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Carola Parlante
  A.S. 2011/2012
IV B econ. Dietist.
Le cardiopatie ischemiche determinate da un ridotto apporto di sangue e di ossigeno al muscolo
    cardiaco, sono la più rilevante conseguenza dell’aterosclerosi delle arterie coronarie o delle loro
    ramificazioni.
Clinicamente esse si manifestano con le differenti forme dell’angina pectoris, con l’infarto miocardico,
    miocardiosclerosi o occlusione coronarica.




*   Queste affezioni rientrano nella categoria delle malattie sociali con andamento solitamente cronico
    degenerativo.
L’insorgenza delle cardiopatie ischemiche è in genere correlata a differenti fattori causali, esogeni ed
    endogeni, alcuni considerati non modificabili altri invece reversibili:

   Età
   Sesso               NON MODIFICABILI
   Familiarità
   Ipertensione arteriosa
   Alterazioni a carico del metabolismo lipidico (ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia)
   Sedentarietà
   Fumo di sigaretta
Una predisposizione familiare alle cardiopatie ischemiche sembra essere collegata ad anomalie congenite
  del circolo coronarico e alla possibile ereditarietà di malattie come IPERTENSIONE e DIABETE.


Il rischio ischemico infatti cresce proporzionalmente ai valori di pressione
    sanguigna e risulta addirittura quattro volte superiore negli individui ipertesi!!

La deposizione di lipidi a livello della parete arteriosa e l’alterazione del tempo di coagulazione
   favoriscono la formazione di ateromi e di conseguenza la formazione di TROMBI INTRAVASALI.
SINTOMI
L’angina, è caratterizzata da un intenso e opprimente dolore precordiale e retrosternale con irradiazione
    al collo, alla mascella inferiore e alla parte interna del braccio sinistro.



Possiamo riscontrare 3 tipi di angina:


 Stabile cronica, caratterizzata da dolori poco frequenti che insorgono inseguito ad uno sforzo
   fisico particolare, determinando un aumentata richiesta irrorativa da parte del miocardio (angina da
   sforzo). In questi casi la placca di ateroma riduce in modo persistente il lume dell’arteria coronaria
   interessata.


 Instabile, caratterizzata dalla rottura di una placca ateromatosa che causa l’ostruzione parziale o
   totale del lume arterioso. Questa forma di angina indica l’imminenza di un infarto cardiaco.


 Spastica o di Prinzmetal, insorge a riposo, in genere di primo mattino. Essa è legata alla
   contrazione spasmodica di un’arteria coronaria senza che vi sia necessariamente un restringimento
   dell’arteria in condizioni normali.
Durante la crisi dolorosa, l’ELETTROCARDIOGRAMMA appare alterato. Per diagnosticare eventuali
   lesioni alle arterie coronarie si ricorre a esami radiologici quali:

   Prova da sforzo con cyclette o su pedana
   Angiocardiografia
   Ecocardiografia
   Cateterismo cardiaco
La terapia farmacologica deve essere controllata con continuità in quanto si possono presentare
    molteplici effetti collaterali




                                                                   PREVENZIONE
                                                      seguire una dieta alimentare povera di grassi saturi,
                                                           praticare una moderata attività sportiva,
                                                        abbandonare il fumo e adottare uno stile di vita
                                                                            regolare
Caratterizzato da una necrosi del muscolo cardiaco conseguente ad un’ occlusione improvvisa di
   un’arteria coronaria.

Nell’ infarto del miocardio viene meno l’irrorazione di una parte del cuore; le cellule del
   miocardio private di sangue e ossigeno muoiono, liberando enzimi che distruggono il
   tessuto circostante.


CAUSE
L’ostruzione dell’arteria coronaria è quasi sempre dovuta alla formazione di un trombo su una placca
    d’ateroma, costituita da depositi di colesterolo. Questa affezione insorge più spesso in pazienti che
    presentano fattori di rischio come:

   tabagismo,
   ipertensione arteriosa,
   livello di colesterolo superiore a 240 mg/dl,
   diabete,
   eccessive pressioni in campo professionale
Sintomatologia e diagnosi
L’infarto si manifesta con un violento dolore di tipo anginoso, più intenso e prolungato (da 30 minuti a
    molte ore)… In un arco di tempo variabile da 24 a 36 ore, fa la sua comparsa una febbre di media
    intensità, che diminuisce progressivamente.

Le forme di infarto silenti non danno luogo ad alcun segno clinico e vengono diagnosticate per caso, in
    occasione di un elettrocardiogramma.



