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© Studi Cognitivi
La LIBET, i pazienti, gli allievi
Sandra Sassaroli
Riccione, 11 Maggio 2019
© Studi Cognitivi
Sandra Sassaroli
La Libet un modello integrativo
cognitivo comportamentale di
concettualizzazione del
funzionamento sano e patologico
© Studi Cognitivi
Sinossi
Alcuni limiti della cbt e la logica LIBET
La LIBET evolutiva
Temi e piani
La LIBET nello Sviluppo Personale dei nostri allievi
Qualche prima osservazione
Prospettive applicative della LIBET per gli allievi
3
© Studi Cognitivi
La cbt: alcuni limiti
La cbt ha dimostrato dei limiti nel delineare le modalità di funzionamento
personologico che operano per definizione anche in condizioni di bassa
minaccia e con modalità pervasive ed estese a diverse aree di vita e quindi in
qualche modo indipendenti da situazioni attivanti.
La concettualizzazione cbt è prevalentemente reattiva a un momento di
crisi o di difficoltà e errata lettura della realtà esterna.
I pensieri rispondono a una situazione di difficoltà
le persone reagiscono gestendo in acuto una difficoltà emergente
4
© Studi Cognitivi
1. Questo dato della cbt ha creato una certa difficoltà a concettualizzare
stili comportamentali o cognitivi tipici dei disturbi di personalità (o di
modalità comportamentali di lungo corso relativamente contesto
indipendenti)
2. e a spiegare l’interazione tra un livello di vulnerabilità personologica e un
cambiamento che determina l’esordio di un sintomo
5
© Studi Cognitivi
Questo ha portato a guardare altrove per potere spiegare e intervenire su
questo genere di disturbi, fino al punto di mettere in discussione la tenuta
della cbt
Lo sguardo si è spesso rivolto alle interpretazioni strutturaliste
Un sé danneggiato prevalentemente da traumi
E sostanzialmente costante nel tempo
Che chiede di essere ricompensato
6
© Studi Cognitivi
Ma rimangono spiegate in modo approssimativo le relazioni tra le emozioni
nel loro mutare e le strutture del sé
Ad esempio quando un self-belief emerge nella coscienza, gli individui
possono reagire in modo differente con esiti differenti, posso pensare di
non valere senza essere depresso.
7
© Studi Cognitivi
Cosa ci dà la LIBET per affrontare i punti deboli della cbt
Premesse:
(1) il 50% dei pazienti con disturbi sintomatici ha tratti di vulnerabilità
significativi nell’area della personalità,
(2) molti disturbi sintomatici hanno un andamento fluttuante nel tempo,
con esordi e remissioni in condizioni di stress o spostamenti di esordio su
altri sintomi acuti.
Questo significa che la maggior parte dei pazienti mostra un quadro con
ansia e/o depressione e una vulnerabilità in diversi tratti di personalità (o
diversamente: a un funzionamento disadattivo ma costante nel tempo) .
8
© Studi Cognitivi
LIBET permette di concettualizzare in modo completo il funzionamento in
condizioni di sicurezza e cioè gli stili di vulnerabilità a livello di personalità.
Cosi come l’interazione tra diversi stati psicopatologici dello stesso
paziente in diversi momenti del tempo
Riuscendo a giustificare l’interazione tra un livello di personalità
(funzionamento a bassa minaccia) e un livello sintomatico acuto
(funzionamento in condizioni di stress o alta minaccia).
9
© Studi Cognitivi
Questo permette di muoversi nel corso di tutta la terapia con una
concettualizzazione flessibile ma costante e fondamentalmente
transdiagnostica.
Una visione della psicopatologia strutturalista (TCS) implica una
concettualizzazione differente per ogni sintomo.
LIBET permette una concettualizzazione dell’interazione tra diversi tipi e
diversi livelli (ego sintonia e ego distonia) di sintomi.
10
© Studi Cognitivi
LIBET identifica una quantità limitata di variabili, che hanno una natura
transdiagnostica e che identificano il target dell’intervento terapeutico
indipendentemente dal contenuto e dallo stadio del sintomo.
Questo favorisce la comprensione di pazienti con patologie complesse,
con livelli acuti e di personalità, con comorbilità, con fluttuazione o
spostamento di sintomi,
una comprensione economica che ci aiuta nel corso della terapia senza
bisogno di modificarne la concettualizzazione e l’impianto.
11
© Studi Cognitivi
Qual è la differenza tra temi e core belief?
Quale è la differenza tra temi e core belief?
il TEMA non è una convinzione strutturale con solo una componente
cognitiva.
Il TEMA è una sensibilità che può essere attivata anche a livello bottom-up e
appresa/condizionata evolutivamente in una condizione di frustrazione di
bisogni. E’ un esperienza con una componente cognitiva, fatta di pensieri
automatici su di sé (autovalutativi) e sensazioni corporee (assenti nel
costrutto di self-belief).
Sono i bisogni a essere strutturali in quanto necessari alla sopravvivenza
dell’organismo, tutto il resto è adattamento.
12
© Studi Cognitivi
Quale è la differenza tra piani e coping strategies?
Coping strategy è uno sforzo conscio di risolvere un problema personale o
interpersonale che genera stress.
Quindi ha una natura episodica, consapevole e reattiva a condizioni di
stress.
I PIANI sono strategie abituali per mantenere condizioni di sicurezza e
prevenire minacce alle vulnerabilità apprese.
13
© Studi Cognitivi
I piani
(1) generalizzati e pervasivi, quindi indipendenti dalle circostanze,
(2) hanno avuto un ruolo adattivo perlomeno nella fase della vita in cui
sono stati appresi e si sono instaurati. (Apprendimento attraverso processi
di rinforzamento vicario o diretto),
(3) scarsa consapevolezza su volontarietà e scelta con aspetti di ego
sintonia che li rendono focali nell’area patologica della personalità,
(4) hanno uno scopo preventivo, attivi anche in condizioni di bassa minaccia
e indipendentemente dalle esigenze delle circostanze.
14
© Studi Cognitivi
Ogni piano è un evitamento e un controllo
Cambia il funzionamento dell’attenzione con cui si evita il contatto con il
tema.
Prudenziale: mi fisso su stimoli minacciosi e mi tengo lontano (necessario)
Prescrittivo: mi fisso su stimoli minacciosi e mi sforzi di prevenirne l’occorrenza
(necessario)
Immunizzante: mi fisso su stimoli di sicurezza e agisco per modulare il mio stato
interno (utile)
15
© Studi Cognitivi
LIBET: i punti forti
L’utilità iniziale dei piani per essere lontani da minacce dell’attaccamento
L’obbligatoria contradditorietà tra bisogni e di conseguenza l’ineluttabilità
del confronto con la paura e con il dolore
Il sintomo come rottura di un piano semi adattivo
16
© Studi Cognitivi
La LIBET
La LIBET ci aiuta a formulare ipotesi sul funzionamento dei nostri pazienti,
condividere queste con loro, e utilizzare questa condivisione nella
progettazione e gestione della terapia
Questa è sia una tradizione del cognitivismo italiano,(Lorenzini, Sassaroli,
1987, 1995) che una eredità del comportamentismo internazionale (Meyer
1987)
Le tecniche vengono poi applicate dentro questo quadro di comprensione
condivisa
© Studi Cognitivi
La Libet e la Ricerca
La LIBET rappresenta uno dei nostri principali progetti di
ricerca:
Costruire una formulazione del caso clinico empiricamente
fondata
© Studi Cognitivi
Caratteristiche della LIBET
Variabili di contenuto:
3 Temi (sensibilità emotive cronicizzate in rimuginii su credenze sul sé)
Minaccia, disamore e indegnità
Variabili di processo:
Quanto questi temi dolorosi ci danno dolore e ci condizionano?
