Intervento a Umanisti 2.0. Come ideare e gestire un progetto di ricerca nell’era digitale
Il 16 dicembre 2021 - 14:30 a Roma Tre Dip. di Studi Umanistici
Giovedì 16 dicembre 2021, 14.30-18.00, Aula Radiciotti e in streaming
Il modello didattico EAS (Episodi di Apprendimento Situati) - messo a punto da Pier Cesare Rivoltella in tre volumi usciti per la casa editrice La Scuola di Brescia (2013, 2015, 2016) - costituisce una possibile risposta alla crisi della lezione frontale nella scuola e all'università e, più in generale, alla difficoltà diffusa tra i docenti di entrare in contatto “culturale” con una generazione costantemente connessa, con le sue abitudini e i suoi consumi.
L’EAS è un dispositivo professionale molto efficace nell’organizzare l’attività didattica in ambienti che, a ritmi diversi, stanno diventando sempre più digitali. Dal punto di vista metodologico, l’Eas si fonda sull'idea che lo studente abbia parte attiva nell'apprendimento, sviluppi le competenze necessarie per abitare la società attuale e si formi dal punto di vista disciplinare e interdisciplinare.
Intervento a Umanisti 2.0. Come ideare e gestire un progetto di ricerca nell’era digitale
Il 16 dicembre 2021 - 14:30 a Roma Tre Dip. di Studi Umanistici
Giovedì 16 dicembre 2021, 14.30-18.00, Aula Radiciotti e in streaming
Il modello didattico EAS (Episodi di Apprendimento Situati) - messo a punto da Pier Cesare Rivoltella in tre volumi usciti per la casa editrice La Scuola di Brescia (2013, 2015, 2016) - costituisce una possibile risposta alla crisi della lezione frontale nella scuola e all'università e, più in generale, alla difficoltà diffusa tra i docenti di entrare in contatto “culturale” con una generazione costantemente connessa, con le sue abitudini e i suoi consumi.
L’EAS è un dispositivo professionale molto efficace nell’organizzare l’attività didattica in ambienti che, a ritmi diversi, stanno diventando sempre più digitali. Dal punto di vista metodologico, l’Eas si fonda sull'idea che lo studente abbia parte attiva nell'apprendimento, sviluppi le competenze necessarie per abitare la società attuale e si formi dal punto di vista disciplinare e interdisciplinare.
Seminario di Cultura Digitale - 19 aprile 2017 - Aula Seminari EST - Dip. di Informatica - Pisa
Federico Meschini (UniTUS)
Informatica umanistica, edizioni digitali e pensiero computazionale.
"Young man, in mathematics you don't understand things. You just get used to them." Questa frase, attribuita a John Von Neumann, e dal forte sapore pragmatico, così come l'approccio ingegneristico della macchina omonima, contrapposto alla natura astratta della macchina di Turing, ben si adatta ai numerosi tentativi di definizione dell'edizione digitale. In questo seminario si vuole proporre un approccio particolare, che includa nei vari tentativi di analisi il cosiddetto "Computational thinking", così come è stato definito da Jeannette Wing ben dieci anni fa, e ricollegandosi, ad un livello più generale, all'Informatica Teorica e agli studi sulla computabilità; l'importanza di questo approccio inizia ad essere presa in considerazione anche nel settore delle Digital Humanities, e, più in generale, nell'ottica del superamento della divisione tra le due culture o, andando a ritroso, della separazione gutenberghiana dei saperi tra scienze umane e scienze esatte.
Le edizioni critiche digitali sono da sempre uno degli aspetti più rilevanti dell'informatica umanistica, per la loro storia, diffusione, e combinazione di riflessioni teoriche e applicazioni pratiche. Quale può essere quindi l'interazione tra questi due aspetti: da un lato gli strumenti che il pensiero computazionale mette a disposizione per una migliore comprensione della natura delle edizioni digitali, e dall'altro come possono queste ultime aiutare a diffondere questa attitudine, giudicata come una delle componenti essenziali per gli "abitanti" del 21° secolo, nelle scienze umane e non solo? Da un punto di vista ontologico un'edizione digitale ha lo stesso status di un distributore automatico, dato che entrambi possono essere ridotti ad automi a stati finiti, anche se dal punto di vista epistemologico sono totalmente diversi e rispondo ad esigenze opposte, conoscitive da un lato e di sussistenza dall'altro.
