2. Le cardiopatie ischemiche determinate da un ridotto apporto di sangue e di ossigeno al muscolo
cardiaco, sono la più rilevante conseguenza dell’aterosclerosi delle arterie coronarie o delle loro
ramificazioni.
Clinicamente esse si manifestano con le differenti forme dell’angina pectoris, con l’infarto miocardico,
miocardiosclerosi o occlusione coronarica.
* Queste affezioni rientrano nella categoria delle malattie sociali con andamento solitamente cronico
degenerativo.
3. L’insorgenza delle cardiopatie ischemiche è in genere correlata a differenti fattori causali, esogeni ed
endogeni, alcuni considerati non modificabili altri invece reversibili:
Età
Sesso NON MODIFICABILI
Familiarità
Ipertensione arteriosa
Alterazioni a carico del metabolismo lipidico (ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia)
Sedentarietà
Fumo di sigaretta
4. Una predisposizione familiare alle cardiopatie ischemiche sembra essere collegata ad anomalie congenite
del circolo coronarico e alla possibile ereditarietà di malattie come IPERTENSIONE e DIABETE.
Il rischio ischemico infatti cresce proporzionalmente ai valori di pressione
sanguigna e risulta addirittura quattro volte superiore negli individui ipertesi!!
La deposizione di lipidi a livello della parete arteriosa e l’alterazione del tempo di coagulazione
favoriscono la formazione di ateromi e di conseguenza la formazione di TROMBI INTRAVASALI.
5. SINTOMI
L’angina, è caratterizzata da un intenso e opprimente dolore precordiale e retrosternale con irradiazione
al collo, alla mascella inferiore e alla parte interna del braccio sinistro.
Possiamo riscontrare 3 tipi di angina:
Stabile cronica, caratterizzata da dolori poco frequenti che insorgono inseguito ad uno sforzo
fisico particolare, determinando un aumentata richiesta irrorativa da parte del miocardio (angina da
sforzo). In questi casi la placca di ateroma riduce in modo persistente il lume dell’arteria coronaria
interessata.
Instabile, caratterizzata dalla rottura di una placca ateromatosa che causa l’ostruzione parziale o
totale del lume arterioso. Questa forma di angina indica l’imminenza di un infarto cardiaco.
Spastica o di Prinzmetal, insorge a riposo, in genere di primo mattino. Essa è legata alla
contrazione spasmodica di un’arteria coronaria senza che vi sia necessariamente un restringimento
dell’arteria in condizioni normali.
6. Durante la crisi dolorosa, l’ELETTROCARDIOGRAMMA appare alterato. Per diagnosticare eventuali
lesioni alle arterie coronarie si ricorre a esami radiologici quali:
Prova da sforzo con cyclette o su pedana
Angiocardiografia
Ecocardiografia
Cateterismo cardiaco
7. La terapia farmacologica deve essere controllata con continuità in quanto si possono presentare
molteplici effetti collaterali
PREVENZIONE
seguire una dieta alimentare povera di grassi saturi,
praticare una moderata attività sportiva,
abbandonare il fumo e adottare uno stile di vita
regolare
8. Caratterizzato da una necrosi del muscolo cardiaco conseguente ad un’ occlusione improvvisa di
un’arteria coronaria.
Nell’ infarto del miocardio viene meno l’irrorazione di una parte del cuore; le cellule del
miocardio private di sangue e ossigeno muoiono, liberando enzimi che distruggono il
tessuto circostante.
CAUSE
L’ostruzione dell’arteria coronaria è quasi sempre dovuta alla formazione di un trombo su una placca
d’ateroma, costituita da depositi di colesterolo. Questa affezione insorge più spesso in pazienti che
presentano fattori di rischio come:
tabagismo,
ipertensione arteriosa,
livello di colesterolo superiore a 240 mg/dl,
diabete,
eccessive pressioni in campo professionale
9. Sintomatologia e diagnosi
L’infarto si manifesta con un violento dolore di tipo anginoso, più intenso e prolungato (da 30 minuti a
molte ore)… In un arco di tempo variabile da 24 a 36 ore, fa la sua comparsa una febbre di media
intensità, che diminuisce progressivamente.
Le forme di infarto silenti non danno luogo ad alcun segno clinico e vengono diagnosticate per caso, in
occasione di un elettrocardiogramma.