© Studi Cognitivi
Analisi confermative – Analisi corrispondenze
temi
© Studi Cognitivi
3 Piani (comportamenti disfunzionali di sicurezza cronicizzati)
Variabili di contenuto
Prudenziale, prescrittivo e immunizzante
Variabili di processo:
Quanto riteniamo questi piani utili o incontrollabili?
© Studi Cognitivi
Analisi confermative –Analisi corrispondenze
piani
© Studi Cognitivi
Come si usa la LIBET?
1. Definizione e selezione degli obiettivi e delle strategie e
tecniche di intervento
3. Resoconto del lavoro clinico seduta per seduta rispetto
agli obiettivi
2. Monitoraggio dell’andamento della terapia
© Studi Cognitivi
Sintesi modello libet
Processi di
apprendimento
Esordio sintomatico e cicli di
mantenimento
Piani semiadattivi
(strategie volontarie)
Tema doloroso
(reazione automatica)
Processi di
invalidazione
Processi di
metacontrollo
Personalità
Esordio
sintomatico
© Studi Cognitivi
Il piano prescrittivo
Troviamo particolarmente sviluppato questo piano in persone cresciute in
ambienti criticisti, con genitori rimproveratori, duri, esigenti.
e’ caratterizzato dall’impegno costante a non sbagliare nulla, a controllare
tutto sia nelle prestazioni (il più bravo della classe, sempre) che nei
rapporti (controllo continuo delle reazioni dell’altro, della sua distanza, ecc)
esempi clinici: anoressia restrittiva, disturbi ossessivi di personalità.
L’emozione dominante è l’ansia e il piano viene di solito riportato come
obbligatorio, necessario, spesso i pazienti quando chiedono una terapia
considerano il piano inutile o addirittura fastidioso o nocivo (ma non posso
farne a meno)
© Studi Cognitivi
Un esempio clinico
Una paziente, di 67 anni, professore Universitario a
medicina, viene mandata per una ennesima terapia perché:
sto male, sono triste, ansiosa, non mi diverto a vivere, vedo
sempre tutto negativo
ogni volta che sbaglio qualcosa mi torturo
© Studi Cognitivi
Un esempio clinico
La paziente ha fatto nell’arco della sua vita, due lunghe
terapie psicanalitiche, che le hanno dato un certo
giovamento.
Il lavoro psicodinamico ha avuto il suo focus nell’affrontare
la sensazione di solitudine e di abbandono provata quando
era una bambina, figlia di uno dei grandi medici italiani,
sempre abbandonata a baby sitter e estranei.
Sua madre era una donna triste, critica, sempre pessimista
e fuori casa
© Studi Cognitivi
Un esempio clinico
Dopo la morte del primo marito (con una figlia già
adolescente), ha sposato un secondo marito con il quale
ancora vive. E’ nata una seconda figlia che attualmente ha
28 anni.
La sua vita è stata piena di successi e amicizie. Lei ha
sempre guardato agli aspetti negativi della vita e dei
rapporti.
© Studi Cognitivi
Un esempio clinico
Nonostante una vita ricca, una marito estroverso e
accentratore, molti interessi e amicizie, si definisce :
insoddisfatta, autocritica, infelice, “sono sempre piena di
pensieri tristi”, “vedo tutto nero” “nulla mi dà soddisfazione”
“ho sempre la sensazione che nulla valga”
© Studi Cognitivi
Un esempio clinico
Alla concettualizzazione LIBET e alla testistica, emerge un tema di
disamore e un piano prescrittivo di rimuginio, ruminazione depressiva (con
credenze di perfezionismo, controllo ecc)
La restituzione: in un caso come questo, che fare?
Intervento cbt sul perfezionismo e sul controllo
Intervento MCT sulla ruminazione e sul rimuginio
© Studi Cognitivi
Il piano prudenziale
Nel piano prudenziale viene dato rilievo a comportamenti di
sicurezza, di evitamento del nuovo, di autoprotezione, alla
riduzione dell’esplorazione vista come minacciosa
Esempio clinico: disturbi evitanti di personalità, agorafobia.
Anche per il piano prudenziale l’emozione dominante è l’ansia e
viene riportato come necessario (non posso non evitare) anche
se non più utile
© Studi Cognitivi
Il piano prudenziale (o dell’evitamento): un caso clinico
Il paziente è un uomo di 50 anni che ha avuto una
vita solitaria, ha sempre vissuto con sua madre, con
poche relazioni affettive che non hanno mai portato
a convivenze.
La madre, una donna egocentrica, forte e
accentratrice, iperprotettiva con lui
© Studi Cognitivi
Un caso clinico
Nella sua vita professionale ha molto lavorato per riuscire a sollevarsi da
uno stato di impiegato centralinista a capufficio. Questi continui sforzi
hanno preso molta parte della sua attenzione e della sua vita.
Ha sempre avuto pochissimi amici. Il suo hobby era andare a pesca lungo
il fiume.
Ha sempre vissuto con sua madre, avendo pochissimi rapporti con
ragazze o amici
La morte della madre, che avviene improvvisa, cambia tutto.
© Studi Cognitivi
Un caso clinico
Un tema di inadeguatezza fragilità che ha tenuto sotto
controllo con comportamenti di dipendenza dalla madre
(prescrittivo) e di evitamento delle occasioni sociali per le
quali si sentiva inadeguato.
La perdita della madre lo lascia senza più rifugio e in una
situazione di isolamento esistenziale molto depressiva.
© Studi Cognitivi
Un caso clinico
Lentamente si immerge in una solitudine sempre più cupa, smette di avere
relazioni, vede sempre meno persone in ufficio.
Infine si mette a letto. Il suo caso diventa un caso che suscita l’attenzione
della ASL per la richiesta di aiuto del portiere del palazzo in cui abita.
Intervento clinico:
psicofarmacologico e di riabilitazione cognitiva e comportamentale
all’esplorazione e a comportamenti di uscire di casa.
Il paziente oggi è in comunità e sta bene
© Studi Cognitivi
Piano immunizzante
Nel piano immunizzante il soggetto gestisce i temi dolorosi
cercando esperienze e stati emotivi intensi, a volte
anestetizzanti e travolgenti che ipercompensino per
contrasto positivo gli stati depressivi, ansiosi e rimuginativi
tipici dei temi dolorosi, quasi tentando di espellerli dallo
spazio attentivo.
Per i pazienti che usano anestesia e immunizzazione questo
piano più che necessario è considerato utile
© Studi Cognitivi
Piano immunizzante come compenso
Riassumendo, quando l’individuo utilizza questo piano cerca di escludere
dalla coscienza ogni minaccia relativa al tema doloroso attraverso
un’azione diretta sul suo stato interno:
1. fomentando con pensieri o azioni stati emotivi intensi di rabbia e
tensione interpersonale (Angus, Kemkes, Schutter, Harmon-Jones, 2015)
2. riducendo il livello di consapevolezza come ad es. sostanze eccitanti o
sedativi come alcool (Spada, Caselli e Wells, 2012)
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Un caso clinico di piano immunizzante
Un paziente viene a trovarmi con la richiesta di smettere di bere. Ha 50
anni e un figlio di 12 anni con una compagna dalla quale si è separato da
molti anni. Di professione professore di liceo.
