratteristiche del candidato con cui si lavora, ma dall’analisi degli avversari e delle regole: chi sono, quanti sono, qual è la legge elettorale.
3 - Costruisci l’architettura di una campagna elettorale: lo staff, i ruoli, le funzioni, le spie di allarme.
4 - Esiste solo un 5% di decisioni strategiche per cui è davvero importante tenere il punto a tutti i costi.
Per tutte le altre: attacca il ciuccio dove vuole il padrone (regola del 95%).
5 - Molto spesso le campagne si vincono per errori degli avversari, non per meriti propri.
6 - In campagna elettorale non esistono orari, non esistono i weekend, non esistono i giorni festivi.
7 - È sempre meglio lavorare insieme a un’altra agenzia
di comunicazione del luogo in cui ci sono le elezioni.
8 - Quantità e qualità della consulenza politica sono molto spesso incompatibili.
(presentata l'8 novembre 2014 all'ottavo summit di Architecta - www.architecta.it)
Scrivere (per) la politica - dieci idee per un buon discorso politico Dino Amenduni
1. Semplicità, non banalità
2. Definizione della tua identità
3. Coerenza tra forme e contenuti
4. A prova di fact-checking
5. La verità è strategica
6. Empatia, non ruffianeria
7. Pathos e concretezza
8. Parlare della vita delle persone
9. Politica-pop, un tema delicato
10. Evitare l'autoreferenzialità.
Twitter per la Pubblica Amministrazione: tre storie, sette ideeDino Amenduni
Tra comunicazione politica e OpenGov,
come usare lo strumento senza subirlo.
(Presentato a Pescara, 25 maggio 2012
L’economia e la politica ai tempi di Twitter
Giornata della trasparenza della PA 2012)
Amministrative e referendum, due storie da raccontare, due motivi per cui è possibile sostenere che il ruolo del web nella politica italiana è oramai centrale.
(presentato a Frattocchie 2.0, Firenze, 4 settembre 2011)
Campagne elettorali: perché l'Italia è diversa da tutti gli altri PaesiDino Amenduni
La presentazione con cui ho partecipato al dibattito con Michael Slaby (Chief Innovation and Integration Office, Obama 2008&2012) a Bari, il 25 settembre, per provare a spiegare perché Italia e Stati Uniti non sono paragonabili, a mio avviso, dal punto di vista elettorale.
Buone e cattive pratiche di comunicazione politica sui social mediaProforma
A. Come la politica dovrebbe comunicare online: la guida di Twitter
B. Politica e social media: regole minime di sopravvivienza
C. Cinque post di successo sui social media
(Moduli presentati allo IED, Roma, 17 dicembre 2015)
Dieci cose utili da sapere per condurre una campagna elettorale in ItaliaProforma
Le slide di Dino Amenduni durante #laprof, scuola di comunicazione politica di Proforma, Polignano a Mare, 1-3 luglio.
Sommario:
1. Chi “sposta i voti”?
2. Quali sono gli strumenti di comunicazione più rilevanti?
3. Quali sono i canali di comunicazione più utilizzati per reperire informazioni?
4. Quali sono le tecniche di contatto più e caci con gli elettori?
5. Qual è il momento chiave di una campagna elettorale?
6. Come si scrive un buon post sui social media?
7. Quando si deve usare Facebook, quando Twitter e quando altro?
8. Come si determina lo “spin” dopo un confronto pubblico/televisivo?
9. Quali competenze tecniche sono maggiormente utili
in un comitato elettorale?
10. Quali sono le caratteristiche del volontario “ideale”?
Social Media Week Milano: Introduzione al Social Media EngagementFreedata Labs
Una breve presentazione di formazione dedicata alle aziende, che introduce i lettori al mondo dei social media.
Racconta che ruolo possono avere i social media nel marketing mix e come misurarne l’impatto, superando i tre dubbi più frequenti: “per il mio mercato il social media non funziona”, “la gente in rete non conversa dei miei prodotti”, “non riesco a misurare il ritorno di queste iniziative”.
E' stata presentata in 45' alla Social Media Week Milano 2011.
Cambiano i mercati, cambiano i clienti,
cambia la comunicazione: verso l’era biomediatica
(presentato al Seminario UNICOM: il riscatto del Sud comincia dalla comunicazione?
Lecce, 12 ottobre 2012)
Queste le slide del mio keynote speech al ForumPA del 17 maggio. Si parla di cosa si intende per comunicazione pubblica 2.0, quale ruolo hanno i media sociali e le tecnologie partecipative nel ridefinire la comunicazione e le relazioni tra PA e cittadini. Nell'ultima parte i dati delle ricerche Amministrazioni e Cittadini 2.0 sulle cnnversazioni sviluappate dai comuni su Facebook e sulla percezione dei cittadini fan sulle presenze istituzionali
Comunicazione (politica) online: le worst practices Dino Amenduni
Un’azione di comunicazione (politica) (online) non funziona se:
non è compresa dai destinatari
diventa un boomerang;
mette in evidenza l’incoerenza tra immagine reale e immagine percepita del mittente;
aumenta il livello di crisi comunicativa invece di diminuirlo;
trasforma una non-notizia in notizia;
non tiene conto della natura del pubblico;
non tiene conto della natura dello strumento;
è un errore così grande da cancellare i meriti (politici) del mittente
Cosa sono le fake news e da dove arriva questo fenomeno così discusso? Analizziamo l'argomento e ne discutiamo, portando esempi e considerazioni.
