La gestione del paziente neurologico e non con disturbi dell’umore dal MMG - ...robertobottino1
A cura di Francesco Ragno.
Nel paziente affetto da patologie neurologiche le situazioni di comorbilità rappresentano un aspetto critico rilevante che comporta una serie di problemi aggiuntivi a una gestione già di per sé complessa e che deve essere affrontata in modo appropriato.
La presenza contemporanea di più patologie, oltre ad aumentare la compromissione dello stato di salute complessivo, contribuisce a peggiorare il grado di disabilità e ad aumen- tare il rischio di trattamenti inadeguati e di eventi avversi da farmaci, spesso dovuti alla limitata conoscenza delle interazioni fra molteplici e simultanei trattamenti.
Inoltre, i pazienti possono incorrere in errori nell’uso dei farmaci o decidere in modo au- tonomo di ridurre la quantità e/o la posologia delle terapie associate. Ulteriori problemi sono rappresentati dal numero considerevole di controlli periodici che possono indurre i pazienti a rinunciare a esami clinici, a indagini di laboratorio o strumentali, con ulteriore aumento del rischio generale.
Lo specialista ed il medico di medicina generale sono le figue professionali che più di altre si confrontano con queste situazioni che richiedono un metodo di gestione che superi la settorialità con una visione d’insieme dei problemi con impegni nel counselling ai pazienti e ai familiari.
Querci “l’effetto della ruminazione sul craving nel consumo problematico di a...State of Mind
Una serie di studi ha mostrato il ruolo centrale della ruminazione mentale nel mantenimento dei disturbi da abuso di alcool e nel rischio di ricaduta anche dopo un trattamento che non interveniva su questa variabile.
La gestione del paziente neurologico e non con disturbi dell’umore dal MMG - ...robertobottino1
A cura di Francesco Ragno.
Nel paziente affetto da patologie neurologiche le situazioni di comorbilità rappresentano un aspetto critico rilevante che comporta una serie di problemi aggiuntivi a una gestione già di per sé complessa e che deve essere affrontata in modo appropriato.
La presenza contemporanea di più patologie, oltre ad aumentare la compromissione dello stato di salute complessivo, contribuisce a peggiorare il grado di disabilità e ad aumen- tare il rischio di trattamenti inadeguati e di eventi avversi da farmaci, spesso dovuti alla limitata conoscenza delle interazioni fra molteplici e simultanei trattamenti.
Inoltre, i pazienti possono incorrere in errori nell’uso dei farmaci o decidere in modo au- tonomo di ridurre la quantità e/o la posologia delle terapie associate. Ulteriori problemi sono rappresentati dal numero considerevole di controlli periodici che possono indurre i pazienti a rinunciare a esami clinici, a indagini di laboratorio o strumentali, con ulteriore aumento del rischio generale.
Lo specialista ed il medico di medicina generale sono le figue professionali che più di altre si confrontano con queste situazioni che richiedono un metodo di gestione che superi la settorialità con una visione d’insieme dei problemi con impegni nel counselling ai pazienti e ai familiari.
Querci “l’effetto della ruminazione sul craving nel consumo problematico di a...State of Mind
Una serie di studi ha mostrato il ruolo centrale della ruminazione mentale nel mantenimento dei disturbi da abuso di alcool e nel rischio di ricaduta anche dopo un trattamento che non interveniva su questa variabile.
DEFINIZIONE DEI PERCORSI DI CURA DA ATTIVARE NEI DIPARTIMENTI DI SALUTE MENTALE PER I DISTURBI SCHIZOFRENICI, I DISTURBI DELL’UMORE E I DISTURBI GRAVI DI PERSONALITÀ
Il ruolo del criticismo percepito nelle strategie di regolazione emotiva e co...Elena Lo Sterzo
Relazione presentata al "VI Forum sulla Formazione in
Psicoterapia" tenutosi ad Assisi dal 16 al 18 Ottobre 2015. Abstract: Il criticismo viene definito come un ricorso pervasivo e ripetitivo al rimprovero. Molte
ricerche hanno dimostrato che il livello di criticismo familiare percepito dal paziente (CP)
predice peggiori esiti di malattia nella schizofrenia, nei disturbi d’ansia e dell’umore e nel
disturbo da uso di sostanze. Secondo il modello di M. Linehan, nel disturbo borderline di personalità
(DBP) la disregolazione emotiva(DE) è causata dalla combinazione di una vulnerabilità
emotiva biologica e un ambiente invalidante. In accordo con tale modello, il presente
studio ha l’obiettivo di verificare se: 1) nei pazienti con DBP il CP predice la disregolazione
emotiva e i comportamenti problematici peculiari del DBP, come la tendenza a mettere in
atto azioni aggressive e auto lesive; 2) la difficoltà di regolazione emotiva è un fattore di
mediazione tra il CP e i comportamenti problematici. Sono stati somministrati a 57 soggetti
adulti con diagnosi di DBP e 35 con altri disturbi di personalità, questionari per la valutazione
del Criticismo Percepito, della tendenza all’aggressività, dell’autolesionismo, e della
disregolazione emotiva. I risultati mostrano che il contenuto del CP predice la tendenza
all’aggressività e all’autolesionismo nei pazienti con DBP ma non nei controlli. La disregolazione
emotiva è un mediatore parziale tra il contenuto del CP e i comportamenti auto-lesivi
e tra il contenuto del CP e i comportamenti aggressivi. Il CP può essere uno dei fattori predisponenti
all’emergere dei comportamenti aggressivi e autolesivi nei pazienti DBP. La difficoltà
di regolazione emotiva tipica del DBP spiega tale relazione in maniera parziale.
