La presentazione è una libera rielaborazione dei capitoli su Hegel dei testi di Brandolini,
Debernardi, Leggero, Simposio vol 2, Laterza e di Sacchetto, Desideri, Petterlini,
L'esperienza del pensiero vol 4, Loescher.
La presentazione è una libera rielaborazione dei capitoli su Hegel dei testi di Brandolini,
Debernardi, Leggero, Simposio vol 2, Laterza e di Sacchetto, Desideri, Petterlini,
L'esperienza del pensiero vol 4, Loescher.
Ulixe. Il lungo cammino delle idee tra arte, scienza e filosofia.Fausto Intilla
Solo in tempi assai recenti (storia contemporanea) si è riscoperto — poiché già noto in tempi antichi, quando ogni ambito della sfera umana si inseriva in uno stesso disegno, percepito da tutti con un profondo “senso del divino”; ovvero prima dell’era cartesiana — il sublime nesso tra tutte le cose presenti nel grande regno della realtà, che ci consente di visualizzare meglio ogni sottile collegamento tra tutto ciò che siamo sempre stati abituati a scindere, a suddividere in compartimenti stagni, ai quali abbiamo dato il nome di Arte, Scienza e Filosofia. Il tentativo di quest’opera, è dunque quello di esporre alcuni punti di partenza dai quali, seguendo percorsi diversi, si arrivi a un unico obiettivo: intravedere l’immagine di una realtà unitaria, dove tutto il sapere e l’operato umano, rivelino (seppure in termini metafisici ed astratti) la loro sottile interdipendenza con la natura dei nostri stessi sensi (filtri irremovibili e dai benèfici risvolti di stampo darwiniano), istinti ed emozioni.
Presentazione della "Fenomenologia dello Spirito" (1807) di Georg W. F. HEGEL.
Nell'approntare tale presentazione si è fatto in parte uso anche di materiale già disponibile sulla rete.
schematizzazione riassuntiva:
- principi fondamentali della Filosofia di Hegel
- la Fenomenologia dello spirito
- L'enciclopedia delle scienze profonde
- La filosofia della storia
by Spano
Ontologia dell’opera d’arte mah…essere per la salvezza dell’essere significa essere per la salvezza dell’arte? E l’opera d’arte aiuterà l’essere a salvarsi? Mah… solo l’opera d’arte ci può salvare? E solo l’arte salverà l’essere o il mito ontoteologico della salvezza della mondità? Solo l’arte ci potrà salvare? Solo il mito dell’opera d’arte può salvare il mito delle muse della poiesis o dell’ontopoiesis? Ma l’arte è anche la salvezza del musagete, quale essere divinità che si dà all’arte o dà all’arte la fondatezza del mito? O che disvela con l’arte l’ontologia ontopoietica dell’opera dell’esser-arte-nella mondità come nella mondanità, o esser-arte-per-la-morte dell’arte…  Già nelle origini della ermeneutica poetica la mimesis disvela la fondatezza della physis: aldilà della classicità simulativa, imitativa, clonante, tautologica, la mimesis quale apprensività attraverso lo sguardo, cattura con la vista, con gli occhi l’essere che si disvela nella sua physis. E’ l’esserci che com-prende contemplando l’eventuarsi della physis dell’essere, della natura dell’essere, dell’essere-nella-mondità. E’ la mimesis del disvelarsi dell’essere poetante…o l’ontologia dell’icona della physis quale ontologia dell’ikona dell’essere nel mondo. O l’ontologia della temporalità della physis che si disvela nel mondo quale spazialità immaginaria nella radura immaginaria ove s’eventua quale opera d’arte immaginaria… anzi l’ontologia fluttuante dell’essenza dell’essere poetante dà senso e dà alla luce la physis, non la imita o la modella o la ricorda, la divela quand’era abbandonata nell’oblio dalla fuga precipitosa degli dei epistemici, mitici, tecnici, ontoteologici quali il deus ex machina, la macchina poetica aristotelica. E’ indispensabile intraprendere gli studi e le ricerche dell’ontologia dell’opera d’arte, giacchè nel nuovo millennio tutte le configurazioni del sapere epistemico, ma anche le ontologie ermeneutiche, hanno evidenziato i propri confini aldiqua dell’essere-opera-d’arte, per concentrarsi solo sull’ontica, sulle entità narrate o sulle superentità ontoteologiche. L’epistemica dell’opera d’arte si è confinata nella sua ortogonalità calcolante, l’interpretanza ermeneutica ed intenzionale non si cura di offrire una fondatezza né alla nuova epistemica, né alla matesis virtuale, né alla physis immaginaria, né alla temporalità ontologica, men che mai dà fondamenta