Una presentazione per il corso di Social Media Web e Smart Apps dell'università Ca' Foscari di Venezia, di Andrea Boscaro, Michele Dal Ben e Omar Utanti.
Similar to Giornalismo e social media: minacce e opportunità (20)
Perché i politici si prendono a pesci in faccia (e continueranno a farlo)Dino Amenduni
I politici continueranno a prendersi a pesci in faccia fin quando:
1. uno dei due interlocutori sarà debole dal punto di vista pre-politico
2. i politici potranno usare fallacie logiche senza essere redarguiti prima di tutto dal loro elettorato
3. Entrare nel merito non risulterà sufficientemente conveniente.
(slide presentate durante Parole Ostili Trieste, 7 giugno 2018)
Il difficile (ma necessario) incontro tra elettori ed eletti sui social mediaDino Amenduni
1. Vale la pena dedicare tempo a parlare di politica sui social media, o a scrivere commenti sulla bacheca/profilo di un politico se sei un cittadino?
2. Vale la pena dedicare tempo a rispondere ai commenti dei cittadini sui social media se sei un politico?
Ho provato a rispondere a queste due domande nei dieci minuti di intervento durante Inspiring PR 2017 - www.inspiringpr.it
Avversari, non nemici: come affrontare una campagna elettorale senza trasform...Dino Amenduni
1. Ridurre al massimo l’uso delle categorie pre-politiche dell’odio e dell’amore (soprattutto se usate dai leader, parlando di loro stessi).
2. Ridurre al massimo l’uso dei numeri falsi, usati pur di vincere a tutti i costi.
3. Evitare di comunicare la politica limitandosi a elogiare la propria parte e a contestare la parte avversaria: il riconoscimento del buono che arriva dall’altra parte è più credibile e distende gli animi.
4. Riconoscere la sconfitta, quando arriva. Senza alibi
(slide presentate a Parole Ostili, Trieste, 18 febbraio 2017)
Cinque riflessioni sul giornalismo politico in italiaDino Amenduni
Avere “millecinquecento lettori” non basta più: i pensieri di Enzo Forcella applicati alla campagna elettorale permanente.
Cosa fare?
1. Spostare il centro del proprio lavoro dalla sola ricerca della notizia alla verifica dell’attendibilità delle informazioni offerte dai politici
2. Decidere: o si fa il tifo, o si fanno analisi
3. Ricordarsi che il lettore è il lettore e non (solo) il politico
4. Stare un po’ più su Facebook e un po’ meno su Twitter
(e stare un po’ di più online in generale)
5. (se possibile) ridurre i momenti di aggregazione informale con i politici, e anche con i comunicatori politici
(Slide presentate a Cortina Tra Le Righe, 13 luglio 2015)
Michele Emiliano - Puglia 2015/2020: il programma del sindaco di Puglia e del...Dino Amenduni
Tutte le proposte del programma di Michele Emiliano candidato presidente della Regione Puglia su:
- rifiuti
- sanità
- legge elettorale e parità di genere
- borse di studio e formazione
- reddito di dignità
- "meno cemento, più Puglia"
- ricerca e innovazione
- ILVA
- riqualificazione urbana
Il futuro è la parola "Dati", non è la parola “creatività".
Il futuro è la parola "Condividere", non è la parola “nascondere".
Il futuro è la parola "DisruptIon", non è la parola “chiedere il permesso".
Slide presentate durante l'evento TedX Lecce, 25 ottobre 2014, Teatro Politeama Greco.
Art: Miki De Benedictis
Why do italian politicians make little use of statistics?Dino Amenduni
Lack of database culture, anti-politics, obsolete legislation:
the love story that never was
by Dino Amenduni
Personal Democracy Forum Italia
Data-driven campaigns in Europe: what went wrong after Obama? Rome, 29 September 2014
Perché la politica italiana usa poco i dati? Dino Amenduni
Assenza della cultura del database, antipolitica, legislazione antiquata: storia di un amore mai nato.
Intervento al Personal Democracy Forum Italia
Workshop: Data-driven campaigns in Europe: what went wrong after Obama?
Roma, 29 settembre 2014
Crisi di fiducia, centralità dei media tradizionali, il ruolo dei social media:una professione in radicale cambiamento. Modulo di comunicazione politica all'interno del Corso in social media e digital marketing di Eurogiovani.
http://socialmediamarketing.eurogiovani.it/
5 motivi per cui potresti aver visto almeno un post di Gianni Morandi nell’es...Dino Amenduni
1. Il racconto è autentico: è la pagina di Gianni Morandi, non è una pagina su Gianni Morandi.
2. Contenuti (multimediali) pubblicati ogni giorno, tutti i giorni: la serialità rende la pagina sempre invitante.
3. Sta “sul pezzo”: tiene conto delle discussioni d’attualità.
4. La gestione della pagina, pur essendo di un personaggio pubblico, non dimentica né omette la componente privata della propria vita.
