Keynote inaugurale dei Seminari SISSCO Nuove frontiere della Public and Digital History (martedì 23 novembre 2021)
Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali - UniMoRe - Modena
Il modello didattico EAS (Episodi di Apprendimento Situati) - messo a punto da Pier Cesare Rivoltella in tre volumi usciti per la casa editrice La Scuola di Brescia (2013, 2015, 2016) - costituisce una possibile risposta alla crisi della lezione frontale nella scuola e all'università e, più in generale, alla difficoltà diffusa tra i docenti di entrare in contatto “culturale” con una generazione costantemente connessa, con le sue abitudini e i suoi consumi.
L’EAS è un dispositivo professionale molto efficace nell’organizzare l’attività didattica in ambienti che, a ritmi diversi, stanno diventando sempre più digitali. Dal punto di vista metodologico, l’Eas si fonda sull'idea che lo studente abbia parte attiva nell'apprendimento, sviluppi le competenze necessarie per abitare la società attuale e si formi dal punto di vista disciplinare e interdisciplinare.
Keynote inaugurale dei Seminari SISSCO Nuove frontiere della Public and Digital History (martedì 23 novembre 2021)
Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali - UniMoRe - Modena
Il modello didattico EAS (Episodi di Apprendimento Situati) - messo a punto da Pier Cesare Rivoltella in tre volumi usciti per la casa editrice La Scuola di Brescia (2013, 2015, 2016) - costituisce una possibile risposta alla crisi della lezione frontale nella scuola e all'università e, più in generale, alla difficoltà diffusa tra i docenti di entrare in contatto “culturale” con una generazione costantemente connessa, con le sue abitudini e i suoi consumi.
L’EAS è un dispositivo professionale molto efficace nell’organizzare l’attività didattica in ambienti che, a ritmi diversi, stanno diventando sempre più digitali. Dal punto di vista metodologico, l’Eas si fonda sull'idea che lo studente abbia parte attiva nell'apprendimento, sviluppi le competenze necessarie per abitare la società attuale e si formi dal punto di vista disciplinare e interdisciplinare.
Scrivere con gli studenti del territorio colpito dal terremoto: i laboratori ...Pierluigi Feliciati
Perché si ragiona ormai di filosofia dell’informazione digitale? Come intellettuali e docenti dobbiamo sentire la necessità di andare oltre le spesso sterili contrapposizioni tra “apocalittici e integrati”, mettendo piuttosto a fuoco quali siano i confini tra vita online e offline, quale possa essere il valore dell’identità individuale e collettiva nell’infosfera globale, quali i rischi e quali le potenzialità di tecnologie sempre più disruptive. Pensando poi al territorio, all’eredità culturale e alla responsabilità collettiva che ricade su tutti noi per la sua tutela e valorizzazione, non è possibile non porci alcune domande: come basare la valorizzazione sui risultati della ricerca scientifica, come condividere con le comunità di eredità tali conoscenze, usando quali canali, adottando quali linguaggi, coinvolgendo seriamente più cittadini possibile? Un’utopia, quella dell’attivazione dell’intelligenza collettiva, che ha dimostrato di avere buone probabilità di diventare pratica concreta e virtuosa, se si guarda al percorso e alla popolarità dell’ecosistema Wikipedia. La condizione che si è mostrata con evidenza è che gli utenti (le persone, le organizzazioni, le imprese) accettino un patto sulla collaborazione, sulla sperimentazione della neutralità, sulla libertà di uso e riuso delle risorse digitali, sul rispetto delle fonti e facciano un passo indietro, invertendo il rapporto classico tra peso dell’autorialità e affidabilità dei contenuti.
Presso l’Università di Macerata, fin dal lancio da parte del Rettore del progetto Wiki: Appennino Centro Italia, si è provato ad investire sull’intelligenza collettiva, per creare o rinforzare le conoscenze “popolari” in rete, tramite Wikipedia, dei territori colpiti dalla serie sismica del 2016. Tante sono state le iniziative, in aula e fuori, e confortanti i risultati. In questo breve intervento si racconteranno presupposti, metodologie e primi risultati di quasi tre anni di questo progetto, prendendo come caso emblematico il laboratorio con gli studenti, organizzato insieme ai colleghi Giuseppe Capriotti e Maila Pentucci, per la redazione collaborativa delle voci di enciclopedia sul museo di Visso e sulla Madonna del Voto di Paolo da Visso.