Recentemente un esordio depressivo dopo avere avuto comportamenti di
insistenza ossessiva (stalking) con una donna che lo lascia, dicendogli che
è noioso e che beve troppo.
Ansia e rimuginio non lo fanno dormire e gli impediscono di lavorare.
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domanda clinica
La domanda clinica è esclusivamente sull’alcol, il paziente
beve circa 3 litri di vino al giorno, più qualche cocktail, più
qualche superalcolico, sia in situazioni sociali sia da solo.
Spesso viene riportato a casa da qualcuno che si rende
conto che non è in grado di andare a casa da solo
La sua tendenza a bere troppo risale al liceo
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Un caso clinico di piano immunizzante
Alla testistica emerge sia un piano prescrittivo (e un disturbo ossessivo
compulsivo di personalità) che un piano immunizzante (rabbia, alcol,
comportamenti impulsivi, e un disturbo borderline di personalità)
Anche lui ha già fatto una terapia di buon successo per elaborare una
infanzia complessa e dolorosa (un padre cocainomane assente e quando
presente, molto aggressivo, e una madre che quando lui ha 10 anni, si
stanca di accudirlo, lo lascia a vivere a Roma e va a vivere in Malesia con
una amica)
© Studi Cognitivi
Un caso clinico di piano immunizzante
Uno stato depressivo
Una tendenza a ruminare ossessivamente
Un problema di alcol
Comportamenti rabbiosi e narcisistici
DSM: Disturbo Borderline di personalità, disturbo ossessivo compulsivo di
personalità, depressione moderata e disturbo d’ansia generalizzata
Alla LIBET emerge un tema di minaccia (le scene del padre fuori controllo
che quando lui era bambino, lo terrorizzavano, per la sua incolumità e per
quella di sua madre)
© Studi Cognitivi
Un caso clinico di piano immunizzante
Un piano prescrittivo e un piano immunizzante.
Il paziente NON vuole assolutamente parlare di storia
affettiva e di attaccamento perché” lo ho già fatto” nelle
precedenti terapie.
© Studi Cognitivi
L’intervento psicoterapeutico
La prima cosa che abbiamo costruito con il paziente è la condivisione del
suo funzionamento messo a punto con testistica generale e LIBET.
Poi un protocollo cbt per il disturbo d’ansia generalizzata (di cui il paziente
aveva poca consapevolezza)
Abbiamo poi affrontato il suo alcolismo con un intervento metacognitivo
(Caselli et al. 2017).
L’alcol era legato oltre che all’uscita dall’ansia e al desiderio di piacere
nelle situazioni sociali, alla sua difficoltà a gestire emozioni, e alla sua
impulsività così in questa fase abbiamo condotto una co-terapia in gruppo
utilizzando il modello cognitivo dialettico di Marsha Linehan.
© Studi Cognitivi
il progetto psicoterapeutico
Il punto fondamentale oltre agli interventi MCT è stato
trovare comportamenti alternativi nelle situazioni di ansia o
stress
E’ stato complessa convincerlo che l’utilità del piano poteva
essere messa in discussione.
Che lo condizionava troppo e che l’utilità del bere per essere
amato e piacere agli altri, gli impediva di metterlo in
discussione
© Studi Cognitivi
L’intervento psicoterapeutico
Il paziente ha ridotto drasticamente il bere (che era definito come:” non
solo antiansia, non solo antitristezza, bevo per piacere di più, per essere il
più brillante, bello, amato”)
Dopo un buon successo sul suo alcolismo, ha chiesto di essere aiutato a
togliersi i pensieri ossessivi che lo invadevano e che non gli permettevano
di funzionare, spesso portandolo a compulsioni (300 messaggi alla sua ex
ragazza in un pomeriggio).
© Studi Cognitivi
L’intervento clinico
La terapia è stata condotta condividendo ininterrottamente
con il paziente il suo funzionamento secondo il modello dei
temi e dei piani.
la durata della terapia è stata di due anni.
Rimane una persona fragile, che soffre perché ha sogni
grandiosi di successo e intelligenza che non riesce mai a
raggiungere.
© Studi Cognitivi
In sintesi
L’intervento LIBET ci aiuta a scegliere il progetto clinico
ci aiuta a costruire un contratto con il paziente
a scegliere quali tra le tante tecniche e strategie utili siano quelle giuste per
quel determinato paziente
a monitorare l’andamento della terapia passo passo
Una guida all’intervento sapiente e non ideologico
© Studi Cognitivi
I colloquio di Sviluppo personale con gli allievi del 2 anno
Sono nati in un momento in cui si intravedeva la necessità di una parte di
formazione individuale volta a approfondire con un esperto il proprio
funzionamento in seduta secondo la formulazione LIBET
Verificare il benessere degli allievi nei gruppi formativi e con i formatori
Aumentare la consapevolezza del proprio funzionamento
individuare aree di vulnerabilità o risorsuali da sviluppare o limitare nel
corso della formazione
Analizzare se sia possibile costruire ipotesi basandosi su LIBET in un
tempo limitato come un incontro
48
© Studi Cognitivi
La storia delle single session
Esiste una lunga storia di ricerca sulle terapie a sessione singola (Talmon
et al 1990, Hansen e Lambert 2002)
Queste ricerche constatano che 1 paziente su 5 lascia prematuramente il
trattamento, (Swift et al. 2012)
Questo ha portato a grandi sforzi per migliorare le prestazioni che si
possono dare in una seduta o in un piccolo numero di sedute.
Un incontro singolo con uno studente dedicato alla condivisone del suo
funzionamento può essere un ottimo terreno sperimentale per indagare
cambiamenti possibili
49
© Studi Cognitivi
Lo sviluppo personale:
Un colloquio individuale anche se breve permette un incontro dalle
prospettive inedite, senza osservatori e libero da schemi, dove ci si può
aprire e si possono condividere pensieri e opinioni in libertà nel contesto
protetto da chi lo conduce
Dopo questi primi anni costruiremo una griglia di valutazione misurabile e
utile per la formazione
I colloqui individuali
Pag. 50
© Studi Cognitivi
Stare con il paziente: ascolto ed empatia
Spesso nell’incontro con i pazienti si è data molta enfasi agli aspetti
empatici, o di capacità di vicinanza e ascolto ma occorre anche
La capacità di confrontarsi con il paziente senza dimenticare il momento
"tragico" della terapia: quando occorre negoziare obiettivi
Questi momenti sono essenziali con pazienti diffidenti, o narcisisti o con
rabbia e aggressività
Ad esempio confrontarsi con un paziente che chiede di «annoiarsi di meno»
dopo problemi fisici invalidanti e porre come obiettivo l’accettazione dei
sentimenti di noia, utilizzandola come terreno per sviluppare una nuova forma
di creatività
51
© Studi Cognitivi
Se e come delle competenze
Per potere avere questa libertà di azione (ascolto, empatia,
confronto) i clinici devono avere la curiosità di
comprendere il proprio funzionamento e la forza di
metterlo in discussione nei suoi aspetti disfunzionali
aprendosi a mutamenti personali che spesso prima della
formazione non erano previsti
52
© Studi Cognitivi
Procedura
53
I didatti mi segnalano
suggerimenti e
osservazioni utili al
colloquio
il colloquio ha un
andamento lasso e non
inquisitivo (tra colleghi,
non clinico)
Emergono piani e temi
durante il colloquio o
vengono raccontati
dall’allievo
Un feedback orale e
scritto costruito insieme
al giovane collega e un
homework quando utile
Scrivo osservazioni che
l’allievo legge e fotografa
Invio osservazioni ai
didatti nella forma di un
contributo alla
conoscenza dell’allievo
La procedura
© Studi Cognitivi
Storie difficili
A volte vengono riportate storie difficili, storie di cui il giovane psicologo
sta acquisendo consapevolezze o consolidando intuizioni sulla propria
storia evolutiva, spesso dolorosamente
“ho maggiore consapevolezza di quanto mia madre sia stata sempre critica e
poco affettuosa con noi figli”
«Mi rendo conto ora che mio padre era una persona infelice e spesso violenta
con mia madre»
«Non ho mai avuto l’affetto di cui avevo bisogno, tutti eravamo spinti a essere
sostanzialmente bravi a scuola e basta»
54
© Studi Cognitivi
Temi e sensibilità dolorose
Emergono temi dolorosi di cui eravamo scarsamente consapevoli?