Sono possibili due esami diagnostici:

 Dosaggio ematico degli enzimi cardiaci che mette in luce un aumento della creatinchinasi, enzima
   secreto dalle cellule del miocardio quando vanno incontro a distruzione;

 Elettrocardiogramma che rivela segni di sofferenza acuta del miocardio in concomitanza con
   l’arresto del flusso sanguigno in un’arteria coronaria.
Dipende soprattutto dall’estensione del danno:

 La morte improvvisa si verifica nelle prime ore che seguono la crisi, cosa che rende necessario il
   ricovero in ospedale più rapido possibile.


LA DEGENZA IN OSPEDALE PUO’ DURARE, A SECONDA DELLA GRAVITA’, DAI 5 AI 10 GIORNI,
    E LA RIPRESA DELLE ATTIVITA’, IN CASO D’ INFARTO COMPLICATO E’ POSSIBILE SOLO
                                     DOPO UN MESE.




Tuttavia, l’evoluzione dell’infarto del miocardio è generalmente favorevole (la mortalità non
   supera il 10% dei casi)!
NEL TRATTAMENTO DELL’INFARTO E’ FONDAMENTALE INTERVENIRE
        PRECOCEMENTE PERCHE’ L’ARTERIA DEVE ESSERE LIBERATA IL PRIMA
                          POSSIBILE (ENTRO 6 ORE)




Oltre all’angina pectoris e all’infarto ci sono altre importanti patologie cardiache:

 Disturbi del ritmo (aritmie)
 Scompenso cardiaco
L’insufficienza coronarica è una causa frequente dei disturbi del ritmo, per via dell’ossigenazione
    insufficiente del tessuto cardiaco.


TRATTAMENTO
È basato su farmaci antiaritmici che riducono l’eccitabilità del cuore, accelerando o rallentando la
   frequenza del ritmo.
È utilizzata anche la stimolazione cardiaca, temporanea o permanente (pacemaker). Per alcuni gravi
   disturbi è necessario utilizzare un defibrillatore cardiaco, il quale, dopo che è stata rilevata l’aritmia
   invia regolari e ritmici impulsi elettrici per impedire una sincope o peggio la morte immediata.
Tipi di aritmie..
Extrasistoli (contrazioni premature) in cui si presenta un’anomalia nella successione del
   battito cardiaco, con pause ed intermittenze non fisiologiche;

Tachicardie in cui è presente un aumento del numero dei battiti cardiaci, spesso in
   rapporto a forti emozioni, sforzi fisici, gravi forme di anemia o abuso di sostanze
   stimolanti.




Bradicardia in cui il numero dei battiti è inferiore a 65 pulsazioni al minuto.

Fibrillazione ventricolare, caratterizzata da contrazioni inefficaci.
Frequente in età superiore a 65 anni, esso si verifica quando la portata cardiaca non è in grado di
    corrispondere in maniera appropriata alle richieste dell’organismo.
Di solito lo scompenso deriva da una compromissione della funzionalità ventricolare sistolica o
    diastolica, determinata dall’ipertensione arteriosa o da coronaropatie.


Sintomi: respiro affannato e facile affaticabilità quando si compiono sforzi anche modesti.




* l’esame pressorio è svolto con lo SFIGMOMANOMETRO ed il soggetto, in una prima misurazione
   deve assumere posizione clinostatica, in una seconda misurazione una posizione ortostatica con
   il braccio perfettamente rilassato, appoggiato su un piano posto all’altezza del cuore.
In Italia le malattie cardiovascolari esprimono annualmente 44-46% della mortalità generale. Il sesso
    maschile è notevolmente più a rischio rispetto a quello femminile.




N.B! Negli ultimi anni le indagini epidemiologiche hanno evidenziato un crescente aumento
   delle cardiopatie ischemiche anche in soggetti più giovani (35-45 anni).
PREVENZIONE PRIMARIA
Controllo sistematico dello stato di salute associato ad una corretta educazione sanitaria comprendente
   adeguate norme alimentari e regolari regimi di vita:
• Attività fisica moderata
• Eliminazione del fumo e degli alcolici
• Diminuzione dell’ansia e dell’iperattività generale




PREVENZIONE SECONDARIA
Accertamento diagnostico precoce mediante ECG e una vasta serie di esami ematochimici.



