Fiducia nelle istituzioni politiche: molto bassa +
Popolarità sui social media dei politici italiani: alta
=
La comunicazione politica online attuale non raggiunge i suoi obiettivi qualitativi. Serve un nuovo paradigma.
Partecipazione alla vita politica in Italia: da dove ripartireDino Amenduni
1. Non trattare gli iscritti ai partiti come un gruppo di idioti
2. Accettare la complessità: si è in campagna elettorale tutti i giorni, volenti o nolenti
3. Iniziare (finalmente!) a considerare Internet come il luogo del dialogo e non del monologo
4. Aggiornare il significato delle parole sinistra e destra
5. Rinunciare all’alibi preferito di chi non vuole iniziare mai: “su Internet ci vanno solo i giovani”
(slideshow presentato agli Stati Generali della Comunicazione Politica, LUISS - Roma, 29 maggio 2013)
Campagne elettorali: perché l'Italia è diversa da tutti gli altri PaesiDino Amenduni
La presentazione con cui ho partecipato al dibattito con Michael Slaby (Chief Innovation and Integration Office, Obama 2008&2012) a Bari, il 25 settembre, per provare a spiegare perché Italia e Stati Uniti non sono paragonabili, a mio avviso, dal punto di vista elettorale.
Comunicazione (politica) online: le worst practices Dino Amenduni
Un’azione di comunicazione (politica) (online) non funziona se:
non è compresa dai destinatari
diventa un boomerang;
mette in evidenza l’incoerenza tra immagine reale e immagine percepita del mittente;
aumenta il livello di crisi comunicativa invece di diminuirlo;
trasforma una non-notizia in notizia;
non tiene conto della natura del pubblico;
non tiene conto della natura dello strumento;
è un errore così grande da cancellare i meriti (politici) del mittente
Da spin doctor a ricercatori - Come cambia il ruolo del consulente politico a...Dino Amenduni
La comunicazione politica è una disciplina del tutto differente dalla comunicazione commerciale: diffidate da chi applica teorie classiche di marketing
per appuntamenti elettorali.
Cinque motivi per affidarsi ai professionisti della comunicazione politica e due storie che raccontano che non sono più sufficienti.
Il difficile (ma necessario) incontro tra elettori ed eletti sui social mediaDino Amenduni
1. Vale la pena dedicare tempo a parlare di politica sui social media, o a scrivere commenti sulla bacheca/profilo di un politico se sei un cittadino?
2. Vale la pena dedicare tempo a rispondere ai commenti dei cittadini sui social media se sei un politico?
Ho provato a rispondere a queste due domande nei dieci minuti di intervento durante Inspiring PR 2017 - www.inspiringpr.it
Sveglia!1!!1 - Dieci lezioni di comunicazione politica da parte di Beppe Gril...Dino Amenduni
Le dieci leve del successo comunicativo del Movimento5Stelle
- Posizionamento politico
- Ragionamento estensivo sulla “casta”
- Frame-cappello (destruens) basato sulle debolezze degli avversari
- Sotto-frame (costruens) per coprire un vasto elettorato
- Il meglio dagli opposti: par condicio e disintermediazione
- Il capitano copre la squadra: Grillo come Mourinho
- Primi per investimento sul web
- Logica televisiva di palinsesto
- Logica redazionale di comitato
- Blog polifonico
Cinque cose da sapere se vuoi fare politica nel 2014Dino Amenduni
1. Fiducia nelle istituzioni:
partiti e Parlamento (restano) ai minimi storici 2. Equità fiscale: meglio meno tasse che più servizi 3. Presidenzialismo: l’opinione pubblica italiana è pronta 4. Autoritarismo: per tre italiani su dieci è una possibilità percorribile
5. Una riserva di determinazione:
aumentano gli indici di partecipazione politica e sociale
L'analisi dei dati DEMOS, tratti dalla ricerca "I Cittadini e lo Stato 2013"
Cinque idee di comunicazione per chi ha appena vinto le elezioniDino Amenduni
Cinque cose da fare subito dopo aver vinto le elezioni:
1. Evitare un cambio drastico delle abitudini di comunicazione
2. Ampliare e diversificare la propria presenza sui social
per evitare l’effetto-parafulmine
3. Continuare a fornire contenuti inediti e aggiornati ai sostenitori
4. Creare (e comunicare) format stabili di comunicazione
5. Organizzare la mobilitazione: le super-issues
Partecipazione alla vita politica in Italia: da dove ripartireDino Amenduni
1. Non trattare gli iscritti ai partiti come un gruppo di idioti
2. Accettare la complessità: si è in campagna elettorale tutti i giorni, volenti o nolenti
3. Iniziare (finalmente!) a considerare Internet come il luogo del dialogo e non del monologo
4. Aggiornare il significato delle parole sinistra e destra
5. Rinunciare all’alibi preferito di chi non vuole iniziare mai: “su Internet ci vanno solo i giovani”
(slideshow presentato agli Stati Generali della Comunicazione Politica, LUISS - Roma, 29 maggio 2013)
Campagne elettorali: perché l'Italia è diversa da tutti gli altri PaesiDino Amenduni
La presentazione con cui ho partecipato al dibattito con Michael Slaby (Chief Innovation and Integration Office, Obama 2008&2012) a Bari, il 25 settembre, per provare a spiegare perché Italia e Stati Uniti non sono paragonabili, a mio avviso, dal punto di vista elettorale.
Comunicazione (politica) online: le worst practices Dino Amenduni
Un’azione di comunicazione (politica) (online) non funziona se:
non è compresa dai destinatari
diventa un boomerang;
mette in evidenza l’incoerenza tra immagine reale e immagine percepita del mittente;
aumenta il livello di crisi comunicativa invece di diminuirlo;
trasforma una non-notizia in notizia;
non tiene conto della natura del pubblico;
non tiene conto della natura dello strumento;
è un errore così grande da cancellare i meriti (politici) del mittente
Da spin doctor a ricercatori - Come cambia il ruolo del consulente politico a...Dino Amenduni
La comunicazione politica è una disciplina del tutto differente dalla comunicazione commerciale: diffidate da chi applica teorie classiche di marketing
per appuntamenti elettorali.
Cinque motivi per affidarsi ai professionisti della comunicazione politica e due storie che raccontano che non sono più sufficienti.
Il difficile (ma necessario) incontro tra elettori ed eletti sui social mediaDino Amenduni
1. Vale la pena dedicare tempo a parlare di politica sui social media, o a scrivere commenti sulla bacheca/profilo di un politico se sei un cittadino?
2. Vale la pena dedicare tempo a rispondere ai commenti dei cittadini sui social media se sei un politico?
Ho provato a rispondere a queste due domande nei dieci minuti di intervento durante Inspiring PR 2017 - www.inspiringpr.it
Sveglia!1!!1 - Dieci lezioni di comunicazione politica da parte di Beppe Gril...Dino Amenduni
Le dieci leve del successo comunicativo del Movimento5Stelle
- Posizionamento politico
- Ragionamento estensivo sulla “casta”
- Frame-cappello (destruens) basato sulle debolezze degli avversari
- Sotto-frame (costruens) per coprire un vasto elettorato
- Il meglio dagli opposti: par condicio e disintermediazione
- Il capitano copre la squadra: Grillo come Mourinho
- Primi per investimento sul web
- Logica televisiva di palinsesto
- Logica redazionale di comitato
- Blog polifonico
Cinque cose da sapere se vuoi fare politica nel 2014Dino Amenduni
1. Fiducia nelle istituzioni:
partiti e Parlamento (restano) ai minimi storici 2. Equità fiscale: meglio meno tasse che più servizi 3. Presidenzialismo: l’opinione pubblica italiana è pronta 4. Autoritarismo: per tre italiani su dieci è una possibilità percorribile
5. Una riserva di determinazione:
aumentano gli indici di partecipazione politica e sociale
L'analisi dei dati DEMOS, tratti dalla ricerca "I Cittadini e lo Stato 2013"
Cinque idee di comunicazione per chi ha appena vinto le elezioniDino Amenduni
Cinque cose da fare subito dopo aver vinto le elezioni:
1. Evitare un cambio drastico delle abitudini di comunicazione
2. Ampliare e diversificare la propria presenza sui social
per evitare l’effetto-parafulmine
3. Continuare a fornire contenuti inediti e aggiornati ai sostenitori
4. Creare (e comunicare) format stabili di comunicazione
5. Organizzare la mobilitazione: le super-issues
Perché la politica italiana usa poco i dati? Dino Amenduni
Assenza della cultura del database, antipolitica, legislazione antiquata: storia di un amore mai nato.
Intervento al Personal Democracy Forum Italia
Workshop: Data-driven campaigns in Europe: what went wrong after Obama?
Roma, 29 settembre 2014
Scrivere (per) la politica - dieci idee per un buon discorso politico Dino Amenduni
1. Semplicità, non banalità
2. Definizione della tua identità
3. Coerenza tra forme e contenuti
4. A prova di fact-checking
5. La verità è strategica
6. Empatia, non ruffianeria
7. Pathos e concretezza
8. Parlare della vita delle persone
9. Politica-pop, un tema delicato
10. Evitare l'autoreferenzialità.
Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)Dino Amenduni
Comunicazione, politica, economia, giornalismo: cosa cambia se tutto cambia su Internet
Febbraio-Giugno 2013
Eurogiovani - Master in non-conventional marketing e social media
Architettura delle campagne elettorali - otto idee per non impazzireDino Amenduni
1 - Nessuna campagna elettorale dovrebbe iniziare senza dati.