“temo di non essere capace, di non valere abbastanza, di non riuscire a fare questo
lavoro”
Mi chiedo se sono adatto a questo lavoro, mi sento spesso una nullità, inadeguata,
fragile”
“ma con questa mia storia drammatica, questo senso costante di minaccia, come faccio
a curare gli altri?”
“ mi sono sentito sempre solo”
55
© Studi Cognitivi
Piani
“tendo a rimuginarci su, a evitare, a non espormi in classe o in generale”
“Mi rendo conto che durante le sedute spesso mi concentro sul compito e non sul
paziente, poi me ne accorgo , e cerco di spostare l’attenzione sul paziente, ma a quel
punto mi sento terribilmente in colpa”
”tendo ad essere accondiscendente con i pazienti, ho paura che mi abbandonino, che mi
giudichino male”
”mi metto a tappetino, per evitare confronti”
56
© Studi Cognitivi
Attenzioni
Come e quanto le sensibilità dolorose e i piani impattano sul lavoro di
psicoterapia.
Questo circoscrive un’area in modo preciso, tranquillizza l’allievo e gli
consente di allargare ad altre aree della sua vita in modo indipendente e
con i tempi propri.
« Quando sono in seduta sono costantemente preoccupata di sbagliare, mi preparo
moltissimo e a volte faccio addirittura fatica ad ascoltare il paziente, ma an che con gli
amici invece di stare con gli altri, spesso me ne vado con la testa e penso a cosa dire di
giusto»
57
© Studi Cognitivi
Tecnica
Adotto un atteggiamento aperto ma anche confrontativo se insieme al
giovane collega troviamo argomenti stimolanti da approfondire
Richiamo a volte il contesto evolutivo di apprendimento della sensibilità
dolorosa
Puntiamo insieme sui costi dei piani nel lavoro clinico soprattutto, messi in
atto per controllare la propria sensibilità
Indichiamo possibili esperimenti da fare per esplorare nuove strade
58
© Studi Cognitivi
Esempio
Un allievo che controlla troppo in seduta, che è teso, rimugina, rumina, fa
fatica a stare dietro al paziente e ai suoi tempi, che poi si autodenigra per
questo con visioni catastrofiche del proprio futuro
Non lo considera utile, ma non sa come muoversi altrimenti
Esercizi comportamentali
Compiti paradossali: «la prossima seduta non deve fare altro che
ascoltare»
Strategie di spostamento attenzione
Esporsi a errori volutamente…
59
© Studi Cognitivi
Alcune osservazioni
Abbiamo alcuni temi dominanti e più frequenti
Molte allieve sono state spinte (ai limiti della critica) verso prestazioni e
bravura eccellenti, queste ragazze accennano a storie di solitudine
(la vicinanza molto legata al dovere essere brave)
Il criticismo subìto porta spesso un senso malinconico della propria
impossibilità a funzionare in modo da rendere soddisfatti gli altri del
proprio lavoro
60
© Studi Cognitivi
Alcune osservazioni
Si sentono molto condizionati da questa difficoltà a aderire alle richieste
eccessive e schematiche dei genitori
è più accessibile la coscienza quanto siamo condizionati che il dolore di
queste critiche subite e della propria sensibilità
Questi allievi sono in lotta perenne con se stessi
Questo condizionamento alla minaccia di deludere spesso si sposta sul
timore di deludere I pazienti
Il tema di indegnità e fallimento è molto condizionante e fa male
61
© Studi Cognitivi
Il piano prescrittivo
Il piano dominante è il prescrittivo, si rimugina, si cerca di non sbagliare, si
passano le sedute a controllare di fare bene.
A volte, ma molto più raramente, si tende a non esporsi.
Questi ragazzi vivono la terapia (e la vita) come una dura prova di
resistenza alle voci interne e esterne di critica
In seduta spesso soffrono e non si divertono e questo diventa anche un
compito paradossale che spesso tendo a dare:
Le prossime sedute, non prepariamoci, buttiamoci e proviamo a goderci la
seduta (ascoltando il paziente e non lasciandolo da solo)
62
© Studi Cognitivi
Primi dati di esito
A. E' stata un'esperienza formativa
B. Vorrei poter affrontare ancora
individualmente i temi trattati durante l'incontro
di sviluppo personale
C. Da quel momento sono più attento ai miei
"piani" e a come possono condizionarmi
D. L'incontro di sviluppo personale mi ha
aiutato a sentirmi più a mio agio in classe
E. Un'ora è un tempo limitato ma sufficiente
per avviare un piano di sviluppo personale
63
© Studi Cognitivi
In sintesi
Una avventura esistenziale faticosa a volte per l’allievo a volte per me, con
qualche incontro commovente o fulminante o frustrante
Un fare il punto a metà del percorso insieme a chi frequenta la scuola e ha
voglia di mettersi in gioco con me
Rispettare se qualcuno non ha voglia di mettersi in gioco (segnalarlo ai
didatti)
Qualche incontro difficile con persone che hanno visto il colloquio come un
controllo non desiderato, anche questo è stato rispettato e segnalato ai
didatti come qualcosa da comprendere meglio
64
© Studi Cognitivi
In sintesi
Accade anche di riflettere sul tipo di lavoro che si vuole fare dopo la Scuola
e accade in queste chiacchierate di orientarsi verso orizzonti che non si
contemplavano.
Tutti pensano di fare i clinici, molti nel mondo privato.
Ma non è affatto detto che questa sia la strada migliore per tutti voi.
65
© Studi Cognitivi
In sintesi
Ci saranno psicoterapeuti che volgeranno il loro sguardo alla assistenza
degli anziani, al sociale, alle scuole, mantenendo carriere di ricerca, o di
passione per diagnosi.
E’ importante che si usi la consapevolezze del nostro funzionamento come
una utile bussola per scegliere le nostre carriere senza portare con se
giudizi negativi e aspettative inadatte a orientarci veramente.
Consapevolezza e rispetto per il nostro funzionamento e per la nostra
persona
66
© Studi Cognitivi
I futuro
Stiamo verificando in questi anni l’efficacia, la soddisfazione degli allievi, il
senso e le prospettive che questo nuovo modulo dà alla scuola.
