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RISCHIO
CARDIOVASCOLARE
Belfiore Anna
Concetto di rischio cardiovascolare


          Rischio cardiovascolare assoluto
      Possibilità per un individuo di sviluppare
       eventi cardiovascolari (coronaropatie e/o
       ictus) in un periodo di tempo definito (es. 10
       anni).
       Deriva dalla combinazione dei singoli fattori
       di rischio.
Cosa sono i fattori di rischio
cardiovascolare


   I fattori di rischio cardiovascolare
  rappresentano tutti quelle condizioni che
  aumentano la probabilità di presentare
  patologie del cuore e/o dei vasi (aterosclerosi).

 La correzione dei fattori di rischio
  cardiovascolare può rallentare la progressione
  della malattia aterosclerotica e ridurre la
  mortalità per ictus e cardiopatia ischemica.
Caratteristiche dei fattori di
rischio coronarico


 Dimostrata relazione causale fra
 fattore di rischio e coronaropatia
 Elevata prevalenza nella
 popolazione con coronaropatia
 Elevata e dimostrata superiorità nel
 predire il rischio cardiovascolare
Iperglicemia              Obesità

                Rischio

 cardio        Fumo        vascolare

                globale
Ipertensione               Dislipidemia
Opportunità di un precoce intervento
  • Lungo periodo asintomatico prima della malattia coronarica
    acuta
  • Metà di tutte le morti improvvise cardiovascolari non sono
    precedute da sintomi di patologia cardiaca diagnosticata
  • Elevata prevalenza dei fattori di rischio aterosclerotico nella
    popolazione generale
  • Valutazione prognostica dei fattori di rischio cardiovascolari
  • Target di intervento per ciascun fattore di rischio
Dati di Mortalità: Unione Europea
             Malattie del sistema
             respiratorio 6%              Malattie del sistema
                                          cardiocircolatorio 43%



Cancro 26%




   Altre cause 20%

                                    Suicidi ed incidenti 5%
Mortalità per cardiopatia ischemica nella popolazione
generale, in base all’età e al sesso

                   Uomini           Donne




                       Età (anni)
Sviluppo delle malattie cardiovascolari:
dai fattori di rischio agli eventi morbosi




                              Devereux RB et al, Circulation, 1993
Storia familiare come fattore di
       rischio per coronaropatia
• Evidenza: Una storia familiare per coronaropatia
  in un parente di 1° grado è un fattore di rischio
  maggiore. Il rischio per coronaropatia è più alto
  quando l’evento si è verificato in età giovanile e
  quando ha interessato più parenti di 1° grado.
• Raccomandazioni: La presenza e l’età di
  insorgenza precoce di coronaropatia in un parente
  di primo grado dovrebbero essere valutati per
  trattare in maniera più intensiva il paziente.
Studio INTERHEART
Numero di sigarette fumate al giorno e rischio di infarto miocardico
- Studio di popolazione in 52 paesi, 15.152 casi e 14.820 controlli
- Effetto combinato dei fattori di rischio cardiovascolari
- 9 fattori rendono ragione di oltre 90% rischio di IMA

                                  Fumo e aumento ApoB/ApoA1 più forti fattori di rischio

                                  Forte correlazione fra numero di sigarette e rischio di IMA
                           16


                             8
       OR (99% CI)




                             4


                             2


                                 mai      1-5      6-10   11-15     16-20   21-25     26-30     31-40   >41

                     Controlli   7489     727      1031    446      1058      96       230       168     56
                     Casi        4223     469      1021    623      1832     254       538       459    218

                     OR           1       1.38     2.10    2.99     3.83     5.80     5.26      6.34    9.16


       Yusuf S. et al., Lancet, 2004; 364: 937
Livelli di colesterolo e rischio coronarico
I livelli plasmatici devono essere
inferiori a 115 mg/dl. Nei pazienti   I valori plasmatici devono
ad alto rischio gli obiettivi         essere superiori a 35 mg/dl
terapeutci devono essere
inferiori: C LDL ~ 100 mg/dl
Effetti protettivi degli a.
polinsaturi


Studio DART: la prescrizione di pesce due
 volte a settimana per i pz che avevano avuto un
 IMA, risultò in una diminuzione della mortalità
 totale e della mortalità coronarica.
Studio GISSI: la supplementazione della dieta
 con a. grassi per i sogg. con coronaropatia aveva
 ridotto il numero di morti nel periodo di
 osservazione di 3,5 anni
Inattività fisica

 E’ un fattore di rischio maggiore,
  modificabile
 Si associa con l’aumento del peso

 L’incremento dell’attività fisica ha un
  impatto favorevole sui valori di LDL-C,
  trigliceridi, HDL-colesterolo, sensibilità
  all’insulina e pressione arteriosa




           National Cholesterol Education Program Adult
           Treatment Panel III, Circulation 2002
OBESITA’

 L’obesità è definita da un BMI > 30 Kg/m2
   (NCEP ATP III)
 La circonferenza addome è una valida
  misura
 I soggetti obesi sono ad alto rischio di
  dislipidemia, Diabete Mellito tipo II e
  ipertensione.
 Il controllo del peso corporeo deve essere
  un intervento prioritario.