Intervento a Umanisti 2.0. Come ideare e gestire un progetto di ricerca nell’era digitale
Il 16 dicembre 2021 - 14:30 a Roma Tre Dip. di Studi Umanistici
Giovedì 16 dicembre 2021, 14.30-18.00, Aula Radiciotti e in streaming
VEASYT - interpretariato professionale da remoto. La nostra esperienza di spi...Enrico Capiozzo
Enrico Capiozzo, VEASYT srl CEO
Partecipazione al webinar:
"Trasferimento Tecnologico e terza missione nel settore delle Scienze umane e sociali (SSH) e innovazione sociale”.
Esperienza e spunti nel costituire e amministrare uno spinoff universitario nel mercato dei servizi linguistici e sociali.
VEASYT, spinoff dell'Università Ca' Foscari Venezia.
Comunicare in modo migliore, per costruire un mondo migliore.
NETVAL:
https://netval.it/
EVENTO:
https://netval.it/static/media/uploads/webinar_netval_24_novembre.pdf
@MappaProject: un approccio computazionale innovativo per l’archeologia itali...Progetto Mappa
Il progetto MAPPA, conclusosi a fine giugno 2013, ha visto lavorare assieme un team di archeologi, geologi, matematici. La finalità principale del progetto è stata quella di studiare strumenti di calcolo predittivo applicabili al potenziale archeologico di un’area urbana e di creare un prodotto funzionale alla tutela, alla ricerca e alla governance della città e del suo patrimonio sepolto.
La strategia del Progetto si è basata su due capisaldi:
- apertura dei prodotti della ricerca attraverso una politica open access, apertura dei dati della ricerca attraverso la realizzazione del primo archivio open data dell’archeologia italiana;
- realizzazione della carta di potenziale archeologico dell’area urbana di Pisa sviluppata attraverso un modello predittivo, con l’ambizione di diventare un modello replicabile per la tutela del patrimonio sepolto e per la ricerca archeologica.
Per fare Open Data siamo partiti dallo studio legale degli aspetti connessi all’apertura dei dati e dalla necessità di garantire chi produce i dati archeologici: questi derivano sempre e comunque da un’attività di ricerca (essendo dati non replicabili) e quindi ne deve essere rispettata la paternità intellettuale attraverso l’apposizione di DOI e l’uso di licenze appropriate (CC-BY; CC-BY-SA). Per quanto riguarda la carta di potenziale siamo partiti dalla disamina dei principali modelli predittivi conosciuti in letteratura, legati sia alla pianificazione territoriale, sia alla ricerca. I modelli predittivi attualmente si basano su modelli statistici e/o geostatistici. La nostra idea è stata quella di utilizzare un modello predittivo matematico. Un modello statistico evidenzia, infatti, la maggiore o minore probabilità dell’avverarsi di un determinato fenomeno, mentre un modello matematico cerca di ricostruire, formalizzandone le regole di base, le modalità del verificarsi o meno di un certo fenomeno. Nel nostro caso il calcolo del Potenziale archeologico di un’area urbana. Il modello realizzato dal Progetto MAPPA è basato su sull’algoritmo di PageRank adeguatamente modificato fino a trasformarlo nell’algoritmo MAPPA. Tutte le fasi del progetto sono state caratterizzate da una capillare azione di comunicazione sia scientifica, sia sociale. Accanto alla pubblicazione di tutti i prodotti scientifici in modo aperto attraverso politiche open access sia tradizionali, sia interattive, come il webGIS, e alla partecipazione a convegni nazionali e internazionali, è stata fatta una forte comunicazione via web tramite il nostro sito (www.mappaproject.org) e sui social network, promuovendo forme di racconto meno convenzionali come i video di Opening the Past e più tradizionale con la presenza a convegni e incontri non strettamente scientifici. Attualmente, il Laboratorio MAPPA porta avanti e sviluppa le tematiche del progetto indirizzandosi verso l’analisi computazionale automatizzata di grandi quantità di dati, i cosiddetti Big Data, e verso i Linked Open Data.