I benefici vanno valutati con attenzione così come eventuali problemi che
andranno ad emergere
Se vi saranno risposte positive sarà importante comprendere come
portare avanti questo modulo con i Responsabili di Sede, o con didatti con
particolare passione per questo tipo di incontri brevi e individuali.
67

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Lezione Magistrale - Dott.ssa Sandra Sassaroli LIBET nello sviluppo personale degli allievi

  • 1. © Studi Cognitivi La LIBET, i pazienti, gli allievi Sandra Sassaroli Riccione, 11 Maggio 2019
  • 2. © Studi Cognitivi Sandra Sassaroli La Libet un modello integrativo cognitivo comportamentale di concettualizzazione del funzionamento sano e patologico
  • 3. © Studi Cognitivi Sinossi Alcuni limiti della cbt e la logica LIBET La LIBET evolutiva Temi e piani La LIBET nello Sviluppo Personale dei nostri allievi Qualche prima osservazione Prospettive applicative della LIBET per gli allievi 3
  • 4. © Studi Cognitivi La cbt: alcuni limiti La cbt ha dimostrato dei limiti nel delineare le modalità di funzionamento personologico che operano per definizione anche in condizioni di bassa minaccia e con modalità pervasive ed estese a diverse aree di vita e quindi in qualche modo indipendenti da situazioni attivanti. La concettualizzazione cbt è prevalentemente reattiva a un momento di crisi o di difficoltà e errata lettura della realtà esterna. I pensieri rispondono a una situazione di difficoltà le persone reagiscono gestendo in acuto una difficoltà emergente 4
  • 5. © Studi Cognitivi 1. Questo dato della cbt ha creato una certa difficoltà a concettualizzare stili comportamentali o cognitivi tipici dei disturbi di personalità (o di modalità comportamentali di lungo corso relativamente contesto indipendenti) 2. e a spiegare l’interazione tra un livello di vulnerabilità personologica e un cambiamento che determina l’esordio di un sintomo 5
  • 6. © Studi Cognitivi Questo ha portato a guardare altrove per potere spiegare e intervenire su questo genere di disturbi, fino al punto di mettere in discussione la tenuta della cbt Lo sguardo si è spesso rivolto alle interpretazioni strutturaliste Un sé danneggiato prevalentemente da traumi E sostanzialmente costante nel tempo Che chiede di essere ricompensato 6
  • 7. © Studi Cognitivi Ma rimangono spiegate in modo approssimativo le relazioni tra le emozioni nel loro mutare e le strutture del sé Ad esempio quando un self-belief emerge nella coscienza, gli individui possono reagire in modo differente con esiti differenti, posso pensare di non valere senza essere depresso. 7
  • 8. © Studi Cognitivi Cosa ci dà la LIBET per affrontare i punti deboli della cbt Premesse: (1) il 50% dei pazienti con disturbi sintomatici ha tratti di vulnerabilità significativi nell’area della personalità, (2) molti disturbi sintomatici hanno un andamento fluttuante nel tempo, con esordi e remissioni in condizioni di stress o spostamenti di esordio su altri sintomi acuti. Questo significa che la maggior parte dei pazienti mostra un quadro con ansia e/o depressione e una vulnerabilità in diversi tratti di personalità (o diversamente: a un funzionamento disadattivo ma costante nel tempo) . 8
  • 9. © Studi Cognitivi LIBET permette di concettualizzare in modo completo il funzionamento in condizioni di sicurezza e cioè gli stili di vulnerabilità a livello di personalità. Cosi come l’interazione tra diversi stati psicopatologici dello stesso paziente in diversi momenti del tempo Riuscendo a giustificare l’interazione tra un livello di personalità (funzionamento a bassa minaccia) e un livello sintomatico acuto (funzionamento in condizioni di stress o alta minaccia). 9
  • 10. © Studi Cognitivi Questo permette di muoversi nel corso di tutta la terapia con una concettualizzazione flessibile ma costante e fondamentalmente transdiagnostica. Una visione della psicopatologia strutturalista (TCS) implica una concettualizzazione differente per ogni sintomo. LIBET permette una concettualizzazione dell’interazione tra diversi tipi e diversi livelli (ego sintonia e ego distonia) di sintomi. 10
  • 11. © Studi Cognitivi LIBET identifica una quantità limitata di variabili, che hanno una natura transdiagnostica e che identificano il target dell’intervento terapeutico indipendentemente dal contenuto e dallo stadio del sintomo. Questo favorisce la comprensione di pazienti con patologie complesse, con livelli acuti e di personalità, con comorbilità, con fluttuazione o spostamento di sintomi, una comprensione economica che ci aiuta nel corso della terapia senza bisogno di modificarne la concettualizzazione e l’impianto. 11
  • 12. © Studi Cognitivi Qual è la differenza tra temi e core belief? Quale è la differenza tra temi e core belief? il TEMA non è una convinzione strutturale con solo una componente cognitiva. Il TEMA è una sensibilità che può essere attivata anche a livello bottom-up e appresa/condizionata evolutivamente in una condizione di frustrazione di bisogni. E’ un esperienza con una componente cognitiva, fatta di pensieri automatici su di sé (autovalutativi) e sensazioni corporee (assenti nel costrutto di self-belief). Sono i bisogni a essere strutturali in quanto necessari alla sopravvivenza dell’organismo, tutto il resto è adattamento. 12
  • 13. © Studi Cognitivi Quale è la differenza tra piani e coping strategies? Coping strategy è uno sforzo conscio di risolvere un problema personale o interpersonale che genera stress. Quindi ha una natura episodica, consapevole e reattiva a condizioni di stress. I PIANI sono strategie abituali per mantenere condizioni di sicurezza e prevenire minacce alle vulnerabilità apprese. 13
  • 14. © Studi Cognitivi I piani (1) generalizzati e pervasivi, quindi indipendenti dalle circostanze, (2) hanno avuto un ruolo adattivo perlomeno nella fase della vita in cui sono stati appresi e si sono instaurati. (Apprendimento attraverso processi di rinforzamento vicario o diretto), (3) scarsa consapevolezza su volontarietà e scelta con aspetti di ego sintonia che li rendono focali nell’area patologica della personalità, (4) hanno uno scopo preventivo, attivi anche in condizioni di bassa minaccia e indipendentemente dalle esigenze delle circostanze. 14
  • 15. © Studi Cognitivi Ogni piano è un evitamento e un controllo Cambia il funzionamento dell’attenzione con cui si evita il contatto con il tema. Prudenziale: mi fisso su stimoli minacciosi e mi tengo lontano (necessario) Prescrittivo: mi fisso su stimoli minacciosi e mi sforzi di prevenirne l’occorrenza (necessario) Immunizzante: mi fisso su stimoli di sicurezza e agisco per modulare il mio stato interno (utile) 15
  • 16. © Studi Cognitivi LIBET: i punti forti L’utilità iniziale dei piani per essere lontani da minacce dell’attaccamento L’obbligatoria contradditorietà tra bisogni e di conseguenza l’ineluttabilità del confronto con la paura e con il dolore Il sintomo come rottura di un piano semi adattivo 16
  • 17. © Studi Cognitivi La LIBET La LIBET ci aiuta a formulare ipotesi sul funzionamento dei nostri pazienti, condividere queste con loro, e utilizzare questa condivisione nella progettazione e gestione della terapia Questa è sia una tradizione del cognitivismo italiano,(Lorenzini, Sassaroli, 1987, 1995) che una eredità del comportamentismo internazionale (Meyer 1987) Le tecniche vengono poi applicate dentro questo quadro di comprensione condivisa
  • 18. © Studi Cognitivi La Libet e la Ricerca La LIBET rappresenta uno dei nostri principali progetti di ricerca: Costruire una formulazione del caso clinico empiricamente fondata
  • 19. © Studi Cognitivi Caratteristiche della LIBET Variabili di contenuto: 3 Temi (sensibilità emotive cronicizzate in rimuginii su credenze sul sé) Minaccia, disamore e indegnità Variabili di processo: Quanto questi temi dolorosi ci danno dolore e ci condizionano?