                 Yusuf S et al, Lancet 2005
Obesità addominale




Uomini > 102 cm
Donne > 88 cm
Effetti cardiometabolici negativi dei
               prodotti degli adipociti

                                      ↑ Lipoproteina lipasi         Ipertensione
                              ↑ IL-6                    ↑ Angiotensinogeno
Infiammazione
                                                                    ↓Insulina    Dislipidemia
                                                               ↑ FFA             aterogenica
                 ↑ TNFα
                                             Adipose
                                                                   ↑ Resistina
                                              tissue
                                                                  ↑ Leptina
                 ↑ Adipsina
              (Complemento D)                                  ↑ Lattato
                                                                                 Diabete di
                                                     ↑ Plasminogeno                tipo 2
                       ↓ Adiponectina
                                                   attivatore inibitore-1
                                                           (PAI-1)
     Aterosclerosi
                                                       Trombosi

Lyon 2003; Trayhurn et al 2004; Eckel et al 2005
illlllll                        L’obesità addominale si associa
llllllll                   ad eventi avversi come la morte improvvisa
llllllll
llllllll                                 SAD è un predittore                  Paris Prospective Study
                                         migliore del BMI per                 7079 uomini, monitorati per 23 anni
llllllll                                  il rischio di morte
                                               improvvisa
llllllll                          4                                                                     4
           aggiustato per l’età




llllllll




                                                                                 aggiustato per l’età
                                             p per il trend
             Rischio relativo




                                                                                   Rischio relativo
                                  3                                                                     3
                                             = 0,0003
llllllll
llllllll                          2                                                                     2

llllllll                          1                                                                     1
llllllll
llllllll                          0
                                         1       2     3      4     5
                                                                                                        0
                                                                                                            1         2          3          4         5

llllllll                                Quintile di diametro sagittale                                                Quintile di BMI
                                             addominale (SAD)
llllllll
llllllll                          Quintile             1              2             3                            4                   5
                                  SAD (cm)           12–19         20–21          22–23                         24                25–35
llllllll                          BMI (kg/m2)        < 23,2       23,2–24,9     25,0–26,6                   26,7–28,4            28,5–47,7

llllllll
llllllll                                                                                                    Empana JP et al.: Circulation 2004, 110: 2781-2785
Circonferenza addominale come miglior
predittore di DM T2 negli uomini
(Health Professionals Follow-up Study, 27.270 sogg., follow-up 13 aa)


                                        5,0
                                                                                                            4,5
                                        4,5
       Rischio relativo * per DM




                                        4,0
                                        3,5
                                                                                             3,0
                                        3,0
                                   T2




                                        2,5
                                                                              2,0
                                        2,0                     1,7
                                        1,5
                                                  1,0         (1,1,2,5)     (1,3, 3,0)     (2,0, 4.5)     (3,0, 6,7)       (95% CI)
                                        1,0
                                        0,5
                                        0,0
                                                   1°             2°            3°             4°             5°
                                              (73,7- 86,4)   (87,0-91,4)   (92,1-95,9)   (96,5-101,0)   (101,6-157,5)

                                    * Aggiustato nei modelli Cox per età, fumo, attività fisica, consumo di alcool e
                                    apporto di grassi trans e fibre misurato durante il follow-up, e per il BMI.



                                                                                                         Wang et al Am J Clin Nutr 2005;81:555– 63.
Conferenza Europea sull’Obesità Copenaghen,
                 11-12 settembre 2002




  SOVRAPPESO nei bambini

ITALIA,GRECIA                  36%           L’obesità presente al
                                             momento della pubertà,
   SPAGNA                      27%           aumenta il rischio per
   SVIZZERA                    24%           malattie cardiovascolari,
                                             anche qualora in età
 INGHILTERRA                   20%           adulta si modifichi lo
   FRANCIA                     19%           stile di vita e si
   GERMANIA                    14%           raggiunga un peso
                                             normale
POLONIA, RUSSIA                 9%


           International Obesity Task Force, 2002
             International Obesity Task Force, 2002
IPERTENSIONE E RCV

 Elevata prevalenza nella popolazione
  generale
 Il più rilevante fattore di rischio CV
  modificabile
     Ictus
     Coronaropatia
     Scompenso
     Fibrillazione atriale

   Terapie con ottimo rapporto costo e
    rischio/efficacia
RISCHIO DI EVENTI CARDIO/CEREBROVASCOLARI E
                                                   VALORI PRESSORI
                                                   Studio Framingham (36 anni di follow-up)


                                                                                                                       Insufficienza
                                          Coronaropatia             Ictus                   Arteriopatia
                                                                                                                         Cardiaca
                                                                                             periferica
Tasso Biannuale aggiustato per età




                                     50
                                               45,4

                                     40
                                                                                       Normotesi
                                                                                       Ipertesi
            per 1000




                                     30
                                            22,7          21,3
                                     20
                                                                     12,4                                                 13,9
                                                      9,5                                            9,9
                                     10                                              6,2                         7,3                 6,3
                                                                                                 5
                                                                   3,3         2,4                                     3,5        2,1
                                                                                                             2
                                      0
                                             Uomini   Donne        Uomini      Donne         Uomini         Donne      Uomini     Donne