Nonostante la necessità di un approccio astratto sia stata più volte sottolineata in diverse riflessioni teoriche, l'uso degli strumenti messi a disposizione dall'informatica teorica è stato fino ad ora pressoché nullo, probabilmente più per una mancanza di familiarità che per effettivi dubbi riguardo a un vantaggio competitivo dal punto di vista scientifico. D'altro canto, data l'importanza strategica dell'edizione digitale, sia nel mondo accademico e culturale sia in quello editoriale, una migliore comprensione e divulgazione dei suoi aspetti computazionali potrebbe aiutare a ridurre lo spessore del muro che attualmente divide le discipline umanistiche da quelle esatte, aiutandole così ad uscire dalla nicchia sempre più stretta in cui vengono al momento collocate, e recuperando quindi il ruolo di primo piano cui hanno diritto.
@MappaProject: un approccio computazionale innovativo per l’archeologia itali...Progetto Mappa
Il progetto MAPPA, conclusosi a fine giugno 2013, ha visto lavorare assieme un team di archeologi, geologi, matematici. La finalità principale del progetto è stata quella di studiare strumenti di calcolo predittivo applicabili al potenziale archeologico di un’area urbana e di creare un prodotto funzionale alla tutela, alla ricerca e alla governance della città e del suo patrimonio sepolto.
La strategia del Progetto si è basata su due capisaldi:
- apertura dei prodotti della ricerca attraverso una politica open access, apertura dei dati della ricerca attraverso la realizzazione del primo archivio open data dell’archeologia italiana;
- realizzazione della carta di potenziale archeologico dell’area urbana di Pisa sviluppata attraverso un modello predittivo, con l’ambizione di diventare un modello replicabile per la tutela del patrimonio sepolto e per la ricerca archeologica.
Per fare Open Data siamo partiti dallo studio legale degli aspetti connessi all’apertura dei dati e dalla necessità di garantire chi produce i dati archeologici: questi derivano sempre e comunque da un’attività di ricerca (essendo dati non replicabili) e quindi ne deve essere rispettata la paternità intellettuale attraverso l’apposizione di DOI e l’uso di licenze appropriate (CC-BY; CC-BY-SA). Per quanto riguarda la carta di potenziale siamo partiti dalla disamina dei principali modelli predittivi conosciuti in letteratura, legati sia alla pianificazione territoriale, sia alla ricerca. I modelli predittivi attualmente si basano su modelli statistici e/o geostatistici. La nostra idea è stata quella di utilizzare un modello predittivo matematico. Un modello statistico evidenzia, infatti, la maggiore o minore probabilità dell’avverarsi di un determinato fenomeno, mentre un modello matematico cerca di ricostruire, formalizzandone le regole di base, le modalità del verificarsi o meno di un certo fenomeno. Nel nostro caso il calcolo del Potenziale archeologico di un’area urbana. Il modello realizzato dal Progetto MAPPA è basato su sull’algoritmo di PageRank adeguatamente modificato fino a trasformarlo nell’algoritmo MAPPA. Tutte le fasi del progetto sono state caratterizzate da una capillare azione di comunicazione sia scientifica, sia sociale. Accanto alla pubblicazione di tutti i prodotti scientifici in modo aperto attraverso politiche open access sia tradizionali, sia interattive, come il webGIS, e alla partecipazione a convegni nazionali e internazionali, è stata fatta una forte comunicazione via web tramite il nostro sito (www.mappaproject.org) e sui social network, promuovendo forme di racconto meno convenzionali come i video di Opening the Past e più tradizionale con la presenza a convegni e incontri non strettamente scientifici. Attualmente, il Laboratorio MAPPA porta avanti e sviluppa le tematiche del progetto indirizzandosi verso l’analisi computazionale automatizzata di grandi quantità di dati, i cosiddetti Big Data, e verso i Linked Open Data.