2 - Non si inizia dalle caratteristiche del candidato con cui si lavora, ma dall’analisi degli avversari e delle regole: chi sono, quanti sono, qual è la legge elettorale.
3 - Costruisci l’architettura di una campagna elettorale: lo staff, i ruoli, le funzioni, le spie di allarme.
4 - Esiste solo un 5% di decisioni strategiche per cui è davvero importante tenere il punto a tutti i costi.
Per tutte le altre: attacca il ciuccio dove vuole il padrone (regola del 95%).
5 - Molto spesso le campagne si vincono per errori degli avversari, non per meriti propri.
6 - In campagna elettorale non esistono orari, non esistono i weekend, non esistono i giorni festivi.
7 - È sempre meglio lavorare insieme a un’altra agenzia
di comunicazione del luogo in cui ci sono le elezioni.
8 - Quantità e qualità della consulenza politica sono molto spesso incompatibili.
(presentata l'8 novembre 2014 all'ottavo summit di Architecta - www.architecta.it)
Campagne elettorali - i professionisti sono indispensabili?Dino Amenduni
Cinque ragioni per affidarsi ai tecnici della comunicazione politica. Slideshow presentato il 17 dicembre 2011 a San Giorgio a Cremano (Na) per Comizi di Classe, scuola di formazione politica del Pd Napoli
Semantica dei nuovi media - il wikivocabolario (aggiornato a luglio 2012)Dino Amenduni
Un esperimento lungo, in continuo divenire e quindi potenzialmente infinito: la definizione del vocabolario dei nuovi media
Cinquanta parole chiave che spiegano l’universo di questo pezzo di mondo della comunicazione e ne intrecciano dinamiche e metodi di studio.
(psicologia, sociologia, semiotica, applicazione, comunicazione aziendale, istituzionale, politica)
presentazione utilizzata da Dino Amenduni nella sua lezione su "Comunicazione politica social" (27 settembre 2014) per il corso di aggiornamento in Social Media Strategies organizzato dal Communication Strategies Lab
Cinque domande frequenti sulla comunicazione politica onlineDino Amenduni
In queste slide ho provato a rispondere a un po' di quesiti che in questi anni hanno spesso rimbalzato tra docenze e social media:
1. Un politico sta per iniziare una campagna elettorale
e vuole fare il primo passo su Facebook:
meglio usare un profilo o aprire una pagina pubblica?
2. Chi deve gestire gli account social dei politici
in campagna elettorale (il candidato, i comunicatori, entrambi)?
3. Cosa faccio quando un utente trolla o insulta?
4. È utile utilizzare i social media anche in contesti territoriali molto piccoli?
5. Esiste un profilo professionale ideale per lavorare sulla comunicazione politica online?
Comunicare la politica - ottava edizioneDino Amenduni
Raccolta di presentazioni per le mie docenze del primo semestre del 2014.
I moduli nel dettaglio:
- Cinque cose da sapere se vuoi fare politica in Italia nel 2014;
- Web 2.0: modelli teorici di riferimento;
- Campagne elettorali: dieci cose che ho imparato (fino a ora);
- Cinque domande che gli studenti ci fanno durante le docenze;
- L’evoluzione digitale della specie - la dieta mediatica degli italiani;
- Dove sono i voti degli italiani?
- Cinque buone idee di comunicazione per chi ha appena vinto le elezioni;
- Scrivere (per) la politica;
- Un'esercitazione
Nichi Vendola: la sfida italiana della comunicazione politica sul webDino Amenduni
Dalla Presidenza della Regione Puglia
alla corsa per diventare Premier:
il ruolo dei social media
Parigi, 16 novembre 2011
Du web en politique: que nous reserve 2012?
RSLN – Microsoft France
Democrazia senza fiducia, comunicazione extramediale, il ruolo di Internet: le nuove dinamiche di socializzazione elettorale.
Reggio Emilia
PolitiCamp – W la libertà
6 Luglio 2013
Dieci cose che ho imparato dopo 700 giorni consecutivi di campagne elettoraliDino Amenduni
Tempi e orari di lavoro, ruolo dei social media, peso della comunicazione, gestione delle crisi, l’importanza di avere patatine e taralli a portata di mano (slide realizzate a giugno 2015)
Brexit, Trump, referendum: lezioni dalla politica del 2016Proforma
Errori, buone pratiche, obiettivi e scelte strategiche: traccia di lavoro per le prossime elezioni dopo le esperienze nel Regno Unito, Stati Uniti e Italia.
Antonio Decaro - Amministrative Bari 2014 - storia della campagna elettoraleDino Amenduni
Sei mesi di scelte, decisioni strategiche, idee creative, video, sfottò, stroncature, sondaggi, aneddoti. Tre campagne in una (Primarie, Amministrative, ballottaggio). In questa presentazione c'è tutto (o quasi). È la storia della campagna elettorale di Antonio Decaro, il nuovo sindaco di Bari.
Cinque post politici di successo sui social mediaProforma
Cinque case history di successo e qualche appunto su cosa possiamo imparare da queste storie per la comunicazione politica online.
1. Hillary Clinton e un commento a un post di una pagina Facebook (luglio 2015)
2. Graziano Delrio versus Giorgia Meloni sulle corsie preferenziali a Roma (agosto 2015)
3. Matteo Salvini a Strasburgo dopo il referendum in Grecia (video da due minuti - luglio 2015)
4. Matteo Renzi (subito) dopo la finale Pennetta-Vinci agli US Open (settembre 2015)
5. Barack Obama e il tweet più popolare della storia della comunicazione politica (novembre 2012)
I consiglieri del principe - scienziati della politica come spin doctor?Proforma
Analisi dei Big data e psicometria: due cose che gli accademici
sanno fare meglio dei comunicatori.
(intervento all'interno di una tavola rotonda durante la Scuola Italiana di Scienza Politica, Urbino, 14 settembre 2017)
I dati del Censis sulla dieta mediatica degli italiani, i dati Digital Monitor - Anica sulle abitudini del pubblico delle sale cinematografiche, due case histories internazionali e cinque buone pratiche di comunicazione.
Presentazione all'interno delle Giornate Professionali del Cinema 2013, Seminario ANEC: "Dalla pubblicazione alla web-reputation: come cambia la comunicazione del cinema"
Pianificare la comunicazione: zero fuffa, sette passi metodologiciPiero Zilio
Il piano di comunicazione è come il sesso: in molti ne parlano, ma in pochi lo fanno bene.
Ecco la mia metodologia, senza fuffa, dritto al punto: 7 passi da seguire per impostare correttamente la tua comunicazione.
Social Media Manager, il dipendente anomalo della Pubblica AmministrazionePiero Zilio
Il FormezPA mi ha chiesto di intervenire al convegno "Comunicare bene, Comunicare web" che si e' tenuto a Cagliari il 10 dicembre 2014. Ho pensato di farlo in maniera "anomala", utilizzando esclusivamente slide fotografiche senza alcuna parola, perché i social media manager comunicano in maniera differente, su strumenti alternativi e con orari, luoghi e inquadramento particolari ;)
Chi scarica le slide trova nei commenti le note del relatore per dare un senso alla componente fotografica (ecco come fare: Se hai scaricato le slide e non riesci a visualizzare il testo, ecco come fare: http://bit.ly/1wH2wOK ). A tutti gli altri invece... buona visione!
Perché la politica italiana usa poco i dati? Dino Amenduni
Assenza della cultura del database, antipolitica, legislazione antiquata: storia di un amore mai nato.
Intervento al Personal Democracy Forum Italia
Workshop: Data-driven campaigns in Europe: what went wrong after Obama?
Roma, 29 settembre 2014
Scrivere (per) la politica - dieci idee per un buon discorso politico Dino Amenduni
1. Semplicità, non banalità
2. Definizione della tua identità
3. Coerenza tra forme e contenuti
4. A prova di fact-checking
5. La verità è strategica
6. Empatia, non ruffianeria
7. Pathos e concretezza
8. Parlare della vita delle persone
9. Politica-pop, un tema delicato
10. Evitare l'autoreferenzialità.
Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)Dino Amenduni
Comunicazione, politica, economia, giornalismo: cosa cambia se tutto cambia su Internet
Febbraio-Giugno 2013
Eurogiovani - Master in non-conventional marketing e social media
Architettura delle campagne elettorali - otto idee per non impazzireDino Amenduni
1 - Nessuna campagna elettorale dovrebbe iniziare senza dati.
2 - Non si inizia dalle caratteristiche del candidato con cui si lavora, ma dall’analisi degli avversari e delle regole: chi sono, quanti sono, qual è la legge elettorale.
3 - Costruisci l’architettura di una campagna elettorale: lo staff, i ruoli, le funzioni, le spie di allarme.
4 - Esiste solo un 5% di decisioni strategiche per cui è davvero importante tenere il punto a tutti i costi.
Per tutte le altre: attacca il ciuccio dove vuole il padrone (regola del 95%).
5 - Molto spesso le campagne si vincono per errori degli avversari, non per meriti propri.
6 - In campagna elettorale non esistono orari, non esistono i weekend, non esistono i giorni festivi.
7 - È sempre meglio lavorare insieme a un’altra agenzia
di comunicazione del luogo in cui ci sono le elezioni.
8 - Quantità e qualità della consulenza politica sono molto spesso incompatibili.
(presentata l'8 novembre 2014 all'ottavo summit di Architecta - www.architecta.it)
Campagne elettorali - i professionisti sono indispensabili?Dino Amenduni
Cinque ragioni per affidarsi ai tecnici della comunicazione politica. Slideshow presentato il 17 dicembre 2011 a San Giorgio a Cremano (Na) per Comizi di Classe, scuola di formazione politica del Pd Napoli
Semantica dei nuovi media - il wikivocabolario (aggiornato a luglio 2012)Dino Amenduni
Un esperimento lungo, in continuo divenire e quindi potenzialmente infinito: la definizione del vocabolario dei nuovi media
Cinquanta parole chiave che spiegano l’universo di questo pezzo di mondo della comunicazione e ne intrecciano dinamiche e metodi di studio.