                                Rapporto di
                                rischio      2.0             2.2         3.8               2.6             2.0         3.7        4.0      3.0
                                Eccesso di
                                rischio     22.7            11.8         9.1               3.8             4.9         5.3       10.4      4.2

                                                                                                     Kannel WB JAMA 1996;275(24):1571-1576.
Complicanze
                                         Encefalopatia
                                         Emorragia
                 Complicanze cerebrali   Trombosi
                                         Infarto Lacunare
                                         TIA
                                         Demenza

                                         Ipertrofia ventricolare sin.
                                         Scompenso cardiaco
                Complicanze cardiache    Aritmie
                                         Angina
                                         Infarto
Ipertensione
                                         Emorragie assudati
                 Complicanze retiniche   Edema della papilla

                                         Dissecazione aortica
                 Complicanze vascolari   Placche ateromatose
                                         (aorta, carotidi, coronarie)


                                         Nefroslerosi
                 Complicanze renali      Insufficienza renale
Ipertensione e rischio di ulteriori malattie


Malattia                        Rischio relativo
                                (ipertesi vs normotesi)

Arteriopatia coronarica         2 - 3 volte

Ictus                               7 volte

Scompenso cardiaco              2 - 3 volte

Arteriopatia periferica         2 - 3 volte
Nei trails clinici sull’ipertensione
       l’ ictus è più frequente dell’infarto
                                                                                Stroke
Incidence (%)
                                                        STOP-2                  MI
7

6            SHEP

    STOP-1
                                  SYST-                          NICS
5
                                  China

4
                    STONE SYST-                                         NORDIL
                                                CAPPP
3                          EUR
                                                                                INSIGHT
2                                         HOT

1

0
                                                                        Kjeldsen et al 2001
Probabilità di sopravvivenza in soggetti
ipertesi con altri fattori di rischio associati




                            Thomas F et al, Hypertension 2001
Dall’ipertensione all’ictus ischemico
                  Rimodellamento
                     cardiaco                        Occlusione
                                      FA              embolica
Ipertensione
  arteriosa       Rimodellamento
                     vascolare           Placche                ICTUS
                                      ateromasiche            ischemico
                   Disfunzione
                   endoteliale
                                                     Occlusione
                                                     trombotica
                                      Trombosi
   Fattori
  circolanti
 Insulina,
 glucosio, AII,
 PAI I ecc
                  Ipercoagulabilità
COSA CI DAREBBE UN
MIGLIOR CONTROLLO
PRESSORIO
Effetti del trattamento antipertensiovo sulla riduzione del
                   rischio cardiovascolare
DIABETE E RCV

 Il Diabete Mellito, definito da valori di
  glucosio a digiuno > 126 mg/dl è un
  importante fattore di rischio indipendente
  per coronaropatia.
 La riduzione del colesterolo e della
  Pressione Arteriosa, in paziente con
  Diabete Mellito, riduce il rischio
  cardiovascolare.
 I soggetti con Diabete Mellito hanno un
  rischio equivalente a quelli con
  coronaropatia (DM è considerato un
  equivalente di coronaropatia)
Linee Guida American Diabetes Association, 2004


      Diabete                          Diabete

     ≥ 126 mg/dl                     ≥ 200 mg/dl
     < 126 mg/dl                     < 200 mg/dl




                                                   ↓
 ↓




     ≥ 110 mg/dl                     ≥ 140 mg/dl
     < 110 mg/dl                     < 140 mg/dl
      Normale                          Normale


     Glicemia a                  Glicemia dopo carico
      digiuno                      orale di glucosio
Associazione fra Pressione Sistolica e mortalità
 cardiovascolare in soggetti con Diabete tipo 2




                            Stamler J et al, Diabetes Care 1993
………..come
 quantificare il rischio
 cardiovascolare?
Recommendations for General
       Approaches to Risk Stratification

I IIa IIb III
                Global risk scores (such as the Framingham Risk
                Score [FRS]) that use multiple traditional
                cardiovascular risk factors should be obtained for
                risk assessment in all asymptomatic adults
                without a clinical history of CHD. These scores
                are useful for combining individual risk factor
                measurements into a single quantitative estimate
                of risk that can be used to target preventive
                interventions.
Stima del
rischio cardiovascolare
    Programmi computerizzati per la stima del
     rischio a breve termine, basati sui dati del
     Framingham (non applicabili a tutte le
     popolazioni europee)

  Modello SCORE (Systematic Coronary
   Risk Evaluation):
  sesso, età, fumo, PAS, colesterolo tot.
  Derivato da dati di 12 studi europei di
   coorte
  Predice gli eventi fatali da CVD a 10 anni


    Stratificazione del rischio cardiovascolare
     totale proposto dalle Linee Guida
     ESH/ESC, derivato dallo schema suggerito
     dalle Linee Guida WHO/ISH 1999
Carte del rischio in regioni europee
 ad alto rischio (SCORE system)
Carte del rischio in regioni europee
 a basso rischio (SCORE system)
Categorie di rischio