  • 20. © Studi Cognitivi Analisi confermative – Analisi corrispondenze temi
  • 21. © Studi Cognitivi 3 Piani (comportamenti disfunzionali di sicurezza cronicizzati) Variabili di contenuto Prudenziale, prescrittivo e immunizzante Variabili di processo: Quanto riteniamo questi piani utili o incontrollabili?
  • 22. © Studi Cognitivi Analisi confermative –Analisi corrispondenze piani
  • 23. © Studi Cognitivi Come si usa la LIBET? 1. Definizione e selezione degli obiettivi e delle strategie e tecniche di intervento 3. Resoconto del lavoro clinico seduta per seduta rispetto agli obiettivi 2. Monitoraggio dell’andamento della terapia
  • 24. © Studi Cognitivi Sintesi modello libet Processi di apprendimento Esordio sintomatico e cicli di mantenimento Piani semiadattivi (strategie volontarie) Tema doloroso (reazione automatica) Processi di invalidazione Processi di metacontrollo Personalità Esordio sintomatico
  • 25. © Studi Cognitivi Il piano prescrittivo Troviamo particolarmente sviluppato questo piano in persone cresciute in ambienti criticisti, con genitori rimproveratori, duri, esigenti. e’ caratterizzato dall’impegno costante a non sbagliare nulla, a controllare tutto sia nelle prestazioni (il più bravo della classe, sempre) che nei rapporti (controllo continuo delle reazioni dell’altro, della sua distanza, ecc) esempi clinici: anoressia restrittiva, disturbi ossessivi di personalità. L’emozione dominante è l’ansia e il piano viene di solito riportato come obbligatorio, necessario, spesso i pazienti quando chiedono una terapia considerano il piano inutile o addirittura fastidioso o nocivo (ma non posso farne a meno)
  • 26. © Studi Cognitivi Un esempio clinico Una paziente, di 67 anni, professore Universitario a medicina, viene mandata per una ennesima terapia perché: sto male, sono triste, ansiosa, non mi diverto a vivere, vedo sempre tutto negativo ogni volta che sbaglio qualcosa mi torturo
  • 27. © Studi Cognitivi Un esempio clinico La paziente ha fatto nell’arco della sua vita, due lunghe terapie psicanalitiche, che le hanno dato un certo giovamento. Il lavoro psicodinamico ha avuto il suo focus nell’affrontare la sensazione di solitudine e di abbandono provata quando era una bambina, figlia di uno dei grandi medici italiani, sempre abbandonata a baby sitter e estranei. Sua madre era una donna triste, critica, sempre pessimista e fuori casa
  • 28. © Studi Cognitivi Un esempio clinico Dopo la morte del primo marito (con una figlia già adolescente), ha sposato un secondo marito con il quale ancora vive. E’ nata una seconda figlia che attualmente ha 28 anni. La sua vita è stata piena di successi e amicizie. Lei ha sempre guardato agli aspetti negativi della vita e dei rapporti.
  • 29. © Studi Cognitivi Un esempio clinico Nonostante una vita ricca, una marito estroverso e accentratore, molti interessi e amicizie, si definisce : insoddisfatta, autocritica, infelice, “sono sempre piena di pensieri tristi”, “vedo tutto nero” “nulla mi dà soddisfazione” “ho sempre la sensazione che nulla valga”
  • 30. © Studi Cognitivi Un esempio clinico Alla concettualizzazione LIBET e alla testistica, emerge un tema di disamore e un piano prescrittivo di rimuginio, ruminazione depressiva (con credenze di perfezionismo, controllo ecc) La restituzione: in un caso come questo, che fare? Intervento cbt sul perfezionismo e sul controllo Intervento MCT sulla ruminazione e sul rimuginio
  • 31. © Studi Cognitivi Il piano prudenziale Nel piano prudenziale viene dato rilievo a comportamenti di sicurezza, di evitamento del nuovo, di autoprotezione, alla riduzione dell’esplorazione vista come minacciosa Esempio clinico: disturbi evitanti di personalità, agorafobia. Anche per il piano prudenziale l’emozione dominante è l’ansia e viene riportato come necessario (non posso non evitare) anche se non più utile
  • 32. © Studi Cognitivi Il piano prudenziale (o dell’evitamento): un caso clinico Il paziente è un uomo di 50 anni che ha avuto una vita solitaria, ha sempre vissuto con sua madre, con poche relazioni affettive che non hanno mai portato a convivenze. La madre, una donna egocentrica, forte e accentratrice, iperprotettiva con lui
  • 33. © Studi Cognitivi Un caso clinico Nella sua vita professionale ha molto lavorato per riuscire a sollevarsi da uno stato di impiegato centralinista a capufficio. Questi continui sforzi hanno preso molta parte della sua attenzione e della sua vita. Ha sempre avuto pochissimi amici. Il suo hobby era andare a pesca lungo il fiume. Ha sempre vissuto con sua madre, avendo pochissimi rapporti con ragazze o amici La morte della madre, che avviene improvvisa, cambia tutto.
  • 34. © Studi Cognitivi Un caso clinico Un tema di inadeguatezza fragilità che ha tenuto sotto controllo con comportamenti di dipendenza dalla madre (prescrittivo) e di evitamento delle occasioni sociali per le quali si sentiva inadeguato. La perdita della madre lo lascia senza più rifugio e in una situazione di isolamento esistenziale molto depressiva.
  • 35. © Studi Cognitivi Un caso clinico Lentamente si immerge in una solitudine sempre più cupa, smette di avere relazioni, vede sempre meno persone in ufficio. Infine si mette a letto. Il suo caso diventa un caso che suscita l’attenzione della ASL per la richiesta di aiuto del portiere del palazzo in cui abita. Intervento clinico: psicofarmacologico e di riabilitazione cognitiva e comportamentale all’esplorazione e a comportamenti di uscire di casa. Il paziente oggi è in comunità e sta bene
  • 36. © Studi Cognitivi Piano immunizzante Nel piano immunizzante il soggetto gestisce i temi dolorosi cercando esperienze e stati emotivi intensi, a volte anestetizzanti e travolgenti che ipercompensino per contrasto positivo gli stati depressivi, ansiosi e rimuginativi tipici dei temi dolorosi, quasi tentando di espellerli dallo spazio attentivo. Per i pazienti che usano anestesia e immunizzazione questo piano più che necessario è considerato utile
  • 37. © Studi Cognitivi Piano immunizzante come compenso Riassumendo, quando l’individuo utilizza questo piano cerca di escludere dalla coscienza ogni minaccia relativa al tema doloroso attraverso un’azione diretta sul suo stato interno: 1. fomentando con pensieri o azioni stati emotivi intensi di rabbia e tensione interpersonale (Angus, Kemkes, Schutter, Harmon-Jones, 2015) 2. riducendo il livello di consapevolezza come ad es. sostanze eccitanti o sedativi come alcool (Spada, Caselli e Wells, 2012)
  • 38. © Studi Cognitivi Un caso clinico di piano immunizzante Un paziente viene a trovarmi con la richiesta di smettere di bere. Ha 50 anni e un figlio di 12 anni con una compagna dalla quale si è separato da molti anni. Di professione professore di liceo. Recentemente un esordio depressivo dopo avere avuto comportamenti di insistenza ossessiva (stalking) con una donna che lo lascia, dicendogli che è noioso e che beve troppo. Ansia e rimuginio non lo fanno dormire e gli impediscono di lavorare.