stabili alla struttura ontologica dell’opera d’arte. Solo il pensiero della disvelatezza resiste, o persiste nella sua re-esistenza, sostenuto dalla sua struttura ontologica fondata sull’essenza dell’essere-opera-d’arte-nel-mondo-per-la-morte. Ma la sua origine, o originalità o singolarità, non dispiega la sua pregnanza oltre la soglia del pensiero poetante che contempla poeticamente l’opera d’arte o la interpreta infinitamente nella temporalità kairos-logica più tosto che cronologica. Per raggiungere anche i sentieri interrotti della physis poetante dell’opera d’arte e quindi anche la fondatezza non tecnica della teknè, o il fondamento non epistemico dell’epistemica, la physis dell’opera d’arte si dovrà eventuare nella struttura ontologica dell’essere animati, aldilà dall’essere solo opera inanimata, per gettare le fondamenta nella radura, nel vuoto quantico epistemico, della topologia fluttuante dell’essere opera d’arte che si dà alla mondità per inter-essere o inter-esserci opera d’arte dell’essere animato che getta quale icona dell’essere-nel-mondo-della-morte-dell’arte. Può l’ontolgia dell’opera d’arte raccogliere gli eventi gettati nel sentiero dell’essere ed intraprendere la biforcazione dell’oltre che conduce alla radura, alla spazialità topologica sgombra dalle temporalità epistemiche o anche ermeneutiche, per approdare alla libera luce senza fondo, senz
Ulixe. Il lungo cammino delle idee tra arte, scienza e filosofia.Fausto Intilla
Solo in tempi assai recenti (storia contemporanea) si è riscoperto — poiché già noto in tempi antichi, quando ogni ambito della sfera umana si inseriva in uno stesso disegno, percepito da tutti con un profondo “senso del divino”; ovvero prima dell’era cartesiana — il sublime nesso tra tutte le cose presenti nel grande regno della realtà, che ci consente di visualizzare meglio ogni sottile collegamento tra tutto ciò che siamo sempre stati abituati a scindere, a suddividere in compartimenti stagni, ai quali abbiamo dato il nome di Arte, Scienza e Filosofia. Il tentativo di quest’opera, è dunque quello di esporre alcuni punti di partenza dai quali, seguendo percorsi diversi, si arrivi a un unico obiettivo: intravedere l’immagine di una realtà unitaria, dove tutto il sapere e l’operato umano, rivelino (seppure in termini metafisici ed astratti) la loro sottile interdipendenza con la natura dei nostri stessi sensi (filtri irremovibili e dai benèfici risvolti di stampo darwiniano), istinti ed emozioni.
Presentazione della "Fenomenologia dello Spirito" (1807) di Georg W. F. HEGEL.
Nell'approntare tale presentazione si è fatto in parte uso anche di materiale già disponibile sulla rete.
schematizzazione riassuntiva:
- principi fondamentali della Filosofia di Hegel
- la Fenomenologia dello spirito
- L'enciclopedia delle scienze profonde
- La filosofia della storia
by Spano
Ontologia dell’opera d’arte mah…essere per la salvezza dell’essere significa essere per la salvezza dell’arte? E l’opera d’arte aiuterà l’essere a salvarsi? Mah… solo l’opera d’arte ci può salvare? E solo l’arte salverà l’essere o il mito ontoteologico della salvezza della mondità? Solo l’arte ci potrà salvare? Solo il mito dell’opera d’arte può salvare il mito delle muse della poiesis o dell’ontopoiesis? Ma l’arte è anche la salvezza del musagete, quale essere divinità che si dà all’arte o dà all’arte la fondatezza del mito? O che disvela con l’arte l’ontologia ontopoietica dell’opera dell’esser-arte-nella mondità come nella mondanità, o esser-arte-per-la-morte dell’arte…  Già nelle origini della ermeneutica poetica la mimesis disvela la fondatezza della physis: aldilà della classicità simulativa, imitativa, clonante, tautologica, la mimesis quale apprensività attraverso lo sguardo, cattura con la vista, con gli occhi l’essere che si disvela nella sua physis. E’ l’esserci che com-prende contemplando l’eventuarsi della physis dell’essere, della natura dell’essere, dell’essere-nella-mondità. E’ la mimesis del disvelarsi dell’essere poetante…o l’ontologia dell’icona della physis quale ontologia dell’ikona dell’essere nel mondo. O l’ontologia della temporalità della physis che si disvela nel mondo quale spazialità immaginaria nella radura immaginaria ove s’eventua quale opera d’arte immaginaria… anzi l’ontologia