      RISCHIO                   FRAMINGHAM                         SCORE
  CARDIOVASCOLARE                 CRITERIA                         CHART
      A 10 ANNI               (rischio di complicanze cv)   (rischio di complicanze cv
                                                                       fatali)
Basso rischio aggiunto                  < 15 %                        <4%


Moderato rischio aggiunto            15 – 20%                       4–5%


Alto rischio aggiunto                20 – 30%                       5–8%


Molto alto rischio aggiunto             > 30%                         > 8%
Stratificazione del rischio cardiovascolare
 Linee guida europee ipertensione, 2007
Linee Guida ESH-ESC 2007
Fattori che influenzano la prognosi nel paziente iperteso

    Fattori di rischio
    cardiovascolare                                                               Condizioni patologiche
                                  Danno d’organo            Diabete Mellito
  per la stratificazione                                                                associate

• PAS/PAD                  • Ipertrofia ventricolare       • Glucosio         • Cerebrovascolari
• Uomo > 55 anni               sinistra
                               (IMVS U  125
                                                            plasmatico            Ictus, TIA, emorragia
• Donna > 65 anni                                           a digiuno             cerebrale
• Fumo                         e D  110 g/m2)              (> 126 mg/dL)     •   Cardiache
• Colesterolo totale       •   Ispessimento Intima-        • Glucosio             IMA, angina,
                                                                                  rivascolarizzazione
                               Media carotideo
 > 190 mg/dL o C-LDL            0,9 mm o placca            plasmatico            coronarica, scompenso
 > 115 mg/dL o C-HDL
 U < 40 o D < 46 mg/dL     •   Ipercreatininemia lieve
                                                            postprandiale
                                                            (> 198 mg/dL)
                                                                              •   Renali
                               (U 1,3-1,5 mg/dL o D                               Nefropatia diabetica,
• Familiarità per MCV          1,2-1,4 mg/dL)                                     insufficienza renale,
                                                                                  proteinuria
 precoci                   •   Riduzione della                                    (> 300 mg/24 ore)
• Obesità addominale           creatinina clearance (<
                               60 ml/min)                                     •   Vascolari
 (U  102 e D  88 cm)                                                            Vasculopatia periferica
• Glicemia a digiuno 102- •    Microalbuminuria
                               (30-300 mg/24 ore;                             •   Oculari
 125 mg/dl                     albumina/creatinina                                Retinopatia ipertensiva
• Glicemia da carico           U  22 e D  31 mg/g;
                               U  2,5 e D  3,5
                                                                                  avanzata: emorragie,
                                                                                  essudati e papilledema
 alterata
                               mg/mmol)
                           •   Indice pressorio arti
                               inferiori/ arti superiori
                               < 0,9
o Per identificare i soggetti a rischio di CAD si utilizzano
funzioni di rischio derivate da studi longitudinali.
o L’appropriatezza di queste funzioni di rischio dipende dalle
caratteristiche della popolazione che le ha generate.
o A questo scopo è stata identificata la carta del rischio
cardiovascolare italiana, utilizzando dati italiani derivati da
diversi studi longitudinali iniziati fra la metà degli anni ’80 e
‘90, riorganizzati in un database e follw-up comuni nell’ambito
del progetto CUORE
www.cuore.iss.it




       Carta italiana del rischio coronarico
      Osservatorio epidemiologico cardiovascolare
           Istituto Superiore di Sanità e ANMCO
Carta italiana del rischio coronarico
Per la costruzione della carta sono stati utilizzati i
seguenti fattori di rischio:
 Sesso
 Pressione arteriosa sistolica
 Colesterolemia totale
 Fumo di sigarette
 Diabete
Soggetti a rischio elevato

Vengono considerati a rischio elevato i soggetti senza
un pregresso episodio di cardiopatia ischemica che, in
base alla combinazione di 6 fattori (età, sesso,
diabete, fumo, valori di pressione arteriosa e di
colesterolemia) abbiano un rischio > del 20% di
sviluppare un evento cardiovascolare nei successivi
10 anni…
RISCHIO CARDIOMETABOLICO




Il rischio cardiometabolico è un concetto nuovo che
supera e completa il concetto di rischio
  cardiovascolare

Non c’è equivalenza fra RCV e RCM



                             Després et al. Nature 2006; Vol 444: 881-887
RISCHIO CARDIOMETABOLICO



Il rischio cardiometabolico globale rappresenta il
rischio complessivo di sviluppare diabete di tipo 2
e/o malattie cardiovascolari (MCV) in seguito alla
presenza di un insieme di fattori di rischio classici
ed emergenti.