(psicologia, sociologia, semiotica, applicazione, comunicazione aziendale, istituzionale, politica)
presentazione utilizzata da Dino Amenduni nella sua lezione su "Comunicazione politica social" (27 settembre 2014) per il corso di aggiornamento in Social Media Strategies organizzato dal Communication Strategies Lab
Cinque domande frequenti sulla comunicazione politica onlineDino Amenduni
In queste slide ho provato a rispondere a un po' di quesiti che in questi anni hanno spesso rimbalzato tra docenze e social media:
1. Un politico sta per iniziare una campagna elettorale
e vuole fare il primo passo su Facebook:
meglio usare un profilo o aprire una pagina pubblica?
2. Chi deve gestire gli account social dei politici
in campagna elettorale (il candidato, i comunicatori, entrambi)?
3. Cosa faccio quando un utente trolla o insulta?
4. È utile utilizzare i social media anche in contesti territoriali molto piccoli?
5. Esiste un profilo professionale ideale per lavorare sulla comunicazione politica online?
Comunicare la politica - ottava edizioneDino Amenduni
Raccolta di presentazioni per le mie docenze del primo semestre del 2014.
I moduli nel dettaglio:
- Cinque cose da sapere se vuoi fare politica in Italia nel 2014;
- Web 2.0: modelli teorici di riferimento;
- Campagne elettorali: dieci cose che ho imparato (fino a ora);
- Cinque domande che gli studenti ci fanno durante le docenze;
- L’evoluzione digitale della specie - la dieta mediatica degli italiani;
- Dove sono i voti degli italiani?
- Cinque buone idee di comunicazione per chi ha appena vinto le elezioni;
- Scrivere (per) la politica;
- Un'esercitazione
Nichi Vendola: la sfida italiana della comunicazione politica sul webDino Amenduni
Dalla Presidenza della Regione Puglia
alla corsa per diventare Premier:
il ruolo dei social media
Parigi, 16 novembre 2011
Du web en politique: que nous reserve 2012?
RSLN – Microsoft France
Democrazia senza fiducia, comunicazione extramediale, il ruolo di Internet: le nuove dinamiche di socializzazione elettorale.
Reggio Emilia
PolitiCamp – W la libertà
6 Luglio 2013
Dieci cose che ho imparato dopo 700 giorni consecutivi di campagne elettoraliDino Amenduni
Tempi e orari di lavoro, ruolo dei social media, peso della comunicazione, gestione delle crisi, l’importanza di avere patatine e taralli a portata di mano (slide realizzate a giugno 2015)
Brexit, Trump, referendum: lezioni dalla politica del 2016Proforma
Errori, buone pratiche, obiettivi e scelte strategiche: traccia di lavoro per le prossime elezioni dopo le esperienze nel Regno Unito, Stati Uniti e Italia.
Antonio Decaro - Amministrative Bari 2014 - storia della campagna elettoraleDino Amenduni
Sei mesi di scelte, decisioni strategiche, idee creative, video, sfottò, stroncature, sondaggi, aneddoti. Tre campagne in una (Primarie, Amministrative, ballottaggio). In questa presentazione c'è tutto (o quasi). È la storia della campagna elettorale di Antonio Decaro, il nuovo sindaco di Bari.
Cinque post politici di successo sui social mediaProforma
Cinque case history di successo e qualche appunto su cosa possiamo imparare da queste storie per la comunicazione politica online.
1. Hillary Clinton e un commento a un post di una pagina Facebook (luglio 2015)
2. Graziano Delrio versus Giorgia Meloni sulle corsie preferenziali a Roma (agosto 2015)
3. Matteo Salvini a Strasburgo dopo il referendum in Grecia (video da due minuti - luglio 2015)
4. Matteo Renzi (subito) dopo la finale Pennetta-Vinci agli US Open (settembre 2015)
5. Barack Obama e il tweet più popolare della storia della comunicazione politica (novembre 2012)
I consiglieri del principe - scienziati della politica come spin doctor?Proforma
Analisi dei Big data e psicometria: due cose che gli accademici
sanno fare meglio dei comunicatori.
(intervento all'interno di una tavola rotonda durante la Scuola Italiana di Scienza Politica, Urbino, 14 settembre 2017)
I dati del Censis sulla dieta mediatica degli italiani, i dati Digital Monitor - Anica sulle abitudini del pubblico delle sale cinematografiche, due case histories internazionali e cinque buone pratiche di comunicazione.
Presentazione all'interno delle Giornate Professionali del Cinema 2013, Seminario ANEC: "Dalla pubblicazione alla web-reputation: come cambia la comunicazione del cinema"
Pianificare la comunicazione: zero fuffa, sette passi metodologiciPiero Zilio
Il piano di comunicazione è come il sesso: in molti ne parlano, ma in pochi lo fanno bene.
Ecco la mia metodologia, senza fuffa, dritto al punto: 7 passi da seguire per impostare correttamente la tua comunicazione.
Social Media Manager, il dipendente anomalo della Pubblica AmministrazionePiero Zilio
Il FormezPA mi ha chiesto di intervenire al convegno "Comunicare bene, Comunicare web" che si e' tenuto a Cagliari il 10 dicembre 2014. Ho pensato di farlo in maniera "anomala", utilizzando esclusivamente slide fotografiche senza alcuna parola, perché i social media manager comunicano in maniera differente, su strumenti alternativi e con orari, luoghi e inquadramento particolari ;)
Chi scarica le slide trova nei commenti le note del relatore per dare un senso alla componente fotografica (ecco come fare: Se hai scaricato le slide e non riesci a visualizzare il testo, ecco come fare: http://bit.ly/1wH2wOK ). A tutti gli altri invece... buona visione!
Come il web può cambiare la (comunicazione) politicaDino Amenduni
L’impatto di internet sull’informazione,
le campagne elettorali, la democrazia in Italia
(slideshow presentato a Roma, 23 settembre 2011
Democratica – Scuola di Politica
Parlare chiaro, comunicare il cambiamento)
Scrivere per il web nella Pubblica Amministrazione (senza farsi male fra vira...Piero Zilio
Perché dovresti imparare a scrivere per il web nella pubblica Amministrazione?
1) per farti trovare;
2) per farti apprezzare una volta trovato.
In questa presentazione spiego come...
SOPRA IL WEB
Scrivere in termini di:
- Legibility
- Readability
NEL WEB
Scrivere in termini di:
- Struttura
- Stile
SOTTO IL WEB
Scrivere tenendo presente:
- Responsive Web Design
- Google
MOSTRI SACRI
Scrivere per il web al tempo di:
- Video virali
- Facebook
Consumo mediatico e comunicazione politica in ItaliaPiero Zilio
Fra le fonti di informazione politica hanno un forte peso le discussioni con parenti e amici, mentre è quasi ininfluente la partecipazione alle manifestazioni dei partiti.
Gli obiettivi di questa mini lezione sono:
1) identificare i principali media di informazione politica in Italia
2) osservare eventuali differenze di fruizione mediatica per orientamento politico
**Lezione 4 di 15 della serie «Comunicazione politica e media» in pubblicazione (estate 2014)**
Fasi della comunicazione politica in Italia e in occidentePiero Zilio
L'evoluzione della comunicazione politica può essere letta alla luce dei cambiamenti nelle campagne elettorali
Gli obiettivi di questa mini lezione sono:
1) definire la comunicazione politica
2) osservare l'evoluzione delle campagne elettorali
**Lezione 2 di 15 della serie «Comunicazione politica e media» in pubblicazione (estate 2014)**
Domande @PieroZilio con #PilloleComPol
Teorie di comunicazione, media e politica: un imprinting pericolosoPiero Zilio
Per un lungo periodo si è studiata la comunicazione in funzione della sua capacità di influenzare le «masse»... È arrivato il momento di liberarci da questo imprinting pericoloso.
Gli obiettivi di questa mini lezione sono:
1) conoscere le teorie di comunicazione
2) saperle applicare alla politica
**Lezione 1 di 15 della serie «Comunicazione politica e media» in pubblicazione (estate 2014)**
Domande @PieroZilio con #PilloleComPol
Proforma - corso universitario di comunicazione politica allo IED: tutte le s...Proforma
Tutti i moduli delle lezioni che Proforma ha tenuto allo IED, all'interno del corso universitario in comunicazione politica.
1. Le differenze essenziali tra un detersivo e un politico e la fantasmagoria del guru.
2. Governare la complessità nella patria degli analfabeti funzionali.
3. Bari, elezioni comunali 2014: la case-history
4. Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le lezioni (Faccioni sui manifesti, etica aziendale, marketing virale, gestione delle comunità online: una selezione delle questioni
più frequenti raccolte in questi anni)
5. Dieci cose che ho imparato dopo 700 giorni consecutivi di campagne elettorali (Tempi e orari di lavoro, ruolo dei social media, peso della comunicazione, gestione delle crisi, l’importanza di avere patatine e taralli a portata di mano)
6. Buone e cattive pratiche di comunicazione politica sui social media (e cosa possiamo imparare da queste storie)
Come cambia la comunicazione politica con la diffusione sempre più maggiore di internet? Come le nuove tecnologie possono aiutarci a costruire consenso politico?
La presentazione affronta il tema in modo pratico: contiene infatti 5 strumenti per costruire una relazione con i tuoi elettori.