5. Il vero vantaggio competitivo (perché lo fanno in pochissimi): risponde ai commenti!
Come scrivere un brief di comunicazione e come declinarlo sui social mediaDino Amenduni
Analisi di scenario, SWOT analysis, quadrato semiotico, obiettivi e declinazioni: traccia per un’esercitazione (di 6-8 ore).
(presentata a Mantova il 24 luglio 2014 all'interno del laboratorio di progettazione "Imprese per i beni comuni")
Il miglior social media manager in Italia (stagione 2013-2014) è Daniele Scia...Dino Amenduni
La storia di un calciatore del Bari e della sua squadra, passata in 90 giorni dal fallimento della società al quasi-miracolo sportivo. Nel frattempo, su Facebook, la storia è stata raccontata da un osservatore privilegiato: Daniele Sciaudone, centrocampista del Bari.
In questa presentazione, una piccola grande lezione di comunicazione interna, aziendale, istituzionale, ma soprattutto per chi, di lavoro, gestisce spazi sui social media.
Antonio Decaro - Amministrative Bari 2014 - storia della campagna elettoraleDino Amenduni
Sei mesi di scelte, decisioni strategiche, idee creative, video, sfottò, stroncature, sondaggi, aneddoti. Tre campagne in una (Primarie, Amministrative, ballottaggio). In questa presentazione c'è tutto (o quasi). È la storia della campagna elettorale di Antonio Decaro, il nuovo sindaco di Bari.
Comunicare la politica - ottava edizioneDino Amenduni
Raccolta di presentazioni per le mie docenze del primo semestre del 2014.
I moduli nel dettaglio:
- Cinque cose da sapere se vuoi fare politica in Italia nel 2014;
- Web 2.0: modelli teorici di riferimento;
- Campagne elettorali: dieci cose che ho imparato (fino a ora);
- Cinque domande che gli studenti ci fanno durante le docenze;
- L’evoluzione digitale della specie - la dieta mediatica degli italiani;
- Dove sono i voti degli italiani?
- Cinque buone idee di comunicazione per chi ha appena vinto le elezioni;
- Scrivere (per) la politica;
- Un'esercitazione
Cinque cose da sapere se vuoi fare politica nel 2014Dino Amenduni
1. Fiducia nelle istituzioni:
partiti e Parlamento (restano) ai minimi storici 2. Equità fiscale: meglio meno tasse che più servizi 3. Presidenzialismo: l’opinione pubblica italiana è pronta 4. Autoritarismo: per tre italiani su dieci è una possibilità percorribile
5. Una riserva di determinazione:
aumentano gli indici di partecipazione politica e sociale
L'analisi dei dati DEMOS, tratti dalla ricerca "I Cittadini e lo Stato 2013"
L’evoluzione digitale della specie - la dieta mediatica degli italiani 2013Dino Amenduni
L'analisi delle più importanti tabelle presentate nella ricerca annuale con cui il Censis racconta le abitudini informative degli italiani: quali mezzi utilizzano, per quanto tempo, con quali scopi, quanto e come condividono le informazioni. La ricerca è un documento fondamentale per tutti gli operatori della comunicazione e nell'edizione 2013 emergono alcune tendenze assai significative per il futuro del giornalismo, in particolare la nascita del press divide, cioè esiste una quota di italiani che ha smesso di leggere dalla carta stampata.
Greenpeace e la comunicazione politica (ambientale)Dino Amenduni
In questa presentazione, analizziamo cinque campagne di Greenpeace per ricavarne cinque punti di forza della loro strategia di comunicazione:
1. Indipendenza ed equidistanza
2. Coinvolgimento personale e fisico dei volontari
3. Registro linguistico multiforme
4. Integrazione tra attivismo digitale e azioni sul territorio
5. Reputazione consolidata negli anni -> credibilità
Uno spunto di riflessione utile per tutti gli attori della comunicazione politica.