                                Després et al. Nature 2006; Vol 444: 881-887
RISCHIO CARDIOMETABOLICO

Con il concetto di rischio cardiometabolico si ha la
possibilità di individuare meglio il paziente ad alto e
  ad
altissimo rischio cardiovascolare

Ai classici fattori di rischio vanno aggiunti altri fattori di
   rischio emergenti
FATTORI DI RISCHIO
 CARDIOMETABOLICO
 Fattoridi rischio classico:
 Fumo, ipertensione, elevato c-LDL,
 Iperglicemia, obesità, diabete


Fattori di rischio emergenti (correlati alla obesità addominale):
Insulino resistenza; basso c-HDL, elevati
trigliceridi,bmarker infiammatori, NFDL, ovaio
policistico
CONCLUSIONI


 La valutazione del rischio
  cardiovascolare permette di individuare i
  soggetti ad alto rischio e di iniziare
  precocemente un appropriato
  trattamento farmacologico.
 La terapia medica va sempre preceduta
  e/o accompagnata dalle modificazioni
  dello stile di vita.
 Obiettivo finale: ridurre l’incidenza degli
  eventi cardiovascolari.
Obiettivi ottimali per la
prevenzione nella popolazione
generale
 Dieta equilibrata
 Attività fisica regolare
 Astensione dal tabacco
 Colesterolo < 190mg/dl
 Colesterolo LDL ~ 115 mg/dl
 Pressione arteriosa < 130/80
  mmHg
 indice massa corporea < 25
  kg/m2
 Glicemia ~110 mg/dl

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Rischio Cardovascolare. Di Anna Belfiore