PREVENZIONE TERZIARIA
Attuata già in presenza delle manifestazioni cliniche, consente di evitare ulteriori danni al miocardio,
   impedendo così l’aggravarsi del danno non più recuperabile.

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Cardiopatie ischemiche

  • 1. Carola Parlante A.S. 2011/2012 IV B econ. Dietist.
  • 2. Le cardiopatie ischemiche determinate da un ridotto apporto di sangue e di ossigeno al muscolo cardiaco, sono la più rilevante conseguenza dell’aterosclerosi delle arterie coronarie o delle loro ramificazioni. Clinicamente esse si manifestano con le differenti forme dell’angina pectoris, con l’infarto miocardico, miocardiosclerosi o occlusione coronarica. * Queste affezioni rientrano nella categoria delle malattie sociali con andamento solitamente cronico degenerativo.
  • 3. L’insorgenza delle cardiopatie ischemiche è in genere correlata a differenti fattori causali, esogeni ed endogeni, alcuni considerati non modificabili altri invece reversibili:  Età  Sesso NON MODIFICABILI  Familiarità  Ipertensione arteriosa  Alterazioni a carico del metabolismo lipidico (ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia)  Sedentarietà  Fumo di sigaretta
  • 4. Una predisposizione familiare alle cardiopatie ischemiche sembra essere collegata ad anomalie congenite del circolo coronarico e alla possibile ereditarietà di malattie come IPERTENSIONE e DIABETE. Il rischio ischemico infatti cresce proporzionalmente ai valori di pressione sanguigna e risulta addirittura quattro volte superiore negli individui ipertesi!! La deposizione di lipidi a livello della parete arteriosa e l’alterazione del tempo di coagulazione favoriscono la formazione di ateromi e di conseguenza la formazione di TROMBI INTRAVASALI.
  • 5. SINTOMI L’angina, è caratterizzata da un intenso e opprimente dolore precordiale e retrosternale con irradiazione al collo, alla mascella inferiore e alla parte interna del braccio sinistro. Possiamo riscontrare 3 tipi di angina:  Stabile cronica, caratterizzata da dolori poco frequenti che insorgono inseguito ad uno sforzo fisico particolare, determinando un aumentata richiesta irrorativa da parte del miocardio (angina da sforzo). In questi casi la placca di ateroma riduce in modo persistente il lume dell’arteria coronaria interessata.  Instabile, caratterizzata dalla rottura di una placca ateromatosa che causa l’ostruzione parziale o totale del lume arterioso. Questa forma di angina indica l’imminenza di un infarto cardiaco.  Spastica o di Prinzmetal, insorge a riposo, in genere di primo mattino. Essa è legata alla contrazione spasmodica di un’arteria coronaria senza che vi sia necessariamente un restringimento dell’arteria in condizioni normali.
  • 6. Durante la crisi dolorosa, l’ELETTROCARDIOGRAMMA appare alterato. Per diagnosticare eventuali lesioni alle arterie coronarie si ricorre a esami radiologici quali:  Prova da sforzo con cyclette o su pedana  Angiocardiografia  Ecocardiografia  Cateterismo cardiaco
  • 7. La terapia farmacologica deve essere controllata con continuità in quanto si possono presentare molteplici effetti collaterali PREVENZIONE seguire una dieta alimentare povera di grassi saturi, praticare una moderata attività sportiva, abbandonare il fumo e adottare uno stile di vita regolare
  • 8. Caratterizzato da una necrosi del muscolo cardiaco conseguente ad un’ occlusione improvvisa di un’arteria coronaria. Nell’ infarto del miocardio viene meno l’irrorazione di una parte del cuore; le cellule del miocardio private di sangue e ossigeno muoiono, liberando enzimi che distruggono il tessuto circostante. CAUSE L’ostruzione dell’arteria coronaria è quasi sempre dovuta alla formazione di un trombo su una placca d’ateroma, costituita da depositi di colesterolo. Questa affezione insorge più spesso in pazienti che presentano fattori di rischio come:  tabagismo,  ipertensione arteriosa,  livello di colesterolo superiore a 240 mg/dl,  diabete,  eccessive pressioni in campo professionale