XXI Congresso Nazionale della Società Italiana di Psicopatologia - La salute mentale in Italia: cosa ci dicono i dati dell’Istat - Roma, 22 febbraio 2017
Studio Italiano sulla depressione in medicina generale (Loretta Castellani)csermeg
XXI Congresso CSeRMEG 23-24 ottobre 2009 PRESA IN CARICO DEI PAZIENTI o LINEE GUIDA SULLE PATOLOGIE? Per una pratica guidata non solo dalla nosografia - www.csermeg.it
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Metacognitive beliefs and Desire Thinking as Predictors of Craving and Alcohol Use - Forum di Assisi 2015
1. Credenze Metacognitive e Pensiero Desiderante
come predittori di Craving e Abuso di Alcol:
uno studio longitudinale su campione clinico e non
clinico
Felicetti F. 13 Martino F.2 Ceci G. 1 Rampioni M. 1 Romanelli P. 1 Troiani L. 1 Caselli G.
12
1Studi Cognitivi, San Benedetto del Tronto
2 London South Bank University
3 Suore Ospedaliere, Villa San Giuseppe, Ascoli Piceno
VI Forum sulla Formazione in
Psicoterapia Assisi 2015
2. DSM-V
Scomparsa distinzione tra Abuso e Dipendenza
Introduzione del criterio di Craving
Al fine di effettuare Diagnosi di DUA sono sufficienti 2
criteri
3. Background
Modello Metacognitivo Trifasico per i disturbi alcool correlati di Spada, Caselli e
Wells 2012 :
- Pensiero Desiderante (PD) : processo di pensiero volontario costituito da una
componente verbale e da una immaginativa
- Ruminazione e rimuginio: processi di pensiero ripetitivi prevalentemente di natura
verbale e focalizzati sull’analisi delle cause e delle conseguenze dell’esperienza che
il soggetto
vive
- Credenze metacognitive: associate sia all’uso di alcol sia al pensiero desiderante
4. Il modello spiega il comportamento da uso di sostanze
attraverso 3 fasi (Spada, Caselli & Wells, 2013)
La fase di PRE-USO: Craving
La fase di USO: Binge e Intossicazione
La fase di POST-USO: astinenza e stato motivo
negativo
5. Studi sulle metacognizioni relative all’uso di alcol
Le credenze sulla necessità di controllare i propri pensieri predicono l’uso di alcol
indipendentemente dal vissuto emotivo negativo in un campione NON clinico
(Spada – Wells 2005).
In un campione clinico composto da 10 pazienti l’uso di alcol al fine di regolare
pensieri, emozioni e l’immagine di sé (l’uso di alcol come strategia autoregolativa
cognitiva e non solo emotiva) la strategia diventa inefficace a causa della riduzione
delle funzioni di automonitoraggio (Spada – Wells 2006).
Le credenze metacognitive sulla necessità di controllo dei pensieri e sulla scarsa
efficacia cognitiva, predicono l’uso dell’alcol indipendentemente dalle emozioni
negative quali ansia e depressione in un campione clinico
(Spada, Wells & Zandvoort, 2006).
Questi risultati sono suffragati anche da altri studi relativi al ruolo che le credenze
hanno nel
predire l’uso di alcol (Spada – Weels 2007).
6. Studi sulla ruminazione nel DUA
si è confrontati 2 tipi diversi di campione clinico e non clinico (bevitori sociali) è
emerso che la tendenza alla ruminazione predice l’appartenenza alla categoria di
bevitori problematici, indipendentemente dalla depressione (Ruminazione come
fattore di rischio)
(Caselli, Bortolai, Leoni, Rovetto & Spada, 2008)
studio prospettico (3,6,12 mesi) su un campione clinico, ha evidenziato che la
ruminazione predice il consumo e la ricaduta a 3,6 e 12 mesi indipendentemente dai
sintomi depressivi
(Caselli, Ferretti, Leoni, Rebecchi, Rovetto & Spada, 2009)
7. Studi sul pensiero desiderante e craving
relazione delle componenti del Pensiero Desiderante, il livello di craving ed il livello di
uso di alcol in un campione clinico: tutte le componenti predicono i livelli di craving
ma solo il craving è un predittore del livello di uso di alcol.