  • 2. Concetto di rischio cardiovascolare Rischio cardiovascolare assoluto  Possibilità per un individuo di sviluppare eventi cardiovascolari (coronaropatie e/o ictus) in un periodo di tempo definito (es. 10 anni). Deriva dalla combinazione dei singoli fattori di rischio.
  • 3. Cosa sono i fattori di rischio cardiovascolare  I fattori di rischio cardiovascolare rappresentano tutti quelle condizioni che aumentano la probabilità di presentare patologie del cuore e/o dei vasi (aterosclerosi).  La correzione dei fattori di rischio cardiovascolare può rallentare la progressione della malattia aterosclerotica e ridurre la mortalità per ictus e cardiopatia ischemica.
  • 4. Caratteristiche dei fattori di rischio coronarico  Dimostrata relazione causale fra fattore di rischio e coronaropatia  Elevata prevalenza nella popolazione con coronaropatia  Elevata e dimostrata superiorità nel predire il rischio cardiovascolare
  • 5. Iperglicemia Obesità Rischio cardio Fumo vascolare globale Ipertensione Dislipidemia
  • 6.
  • 7. Opportunità di un precoce intervento • Lungo periodo asintomatico prima della malattia coronarica acuta • Metà di tutte le morti improvvise cardiovascolari non sono precedute da sintomi di patologia cardiaca diagnosticata • Elevata prevalenza dei fattori di rischio aterosclerotico nella popolazione generale • Valutazione prognostica dei fattori di rischio cardiovascolari • Target di intervento per ciascun fattore di rischio
  • 8.
  • 9.
  • 10.
  • 11. Dati di Mortalità: Unione Europea Malattie del sistema respiratorio 6% Malattie del sistema cardiocircolatorio 43% Cancro 26% Altre cause 20% Suicidi ed incidenti 5%
  • 12. Mortalità per cardiopatia ischemica nella popolazione generale, in base all’età e al sesso Uomini Donne Età (anni)
  • 13.
  • 14.
  • 15.
  • 16. Sviluppo delle malattie cardiovascolari: dai fattori di rischio agli eventi morbosi Devereux RB et al, Circulation, 1993
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  • 20.
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  • 22.
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  • 24. Storia familiare come fattore di rischio per coronaropatia • Evidenza: Una storia familiare per coronaropatia in un parente di 1° grado è un fattore di rischio maggiore. Il rischio per coronaropatia è più alto quando l’evento si è verificato in età giovanile e quando ha interessato più parenti di 1° grado. • Raccomandazioni: La presenza e l’età di insorgenza precoce di coronaropatia in un parente di primo grado dovrebbero essere valutati per trattare in maniera più intensiva il paziente.
  • 25.
  • 26.
  • 27.
  • 28.
  • 29.
  • 30. Studio INTERHEART Numero di sigarette fumate al giorno e rischio di infarto miocardico - Studio di popolazione in 52 paesi, 15.152 casi e 14.820 controlli - Effetto combinato dei fattori di rischio cardiovascolari - 9 fattori rendono ragione di oltre 90% rischio di IMA Fumo e aumento ApoB/ApoA1 più forti fattori di rischio Forte correlazione fra numero di sigarette e rischio di IMA 16 8 OR (99% CI) 4 2 mai 1-5 6-10 11-15 16-20 21-25 26-30 31-40 >41 Controlli 7489 727 1031 446 1058 96 230 168 56 Casi 4223 469 1021 623 1832 254 538 459 218 OR 1 1.38 2.10 2.99 3.83 5.80 5.26 6.34 9.16 Yusuf S. et al., Lancet, 2004; 364: 937
  • 31. Livelli di colesterolo e rischio coronarico
  • 32. I livelli plasmatici devono essere inferiori a 115 mg/dl. Nei pazienti I valori plasmatici devono ad alto rischio gli obiettivi essere superiori a 35 mg/dl terapeutci devono essere inferiori: C LDL ~ 100 mg/dl
  • 33.
  • 34.
  • 35.
  • 36.
  • 37. Effetti protettivi degli a. polinsaturi Studio DART: la prescrizione di pesce due volte a settimana per i pz che avevano avuto un IMA, risultò in una diminuzione della mortalità totale e della mortalità coronarica. Studio GISSI: la supplementazione della dieta con a. grassi per i sogg. con coronaropatia aveva ridotto il numero di morti nel periodo di osservazione di 3,5 anni
  • 38.
  • 39.
  • 40.
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  • 42. Inattività fisica  E’ un fattore di rischio maggiore, modificabile  Si associa con l’aumento del peso  L’incremento dell’attività fisica ha un impatto favorevole sui valori di LDL-C, trigliceridi, HDL-colesterolo, sensibilità all’insulina e pressione arteriosa National Cholesterol Education Program Adult Treatment Panel III, Circulation 2002
  • 43.
  • 44.
  • 45. OBESITA’  L’obesità è definita da un BMI > 30 Kg/m2 (NCEP ATP III)  La circonferenza addome è una valida misura  I soggetti obesi sono ad alto rischio di dislipidemia, Diabete Mellito tipo II e ipertensione.  Il controllo del peso corporeo deve essere un intervento prioritario. Yusuf S et al, Lancet 2005
  • 46. Obesità addominale Uomini > 102 cm Donne > 88 cm
  • 47. Effetti cardiometabolici negativi dei prodotti degli adipociti ↑ Lipoproteina lipasi Ipertensione ↑ IL-6 ↑ Angiotensinogeno Infiammazione ↓Insulina Dislipidemia ↑ FFA aterogenica ↑ TNFα Adipose ↑ Resistina tissue ↑ Leptina ↑ Adipsina (Complemento D) ↑ Lattato Diabete di ↑ Plasminogeno tipo 2 ↓ Adiponectina attivatore inibitore-1 (PAI-1) Aterosclerosi Trombosi Lyon 2003; Trayhurn et al 2004; Eckel et al 2005