Greenpeace e la comunicazione politica (ambientale)
Giornalismo e social media: minacce e opportunità
1. Strategia di comunicazione Gianni Florido e la Provincia di Taranto Giornalismo e social media: minacce e opportunità Come informare senza disinformare, Come informarsi senza farsi fregare Lecce, 30 gennaio 2012 Confcommercio Lecce La Fabbrica del Lavoro Dino Amenduni, Proforma
2. Chi parla? Mi chiamo Dino Amenduni ( biglietto da visita elettronico ) Sono il responsabile dei nuovi media e consulente per la comunicazione politica a Proforma, agenzia di comunicazione di Bari, mia città natale, dove ho studiato, vivo e lavoro Sono blogger sul Fatto Quotidiano ( link al blog ) e tra i fondatori di Quink, collettivo di satira e mediattivismo ( www.quink.it )
3. Qual è lo stato di salute dell’informazione online? Otto storie per trenta sfide all’opinione pubblica
4. Storia #1 Le anticipazioni via Twitter: Michele Emiliano e l’incontro col governo
5. Emiliano, Monti e Twitter: scenario 4 dicembre 2011 : Il Governo convoca gli amministratori locali per raccontare i dettagli della manovra salva-Italia Michele Emiliano, sindaco di Bari, decide di raccontare i contenuti dell’incontro con Mario Monti e con i ministri Giarda e Passera su Twitter e in diretta Le sue anticipazioni non sono concordate con gli altri partecipanti e sono la prima fonte informativa pubblica Stampa e tv rilanciano i tweets di Emiliano come ‘ breaking news ’
6. Emiliano, Monti e Twitter Articolo originale : http://www.ilpost.it/2011/12/04/il-punto-sulla-manovra/
7. Emiliano, Monti e Twitter: Sfida #1 Al Governo : le notizie emergono prima di appuntamenti ufficiali tra politica e media (conferenze stampa, comunicati stampa). Monti non ha fatto alcun riferimento a Emiliano durante la presentazione delle misure, ma Palazzo Chigi ha dovuto pubblicare un comunicato stampa nel pomeriggio di domenica per riprendere il controllo della comunicazione e commentare che ogni indiscrezione è priva di fondamento. Interruzione della liturgia classica dell’informazione Sarà interessante, da oggi in poi, comprendere il comportamento del Governo rispetto alla pubblicazione (in diretta) di contenuti provenienti dalle riunioni in modo indipendente dalla propria volontà
8. Emiliano, Monti e Twitter: Sfida #2 Agli altri politici : la strategia di Emiliano obbliga tutti gli altri protagonisti della vita pubblica a riflettere sul loro stile di comunicazione Chi non comunicherà in diretta coi cittadini attraverso Facebook o Twitter apparirà vecchio o, peggio ancora , poco disposto ad aprire le porte del Palazzo E poi c’è la sfida del consenso : i politici che studieranno gli straordinari dati di Emiliano di ieri (citato costantemente in tutte le cronache in diretta sui media nazionali) saranno tentati dall’idea di fare lo stesso e ottenere risultati analoghi. Successo personale di Emiliano : i followers su Twitter sono triplicati (da 2000 a 6000) durante quel pomeriggio
9. Emiliano, Monti e Twitter: Sfida #3 Ai giornalisti : la reazione dei media alla diretta di Emiliano è stata generalmente di due tipi. C’è chi ha elogiato Emiliano per il suo puntuale (ed esclusivo) racconto della giornata e c’è chi, invece, ha criticato questo tipo di comunicazione Stiamo assistendo alla realizzazione pratica della coda lunga dell’informazione : le fonti sono sempre di più e il potere dei grandi attori della comunicazione, soprattutto nel dare le notizie in anteprima, è sempre minore Fine del monopolio informativo dei media : tutti i presenti possono comunicare. I media non hanno più, dunque, la possibilità di dare le notizie in esclusiva e sono dunque meno utili rispetto al passato
10. Emiliano, Monti e Twitter: Sfida #4 A se stesso : è la sfida che è emersa meno nelle analisi, ma è la più profonda Il sindaco di Bari ha recitato il ruolo di politico in posizione gerarchicamente inferiore ai suoi interlocutori. Ma è pur sempre il sindaco di Bari, che deve condurre numerose riunioni quotidiane in posizione di leadership Come reagirà quando saranno i suoi assessori, i componenti del suo partito, i consiglieri comunali di opposizione, gli stakeholder, i comuni cittadini a far trapelare notizie all’esterno senza la sua autorizzazione e volontà?
11. Storia #2 La primavera araba raccontata nel mondo
12. La primavera araba: scenario Il 2011 sarà ricordato per la esplosione di rivoluzioni popolari negli stati del Nord Africa governati fino a quel momento da dittature (Tunisia, Egitto, Libia) La particolare specificità della leadership di queste proteste (giovani, ‘nativi digitali’, alfabetizzati) ha permesso alle rivoluzioni “locali” di diventare racconto globale I social media, Twitter in particolare, sono stati centrali nel racconto delle rivoluzioni. I flussi di comunicazione sono stati regolati da utenti-hub , nodi in ogni nazione che verificavano e divulgavano le notizie
13. La primavera araba in un sito Il sito-hub italiano : Year in hashtag www.yearinhashtag.com
14. La primavera araba: Sfida #1 Agli utenti che comunicano : la necessità di condivisione nasce per un naturale istinto alla comunicazione di un momento storico, ma esiste anche una componente di sfida ai regimi dittatoriali I social media servono ad aggirare la censura e a veicolare le notizie alla comunità internazionale La responsabilità individuale di ogni utente/informatore (verità, qualità, precisione) in momento di crisi politica è un tema decisivo anche nel dibattito pubblico democratico