Keynote inaugurale dei Seminari SISSCO Nuove frontiere della Public and Digital History (martedì 23 novembre 2021)
Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali - UniMoRe - Modena
Essential Books and Journals dealing with Digital History - updated version August 15, 2015 - The original list has been prepared for the Digital History Day - http://instruhist.hypotheses.org/ - Université de Toulouse II - Le Mirail - Laboratoire FRAMESPA - Jeudi 13 Juin 2013
(Information) literacy. Cosa insegnare nella biblioteca pubblica?Sara Chiessi
Presentazione dell'intervento tenuto al salone del libro di Torino il 16 maggio 2016: http://www.editricebibliografica.it/evento-la-biblioteca-come-laboratorio-di-information-literacy-2948.html
Ragionamento sull'informatica umanistica e la cultura ditale tra lavoro, ricerca e disciplina anche alla luce dell'esperienza del corso di laurea di Informatica Umanistica a Pisa
La presentazioni introduce al tema del rapporto e delle possibilità offerte dalla information communication technology per la promozione e salvaguardia dei beni culturali.
Antonio Caperna
Biblioteche: accesso alla conoscenza tra dimensione locale e globaleAnna Galluzzi
A partire dal tradizionale ruolo svolto dalle biblioteche nei processi di accesso alla conoscenza, l'articolo si interroga su come cambia tale posizionamento nell'ecosistema informativo determinato dall'avvento del digitale. L'obiettivo è quello di valutare le possibili strategie per ricondurre a unità il piano di azione locale e quello globale, avendo chiari i diversi livelli a cui può essere declinata la mission delle biblioteche (da quello socio-culturale a quello tipologico, infine a quello istituzionale) e le relazioni tra governance e azioni intraprese. In particolare si propongono percorsi di sviluppo, a livello territoriale e di rete, in quattro aree: semplicità, visibilità, partecipazione e inclusività. Dopo una breve ricognizione degli ostacoli interni ed esterni al raggiungimento di tali obiettivi, l'articolo propone alcune raccomandazioni utili per i bibliotecari.
Seminario di Cultura Digitale - 19 aprile 2017 - Aula Seminari EST - Dip. di Informatica - Pisa
Federico Meschini (UniTUS)
Informatica umanistica, edizioni digitali e pensiero computazionale.
"Young man, in mathematics you don't understand things. You just get used to them." Questa frase, attribuita a John Von Neumann, e dal forte sapore pragmatico, così come l'approccio ingegneristico della macchina omonima, contrapposto alla natura astratta della macchina di Turing, ben si adatta ai numerosi tentativi di definizione dell'edizione digitale. In questo seminario si vuole proporre un approccio particolare, che includa nei vari tentativi di analisi il cosiddetto "Computational thinking", così come è stato definito da Jeannette Wing ben dieci anni fa, e ricollegandosi, ad un livello più generale, all'Informatica Teorica e agli studi sulla computabilità; l'importanza di questo approccio inizia ad essere presa in considerazione anche nel settore delle Digital Humanities, e, più in generale, nell'ottica del superamento della divisione tra le due culture o, andando a ritroso, della separazione gutenberghiana dei saperi tra scienze umane e scienze esatte.
Le edizioni critiche digitali sono da sempre uno degli aspetti più rilevanti dell'informatica umanistica, per la loro storia, diffusione, e combinazione di riflessioni teoriche e applicazioni pratiche. Quale può essere quindi l'interazione tra questi due aspetti: da un lato gli strumenti che il pensiero computazionale mette a disposizione per una migliore comprensione della natura delle edizioni digitali, e dall'altro come possono queste ultime aiutare a diffondere questa attitudine, giudicata come una delle componenti essenziali per gli "abitanti" del 21° secolo, nelle scienze umane e non solo? Da un punto di vista ontologico un'edizione digitale ha lo stesso status di un distributore automatico, dato che entrambi possono essere ridotti ad automi a stati finiti, anche se dal punto di vista epistemologico sono totalmente diversi e rispondo ad esigenze opposte, conoscitive da un lato e di sussistenza dall'altro.