Scrivere con gli studenti del territorio colpito dal terremoto: i laboratori ...Pierluigi Feliciati
Perché si ragiona ormai di filosofia dell’informazione digitale? Come intellettuali e docenti dobbiamo sentire la necessità di andare oltre le spesso sterili contrapposizioni tra “apocalittici e integrati”, mettendo piuttosto a fuoco quali siano i confini tra vita online e offline, quale possa essere il valore dell’identità individuale e collettiva nell’infosfera globale, quali i rischi e quali le potenzialità di tecnologie sempre più disruptive. Pensando poi al territorio, all’eredità culturale e alla responsabilità collettiva che ricade su tutti noi per la sua tutela e valorizzazione, non è possibile non porci alcune domande: come basare la valorizzazione sui risultati della ricerca scientifica, come condividere con le comunità di eredità tali conoscenze, usando quali canali, adottando quali linguaggi, coinvolgendo seriamente più cittadini possibile? Un’utopia, quella dell’attivazione dell’intelligenza collettiva, che ha dimostrato di avere buone probabilità di diventare pratica concreta e virtuosa, se si guarda al percorso e alla popolarità dell’ecosistema Wikipedia. La condizione che si è mostrata con evidenza è che gli utenti (le persone, le organizzazioni, le imprese) accettino un patto sulla collaborazione, sulla sperimentazione della neutralità, sulla libertà di uso e riuso delle risorse digitali, sul rispetto delle fonti e facciano un passo indietro, invertendo il rapporto classico tra peso dell’autorialità e affidabilità dei contenuti.
Presso l’Università di Macerata, fin dal lancio da parte del Rettore del progetto Wiki: Appennino Centro Italia, si è provato ad investire sull’intelligenza collettiva, per creare o rinforzare le conoscenze “popolari” in rete, tramite Wikipedia, dei territori colpiti dalla serie sismica del 2016. Tante sono state le iniziative, in aula e fuori, e confortanti i risultati. In questo breve intervento si racconteranno presupposti, metodologie e primi risultati di quasi tre anni di questo progetto, prendendo come caso emblematico il laboratorio con gli studenti, organizzato insieme ai colleghi Giuseppe Capriotti e Maila Pentucci, per la redazione collaborativa delle voci di enciclopedia sul museo di Visso e sulla Madonna del Voto di Paolo da Visso.
Intervento a Umanisti 2.0. Come ideare e gestire un progetto di ricerca nell’era digitale
Il 16 dicembre 2021 - 14:30 a Roma Tre Dip. di Studi Umanistici
Giovedì 16 dicembre 2021, 14.30-18.00, Aula Radiciotti e in streaming
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Enrico Capiozzo, VEASYT srl CEO
Partecipazione al webinar:
"Trasferimento Tecnologico e terza missione nel settore delle Scienze umane e sociali (SSH) e innovazione sociale”.
Esperienza e spunti nel costituire e amministrare uno spinoff universitario nel mercato dei servizi linguistici e sociali.
VEASYT, spinoff dell'Università Ca' Foscari Venezia.
Comunicare in modo migliore, per costruire un mondo migliore.
NETVAL:
https://netval.it/
EVENTO:
https://netval.it/static/media/uploads/webinar_netval_24_novembre.pdf
@MappaProject: un approccio computazionale innovativo per l’archeologia itali...Progetto Mappa
Il progetto MAPPA, conclusosi a fine giugno 2013, ha visto lavorare assieme un team di archeologi, geologi, matematici. La finalità principale del progetto è stata quella di studiare strumenti di calcolo predittivo applicabili al potenziale archeologico di un’area urbana e di creare un prodotto funzionale alla tutela, alla ricerca e alla governance della città e del suo patrimonio sepolto.