La comunicazione politica online - Le figure del testoGianluca Giansante
La presentazione contiene tutte le foto contenute nel testo "La comunicazione politica online. Come usare il web per costruire consenso e stimolare la partecipazione".
Nel volume cartaceo le dimensioni e la stampa in bianco e nero impongono dei limiti alla visualizzazione delle immagini.
Qui puoi vedere a colori e dimensioni maggiori tutte le fotografie e i video citati nel testo e altre immagini che non hanno trovato spazio nel volume per ragioni di spazio.
Comunicazione politica efficace: tre elementi per aumentare l'efficacia dei t...Gianluca Giansante
Spesso si pensa che per essere convincenti sia sufficiente "dire le cose come stanno".
Ma chiunque abbia provato a convincere una persona che aveva un'opinione diversa dalla sua si sarà accorto che per quanti fatti, ragioni, dati, statistiche gli presentasse, quella persona rimaneva della sua opinione.
Questo accade perché i meccanismi di funzionamento della mente umana sono un po' diversi dalla rappresentazione che il modello del razionalismo illuminista ci ha proposto.
In questa presentazione troverai alcuni strumenti che puoi usare per aumentare l'efficacia dei tuoi discorsi e che puoi usare non solo in ambito politico, ma anche nel contesto aziendale o a casa, con il tuo partner o i tuoi figli.
Dieci cose utili da sapere per condurre una campagna elettorale in ItaliaProforma
Le slide di Dino Amenduni durante #laprof, scuola di comunicazione politica di Proforma, Polignano a Mare, 1-3 luglio.
Sommario:
1. Chi “sposta i voti”?
2. Quali sono gli strumenti di comunicazione più rilevanti?
3. Quali sono i canali di comunicazione più utilizzati per reperire informazioni?
4. Quali sono le tecniche di contatto più e caci con gli elettori?
5. Qual è il momento chiave di una campagna elettorale?
6. Come si scrive un buon post sui social media?
7. Quando si deve usare Facebook, quando Twitter e quando altro?
8. Come si determina lo “spin” dopo un confronto pubblico/televisivo?
9. Quali competenze tecniche sono maggiormente utili
in un comitato elettorale?
10. Quali sono le caratteristiche del volontario “ideale”?
Amministrative e referendum, due storie da raccontare, due motivi per cui è possibile sostenere che il ruolo del web nella politica italiana è oramai centrale.
(presentato a Frattocchie 2.0, Firenze, 4 settembre 2011)
Buone e cattive pratiche di comunicazione politica sui social mediaProforma
A. Come la politica dovrebbe comunicare online: la guida di Twitter
B. Politica e social media: regole minime di sopravvivienza
C. Cinque post di successo sui social media
(Moduli presentati allo IED, Roma, 17 dicembre 2015)
Quali sono le strategie e gli strumenti per la comunicazione politica e istituzionale? Quali le differenze? Come costruire una campagna di comunicazione politica vincente? Come trasformare e gestire la vittoria elettorale?
A maggio 2022 ho tenuto un ciclo di lezione su comunicazione politica e social media agli studenti della LM in Scienza della Politica del Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università Sapienza di Roma. Le slide analizzano la comunicazione politica su Instagram, Facebook, Tik Tok e Twitter.
L'UTOPIA DIGITALE DEL MOVIMENTO 5 STELLE
Tra digitalismo politico e tecno-populismo: ambiguità e limiti del Movimento Cinque Stelle - Intervista a Marco Morosini - 1 settembre 2018
Elettorato attivo. Media, strategie e risultati delle campagne della società ...Marco Binotto
Articolo pubblicato sul numero monografico di Mediascape Journal dedicato al tema "Comunicazione è politica" (3/2014, pp. 65-96, ISSN 2282-2542). L'articolo presenta nuove elaborazioni e dati della ricerca sulle iniziative del Terzo Settore per le ultime elezioni politiche nazionali..
Cinque riflessioni sul giornalismo politico in italiaDino Amenduni
Avere “millecinquecento lettori” non basta più: i pensieri di Enzo Forcella applicati alla campagna elettorale permanente.
Cosa fare?
1. Spostare il centro del proprio lavoro dalla sola ricerca della notizia alla verifica dell’attendibilità delle informazioni offerte dai politici
2. Decidere: o si fa il tifo, o si fanno analisi
3. Ricordarsi che il lettore è il lettore e non (solo) il politico
4. Stare un po’ più su Facebook e un po’ meno su Twitter
(e stare un po’ di più online in generale)
5. (se possibile) ridurre i momenti di aggregazione informale con i politici, e anche con i comunicatori politici
(Slide presentate a Cortina Tra Le Righe, 13 luglio 2015)
Silence is sexy - Perché la comunicazione politica con gli steroidi non è l'...Proforma
Nell'era dei social media, dei post pubblicati ogni ora, dei talk show ogni giorno, dei sondaggi ogni settimana, della campagna elettorale permanente, è possibile tornare a immaginare il silenzio come strumento di comunicazione, il vuoto come elemento di costruzione del senso, l'assenza come metodo di costruzione del consenso?
(la mia lezione a #Laprof18)
In occasione di 'Web e democrazia' (http://mondo2ilfuturochevogliamo.it/scuole/roma/liceo-classico-t-tasso), 6 aprile 2013.
Fonte: ilnichilista.com
Autore: Fabio Chiusi
IS TECHNOLOGY GOOD OR BAD FOR DEMOCRACY?
INTRODUZIONE - Cristina Torsello, Nicole Denise Schiavon - Giugno 2018
Le nuove tecnologie sembrano essere la fine della politica. Utopia o realtà? I nuovi sistemi
mediatici, televisione commerciale e quindi Internet, avrebbero a poco a poco sostituito i
vecchi corpi intermedi politici mutando radicalmente il carattere della partecipazione
politica e contribuendo a ridefinirne le sue caratteristiche. La diffusione di internet ha
avuto e continuerà ad avere effetti dirompenti sulle forme della politica, non minori di
quelli avuti dall’invenzione della stampa all’inizio della modernità. Le democrazie europee,
sottoposte a sempre più nuove sfide, stanno attraversando mutamenti intensi in alcuni
ambiti fondamentali (crisi della rappresentanza, emersione dei populismi, leaderismi,
cattura oligarchica delle istituzioni, ecc…). L’uso dei media digitali evidenzia, infatti, gli
“effetti strutturali” della comunicazione politica (personalizzazione, spettacolarizzazione,
winnowing effects, ecc.) mentre non danno alcuna certezza che tutto ciò si tradurrà in un
incremento di intensità della voce e del potere di controllo dei cittadini e non, invece o
semplicemente, in una teatralizzazione spettatoriale della loro presenza, con il popolo che
da attore politico si fa audience. Ma è realmente così? La nostra ricerca ha avuto come
scopo principale quello di comprendere, attraverso il confronto con personalità illustri nel
mondo della e-democracy, le reali possibilità che il cittadino, in seguito all’evento di
internet abbia più potere e quali sono, in fin di conti, i vantaggi che le nuove tecnologie
forniscono alla democrazia.
RICERCHE
Le moderne tecnologie digitali e in particolare internet
La comunicazione (politica): una professione tra sartoria e data analysisProforma
Avere dei dati scientifici che aiutano nella analisi e nella elaborazione di strategie è fondamentale e, nonostante possa sembrare scontato che si proceda in questo modo, non sempre lo è.
Contemporaneamente, per chi fa il nostro mestiere esiste una quota di artigianato, di lavoro fatto a mano, di intuito, a volte di azzardo che, condiviso con il committente, comporta il rischio dell'errore.
Come sopravvivere al nuovo algoritmo di FacebookDino Amenduni
Quali conseguenze ci sono per i produttori di contenuti? Il ruolo della reputazione, del chi-cosa-come, il peso dei video e delle community nella generazione di interesse.
(slide presentate allo Sport Digital Marketing Festival di Riccione, 14 giugno 2018)
Perché i politici si prendono a pesci in faccia (e continueranno a farlo)Dino Amenduni
I politici continueranno a prendersi a pesci in faccia fin quando:
1. uno dei due interlocutori sarà debole dal punto di vista pre-politico
2. i politici potranno usare fallacie logiche senza essere redarguiti prima di tutto dal loro elettorato
3. Entrare nel merito non risulterà sufficientemente conveniente.
(slide presentate durante Parole Ostili Trieste, 7 giugno 2018)
Avversari, non nemici: come affrontare una campagna elettorale senza trasform...Dino Amenduni
1. Ridurre al massimo l’uso delle categorie pre-politiche dell’odio e dell’amore (soprattutto se usate dai leader, parlando di loro stessi).
2. Ridurre al massimo l’uso dei numeri falsi, usati pur di vincere a tutti i costi.
3. Evitare di comunicare la politica limitandosi a elogiare la propria parte e a contestare la parte avversaria: il riconoscimento del buono che arriva dall’altra parte è più credibile e distende gli animi.
4. Riconoscere la sconfitta, quando arriva. Senza alibi
(slide presentate a Parole Ostili, Trieste, 18 febbraio 2017)
Michele Emiliano - Puglia 2015/2020: il programma del sindaco di Puglia e del...Dino Amenduni
Tutte le proposte del programma di Michele Emiliano candidato presidente della Regione Puglia su:
- rifiuti
- sanità
- legge elettorale e parità di genere
- borse di studio e formazione
- reddito di dignità
- "meno cemento, più Puglia"
- ricerca e innovazione
- ILVA
- riqualificazione urbana
Come si promuove, difende o compromette la propria reputazione onlineDino Amenduni
Dieci storie per comprendere come si promuove, difende o compromette la propria reputazione online. Cinque WIN, cinque FAIL e cinque riflessioni per districarsi sui social media
Il futuro è la parola "Dati", non è la parola “creatività".