Nonostante la necessità di un approccio astratto sia stata più volte sottolineata in diverse riflessioni teoriche, l'uso degli strumenti messi a disposizione dall'informatica teorica è stato fino ad ora pressoché nullo, probabilmente più per una mancanza di familiarità che per effettivi dubbi riguardo a un vantaggio competitivo dal punto di vista scientifico. D'altro canto, data l'importanza strategica dell'edizione digitale, sia nel mondo accademico e culturale sia in quello editoriale, una migliore comprensione e divulgazione dei suoi aspetti computazionali potrebbe aiutare a ridurre lo spessore del muro che attualmente divide le discipline umanistiche da quelle esatte, aiutandole così ad uscire dalla nicchia sempre più stretta in cui vengono al momento collocate, e recuperando quindi il ruolo di primo piano cui hanno diritto.
@MappaProject: un approccio computazionale innovativo per l’archeologia itali...Progetto Mappa
Il progetto MAPPA, conclusosi a fine giugno 2013, ha visto lavorare assieme un team di archeologi, geologi, matematici. La finalità principale del progetto è stata quella di studiare strumenti di calcolo predittivo applicabili al potenziale archeologico di un’area urbana e di creare un prodotto funzionale alla tutela, alla ricerca e alla governance della città e del suo patrimonio sepolto.
La strategia del Progetto si è basata su due capisaldi:
- apertura dei prodotti della ricerca attraverso una politica open access, apertura dei dati della ricerca attraverso la realizzazione del primo archivio open data dell’archeologia italiana;
- realizzazione della carta di potenziale archeologico dell’area urbana di Pisa sviluppata attraverso un modello predittivo, con l’ambizione di diventare un modello replicabile per la tutela del patrimonio sepolto e per la ricerca archeologica.
Per fare Open Data siamo partiti dallo studio legale degli aspetti connessi all’apertura dei dati e dalla necessità di garantire chi produce i dati archeologici: questi derivano sempre e comunque da un’attività di ricerca (essendo dati non replicabili) e quindi ne deve essere rispettata la paternità intellettuale attraverso l’apposizione di DOI e l’uso di licenze appropriate (CC-BY; CC-BY-SA). Per quanto riguarda la carta di potenziale siamo partiti dalla disamina dei principali modelli predittivi conosciuti in letteratura, legati sia alla pianificazione territoriale, sia alla ricerca. I modelli predittivi attualmente si basano su modelli statistici e/o geostatistici. La nostra idea è stata quella di utilizzare un modello predittivo matematico. Un modello statistico evidenzia, infatti, la maggiore o minore probabilità dell’avverarsi di un determinato fenomeno, mentre un modello matematico cerca di ricostruire, formalizzandone le regole di base, le modalità del verificarsi o meno di un certo fenomeno. Nel nostro caso il calcolo del Potenziale archeologico di un’area urbana. Il modello realizzato dal Progetto MAPPA è basato su sull’algoritmo di PageRank adeguatamente modificato fino a trasformarlo nell’algoritmo MAPPA. Tutte le fasi del progetto sono state caratterizzate da una capillare azione di comunicazione sia scientifica, sia sociale. Accanto alla pubblicazione di tutti i prodotti scientifici in modo aperto attraverso politiche open access sia tradizionali, sia interattive, come il webGIS, e alla partecipazione a convegni nazionali e internazionali, è stata fatta una forte comunicazione via web tramite il nostro sito (www.mappaproject.org) e sui social network, promuovendo forme di racconto meno convenzionali come i video di Opening the Past e più tradizionale con la presenza a convegni e incontri non strettamente scientifici. Attualmente, il Laboratorio MAPPA porta avanti e sviluppa le tematiche del progetto indirizzandosi verso l’analisi computazionale automatizzata di grandi quantità di dati, i cosiddetti Big Data, e verso i Linked Open Data.