15. La primavera araba: Sfida #2 Agli utenti che leggono e rilanciano : come riconoscere una fonte verosimile da una inverosimile? E come riconoscere un aggiornamento completo di una fonte verosimile da un aggiornamento incompleto? I social media sono i luoghi dell’autorevolezza: se un utente fa circolare notizie vere, è ascoltato. Se sbaglia, paga immediatamente La verifica precisa e rigorosa delle fonti (talvolta a discapito della velocità di aggiornamento) è dunque cruciale per chi fa informazione online
16. La primavera araba: Sfida #3 Ai giornalisti tradizionali : nell’intricata trama della produzione di aggiornamenti in tempo reale e dell’effetto di propagazione online degli utenti-hub, il giornalista ha davanti a sé due problemi. Deve riconoscere ‘le notizie’ e deve saperlo fare prima degli altri Se arrivare prima degli altri online rappresenta un sicuro vantaggio in termini di autorevolezza all’interno delle proprie reti di relazioni, arrivare prima degli altri media rappresenta, per un giornalista, la possibilità di creare un’opportunità di successo per il proprio editore
17. La primavera araba: Sfida #4 Ai sistemi politici : qual è il comportamento che un regime deve adottare per contrastare una rivoluzione ? Censura, contropropaganda, arresti selettivi, delegittimazione pubblica degli influencers: un errore può essere fatale per chi è al potere Se nei regimi queste dinamiche sono esasperate, non si può pensare che i sistemi democratici siano esenti da questo tipo di sfide: una lettura costante, serena e critica dell’attivazione generata dagli utenti online può scongiurare crisi comunicative, proteste o campagne di informazione difficili da gestire una volta avviate
19. Integrazione tv + web: scenario I programmi televisivi in diretta possono essere arricchiti evocando il contributo del pubblico e inserendolo all’interno del format Al momento esistono due tipi di strategie crossmediali nella tv italiana: il modello interattivo e il modello descrittivo Servizio Pubblico (interattivo) : domande poste in diretta, gli utenti sono chiamati a rispondere attraverso i social media. Gli esiti sono poi comunicati e fanno parte della costruzione narrativa del programma Piazzapulita (descrittivo) : l’attivazione sui social media è un ‘commento costante’, in sottopancia. Non c’è interazione diretta col programma
20. Modello interattivo: Servizio Pubblico Fanpage Facebook del programma: www.facebook.com/serviziopubblico
21. Modello descrittivo: PiazzaPulita Account Twitter del programma: www.twitter.com/piazzapulita
22. Integrazione tv + web: Sfida #1 Alle redazioni Modello interattivo : come scegliere le domande più opportune? Meglio porre questioni a cui il pubblico vuole rispondere (in modo plebiscitario) o è più spettacolare provare a dividere l’elettorato? Meglio usare le domande come elemento identitario o come componente imprevedibile di complessità all’interno di una puntata in diretta? Modello descrittivo : come scegliere gli aggiornamenti da mostrare in pubblico? È più importante il mittente o il messaggio? Ed è meglio mostrare commenti positivi o negativi? E quale sarà la reazione dei protagonisti in studio davanti a questo costante feedback pubblico?
23. Integrazione tv + web: Sfida #2 Agli ospiti Modello interattivo: l’ospite può giocare un ruolo attivo e provare a modificare il contesto del web aggiornando in prima persona i social media durante la trasmissione o può semplicemente commentare i dati Modello descrittivo : un ospite può monitorare in diretta il feedback e può intervenire ribattendo online . Questo può modificare la percezione generale della sua presenza in tv. E questo, indirettamente, può condizionare ciò che il pubblico televisivo vede attraverso la sovraimpressione. In alternativa ‘subisce’ ciò che accade online
24. Integrazione tv + web: Sfida #3 Agli autori televisivi Modello interattivo : l’impatto del pubblico può essere integrato a più livelli e con diversi livelli di protagonismo. Teoricamente ci si può collegare con il pubblico durante la diretta creando un’integrazione perfetta tra chi guarda la tv e chi la fa Modello descrittivo : per il momento abbiamo visto solo il rilancio di aggiornamenti da parte del pubblico. In futuro potremmo assistere a operazioni di fact-checking (verifica dell’attendibilità di ciò che un ospite dice: si saprà in diretta se dice il vero o il falso)
25. Storia #4 Dal post alle dimissioni: I casi Nomfup e Giuseppe Ripa
26. Dal post alle dimissioni: scenario L’inchiesta giornalistica che mette in imbarazzo il potente non è certo una novità di Internet. La differenza rispetto al passato è che oggi chiunque, in qualsiasi momento, può avere gli strumenti per trovare la notizia, diffonderla e trasformarla in un caso 14 ottobre 2011 : il ministro della difesa inglese Liam Fox si dimette per aver portato un suo amico in visite di stato a spese pubbliche. La prova è in un video su Youtube che il giornalista Filippo Sensi rilancia su Nomfup, il suo blog 9 gennaio 2012 : l’assessore alla mobilità del Comune di Lecce Giuseppe Ripa si dimette dopo aver insultato Vendola. La notizia è rilanciata da un altro politico: Loredana Capone
27. Dal post alle dimissioni: Nomfup Esplode il caso Nomfup-Liam Fox: un articolo del Corriere della Sera