  • 39. © Studi Cognitivi domanda clinica La domanda clinica è esclusivamente sull’alcol, il paziente beve circa 3 litri di vino al giorno, più qualche cocktail, più qualche superalcolico, sia in situazioni sociali sia da solo. Spesso viene riportato a casa da qualcuno che si rende conto che non è in grado di andare a casa da solo La sua tendenza a bere troppo risale al liceo
  • 40. © Studi Cognitivi Un caso clinico di piano immunizzante Alla testistica emerge sia un piano prescrittivo (e un disturbo ossessivo compulsivo di personalità) che un piano immunizzante (rabbia, alcol, comportamenti impulsivi, e un disturbo borderline di personalità) Anche lui ha già fatto una terapia di buon successo per elaborare una infanzia complessa e dolorosa (un padre cocainomane assente e quando presente, molto aggressivo, e una madre che quando lui ha 10 anni, si stanca di accudirlo, lo lascia a vivere a Roma e va a vivere in Malesia con una amica)
  • 41. © Studi Cognitivi Un caso clinico di piano immunizzante Uno stato depressivo Una tendenza a ruminare ossessivamente Un problema di alcol Comportamenti rabbiosi e narcisistici DSM: Disturbo Borderline di personalità, disturbo ossessivo compulsivo di personalità, depressione moderata e disturbo d’ansia generalizzata Alla LIBET emerge un tema di minaccia (le scene del padre fuori controllo che quando lui era bambino, lo terrorizzavano, per la sua incolumità e per quella di sua madre)
  • 42. © Studi Cognitivi Un caso clinico di piano immunizzante Un piano prescrittivo e un piano immunizzante. Il paziente NON vuole assolutamente parlare di storia affettiva e di attaccamento perché” lo ho già fatto” nelle precedenti terapie.
  • 43. © Studi Cognitivi L’intervento psicoterapeutico La prima cosa che abbiamo costruito con il paziente è la condivisione del suo funzionamento messo a punto con testistica generale e LIBET. Poi un protocollo cbt per il disturbo d’ansia generalizzata (di cui il paziente aveva poca consapevolezza) Abbiamo poi affrontato il suo alcolismo con un intervento metacognitivo (Caselli et al. 2017). L’alcol era legato oltre che all’uscita dall’ansia e al desiderio di piacere nelle situazioni sociali, alla sua difficoltà a gestire emozioni, e alla sua impulsività così in questa fase abbiamo condotto una co-terapia in gruppo utilizzando il modello cognitivo dialettico di Marsha Linehan.
  • 44. © Studi Cognitivi il progetto psicoterapeutico Il punto fondamentale oltre agli interventi MCT è stato trovare comportamenti alternativi nelle situazioni di ansia o stress E’ stato complessa convincerlo che l’utilità del piano poteva essere messa in discussione. Che lo condizionava troppo e che l’utilità del bere per essere amato e piacere agli altri, gli impediva di metterlo in discussione
  • 45. © Studi Cognitivi L’intervento psicoterapeutico Il paziente ha ridotto drasticamente il bere (che era definito come:” non solo antiansia, non solo antitristezza, bevo per piacere di più, per essere il più brillante, bello, amato”) Dopo un buon successo sul suo alcolismo, ha chiesto di essere aiutato a togliersi i pensieri ossessivi che lo invadevano e che non gli permettevano di funzionare, spesso portandolo a compulsioni (300 messaggi alla sua ex ragazza in un pomeriggio).
  • 46. © Studi Cognitivi L’intervento clinico La terapia è stata condotta condividendo ininterrottamente con il paziente il suo funzionamento secondo il modello dei temi e dei piani. la durata della terapia è stata di due anni. Rimane una persona fragile, che soffre perché ha sogni grandiosi di successo e intelligenza che non riesce mai a raggiungere.
  • 47. © Studi Cognitivi In sintesi L’intervento LIBET ci aiuta a scegliere il progetto clinico ci aiuta a costruire un contratto con il paziente a scegliere quali tra le tante tecniche e strategie utili siano quelle giuste per quel determinato paziente a monitorare l’andamento della terapia passo passo Una guida all’intervento sapiente e non ideologico
  • 48. © Studi Cognitivi I colloquio di Sviluppo personale con gli allievi del 2 anno Sono nati in un momento in cui si intravedeva la necessità di una parte di formazione individuale volta a approfondire con un esperto il proprio funzionamento in seduta secondo la formulazione LIBET Verificare il benessere degli allievi nei gruppi formativi e con i formatori Aumentare la consapevolezza del proprio funzionamento individuare aree di vulnerabilità o risorsuali da sviluppare o limitare nel corso della formazione Analizzare se sia possibile costruire ipotesi basandosi su LIBET in un tempo limitato come un incontro 48
  • 49. © Studi Cognitivi La storia delle single session Esiste una lunga storia di ricerca sulle terapie a sessione singola (Talmon et al 1990, Hansen e Lambert 2002) Queste ricerche constatano che 1 paziente su 5 lascia prematuramente il trattamento, (Swift et al. 2012) Questo ha portato a grandi sforzi per migliorare le prestazioni che si possono dare in una seduta o in un piccolo numero di sedute. Un incontro singolo con uno studente dedicato alla condivisone del suo funzionamento può essere un ottimo terreno sperimentale per indagare cambiamenti possibili 49
  • 50. © Studi Cognitivi Lo sviluppo personale: Un colloquio individuale anche se breve permette un incontro dalle prospettive inedite, senza osservatori e libero da schemi, dove ci si può aprire e si possono condividere pensieri e opinioni in libertà nel contesto protetto da chi lo conduce Dopo questi primi anni costruiremo una griglia di valutazione misurabile e utile per la formazione I colloqui individuali Pag. 50
  • 51. © Studi Cognitivi Stare con il paziente: ascolto ed empatia Spesso nell’incontro con i pazienti si è data molta enfasi agli aspetti empatici, o di capacità di vicinanza e ascolto ma occorre anche La capacità di confrontarsi con il paziente senza dimenticare il momento "tragico" della terapia: quando occorre negoziare obiettivi Questi momenti sono essenziali con pazienti diffidenti, o narcisisti o con rabbia e aggressività Ad esempio confrontarsi con un paziente che chiede di «annoiarsi di meno» dopo problemi fisici invalidanti e porre come obiettivo l’accettazione dei sentimenti di noia, utilizzandola come terreno per sviluppare una nuova forma di creatività 51
  • 52. © Studi Cognitivi Se e come delle competenze Per potere avere questa libertà di azione (ascolto, empatia, confronto) i clinici devono avere la curiosità di comprendere il proprio funzionamento e la forza di metterlo in discussione nei suoi aspetti disfunzionali aprendosi a mutamenti personali che spesso prima della formazione non erano previsti 52
  • 53. © Studi Cognitivi Procedura 53 I didatti mi segnalano suggerimenti e osservazioni utili al colloquio il colloquio ha un andamento lasso e non inquisitivo (tra colleghi, non clinico) Emergono piani e temi durante il colloquio o vengono raccontati dall’allievo Un feedback orale e scritto costruito insieme al giovane collega e un homework quando utile Scrivo osservazioni che l’allievo legge e fotografa Invio osservazioni ai didatti nella forma di un contributo alla conoscenza dell’allievo La procedura