Keynote inaugurale dei Seminari SISSCO Nuove frontiere della Public and Digital History (martedì 23 novembre 2021)
Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali - UniMoRe - Modena
Essential Books and Journals dealing with Digital History - updated version August 15, 2015 - The original list has been prepared for the Digital History Day - http://instruhist.hypotheses.org/ - Université de Toulouse II - Le Mirail - Laboratoire FRAMESPA - Jeudi 13 Juin 2013
(Information) literacy. Cosa insegnare nella biblioteca pubblica?Sara Chiessi
Presentazione dell'intervento tenuto al salone del libro di Torino il 16 maggio 2016: http://www.editricebibliografica.it/evento-la-biblioteca-come-laboratorio-di-information-literacy-2948.html
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Nuove competenze per una Information literacy sensibile al divenire dell ecos...Laura Testoni
Slide presentate al Convegno "Bibliotecari al tempo di Google", Milano 17-18 marzo 2016. Illustrano il "framework for information literacy for higer education" rilasciato a gennaio 2016 da ACRL (Association of College and Research Libraries, divisione dell'ALA American Library Association).
Wikimedia tra biblioteca e didattica: sapere libero e information literacyLuigi Catalani
Slide del seminario formativo svolto da Luigi Catalani (Wikimedia Italia) il 23 gennaio 2020 a Padova e organizzato dall'Associazione Italiana Biblioteche Sezione Veneto e dal Liceo Alvise Cornaro di Padova.
La presentazione offre a docenti e bibliotecari informazioni utili per lo sviluppo di attività formative funzionali alle pratiche dell'information literacy e dell'educazione alla cittadinanza attiva.
Digital library: riflessioni su scelte e obiettivi. Visibilità delle collezio...4Science
I webinar di 4Science
Abstract
Come Alberto Salarelli scrive nel suo recente contributo in Bibliotecae.it, la storia delle biblioteche digitali è una “storia complessa”. Sono “uno strumento che ha visto mutare il proprio pubblico di riferimento, prima identificabile sostanzialmente con la platea dei professionisti della ricerca per poi aprirsi progressivamente verso le istanze di un’utenza meno specialistica ma, non di rado, particolarmente ansiosa di usufruire degli immensi patrimoni custoditi negli istituti della memoria collettiva, finalmente accessibili dal proprio computer”. Questo mutamento ci deve far riflettere sulle scelte dei contenuti, sugli obiettivi e su nuove modalità (e approcci) di valorizzazione.
Open access : verso un nuovo modello di disseminazione della conoscenza e di ...libriedocumenti
Conferenza tenuta presso la ex SSAB da Maria Cassella il 07-05-2015 nell'ambito del 9. ciclo "Biblioteche libri documenti: dall'informazione alla conoscenza", a.a. 2014-2015, Prof.ssa M.T. Biagetti
Relazione presentata il 21 aprile 2015 a un pubblico di non bibliotecari*, per illustrare il ruolo delle biblioteche nell'ambito della sostenibilità e dello 'smart living' _ An overview about libraries, librarians, knowledge, communities, sustainibility, smart living
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9 giugno 2017, Sala Seminari est Dipartimento di Informatica, Univsersità di Pisa.
Introduzione al ciclo di eventi Road to Wordpress del Laboratorio di Cultura Digitale,
a cura di Maria Simi
Saper presentare la propria ricerca
Perché la slide "grazie per l'attenzione" non sia la più apprezzata.
Seminario di Cultura Digitale
Claudio Benedetti - TOWEL Publishing
Saper presentare la propria attività di ricerca, in qualunque ambito essa si svolga, è un elemento fondamentale per sostenere e divulgare il proprio lavoro. La disseminazione a tutti i livelli sta assumendo infatti una crescente rilevanza ed è sempre più richiesto, a chi si occupa di ricerca, di presentare i proprio progetti e i relativi risultati a soggetti differenti dal mondo dell'accademia.
La comunicazione scientifica è stata però spesso relegata in ambiti settoriali o specialistici, concentrando la quasi totalità dell'attenzione sui contenuti a discapito dell'aspetto grafico. Tuttavia, la completa noncuranza di aspetti come l'impaginazione, la grafica o la scelta narrativa hanno impoverito l'immagine delle presentazioni, rendendole spesso simili nell'aspetto e accomunate da alcuni elementi negativi.