28. Dal post alle dimissioni: Giuseppe Ripa Loredana Capone rilancia Giuseppe Ripa: Screenshot sulla pagina Facebook
29. Dal post alle dimissioni: Sfida #1 Ai personaggi pubblici : t utto ciò che è pubblicato è potenzialmente condivisibile . E non sempre si può verificare chi pubblica cosa, chi coglie un comportamento non conforme di un personaggio e decide di mostrarlo pubblicamente Se fino a qualche anno fa uno scandalo non poteva che passare dai mezzi di comunicazione tradizionali, oggi la minaccia può essere imprevedibile Uno scoop, inoltre, può essere tale anche a diversi mesi di distanza (i video scoperti da Nomfup erano su Youtube da fine 2010)
30. Dal post alle dimissioni: Sfida #2 Agli utenti : chiunque può essere portatore di uno scoop . E se sa usare bene i social media, o gode già di autorevolezza personale, può scatenare un passaparola che poi ‘esonda’ sui mezzi tradizionali, rendendo inevitabile la discussione pubblica della notizia Tutti possono inchiodare un personaggio pubblico alle proprie responsabilità e possono trasformare una segnalazione (anche non realizzata con scopi di denuncia) in un caso mediatico Fine del monopolio ‘scandalistico’ dei mezzi tradizionali
31. Dal post alle dimissioni: Sfida #3 Ai mezzi tradizionali : una denuncia sul web è la base di partenza, ma può non essere sufficiente per portare a un’assunzione di responsabilità davanti alla collettività La notizia può essere presente sul web, può non emergere perché l’utente non è sufficientemente conosciuto e ha bisogno di intercettare il lavoro di ricerca e di analisi da parte dei giornalisti per conquistare lo spazio che si merita Come per la primavera araba, il giornalista si confronta con un nuovo sistema ipercompetitivo di ricerca delle fonti
32. Dal post alle dimissioni: Sfida #4 Agli avversari politici: Giuseppe Ripa è stato obbligato alle dimissioni anche perché il passaparola è partito da una sua diretta concorrente In campagna elettorale questo comportamento di verifica e analisi dell’avversario rappresenta sempre più una disciplina separata, che può contribuire in pochissimo tempo sulla crescita o la perdita di credibilità pubblica Per queste ragioni un personaggio politico è ancora di più soggetto a rischio per i suoi comportamenti (apparentemente) privati
33. Storia #5 Tanto rumore per nulla: SpiderTruman e VaticanoPagaciTu
34. SpiderTruman e VaticanoPagaciTu: scenario Quest’estate l’opinione pubblica italiana si è confrontata con due temi: i costi della politica e il pagamento dell’ Ici da parte della Chiesa (attualmente non prevista, neanche per le strutture a prevalente finalità commerciali) In entrambi i casi sono nate due pagine Facebook oggetto di grande interesse da parte dei media e degli utenti: 16 luglio 2011 : un anonimo precario dal nome di fantasia ‘ SpiderTruman’ apre una pagina in cui annuncia di voler rivelare “i segreti della Casta di Montecitorio” 20 agosto 2011 : su Facebook nasce una pagina ‘collettiva’ dal titolo ‘ VaticanoPagaciTu ’ (la manovra finanziaria)
37. SpiderTruman e VaticanoPagaciTu: Sfida #1 Agli utenti : ma chi c’è dietro queste proteste? In entrambi i casi la reale identità dei promotori non è mai stata svelata ufficialmente, né è stato chiaro il rapporto tra la partecipazione popolare e la strategia adottata dai promotori Entrambe le proteste sono fallite : i costi della politica sono stati ridotti in minima parte dal Governo Monti, che attualmente non ha ancora riformato i meccanismi di contribuzione della Chiesa Un’identità anonima (o addirittura falsa, come per SpiderTruman) non favorisce le proteste ed è scorretta: gli utenti mettono il loro nome e la loro faccia e devono pretendere lo stesso da chi chiede un’attivazione
38. SpiderTruman e VaticanoPagaciTu: Sfida #2 Ai media: tutti i giornali hanno dato grande spazio alle proteste prima che diventassero straordinariamente popolari. Questa attenzione ha alimentato il circolo di visibilità online-offline-online senza il quale le due pagine Facebook non sarebbero state così popolari Ma i giornali non hanno verificato l’identità dei promotori delle due campagne . Nel caso di SpiderTruman si è creduto all’esistenza di un precario in Parlamento (ipotesi poi smentita) che fu definito il “Julian Assange italiano” Il fallimento delle campagne alimenta un altro circolo: i media perdono credibilità perché “abboccano”, allo stesso tempo Internet è percepito dall’ opinione pubblica come il luogo delle bufale
39. SpiderTruman e VaticanoPagaciTu: Sfida #3 A chi fa attivismo online: queste due grandi storie hanno restituito un’idea stereotipata del “popolo del web” , spesso promossa dagli editori dei mezzi tradizionali Nel racconto che spesso viene promosso su giornali e tv, la Rete è capace solo di mobilitarsi in modo violento e contro qualcosa. Questi due episodi sono una buona prova di questa tesi. Ciò penalizza chi invece protesta quotidianamente , portando all’attenzione dati, argomenti e identità chiare perché questi movimenti rischiano di essere presi sempre meno sul serio Chi protesta davvero deve opporsi, in futuro, a progetti come quelli di SpiderTruman e VaticanoPagaciTu