Il futuro è la parola "Condividere", non è la parola “nascondere".
Il futuro è la parola "DisruptIon", non è la parola “chiedere il permesso".
Slide presentate durante l'evento TedX Lecce, 25 ottobre 2014, Teatro Politeama Greco.
Art: Miki De Benedictis
Why do italian politicians make little use of statistics?Dino Amenduni
Lack of database culture, anti-politics, obsolete legislation:
the love story that never was
by Dino Amenduni
Personal Democracy Forum Italia
Data-driven campaigns in Europe: what went wrong after Obama? Rome, 29 September 2014
Crisi di fiducia, centralità dei media tradizionali, il ruolo dei social media:una professione in radicale cambiamento. Modulo di comunicazione politica all'interno del Corso in social media e digital marketing di Eurogiovani.
http://socialmediamarketing.eurogiovani.it/
5 motivi per cui potresti aver visto almeno un post di Gianni Morandi nell’es...Dino Amenduni
1. Il racconto è autentico: è la pagina di Gianni Morandi, non è una pagina su Gianni Morandi.
2. Contenuti (multimediali) pubblicati ogni giorno, tutti i giorni: la serialità rende la pagina sempre invitante.
3. Sta “sul pezzo”: tiene conto delle discussioni d’attualità.
4. La gestione della pagina, pur essendo di un personaggio pubblico, non dimentica né omette la componente privata della propria vita.
5. Il vero vantaggio competitivo (perché lo fanno in pochissimi): risponde ai commenti!
Come scrivere un brief di comunicazione e come declinarlo sui social mediaDino Amenduni
Analisi di scenario, SWOT analysis, quadrato semiotico, obiettivi e declinazioni: traccia per un’esercitazione (di 6-8 ore).
(presentata a Mantova il 24 luglio 2014 all'interno del laboratorio di progettazione "Imprese per i beni comuni")
Il miglior social media manager in Italia (stagione 2013-2014) è Daniele Scia...Dino Amenduni
La storia di un calciatore del Bari e della sua squadra, passata in 90 giorni dal fallimento della società al quasi-miracolo sportivo. Nel frattempo, su Facebook, la storia è stata raccontata da un osservatore privilegiato: Daniele Sciaudone, centrocampista del Bari.
In questa presentazione, una piccola grande lezione di comunicazione interna, aziendale, istituzionale, ma soprattutto per chi, di lavoro, gestisce spazi sui social media.
Cinque regole per costruire la domanda di cambiamentoDino Amenduni
1. Integrità-credibilità-accountability
(a partire dai risultati)
2. Comunicazione permanente
3. Ascoltare e non pensare di avere sempre ragione
4. Stare nell’agenda e parlare dei problemi reali delle persone
5. Non misurare tutto in termini economici
Dieci regole-base per gestire la presenza sui social mediaDino Amenduni
1. Tu sei un utente come tutti gli altri (anche quando non è vero)
2. Dai notizie in anteprima
3. Vuoi (proprio) moderare i commenti? Spiegalo subito
4. Se non rispondi tu, lo faranno gli altri
5. Cerca la multimedialità
6. Meglio non comunicare che comunicare male
7. Ricicla i contenuti dagli altri mezzi di comunicazione
8. Non aprire troppi canali social se non sai come gestirli
9. Rispetta l’algoritmo
10. Una volta che hai iniziato, non puoi fermarti (senza danni)
Cinque domande che gli studenti ci fanno durante le docenzeDino Amenduni
1. Manifesti elettorali: faccioni sì o faccioni no?
2. Lavorate per tutti i politici che vi chiamano?
3. Non avete paura che le vostre campagne siano oggetto di satira?
4. Il marketing virale può aiutare la politica?
5. Voglio fare comunicazione politica: mi date un consiglio?
L’evoluzione digitale della specie - la dieta mediatica degli italiani 2013Dino Amenduni
L'analisi delle più importanti tabelle presentate nella ricerca annuale con cui il Censis racconta le abitudini informative degli italiani: quali mezzi utilizzano, per quanto tempo, con quali scopi, quanto e come condividono le informazioni. La ricerca è un documento fondamentale per tutti gli operatori della comunicazione e nell'edizione 2013 emergono alcune tendenze assai significative per il futuro del giornalismo, in particolare la nascita del press divide, cioè esiste una quota di italiani che ha smesso di leggere dalla carta stampata.
Greenpeace e la comunicazione politica (ambientale)Dino Amenduni
In questa presentazione, analizziamo cinque campagne di Greenpeace per ricavarne cinque punti di forza della loro strategia di comunicazione:
1. Indipendenza ed equidistanza
2. Coinvolgimento personale e fisico dei volontari
3. Registro linguistico multiforme
4. Integrazione tra attivismo digitale e azioni sul territorio
5. Reputazione consolidata negli anni -> credibilità
Uno spunto di riflessione utile per tutti gli attori della comunicazione politica.
Greenpeace e la comunicazione politica (ambientale)
Dal self-branding all’Open Gov - nuovi paradigmi per la comunicazione politica online in Italia
1. Dal self-branding
all’Open Gov
Gianni Florido e la
Nuovi paradigmi per la comunicazione
politica online in ItaliaTaranto
Provincia di
Roma - XXVI Convegno SISP
Strategia di comunicazione
Università Roma Tre
Facoltà di Scienze Politiche
14 settembre 2012
Dino Amenduni, Proforma
2. Chi scrive?
Mi chiamo Dino Amenduni (
biglietto da visita elettronico)
Sono il responsabile dei nuovi media e
consulente per la comunicazione politica a
Proforma, agenzia di comunicazione di Bari, mia
città natale, dove ho studiato, vivo e lavoro
Sono blogger sul Fatto Quotidiano e su Valigia Blu
e scrivo su altre testate online (Lo Spazio della
Politica, Tr3nta)
Tutte le mie presentazioni (download libero) sono
su www.slideshare.net/doonie
4. Democrazia senza fiducia
Indagine annuale “Gli italiani e lo Stato” commissionata dal quotidiano “La Repubbl
Partiti: 3.9% (7.7% nel 2011).
Parlamento 8.9% (13.4% nelle 2011)
Stato: 29%
Solo tre istituzioni con un tasso di fiducia superiore al
50%: sono le Forze dell’Ordine (71.8%), il Presidente
della Repubblica (65.1%, meno 5.8% in un anno) e la
scuola (55.7%). Tra le istituzioni politiche, è il Comune
l’unico presidio in grado di mantenere un tasso di
affidabilità apprezzabile (45%)
5. Democrazia senza fiducia
Indagine annuale “Gli italiani e lo Stato” commissionata dal quotidiano “La Repubbl
Livello complessivo di fiducia verso le istituzioni
politiche (Magistratura, Comune, Regione, Unione
Europea, Presidente della Repubblica, Partiti,
Parlamento): 33% nel 2012 (-9% dal 2005)
Anche le istituzioni non strettamente politiche sono
sempre meno affidabili per gli italiani: le Associazioni
degli imprenditori, le banche, la Chiesa e i sindacati
registrano un dato medio di fiducia del 26% nel 2012 (-
9% dal 2005)
6. Video #1
Ivan Krastev
Può esistere democrazia
senza fiducia?
7. Democrazia senza fiducia
http://www.ted.com/talks/lang/it/ivan_krastev_can_democracy_exist_wit
Cinque grandi rivoluzioni hanno modellato la cultura
politica degli ultimi 50 anni, spiega il teorico Ivan
Krastev, che mostra come ogni passo in avanti - dalla
rivoluzione culturale degli anni '60 alle recenti
scoperte nel settore delle neuroscienze - abbia anche
contribuito a erodere la fiducia negli strumenti della
democrazia. Come lui stesso dice, "Quello che è
andato bene è anche quello che è andato storto". La
democrazia può sopravvivere?
8. Democrazia senza fiducia
Il clima di crescente sfiducia nella politica non è, in
ogni caso, una specificità italiana. Una recente
ricerca della Commissione Europea mostra come
l’89% dei cittadini del Vecchio Continente
denuncia un “vuoto crescente tra cittadini e
politica”
Solo il 15% dell’elettorato greco ritiene che il suo
voto possa realmente influenzare l’andamento della
vita politica del loro Paese - in Italia è il 18%
Krastev: le persone cominciano a capire che
possono cambiare i governi, ma non possono
cambiare la politica
10. Sconfitta della politica?
I dati dell’indagine annuale di Repubblica “Gli italiani e lo Stato”
sembrano smentire questa ipotesi
Indice di “partecipazione politica diretta” nel 2012: 48%
(nel 2002 era al 49%)
(per partecipazione politica diretta si intende il prendere parte a
manifestazioni organizzate da partiti, nei quartieri, legate a tematiche
ambientali o a mobilitazioni di protesta)
Indice di “partecipazione sociale”: 61%
(nel 2002 era al 53%)
(per partecipazione sociale si intende l’aver svolto attività in associazioni
di volontariato, professionali e di categoria, culturali, e sportive)