Seminario di Cultura Digitale - Mercoledì 10 maggio - ore 14:15 - Aula Seminari EST - Dip. di Informatica - Pisa
Giuseppe L’Abbate (Unipi)
S-cultura digitale
Il seminario intende offrire un percorso articolato che osserva da diverse angolazioni le relazioni che intercorrono e sono intercorse fra arte, tecnologia e comunicazione. Utilizzando la scultura quale interessante e pretestuoso filo conduttore si affrontano alcune questioni legate al nostro rapporto con le così dette “nuove” tecnologie. Tecnologie, queste, che in ampia misura sono legate alla cultura digitale e alle sue applicazioni. Immaginare una diffusione delle stampanti 3D quale oggetto da ufficio o da casa non solo rievoca le note questioni relative alla “riproducibilità tecnica” dell’arte ma apre uno spazio per ripensare i rapporti fra 2D e 3D. Nel mondo “superficiale” di internet potrebbe svilupparsi una nuova “profondità” in ambito visuale.
“… avendo ad essere di tondo rilievo e che girando intorno si abbino a vedere per ogni verso, è di necessità che a volerle chiamar perfette ell'abbino di molte parti.”
(G. Vasari, Le vite de’ più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani da Cimabue, insino a’ tempi nostri)
Osvaldo Manuel Silvestre (Coimbra University, Portugal)
Constructing a digital archive of Fernando Pessoa’s Livro do Desassossego [LdoD]: an impossible project?
14 ottobre - 14:15 - 16:00 . Aula Seminari EST – Dip. di Informatica, Pisa, Italia
Simone Testa (Istituto Universitario Europeo)
Visualizzare la storia sociale e la storia intellettuale: il Database Italian Academies 1525-1700
Il seminario si basa su una ricerca pluriennale condotta come post-doc presso la School of Modern Languages di Royal Holloway - University of London. La relazione riflette sull'importanza della visualizzazione dei rapporti sociali attraverso la dimostrazione del Database Italian Academies 1525-1700, un progetto di collaborazione tra Royal Holloway, British Library e University of Reading, diretto dalla professoressa Jane Everson.
Il Database contiene adesso circa 10.000 voci, ed è diviso in tre aree: 1) Il paratesto del libro, 2) i dati essenziali relativi all'Accademia; 3) la prosopografia della persona, sia essa un accademico, oppure un contributore, autore, censore, stampatore, illustratore, dedicatario, ecc. di una pubblicazione. Queste tre aree sono collegate dall'ipertesto.
La presentazione non si occupa del software – che è stato realizzato in base alle nostre esigenze dal team del dipartimento di e-IS della British Library – bensì dell' importanza del suo design per interpretare i dati accumulati.
Tale strumento digitale ha permesso la rivalutazione di un fenomeno sociale quale il movimento accademico in Italia nel Cinque e Seicento e ne ha rivelato la sostanziale natura di network, attraverso tutta la penisola. La novità dell'approccio ha dimostrato ciò che sarebbe stato impossibile realizzare su carta stampata. Di conseguenza, il Database interattivo Italian academies ha aperto una nuova frontiera nell'interpretazione di un fenomeno sociale fino ad ora impossibile da affrontare con i tradizionali mezzi di stampa. Consente inoltre di aprire il discorso sulle banche dati interattive e la loro importanza come strumenti per la ricerca storica.
Il seminario scaturisce da una monografia in corso di pubblicazione con l'editore Palgrave McMillan (New York). La monografia contestualizza la banca dati nell’ambito delle interpretazioni del movimento accademico a partire dal sedicesimo secolo; propone la lettura di specifici discorsi culturali nell’ambito di varie generazioni di accademie cittadine; lo scambio culturale tra diverse città attraverso le accademie e l’importanza del network per gli individui; e propone di vedere il movimento accademico italiano come un antecedente della più tarda Repubblica delle lettere.