40. SpiderTruman e VaticanoPagaciTu: Sfida #4 Alle forze politiche: la creazione di mobilitazioni rapide, “senza volto” e indirizzate contro un nemico generico (i politici, la Chiesa) emergono con più facilità se i leader e i partiti non sono in grado di intercettare le legittime domande di cambiamento e di riforma della cittadinanza Se nessuno si fa carico della rabbia, è più facile che i cittadini si affidino a chiunque si trova a sposare una propria idea, anche se espressa in modo confuso e anche se la protesta non porta ad alcun risultato (perché anonima e senza collegamenti coi decisori). Spesso questa attivazione è definita genericamente ‘ antipolitica ’, in realtà è una richiesta frustrata di politica la cui violenza crescerà quanto più i partiti ignoreranno le origini di queste proteste
42. L’esercito delle opinioni: scenario La blogosfera italiana sta conoscendo una seconda giovinezza. Dopo anni in cui si è ritenuto che i social media avrebbero sostituito i blog come strumento di comunicazione del sé, i blog hanno spesso cambiato la loro natura, trasformandosi in uno spazio in cui giornalisti, personaggi pubblici e cittadini esprimono le loro opinioni su fatti di attualità o conducono attività di informazione specialistica L’accumulo di blog di opinione è diventato un modello di business digitale negli Stati Uniti con l’Huffington Post. In Italia il modello più simile è quello promosso dal Fatto Quotidiano
45. L’esercito delle opinioni: Sfida #1 Agli editori: i blogger, quasi sempre, scrivono gratuitamente per queste testate online. Quanto più i giornali sono letti e popolari, tanto più la transazione ‘ gratuità in cambio di visibilità ’ è ritenuto conveniente per entrambe le parti (editore e blogger) In un contesto simile, quali sono le strategie giuste per scegliere i blogger ? È meglio un semplice accumulo quantitativo o è preferibile puntare sulla qualità? Il criterio di scelta è la semplice somma dei click e delle visualizzazioni o bisogna preservare una linea editoriale? In un contesto di gratuità per tutti, come è possibile strappare i blogger migliori alla concorrenza?
46. L’esercito delle opinioni: Sfida #2 Ai giornalisti: i giornalisti retribuiti nelle redazioni si trovano improvvisamente a dover sfidare una concorrenza informativa molto forte. I blogger sono tanti e lavorano su una tale quantità e qualità di stimoli da poter gestire una quantità di informazioni almeno pari a ciò che può essere prodotto nelle redazioni I giornalisti, inoltre, sono obbligati a mantenersi all’interno dei propri settori di riferimento mentre i blogger scrivono ciò che vogliono, quando vogliono (a meno che non siano vincolati a specifiche linee editoriali) Come resistere alla competizione? E soprattutto ha senso che i giornalisti e i blogger si sentano tra loro in competizione ? O sono due forme antropologicamente diverse di fare informazione?
47. L’esercito delle opinioni: Sfida #3 Ai lettori: la quantità di informazioni è profondamente aumentata in questi ultimi anni. A questa crescita non coincide necessariamente un aumento della qualità percepita Se i giornali rappresentano sempre un baluardo (minimo) della qualità dell’informazione e della verifica delle fonti , lo stesso non si può dire dei blogger, almeno in linea generale Allo stesso tempo i blogger hanno spesso meno vincoli delle redazioni e degli editori, per cui la guerra della verità è aperta e difficilmente vedrà qualcuno vincere su qualcun altro Ai lettori il compito non facile di scegliersi le fonti qualitativamente migliori
48. L’esercito delle opinioni: Sfida #4 Ai cittadini: fino a dieci anni fa era impossibile informare senza che un editore (o ingenti mezzi economici propri) mettesse una persona (giornalista o meno) nelle condizioni di farlo Oggi invece questa barriera non esiste più . Chiunque può aprire un blog, dire la propria, utilizzare i social media per far leggere i post ai propri amici, conoscenti, alla ricerca del passaparola e dall’allargamento della base dei lettori Questa barriera, però, è stata abbattuta per tutti: questo è un incentivo alla partecipazione (è facile) o un disincentivo (è inutile, perché è impossibile emergere?)
50. Le dirette collettive: scenario Il grado di interazione tra protagonisti della scena pubblica e ‘spettatori’ conosce livelli sempre crescenti anche in contesti apparentemente poco permeabili Un esempio di questa integrazione possibile è il caso di #opencamera , una lista di Twitter creata da Andrea Sarubbi, deputato del Pd. OpenCamera è un hashtag (codice di Twitter per indicare un argomento) che serve ai parlamentari per informare e ai cittadini per informarsi Il principio è lo stesso che regola i rapporti tra dirette televisive e interazione del pubblico, con la differenza che potenzialmente si può contribuire al miglioramento del processo legislativo
52. Le dirette collettive: Sfida #1 Ai politici: chi c’è si vede, chi non c’è perde un’occasione . Per ascoltare i cittadini, per cercare consenso, per dialogare con gli altri parlamentari, per creare storie buone anche per la stampa e i mezzi tradizionali L’effetto di trascinamento è già avvenuto: molti politici si sono iscritti a Twitter, alcuni di loro solo per poter far parte della piazza virtuale di #opencamera. Non tutti dialogano tra loro, alcuni riproducono il formato classico dei comunicati stampa (in 140 caratteri) Ma cosa succederà quando tutti i parlamentari dialogheranno tra loro o utilizzeranno i commenti dei cittadini all’interno della discussione ?