Sono possibili due esami diagnostici:
Dosaggio ematico degli enzimi cardiaci che mette in luce un aumento della creatinchinasi, enzima
secreto dalle cellule del miocardio quando vanno incontro a distruzione;
Elettrocardiogramma che rivela segni di sofferenza acuta del miocardio in concomitanza con
l’arresto del flusso sanguigno in un’arteria coronaria.
10. Dipende soprattutto dall’estensione del danno:
La morte improvvisa si verifica nelle prime ore che seguono la crisi, cosa che rende necessario il
ricovero in ospedale più rapido possibile.
LA DEGENZA IN OSPEDALE PUO’ DURARE, A SECONDA DELLA GRAVITA’, DAI 5 AI 10 GIORNI,
E LA RIPRESA DELLE ATTIVITA’, IN CASO D’ INFARTO COMPLICATO E’ POSSIBILE SOLO
DOPO UN MESE.
Tuttavia, l’evoluzione dell’infarto del miocardio è generalmente favorevole (la mortalità non
supera il 10% dei casi)!
11. NEL TRATTAMENTO DELL’INFARTO E’ FONDAMENTALE INTERVENIRE
PRECOCEMENTE PERCHE’ L’ARTERIA DEVE ESSERE LIBERATA IL PRIMA
POSSIBILE (ENTRO 6 ORE)
Oltre all’angina pectoris e all’infarto ci sono altre importanti patologie cardiache:
Disturbi del ritmo (aritmie)
Scompenso cardiaco
12. L’insufficienza coronarica è una causa frequente dei disturbi del ritmo, per via dell’ossigenazione
insufficiente del tessuto cardiaco.
TRATTAMENTO
È basato su farmaci antiaritmici che riducono l’eccitabilità del cuore, accelerando o rallentando la
frequenza del ritmo.
È utilizzata anche la stimolazione cardiaca, temporanea o permanente (pacemaker). Per alcuni gravi
disturbi è necessario utilizzare un defibrillatore cardiaco, il quale, dopo che è stata rilevata l’aritmia
invia regolari e ritmici impulsi elettrici per impedire una sincope o peggio la morte immediata.
13. Tipi di aritmie..
Extrasistoli (contrazioni premature) in cui si presenta un’anomalia nella successione del
battito cardiaco, con pause ed intermittenze non fisiologiche;
Tachicardie in cui è presente un aumento del numero dei battiti cardiaci, spesso in
rapporto a forti emozioni, sforzi fisici, gravi forme di anemia o abuso di sostanze
stimolanti.
Bradicardia in cui il numero dei battiti è inferiore a 65 pulsazioni al minuto.
Fibrillazione ventricolare, caratterizzata da contrazioni inefficaci.
14. Frequente in età superiore a 65 anni, esso si verifica quando la portata cardiaca non è in grado di
corrispondere in maniera appropriata alle richieste dell’organismo.
Di solito lo scompenso deriva da una compromissione della funzionalità ventricolare sistolica o
diastolica, determinata dall’ipertensione arteriosa o da coronaropatie.
Sintomi: respiro affannato e facile affaticabilità quando si compiono sforzi anche modesti.
* l’esame pressorio è svolto con lo SFIGMOMANOMETRO ed il soggetto, in una prima misurazione
deve assumere posizione clinostatica, in una seconda misurazione una posizione ortostatica con
il braccio perfettamente rilassato, appoggiato su un piano posto all’altezza del cuore.
15. In Italia le malattie cardiovascolari esprimono annualmente 44-46% della mortalità generale. Il sesso
maschile è notevolmente più a rischio rispetto a quello femminile.
N.B! Negli ultimi anni le indagini epidemiologiche hanno evidenziato un crescente aumento
delle cardiopatie ischemiche anche in soggetti più giovani (35-45 anni).
16. PREVENZIONE PRIMARIA
Controllo sistematico dello stato di salute associato ad una corretta educazione sanitaria comprendente
adeguate norme alimentari e regolari regimi di vita:
• Attività fisica moderata
• Eliminazione del fumo e degli alcolici
• Diminuzione dell’ansia e dell’iperattività generale
PREVENZIONE SECONDARIA
Accertamento diagnostico precoce mediante ECG e una vasta serie di esami ematochimici.
PREVENZIONE TERZIARIA
Attuata già in presenza delle manifestazioni cliniche, consente di evitare ulteriori danni al miocardio,
impedendo così l’aggravarsi del danno non più recuperabile.