Link: http://www.bl.uk/catalogues/ItalianAcademies/About.aspx
Philomed - Rappresentare il paradigma della complessitù
1. Rappresentare il paradigma della
complessità tra filosofia e scienze
biomediche: l’esperimento multidisciplinare
del portale Philomed
Pisa, 6 maggio 2015
PHILOMED.IT
2. Premessa
• Sistemi Bibliotecari, Digital Libraries e
risorse elettroniche: diagnosi di un
sottoutilizzo
• Le nuove esigenze della ricerca e
didattica multidisciplinare ed e-
research accademica
3. Digital Libraries
• Non solo archivi di informazioni e
documentazione
• Laboratori virtuali per la raccolta,
condivisione e produzione di contenuti per
la ricerca e la didattica
4. Criticità del sapere digitale
• Frammentazione dell’informazione
• Frammentazione cognitiva
• Rielaborazione dell’informazione e
creazione di nuova conoscenza
5. Nuove esigenze della ricerca
• Creazione di una nuova
community che metta in relazione
saperi umanistici e ricerca
biomedica per una rilettura degli
strumenti interpretativi tradizionali
e l’elaborazione di modelli
originali.
6. Obiettivi di Philomed
• Favorire il coordinamento e
l’intermediazione tra differenti
gruppi disciplinari e contribuire ad
abbattere le barriere ed i confini
tra i differenti saperi nella
direzione di un’autentica
interdisciplinarietà.
7. Multidiscipliarietà anche progettuale
• In questo scenario e in quest’ottica progettuale
il ruolo dello specialista dell’informazione, del
bibliotecario e del web designer sono stati
essenziali nell’affiancare gli esperti accademici
delle varie materie nella progettazione di
Philomed, in quanto solo un team di lavoro
multidisciplinare così composto può incarnare il
concetto di “Boundary Spanning”, termine
mutuato dal gergo del marketing per indicare la
“giuntura” tra l’attività di ascolto, quella di
analisi e la fase comunicativa.
9. Neuroscienze e “narrative web”
• Le narrazioni alterano i nostri tracciati
neuronali
• I Neuroni specchio sono una classe di
neuroni che si attiva sia nel momento in
cui compiamo un’azione, sia nel momento
in cui osserviamo qualcun altro compiere
un’azione o raccontare una storia
10. Non solo Reference Desks
• Lo scopo di strumenti informativi e di
intermediazione come Philomed non è
solo quello fornire una collezione o più
collezioni digitali insieme ai relativi
strumenti di query e downloading, quanto
quello di creare uno spazio virtuale dove
connettere persone, informazioni,
documenti e servizi allo scopo di
supportare e favorire la produzione di
ulteriore conoscenza.
12. • Il ruolo della contestualizzazione nelle
Digital Humanities
• Per Manfred Thaller (Università di Colonia)
la contestualizzazione è uno degli
elementi costitutivi delle Digital Humanities
13. Il nuovo giornalismo web: Snow Fall
The Avalanche at Tunnel Creek
Mr. Branch was awarded the 2013
Pulitzer Prize for Feature Writing for
“his evocative narrative about skiers
killed in an avalanche and the science
that explains such disasters, a project
enhanced by its deft integration of
multimedia elements.”
16. Scelta del CMS ed organizzazione dei
contenuti
• Sperimentazione di più CMS open source (Wordpress,
Joomla, Drupal)
• Scelta di Drupal :
• tra le piattaforme open source più utilizzate ed
aggiornate per la modularità ed estendibilità del
software;
• solidità e qualità della piattaforma;
• possibilità di gestire contenuti strutturati;
• potenza e flessibilità nell’amministrazione di differenti
gruppi di redattori/utenti e relativi permessi,;
• possibilità di aggiungere componenti integrati per la
gestione di forum, blog e newsletter
20. SVILUPPI FUTURI
• Social web accademico: apertura al
commenting e forum;
• Publishing: dalla raccolta e fruizione
alla produzione di nuovi contenuti;
• Open linked data.
22. Redazione e work-flow
L'implementazione dei contenuti è curata dello
staff tecnico del portale
• Un editor visuale consente ai redattori di gestire i contenuti della
banca dati del portale senza possedere una specifica conoscenza di
linguaggi di programmazione quali HTML e di indicizzare contenuti
strutturati attraverso meta dati descrittivi e semantici.
• È possibile organizzare e strutturare gruppi con privilegi particolari
per l'implementazione, la fruizione e la condivisione di
documentazione specifica (es. blog, forum, ecc.), o di eventuali
nuove sezioni del sito che richiedano particolari requisiti o specifiche
competenze (Gestione e aggiornamento di pagine "social",
Newsletter, ecc.).