53. Le dirette collettive: Sfida #2 Agli staff dei politici: l’opera di verifica, monitoraggio, rinvio della discussione su altri strumenti o con altre scelte (dal web al comunicato stampa; dal dibattito pubblico a Facebook) può essere possibile ed efficace solo se gli staff di supporto dei politici effettuano un corretto monitoraggio delle discussioni e dei commenti, sia degli altri politici che dei cittadini OpenCamera non è solo un banco di prova (e un’occasione) per i politici, ma anche un terreno insidioso perché ogni dichiarazione, anche se in risposta a un singolo cittadino, è pubblica, dunque pubblicabile, dunque potenzialmente esplosiva, sia in senso positivo che in senso negativo. Gli staff web dei politici, per queste ragioni, sono come i soldati di prima linea in guerra, nel bene e nel male
54. Le dirette collettive: Sfida #3 Ai giornalisti: le notizie politiche possono essere prodotte e cercate su Twitter e su #opencamera. Questo vale sia per le breaking news, sulle anticipazioni che passano prima dai profili personali dei Parlamentari e poi sulle agenzie di stampa, sia per notizie che ‘nascono’ su Twitter Quando c’è una discussione, si crea un effetto di botta e risposta rapido, simile ai talk-show. Rispetto al formato televisivo, però, c’è la difficoltà legata alla forma scritta, la brevità delle informazioni, la multimedialità come opzione di completamento della comunicazione e la velocità negli scambi. A queste novità bisogna aggiungere il ruolo degli utenti che possono verificare, aiutare, tifare, delegittimare. E i giornalisti devono decodificare una realtà complessa e in continuo mutamento
55. Le dirette collettive: Sfida #4 Ai cittadini: le dirette collettive di OpenCamera, come tutto ciò che avviene sul web, offrono due alternative possibili: l’ascolto critico e l’interazione attiva In entrambi i casi i cittadini possono modificare il loro comportamento anche in un secondo momento , scegliendo un politico rispetto a un altro, mettendolo alla prova, aiutandolo o favorendo la denuncia di affermazioni o dati falsi Questo accresciuto ruolo sociale dei cittadini obbliga tutta l’opinione pubblica a un costante lavoro di analisi, verifica, controllo e, a lungo andare, potrebbe garantire un maggiore elemento di trasparenza nel dibattito pubblico
57. L’alluvione di Genova: scenario 4 novembre 2011 : Genova è colpita da un’alluvione che ha causato sei morti. La combinazione di piogge torrenziali e dell’esondazione di due torrenti ha creato disagi gravissimi anche in quartieri centrali della città I social media sono stati luoghi che sono stati utilizzati dai genovesi, dai cittadini, dai media per informarsi e informare. Youtube ha accolto le prime drammatiche video-testimonianze, poi riprese dalle televisioni Il racconto , però, si è evoluto nel tempo : inizialmente è servito a dare informazioni di servizio, poi bollettini sui morti e i danni, infine è servito a coordinare le operazioni necessarie a riportare la normalità, anche chiedendo aiuto a cittadini e volontari
58. L’alluvione di Genova su Twitter Genova, le accuse e la solidarietà: migliaia di messaggi su Twitter Link all'articolo originale
59. L’alluvione di Genova: Sfida #1 Agli amministratori locali: la quantità e la qualità di informazioni è che possibile dare e ricevere attraverso i social media è infinitamente maggiore rispetto al passato. Un coordinamento preciso tra gestione della crisi, mappatura dei problemi , ascolto delle richieste dei cittadini e problem-solving può funzionare ancora più delle normali procedure che si attivano in caso di emergenza La sfida è ovviamente gravosa, perché un’amministrazione comunale percepita come poco efficiente (così come è stato in questo caso) può essere travolta da critiche e proteste con forza e velocità ancora maggiore rispetto al passato. Ma può anche gestire, ribaltare la percezione e soprattutto lavorare dove c’è davvero bisogno di aiuto
60. L’alluvione di Genova: Sfida #2 Ai cittadini: i social media riducono, talvolta abbattono, la distanza tra chi ha bisogno di aiuto e chi può offrirlo. I volontari hanno potuto usare Twitter per coordinare le operazioni, fare reclutamento, segnalare problemi, la creazione o la rimozione di disservizi Questa responsabilità va letta in due chiavi: è una risorsa in più a disposizione di tutti ma è anche uno stimolo a essere precisi, corretti, a non veicolare allarmismi ingiustificati, a comunicare informazioni solo quando è davvero necessario, a evitare il protagonismo allo scopo di aiutare la comunità (amministrazione + cittadini) a reagire e i media a raccontare la tragedia nel modo più obiettivo possibile
61. L’alluvione di Genova: Sfida #3 Ai giornalisti: i media, in una fase di profondissima crisi gestionale, hanno un compito assai delicato. Devono distinguere le informazioni vere da quelle false, devono ordinare le priorità. E se possibile, non dovrebbero limitarsi a raccontare ciò che accade, ma piuttosto dovrebbero impegnarsi anche a veicolare informazioni utili e di servizio Perché ciò sia possibile, è forse necessaria un’ adeguata formazione o perlomeno un’esperienza sul campo sui social media alla ricerca dei veri nodi delle reti informative, degli utenti più affidabili e delle informazioni di migliore qualità Per essere ‘sul campo’, in diretta sui social media, bisogna co-partecipare al racconto e avere la lucidità e l’esperienza per poterlo fare