La strategia del Progetto si è basata su due capisaldi:
- apertura dei prodotti della ricerca attraverso una politica open access, apertura dei dati della ricerca attraverso la realizzazione del primo archivio open data dell’archeologia italiana;
- realizzazione della carta di potenziale archeologico dell’area urbana di Pisa sviluppata attraverso un modello predittivo, con l’ambizione di diventare un modello replicabile per la tutela del patrimonio sepolto e per la ricerca archeologica.
Per fare Open Data siamo partiti dallo studio legale degli aspetti connessi all’apertura dei dati e dalla necessità di garantire chi produce i dati archeologici: questi derivano sempre e comunque da un’attività di ricerca (essendo dati non replicabili) e quindi ne deve essere rispettata la paternità intellettuale attraverso l’apposizione di DOI e l’uso di licenze appropriate (CC-BY; CC-BY-SA). Per quanto riguarda la carta di potenziale siamo partiti dalla disamina dei principali modelli predittivi conosciuti in letteratura, legati sia alla pianificazione territoriale, sia alla ricerca. I modelli predittivi attualmente si basano su modelli statistici e/o geostatistici. La nostra idea è stata quella di utilizzare un modello predittivo matematico. Un modello statistico evidenzia, infatti, la maggiore o minore probabilità dell’avverarsi di un determinato fenomeno, mentre un modello matematico cerca di ricostruire, formalizzandone le regole di base, le modalità del verificarsi o meno di un certo fenomeno. Nel nostro caso il calcolo del Potenziale archeologico di un’area urbana. Il modello realizzato dal Progetto MAPPA è basato su sull’algoritmo di PageRank adeguatamente modificato fino a trasformarlo nell’algoritmo MAPPA. Tutte le fasi del progetto sono state caratterizzate da una capillare azione di comunicazione sia scientifica, sia sociale. Accanto alla pubblicazione di tutti i prodotti scientifici in modo aperto attraverso politiche open access sia tradizionali, sia interattive, come il webGIS, e alla partecipazione a convegni nazionali e internazionali, è stata fatta una forte comunicazione via web tramite il nostro sito (www.mappaproject.org) e sui social network, promuovendo forme di racconto meno convenzionali come i video di Opening the Past e più tradizionale con la presenza a convegni e incontri non strettamente scientifici. Attualmente, il Laboratorio MAPPA porta avanti e sviluppa le tematiche del progetto indirizzandosi verso l’analisi computazionale automatizzata di grandi quantità di dati, i cosiddetti Big Data, e verso i Linked Open Data.
Ragionamento sull'informatica umanistica e la cultura ditale tra lavoro, ricerca e disciplina anche alla luce dell'esperienza del corso di laurea di Informatica Umanistica a Pisa
Pensa-Open Access e comunicazione istituzionale.pdfIolanda Pensa
Iolanda Pensa. (2023, May 17). Open access e comunicazione istituzionale. Open Science for Arts Design and Music (OS-ADM), SUPSI Mendrisio. Zenodo. https://doi.org/10.5281/zenodo.7944427
Pensa-Open Access e comunicazione istituzionale.pdfIolanda Pensa
Iolanda Pensa. (2023, May 17). Open access e comunicazione istituzionale. Open Science for Arts Design and Music (OS-ADM), SUPSI Mendrisio. Zenodo. https://doi.org/10.5281/zenodo.7944427
Intervento di Enrica Salvatori e Gianni Bergamaschi a "I santi internauti", Seminario permanente "I santi internauti" organizzato da Gruppo di ricerca RECEPT - Laboratorio di Storia Religioni e Antropologia - sez. ReCMed
In collaborazione con AISSCA - Associazione Italiana per lo Studio della Santità, dei Culti e dell'Agiografia
Paper in the panel AIPH21 - Comparative Experiences and Perspectives on Teaching Public History in Different Countries and Continents. AIPH 2019 S. Maria Capua a Vetere
Lezione di Emma Lazzeri e Paolo Manghi (Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione Consiglio Nazionale delle Ricerche) entro la Didattica sperimentale per dottorandi dell'Università di Pisa 2018-2019 - Modulo offerti dal LabCD
DATA & PRIVACY PROTECTION Anna Monreale Università di Pisa
L'edizione digitale delle fonti storiche (Falun 2016)
1. L'EDIZIONE DIGITALE
DELLE FONTI STORICHE
nuove opportunità, nuovi problemi, nuove figure
Enrica Salvatori - Università di Pisa
Falun - 10 giugno 2016
2. OPPORTUNITÀ (SCIENZA)
Vantaggi "materiali":
Riproduzione a costo basso (da
discutere)
Massima diffusione e facilità di
accesso (altre opportunità e
problemi)
Multimedialità
Navigazione ipertestuale
Strumenti di ricerca
Facilità di correzione
In che cosa, a livello
scientifico, un'edizione
critica digitale è
superiore rispetto a una
tradizionale?