  • 54. © Studi Cognitivi Storie difficili A volte vengono riportate storie difficili, storie di cui il giovane psicologo sta acquisendo consapevolezze o consolidando intuizioni sulla propria storia evolutiva, spesso dolorosamente “ho maggiore consapevolezza di quanto mia madre sia stata sempre critica e poco affettuosa con noi figli” «Mi rendo conto ora che mio padre era una persona infelice e spesso violenta con mia madre» «Non ho mai avuto l’affetto di cui avevo bisogno, tutti eravamo spinti a essere sostanzialmente bravi a scuola e basta» 54
  • 55. © Studi Cognitivi Temi e sensibilità dolorose Emergono temi dolorosi di cui eravamo scarsamente consapevoli? “temo di non essere capace, di non valere abbastanza, di non riuscire a fare questo lavoro” Mi chiedo se sono adatto a questo lavoro, mi sento spesso una nullità, inadeguata, fragile” “ma con questa mia storia drammatica, questo senso costante di minaccia, come faccio a curare gli altri?” “ mi sono sentito sempre solo” 55
  • 56. © Studi Cognitivi Piani “tendo a rimuginarci su, a evitare, a non espormi in classe o in generale” “Mi rendo conto che durante le sedute spesso mi concentro sul compito e non sul paziente, poi me ne accorgo , e cerco di spostare l’attenzione sul paziente, ma a quel punto mi sento terribilmente in colpa” ”tendo ad essere accondiscendente con i pazienti, ho paura che mi abbandonino, che mi giudichino male” ”mi metto a tappetino, per evitare confronti” 56
  • 57. © Studi Cognitivi Attenzioni Come e quanto le sensibilità dolorose e i piani impattano sul lavoro di psicoterapia. Questo circoscrive un’area in modo preciso, tranquillizza l’allievo e gli consente di allargare ad altre aree della sua vita in modo indipendente e con i tempi propri. « Quando sono in seduta sono costantemente preoccupata di sbagliare, mi preparo moltissimo e a volte faccio addirittura fatica ad ascoltare il paziente, ma an che con gli amici invece di stare con gli altri, spesso me ne vado con la testa e penso a cosa dire di giusto» 57
  • 58. © Studi Cognitivi Tecnica Adotto un atteggiamento aperto ma anche confrontativo se insieme al giovane collega troviamo argomenti stimolanti da approfondire Richiamo a volte il contesto evolutivo di apprendimento della sensibilità dolorosa Puntiamo insieme sui costi dei piani nel lavoro clinico soprattutto, messi in atto per controllare la propria sensibilità Indichiamo possibili esperimenti da fare per esplorare nuove strade 58
  • 59. © Studi Cognitivi Esempio Un allievo che controlla troppo in seduta, che è teso, rimugina, rumina, fa fatica a stare dietro al paziente e ai suoi tempi, che poi si autodenigra per questo con visioni catastrofiche del proprio futuro Non lo considera utile, ma non sa come muoversi altrimenti Esercizi comportamentali Compiti paradossali: «la prossima seduta non deve fare altro che ascoltare» Strategie di spostamento attenzione Esporsi a errori volutamente… 59
  • 60. © Studi Cognitivi Alcune osservazioni Abbiamo alcuni temi dominanti e più frequenti Molte allieve sono state spinte (ai limiti della critica) verso prestazioni e bravura eccellenti, queste ragazze accennano a storie di solitudine (la vicinanza molto legata al dovere essere brave) Il criticismo subìto porta spesso un senso malinconico della propria impossibilità a funzionare in modo da rendere soddisfatti gli altri del proprio lavoro 60
  • 61. © Studi Cognitivi Alcune osservazioni Si sentono molto condizionati da questa difficoltà a aderire alle richieste eccessive e schematiche dei genitori è più accessibile la coscienza quanto siamo condizionati che il dolore di queste critiche subite e della propria sensibilità Questi allievi sono in lotta perenne con se stessi Questo condizionamento alla minaccia di deludere spesso si sposta sul timore di deludere I pazienti Il tema di indegnità e fallimento è molto condizionante e fa male 61
  • 62. © Studi Cognitivi Il piano prescrittivo Il piano dominante è il prescrittivo, si rimugina, si cerca di non sbagliare, si passano le sedute a controllare di fare bene. A volte, ma molto più raramente, si tende a non esporsi. Questi ragazzi vivono la terapia (e la vita) come una dura prova di resistenza alle voci interne e esterne di critica In seduta spesso soffrono e non si divertono e questo diventa anche un compito paradossale che spesso tendo a dare: Le prossime sedute, non prepariamoci, buttiamoci e proviamo a goderci la seduta (ascoltando il paziente e non lasciandolo da solo) 62
  • 63. © Studi Cognitivi Primi dati di esito A. E' stata un'esperienza formativa B. Vorrei poter affrontare ancora individualmente i temi trattati durante l'incontro di sviluppo personale C. Da quel momento sono più attento ai miei "piani" e a come possono condizionarmi D. L'incontro di sviluppo personale mi ha aiutato a sentirmi più a mio agio in classe E. Un'ora è un tempo limitato ma sufficiente per avviare un piano di sviluppo personale 63
  • 64. © Studi Cognitivi In sintesi Una avventura esistenziale faticosa a volte per l’allievo a volte per me, con qualche incontro commovente o fulminante o frustrante Un fare il punto a metà del percorso insieme a chi frequenta la scuola e ha voglia di mettersi in gioco con me Rispettare se qualcuno non ha voglia di mettersi in gioco (segnalarlo ai didatti) Qualche incontro difficile con persone che hanno visto il colloquio come un controllo non desiderato, anche questo è stato rispettato e segnalato ai didatti come qualcosa da comprendere meglio 64
  • 65. © Studi Cognitivi In sintesi Accade anche di riflettere sul tipo di lavoro che si vuole fare dopo la Scuola e accade in queste chiacchierate di orientarsi verso orizzonti che non si contemplavano. Tutti pensano di fare i clinici, molti nel mondo privato. Ma non è affatto detto che questa sia la strada migliore per tutti voi. 65
  • 66. © Studi Cognitivi In sintesi Ci saranno psicoterapeuti che volgeranno il loro sguardo alla assistenza degli anziani, al sociale, alle scuole, mantenendo carriere di ricerca, o di passione per diagnosi. E’ importante che si usi la consapevolezze del nostro funzionamento come una utile bussola per scegliere le nostre carriere senza portare con se giudizi negativi e aspettative inadatte a orientarci veramente. Consapevolezza e rispetto per il nostro funzionamento e per la nostra persona 66
  • 67. © Studi Cognitivi I futuro Stiamo verificando in questi anni l’efficacia, la soddisfazione degli allievi, il senso e le prospettive che questo nuovo modulo dà alla scuola. I benefici vanno valutati con attenzione così come eventuali problemi che andranno ad emergere Se vi saranno risposte positive sarà importante comprendere come portare avanti questo modulo con i Responsabili di Sede, o con didatti con particolare passione per questo tipo di incontri brevi e individuali. 67