12. Crisi della forma-partito?
I dati dell’indagine annuale di Repubblica “Gli italiani e lo Stato”
restituiscono dati contradditori
Il 47.9% degli italiani ritiene che la democrazia non abbia
bisogno dei partiti per funzionare (nel 2007: 38.8%)
Quasi il 70% degli italiani ritiene l’attuale sistema dei partiti
sufficiente a rappresentare le forze sociali del Paese, a
condizione che i partiti oggi esistenti cambino
profondamente
Sintesi: la richiesta di interazione e la voglia di
partecipazione esiste ma è attualmente frustrata
14. I politici italiani sui social media
Tre esponenti politici del nostro Paese sono tra i cento più
popolari nel mondo sui social media (fonte: www.starcount.com -
dati ponderati di Facebook, Youtube, Twitter)
- Beppe Grillo è il ventesimo politico più popolare nel mondo sui
social media, in Europa, secondo solo al premier turco Erdogan;
- Nichi Vendola è ottantesimo nel mondo e decimo in Europa (due
anni fa era il politico europeo in carica con il maggior seguito su
Facebook in Europa);
- Antonio Di Pietro è novantasettesimo, tredicesimo in Europa
Sette pagine politiche italiane su Facebook hanno più di
centomila iscritti (Grillo, Vendola, Berlusconi, De Magistris, Di
Pietro, Renzi, Pisapia in ordine di numero di iscritti)
16. Popolarità online = fiducia?
Atlante politico Demos-La Repubblica – Giugno 2012
La personalità politica che gode della maggiore fiducia in Italia è
l’attuale Presidente del Consiglio Mario Monti (52%. A marzo 2012
era al 67%). Monti non ha una presenza ufficiale sui social media
Tra i politici italiani con il maggior seguito online è Antonio Di
Pietro quello che gode del maggior tasso di fiducia (37%, prima di
lui Monti, Fornero, Montezemolo, Passera e Bonini), Silvio
Berlusconi il minore (22.8%)
Non esiste dunque una correlazione diretta tra
popolarità online e fiducia
17. Se non è fiducia, cos’è?
#1
I profili sui social media di politici, organizzazioni e
istituzioni rappresentano la valvola di sfogo di una
cittadinanza che percepisce un livello sempre crescente di
impermeabilità della politica rispetto alle proprie istanze e
persino al proprio desiderio di contribuire democraticamente
e in modo positivo ai processi decisionali a livello
amministrativo e politico
Esempio: se non posso parlare nei partiti, provo a parlare su
Internet o, addirittura, provo a parlare direttamente con il
politico, in un contesto ibrido privato-pubblico (lo scambio
è uno-a-uno, il contesto narrativo è molti-a-molti)
18. Se non è fiducia, cos’è?
#2
La concentrazione dei poteri editoriali (e la vicinanza tra
potere mediatico e potere politico) ha spesso obbligato
politici, associazioni e gruppi di interesse a utilizzare
Internet in quanto unico strumento realmente disponibile
Esempio: referendum 2011 sui beni comuni. La quasi totale
impossibilità di accedere alle informazioni sul voto in
televisione sui mezzi tradizionali ha facilitato la conseguente
“caccia alla notizia” (e la sua condivisione) sui social media
19. Sintesi
Fiducia nelle istituzioni politiche: molto bassa
Popolarità sui social media dei politici italiani:
alta
=
La comunicazione politica online attuale non raggiunge i suoi
obiettivi qualitativi
Nuovo paradigma: dal self-branding all’Open Gov
21. Il self-branding
Per self-branding si intende l’insieme di tutte quelle attività
di comunicazione, online e offline, volte a promuovere se
stessi (Principato, 2012)
Il concetto di self-branding è il prodotto della teoria della
congruità di Sirgy, secondo la quale i comportamenti
personali possono essere determinati dal bisogno di far
coincidere la propria immagine desiderata con quella
reale. Questo obiettivo è perseguito adottando
comportamenti coerenti con queste aspettative, con lo scopo
ultimo di far crescere la propria fiducia e autostima
22. Il self-branding
Il self-branding è dunque la narrazione di se stessi con
finalità non strettamente orientate a uno scopo di natura
promozionale o commerciale e, soprattutto, non prevede
l’adozione di precise strategie di comunicazione
Quando la comunicazione personale è volontariamente
orientata al raggiungimento di obiettivi di auto-promozione è
più corretto parlare di personal branding, ossia l’insieme di
azioni mirate a individuare o definire i punti di forza
individuali necessari a comunicare in maniera efficace le
proprie capacità, competenze ed esperienze. Ma in questo
caso lo scopo non è legato alla percezione e all’autostima,
ma alla trasmissione del proprio valore aggiunto come
‘brand’ all’interno di un mercato
23. Il personal branding politico online
Il personal branding politico online in Italia non ha
precedenti, almeno su scala nazionale
Non può essere definito personal branding né l’insieme di
strategie messe a punto durante una campagna elettorale,
perché limitate nel tempo e soprattutto orientate in modo
più o meno esplicito a uno scopo, né l’approccio strategico
alla comunicazione online curato da tecnici (spin doctor,
addetti stampa, agenzie di comunicazione), quando questi
ultimi comunicano l’identità del politico online sostituendosi,
all’atto pratico, al politico
In questi casi è più opportuno parlare di comunicazione
politico/elettorale che di strategie di personal branding
24. Il self branding politico in Italia
Esistono invece casi di self-branding politico. Quando i politici
aggiornano personalmente i propri profili online, interagiscono con
gli utenti, leggono, scrivono e caricano contenuti perseguono (al
netto di una maggiore attenzione alle conseguenze politiche delle
proprie azioni) accettano implicitamente di sottostare alle regole
del gioco comunicativo della comunità di pratiche a cui
partecipano
Il self-branding non è comunque una caratteristica dello stile di
gestione della comunicazione online dei politici italiani più
popolari su Facebook. Pur potendo osservare differenti approcci e
differenti livelli di coinvolgimento diretto del politico all’interno
della gestione della sua identità online, nessun leader di livello
nazionale sembra aggiornare i propri profili sui social media con le
stesse modalità di gestione di un utente ‘medio’ di Facebook
25. Il self branding politico in Italia
La comunicazione politica prodotta in Italia sino ad ora,
in ogni caso, non ha portato ai risultati sperati: i dati
sulla sfiducia verso le istituzioni politiche italiane (e i
leader non fanno eccezione) ci dicono che, al di là delle
specifiche capacità tecniche dei singoli politici e dei
singoli staff, le strategie di branding non sono più
sufficienti, ammesso che lo siano mai state
27. 2008-2013: complessità
esponenziale
Le prime (e uniche) elezioni politiche in cui i social media erano
presenti all’interno dello scenario mediatico sono state celebrate
nel 2008. Quattro anni fa gli utenti Facebook in Italia erano 600
mila (dati Ibm). Oggi sono 21.7 milioni (+3600% in quattro anni,
dati Audiweb/Nielsen). La quantità di contenuti generati è dunque
aumentata in modo esponenziale
A una crescita drammatica della complessità nella formazione
delle reti sociali, nella costruzione collettiva dei significati, delle
dinamiche di formazione dell’opinione pubblica, delle
interrelazioni tra comunicazione sui social media, riverberi su
Internet (blog, editoria online) e conseguenze sui mezzi
tradizionali non è seguita una coerente presa di coscienza della
centralità della comunicazione politica sui social media
28. Comunicazione politica online
in Italia: limiti strutturali
1. Utilizzo dei social media con scopi non
direttamente collegati alla comunicazione sui social
media
I social media, più che il luogo del dialogo, dell’ascolto e
dell’interazione sono spesso intese come (piatta)forme alternative
per comunicare con il proprio pubblico evitando
l’intermediazione (e il filtro, in alcuni casi) dei mezzi
tradizionali. Lo stile di comunicazione, dunque, è di tipo top-
down classico e appare più una modalità alternativa all’invio di
comunicati stampa che la manifestazione di una volontà di usare i
social media per ciò che, di nuovo, possono offrire. Sempre più
spesso (e non per caso) proprio i comunicati stampa ospitano post
di Facebook o contenuti di Twitter
29. Comunicazione politica online
in Italia: limiti strutturali
2. Gestione del feedback estemporanea o addirittura
assente
La prima conseguenza diretta dell’approccio top-down ai social
media è il relativo disinteresse per ciò che accade sui social media
nei minuti, nelle ore, nei giorni successivi alla pubblicazione del
contenuto
Esistono due modalità possibili di gestione del feedback e in
entrambi i casi sono perseguite in modo assai relativo
La prima è il confronto con i commenti degli utenti, il botta e
risposta, l’interazione vera e propria (modalità dialogico-
interattiva). La seconda è l’analisi dei dati prodotti dagli utenti
(modalità analitico-riflessiva)
30. Comunicazione politica online
in Italia: limiti strutturali
3. Anche se tutto fosse tecnicamente perfetto, il self-
branding non sarebbe comunque sufficiente
Le strategie di branding, anche le più raffinate, anche quelle in cui
il politico dedica tempo ed energie, corre rischi e si impegna in
prima persona, non soddisfano tutti i bisogni di partecipazione
politica di elettori ed attivisti
La comunicazione di brand sta alla comunicazione politica come
il comportamento d’acquisto sta alla politica. Poter interagire
con i canali ufficiali di un politico, di un’istituzione, di un brand è
certamente una possibilità gradita agli utenti, ma non è tutto. Se il
prodotto non funziona, se la Pubblica Amministrazione non eroga il
servizio di cui il cittadino ha bisogno, se il politico non mantiene
una promessa, le strategie di branding possono risultare inutili
31. Fine di una stagione della
comunicazione politica online
1. La comunicazione politica sui social media in Italia
è complessivamente insoddisfacente. I politici utilizzano
strategie di tipo classico/verticale, non interagiscono, non
gestiscono il feedback, non lo analizzano, non usano gli strumenti
con la stessa perizia dei loro interlocutori/elettori
2. Anche se fosse la migliore possibile, i cittadini
vogliono in ogni caso qualcosa in più delle strategie di
branding. C’è una richiesta di partecipazione e con-decisione