  • 9. Sintomatologia e diagnosi L’infarto si manifesta con un violento dolore di tipo anginoso, più intenso e prolungato (da 30 minuti a molte ore)… In un arco di tempo variabile da 24 a 36 ore, fa la sua comparsa una febbre di media intensità, che diminuisce progressivamente. Le forme di infarto silenti non danno luogo ad alcun segno clinico e vengono diagnosticate per caso, in occasione di un elettrocardiogramma. Sono possibili due esami diagnostici:  Dosaggio ematico degli enzimi cardiaci che mette in luce un aumento della creatinchinasi, enzima secreto dalle cellule del miocardio quando vanno incontro a distruzione;  Elettrocardiogramma che rivela segni di sofferenza acuta del miocardio in concomitanza con l’arresto del flusso sanguigno in un’arteria coronaria.
  • 10. Dipende soprattutto dall’estensione del danno:  La morte improvvisa si verifica nelle prime ore che seguono la crisi, cosa che rende necessario il ricovero in ospedale più rapido possibile. LA DEGENZA IN OSPEDALE PUO’ DURARE, A SECONDA DELLA GRAVITA’, DAI 5 AI 10 GIORNI, E LA RIPRESA DELLE ATTIVITA’, IN CASO D’ INFARTO COMPLICATO E’ POSSIBILE SOLO DOPO UN MESE. Tuttavia, l’evoluzione dell’infarto del miocardio è generalmente favorevole (la mortalità non supera il 10% dei casi)!
  • 11. NEL TRATTAMENTO DELL’INFARTO E’ FONDAMENTALE INTERVENIRE PRECOCEMENTE PERCHE’ L’ARTERIA DEVE ESSERE LIBERATA IL PRIMA POSSIBILE (ENTRO 6 ORE) Oltre all’angina pectoris e all’infarto ci sono altre importanti patologie cardiache:  Disturbi del ritmo (aritmie)  Scompenso cardiaco
  • 12. L’insufficienza coronarica è una causa frequente dei disturbi del ritmo, per via dell’ossigenazione insufficiente del tessuto cardiaco. TRATTAMENTO È basato su farmaci antiaritmici che riducono l’eccitabilità del cuore, accelerando o rallentando la frequenza del ritmo. È utilizzata anche la stimolazione cardiaca, temporanea o permanente (pacemaker). Per alcuni gravi disturbi è necessario utilizzare un defibrillatore cardiaco, il quale, dopo che è stata rilevata l’aritmia invia regolari e ritmici impulsi elettrici per impedire una sincope o peggio la morte immediata.
  • 13. Tipi di aritmie.. Extrasistoli (contrazioni premature) in cui si presenta un’anomalia nella successione del battito cardiaco, con pause ed intermittenze non fisiologiche; Tachicardie in cui è presente un aumento del numero dei battiti cardiaci, spesso in rapporto a forti emozioni, sforzi fisici, gravi forme di anemia o abuso di sostanze stimolanti. Bradicardia in cui il numero dei battiti è inferiore a 65 pulsazioni al minuto. Fibrillazione ventricolare, caratterizzata da contrazioni inefficaci.
  • 14. Frequente in età superiore a 65 anni, esso si verifica quando la portata cardiaca non è in grado di corrispondere in maniera appropriata alle richieste dell’organismo. Di solito lo scompenso deriva da una compromissione della funzionalità ventricolare sistolica o diastolica, determinata dall’ipertensione arteriosa o da coronaropatie. Sintomi: respiro affannato e facile affaticabilità quando si compiono sforzi anche modesti. * l’esame pressorio è svolto con lo SFIGMOMANOMETRO ed il soggetto, in una prima misurazione deve assumere posizione clinostatica, in una seconda misurazione una posizione ortostatica con il braccio perfettamente rilassato, appoggiato su un piano posto all’altezza del cuore.
  • 15. In Italia le malattie cardiovascolari esprimono annualmente 44-46% della mortalità generale. Il sesso maschile è notevolmente più a rischio rispetto a quello femminile. N.B! Negli ultimi anni le indagini epidemiologiche hanno evidenziato un crescente aumento delle cardiopatie ischemiche anche in soggetti più giovani (35-45 anni).
  • 16. PREVENZIONE PRIMARIA Controllo sistematico dello stato di salute associato ad una corretta educazione sanitaria comprendente adeguate norme alimentari e regolari regimi di vita: • Attività fisica moderata • Eliminazione del fumo e degli alcolici • Diminuzione dell’ansia e dell’iperattività generale PREVENZIONE SECONDARIA Accertamento diagnostico precoce mediante ECG e una vasta serie di esami ematochimici. PREVENZIONE TERZIARIA Attuata già in presenza delle manifestazioni cliniche, consente di evitare ulteriori danni al miocardio, impedendo così l’aggravarsi del danno non più recuperabile.