  • 48. illlllll L’obesità addominale si associa llllllll ad eventi avversi come la morte improvvisa llllllll llllllll SAD è un predittore Paris Prospective Study migliore del BMI per 7079 uomini, monitorati per 23 anni llllllll il rischio di morte improvvisa llllllll 4 4 aggiustato per l’età llllllll aggiustato per l’età p per il trend Rischio relativo Rischio relativo 3 3 = 0,0003 llllllll llllllll 2 2 llllllll 1 1 llllllll llllllll 0 1 2 3 4 5 0 1 2 3 4 5 llllllll Quintile di diametro sagittale Quintile di BMI addominale (SAD) llllllll llllllll Quintile 1 2 3 4 5 SAD (cm) 12–19 20–21 22–23 24 25–35 llllllll BMI (kg/m2) < 23,2 23,2–24,9 25,0–26,6 26,7–28,4 28,5–47,7 llllllll llllllll Empana JP et al.: Circulation 2004, 110: 2781-2785
  • 49. Circonferenza addominale come miglior predittore di DM T2 negli uomini (Health Professionals Follow-up Study, 27.270 sogg., follow-up 13 aa) 5,0 4,5 4,5 Rischio relativo * per DM 4,0 3,5 3,0 3,0 T2 2,5 2,0 2,0 1,7 1,5 1,0 (1,1,2,5) (1,3, 3,0) (2,0, 4.5) (3,0, 6,7) (95% CI) 1,0 0,5 0,0 1° 2° 3° 4° 5° (73,7- 86,4) (87,0-91,4) (92,1-95,9) (96,5-101,0) (101,6-157,5) * Aggiustato nei modelli Cox per età, fumo, attività fisica, consumo di alcool e apporto di grassi trans e fibre misurato durante il follow-up, e per il BMI. Wang et al Am J Clin Nutr 2005;81:555– 63.
  • 50. Conferenza Europea sull’Obesità Copenaghen, 11-12 settembre 2002 SOVRAPPESO nei bambini ITALIA,GRECIA 36% L’obesità presente al momento della pubertà, SPAGNA 27% aumenta il rischio per SVIZZERA 24% malattie cardiovascolari, anche qualora in età INGHILTERRA 20% adulta si modifichi lo FRANCIA 19% stile di vita e si GERMANIA 14% raggiunga un peso normale POLONIA, RUSSIA 9% International Obesity Task Force, 2002 International Obesity Task Force, 2002
  • 51. IPERTENSIONE E RCV  Elevata prevalenza nella popolazione generale  Il più rilevante fattore di rischio CV modificabile  Ictus  Coronaropatia  Scompenso  Fibrillazione atriale  Terapie con ottimo rapporto costo e rischio/efficacia
  • 52. RISCHIO DI EVENTI CARDIO/CEREBROVASCOLARI E VALORI PRESSORI Studio Framingham (36 anni di follow-up) Insufficienza Coronaropatia Ictus Arteriopatia Cardiaca periferica Tasso Biannuale aggiustato per età 50 45,4 40 Normotesi Ipertesi per 1000 30 22,7 21,3 20 12,4 13,9 9,5 9,9 10 6,2 7,3 6,3 5 3,3 2,4 3,5 2,1 2 0 Uomini Donne Uomini Donne Uomini Donne Uomini Donne Rapporto di rischio 2.0 2.2 3.8 2.6 2.0 3.7 4.0 3.0 Eccesso di rischio 22.7 11.8 9.1 3.8 4.9 5.3 10.4 4.2 Kannel WB JAMA 1996;275(24):1571-1576.
  • 53. Complicanze Encefalopatia Emorragia Complicanze cerebrali Trombosi Infarto Lacunare TIA Demenza Ipertrofia ventricolare sin. Scompenso cardiaco Complicanze cardiache Aritmie Angina Infarto Ipertensione Emorragie assudati Complicanze retiniche Edema della papilla Dissecazione aortica Complicanze vascolari Placche ateromatose (aorta, carotidi, coronarie) Nefroslerosi Complicanze renali Insufficienza renale
  • 54. Ipertensione e rischio di ulteriori malattie Malattia Rischio relativo (ipertesi vs normotesi) Arteriopatia coronarica 2 - 3 volte Ictus 7 volte Scompenso cardiaco 2 - 3 volte Arteriopatia periferica 2 - 3 volte
  • 55. Nei trails clinici sull’ipertensione l’ ictus è più frequente dell’infarto Stroke Incidence (%) STOP-2 MI 7 6 SHEP STOP-1 SYST- NICS 5 China 4 STONE SYST- NORDIL CAPPP 3 EUR INSIGHT 2 HOT 1 0 Kjeldsen et al 2001
  • 56. Probabilità di sopravvivenza in soggetti ipertesi con altri fattori di rischio associati Thomas F et al, Hypertension 2001
  • 57. Dall’ipertensione all’ictus ischemico Rimodellamento cardiaco Occlusione FA embolica Ipertensione arteriosa Rimodellamento vascolare Placche ICTUS ateromasiche ischemico Disfunzione endoteliale Occlusione trombotica Trombosi Fattori circolanti Insulina, glucosio, AII, PAI I ecc Ipercoagulabilità
  • 58. COSA CI DAREBBE UN MIGLIOR CONTROLLO PRESSORIO
  • 59. Effetti del trattamento antipertensiovo sulla riduzione del rischio cardiovascolare
  • 60. DIABETE E RCV  Il Diabete Mellito, definito da valori di glucosio a digiuno > 126 mg/dl è un importante fattore di rischio indipendente per coronaropatia.  La riduzione del colesterolo e della Pressione Arteriosa, in paziente con Diabete Mellito, riduce il rischio cardiovascolare.  I soggetti con Diabete Mellito hanno un rischio equivalente a quelli con coronaropatia (DM è considerato un equivalente di coronaropatia)
  • 61. Linee Guida American Diabetes Association, 2004 Diabete Diabete ≥ 126 mg/dl ≥ 200 mg/dl < 126 mg/dl < 200 mg/dl ↓ ↓ ≥ 110 mg/dl ≥ 140 mg/dl < 110 mg/dl < 140 mg/dl Normale Normale Glicemia a Glicemia dopo carico digiuno orale di glucosio
  • 62. Associazione fra Pressione Sistolica e mortalità cardiovascolare in soggetti con Diabete tipo 2 Stamler J et al, Diabetes Care 1993
  • 63. ………..come quantificare il rischio cardiovascolare?
  • 64. Recommendations for General Approaches to Risk Stratification I IIa IIb III Global risk scores (such as the Framingham Risk Score [FRS]) that use multiple traditional cardiovascular risk factors should be obtained for risk assessment in all asymptomatic adults without a clinical history of CHD. These scores are useful for combining individual risk factor measurements into a single quantitative estimate of risk that can be used to target preventive interventions.