non soddisfatta dalla comunicazione di self-branding (ancor meno
da quelle di personal branding)
32. La comunicazione
politica online
da domani
La seconda stagione: dal self-
branding all’Open Gov
33. Cos’è l’Open Gov
L’Open Government è una dottrina politica che afferma che i
cittadini devono avere il diritto di accedere ai documenti
pubblici e ai processi legislativi al fine di potenziare la capacità
di controllo e regolazione delle politiche pubbliche (Laptrop e
Ruma, 2010)
Il raggiungimento di questo obiettivo dipende in buona parte dalla
volontà politica delle pubbliche amministrazioni di liberare i dati
pubblici (Open Data)
Le pubbliche amministrazioni, i partiti e le organizzazioni politiche
che intendano adottare decisioni con l’ausilio di sistemi di Open
Gov dovrebbero attenersi a queste indicazioni. Nello specifico
dovrebbero pubblicare documenti in formato libero e non
proprietario, i cui dati all’interno dei documenti possano essere
liberamente copiabili all’esterno
34. Cos’è l’Open Gov
La filosofia ‘open’, applicata alle piattaforme, ai software e ai
processi, permetterebbe ai cittadini di partecipare alle decisioni
attraverso metodi di ascolto, condivisione e decisione basati
proprio sulla pubblicazione, sull’analisi, sulla condivisione e sulla
verifica di dati aperti
I contributi degli utenti, e le piattaforme utilizzate per
raccoglierli, dovrebbero consentire la riproducibilità e la
scalabilità dei processi
Esempio: se un’applicazione funziona efficacemente in un
Comune, dovrebbe essere possibile adottarla anche nelle altre
Pubbliche Amministrazioni
35. Open Gov: primi passi globali
1. Raccomandazione 19 (2001) del Comitato dei Ministri del Consiglio
d’Europa sulla “Partecipazione dei cittadini alla vita pubblica a livello
locale” stabilisce che le istituzioni e le amministrazioni pubbliche “devono
ristabilire il contatto con i cittadini e rispondere loro in modo nuovo, al
fine di mantenere la legittimità del processo decisionale” (Belisario,
2010);
2. Memorandum “Open Government Directive” del governo degli Stati
(2009) basato sui valori di trasparenza (le istituzioni sono chiamate a
fornire ai cittadini dati e informazioni sulle decisioni prese e sul proprio
operato), partecipazione (miglioramento della qualità delle scelte
politico-amministrative degli enti pubblici, attraverso la proposta di
interventi che siano effettivamente legati alle esigenze e necessità dei
cittadini, utilizzando l’intelligenza collettiva di questi ultimi), e
collaborazione (le istituzioni non sono più enti a se stanti ma devono
immaginarsi all’interno di una rete di partecipazione partecipata)
composta da enti pubblici, organizzazioni no-profit e comunità di cittadini
36. Modelli di Open Gov
#1
Governare con i cittadini:
il modello Code for America
37. Code for America
Code for America (www.codeforamerica.org) è un’organizzazione
apolitica e senza scopo di lucro creata nel 2009 con lo scopo di
portare tecnici dell’informazione sul web (in particolare
programmatori e sviluppatori di applicazioni) all’interno dei
municipi delle città degli Stati Uniti
A dicembre 2011 Code for America ha ricevuto 1.5 milioni di dollari
da Google per sviluppare due nuove linee di intervento.
‘Accelerator’ è il piano con cui l’organizzazione organizza l’offerta
di spazi fisici, consulenza/mentorship e i primi fondi economici
destinati a privati cittadini affinché questi ultimi si impegnino a
costituire ‘start-up civiche’, ossia società o gruppi impegnati a loro
volta nello sviluppo di piattaforme e software che favoriscano
meccanismi di Open Gov; ‘Brigade’ è il piano con cui Code for
America si impegna a collaborare con comunità locali allo scopo di
convertire e riutilizzare software per ‘usi civici’
38. Video #2
Jennifer Pahlka
Codificare una migliore
amministrazione
39. Codificare una migliore
amministrazione
http://www.ted.com/talks/lang/it/jennifer_pahlka_coding_a_
better_government.html
Le amministrazioni possono funzionare come
Internet, senza restrizioni e aperte? La
programmatrice e attivista Jennifer Pahlka crede di
sì - e che le app, create rapidamente e a basso costo,
siano un nuovo e potente mezzo per connettere i
cittadini alle amministrazioni - e ai loro vicini.
40. Code for America
Applicazioni (1)
La città di Boston durante l’inverno è spesso coperta di neve. I
cittadini si impegnavano a ripulire le strade e i marciapiedi, ma
non avevano lo stesso tipo di cura per gli idranti i quali, ricoperti
di neve ed esposti al freddo per periodi lunghi, rischiavano di
risultare inutilizzabili. Code for America ha dunque sviluppato
un’applicazione che permetteva ai cittadini di individuare gli
idranti presenti a Boston e di rendersi ‘proprietari’ dell’idrante:
qualsiasi abitante di Boston può scegliere un idrante, associarlo a
un nome e ricevere la pubblica attestazione della ‘proprietà’,
impegnandosi in cambio si impegna nella gestione della
manutenzione dell’idrante. Il principale punto di forza di
un’applicazione come quella utilizzata per gli idranti di Boston è la
sua capacità virale: è sufficiente una mappa e un obiettivo per
poter sfruttare l’infrastruttura tecnologica per gli scopi più
disparati
41. Code for America
Applicazioni (2)
Il Comune di Boston si è dotato di un’applicazione chiamata
Citizen Connect. Dopo aver cercato aiuto presso l’Ufficio Relazioni
con il Pubblico di Boston, una cittadina invia la segnalazione su
Citizen Connect. Un suo vicino di casa la legge, va a trovarla e
risolve il problema. Il potenziale di questo strumento può essere
facilmente colto se si immaginano utilizzi ben più rilevanti di
questa applicazione nella gestione dei problemi della vita
quotidiana: un guasto idraulico, l’assistenza a un anziano,
l’organizzazione del trasporto dei figli a scuola. Sono questioni
che si potrebbero risolvere semplicemente condividendo le
informazioni disponibili all’interno di una comunità cittadina e
che, invece, spesso ricadono sull’ente pubblico, sul Comune in
questo caso, che deve affrontare costi evitabili per (non)
risolvere problemi la cui varietà rende impossibile una codifica
universale e certa delle prassi da parte dei dipendenti comunali
42. Modelli di Open Gov
#2
Governare grazie ai cittadini:
il modello Fix my street
43. Fix my street
Fix my Street (www.fixmystreet.com) è un sito web realizzato da
MySociety, progetto di e-democracy finanziato dalla fondazione
non a scopo di lucro UK Citizens Online Democracy
È un portale che può essere definito user generated, animato cioè
dai contenuti sviluppati dagli utenti della piattaforma, ma può
essere anche definito public authority generated
Le pubbliche amministrazioni di Inghilterra, Scozia e Galles
ricevono infatti segnalazioni dai cittadini, attraverso report
prodotti dal portale, su questioni attinenti la manutenzione
ordinaria di strade, arredo urbano, illuminazione e sulla base di
quelle segnalazioni possono intervenire, risolvere il problema e
usare la stessa piattaforma per condividere gli esiti
dell’intervento dell’Amministrazione
45. Fix my street
La redazione del portale si impegna a inviare le segnalazioni alle
pubbliche amministrazioni per conto dei cittadini e a
monitorarne la presa in carico da parte dei Comuni con
statistiche aggiornate in tempo reale
L’interfaccia del portale richiede al cittadino/utente di compilare
la segnalazione indicando il proprio codice postale, localizzare il
problema su una mappa interattiva e scrivere un report dettagliato
del problema. In fase di compilazione della segnalazione si ha la
possibilità di allegare immagini per rendere la segnalazione più
attendibile
L’utente può inoltre ricevere informazioni dettagliate su tutti i
report prodotti in una zona geografica a sua scelta (la propria
città, per esempio), può inviare segnalazioni attraverso
un’applicazione disponibile su telefoni cellulari e tablet, e può
anche sviluppare nuove varianti della applicazione originale
47. Fix my street
Fix My Street prende in carico la segnalazione dei report prodotti
dai cittadini e li trasmette ai Comuni, verificandone lo stato di
avanzamento. Non solo: My Society ha realizzato una piattaforma
speculare a quella disponibile per gli utenti e messa a
disposizione dei Comuni che così possono verificare in tempo
reale quali segnalazioni sono state effettuate dai cittadini al fine
di agevolare la loro gestione e la relativa comunicazione della
risoluzione dei problemi
La presentazione dell’applicazione Fix My Street per i Comuni non
bada troppo a giri di parole nel presentare i vantaggi per le
Pubbliche Amministrazioni che decideranno di utilizzare la
piattaforma:
“notificare i problemi risolti e migliorare i tassi di
customer satisfaction”
49. Fix my street
Fix My Street è la somma dei report indipendenti,
decentralizzati, autonomi e aggregati su un’unica
piattaforma e restituisce un quadro analitico dei problemi di
manutenzione urbana user-generated che una pubblica
amministrazione non può offrire, pur con persone stipendiate
al suo interno
Applicazioni come queste mettono le Pubbliche
Amministrazioni davanti a una scelta precisa: valutare se la
sola comunicazione delle proprie attività istituzionali sia
sufficiente a mantenere un buon livello di approvazione da
parte dei cittadini, o se piuttosto la comunicazione con i
cittadini (e il governo grazie ai cittadini) permetta
contemporaneamente di governare meglio e di ottenere
consenso senza troppi effetti collaterali negativi
50. Modelli di Open Gov
#3
L’Open Gov, in Italia,
senza Internet:
il modello Capannori
51. Bilancio socio-partecipativo
Il Comune di Capannori (Lucca) ha ideato un progetto di
partecipazione finanziato dall’Autorità Regionale per la
partecipazione della Toscana
In particolare l’Amministrazione ha sviluppato uno
strumento chiamato ‘bilancio socio-partecipativo’ con
cui i cittadini hanno potuto conoscere la qualità e la
quantità di servizi erogati dal Comune, offrire un
proprio indirizzo politico e gestionale
all’Amministrazione e, nello specifico, valutare e
persino scegliere quali opere pubbliche dovessero
essere realizzate nell’anno seguente
52. Bilancio socio-partecipativo
Il processo (1)
Il processo è nato con un meccanismo di campionamento
statisticamente significativo della popolazione di Capannori.