fluttuante dell’essenza dell’essere poetante dà senso e dà alla luce la physis, non la imita o la modella o la ricorda, la divela quand’era abbandonata nell’oblio dalla fuga precipitosa degli dei epistemici, mitici, tecnici, ontoteologici quali il deus ex machina, la macchina poetica aristotelica. E’ indispensabile intraprendere gli studi e le ricerche dell’ontologia dell’opera d’arte, giacchè nel nuovo millennio tutte le configurazioni del sapere epistemico, ma anche le ontologie ermeneutiche, hanno evidenziato i propri confini aldiqua dell’essere-opera-d’arte, per concentrarsi solo sull’ontica, sulle entità narrate o sulle superentità ontoteologiche. L’epistemica dell’opera d’arte si è confinata nella sua ortogonalità calcolante, l’interpretanza ermeneutica ed intenzionale non si cura di offrire una fondatezza né alla nuova epistemica, né alla matesis virtuale, né alla physis immaginaria, né alla temporalità ontologica, men che mai dà fondamenta stabili alla struttura ontologica dell’opera d’arte. Solo il pensiero della disvelatezza resiste, o persiste nella sua re-esistenza, sostenuto dalla sua struttura ontologica fondata sull’essenza dell’essere-opera-d’arte-nel-mondo-per-la-morte. Ma la sua origine, o originalità o singolarità, non dispiega la sua pregnanza oltre la soglia del pensiero poetante che contempla poeticamente l’opera d’arte o la interpreta infinitamente nella temporalità kairos-logica più tosto che cronologica. Per raggiungere anche i sentieri interrotti della physis poetante dell’opera d’arte e quindi anche la fondatezza non tecnica della teknè, o il fondamento non epistemico dell’epistemica, la physis dell’opera d’arte si dovrà eventuare nella struttura ontologica dell’essere animati, aldilà dall’essere solo opera inanimata, per gettare le fondamenta nella radura, nel vuoto quantico epistemico, della topologia fluttuante dell’essere opera d’arte che si dà alla mondità per inter-essere o inter-esserci opera d’arte dell’essere animato che getta quale icona dell’essere-nel-mondo-della-morte-dell’arte. Può l’ontolgia dell’opera d’arte raccogliere gli eventi gettati nel sentiero dell’essere ed intraprendere la biforcazione dell’oltre che conduce alla radura, alla spazialità topologica sgombra dalle temporalità epistemiche o anche ermeneutiche, per approdare alla libera luce senza fondo, senz
Semiotica della Rappresentazione Visiva: Esercitazioni.Eleonora Mencarini
03 Ottobre 2012 - Lezione 1.
Corso di Laurea Triennale in Interfacce e Tecnologie della Comunicazione, Facoltá di Scienze Cognitive, Universitá degli Studi di Trento.
Spiegazione della metafora, attraverso la visualizzazione della differenza tra similitudine e metafora, nei quadri di Rob Gonsalves.
www.arringo.wordpress.com
La forza delle storie - versione integraleeffedue86
La nostra vita è completamente immersa nel linguaggio e nelle storie e, quindi, è importante saperle ascoltare e analizzare, per migliorare diversi aspetti di noi stessi.
Luisa Nardecchia: Sotto il tetto di una storia / 2Massimo Giuliani
Intervento di Luisa Nardecchia: seconda parte della relazione "Sotto il tetto di una storia", al simposio di venerdì 31 gennaio 2014 nel convegno CGBG "Tecnologia e Leggerezza" (Pavia, 29-31 gennaio 2014)
Massimo Giuliani: Sotto il tetto di una storia / 1Massimo Giuliani
Il mio intervento: prima parte della relazione "Sotto il tetto di una storia", al simposio di venerdì 31 gennaio 2014 nel convegno CGBG "Tecnologia e Leggerezza" (Pavia, 29-31 gennaio 2014)
Internet e terremoto. I blog fra diario e informazione.Massimo Giuliani
Relazione al convegno Ferpi (Federazione delle Relazioni Pubbliche) "Comunicare la ricostruzione", L'Aquila 2-3 marzo 2012.
Grazie a Ferpi e a Massimo Alesii.
La presentazione che ho utilizzato per il corso "Lo psicologo nella Rete. Come aprire uno spazio web e perché", presso la sede dell'Ordine degli Psicologi della Regione Lombardia il 23 e il 24 ottobre 2010.
Il Milan Approach: premesse, sviluppi e influenze 2. Verso il post-modernoMassimo Giuliani
Seconda parte del modulo sul Milan Approach. Lezione tenuta per il primo anno della Scuola di Specializzazione del Centro Milanese di Terapia della Famiglia (4 settembre 2010)
La mia relazione al convegno "Dopo la caduta. Memoria e futuro". L'Aquila, 5 giugno 2010.