(Caselli , Spada 2011)
Entrambi le componenti del Pensiero Desiderante predicono il passaggio da bevitori
sociali a problematici e di bevitori problematici a dipendenti
(Caselli, Ferla, Mezzaluna, Rovetto & Spada, 2011).
il Pensiero Desiderante ha un impatto molto forte nella formazione del craving anche
nella popolazione non clinica.
(Caselli, Soliani e Spada 2012)
8. Disegno, Settings e Scopo della
ricerca
Scopo:
Verificare se il pensiero desiderante e le credenze
metacognitive sul pensiero sono predittori di uso di
alcool nei soggetti
sani
Disegno:
Lo studio è una ricerca osservazionale longitudinale condotta su
popolazione
clinica con problematiche legate al’uso di alcol e popolazione non clinica
9. Materiali e Metodi:
I soggetti sono stati valutati attraverso una batteria di test costituita da:
Quantity-frequency Scale (QFS);
The alcohol use disorders identification test (AUDIT);
Penn Alcohol Craving Scale (PACS);
Desire Thinking Questionnaire (DTQ);
Metacognition about Desire Thinking Questionnaire (MDTQ);
Frustration Discomfort Scale-Revised (FDS-R);
Hospital Anxiety and Depression Scale (HADS).
Follow ups: Le valutazioni successive sono state effettuate a 3 e a 6
mesi dal
T0 e hanno previsto la somministrazione delle medesime scale.
10. Campione
Criteri di Inclusione
Popolazione NON CLINICA
1. Età > 18 anni,
2. Buona comprensione della lingua italiana
3. Disponibilità a firmare il consenso informato
150 soggetti valutati T0, T1,
Età media : 34 (SD= 7,5)
Sesso: 59,3% F e 40,7% M
Scolarità: Laurea 48%, Licenza superiore 39,3%, Licenza
Media 12,7%
Stato civile: celibe/nubile 40%, convivente 19,3%,
coniugato 30%, separato 8,2%, vedovo 2%
Occupazione: Lavoratore 80,7 %, disoccupato 8,7%,
studente 7,3%, casalinga 3,3%
12. BINGE T1
Risultati:
Regressione Lineare
I step
L'analisi correlazionale ha mostrato correlazioni significative tra var.
dipendenti var indipendenti e covariate
Abbiamo controllato per Binge T0 e Pacs T0
PACS T0
BINGE T0
13. HADS
BINGE
PD
p = . 00**
p = .07
*p<.05, **p<001
Risultati:
MDTQ
FDS
Regressione Lineare
2, 3 step
R2 = .57**
p = . 17
p = . 00**
14. Campione
Criteri di Inclusione
Popolazione CLINICA
1. Età > 18 anni,
2. Buona comprensione della lingua italiana
3. Disponibilità a firmare il consenso informato
4. Abuso attivo di alcool (no astinenza da almeno 3 mesi)
5. Assenza di abuso di altre sostanze negli ultimi 6 mesi
50 soggetti valutati T0, 24valutati al T1 T2 (Casa di cura Villa San Giuseppe Ascoli
Piceno)
Età media : 49 (SD= 9,3)
Sesso: 24% F e 76% M
Scolarità: Licenza superiore 50%, Licenza Media 38%, Elementare 8%, Laurea 4%
Stato civile: celibe/nubile 34%, separato 28%, convivente 19,3%, coniugato 12%,
vedovo 4%
Occupazione: Lavoratore 46 %, disoccupato 34%, pensionato 14%, casalinga 4%
I casi avevano in media 5 criteri positivi per AUD
AUDIT : 23 (SD=9,39)
I pz arruolati non bevono da 3 settimane circa
15. Conclusioni
Possiamo concludere dicendo che l’ipotesi del nostro studio è stata
confermata. Da quanto emerso dallo studio, il Pensiero Desiderante è
causa di abuso di alcol, in altre parole, chi tende ad avere un pensiero
desiderante tende maggiormente ad avere episodi di Binge Drinking .
16. Grazie per la partecipazione
Federica Felicetti
Studi Cognitivi, San Benedetto del Tronto
Email contact: felicetti-federica@libero.it
VI Forum sulla Formazione in
Psicoterapia Assisi 2015
Editor's Notes
Controllando per le covariate Il PENSIERO DESIDERANTE (p < 0,000) risulta essere un predittore degli episodi di BINGE dopo 3 mesi. Le credenze metacognitive (p < 0,079) invece non risultano essere predittori del BINGE, ma la significatività tende allo 0.05 quindi mostrano una tendenza alla predizione.Aggiungendo anche altre covariate, Ansia, Depressione e Tolleranza alla frustrazione (FDS e HADS) vediamo che il Pensiero Desiderante rimane significativo nel predire il Binge. Inoltre vediamo che anche la tolleranza alla frustrazione predice ma non annulla l’impatto del Pensiero Desiderante negli episodi di binge.