Durante l’estate del 2011 è stato costruito un panel di ottanta
persone (venti per ogni quartiere) selezionate grazie a un sorteggio
dalle liste anagrafiche e a una successiva intervista telefonica di
conferma. Il gruppo è stato convocato in quattro sessioni plenarie
tra settembre e ottobre 2011
In questa prima fase i cittadini hanno valutato il bilancio sia dal
punto di vista economico che politico, restituendo valutazioni
che avrebbero poi concorso alla stesura del Bilancio sociale del
Comune di Capannori. Queste valutazioni hanno rappresentato il
punto di partenza politico per la stesura del Bilancio
economico 2012 e, in particolare, hanno tratteggiato
la lista delle priorità
53. Bilancio socio-partecipativo
Il processo (2)
Nella seconda fase del processo i cittadini sono stati divisi in
quattro gruppi da venti cittadini, omogenei per luogo di residenza
(abitavano nello stesso quartiere). I gruppi si sono autoconvocati in
modo indipendente per due volte durante il mese di ottobre e
hanno avuto il compito di stilare idee progettuali per la
creazione di opere pubbliche sul territorio di Capannori nel
2012
Il background comune di conoscenza è rappresentato dalla
prima fase di conoscenza e di analisi delle carte del bilancio
comunale. Ogni cittadino può portare la propria competenza,
esperienza e sensibilità poggiando la propria biografia su questo
substrato informativo condiviso
54. Bilancio socio-partecipativo
Il processo (3)
I progetti realizzati dagli ottanta cittadini sono stati analizzati
dagli uffici comunali, che ne hanno valutato la fattibilità, i costi
e i tempi di realizzazione
Le idee che hanno superato questa prima selezione sono poi state
sottoposte a una valutazione popolare più estesa: nel mese di
dicembre 2011, infatti, i progetti presentati dai cittadini e
giudicati fattibili dal Comune sono stati oggetto di un’iniziativa
unitaria nella sede del Municipio di Capannori
55. Bilancio socio-partecipativo
Il processo (4)
La prima parte del 2012 è servita a raccogliere i voti sui progetti
da parte dell’intera popolazione (stranieri inclusi) della cittadina
toscana. Il Comune ha infatti allestito veri e propri seggi nelle
quattro circoscrizioni e i cittadini hanno potuto esprimere la
loro preferenza per i sette giorni successivi all’apertura dei
seggi
Contemporaneamente gli ottanta cittadini che hanno partecipato
al processo di scrittura dei progetti hanno convocato assemblee
pubbliche di presentazione dei loro lavori nella loro
circoscrizione e al termine della presentazione i cittadini presenti
in assemblea hanno potuto votare.
Solo in questa fase Internet è stato utilizzato per raccogliere
ulteriori voti dai cittadini di Capannori
56. Bilancio socio-partecipativo
Il processo (5)
L’Amministrazione Comunale ha destinato 400mila euro
ai progetti più votati all’interno del processo di
creazione del bilancio socio-partecipato (100mila per
Circoscrizione) e il denaro è stato distribuito sui
progetti più votati durante la consultazione popolare
L’Amministrazione Comunale si è impegnata a
sviluppare i progetti ‘vincitori’ entro la fine del 2012
57. Modelli di Open Gov
Sintesi: la tecnologia è nulla
senza politica
58. Open Gov = Politica > Tecnologia
Senza volontà politica la partecipazione è un
processo sterile e le piattaforme capaci di raccogliere
segnalazioni dei cittadini girano a vuoto
Se le amministrazioni comunali degli Stati Uniti non
vorranno ospitare i programmatori di Code for America,
le potenzialità di quel programma non saranno mai
utilizzate, sebbene le tecnologie siano già pronte e
sperimentate in contesti anche molto diversi tra loro
59. Open Gov = Politica > Tecnologia
La tecnologia senza politica non porta cambiamento
sociale, mentre può essere vero il contrario: la
politica può generare cambiamento nei modi e nelle
forme dell’Amministrazione anche senza l’ausilio del
web e dei social media
E può accadere anche in Italia (come dimostrato dal
modello Capannori), dove la fiducia verso le istituzioni
è ai minimi e dove la domanda di partecipazione dei
cittadini è spesso frustrata
60. Conclusioni
Processi di cambiamento
della comunicazione politica
online
61. Democrazia senza fiducia:
le conseguenze
#1
Le attuali strategie di comunicazione politica online e sui social
media in Italia, orientate quasi esclusivamente alla promozione
del self-branding politico (soprattutto tra gli staff di
comunicazione dei leader politici nazionali), hanno ottenuto nella
migliore delle ipotesi risultati irrilevanti nella difesa, nel
consolidamento e nella formazione del consenso dei politici, dei
partiti e delle istituzioni e nella peggiore delle ipotesi sono
risultati addirittura controproducenti, soprattutto quando non si
è tenuto conto della gestione del feedback prodotto dagli utenti,
sia in senso dialogico-interattivo, ad esempio rispondendo ai
commenti, sia in senso riflessivo-analitico, ad esempio
raccogliendo i contributi degli utenti e sottoponendoli a
meccanismi di analisi fattoriale, quantitativa e qualitativa, dei
testi prodotti online
62. Democrazia senza fiducia:
le conseguenze
#2
L’attuale comunicazione politica sul web e sui social media in
Italia, pur sviluppandosi su piattaforme tecnologiche avanzate (e
non disponibili solo fino a pochi anni fa), pur disponendo di
pubblico potenziale molto grande, capillare, i cui output sono
misurabili, pur essendo pregna di ‘retorica della partecipazione’
(soprattutto a ridosso degli appuntamenti elettorali) non è
realmente partecipativa. I processi di Open Gov sono
estemporanei, non centralizzati e totalmente dipendenti dalla
volontà politica dei singoli amministratori locali. Non esistono,
invece, processi di Open Gov funzionali a co-costruire
la linea politica all’interno delle organizzazioni di
partito, soprattutto su scala nazionale
63. Democrazia senza fiducia:
le conseguenze
#2
Non esistono strumenti universali (il modello Fix My Street) con
cui le organizzazioni politiche possono raccogliere contributi
migliorativi da parte dei cittadini, ricevendo in cambio aiuto nella
regolazione amministrativa e ottenendo, come effetto
‘collaterale’, livelli più alti di citizen satisfaction. Non esistono
applicazioni ‘civiche’, sviluppate all’interno delle pubbliche
amministrazioni e distribuite con codice aperto. Non esistono
regolamenti generali, contesti di intervento e applicazioni
pratiche dei processi di democrazia deliberativa. La
comunicazione politica online dovrebbe badare
sempre meno al self-branding e all’Open Gov,
ammesso che alla politica interessi fare questo salto
in avanti
65. Politica > tecnologia:
le conseguenze
I tecnici della comunicazione politica hanno oggi il
compito prioritario di illustrare quali strategie,
strumenti, pratiche possono contribuire alla
costruzione dei (nuovi) meccanismi di consenso
Questi meccanismi passano per il miglioramento dei processi di
decision-making (a sua volta regolatore indiretto del
consolidamento della citizen satisfaction), per la valorizzazione
del surplus cognitivo e della saggezza della folla e per
l’attuazione di meccanismi di democrazia deliberativa mirata a
ricercare la soluzione di problemi complessi e per cui è necessario
sviluppare una serie di azioni di riflessione, valutazione e giudizio
che richiedono lunghi periodi di lavoro (come, ad esempio, i bilanci
e i piani urbanistici)
66. Politica > tecnologia:
le azioni
#1
Passare dalla gestione della comunicazione politica alla
formazione alla comunicazione politica, in particolare sui social
media. Le strategie di personal branding sono inefficaci; le azioni
di self-branding sono necessarie ma non sufficienti e, in ogni caso,
richiedono il coinvolgimento attivo, diretto, in prima persona da
parte del politico. La comunicazione politica ‘di staff’ sui social
media non deve più (pre)occuparsi della produzione di contenuti,
che dovrebbe spettare al leader politico
Bisogna piuttosto mettere le organizzazioni politiche già
strutturate (dipendenti comunali, funzionari di partito, staff dei
politici, per fare alcuni esempi) di gestire direttamente i
feedback raccolti online, sia in chiave dialogico-interattiva che
riflessivo-analitica
67. Politica > tecnologia:
le azioni
#2
Contribuire alla progettazione di piattaforme aperte,
esportabili, replicabili per raccogliere informazioni utili
al miglioramento dei processi di decision-making sia in
campo politico che amministrativo
68. E se proprio non sono
riuscito a convincervi…
Non siamo ciò che diciamo,
siamo il credito che ci danno.
(José Saramago)
69. Un grande abbraccio
Grazie!
Dino Amenduni (http://about.me/dinoamenduni)
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