Perché dovremmo
produrre edizioni
digitali?
3. OPPORTUNITÀ (ACCESSO)
Vantaggi sociali:
Rendere accessibili e comprensibili
testi letterari in edizione critica al
largo pubblico
Condividere il processo di edizione
Rendere la fonte letteraria fruibile
in modi diversi pur mantenendola
legata al suo contesto di
produzione e diffusione
Offrire strumenti più funzionali e
validi alla didattica
"To encourage the creation
and distribution of ebooks'".
"To provider as many e-
books in as many formats as
possible for the entire world
to read in as many languages
as possible".
" To break down the bars of
ignorance and illiteracy".
Michael Hart - Project
Gutemberg
(50.000 free ebooks)
4. I primi pionieristici esempi di
edizioni digitali non critiche:
Internet Medieval Sourcebook -
Eurodocs
5. MA CI SI PUÒ SPINGERE
OLTRE
Annotazione collaborativa (entro una équipe)
Annotazione collaborativa o trascrizione distribuita
(crowdsourcing)
Raccolta fonti (social network)
6. QUANTI DANTE
NAVIGANO NEL WEB?
Princeton Dante
Project
The World of
Dante
Dartmouth
Dante Project
Dante on line
Dante Search
Dante Sources
15. PROBLEMI (?)
Interdisciplinarità come strada obbligata
Competenze multiple (onniscienza?)
Sostenibilità nel tempo (costo -management)
Chiarezza di obiettivi plurimi
Variabilità, riconoscimento, valutazione
17. INTERDISCIPLINARITÀ
Modifica determinante del metodo di lavoro: l'umanista
solitario scompare. Ci può essere:
Filologo/linguista/storico/etc. + informatico umanista (non
l'informatico)
Filologo/linguista/storico/etc + gruppo di ricerca (inevitabile
per progetti complessi)
Competenze: web design, audio/video, grafica, GIS, codifica dei
testi, visualizzazione dati, social network, biblioteche digitali,
linked data, etc.
18. MODELLO DIGICRAFT
Edizione digitale come opera di bottega rinascimentale
Una direzione, tante competenze, circolazione di saperi e capacità
Obiettivi chiari, porte aperte, buoni strumenti di condivisione
19. SOSTENIBILITÀ
Server stabile, ben gestito, ente di ricerca - università
Disponibilità di tempo e di forza lavoro
Pensare al futuro come continuità, sviluppo, conservazione
22. STABILITÀ -
VALUTAZIONE
La variabilità può diventare un pregio se gestita con
attenzione e metodo
Il problema dell'ISBN e dell'autorevolezza della
pubblicazione è risolvibile
Più difficile l'accettazione del metodo di lavoro da
parte della comunità scientifica di riferimento
24. NUOVE FIGURE
NUOVO SENSO?
Accanto al filologo / storico / letterato troviamo innanzitutto
l'informatico umanista declinato nelle diverse competenze
Le diverse figure più o meno specializzate devono poter
dialogare tra loro, comprendere gli scopi complessivi del
progetto e farlo funzionare anche e soprattutto nei rapporti con
l'esterno
Le fonti letterarie e storiche possono e devono uscire dal recinto
della specializzazione estrema senza che l'edizione perda di
rigore