  • 65. Stima del rischio cardiovascolare  Programmi computerizzati per la stima del rischio a breve termine, basati sui dati del Framingham (non applicabili a tutte le popolazioni europee)  Modello SCORE (Systematic Coronary Risk Evaluation):  sesso, età, fumo, PAS, colesterolo tot.  Derivato da dati di 12 studi europei di coorte  Predice gli eventi fatali da CVD a 10 anni  Stratificazione del rischio cardiovascolare totale proposto dalle Linee Guida ESH/ESC, derivato dallo schema suggerito dalle Linee Guida WHO/ISH 1999
  • 66. Carte del rischio in regioni europee ad alto rischio (SCORE system)
  • 67. Carte del rischio in regioni europee a basso rischio (SCORE system)
  • 68. Categorie di rischio RISCHIO FRAMINGHAM SCORE CARDIOVASCOLARE CRITERIA CHART A 10 ANNI (rischio di complicanze cv) (rischio di complicanze cv fatali) Basso rischio aggiunto < 15 % <4% Moderato rischio aggiunto 15 – 20% 4–5% Alto rischio aggiunto 20 – 30% 5–8% Molto alto rischio aggiunto > 30% > 8%
  • 69. Stratificazione del rischio cardiovascolare Linee guida europee ipertensione, 2007
  • 70.
  • 71. Linee Guida ESH-ESC 2007 Fattori che influenzano la prognosi nel paziente iperteso Fattori di rischio cardiovascolare Condizioni patologiche Danno d’organo Diabete Mellito per la stratificazione associate • PAS/PAD • Ipertrofia ventricolare • Glucosio • Cerebrovascolari • Uomo > 55 anni sinistra (IMVS U  125 plasmatico Ictus, TIA, emorragia • Donna > 65 anni a digiuno cerebrale • Fumo e D  110 g/m2) (> 126 mg/dL) • Cardiache • Colesterolo totale • Ispessimento Intima- • Glucosio IMA, angina, rivascolarizzazione Media carotideo > 190 mg/dL o C-LDL  0,9 mm o placca plasmatico coronarica, scompenso > 115 mg/dL o C-HDL U < 40 o D < 46 mg/dL • Ipercreatininemia lieve postprandiale (> 198 mg/dL) • Renali (U 1,3-1,5 mg/dL o D Nefropatia diabetica, • Familiarità per MCV 1,2-1,4 mg/dL) insufficienza renale, proteinuria precoci • Riduzione della (> 300 mg/24 ore) • Obesità addominale creatinina clearance (< 60 ml/min) • Vascolari (U  102 e D  88 cm) Vasculopatia periferica • Glicemia a digiuno 102- • Microalbuminuria (30-300 mg/24 ore; • Oculari 125 mg/dl albumina/creatinina Retinopatia ipertensiva • Glicemia da carico U  22 e D  31 mg/g; U  2,5 e D  3,5 avanzata: emorragie, essudati e papilledema alterata mg/mmol) • Indice pressorio arti inferiori/ arti superiori < 0,9
  • 72. o Per identificare i soggetti a rischio di CAD si utilizzano funzioni di rischio derivate da studi longitudinali. o L’appropriatezza di queste funzioni di rischio dipende dalle caratteristiche della popolazione che le ha generate. o A questo scopo è stata identificata la carta del rischio cardiovascolare italiana, utilizzando dati italiani derivati da diversi studi longitudinali iniziati fra la metà degli anni ’80 e ‘90, riorganizzati in un database e follw-up comuni nell’ambito del progetto CUORE
  • 73. www.cuore.iss.it Carta italiana del rischio coronarico Osservatorio epidemiologico cardiovascolare Istituto Superiore di Sanità e ANMCO
  • 74. Carta italiana del rischio coronarico Per la costruzione della carta sono stati utilizzati i seguenti fattori di rischio:  Sesso  Pressione arteriosa sistolica  Colesterolemia totale  Fumo di sigarette  Diabete
  • 75.
  • 76.
  • 77.
  • 78.
  • 79. Soggetti a rischio elevato Vengono considerati a rischio elevato i soggetti senza un pregresso episodio di cardiopatia ischemica che, in base alla combinazione di 6 fattori (età, sesso, diabete, fumo, valori di pressione arteriosa e di colesterolemia) abbiano un rischio > del 20% di sviluppare un evento cardiovascolare nei successivi 10 anni…
  • 80. RISCHIO CARDIOMETABOLICO Il rischio cardiometabolico è un concetto nuovo che supera e completa il concetto di rischio cardiovascolare Non c’è equivalenza fra RCV e RCM Després et al. Nature 2006; Vol 444: 881-887
  • 81. RISCHIO CARDIOMETABOLICO Il rischio cardiometabolico globale rappresenta il rischio complessivo di sviluppare diabete di tipo 2 e/o malattie cardiovascolari (MCV) in seguito alla presenza di un insieme di fattori di rischio classici ed emergenti. Després et al. Nature 2006; Vol 444: 881-887
  • 82. RISCHIO CARDIOMETABOLICO Con il concetto di rischio cardiometabolico si ha la possibilità di individuare meglio il paziente ad alto e ad altissimo rischio cardiovascolare Ai classici fattori di rischio vanno aggiunti altri fattori di rischio emergenti
  • 83. FATTORI DI RISCHIO CARDIOMETABOLICO  Fattoridi rischio classico:  Fumo, ipertensione, elevato c-LDL,  Iperglicemia, obesità, diabete Fattori di rischio emergenti (correlati alla obesità addominale): Insulino resistenza; basso c-HDL, elevati trigliceridi,bmarker infiammatori, NFDL, ovaio policistico
  • 84. CONCLUSIONI  La valutazione del rischio cardiovascolare permette di individuare i soggetti ad alto rischio e di iniziare precocemente un appropriato trattamento farmacologico.  La terapia medica va sempre preceduta e/o accompagnata dalle modificazioni dello stile di vita.  Obiettivo finale: ridurre l’incidenza degli eventi cardiovascolari.
  • 85. Obiettivi ottimali per la prevenzione nella popolazione generale  Dieta equilibrata  Attività fisica regolare  Astensione dal tabacco  Colesterolo < 190mg/dl  Colesterolo LDL ~ 115 mg/dl  Pressione arteriosa < 130/80 mmHg  indice massa corporea < 25 kg/m2  Glicemia ~110 mg/dl