La presentazione è complementare al testo della relazione: http://www.massimogiuliani.it/blog/index.php/2010/06/06/il-primo-terremoto-di-internet/
PowerPoint per il seminario "Famiglie fra realtà e storie", 10 aprile 2009, FAST, Milano.
Scuola di Counseling e Scuola di Mediazione del Centro Milanese di Terapia della Famiglia.
L'intervento che ho tenuto la mattina di venerdì 23 ottobre 2009 al VeneziaCamp, nella sessione "I volti, le voci, i corpi dell'autore". La sperimentazione OUT Facebook e le narrazioni collettive delle elezioni europee e del terremoto dell'Aquila.
3. Gli uomini sono mortali L'erba è mortale Socrate è un uomo L'uomo è mortale Socrate è mortale L'uomo è erba Gregory Bateson: la verità della logica e la verità della metafora
4. George Lakoff: “embodied knowledge” : La metafora consiste nel concettualizzare un'esperienza nei termini di un'altra esperienza Infatti conosciamo il mondo astratto (idee, eventi, emozioni) nei termini in cui sperimentiamo il mondo fisico: “I nostri corpi e il modo in cui funzionano nel mondo strutturano i concetti che possiamo usare per pensare” . Dunque la nostra conoscenza è in gran parte metaforica (sebbene fino ai tardi anni 70 gli studiosi non avessero riflettuto sulla sua natura non-letterale)!
5. Mappatura » espressione metaforica : “abbiamo discusso due ore e ho avuto la meglio ” » metafora : “la discussione è una guerra” » mappatura della metafora : - coloro che discutono sono combattenti ; - l’altro è un nemico ; - gli argomenti sono armi ; - chi ha l’ultima parola vince .
6. Da Steven Pinker: “ Le stesse parole e le stesse costruzioni grammaticali che ci permettono di dire ‘Il messaggero è andato da Parigi a Istanbul’, quando parliamo di un cambiamento spaziale , ci permettono anche di dire che ‘L’eredità è andata a Fred’”. » “Rose ha forzato la porta” » “Rose ha forzato Sandy” “ Se abbiamo la possibilità di utilizzare la posizione nello spazio come metafora del valore delle variabili, non si tratta soltanto di un ornamento poetico, ma di una facoltà che sostiene il ragionamento. Lo stesso vale per l’applicazione metaforica della forza, che i filosofi dicono sia centrale nel ragionamento di causa ed effetto”.
7. “ Funciona por asociacion”, Barcelona. Foto di ideacat, Flickr.com
8. “ Il nostro modo convenzionale di parlare (…) presuppone una metafora di cui non siamo quasi mai consapevoli. Il linguaggio che usiamo non è poetico, né fantasioso né retorico; (...) parliamo in quel modo perché concepiamo così la realtà e ci comportiamo secondo le concezioni che abbiamo delle cose” L’“imbuto di Norimberga”
22. A volte si arriva da un professionista d’aiuto perché il proprio sistema metaforico (individuale o familiare) è ipostatizzato... (*) - La storia di Aldo: “Mia moglie è un tigre!” (*) Dal dizionario Garzanti on line: [i-po-sta-tiZ-Zà-re] v. tr . 1 ( filos .) trasformare ciò che è relativo, contingente o storicamente determinato in entità assoluta, metafisica | ( estens .) assolutizzare 2 ( fig. lett .) personificare, rappresentare concretamente un valore astratto (spesso irrigidendolo, cristallizzandolo)
23. ...altre volte perché si sono perse le connessi oni con un sistema metaforico: le “cose” sono diventate cose! - Il bambino coi grattacapi... - Roberto: le risse in stazione, l'occupazione a scuola, i confini familiari. “Chi governa qui?”
24. La prescrizione metaforica crea una connessione fra un evento del mondo fisico e un evento del mondo mentale, connessi entrambi con lo stesso universo retorico. Ma la connessione è metaforica (appunto) e non causale: pertanto è parzialmente imprevedibile...
25. “ Se potessi spiegarlo a parole, non avrei bisogno di danzarlo” (Isadora Duncan) “ Parlare di musica è come danzare di architettura” (Frank Zappa)
26. Da consultare: Gregory Bateson: “Dove gli angeli esitano” George Lakoff, Mark Johnson: “Metafora e vita quotidiana” George Lakoff, Mark Johnson: “Elementi di linguistica cognitiva” Telmo Pievani (a cura): “L'evoluzione della mente”